00 27/03/2013 21:13
Sofferenze e speranze del giusto


INDICE

Salmi 21

1 Al maestro del coro. Sull'aria: «Cerva dell'aurora».
Salmo. Di Davide
.
2 «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza»:
sono le parole del mio lamento.
3 Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
4 Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
5 In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
6 a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
7 Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
8 Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 «Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico».
10 Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
11 Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
13 Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
14 Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
15 Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
16 È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
17 Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
18 posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
19 si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
21 Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
22 Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
23 Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
24 Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
25 perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
26 Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
27 I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
«Viva il loro cuore per sempre».
28 Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
29 Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
30 A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
31 lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32 annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l'opera del Signore!».

SUL SALMO 21

ESPOSIZIONE I

Morte e resurrezione di Cristo.

1. [v 1.] Per la fine; per il soccorso mattutino. Salmo di David. Riferendosi alla fine, lo stesso Signore Gesù Cristo parla della sua risurrezione. In quel sabato infatti avvenne di buon mattino la sua risurrezione, per la quale è stato assunto alla vita eterna; e su di lui la morte più oltre non avrà potere 1. Quanto segue è detto per bocca del Crocifisso. Infatti, nell'esordio di questo salmo, vi sono le parole che egli ha gridato mentre era inchiodato alla croce, conservando ancora la personalità del vecchio uomo la cui mortalità recava in sé. Perché il nostro uomo vecchio è stato inchiodato alla croce con lui 2.

2. [v 2.] Dio, Dio mio guardami, perché mi hai abbandonato lontano dalla mia salvezza? Sono stato allontanato dalla mia salvezza: perché la salvezza è lontana dai peccatori 3. Le parole dei miei delitti: queste parole non competono alla giustizia, ma ai miei delitti. Parla infatti il vecchio uomo inchiodato alla croce, ignorando perfino la causa per cui Dio lo ha abbandonato. Oppure certamente: lontano dalla mia salvezza, sono le parole dei miei delitti.

Preghiera di Cristo al Padre.

3. [v 3.] Dio mio, griderò a te durante il giorno, e non mi esaudirai: Dio mio, griderò a te nella prosperità di questa vita, perché non sia cambiata; e non mi esaudirai perché griderò a te con le parole della mia iniquità. E durante la notte, e non per rendermi stolto: nelle avversità di questa vita del pari griderò perché si volgano in prospere, ed ugualmente non mi esaudirai. E non fai così per rendermi stolto, ma piuttosto perché impari che cosa tu vuoi che gridi; non con parole inique, ispirate dal desiderio della vita temporale, ma con parole di conversione a te, dirette alla vita eterna.

4. [v 4.] Ma tu dimori nel santuario, gloria di Israele: tu dimori nel santuario, e perciò non esaudisci le immonde parole della iniquità; gloria di chi ti vede, non di colui che ha cercato la sua gloria nel gustare il cibo proibito, tanto che, aperti gli occhi del corpo, tentava di nascondersi dal tuo cospetto 4.

5. [v 5.] In te hanno sperato i nostri padri: cioè tutti i giusti, che non hanno cercato la loro lode, ma la tua, hanno sperato e tu li hai liberati.

6. [v 6.] A te hanno gridato e si sono salvati: a te hanno gridato, non con le parole dei delitti da cui lontana è la salvezza, e per questo sono stati salvati. In te hanno sperato e non sono rimasti confusi. In te hanno sperato, e la speranza non li ha ingannati, perché non l'hanno riposta in se medesimi.

7. [v 7.] Io invece sono un verme, e non un uomo: ora non parlo più in persona di Adamo, ma propriamente Io, Gesù Cristo, nato nella carne senza concepimento umano, per essere uomo al di sopra di ogni uomo, affinché almeno in questo l'umana superbia si degni di imitare la mia umiltà. Obbrobrio degli uomini e rifiuto del popolo: in tale umiltà sono divenuto obbrobrio degli uomini; in modo che è stato detto come un oltraggioso insulto: Sii tu discepolo di lui 5, e il popolo mi ha disprezzato.

8. [v 8.] Tutti coloro che mi guardavano mi beffeggiavano: tutti coloro che mi guardavano mi deridevano. Hanno sogghignato con le labbra, e hanno scosso il capo: hanno parlato, non col cuore, ma con le labbra.

9. [v 9.] Deridendomi, infatti, hanno scosso il capo, dicendo: ha sperato nel Signore, egli lo liberi; lo salvi, giacché lo ama. Queste furono le parole, ma dette con le labbra.

10. [v 10.] Perché sei tu che mi hai tratto fuori dal ventre. Poiché sei tu che mi hai tratto fuori non soltanto da quel ventre verginale, dato che per tutti gli uomini è legge di nascita esser tratti fuori dal ventre, ma [mi hai tratto] anche dal ventre della nazione giudaica; dalle sue tenebre è coperto ed ancora non è nato alla luce di Cristo chiunque pone la salvezza nella carnale osservanza del sabato, della circoncisione e di tutte le altre analoghe tradizioni. Mia speranza fin dalle mammelle di mia madre; la mia speranza è Dio, non solo da quando ho cominciato ad allattarmi alle mammelle della Vergine, ma anche da prima; tu invero mi hai tratto fuori dalle mammelle della Sinagoga, secondo quanto ho detto a proposito del ventre, affinché non succhiassi le abitudini carnali.

11. [v 11.] [Uscito] dal grembo materno, in te sono stato consolidato. Si tratta del seno della Sinagoga, che non mi ha portato, ma mi ha rigettato; non sono però caduto, perché tu mi hai sorretto. Dal ventre di mia madre tu sei il mio Dio. Dal ventre di mia madre: il ventre della madre mia non ha fatto sì che io, come un piccolo, mi dimenticassi di te.

12. [vv 11.12.] Tu sei il mio Dio; non allontanarti da me, perché imminente è la tribolazione: tu sei dunque il mio Dio, non allontanarti da me perché vicina a me è la tribolazione; essa infatti è già nel mio corpo. Perché non c'è chi mi aiuterà: chi può infatti aiutare, se tu non aiuti?

13. [v 13.] Mi hanno attorniato molti giovenchi: mi ha circondato una folla di plebe lussuriosa. Grassi tori mi hanno assediato: i capi del popolo, lieti della mia oppressione, mi hanno assediato.

14. [v 14.] Hanno spalancato contro di me la loro bocca: hanno aperto contro di me la bocca, non ispirandosi alle tue Scritture, ma alle loro passioni. Come leone che rapina e ruggisce: come leone la cui rapina sta nell'essere io catturato e trascinato; il suo ruggito nelle parole: crocifiggi, crocifiggi! 6

15. [v 15.] Come acqua mi sono effuso, e disperse sono state tutte le mie ossa. Come acqua mi sono effuso, ove sono piombati i miei persecutori; e per la paura si sono disperse da me le fondamenta del mio corpo, ossia quelle della Chiesa: i miei discepoli. È divenuto il mio cuore come cera che si strugge, nel mezzo del mio ventre. La mia Sapienza, che di me parla nei Santi Libri, come fosse dura e solida, non era compresa, ma dopo che è venuto il fuoco della mia passione, quasi fosse liquefatta, si è manifestata, ed è stata depositata nella memoria della mia Chiesa.

16. [v 16.] È inaridita come terracotta la mia virtù: si è inaridita nella passione la mia virtù; non come fieno, ma come terracotta, che con il fuoco diventa più solida. E la mia lingua si è attaccata alle mie fauci. Hanno conservato in sé i miei precetti coloro per cui mezzo io avrei parlato. E nella polvere della morte mi hai trascinato: mi hai trascinato tra gli empi destinati alla morte, che come polvere il vento spazza via dalla faccia della terra.

17. [v 17.] Poiché molti cani mi hanno attorniato: molti mi hanno attorniato, latrando, non per difendere la verità, ma il loro modo di vivere. Una turba di malvagi mi ha preso in mezzo. Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi: hanno trafitto con i chiodi le mie mani e i piedi.

18. [v 18.] Hanno contato tutte le mie ossa. Hanno contato tutte le mie ossa distese sul legno della croce. Essi stessi invero mi hanno guardato e osservato: essi stessi, cioè senza essere mutati, mi hanno guardato e osservato.

19. [v 19.] Si sono divisi tra di loro i miei abiti e sulla mia veste hanno gettato le sorti.

20. [v 20.] Ma tu, o Signore, non allontanare da me il tuo aiuto. Ma tu, o Signore, non alla fine dei secoli, come gli altri, ma subito, risuscita me. Volgiti in mia difesa: volgiti a me perché in nulla mi nuocciano.

21. [v 21.] Libera dalla spada la mia anima: libera l'anima mia dalla lingua della discordia. E dalla zampa del cane l'Unica mia: e dalla dominazione del popolo, che latra per abitudine, [libera] la mia Chiesa.

22. [v 22.] Salvami dalla bocca del leone: salvami dalla bocca del regno terreno. E dalle corna degli unicorni la mia debolezza: proteggi la mia debolezza dall'alterigia dei superbi, che si innalzano come fossero soli e non tollerano compagni.

23. [v 23.] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli: annunzierò il tuo nome agli umili miei fratelli che si amano tra loro come sono da me amati. In mezzo alla Chiesa ti canterò: in mezzo alla Chiesa ti annunzierò con gioia.

24. [v 24.] O voi che temete il Signore, lodatelo. Voi, che temete il Signore, non cercate la vostra lode; è lui che dovete lodare. Stirpe tutta intera di Giacobbe, esaltatelo: esaltatelo, o intera stirpe di colui a cui sarà servo il maggiore.

25. [v 25.] Lo tema tutta la progenie di Israele: lo temano tutti coloro che sono nati a nuova vita e sono rigenerati alla visione di Dio. Perché non ha sprezzato né disdegnato la preghiera del povero: poiché non ha disdegnato la supplica, non già di colui che gridando a Dio con le parole dei suoi delitti non voleva abbandonare la vita vana, ma [non ha sprezzato] la preghiera del povero che non si gonfia nelle glorie passeggere. Né ha distolto da me la sua faccia; come invece l'ha distolta da colui che diceva: griderò a te e non mi esaudirai. E quando gridavo a lui, mi ha esaudito.

26. [v 26.] A te [si volgerà] la mia lode: non cerco infatti la mia lode, perché sei tu la mia lode, tu che abiti nel santuario; e già esaudisci il santo che ti supplica, o gloria di Israele. Nella grande Chiesa ti confesserò: nella Chiesa del mondo intero ti confesserò. Scioglierò i miei voti alla presenza di quanti lo temono: eleverò alla presenza di chi lo teme il sacramento del mio corpo e del mio sangue.

27. [v 27.] Mangeranno i poveri, e saranno saziati: mangeranno gli umili e coloro che disprezzano il secolo, e saranno imitatori; infatti non desidereranno l'abbondanza di questo secolo, né avranno timore della miseria. E loderanno il Signore quelli che lo cercano: la lode di Dio infatti sarà l'effusione della loro sazietà. Vivranno i loro cuori in eterno. Perché Egli è il cibo del cuore.

28. [v 28.] Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra; si ricorderanno, poiché Dio si era allontanato dalle genti nate per morire e inclini alle cose terrene, e allora si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra. E adoreranno al suo cospetto tutte le stirpi delle genti: si prosterneranno nella loro coscienza tutte le stirpi delle genti.

29. [v 29.] Perché del Signore è il Regno ed egli dominerà sulle genti: perché il Regno è del Signore, non degli uomini superbi; ed egli stesso dominerà le nazioni.

30. [v 30.] Hanno mangiato ed hanno adorato tutti i ricchi della terra: hanno mangiato il corpo umile del loro Signore anche i ricchi della terra, e non si sono saziati, come i poveri, sino ad imitarlo; ma tuttavia lo hanno adorato. Al suo cospetto si prosternano tutti coloro che discendono nella terra: egli solo infatti vede in qual modo cadono tutti coloro che, abbandonando la vita celeste, scelgono di apparire beati sulla terra agli uomini, che non vedono la loro rovina.

31. [v 31.] E l'anima mia vivrà per lui: l'anima mia, che nel disprezzare questo secolo sembra quasi esser morta agli [occhi degli] uomini, vivrà non per sé, ma per lui. E la mia discendenza lo servirà: le mie opere, o coloro che per mio mezzo crederanno in lui, lo serviranno.

32. [v 32.] Sarà chiamata nel nome del Signore la generazione ventura: sarà dedicata in onore del Signore la generazione del Nuovo Testamento. E [i cieli] annunzieranno la sua giustizia: gli Evangelisti annunzieranno la sua giustizia. Al popolo che nascerà e che ha fatto il Signore: al popolo che nascerà per la fede nel Signore.

1 - Cf. Rm 6, 9.

2 - Cf. Rm 6, 6.

3 - Cf. Sal 118, 155.

4 - Cf. Gn 3.

5 - Gv 9, 28.

6 - Gv 19, 6.

[Modificato da MARIOCAPALBO 27/03/2013 21:16]