00 26/03/2012 19:31
Peter Kreeft
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C’É ANCORA BISOGNO DELL’APOLOGETICA?

 

Peter Kreeft

 

 

 

 

La gente continua a voler capire le motivazioni perché ha ancora la testa. Questa generazione ha molto più bisogno dell’apologetica delle precedenti, non  meno, perché la sua fede è messa più  al­la prova nella nostra cultura, sia apertamente sia in maniera subdola e celata.

 

Apologetica sull’apologetica -  pare sia questo oggi l'atteggiamento prevalente  di professori di teologia, ministri, preti e perfino vescovi.

Ø   Nella storia della chiesa l'apologetica raramente è stata più impopolare, più ignorata e attaccata.

Ø   Essa costituisce l'impresa di conquistare anime per Cristo obbedendo al comando del­la stessa Scrittura di essere “sempre pronti a rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1 Pt. 3,15).

Ø     Tuttavia, proprio questo impegno è sovente attaccato dai nostri stessi esperti di istruzione religiosa con una sollecitudine maggiore di quanto non avvenga verso gli errori dei non credenti.

 

Troviamo questa incredibile situazione:

 

Ø Maestri nella chiesa che non attaccano gli errori del mondo, bensì le verità della fede, mentre si fanno premura di

Ø combattere la stessa idea di attaccare gli errori del mondo, come se l’unico errore fosse la convinzione che quelli sono erro­ri, e come se la sola idea da confutare fosse quella che esistono idee da confutare.

 

Dall’altro lato del recinto apologetico è difficile trovare dei non credenti che desiderino argomentare il loro caso, e la maggior parte ignora, piuttosto che confutarla, la fede.

Ø      La maggior parte dei non credenti è relativista, e se non credete nella verità oggettiva, non potete credere all‘argomentazione.

Ø      Questo è probabilmente il motivo per cui non avete mai, neppure una volta in vita vostra, ascoltato un dibattito vero e proprio, genuino, nella libera, pluralistica America. La sola cosa che un di­battito può costituire per il relativista è la caccia all’oca selvatica senza l’oca della verità.

 

Ma se passiamo dagli insegnanti agli studenti, dalla piccola e arrogante oligarchia di quelli  che formano le opinioni e che ci dicono quello che realmente vogliamo, alle persone ordinarie che troviamo nelle panche, alla scrivania o per la strada,

Ø      oggi non troviamo un interesse o una sete minori di sempre di conoscere le ragioni.

La mente umana, infatti, è stata progettata da Dio, non da John Dewey o da Carl Rogers.

Ø      Un Gesù "di Peluche" va bene solo per chi ha le idee confuse;

Ø      Gesù "Coperta di Sicurezza" non va bene neppure a Linus, che ha la propria coperta.

Quando la pappa diventa più di moda delle bistecche, con ciò non acquisisce sangue e ossa.

 

L’Apologetica e necessaria in ogni epoca, perché è comandata dalla Scrittura e per le necessità dell’invariabile cuore umano. La gente continua a voler conoscere le ragioni perché ha la testa,  è tanto semplice!

Ø      Oggi i giovani in particolare hanno bisogno dell’apologetica. I giovani cattolici ne ricevono un poco al catechismo, alle scuo­le superiori cattoliche o alle università. La mia stessa univer­sità, il Boston College, la seconda Università Cattolica per grandezza della nazione – e, ritengo, insolitamente buona – ha un Reparto Teologia che comprende persone eccellenti. Questo reparto offre circa 50 corsi l'anno ma, per quanto io ne sappia, nessuno in apologetica, almeno negli ultimi 20 anni.

 

Questa generazione ha molto più bisogno dell’apologetica delle precedenti, non  meno, perché la sua fede è messa più  al­la prova nella nostra cultura, sia apertamente che in maniera subdola e celata.

Ø      I giovani devono essere in grado di smascherare e confutare le premesse nascoste dagli attacchi coperti, così come di difendere la fede dagli attacchi aperti. Ma non è stato insegnato loro a fare nessuna delle due cose.

 

La loro mente è vittima della spaccatura esistente nella nostra cultura tra

-         la  mentalità  scientifica, 

-         razionalistica,  

-         e quanto soleva chiamarsi "controcultura", la mentalità irrazio­nale, soggettivistica.

Ø      Da una parte viene loro insegnato il metodo scientifico, per quando hanno e che fare con dei "fatti",  

Ø      mentre dall’altra si insegna loro una qualche forma di relativismo e di soggettivismo – quale la “chiarificazione dei valori” – quando si ha a che fare con questioni morali e religiose, che difficilmente essi arrivano anche solo a sognarsi che possano essere dei “fatti".

Non sanno che esistono anche altri metodi per scoprire la verità,  come  quello del semplice, onesto e logico ragionamento.

 

É necessaria una nuova apologetica per la nostra epoca? Si e no.

Ø      SI , perché malattie nuove richiedono medicine nuove,  ignoranze nuove richiedono nuovi corsi di recupero..

Ø      E NO, perché il contenuto dei corsi di recupero non è nuovo, né le leggi della logica, né i fatti relativi a Dio sono cambiati.

 

Una nuova apologetica?

Ø      SI, perché l’apologetica è un dialogo tra due persone, e I ‘oratore, se vuole arrivare al contatto, dovrebbe essere sempre consapevole del cambiamento della mente di chi lo ascolta. (Per sparare e un fagiano devi seguirlo col mirino del fucile).

Ø      E NO, perché  ciò che diciamo non è dettato del mondo ma dalla verità, e per far questo non leggiamo il "Times", ma l'eternità.

Il bersaglio è mobile, ma le pallottole restano le stesse: la verità e l‘amore eterni.

 

C'è bisogno di una nuova apologetica?

Ø      SI, perché l' apologetica  è amore, e l'amante deve dare la caccia e inseguire l'amato.

Ø      E NO perché l’apologetica parla della verità,  e questa non si cambia come la biancheria intima, il semaforo o la politica editoriale della Pravda.

 

DITE LE DURE  VERITÀ

 

Ecco sette consigli pratici per chi fa dell'apologetica – e dovrebbe farla ogni cristiano in un modo o nell’altro. Probabilmente non sono le sette cose più  importanti che si potrebbero dire sull'argomento, ma almeno sono quelle che ho imparato dalla  mia esperienza personale.

 

 

1.  NON TEMERE L'IMPOPOLARITÀ

 

Non potrai mai fare buona impressione sulla gente finché non la smetti di preoccuparti di fare buona  impressione. Come diceva Madre Teresa: “Dio non ci ha chiamati ad avere successo, ma ad essere fedeli."

Ø      Una recente indagine tra i teenager cattolici ha messo al primo posto l'insoddisfazione verso preti e suore  perché si sforzano eccessivamente di essere importanti, inseriti o freddi.

Ø      La prima cosa elencata tra i desideri e le necessità, ma che non ricevono nelle loro chiese, quella di cui  hanno la maggiore esigenza è — prendete questa — “un ideale alto ed eroico.” I teenager!

Ø      Nonostante l’opinione contraria della nostra cultura e dei suoi esperti, questi ragazzi vogliono la verità e la santità. Non vogliono una chiesa e un Cristo annacquati.

Gesù non ha mai reso facile il seguirLo — e migliaia di persone andavano a Lui. Gli istruttori religiosi che pretendono di fare la Sua opera la piegano fino all’impossibile per rendere facile il seguirlo –  col risultato di chiese vuote, di anime vuote, di vite vuote.

Ø      Questi ragazzi non vogliono essere importanti né essere presi in considerazione: vogliono Gesù. 

Ø      Non vogliono un Gesù del 13°, 16° o 20° secolo, ma GESÙ.

Ø      Vogliono il Suo fuoco, quel fuoco che bruciava nel cuore dei discepoli sulla via di Emmaus;

Ø      vogliono il vangelo del cuore che brucia, il vangelo di potenza, una potenza che non ha bisogno di gridare,  ma che non deve neppure fare sotterfugi per nascondersi.

 

2 - AFFRONTA LE DOMANDE DIFFICILI

 

Il secondo suggerimento è strettamente collegato al primo: Non evitate le domande o gli argomenti difficiliSe lo farete, la gente riceverà questo messaggio:

Ø   "Il cristianesimo è una cosa bella e piacevole per domande belle e piacevoli, ma non qualcosa di difficile e di reale con una forma propria, con degli spigoli."

Ø     Non che dobbiate essere voi a provocare le domande difficili, ma neppure dovete allontanarle: quando arrivano, consideratele apertamente.

Ø    Per domande difficili non intendo solo quelle relative alla dottrina cristiana quali l’inferno e l'affermazione fatta da Gesù di essere l'unico Salvatore, sebbene anche queste siano importanti, siano spesso un ostacolo al cammino del credente e vadano quindi affrontate di netto e con chiarezza.

 

Penso invece che le questioni più difficili dei nostri giorni siano quelle morali.

Probabilmente è stato così in ogni epoca, perché è sempre più facile cambiare le idee che non la vita, e

Ø   quasi tutte le questioni morali alle quali il mondo risponde in maniera assai diversa dalla Chiesa hanno a che fare col SESSO.

Ø      Rapporti pre-matrimoniali, fedeltà contro adulterio, aborto, contraccezione, omosessualità, divorzio le obiezioni più popolari contro la moralità cristiana sono tutte contro il modo in cui la chiesa considera il sesso.

 

Nessuno può  ignorare questo fatto: non è un articolo speciale per nessun giovane, e non può esserlo neppure per chi parla ai giovani.

Ø      Dobbiamo parlare loro dell'alto e santo ideale della castità, del sesso come cosa bella, santa, fedele, che costituisce un sacramento  dell'amore personale.

Ø      Papa Giovanni Paolo II lo sa, e molti dei suoi discorsi hanno trattato questo argomento. Egli è un cacciatore, e sa come sparare diritto al nascondiglio dello preda.
Ma quando mai vi è capitato un sermone di qualcuno su questo argomento?

 

3. NON LIMITARTI A PROVARE I PUNTI

 

Il terzo punto è lo strumento più semplice e più pratico che io abbia mai trovato  per un'apologetica efficace, ed  è incredibile quanta differenza comporti !

Ø      Si tratta semplicemente di ascoltare il vostro eventuale prigioniero.

-         Permettergli di insegnare a voi, prima di essere voi ad insegnare a lui.

-         Usate il metodo di Socrate,  non come esercizio ginnico ma con sincerità: scambiate i posti,

-         permettete che lo studente diventi il maestro e il maestro lo studente.

-         Interessatevi sinceramente alle sue opinioni, ai suoi sentimenti , alle sue esperienze, alle sue ragioni, alla sua anima.

Fategli delle domande, non per accusarlo ma per aiutarlo ad essere chiaro verso se stesso.

 

Questo funziona per due motivi:

-           La verità uscirà fuori.

-         Dietro l'investigazione, l'esposizione alla luce del giorno, la falsità si manifesterà.

-         Non è necessario schiacciare con un  martello gli insetti dell‘errore; lasciate che escano dalla  roccia sotto cui si nascondono, e moriranno al sole.

-         Solo chi ascolta è poi ascoltato.

-         Solo dopo che il vostro studente o  eventuale prigioniero, ha visto che vi interessate veramente a lui e alle sue idee, si interesserà  alle vostre.

-         Solo dopo che gli avrete dato due dei beni più preziosi della vostra vita, tempo e attenzione, egli vi darà il suo tempo e la sua attenzione.

                          

Ricordate che lo scopo dell'apologetica non si limita alla conquista della testa, ma del cuore mediante la testa.

Ø      Ciò a cui si mira non è la convinzione ma la fede, e secondo il Nuovo Testamento questa deve essere accompagnata dal pentimen­to: “Pentitevi e credete” - ecco il Kerigma.

Ø      Il pentimento tut­tavia deve avvenire nei confronti di Dio, non vostri, ed è un fatto privato, interiore.

 

La vostra opera non è quella di conver­tire ma di preparare: quando i tempi saranno maturi, vi riti­rerete timidamente (l’amore è sempre timido) e lascerete che sia Dio a subentrare.

La vostra opera non è altro che quella di distendere il vostro mantello apologetico davanti all’umile asinello del pentimento che porta il Signore nella città santa dell’eventuale anima prigioniera.        

 

4° - LA PRE-EVANGELIZZAZIONE – Il quarto suggerimento è che gran parte dell’opera dell'apologista deve essere riguardare proprio la preparazione alla vera evangelizzazione

 

Ø      Il terreno ha bisogno di essere zappato, prima che i semi del Vangelo possano mettere le radici.

Ø      La mente tipicamente moderna ha in sé due rocce enormi che impediscono la crescita del seme: non crede alla verità oggettiva né ai valori oggettivi.

 

Quando si predica il Vangelo alla mente moderna, la risposta probabilmente non sarà: "Quello che dici non è vero”, ma:  

Quello che dici può  essere vero per te, ma non per me. Come osi impormi le tue credenze?”

Ø      E quando parlate  della moralità cristiana, alla gente pare quasi sempre che si tratti di un’opzione, di un'isola nel supermercato dei modi di vivere, come una moda del vestire o delle automobili. 

Ø      Ma la  gente moderna non ha mai ascol­tato le parole: "Così dice il Signore."

 

Tali parole non vanno pronunziate con tono minaccioso o accusatorio, ma neppure con imbarazzo, perché sono le parole che ci sono state affidate.

Ø      Noi non siamo gli autori o gli scrivani, ma solo i postini, e il nostro Maestro ha avuto parole piuttosto dure nei confronti dei servi infedeli che seppellirono  nel suolo la ricchezza del padrone, e parole ancor più dure per quelli che provocano la caduta dei Suoi piccoli – parlava  di macine da mulino… .