la vedeva arrivare; l'uccello bianco no! forse vedeva lo Spirito Santo; l'uccello no! l'uccello è arrivato! E il più grande». Con quest'ultimo grido il fanciullo ha sobbalzato, per ricadere a terra, privo di forze. È seguito un silenzio assoluto. Era tutto finito. Piangevano di gioia i due sacerdoti e le altre persone che, indovinando l'accaduto, dalla chiesa erano entrate in sagrestia. Nei giorni seguenti il ragazzo, dallo stato di posseduto, era passato allo stato di veggente è un passaggio pericoloso e delicato, che accade abbastanza spesso; è un vero tranello del demonio per ritornare. Ma è durato poco. Da allora gode ottima salute, frequenta assiduamente la chiesa, felice quando può fare da chierichetto.
Una liberazione a Medjugorje.
Sono tante le liberazioni avvenute a Medjugorje. Ne scegliamo una, riassumendola dal racconto che ne ha fatto un partecipante, il diacono permanente Franco Sofia. Lasciamo il racconto diretto, perché più efficace; il discorso in prima persona si riferisce al diacono relatore. Una madre di famiglia, di un paesetto siciliano, soffre da vari anni perché affetta da possessione diabolica. Si chiama Assunta. Anche alcuni dei suoi familiari pare che abbiano disturbi fisici causati da vendette di Satana. Dopo alcuni anni di peregrinazioni presso vari medici, che trovano Assunta sanissima, la sofferente bussa alla porta del proprio vescovo. Questi, esaminato il caso, l'affida a un esorcista, che viene aiutato da un gruppo di preghiera che, per ottenere il buon esito, prega e digiuna. Anch'io, assistendo agli esorcismi, mi rendo conto che si tratta di un caso molto grave, per cui propongo al marito di portare la moglie a Medjugorje. Dopo qualche esitazione in quella famiglia nessuno conosceva i fatti di Medjugorje la decisione è presa e si parte. Arriviamo la domenica 26 luglio 1987. Assunta si sente già male appena pone i piedi in terra, scendendo dalla macchina. P. Ivan, il superiore dei francescani, non ci da nessuna speranza di aiuto: specie nel periodo estivo il loro lavoro è massacrante. Propongo di portare Assunta in chiesa; penso che il demonio si manifesterà e i sacerdoti saranno costretti a intervenire. Invece non succede niente; è chiaro che il demonio non ha nessuna intenzione di manifestarsi. Il giorno dopo saliamo sul Podbrdo, la collina delle apparizioni, recitando il rosario. Anche qui non accade niente di particolare. Scendendo, ci fermiamo davanti alla casa di Vicka la più grande delle veggenti, dove già c'è molta gente. Ho anche il tempo di dire a Vicka che c'è con noi una donna indemoniata, di nome Assunta. Ed è Assunta che corre subito verso Vicka e l'abbraccia, scoppiando in lacrime. Vicka l'accarezza sul capo. A questo gesto il demonio si manifesta: non può tollerare la mano della veggente. Assunta si butta a terra, urlando in una lingua sconosciuta. Vicka la prende per mano con delicatezza e raccomanda ai presenti, sconcertati: «Non piangete, ma pregate». Tutti pregano con forza, giovani e vecchi; s'intrecciano preghiere, in varie lingue perché i pellegrini sono di diverse nazioni; è una scena biblica. Vicka asperge Assunta con acqua benedetta e poi le chiede se si sente meglio. La donna fa segno di sì con la mano. Pensiamo che si sia liberata e ci scambiamo sguardi di gioia. Il demonio caccia fuori un urlo spaventoso: aveva finto di andarsene perché smettessimo di pregare. Riprendiamo con più ordine, intonando il rosario. Un signore alza le mani e le tiene verso le spalle di Assunta, ma da lontano; il demonio non resiste a quel gesto, per cui Assunta urla e si dimena; occorre trattenerla perché vorrebbe scagliarsi contro quell'uomo. Interviene un giovanotto alto e biondo, occhi azzurri, che con grande forza lotta col diavolo. Capisco appena che gli impone di assoggettarsi a Gesù Cristo, ma è tutto un dialogo serrato, in inglese; Assunta non sa l'inglese, eppure discute animatamente. Intono le litanie lauretane. All'invocazione "Regina degli angeli" il demonio caccia un urlo tremendo; occorrono otto persone per tenere Assunta. Noi ripetiamo l'invocazione più volte, in tono sempre più elevato, con la partecipazione di tutti i presenti. È il momento più forte. Poi Vicka si avvicina a me: «Sono già tre ore che preghiamo. È tempo di portarla in chiesa». Un italiano che sa l'inglese mi ripete una frase del diavolo: ha detto che sono presenti in venti demoni. Andiamo in chiesa e Assunta viene fatta entrare nella cappella delle apparizioni. Là p. Slavko e p. Felipe pregano su di lei, fino alle diciannove. Poi escono tutti e ritorniamo alle ventuno; nella cappella delle prime apparizioni i due sacerdoti pregano ancora fino alle ventitré. Sappiamo poi che Assunta ha parlato in varie lingue. Ci viene dato appuntamento per il pomeriggio seguente; è un caso molto duro. Alla mattina seguente andiamo da p. Jozo che, dopo la messa, impone le mani sul capo di Assunta; i demoni non resistono a questo gesto e reagiscono con violenza. P. Jozo fa portare Assunta in chiesa: occorre trascinarla con grande forza. C'è molta gente; il padre ne approfitta per fare una catechesi sull'esistenza del demonio. Poi prega e asperge più volte Assunta con acqua benedetta; le reazioni sono sempre violentissime. Dobbiamo ritornare a Medjugorje; p. Jozo fa in tempo a dirci che occorre spronare Assunta a collaborare: è troppo passiva, non si aiuta. Alle tredici p. Slavko e p. Felipe riprendono a pregare nella canonica. Dopo un'ora veniamo chiamati per collaborare con le nostre preghiere; ci viene detto che i demoni si sono molto indeboliti, ma occorre l'adesione piena di Assunta. Mentre preghiamo, si cerca di far pronunciare all'infelice il nome di Gesù; ci prova, ma sembra presa da sintomi di soffocamento. Le viene posto il crocifisso sul petto e le si suggerisce di rinnegare ogni tipo di magia o di sortilegio è un passaggio determinante in simili casi. Assunta annuisce; era quello che ci voleva. Continua la preghiera finché anche Assunta riesce a pronunciare il nome di Gesù, poi inizia l'Ave Maria. A questo punto scoppia in un pianto dirotto. È libera! Usciamo per recarci in chiesa; ci viene detto che Vicka si è sentita male nell'istante stesso in cui Assunta veniva liberata; stava pregando per questo. In chiesa Assunta era in prima fila. Ha seguito con fervore il rosario e la messa; non ha avuto nessuna difficoltà a comunicarsi. È questo un test importante. A cinque anni di distanza posso confermare che la liberazione è stata radicale. Ora quella mamma è una testimonianza vivente della misericordia di Dio ed è uno dei membri più attivi del gruppo. Non esita a dire che la sua liberazione è stata un trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
Un vescovo promuove le preghiere di liberazione
Con lettera pastorale in data 29/6/1992, mons. Andrea Gemma, Vescovo di IserniaVenafro, ha emesso una disposizione che vorremmo fosse seguita da iniziative analoghe da parte di tutti i vescovi. Trascriviamo i punti principali, tralasciando tutte le motivazioni bibliche e teologiche, già ampiamente trattate in queste pagine. La Scrittura parla del demonio oltre 1000 volte; solo il Nuovo Testamento ne parla quasi 300 volte. Ci rallegriamo che un vescovo coraggioso sappia vedere quello di cui, in apparenza, il mondo cattolico non si accorge più. Se il Signore vorrà concederci il frutto di questa iniziativa, che assumo nella pienezza della mia consapevolezza e responsabilità pastorale, sarà mia gioia mettervene a parte. In questo momento non posso: vorrei che, in un contesto di fede e di obbedienza, accettaste le indicazioni di questo documento, ne attuaste gli impegni in un atto di fiduciosa speranza teologale... L'azione infestatrice ed oscura di Satana
— come la chiama il Papa Giovanni Paolo II — è, credetemi, più diffusa e nefasta di quanto si possa pensare e credere. Lo scetticismo sarcastico di pseudosapienti mondani, od anche di cristiani e di maestri religiosi, è frutto di disinformazione e, quindi, di superficialità, oltre ad essere — esso stesso
— parte principale di quella vittoria che il Maligno vuole ottenere, coperto dal silenzio. Nessuno, lo chiedo ai pastori del popolo di Dio, può trattare questo tema con leggerezza: sarebbe un'inadempienza colpevole e potrebbe fra l'altro scandalizzare. Credo che faccia parte del ministero sacerdotale ascoltare tutti i fratelli con pazienza grande, grande. Tutto deve essere sottoposto a sano discernimento, specie da parte dei pastori; ma mai, mai, mai un'anima in pena, magari inconsapevolmente vessata dal Maligno — non è forse il suo mestiere? — può essere trattata con superficialità, minimizzando i suoi problemi o, peggio, rifiutando di ascoltarla. Non faceva così Gesù! Non sanno i ministri sacri che proprio la loro indifferenza costringe spesso i semplici e sprovvisti a ricorrere a maghi e fattucchiere o ad altre pratiche aberranti, che sono, ahimè! lo strumento privilegiato per l'intervento del demonio e il suo trionfo? Non stancatevi di tenerne lontani i nostri fedeli! Fra le armi contro le infestazioni del Maligno suggerisco i gruppi di preghiera di liberazione, precisando che intendo per tali, a cui do una particolare delega al riguardo, solo quelli presieduti da un ministro ordinato. Ognuno può — anzi deve — pregare sempre, o da solo o in gruppo: tuttavia il vescovo stabilisce che possano chiamarsi «gruppi di preghiera» a cui, ripeto, attribuisce una particolare ministerialità di intercessione e di liberazione dal Maligno, solo quelli presieduti in atto da un ministro ordinato, il quale è l'unico che può fare gesti rituali. Il vescovo annunzia che mensilmente presiederà personalmente uno di questi gruppi di preghiera di liberazione. Soltanto dopo aver abbondantemente fatto uso di questi mezzi, si può ricorrere all'esorcismo vero e proprio, che, come si sa, compete unicamente al vescovo e a sacerdoti da lui espressamente delegati. I sacerdoti possono sempre offrirsi per particolari benedizioni a persone e a luoghi, ma si deve affermare chiaramente che nessuna benedizione ha efficacia senza la fede di chi la chiede, la sua rinuncia al peccato, la sua frequenza alla preghiera e ai sacramenti. In caso contrario, anche la benedizione può essere considerata alla stregua di un amuleto. E quindi superstizione. Quale pubblica e costante testimonianza di chiamata a raccolta contro il nemico del bene e delle nostre anime, stabilisco che prima della benedizione, al termine della celebrazione eucaristica alla quale il vescovo con la sua autorità annette una particolare efficacia liberatrice, a cui il sacerdote vorrà aderire con la sua intenzione si recitino devotamente queste formule: Celebrante: In comunione con il papa e con il vescovo, facendo memoria riconoscente del nostro battesimo e della nostra cresima, rinunciamo a Satana e alle sue opere e seduzioni. Tutti: Rinunciamo! Celebrante: O Maria, concepita senza peccato. Tutti: Prega per noi che ci affidiamo a te. Celebrante: San Michele arcangelo, difendici nella lotta, contro la malvagità e le insidie del diavolo sii nostra difesa. Trionfi su di lui la potenza di Dio, te ne preghiamo supplichevoli; e tu, principe delle schiere celesti, con la forza divina ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che a perdizione delle anime infestano il mondo. Amen. Celebrante: Benedice i presenti in comunione di intenzione e di intenti con il papa e col vescovo.
ALCUNE CAUSE E CONSEGUENZE DELLE PRESENZE MALEFICHE
Abbiamo elencato, in sintesi, quali sono le cause principali delle possessioni o dei disturbi malefici. In questo capitolo cercheremo di approfondire l'argomento, avvertendo però subito che molte volte le cause restano oscure. I libri sacri, a questo riguardo, non ci danno aiuto. In tanti casi Gesù e poi gli apostoli liberano persone dal demonio, ma non ci viene mai detto nulla circa il motivo della possessione. Anche nella vita di molti santi leggiamo tanti casi di liberazione, ma normalmente non ci viene detta la causa iniziale della possessione stessa. In più, accade che questi episodi, sempre molto rapidi, non ci sono di aiuto neppure per la diagnosi. I demoni si buttavano subito ai piedi di Cristo, o Gesù li vedeva presenti nelle persone. Leggiamo spesso casi analoghi nella vita dei santi. Ma per noi esorcisti non è così. E vero che talvolta certi indemoniati al solo vederci si ribellano, urlano, diventano violenti potrebbe trattarsi anche di casi di isterismo, di suggestione e simili. Oppure reagiscono subito, al solo gesto di porre la mano sul capo. Ma nella maggioranza dei casi non accade questo. Il demonio cerca di nascondersi, di mimetizzarsi sotto forma di mali fisici o psichici, cerca di non manifestare nessuna reazione. Ma infine deve cedere; non può resistere alle preghiere e ai riti dell'esorcista; spesso, prima ancora che il caso venga affidato a un esorcista, non può resistere alle preghiere dei familiari, dei sacerdoti, alle benedizioni con l'acqua santa. È costretto a manifestare chiaramente la sua presenza. Ma anche quando si giunge alla certezza di una presenza malefica, restano molti interrogativi: che tipo di possessione è? Come è avvenuta? Quali legami la fanno persistere? Sono interrogativi che noi esorcisti oggi ci poniamo molto spesso anche perché abbiamo l'impressione che il tempo richiesto per la liberazione, nella maggior parte dei casi, sia diventato molto più lungo di quanto occorreva in passato. Si sa che i tempi sono di Dio e che noi non possiamo mai prevedere quanto ci vorrà per ottenere una liberazione. Ma ciò non toglie che, da parte nostra, dobbiamo fare tutto il possibile per abbreviare le sofferenze di quanti a noi si rivolgono. Ecco perché ogni esorcista, un po' per volta, acquista metodi suoi personali, si aiuta con indagini o gesti particolari, talvolta richiede la collaborazione di persone che ha riscontrato efficaci, o per la sola loro preghiera, o per qualche particolare carisma o sensibilità per cui possono dare all'esorcista indicazioni utili. Mi addentro in un argomento difficile e che certamente non può riscuotere unanimità di consensi, proprio perché rispecchia esperienze particolari, personali, che non sono comuni a tutti gli esorcisti. Eppure è un'indagine da cui non si può prescindere, anche se nasconde dei rischi. Un primo rischio è quello di cadere in una ricerca puramente umana, come se la liberazione dipendesse dalla nostra abilità, e non solo unicamente dalla forza del nome di Cristo e dai tre requisiti indicati dal vangelo: fede, preghiera, digiuno. Un altro rischio, non posso nasconderlo, è che certi metodi o l'uso di certi espedienti che si rivelano efficaci, facciano scivolare l'esorcista stesso in forme di magia, in forme che non ricevono più la loro forza unicamente dalla fede in Cristo ma da non si sa bene quale altra fonte... Ho incontrato esorcisti che sono caduti nell'errore di servirsi del pendolino per vedere se c'è o no una presenza malefica; altri che si sono accorti di una certa efficacia versando gocce d'olio in un piatto pieno d'acqua. Potrei continuare. Naturalmente non mi fermo su queste pratiche che sospetto di magia, ma solo su quelle che danno garanzie sicure.
1. Più si esorcizza una persona e più emergono fattori nuovi, o approfondimenti rispetto al primo interrogatorio. Generalmente un elemento su cui possono nascere sospetti, specie se non si notano progressi, è di indagare se c'è qualche impedimento alla grazia. Il più delle volte il discorso da approfondire è quello del perdono. Forse l'amore ai nemici è il precetto più difficile del Vangelo. Perdonare di cuore, non avere risentimenti, pregare per chi ci ha fatto del male, saper compiere il primo passo verso la riconciliazione ecc.: sono sforzi duri. Altre volte l'impedimento può essere dato da una vita non conforme alla legge di Dio. Mi è capitato spesso il caso di persone sposate che solo dopo molto tempo hanno rivelato di vivere una situazione matrimoniale non in regola. Oggi il lassismo corrente ha ottenebrato molto le coscienze su questo punto. Altre volte può trattarsi di gravi colpe del passato, sulle quali non c'è stato sufficiente pentimento o riparazione, anche se si tratta di colpe confessate ad esempio, peccati di aborto. Ci sono altri casi; resta il fatto che talvolta non si procede nella liberazione perché c'è un qualche impedimento alla grazia divina. Tolto l'impedimento, si nota subito il vantaggio.
2. Assorbenza. Spesso si nota che le persone colpite da mali malefici sono come spugne, o carte assorbenti: con grande facilità assorbono e soffrono per le negatività che incontrano. La fonte di negatività può essere data da persone, da ambienti, da oggetti. Il più delle volte è data da persone: uno si accorge che la vicinanza di una data persona o andare a casa sua, o riceverla in casa, o anche solo averla vicina, gli causa delle sofferenze che possono durare ore o giorni. Si noti che spesso la persona che è apportatrice di negatività non ne è consapevole, non ha nessuna cattiva intenzione; ad esempio, quando questa persona è essa stessa vittima di una negatività e questa viene captata da chi a sua volta ha dei disturbi. Bisogna allora cercare di evitare più che si può e non sempre si può i contatti con quell'individuo accanto al quale ci si sente male perché è un male che fa soffrire e che non apporta nessun vantaggio. È doloroso, ma alle volte si debbono rompere rapporti con amici, con parenti anche molto stretti, riducendo al minimo i contatti. Si può assorbire negatività da alcuni ambienti: case, uffici, negozi... A parte quello che diremo a proposito delle infestazioni, è possibile che una persona "assorbente" quando va in una certa casa, o negozio, o addirittura in una determinata chiesa, ne abbia motivo di sofferenza. Anche in questo caso vale la regola che le sofferenze inutili è bene evitarle più che si può. Quando non è possibile spesso non è possibile neppure evitare le persone più negative, ci si premunisce come si vede che risulta più efficace: con la difesa di immagini sacre e soprattutto con la preghiera. E possibile che anche certi oggetti siano trasmettitori di negatività; quando uno se ne accorge è generalmente facile evitarne il contatto, o distruggerli. Aggiungiamo che più ci si avvicina alla guarigione dalle influenze malefiche e più diminuisce l'assorbenza; sono solito dire che uno diventa, da carta assorbente, carta impermeabile.
3. Doni particolari. È anche abbastanza comune che a disturbi malefici si accompagnino particolari sensibilità: preveggenza di fatti futuri; conoscenza intima di persone, circa la presenza in loro di forze o di poteri malefici; soprattutto il sentire voci, e avere visioni. Possono essere solo voci di disturbo, ma il più delle volte sono voci che suggeriscono qualcosa: comportamenti da avere o da non avere, preghiere, bestemmie, racconti di cose strane riguardo agli altri o cose del tutto irragionevoli. In ogni caso occorre respingere con ogni sforzo tutte queste sensibilità, talvolta ritenute doni particolari, anche se si tratta di suggerimenti che possono far comodo. Ma è anche possibile che siano «doni di satana». Circa le voci, occorre sforzarsi di rifiutarle e in ogni caso occorre non tenerne nessun conto: uno deve agire come crede bene, indipendentemente dal fatto che ciò che vuol fare sia stato o no suggerito dalla voce. Il più delle volte accade che questa lotta aiuta la liberazione e che le sensibilità particolari e le voci cessano a liberazione avvenuta. È invece molto dannoso e può rendere impossibile la guarigione se ci si attacca a queste cose, come fossero doni o poteri.
4. Legami col demonio. Spesso si vengono a conoscere legami con Satana, che occorre spezzare per giungere alla liberazione. Si tratta di legami che possono avvenire in tante forme: per volontà propria, per leggerezze compiute inconsciamente, per volontà di altri. Nel primo caso è facile che la persona manifesti subito quello che ha fatto; negli altri casi occorre invece un'indagine spesso lunga per arrivare a scoprire la causa che impedisce la guarigione. Sono legami contratti per volontà propria: le consacrazioni a Satana, il patto di sangue con lui, la partecipazione a riti satanici o la frequenza a scuole sataniche in Italia ce ne sono già molte, per diventare sacerdoti di Satana. Qui il legame è diretto, è voluto; occorre rinnegarlo decisamente, rinnovare i voti battesimali, riparare il male commesso verso Dio e verso i fratelli. Altre volte il legame viene contratto più o meno inconsciamente. Chi frequenta maghi o cartomanti dediti a magia contrae un legame con queste persone e, attraverso loro, col demonio. Occorre rompere entrambi questi legami. Così chi fa negromanzia, sedute spiritiche, chi si dedica all'occultismo, chi ha regolato la sua attività facendo un uso sconsiderato del pendolo o dell'oroscopo. Talvolta la forma è più subdola, quasi inconscia. Già è un po' così quando si agisce per curiosità, per leggerezza: nel partecipare a una riunione satanica; nel "fare il gioco" del bicchierino o della moneta; nel voler "fare il mago", così come si farebbe il prestigiatore, seguendo qualcuno dei tanti manuali in commercio o le lezioni di certe reti televisive. Un giorno non riuscivo a capire che cosa avesse causato in una sedicenne certi segni di negatività, per cui non riusciva più a studiare, non combinava niente, era diventata la disperazione dei genitori. Non si riusciva a scoprire se avesse partecipato a qualcosa di pericoloso. Poi per caso mi venne da chiederle, sapendo che viveva in quasi assoluto isolamento: «Ti diverti a giocare alle carte?». Alla risposta affermativa ho aggiunto: «Cerchi di indovinare il futuro o quello che ha fatto qualcuno che conosci?». Alla nuova risposta affermativa: «Riesci sempre o quasi sempre ad indovinare giusto?». Ottenni ancora un si. «Chi ti da questo potere di indovinare? Credi forse che ti venga da Dio?». A questo punto la ragazza non sapeva più cosa rispondere. È possibile che in questo modo, ingenuamente, si contragga un legame col demonio. C'è poi tutta un'altra serie di possibilità, per cui si resta "legati" per colpa altrui. È il caso di chi viene consacrato a Satana, magari fin dal seno materno. Qui entriamo nel vastissimo campo dei malefici, che possono essere attuati in tante forme, tra cui anche la consacrazione che non causa solo mali di natura malefica, ma veri e propri legami; spesso ci accorgiamo di questi legami perché ci troviamo di fronte a possessioni diaboliche di cui, poco per volta, veniamo a scoprire l'origine. Il rimedio in questi casi, oltre a tutti gli altri mezzi preghiere, sacramenti, consacrazione a Gesù e Maria, esorcismi, sta proprio nel rompere il legame, attraverso il rinnovo dei voti battesimali e la rinuncia a qualsiasi dipendenza o rapporto con Satana, da chiunque sia stato fatto.
5 Particolari forme di malefici. Non mi dilungo su questo punto, su cui ho cercato di fermarmi nel mio precedente volume Un esorcista racconta. Mi limito a dire che è molto utile capire quale forma di maleficio è stata usata, se è questa la causa dei disturbi diabolici. E lo è nella grande maggioranza dei casi. Ad esempio, la forma più usata di maleficio è la fattura. E utile allora scoprire come è stata fatta, a quale scopo, se è necessario trovare oggetti nascosti da bruciare o se occorre che la vittima si liberi di cibi o bevande maleficiate, per via fisiologica o vomitando. E a questo scopo giovano assai i tre sacramentali usati con fede: acqua, sale, olio esorcizzati. Il maleficio può dipendere da maledizioni di parenti stretti, o dal loro vizio di bestemmiare, o dalla loro appartenenza alla massoneria, o dalle loro pratiche magiche o spiritiche... Le preghiere, il perdono, le riparazioni, i suffragi se si tratta di persone defunte, insomma, i rimedi dovranno variare secondo le necessità dei singoli casi.
6. Le rinunce. Sia dagli interrogatori sia dalle preghiere esorcismi o preghiere di liberazione, possono emergere spiriti malefici particolari, da cui l'anima è assalita e tormentata. Può trattarsi dello spirito d'ira, o di vendetta, o di impurità, o di suicidio... In questi casi si è riscontrato utile fare preghiere di rinuncia a questo o quello spirito specifico, rinnegando ogni legame con esso e proclamando la propria volontà a non seguirne le ispirazioni; e pregare per esserne liberati. Spesso si nota un grande sforzo, da parte della persona colpita, a pronunciare queste preghiere di rinuncia a spiriti specifici: vuol dire che si è colto nel segno. E si nota anche, proseguendo con costanza in questi sforzi, un cambiamento di comportamento, un miglioramento progressivo di carattere, un aumento crescente di serenità e di pace. Viene da pensare ai lunghi elenchi che s. Paolo ci offre quando parla dei frutti della carne e dei frutti dello Spirito: un po' per volta i frutti dello Spirito si sostituiscono ai frutti della carne.
7. Le ricariche. Il cammino di liberazione non è mai come una strada in continua ascesa; è come una strada in ascesa, ma con dei costanti alti e bassi. Talvolta si ha l'impressione di improvvisi peggioramenti, dovuti o a un nuovo maleficio se questa è la causa del disturbo malefico o dall'aver incontrato la persona da cui si assorbe negatività e la cui presenza è talvolta inevitabile ad esempio, quando si tratta di un familiare dedito alla magia o allo spiritismo. Ricordo bene uno dei primi casi che ho avuto in cura e che non è ancora risolto. Esorcizzavo una ragazza a cui periodicamente veniva rinnovata la fattura. Me ne accorgevo bene perché mi arrivava come "ricaricata" da forze negative. Chiesi al mio maestro, p. Candido, come sarebbe andata a finire e se il mio lavoro era mutile. Mi rispose senza esitazione: «Dio è il più forte. In questo modo possono ritardare la liberazione, ma non la possono bloccare». E uno dei tanti modi di cui il demonio si serve per cercare di scoraggiare la persona colpita e lo stesso esorcista; cerca di stancarli, di convincerli che i loro sforzi sono inutili. Aggiungo anche un'altra osservazione, che ho riscontrato in tutti i casi gravi. Essi sono frutto di un susseguirsi di cause; quasi mai di una causa sola. Arriva, ad esempio, quella che io chiamo la causa scatenante: un maleficio, l'incontro con una persona malefica, un errore incolpevole come, ad esempio, l'invito di un amico che si ritiene buono e ci si trova, a casa sua, nel pieno di una seduta spiritica. Incominciano allora i grandi disturbi esterni, che portano ad andare dagli psichiatri e poi dagli esorcisti. Si pensa che quell'incontro o quel maleficio sia stato la causa della presenza diabolica. In genere non è così. Indagando più indietro nella vita della persona colpita, si scopre che ha ricevuto già qualcosa fin dalla prima infanzia o addirittura dal seno materno; poi c'è stata un'altra "ricarica" verso i 6, 8 anni; poi un'altra verso i 18, 20 anni, con dei disturbi a cui non si era mai dato il giusto peso. Quando arriva la causa scatenante, è come l'arrivo della goccia che fa traboccare il vaso; ma non è il motivo unico. Occorrerà con pazienza guarire tutte le ferite, una per una, dopo averle scoperte, per poter giungere alla liberazione. Ecco un altro dei motivi per cui, nella maggioranza dei casi gravi, occorre poi tanto tempo e fatica.
8. Non fidarsi mai. Aggiungo un'ultima osservazione, prima di passare a certe esperienze approfondite in questi ultimi anni. Non ci si deve mai fidare delle persone che hanno fatto magia, o malefici, o hanno pronunciato maledizioni, anche se si tratta di intimi familiari. Si deve perdonare, non avere risentimenti e pregare per loro. Ma occorre girare al largo; non contare che si siano convertiti. Anche se la conversione di queste persone è possibile, fin che sono in vita, qui ci troviamo di fronte a colpe gravissime, a forti legami con Satana. Quando si è pensato a un cambiamento e si è riallacciato un rapporto con queste persone, è sempre accaduto il peggio. Non intendo pronunciare un giudizio di condanna; chi giudica è solo il Signore. Io intendo solo dare norme pratiche di comportamento, basate su tante dolorose esperienze. Qui siamo nel campo dei peccati contro lo Spirito Santo. Chi giudica è il Signore; ma noi dobbiamo difenderci, senza cedere a stupide ingenuità.
9. Tra le varie esperienze recenti, volte ad approfondire le cause di disturbi diabolici per giungere alla liberazione, ne segnalo due. In entrambi i casi si da grande importanza allo studio delle cause; scoperte queste, coloro che seguono i seguenti metodi trovano facilità ad ottenere la liberazione.
A — La comunità del Leone di Giuda e dell'Agnello Immolato, denominata ora La comunità delle Beatitudini, è una comunità cattolica francese di vita contemplativa. Nel 1977 ha dato vita al "Gruppo medico S. Luca", che si occupa anche della liberazione da mali psichici oppure demoniaci. Potremmo definirla un'equipe spirituale, terapeutica e carismatica, di cui è responsabile il dr. Philippe Madreì. Ci pare un grande merito quello di avere istituito un gruppo di aiuto alle persone che hanno mali di natura malefica. Lo sottolineamo volentieri anche perché, nella storia della Chiesa, sono nate famiglie religiose per tutte le necessità; mai per aiutare questa categoria di persone il cui aiuto, evidentemente, è stato ritenuto di stretta spettanza dei vescovi. Riportiamo, a titolo di esempio, il caso pubblicato nel libro citato p. 151. «Il signor E. S., di ventotto anni, studente di farmacia, cristiano praticante, viene a consultarci per subitanei impulsi autodistruttivi: buttarsi dal balcone, precipitarsi sotto un treno, impiccarsi. Gli impulsi sorgono all'improvviso e sembrano senza alcun rapporto con il contesto del momento. Sono comparsi da parecchi mesi e diventano sempre più frequenti, nonostante gli sforzi evidenti che il soggetto fa per resistervi. Si tratta di una particolare nevrosi fobica, difficile da spiegare e da interpretare psicologicamente. L'anamnesi non trova nulla di concreto, né sul piano fisico né sul piano spirituale; ma il discernimento collegiale ci da la certezza che quest'uomo è vittima di un sortilegio. Interrogato in proposito, il soggetto finalmente ricorda che una donna, piena di odio, aveva giurato a sua madre che avrebbe maledetto suo figlio e si sarebbe magicamente adoperata per condurlo all'autodistruzione. Il sig. E. S. aveva allora otto anni e non ricordava più questo fatto. Trovata la causa, è bastata una preghiera di liberazione per ottenere l'arresto immediato e definitivo di quelle fobie».
B — La guarigione dell'albero genealogico. Uno psichiatra ed esorcista protestante, il dr. Kenneth McAll, racconta come ha scoperto un nuovo mezzo di guarigione attraverso la sua esperienza medica e religiosa; si tratta di un metodo che ha dato buoni risultati sia in casi di malattie psichiche sia in casi di possessioni. Ha scoperto che molti malati debbono la loro condizione a motivi ancestrali; individuato l'antenato da cui il male dipende, si tronca quel legame attraverso la preghiera e soprattutto attraverso l'Eucaristia; e subito il malato guarisce. Il dr. Kenneth ha diffuso la sua scoperta attraverso un libro e conosco alcuni esorcisti italiani che affermano di ottenere buoni risultati per questa via. il libro in questione, è: Fino alle radici Ancora editore. A titolo di esempio, riporto un caso dal libro citato pp. 20,
21. «Molly era una donna sulla trentina. Intelligente, ben integrata, senza problemi di salute, tuttavia incominciò a sviluppare quella che lei stessa definiva una ridicola fobia: un terrore paralizzante ovunque ci fosse acqua, fosse pure per pochi metri. I suoi due bambini avevano fatto un bagno imprevisto l'estate precedente, quando erano finiti in acqua da una piccola imbarcazione, in un laghetto dove era impossibile annegare. Il trattamento psichiatrico cui si era sottoposta la madre non era valso ad alleviare la sua fobia, e così le era stato consigliato di rivolgersi a me. Non dovemmo procedere molto all'indietro nel suo albero genealogico per scoprire che un suo zio era annegato nel disastro del Titanic. Per quanto si potesse sapere, nessuno aveva pensato a metterlo nelle mani del Signore. Decidemmo quindi di celebrare l'Eucaristia per la sua anima. La celebrazione eucaristica, con la presenza certa del Signore, è il punto focale del processo di liberazione e di guarigione. Alla celebrazione era presente anche Molly che, in seguito, non ebbe più a soffrire per la sua fobia e poi condusse una vita più spirituale e interiorizzata». Non esprimo un giudizio su queste esperienze a cui ho accennato, perché vengono studiate e provate in varie nazioni. Rispetto i metodi di tutti gli esorcisti; cerco di fare frutto da ciò che mi pare buono; attendo, su certi procedimenti come questi che si arrivi a una maggiore chiarificazione. Non esito però ad avanzare i miei dubbi: credo che siano forme più adatte a guarire mali psichici che mali malefici. Per questi ultimi la nostra forza è tutta nel comando dato nel nome di Cristo; non giovano le abilità umane, ma solo la fede.
TESTIMONIANZE
Un caso di maleficio
La signora Nadia apparteneva a una famiglia tradizionalmente cattolica: preghiere quotidiane, messa festiva, confessione frequente, comunione settimanale. Il marito, commerciante d'alto livello, condivideva la fede e le pratiche della moglie. Vincendo il dispiacere di non poter avere figli, si decisero di adottare una bambina e un bambino, che furono loro assegnati dal tribunale dei minorenni. Questo fu l'inizio di gelosie da parte di stretti familiari, che temevano perdite di aiuti economici e che contavano su prospettive di eredità. Il fratello di Nadia aveva sposato una donna con forti tendenze allo spiritismo e alla stregoneria. Nel 1978 iniziarono per Nadia disturbi di salute, che turbarono le sue precedenti buone condizioni. Erano colpiti particolarmente il cuore, il fegato, la milza. Le cure mediche non diedero né guarigione né sollievo. Poi incominciarono difficoltà d'ordine spirituale: difficoltà a pregare, rifiuto dell'Eucaristia, tentazioni di bestemmie contro il Crocifisso e la Vergine, veri e propri blocchi che impedivano di partecipare a funzioni religiose e a prediche. Nell'estate del 1988 Nadia dovette sottoporsi all'operazione di asportazione della cistifellea; l'intervento non diede i risultati sperati e il medico curante consigliò una cura termale. Qui Nadia accusò forti disturbi, per cui ricorse al medico locale. Il medico intervenuto, dopo aver sentito bene la storia dei mali della paziente 130 e dopo averla visitata, le chiese se era credente. Alla risposta affermativa, disse decisamente: «Ciò di cui lei soffre va oltre la scienza medica; le consiglio di consultare un sacerdote e, se vuole, gliene indico uno non lontano da qui, che mi sembra adatto al suo caso». Il sacerdote aiutò Nadia nella preghiera, la incitò alla lotta spirituale a cui è chiamato ogni cristiano militante, e fece su di lei delle preghiere di liberazione. Evidentemente queste preghiere, ripetute in più occasioni, suscitarono delle reazioni tali da insospettire il sacerdote, che diede questo consiglio: «Lei ha bisogno di un sacerdote esorcista. Ne faccia richiesta al suo vescovo e, se non ha fortuna, si rivolga ad un altro vescovo vicino». Quando i coniugi ritornarono a casa, si informarono subito presso la curia vescovile e fu loro indicato l'esorcista diocesano. Questi li ricevette a casa sua, il sedici agosto 1988. Dopo un esame approfondito, che richiese tre incontri, il sacerdote procedette a preghiere di liberazione volte a spezzare i legami tra Nadia e le persone che le erano nocive: un'amica, che era gelosa per i figli che Nadia era riuscita ad adottare e voleva farla passare per pazza; la cognata dedita alla stregoneria; alcuni domestici che i coniugi avevano assunti per una loro casa di campagna. Questa casa di campagna era circondata da un ampio terreno agricolo e vi si sentivano strani rumori. Si venne a sapere che i precedenti proprietari erano membri di sètte sataniche, per cui partecipavano o addirittura ospitavano in casa riti magici e messe nere. Si procedette all'esorcismo della casa e gli oggetti che parvero sospetti vennero esorcizzati e bruciati. In questo modo la pace ritornò in quella casa, ma continuarono i "blocchi" che impedivano a Nadia di recarsi in chiesa, di comunicarsi, di pregare, di leggere la parola di Dio. Dopo una nuova ricerca di discernimento condotta anche con la collaborazione dello psichiatra che aiuta abitualmente l'esorcista diocesano, il sacerdote decise di esorcizzare Nadia. Dopo i primi esorcismi non vi furono miglioramenti riguardo ai blocchi spirituali; ma le reazioni della paziente dimostrarono con ancor più chiarezza l'assenza di sintomi di patologia psichiatrica, mentre invece le reazioni sataniche emersero in progressivo aumento, fino a far diventare Nadia furiosa, in modo da dimostrare tutta la forza della possessione da cui era stata colpita. L'esorcista, seguendo i metodi da lui collaudati, si rivolgeva ai diversi demoni per spezzare i legami occulti esistenti tra ogni persona negativa e Nadia. Questa è stata la formula da lui usata: «Nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo, per i meriti della Santissima Vergine Maria, per l'intercessione di s. Michele Arcangelo, dei santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i santi, spezzo ogni legame occulto di magia nera o di stregoneria, o di maleficio... secondo i casi tra Nadia e te, spirito immondo quando veniva confessato il nome, si pronunciava il nome del demonio; lego ogni potere di questo spirito e gli ordino di lasciare Nadia e di andarsene ai piedi della croce di Gesù». Nadia reagiva fortemente all'invocazione dei nomi di Maria Santissima, dei santi Pietro e Paolo, di s. Michele, e degli altri nomi che il sacerdote invocava: p. Pio, Giovanni Paolo II, il Curato d'Ars... Molti esorcisti sono soliti farsi dire, dalle persone che benedicono, quali sono i santi di cui sono più devote. Poco per volta Nadia ha ritrovato una maggior facilità alla preghiera a alla comunione eucaristica. Bisogna riconoscere che le ha giovato moltissimo l'aiuto di suo marito che prega con lei, partecipa agli incontri di preghiera, interviene quando si accorge che la moglie ne ha bisogno. In questi casi è molto importante che una persona sia sostenuta da qualcuno accanto, che l'aiuti. Procedendo negli esorcismi, il sacerdote ha usato sempre più le preghiere di intercessione: salmi, litanie, rosario, preghiere di lode. Sono preghiere che fanno inviperire il demonio, al punto di spingerlo a cercare compromessi: «Potresti metterti d'accordo con me». Dapprima sono cessate le bestemmie; viene solo insultato l'esorcista. Ma un giorno il maligno propone: «Lasciami queste sei persone della famiglia e io me ne andrò», e indica chi vuole. Dopo aver pregato lo Spirito Santo, l'esorcista ha pregato per spezzare ogni legame di magia nera, di maleficio, di stregoneria, conognuna delle sei persone che il maligno voleva per sé. Nel frattempo il demonio si infuriava sempre più. Quando poi il sacerdote ha consacrato ognuna di quelle sei persone al Cuore Immacolato di Maria, il demonio ha urlato come un disperato: «Se me li prendi, cosa mi rimane? Cosa divento?». Nel momento in cui scriviamo Nadia non è ancora giunta alla guarigione totale, ma quasi; e il progresso è costante. Notiamo alcune cose per utilità di altri. Nadia fa molto uso, con grande fede, di acqua benedetta, sia per segnarsi sia per berla. Durante gli esorcismi è molto sensibile all'unzione con l'olio; ha anche ricevuto con molta devozione "l'Unzione degli infermi". Si confessa spesso, come anche suo marito, e afferma che questo sacramento la fortifica molto. Anche i figli adottivi, di venti e ventidue anni, hanno ricevuto effetti benèfici da questa intensa vita di preghiera. Si è resa palese la presenza di più demoni, con a capo Asmodeo nome biblico, che indica uno dei più forti. Spesso il sacerdote ha insistito sulla data di battesimo di Nadia, con efficaci reazioni. A un esorcismo è intervenuto anche il vescovo che poi ha manifestato la sua soddisfazione sia per come procedono le cose, sia per aver potuto partecipare.
La preghiera dei Pentecostali
Un militare alto e robusto era venuto a trovarmi, dietro appuntamento. Da quello che mi aveva detto per telefono, c'era materia più che sufficiente per sospettare una possessione diabolica; ma molte volte gli episodi vengono esagerati, se non del tutto inventati, per cui occorre poi il riscontro diretto. Per fortuna lo accompagnavano il padre e lo zio: due
"gorilla" ben saldi, in grado di essermi di aiuto in caso di bisogno. E davvero avevo necessità di essere aiutato perché, fin dalla prima volta, come gli posi le mani sul capo, quel giovanotto divenne furioso. Gli praticai solo tre esorcismi e già era evidente il vantaggio. Approfitto di questa occasione per far notare che non sempre le forme di maggior violenza sono le più radicate e quindi quelle che richiedono più tempo per la liberazione; ho avuto casi di persone che avevano fortissime reazione agli esorcismi, e che poi si sono liberate in pochi mesi; e ho casi in cui le reazioni e i disturbi sono assai minori, ma che si trascinano per anni prima che si giunga alla guarigione. Al quarto appuntamento il militare non venne, preavvertendomi con una telefonata in cui diceva che era impedito da motivi di servizio. Poi non si fece più sentire. Dopo parecchi mesi ricevetti una sua lettera dal nord Italia. Si scusava per il lungo silenzio, ma un improvviso trasferimento lo aveva costretto a lasciare Roma; mi ringraziava con accenti di grande commozione per ciò che avevo fatto per lui e mi annunciava con gioia la sua completa liberazione, narrandomi lo svolgimento dei fatti. «Sono guarito completamente ed è stato lo Spirito di Gesù Cristo che ha cacciato via quel demonio che avevo dentro di me. Io non credevo che sarei mai guarito, tanto forti erano i dolori; e tanto meno pensavo di poter guarire così rapidamente. Ma incontrai per caso un evangelico cristiano che intuì il mio stato e mi invitò a ricevere le preghiere della sua comunità.
Questo gruppo si mise in preghiera su di me a lungo, tanto che il giorno dopo mi accorsi di aver ricevuto un notevole miglioramento. La domenica seguente fui invitato a recarmi nella loro chiesa. Invocarono su di me lo Spirito di Gesù Cristo provocandomi quelle forti reazioni che avevo anche quando lei mi benediceva. Dopo mezza giornata di preghiera e di lotta, interruppero e mi fecero tornare nel tardo pomeriggio. Di nuovo ripresero a pregare e quando mi aiutarono a invocare il Sangue di Cristo che purifica, caddi a terra. Mi alzai dopo un certo tempo: non avevo più i disturbi allo stomaco, mi sentivo liberato, leggero, ero ritornato ad essere me stesso, quello di prima. La ringrazio di nuovo di tutto quello che ha fatto per me, ma mi sentivo in dovere di scriverle questa lettera per rendere testimonianza a quanto Gesù Cristo ha fatto per me. Il Signore opera ogni sorta di miracoli: guarisce drogati, guarisce persone che hanno avuto fatture molto peggiori della mia. Ci tenevo a dare a lui gloria con la testimonianza della mia liberazione». Oltre alla firma e all'indirizzo, la lettera riportava anche l'indirizzo della Chiesa Evangelica Cristiana Pentecostale di cui il Signore si era servito. Non nascondo che in un primo momento ci rimasi un po' male. Ripensai al Vangelo di Marco, quando riporta le parole che l'apostolo Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto un tale scacciare i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo proibito, perché non viene insieme a noi» 9,38; e Gesù disapprovò Giovanni. Ho cercato invece di ammirare e di imparare: l'importanza di pregare in gruppo e non da soli, quando è possibile; e soprattutto di pregare più a lungo e con fede. Chi agisce è il Signore, che si serve di chi vuole.
Un caso non risolto
Tra tanti casi non risolti, non posso nascondere che ne ho registrati molti in cui è evidente l'incuranza degli ecclesiastici. Credo di aver battuto a sufficienza questo chiodo e di non dover pubblicare episodi, troppi, che lasciano sconcertati per certe risposte e per certi comportamenti che non hanno nulla che sia conforme al Vangelo e conforme alle regole ecclesiastiche. Mi accontento di narrarne uno, che stimo abbastanza emblematico. Sono stato autorizzato anche a dire dove è accaduto: a Bologna. Mentre scrivo, è ancora l'unica grande diocesi italiana a non avere esorcisti; quando ne avrà, le resterà il primato di essere stata l'ultima. Non si pensi che la mia critica sia dovuta al fatto che sono di Modena... Dico ciò che è vero! Sonia aveva diciotto anni. Come spesso succede a giovani d'oggi, già a quell'età aveva viaggiato molto e aveva vissuto esperienze d'ogni tipo. Allora era legata ai gruppi dark, nuova generazione dei punk. Con questi gruppi aveva partecipato a incontri satanici, a sedute spiritiche, e come guadagno di tutto questo presentava dei fenomeni molto strani. Di primo acchito si faceva notare perché usciva sempre con una sciarpa nera intorno al collo e con un paio di grossi occhiali neri. Non poteva vedere la luce del sole; se per caso ne veniva colpita un momento, urlava, si dimenava e correva a nascondersi. Si aggiungano fenomeni particolari. A quanto essa diceva, spesso di notte veniva visitata da fantasmi che non la lasciavano dormire. Talvolta cantava in modo strano, con suoni lenti che parevano nenie orientali. Spesso sveniva all'improvviso; poteva capitarle in ogni circostanza o ambiente. Né lei né i suoi genitori erano credenti. Era stata in cura da molti medici di chiara fama, senza mai ottenere diagnosi sicure né tanto meno miglioramenti, per cui il suo aspetto denotava una continua sofferenza. Quando raccontava ciò che le accadeva, a quelle poche amiche che le ispiravano fiducia, sembrava terrorizzata. Era convinta che tutti la credessero pazza. Un altro fenomeno frequente è che spesso cadeva da qualcosa: da un gradino, da una sedia, scendendo dalla macchina o da un autobus. Cadeva a terra all'improvviso e ne attribuiva la colpa a "qualcuno" che le aveva dato una spinta. Ma non è mai accaduto che si facesse male; provava un vago malessere, ma anche le parti del corpo su cui aveva sbattuto per terra non le dolevano. Una volta rotolò letteralmente dalle scale della scuola; era presente un'amica che rimase terrorizzata, temendo gravi conseguenze; invece non si fece nulla. Disse solo che aveva ricevuto uno spintone. Infatti l'unica testimone asserisce che l'ha vista "buttata" giù dalle scale, come da una forza invisibile. Un'amica, molto a contatto con la Curia Arcivescovile a motivo del suo lavoro, assai ben conosciuta dai vescovi ausiliari siamo nel 1986, si rivolse a uno di loro per chiedere consiglio e per farsi indicare un esorcista. Si sentì rispondere che non c'erano esorcisti e che non ce n'era bisogno; che erano paure da ridere, solo frutto di fantasia e che i sacerdoti avevano ben altro da fare che occuparsi di queste sciocchezze. Altri tentativi presso sacerdoti ottennero lo stesso effetto. Pareva un disonore o una cosa ridicola occuparsi di un caso come questo. Sonia non usciva più di casa; perse anche le poche amiche buone che aveva e che non seppero più cosa poter fare per lei. In base a questi elementi non è possibile dire con esattezza di quale male soffrisse Sonia. Si può dire che c'erano elementi in sovrabbondanza perché un esorcista se ne occupasse ed è deplorevole che ciò non sia avvenuto; è una vergogna per quegli ecclesiastici che erano stati interessati al caso. Purtroppo debbo anche dire che di episodi analoghi ne ho documentati molti, troppi; con i relativi dati circa le persone che erano state interpellate e le risposte che hanno espresso. I "credenti in Cristo" non avrebbero certo agito così si rilegga Marco 16, 17.
DIFFICOLTA’ E PROBLEMI APERTI
In generale, i casi che si presentano a noi esorcisti non sono mai facili; a meno che non risulti subito che non c'è nessuna influenza malefica questo avviene per fortuna il più delle volte, per cui basta qualche buona parola, qualche raccomandazione, e assai spesso l'insistenza a fare una buona confessione, che sia l'inizio di una vera conversione: un ritorno alla vita di grazia, alimentata dalla costante preghiera e frequenza ai sacramenti. Quando invece si presentano quei segni di sospetto, di cui abbiamo parlato, allora inizia l'impegno serio d'indagine. In questi anni ho avuto occasione di conoscere vari esorcisti, italiani e non; ognuno ha i suoi metodi, le sue esperienze, le sue abitudini. Ho cercato di imparare e ho imparato tanto; ma non sempre ho imitato, anzi assai raramente. Provengo dalla scuola di p. Candido e resto fedele a quella scuola. Ho anche visto che spesso un metodo seguito con efficacia da un esorcista non ha la stessa efficacia se viene applicato da un altro esorcista.