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NOVENA A DIO

 

PRIMO GIORNO:

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto

Gloria al Padre

 

La creatura umana: prediletta da Dio Creatore

(Gen. 1,1.26-28; 2,16-18; 3,1-10)

 

I.

San Paolo mette in evidenza che, ammiran­do la perfezione della creazione, è facile risalire alle perfezioni del suo Autore, quali la sua Potenza e la sua Divinità: "Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1,20). La ragione ci dice: "Dio c'è!". Questa consape­volezza ci fa desiderare di conoscerlo sempre meglio. Il Catechismo della Chiesa cattolica ce lo ricorda: esi­stiamo per conoscere, amare e servire Dio in questa vita e goderlo eternamente in Paradiso.

 

Il.

Leggendo i primi tre capitoli del libro della Genesi, l'Agiografo, ispirato dallo Spirito Santo, ci fa capire che ogni creatura umana non è frutto di cieche combinazioni, ma siamo stati progettati, dall'eternità, da Colui che è la Fonte della Vita.

 

III.

Come ci insegnò Gesù, solo al nostro Crea­tore spetta il titolo di Padre-Abbà:Papà. Gesù ci ha rivelato che il Padre è la prima perso­na della Santissima Trinità.

 

IV.

Leggendo il racconto della creazione, l'a­giografo evidenzia che Dio, totalmente libero e incon­trastato, crea, cioè dona l'esistenza, con il semplice suo volere, a cose che prima non esistevano. La sua Parola è creatrice, come si legge anche nel libro dei Salmi: "Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui tutti gli abitanti del mondo, perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste" (Sai 33,8-9). Da Dio procedono solo opere buone: la creatura venuta all'esistenza riceve l'approvazione soddisfatta del Creatore: "E Dio vide che era cosa buona " (Gn 1,10).

 

V.

"Dio creò l'uomo a sua immagine; a imma­gine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò" (Gn 1,27). Dinanzi all'uomo, Dio si compiace molto più che dinanzi a tutte le altre creature: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Gn 1,31). San Paolo, sempre in riferimento alla creazione, ci dice che "Dio ci ha creato in Cristo" (cfr Col 1,26); "In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: poiché di lui stirpe noi siamo" (At 17,28); in realtà abbiamo: "Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti" (Ef 4,6).

 

VI.

Dio Padre si intrattiene familiarmente col primo suo figlio: Adamo; ce lo dice, ancora, il libro sacro della Genesi; come il migliore dei Padri, lo ammaestra, lo segue: “Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all 'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati..." (Gn 2,19).

 

VII.

Dio tratta il primo uomo creato come una persona libera e responsabile; non lo costringe come si fa con le cose, come le altre creature che sono obbliga­te al loro compito. Traspare il rispetto di Dio per l'uo­mo dal quale si aspetta il rapporto filiale; per questa ragione Dio avverte il suo amato figlio del pericolo esi­stente: nel mondo esiste una creatura che ha voluto creare un'alternativa al piano di amore di Dio e l'alter­nativa all'amore e al bene non può non essere che odio e male; l'artefice dell'alternativa: un angelo creato buono e ora pervertito, di nome Lucifero. Pena dell'eventuale trasgressione dell'avvertimento divino: conoscenza o esperienza della morte: "...quando tu ne man­giassi, certamente moriresti" (Gn Z 17).

 

VIII.

Lo scrittore sacro, nel Cap. 3 del libro della Genesi, descrive in modo semplice ed immediato le fasi della tentazione e della caduta della prima cop­pia creata, Adamo ed Eva. Si mette in risalto come il tentatore riesce, nel suo malvagio intento, a insinuare in Eva il dubbio verso la bontà di Dio. Purtroppo, come ci svela la Sacra Scrittura, la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo. Questa tremenda realtà della caduta degli Angeli, divenuti demoni, diceva il Sommo Pontefice Paolo VI, è una storia di cui conosciamo poco, con la quale, però, dobbiamo fare i conti. Ce lo ricorda anche il Concilio Vaticano Il: "... Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno"; lotta che, come dice San Paolo, è rivolta contro creature spirituali, demoni, per cui ci è necessario pre­munirci con la corazza e con le armi adeguate, che San Paolo elenca: "1n realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, distruggendo i ragio­namenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all'ubbidienza al Cristo" (2Cor 10,3-6). La difesa decisiva contro satana, come ci ricorda ancora Paolo VI, è la vita di Grazia in Dio. Tutto quello che ci difende dal peccato ci difende dal nemico stesso: satana. 

 

IX.

Adamo ed Eva si sentono realmente tra­sformati da figli e amici di Dio, in paurose creature; il veleno mortale della diffidenza verso Dio, ormai, opera nei loro cuori. Da allora, questa opera di convin­cimento satanico facilmente ha trovato accoglienza in tanti cuori, resi sempre più diffidenti dal male dilagan­te sotto tante forme. 

 

X.

Ma Dio è Padre! Se i figli possono mancare nel loro dovere verso di lui, Dio non può rinnegare se stesso: Dio-Padre mai rinnegherà i figli suoi. Quanto ha fatto e continua a fare Dio per convincerci che ci vuole bene! Certamente, per poter sperimentare con serena fiducia l'amicizia di Dio, è necessario togliere l'unico impedimento: il peccato, cioè la disobbedienza, la tra­sgressione delle sue leggi di vita.

 

XI.

Ricordiamo la premura del Cuore paterno di Dio Misericordioso che, ad una sua serva, ha voluto rivelare: "Che gli uomini conoscano Dio non come un padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con ogni mezzo di far con­tenti i suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro " Il Beato Pio da Pietralcina afferma la stessa verità quando dice: "Dio non rigetta le anime pentite e va in cerca di quelle ostinate".

 

Ineffabile ed Eterno Padre, amore creante, sulla parola del tuo dilettissimo Figlio, il Signore Nostro Gesù Cristo, che ha detto: “In verità vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre mio, nel mio nome, egli ve la concederà"; Nel nome di Gesù, per mezzo del Cuore immacolato di Maria, ti chiediamo: manda il tuo Santo Spirito Creatore in ogni cuore; i tuoi figli siano sempre più convinti della tua immutabile bontà verso di loro. Conduci a termine le opere di bene da noi incominciate, perché non debba rattristarti delle nostre cattive azioni, dopo che ti sei degnato di chiamarci ad essere tuoi figli.

Pater, Ave, Gloria.