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Amorth Gabriele

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2016 13:56
17/09/2016 13:55

Soprattutto il mondo laico si è interessato e si interessa di questi problemi. Ma quello che è mancato specie negli ultimi decen­ni, è l'interesse dei teologi, che se ne sono altamen­te infischiati dei problemi dell'aldilà. Poiché gli umori dei teologi si ripercuotono sempre sull'attività pasto­rale, anche i sacerdoti li hanno seguiti in questo di­sinteresse. Come conseguenza, ad esempio, ab­biamo riscontrato una paurosa carenza di predica­zione sui novissimi; carenza nella predicazione e carenza nei catechismi: non solo in quello olandese che, troppo combattuto alla sua uscita, è poi stato anche troppo imitato dagli altri catechismi postconci­liari. Non posso negare che, in queste condizioni, anche gli esorcisti si trovano talvolta spiazzati di fronte a problemi che la loro cultura teologica è in­sufficiente a risolvere con sicurezza. Da qui varie ipotesi di soluzione, avanzate con umiltà ed esita­zione, come abbiamo visto, ad esempio, a proposito delle presenze. Ma il mondo d'oggi, saremmo dei ciechi a non accorgercene, si aspetta da noi delle risposte a problemi nuovi, o a problemi che si pon­gono in termini nuovi, e noi sacerdoti ci troviamo sprovveduti, incerti, divisi e soprattutto non coinvolti Da quando è uscito il libro di R. A. MOODY, La vita oltre la vita, Ed. Mondadori: sia prima, soprattutto dopo, sono usciti tanti altri libri analoghi, volti, non interessati. Benché si tratti di problemi che ci riguar­dano, in modo diretto e specifico. Intanto approvo quanto è stato fatto nel caso esposto.


DOMANDE VARIE E SINTOMI PARTICOLARI


Sono colpiti dai disturbi satanici più uomini o don­ne? Più giovani o vecchi?


Tutti noi esorcisti benediciamo molte più donne che uomini. In parte ciò è dovuto al fatto che le donne più facilmente degli uomini sono disposte a ricevere le benedizioni di un sacerdote. Ma penso che que­sto fatto non basti a giustificare la differenza. E neppure il calcolo numerico, che le donne sono in maggior numero, dal punto di vista anagrafico. Credo proprio che le donne siano più esposte agli attacchi del demonio perché questi pensa di servir­sene poi per far sua preda anche gli uomini. Un po' come ha fatto fin dall'inizio, tentando prima Eva. Comunque, anche se posso essere incerto sui mo­tivi, sono certo sulla risposta da dare al richiedente: sono più colpite le donne. Anche sulla seconda ri­sposta non ho dubbi: sono più colpiti i giovani. Basti rileggere quanto abbiamo scritto sulle cause colpe­voli e ci è facile vedere come i giovani siano più e­sposti ad esserne vittime. L'indemoniato è un malato contagioso? Ad aiutarlo si possono subire danni, come, ad esempio, le ven­dette di Satana? I mali malefici non sono contagiosi, ma è possibile che venga colpita un'intera famiglia, o un gruppo anche molto grande, come si è detto. Vediamo bene che, quando è colpita solo una per­sona, non ne riceve alcun danno né il marito o la moglie né i figli. Tanto meno gli altri. E opera alta­mente meritoria aiutare questi malati come è alta­mente meritorio aiutare chiunque è nel bisogno. Qui può trattarsi di aiuto costante nella preghiera, nella recezione dei sacramenti, nelle attività quotidiane. Per chi assiste e aiuta l'esorcista, può esserci il bi­sogno di tenere stretto l'indemoniato se si agita, nel pulirlo se sbava, ecc. Non ho mai notato inconve­nienti. E torno a dire, specie per i sacerdoti che te­mono le vendette di Satana se si dedicano a questo ministero, che il maligno ci fa già tutto il male che può; è una sciocca illusione pensare che a lasciarlo in pace ci lasci in pace; ed è una sciocca stoltezza pensare che si vendichi di più con chi di più lo com­batte. Guardiamo ai santi: in generale vediamo che più uno combatte il demonio e più il demonio ha pa­ura di lui. Questa è la normalità dei casi. I santi che hanno subito danni fisici dal demonio, come il Cura­to d'Ars, sono eccezioni e in genere non erano e­sorcisti. La mia vita è stata tutta un susseguirsi di mali. Per 65 volte sono stata ricoverata in cardiolo­gia; la vita della mia famiglia è un susseguirsi di di­sgrazie a catena... Questa dura esperienza, narrata in diretta a Radio Maria, è purtroppo tutt'altro che rara. Tutti gli esorcisti hanno conoscenza di casi do­lorosissimi, in cui proprio pare che non ci sia niente che vada dritto: salute, amicizie, lavoro, incidenti stradali nei modi più impensati, lutti improvvisi... Ep­pure, anche se si procede ad esorcismi almeno a carattere esplorativo, non si riscontrano particolari reazioni che facciano pensare a presenze malefi­che. E come se il demonio perseguitasse quasi dall'esterno quella famiglia, in tutto ciò che fa o che ha, senza prendere possesso di nessun membro. In questi casi il sacerdote, qualunque sacerdote, può esercitare un ruolo importantissimo di sostegno, di preghiera, di fiducia. È possibile non riuscire ad arginare le disgrazie, ma è sempre possibile riuscire ad impedire la disperazione, riuscire a far valorizza­re la sofferenza. Che la causa sia il demonio o che sia un inspiegabile intreccio di coincidenze avverse, ha poca importanza. È importante il conforto, il sostegno. Non c'è dubbio che il dolore è la più grande prova contro la nostra fede, che o si rinsalda o si perde. Ecco perché que­ste situazioni, che solo alla luce della fede possono trovare il loro significato, sono un campo prezioso aperto all'aiuto dei sacerdoti, oltre che di tutte le a­nime generose. Spesso ho notato, in persone che non hanno sinto­mi di malattie psichiche, ma presentano mali di na­tura non curabile per via medica: sintomi di freddo, stanchezza, sonnolenza; tendenza ad adagiarsi in un'ignavia assoluta... Notate questi sintomi anche voi esorcisti? La domanda mi è stata posta dal ca­rissimo prof. Simone Morabito, primario psichiatra di Bergamo, che non esita ad aiutare gli esorcisti o a richiedere il loro aiuto. Uno di quei pochi psichiatri che ogni esorcista vorrebbe avere al suo fianco. Sì, anche noi notiamo questi sintomi, oggi sempre più frequenti, soprattutto nei giovani. Aggiungo: perdita della fede, tendenza a rimanere chiusi in casa, tota­le incapacità a studiare o a fare qualsiasi lavoro, fi­no a una specie di blocco del cervello. Spesso si aggiunge una ripugnanza a qualsiasi cibo e un sen­so di inferiorità che porta la persona ad appartarsi da tutto e da tutti, a rinchiudersi sempre più con un senso crescente di disperazione. Ho esorcizzato, presso l'ospedale Gemelli di Roma, una ragazza af­fetta da anoressia, ottenendo buoni risultati. Non e­sito a ripetere che, in casi come questi, è indispen­sabile una collaborazione tra esorcisti e psi uso, come i francesi, la sillaba che comprende psichiatri, psicologi, psicanalisti..., soprattutto e prima di tutto psichiatri.


PARLIAMO DI SATANA


Quale è il volto di Satana? Come immaginarlo? Che orìgine ha la sua rappresentazione con coda e co­ma? Puzza davvero di zolfo? Satana è un puro spirito. Siamo noi che per imma­ginarlo gli diamo una raffigurazione fisica; e lui, quando appare, assume un aspetto sensibile. Per quanto brutto possiamo rappresentarlo, è sempre immensamente più brutto; non si tratta di bruttezza fisica, ma di perfidia e lontananza da Dio, il sommo bene e il culmine di ogni bellezza. Penso che la raf­figurazione con corna, coda, ali da pipistrello, voglia significare il degrado avvenuto in questo essere spi­rituale che, creato buono e splendente, è diventato orrido e perfido. Così noi, conforme alla nostra men­talità, lo immaginiamo un po' come un uomo che venga declassato al rango di un animale corna, arti­gli, coda, ali... Ma si tratta di nostra immaginazione. Come pure il demonio, quando vuole rendersi visi­bilmente presente, assume un aspetto sensibile, falso, ma tale da farsi vedere: può essere un anima­le spaventoso, un uomo orribile e potrebbe anche essere un elegante signore; varia secondo l'effetto che intende provocare, di paura o di attrazione. Quanto agli odori zolfo, bruciato, stereo..., si tratta di fenomeni che il demonio può provocare, come può provocare fenomeni fisici sulla materia e mali fisici nel corpo umano. Può anche agire sulla nostra psi­che, attraverso sogni, pensieri, fantasie; e può tra­smetterci i suoi sentimenti: odio, disperazione. Sono tutti fenomeni che si verificano nelle persone colpite da mali satanici e soprattutto nei casi di possessio­ne. Ma la vera perfidia e la vera bruttezza di questo essere spirituale è superiore ad ogni immaginazione umana e ad ogni possibilità di rappresentazione. Il demonio può localizzarsi in un uomo, in una sua parte, in un luogo? E può coabitare con lo Spirito Santo? Essendo puro spirito, il demonio non si localizza in un posto o in una persona, anche se ne da l'impres­sione. In realtà non si tratta di localizzarsi, ma di a­gire, di influire. Non è una presenza come un essere che vada ad abitare in un altro essere; o come l'a­nima nel corpo. È come una forza che può agire nella mente, in tutto un corpo umano o in una parte di esso. Per cui anche noi esorcisti abbiamo talvolta l'impressione che il demonio preferiamo dire il male stia, ad esempio, nello stomaco. Ma si tratta solo di una forza spirituale che agisce nello stomaco. Così sarebbe errato pensare che nel corpo umano ci possa abitare lo Spirito Santo e il demonio, come se due rivali stessero nella stessa camera. Sono forze spirituali che possono agire contemporaneamente e in modo diverso in uno stesso soggetto. Poniamo ad esempio il caso di un santo che abbia il tormento di una possessione diabolica: senza dub­bio il suo corpo è tempio dello Spirito Santo, nel senso che la sua anima, il suo spirito, aderiscono pienamente a Dio e seguono la guida dello Spirito Santo. Se noi pensassimo a questa unione come a un qualche cosa di fisico, anche le malattie sareb­bero incompatibili con la presenza dello Spirito San­to; è invece una presenza, quella dello Spirito San­to, che santifica l'anima e guida l'agire e il pensare. Ecco perché la presenza dello Spirito Santo può coesistere con le sofferenze provocate da una ma­lattia o da un'altra forza, come è quella del demonio.


Non potrebbe Dio bloccare l'azione di Satana? Non potrebbe bloccare l'opera degli stregoni e dei ma­ghi? Dio non lo fa perché, creando gli angeli e gli uomini liberi, lascia che agiscano conforme alla loro natura intelligente e libera. Poi, alla fine, tirerà le somme e darà a ciascuno ciò che merita. Credo che a questo proposito sia quanto mai chiara la parabola del buon grano e della zizzania: alla richiesta dei servi di estirpare la zizzania, il padrone rifiuta e vuole che si aspetti il tempo della mietitura. Dio non rinnega le sue creature, anche se si comportano male; in caso contrario, se le bloccasse, il giudizio sarebbe già fat­to, prima ancora che la creatura abbia la possibilità di esprimere se stessa integralmente. Noi siamo es­seri finiti; i nostri giorni terreni sono contati, per cui ci dispiace questa pazienza di Dio: vorremmo vede­re subito il bene premiato e il male punito. Dio a­spetta, lasciando all'uomo il tempo di convertirsi e servendosi anche del demonio perché l'uomo possa dare prova di fedeltà al suo Signore. Molti non cre­dono nel demonio perché sono guanti in seguito a cure psicologiche o psicoanalitiche. È chiaro che in quei casi non si trattava di mali malefici e tanto me­no di possessioni malefiche. Ma non sono necessari questi disturbi per credere nell'esistenza del demo­nio. La parola di Dio è molto esplicita in proposito; ed è chiaro il riscontro che rileviamo nella vita uma­na, individuale e sociale. Gli esorcisti interrogano il demonio e ne ottengono risposte.


Ma se il demonio è il prìncipe della menzogna, che cosa di utile si può ottenere ad interrogarlo?


E vero che le risposte del demonio vanno poi vaglia­te. Ma talvolta il Signore impone al demonio di dire la verità, per dimostrare che Satana è stato sconfitto da Gesù Cristo ed è anche costretto a ubbidire ai seguaci di Cristo che agiscono nel suo nome. Spes­so il maligno afferma espressamente di essere co­stretto a parlare, cosa che fa di tutto per evitare. Ma, ad esempio, quando è costretto a rivelare il suo nome, è per lui una grossa umiliazione, un segno di sconfitta. Guai però se l'esorcista si perdesse dietro a domande curiose che il Rituale espressamente vieta o se si lasciasse guidare in una discussione dal demonio! Proprio perché è maestro di menzo­gna, Satana resta umiliato quando Dio lo costringe a dire la verità. Sappiamo che Satana odia Dio.


Si può dire che anche Dio odia Satana, per la sua perfidia? Esiste dialogo tra Dio e Satana?


Dio è amore», come lo definisce s. Giovanni 1 Gv 4,8. In Dio ci può essere disapprovazione per il comportamento, mai odio: «Tu ami le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato» Sapienza 11, 23-24. L'odio è un tormento, forse il più grande dei tormenti; è inammissibile in Dio. Quanto al dialogo, possono le creature interromperlo col Creatore, ma non viceversa. Il libro di Giobbe, i colloqui tra Gesù e gli indemoniati, le affermazioni dell'Apocalisse; ad esempio: «Ora è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti a Dio giorno e notte» 12, 10, lasciano supporre che non c'è chiusura da parte di Dio di fronte alle sue creatu­re, per quanto perverse. La Madonna a Medjugorje parla spesso di Satana.


Si può dire che egli oggi sia più forte che nel passa­to?


Credo di sì. Ci sono epoche storiche di maggior cor­ruzione che altre, anche se sempre troviamo il bene e il male. Ad esempio, se studiamo, la condizione dei Romani ai tempi della decadenza dell'Impero, non c'è dubbio che troviamo generalizzata una cor­ruzione che non c'era ai tempi della Repubblica. Cristo ha sconfitto Satana e dove regna Cristo, Sa­tana cede. Per questo troviamo in certe aree del paganesimo uno scatenarsi del demonio superiore a quanto riscontriamo presso i popoli cristiani. Ho, ad esempio, studiato questo fenomeno in certe zo­ne dell'Africa. Oggi il demonio è assai più forte nella vecchia Europa cattolica Italia, Francia, Spagna, Austria... perché in queste nazioni il calo della fede è pauroso e intere masse si sono date in preda alla superstizione, come abbiamo fatto notare a proposi­to delle cause dei mali malefici.


MEZZI DI LIBERAZIONE


Nei nostri incontri di preghiera avvengono spesso liberazioni dal maligno, benché non si facciano e­sorcismi, ma solo preghiere di liberazione. Lei ci crede o pensa che ci illudiamo? Ci credo perché credo nella forza della preghiera. Il Vangelo ci presenta il caso più difficile di liberazio­ne, quando ci parla di quel giovane su cui gli apo­stoli hanno pregato invano. Ne abbiamo parlato nel secondo capitolo. Ebbene, Gesù richiede tre condi­zioni: la fede, la preghiera, il digiuno. E questi resta­no sempre i mezzi più efficaci. Indubbiamente la preghiera è più forte quando è fatta da un gruppo. Anche questo il Vangelo ce lo dice. Non mi stanche­rò mai di ripetere che ci si può liberare dal demonio con la preghiera e senza esorcismi; mai con gli e­sorcismi e senza preghiera. Aggiungo poi che, quando preghiamo, il Signore ci da ciò di cui abbia­mo bisogno, anche indipendentemente dalle nostre parole. Noi non sappiamo quello che dobbiamo chiedere; è lo Spirito che prega per noi, "con gemiti inesprimibili". Per cui il Signore ci da molto di più di quello che domandiamo, molto di più di quello che oseremmo sperare. Mi è capitato di vedere persone liberate dal demonio mentre p. Tardif faceva pre­ghiere di guarigione; e mi è capitato di assistere a guarigioni mentre mons. Milingo faceva preghiere di liberazione. Preghiamo: ci pensa poi il Signore a darci quello di cui abbiamo bisogno.


Esistono luoghi privilegiati per la liberazione da mali malefici?


Talvolta se ne sente parlare. Si può pregare ovun­que, ma non c'è dubbio che — da sempre — sono luoghi privilegiati di preghiera quelli in cui il Signore si è particolarmente manifestato o quelli a lui diret­tamente consacrati. Già presso il popolo ebraico troviamo tutta una serie di questi luoghi: dove Dio si era manifestato ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe... Noi pensiamo ai nostri santuari, alle nostre chiese. Per cui spesso le liberazioni dal demonio non av­vengono alla fine di un esorcismo, ma presso un santuario. P. Candido era particolarmente legato a Loreto e Lourdes, perché molti suoi malati si sono liberati in quei santuari. È vero che ci sono anche luoghi in cui ricorrono con speciale fiducia coloro che sono colpiti dal demonio. Ad esempio a Sarsi­na, dove il collare di ferro, usato per penitenza da s. Vicinio, è stato spesso occasione di liberazioni; un tempo si andava al santuario di Caravaggio oppure a Clauzetto, dove si venera una reliquia del prezio­sissimo sangue di Nostro Signore; in questi luoghi spesso i colpiti dal demonio hanno ottenuto la gua­rigione. Direi che anche il ricorso a luoghi particolari è utile per provocare in noi una maggior fede; ed è questa che conta. Mi sono liberata. La preghiera e il digiuno mi hanno giovato più degli esorcismi, da cui ho avuto solo benefici passeggeri. Ritengo valida anche questa testimonianza; sostanzialmente ab­biamo già dato sopra la risposta. Ribadiamo il con­cetto, molto importante, che il colpito non deve ave­re un atteggiamento passivo, come se stesse nell'e­sorcista il compito di liberarlo; ma è necessario che collabori attivamente.


Vorrei sapere che differenza c'è tra l'acqua benedet­ta e l'acqua di Lourdes o di altri santuari. Così pure che differenza c'è tra l'olio esorcizzato e l'olio che scaturisce da certe immagini sacre o che arde nelle lampade poste in certi santuari e che viene usato con devozione. L'acqua, l'olio, il sale esorcizzati o benedetti sono dei sacramentali. Ma anche se ricevono un'efficacia particolare per l'intercessione della Chiesa, è la fede con cui vengono usati a conferire loro l'efficacia nei casi concreti. Gli altri oggetti di cui parla il richieden­te non sono sacramentali, ma hanno la loro efficacia conferita dalla fede, attraverso cui si invoca l'inter­cessione derivante dalla loro provenienza: dalla Madonna di Lourdes, dal Bambino di Praga, ecc. Ho un vomito continuo di saliva densa e schiumosa. Nessun medico ha saputo darmene spiegazione. Se ne sente beneficio, può essere un segno di libe­razione da qualche influsso malefico. Spesso chi ha ricevuto un maleficio, mangiando o bevendo qual­cosa di fatturato, se ne libera vomitando saliva den­sa e schiumosa. In questi casi consiglio tutto ciò che si suggerisce quando occorre una liberazione: molta preghiera, sacramenti, perdono di cuore... quanto già abbiamo detto. In più, bere acqua benedetta e olio esorcizzato. Non so perché, sono molto invidiato. Temo che questo mi possa danneggiare. Vorrei sapere se le gelosie e le invidie possono causare mali malefici. Li possono causare solo se sono occasioni per fare un maleficio. Diversamente sono sentimenti che corrodono chi li ha e che, indubbiamente, turbano la buona armonia. Pensiamo anche solo alla gelosia di un coniuge: non causa mali malefici, ma rende infe­lice un matrimonio che avrebbe potuto essere ben riuscito. Non causano altri disturbi. Mi è stato consigliato di fare spesso preghiere di ri­nuncia a Satana. Non ne ho bene capito il motivo. È sempre utilissimo il rinnovo dei voti battesimali, in cui riaffermiamo la nostra fede in Dio, la nostra ade­sione a lui, e rinunciamo a Satana e a tutto quello che ci proviene dal demonio. Il consiglio che le è stato dato suppone che lei abbia contratto dei le­gami che deve spezzare. Chi frequenta maghi, con­trae un legame malefico sia col demonio sia col mago; così chi frequenta sedute spiritiche, sètte sa­taniche, ecc. Tutta la Bibbia, soprattutto l'Antico Te­stamento, è un continuo invito a spezzare ogni le­game con gli idoli e a rivolgersi decisamente all'uni­co Dio.


Che valore protettivo ha portare al collo immagini sacre?


Sono molto in uso medaglie, crocifissi, scapolari... Hanno sicura efficacia se questi oggetti sono usati con fede, e non come se fossero amuleti. La pre­ghiera usata per benedire le immagini sacre insiste su due concetti: imitare le virtù di chi è rappresenta­to dall'immagine e ottenerne la protezione. Se uno credesse di potersi esporre a pericoli, ad esempio, andare a un culto satanico, sicuro di essere protetto da conseguenze malefiche perché porta al collo un'immagine sacra, sbaglierebbe di grosso. Le im­magini sacre debbono incoraggiarci a vivere coe­rentemente la vita cristiana, come l'immagine stessa ci suggerisce.


Il mio parroco sostiene che il miglior esorcismo è la confessione.


Il suo parroco ha ragione. Il mezzo più diretto che combatte Satana è la confessione, perché è il sa­cramento che strappa le anime al demonio, da forza contro il peccato, unisce sempre di più a Dio av­viando le anime a uniformare sempre più la loro vita alla volontà divina. A tutte le persone colpite da mali malefici consigliamo la confessione frequente, pos­sibilmente settimanale.


Che cosa dice, riguardo agli esorcismi, il Catechi­smo della Chiesa Cattolica?


Ne tratta espressamente in quattro paragrafi. Al N. 517, parlando della Redenzione operata da Cristo, ricorda anche i suoi esorcismi. Il N. 550 dice te­stualmente: «La venuta del Regno di Dio è la scon­fitta del regno di Satana. "Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il Re­gno di Dio" Mt 12,28. Gli esorcismi di Gesù liberano alcuni uomini dal tormento dei demoni. Anticipano la grande vittoria di Gesù sul "principe di questo mon­do" Gv 12,31». Il N. 1237 tratta degli esorcismi inse­riti nel Battesimo. «Dal momento che il battesimo significa la liberazione dal peccato e dal suo istiga­tore, il diavolo, viene pronunciato uno o più esorci­smi sul candidato. Questi viene unto con l'olio dei catecumeni, oppure il celebrante impone su di lui la mano, ed egli rinunzia esplicitamente a Satana. Co­sì preparato, può professare la fede della Chiesa alla quale sarà consegnato per mezzo del Battesi­mo». Il N. 1673 è il più dettagliato. Dice come nell'esorci­smo è la Chiesa che domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del Mali­gno. In tal modo esercita il potere e il compito di e­sorcizzare, ricevuto da Cristo. «L'esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall'influenza demoniaca»: Si noti questa importante precisazione, in cui si riconosce che non esiste solo la vera e propria possessione diabolica, ma esisto­no anche altre forme di influenza demoniaca. Ri­mandiamo al testo per le altre precisazioni che con­tiene.


LA DONNA NEMICA DI SATANA


Con questo titolo, La Donna nemica di Satana, ho scritto per molti mesi una rubrica sul mensile Eco di Medjugorje. Lo spunto mi veniva offerto dai continui richiami che in quei messaggi riecheggiavano con tanta insistenza. Ad esempio: «Satana è forte, è molto attivo, è sempre in agguato; agisce quando cala la preghiera, ci si mette nelle sue mani senza riflettere, ci ostacola sulla via della santità; vuole di­struggere i piani di Dio, vuole mandare a monte i progetti di Maria, vuole prendere il primo posto nella vita, vuole togliere la gioia; lo si vince con le pre­ghiere e col digiuno, con la vigilanza, con il Rosario; ovunque va la Madonna, con lei c'è Gesù e subito accorre anche Satana; è necessario non lasciarsi ingannare...». Potrei continuare a lungo. E un fatto che la Vergine ci mette continuamente in guardia dal demonio, in barba a coloro che ne negano l'esi­stenza o ne minimizzano l'azione. E non mi è mai stato difficile, nei miei commenti, mettere le parole attribuite alla Madonna — siano o no vere quelle apparizioni, che io stimo autentiche — in relazione con frasi della Bibbia o del magistero. Tutti quei richiami si addicono bene alla Donna ne­mica di Satana, dall'inizio alla fine della storia uma­na; così la Bibbia ci presenta Maria; si addicono be­ne agli atteggiamenti che Maria Santissima ha avuto verso Dio e che noi dobbiamo ricopiare per compie­re i piani di Dio su di noi; si addicono bene all'espe­rienza che tutti noi esorcisti possiamo testimoniare, in base alla quale tocchiamo con mano che il ruolo della Vergine Immacolata, nella lotta contro Satana e nel cacciarlo via da coloro che assale, è un ruolo fondamentale. E sono i tre aspetti su cui desidero riflettere in questo capitolo di chiusura, non tanto per concludere, ma per mostrare come è necessaria la presenza e l'intervento di Maria per sconfiggere Satana.


 


1. All'inizio della storia umana. Incontriamo subito una ribellione a Dio, una condanna, ma anche una speranza in cui è adombrata la figura di Maria e del Figlio che sconfiggerà quel demonio che era riuscito ad avere la meglio sui progenitori, Adamo ed Eva. Questo primo annuncio di salvezza, o "Protovange­lo", contenuto in Genesi 3, 15, è rappresentato dagli artisti con la figura di Maria nell'atteggiamento di schiacciare la testa al serpente. In realtà, anche in base alle parole del testo sacro, è Gesù, ossia "la progenie della donna", che schiaccia la testa a Sa­tana. Ma il Redentore non si è scelto Maria solo per madre; l'ha voluta associare a sé anche nell'opera della salvezza. La raffigurazione della Vergine che schiaccia il capo al serpente indica due verità: che Maria ha partecipato alla redenzione e che Maria è il primo e più stupendo frutto della redenzione stes­sa. Se vogliamo approfondire il senso esegetico del testo, vediamolo nella traduzione ufficiale della CEI: «Io porrò inimicizia tra te e la donna Dio sta con­dannando il serpente tentatore, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu la insi­dierai al calcagno». Così dice il testo ebraico. La traduzione greca, detta dei SETTANTA, poneva un pronome maschile, ossia un preciso riferimento al Messia: «Esso ti schiaccerà la testa». Mentre invece la traduzione latina di s. Girolamo, detta VOLGATA, traduceva con un pronome fem­minile: «Essa ti schiaccerà la testa», favorendo un'interpretazione tutta mariana. Da notare che la interpretazione mariana veniva già data anche pri­ma, dai Padri più antichi, da Ireneo in poi. In conclu­sione è evidente l'opera della Madre e del Figlio, come si esprime il Vaticano II: «La Vergine ha con­sacrato totalmente se stessa alla persona e all'ope­ra del Figlio suo, servendo al mistero della reden­zione sotto di lui e con lui». LG 56. Alla fine della storia umana. Troviamo ripetuta la stessa scena di lotta. «E un segno grandioso apparve nel celo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo... E un altro segno apparve nel celo: un grosso dragone rosso vivo, con sette teste e dieci corna» Ap 12, 13. La donna sta per partorire e il suo figlio è Gesù; per cui la donna è Maria anche se, conforme all'uso biblico di dare più significati alla stessa figura, può rappre­sentare anche la comunità dei credenti. Il dragone rosso è «il serpente antico, chiamato Diavolo o Sa­tana», come è detto al versetto 9. Di nuovo l'atteg­giamento è di lotta tra le due figure, con la sconfitta del dra­gone che viene precipitato sulla terra. Per chiunque combatte contro il demonio, in particolare per noi esorcisti, questa inimicizia, questa lotta e l'esito fina­le hanno grande importanza.


2. Maria nella storia. Passiamo al secondo aspetto, al comportamento di Maria Santissima durante la vita terrena. Mi limito a qualche riflessione su due episodi e due consensi: l'annunciazione e il Calva­rio; Maria Madre di Dio e Maria Madre nostra. E da notare un comportamento esemplare per ogni cri­stiano: per attuare su di sé i piani di Dio, piani che il maligno cerca in tutti i modi di ostacolare. Nell'an­nunciazione Maria dimostra una disponibilità totale; l'intervento dell'angelo attraversa e sconvolge la sua vita, contro ogni immaginabile attesa o progetto. Dimostra inoltre una fede vera, ossia basata unica­mente sulla parola di Dio, a cui "nulla è impossibile"; potremmo chiamarla una fede nell'assurdo una ma­ternità nella verginità. Ma evidenzia pure il modo di agire di Dio, come stupendamente fa notare la Lu­men gentium. Dio ci ha creati intelligenti e liberi; perciò egli ci trat­ta sempre come esseri intelligenti e liberi. Ne con­segue che «Maria non fu uno strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma cooperò alla salvezza dell'uomo con libera fede e obbedienza» LG 56. Soprattutto è messo in luce come l'attuarsi del più grande piano di Dio, l'Incarnazione del Verbo, abbia rispettato la libertà della creatura: «Volle, il Padre delle misericordie, che l'accettazione della madre predestinata precedesse l'Incarnazione perché, così come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita» LG 56. L'ul­timo concetto accenna già ad una tematica che sarà subito cara ai primi Padri: il paragone Eva Maria, l'obbedienza di Maria che riscatta la disobbedienza di Eva, preannunciando come l'obbedienza di Cristo avrebbe definitivamente riscattato la disobbedienza di Adamo. Satana non appare direttamente, ma le conseguenze del suo intervento vengono riparate. L'inimicizia della donna contro Satana si esprime nel modo più perfetto: nella piena adesione al piano di Dio. Ai piedi della Croce avviene la seconda an­nunciazione: «Donna, ecco tuo figlio. È ai piedi della croce che la disponibilità di Maria, la sua fede, la sua obbedienza si manifestano con un'evidenza an­cora più forte, perché più eroica, rispetto alla prima annunciazione. Per capirlo dobbiamo sforzarci di penetrare nei sentimenti della Vergine in quel mo­mento. Emerge subito un immenso amore congiun­to col più straziante dolore. La religiosità popolare si è espressa con due nomi quanto mai significativi, ricalcati in mille modi dagli artisti: l'Addolorata, la Pietà. Non mi dilungo perché, all'evidenza di questo sentimento, se ne aggiungono altri tre quanto mai importanti per Maria e per noi; ed è su questi che mi soffermo. Il primo sentimento è di adesione alla vo­lontà del Padre. Il Vaticano II usa un'espressione del tutto nuova, efficacissima, quando ci dice che Maria, ai piedi della Croce, era «amorosamente consenziente» LG 58 all'immolazione del Figlio. Il Padre vuole così; Gesù ha accettato così; anche lei aderisce a tale volontà, per quanto straziante possa essere. Ecco poi il secondo sentimento, su cui trop­po poco si insiste e che invece è il sostegno di quel dolore e di ogni dolore: Maria comprende il significa­to di quella morte. Maria comprende che è in quel modo, doloroso e umanamente assurdo, che Gesù trionfa, regna, vince. Gabriele le aveva preannun­ciato: «Sarà grande, Dio gli darà il trono di Davide, regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe, il suo regno non avrà mai fine». Ebbene, Maria capisce che è proprio in quel modo, con la morte in Croce, che si realizzano quelle profezie di grandezza. Le vie di Dio non sono le nostre vie, e tanto meno le vie di Satana: «Ti darò tutti i regni della terra, se tu pro­strato mi adorerai». Il terzo sentimento, che corona tutti gli altri, è di gratitudine. Maria vede attuata in quel modo la redenzione di tutta l'umanità, compre­sa quella sua personale, che le è stata applicata preventivamente. È per quella morte atroce che lei è sempre Vergine, Immacolata, Madre di Dio, Madre nostra. Grazie, mio Signore onnipotente e onnipos­sente. E per quella morte che tutte le generazioni la chiameranno beata, che è regina del celo e della terra, che è mediatrice di ogni grazia. Lei, umile ser­va di Dio, è stata resa la più grande di tutte le crea­ture da quella morte. Grazie, mio Signore. E tutti i suoi figli, tutti noi, guardano ora al celo con certez­za: è spalancato il paradiso e il demonio è definiti­vamente sconfitto in virtù di quella morte. Grazie, mio Signore. Ogni volta che guardiamo un crocifis­so, credo che la prima parola da dire sia: Grazie! Ed è con questi sentimenti, di adesione piena alla vo­lontà del Padre, di comprensione della preziosità della sofferenza, di fede nella vittoria di Cristo attra­verso la croce, che ognuno di noi ha la forza di sconfiggere Satana e di liberarsene, se è caduto in suo possesso.


3. Maria contro Satana. E veniamo all'argomento che più direttamente ci interessa e che può essere compreso solo alla luce di quanto esposto sopra. Perché Maria è così potente contro il demonio? Perché il maligno trema e fugge di fronte alla Vergi­ne? Se finora ne abbiamo esposto i motivi dottrinali, è tempo di dire qualcosa di più immediato, che ri­specchia l'esperienza di tutti gli esorcisti. Incomincio proprio con l'apologia che il demonio stesso è stato costretto a fare della Madonna. Costretto da Dio, ha parlato meglio di qualsiasi predicatore. Nel 1823, ad Ariano Irpino Avellino, due celebri predicatori dome­nicani, p. Cassiti e p. Pignataro, furono invitati a e­sorcizzare un ragazzo. Allora si discuteva ancora tra i teologi sulla verità della Immacolata Concezione, che fu poi proclamata dogma di fede trentuno anni dopo, nel 1854. Ebbene, i due frati imposero al de­monio di dimostrare che Maria era Immacolata; e per di più gli ingiunsero di farlo mediante un sonetto: una poesia di quattordici versi endecasillabi, a rima obbligata. Si noti che l'indemoniato era un fanciullo di dodici anni e analfabeta. Subito Satana pronunciò questi versi: Vera Madre son io di un Dio che è Fi­glio e son figlia di Lui, benché sua Madre. Ab aeter­no nacqu'Egli ed è mio Figlio, nel tempo io nacqui, eppur gli sono Madre. Egli è il mio Creator ed è mio Figlio; son io sua creatura e Gli son Madre. Fu pro­digio divin l'essere mio Figlio un Dio eterno, e me d'aver per Madre. L'essere quasi è comun fra Madre e Figlio perché l'esser dal Figlio ebbe la Madre e l'esser dalla Madre ebbe anche il Figlio. Or, se l'esser dal Figlio ebbe la Madre, o s'ha da dir che fu macchiato il Figlio, o senza macchia s'ha da dir la Madre. Pio IX si commosse quando, dopo a­ver proclamato il dogma dell'Immacolata Concezio­ne, lesse questo sonetto, che gli fu presentato in quella occasione. Anni addietro un mio amico bresciano, don Faustino Negrini, morto alcuni anni fa mentre esercitava il ministero d'esorcista presso il piccolo santuario del­la Stella, mi raccontava come costrinse il demonio a fargli l'apologia della Madonna. Gli chiese: «Perché hai tanto terrore quando nomino la Vergine Maria?». Si sentì rispondere, per mezzo dell'indemoniata: «Perché è la creatura più umile di tutte e io sono il più superbo; è la più obbediente e io sono il più ri­belle a Dio; è la più pura e io sono il più sozzo». Ri­cordandomi questo episodio, nel 1991, mentre e­sorcizzavo un indemoniato, ho ripetuto al demonio le parole dette in onore di Maria e gli ho ingiunto senza avere la più pallida idea di quello che mi sa­rebbe stato risposto: «La Vergine Immacolata è sta­


ta elogiata per tre virtù. Tu ora mi devi dire quale è la quarta virtù, per cui tu ne hai tanta paura». Subito mi sono sentito rispondere: «È la sola creatura che mi può vincere interamente, perché non è mai stata sfiorata dalla più piccola ombra di peccato». Se in questo modo parla il demonio di Maria, che cosa mai dovrebbero dire gli esorcisti? Mi limito all'espe­rienza che tutti abbiamo: si tocca con mano come Maria sia davvero la Mediatrice di grazie, perché è sempre lei ad ottenere dal Figlio la liberazione dal demonio. Quando si incomincia ad esorcizzare un indemoniato, uno di quelli che il diavolo ce lo ha dentro proprio davvero, ci si sente insultare, prende­re in giro: «Io qui ci sto bene; io da qui non uscirò mai; tu contro di me non puoi fare niente; sei troppo debole, perdi il tuo tempo...». Ma poco per volta en­tra in campo Maria e allora la musica cambia: «È lei che lo vuole; contro di lei non posso fare niente; dil­le che la smetta di intercedere per questa persona; ama troppo questa creatura; così per me è finita...». Mi è capitato anche varie volte di sentirmi rinfaccia­re subito l'intervento della Madonna, fin dal primo esorcismo: «Stavo così bene qui, ma è lei che ti ha mandato; lo so perché sei venuto, perché è lei che lo ha voluto; se non fosse intervenuta lei, non ti a­vrei mai incontrato...». S. Bernardo, alla fine del suo famoso Discorso dell'acquedotto, sul filo di ragio­namenti strettamente teologici, conclude con una frase scultorea: «Maria è tutta la ragione della mia speranza». Imparai questa frase mentre da ragazzo attendevo davanti alla porta della cella n. 5, a S. Giovanni Rotondo; era la cella di p. Pio. Poi ho volu­to studiare il contesto di questa espressione che, di primo acchito, potrebbe apparire semplicemente devozionale. E ne ho gustato la profondità, la verità, l'incontro tra dottrina ed esperienza pratica. Per cui la ripeto volentieri a chiunque è nello sconforto o nella disperazione, come accade di frequente a chi è colpito da mali malefici: «Maria è tutta la ragione della mia speranza». Da lei ci viene Gesù e da Ge­sù ogni bene. Questo è stato il disegno del Padre; un disegno che non cambia. Ogni grazia passa per le mani di Maria, che ci ottiene quella effusione di Spirito Santo che libera, consola, rallegra. S. Bernardo non esita ad esprimere questi concetti con una decisa afferma­zione che segna il culmine di tutto il suo discorso e che ispirò la famosa preghiera di Dante alla Vergi­ne: «Veneriamo Maria con tutto l'impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuo­le Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria». È questa l'esperienza che tutti gli esorcisti toccano con mano, ogni volta. E spesso strana l'impressione che ha un autore, quando ri­legge il manoscritto terminato: ha l'impressione di aver detto troppo poco rispetto a quanto si era pro­posto all'inizio. Mi trovo anch'io in questa situazione. I temi toccati sono spesso di una tale vastità che ciascuno di essi meriterebbe una trattazione ben più ampia. Ho cercato anche questa volta di rimanere nei limiti della discrezione. Ho preferito esporre ciò che mi è sembrato più importante, sulle singole questioni, senza appesantire gli argomenti, in modo da poter farmi leggere da molti, piuttosto che attar­darmi in un grosso volume, alla portata di pochi. Credo e spero che molti argomenti, anche se appe­na accennati, invoglino altri ad approfondire i pro­blemi con studi adeguati. Troppi ambienti mi sono rimasti ancora chiusi, salvo qualche iniziativa individuale. Avrei voluto poter en­trare nei Seminari e nelle Università Pontificie, an­che per suggerire temi che richiedono uno studio patristicostorico, che attualmente nessuno ha mai fatto.


Il futuro è nelle mani di Dio.


Mi si permetta di dire che sono consapevole di ave­re offerto, ai lettori di questo volume, un lavoro ricco anche di molti contenuti originali. Sono frutto non di studio, ma della lunga esperienza di p. Candido Amantini e dell'intensa mia esperienza personale: basti dire che, in poco più di otto anni, ho ammini­strato oltre ventimila esorcismi. Tante osservazioni, problemi, difficoltà e tentativi di soluzione, esposti nel corso della trattazione, non sono mai stati scritti prima. Sarò particolarmente grato del riscontro che riceverò dai miei confratelli esorcisti. Credo, in ogni caso, di aver reso un servizio che, se il Signore vor­rà, continuerò ad approfondire...


Preghiere di liberazione.


Queste Preghiere Valgono Esclusivamente per "l'Auto Liberazione". Anche se il Fine è Lodevole,


NESSUNO può Attaccare Direttamente Satana per Liberare altre Persone. Qualora un Familiare, un Conoscente o tu Stesso Avverti Difficoltà a Recitar­le, Rivolgiti all'Esorcista della Tua Diocesi di Appar­tenenza. Ricordati Sempre che il Punto di Partenza, è una Buona e Sincera Confessione! Questa sequenza di preghiere ripetuta più volte con fede, spezza molti legami con Satana e per concessione divina, neu­tralizza i disturbi, e le insidie che egli arreca.


Salmo Iniziale:


Ecco la Croce del Signore: Fuggite potenze nemi­che! Vinse il Leone della tribù di Giuda, il discen­dente di Davide, Gesù Cristo. Alleluia!



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