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Amorth Gabriele

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2016 13:56
17/09/2016 13:54

8. A chiusura di questo capitolo vorrei accennare ad una convinzione che sempre più mi vado facendo, ma che ha bisogno di conferme, specie tramite l'e­sperienza di altri esorcisti. Ho l'impressione che ci sia una fascia intermedia di mali. Ho già incontrato tante persone cariche di disturbi più o meno gravi; non erano disturbi rilevabili a livello medico e nep­pure erano tali da dare reazioni a preghiere esorci­stiche. Ma si trattava di mali che guarivano con pre­ghiere di liberazione, col perdono, con rinunce ad ogni tipo di legame malefico. Spesso sono mali che si trascinano dalla nascita e che quindi hanno radici nella famiglia. Altre volte questi disturbi sono stati provocati da incontri sbagliati, da errori commessi, da rancori anche forti di cui non ci si è resi conto. E importante riuscire ad individuarne l'origine. In ogni caso giovano le preghiere di liberazione o di guari­gione; sono utili i pellegrinaggi o quei corsi di pre­ghiera che impegnano più giorni; ho trovato efficaci i "seminari" guidati dal Prof. Tarcisio Mezzetti di Pe­rugia; mi auguro che, per questa via, si trovino nuo­ve forme efficaci di aiuto e di guarigione. La mia im­pressione è che si tratti di mali non ancora maturati. Presi in tempo possono essere curati con relativa facilità. Se si aspetta, aumentano di gravita e quan­do emergono con tutta la loro, forza diventa assai più lunga e difficile l'opera di guarigione. Altre volte invece rimangono ad uno stato stazionario, per cui la persona soffre senza che si arrivi mai a capirne la causa e quindi a curarla, proprio perché i sintomi sono così particolari da sfuggire sia all'esame medi­co sia all'esame di un esorcista.


TESTIMONIANZE


Un esorcismo in équipe.


Riporto un caso accaduto in Francia. Trascrivo nella sua freschezza la relazione che ne ha fatto la psi­chiatra Maria Domenica Fouqueray. Nominata me­dico psichiatra in uno studio privato nell'aprile del 1986, collaboro da quattro anni con l'esorcista dio­cesano, consenziente il nostro vescovo, mons. Re­ne Picandet, che crede alla possibilità delle posses­sioni diaboliche non tutti sono come lui! e segue il nostro lavoro. La mia formazione cristiana risale all'infanzia e ho sempre cercato di approfondirla; grazie alla guida di un ottimo sacerdote, contempo­raneamente agli studi di medicina ho seguito corsi biblicoteologici. Nel 1974 ho scoperto il movimento carismatico: rinnovamento nello Spirito santo, www.rns-italia.it e attraverso questo, la preghiera di guarigione, di liberazione, gli esorcismi. Fù richiesta della mia collaborazione, per la mia specifica com­petenza professionale di psichiatra, ho accettato vo­lentieri e mi trovo in buona sintonia con l'esorcista diocesano. Uno dei primi casi che abbiamo dovuto affrontare è stato questo: Si è trattato di una donna di quarant’anni, sposata e madre di quattro figli, che lavorava come educatrice specializzata. La causa dei suoi mali era dovuta al fatto che per più di dieci anni aveva frequentato una setta satanica. Quando si rivolse a noi, era la terza volta che tentava di usci­re da questa setta. Contrariamente a quanto si po­teva supporre, questa donna era molto vicina a sa­cerdoti; e fu un sacerdote a condurla a noi. Di fatto, conduceva una doppia vita: conosceva molti sacer­doti e, tutte le domeniche, suonava l'organo alle messe, benché non si accostasse mai ai sacramen­ti; poi era la grande sacerdotessa di una setta chia­mata Wicca, il cui capo è Lucifero. Era stata iniziata progressivamente e, una volta entrata, sapeva che ne sarebbe uscita solo in seguito alla morte violenta a cui era destinata: il suicidio. Aveva tanta paura; voleva uscire da quella setta, ma conosceva i rischi che ciò comportava. Quando l'abbiamo incontrata la prima volta, presentava i segni di una persona de­pressa, tormentata, dimagrita; dormiva male, ma non aveva precedenti psichiatrici. L'esorcista, dopo aver bene esaminato il caso, ha deciso di procedere agli esorcismi: prima quindicinali, poi settimanali. È stata per me un'esperienza piena di scoperte, che ha arricchito e stimolato la mia fede. Come psichia­tra, ho cercato di capire “la porta d'accesso" ossia i motivi che avevano spinto questa persona ad entra­re in una setta satanica. La sua educazione cristiana era stata molto rigida, basata sull'osservanza delle pratiche tradizionali; non aveva scoperto l'amore di Dio. Per le scuole, frequentò un collegio di suore in cui ebbe buona formazione intellettuale, ma nessun aiuto spirituale. Il matrimonio non le fu di aiuto. Il marito, che gua­dagnava bene, la obbligò a lasciare il lavoro e ad occuparsi solo dei figli e della casa. Avrebbe voluto


ogni tanto uscire, ma il marito era contrario. Anche le vacanze estive, trascorse in un piccolo villaggio di campagna, presso i genitori anziani, l'annoiavano, mentre lei avrebbe voluto trovare distrazioni. In un giornale mondano lesse l'invito a giornate di svago. Frequentò questo ambiente, benché si accorgesse che era molto particolare, avviando sempre più gli intervenuti alle bevande alcooliche, all'offerta di droga, all'iniziazione di una setta. Ma trovò gente premurosa, che la compensava delle carenze di ca­sa. E ne venne sempre più coinvolta: rinnegò il bat­tesimo e si sottopose al nuovo battesimo della setta, in cui le fu imposto un nuovo nome. Ricevette un marchio segreto sulla coscia e firmò col suo sangue un patto con Satana, dopo aver in­cenerito l'atto di battesimo cristiano. Fu iniziata alle messe nere e alle celebrazioni delle ore quindici di ogni venerdì. Vide chiaro che i nostri riti e le nostre preghiere venivano trasformate, "diabolizzate". La messa nera è una parodia dell'Eucaristia e, al mo­mento della comunione, si trasforma in un'orgia. E importante conoscere i diversi punti del patto sata­nico perché, durante gli esorcismi, bisogna invitare la persona stessa a rinnegarli con una piena rinun­cia a Satana: «Ti rinnego, demonio X, non ti voglio più e rinuncio alle pratiche che mi hai ispirato». Ec­co i dodici punti del patto satanico:


1. Abiurare il battesimo stiano attenti i parroci, quando viene loro richiesto l'estratto di Battesimo.


2. Abiurare la fede nell'Eucaristia.


3. Rifiutare l'obbedienza a Dio e dire di "sì" a Sata­na, a Lucifero, a Beelzebul.


4. Ripudiare la Vergine Maria.


5. Rinnegare i sacramenti.


6. Calpestare la Croce.


7. Calpestare l'immagine della Vergine e dei santi.


8. Giurare fedeltà eterna al principe delle tenebre; giurare sulle scritture diaboliche.


9. Farsi battezzare nel nome del diavolo, scegliendo un nome appropriato.


10. Ricevere sulla coscia il marchio di appartenenza alla setta, per mezzo dell'impronta diabolica.


11. Scegliersi un padrino e una madrina della setta.


12. Profanare delle ostie, senza profanare i taber­nacoli, ma andandosi a comunicare e conservando le sacre particelle, per poi profanarle durante una messa nera. Ho scoperto questi punti poco per vol­ta, col procedere degli esorcismi. La donna colpita, durante gli esorcismi, aveva gli occhi di una belva e respingeva con forza il crocifisso che le tenevamo davanti; alla fine vomitava forse solo acqua e la sua temperatura saliva fino a 41°; si abbassava solo co n l'acqua di s. Sigismondo nota nella nostra zona per guarire dalle febbri inspiegabili. Maddalena diamole questo nome aveva partecipato a un gran numero di messe nere; si presentava be­ne e ispirava piena fiducia, dato che suonava l'or­gano durante le funzioni. Mi preme sottolineare un fatto. In un caso come questo, la sola azione dell'e­sorcista non sarebbe bastata. Già due volte, due esorcisti, avevano fallito per non aver tenuto abba­stanza conto di quanto diceva la persona circa i fatti e per aver minimizzato le pressioni e le minacce dei membri della setta. La terza volta Maddalena è sta­ta liberata grazie all'aiuto che l'equipe ha dato all'e­sorcista. Ad esempio, era necessaria una rieduca­zione alla fede cristiana e occorreva un'assistenza di sostegno quando l'ossessa era assalita da impul­si suicidi e da febbri inspiegabili. Noi non l'abbiamo più lasciata sola, le siamo sempre stati molto vicini. Tutto questo è durato tre anni. In seguito Maddale­na ha avuto solo qualche difficoltà ad assistere alla messa nelle chiese che frequentava prima; ma ha potuto pregare e comunicarsi. Ha ancora bisogno di una catechesi appropriata, ma sempre più si libera da quei "blocchi" che le rendevano difficile la pre­ghiera e le impedivano di leggere la Bibbia. Riguar­do alla Parola di Dio era necessario evitare i testi in cui si parla di sangue e di sacrificio. Inizialmente fu più colpita dalla lettura delle lettere di s. Paolo che


dai Vangeli. C'è voluto molto tempo per la guarigio­ne della memoria, per la purificazione delle immagi­ni: essa aveva molte visioni e molti incubi. Gli esor­cismi sono stati sospesi quando Maddalena ha po­tuto condurre da sola la lotta spirituale, pregare, confessarsi, comunicarsi; ossia quando ha potuto utilizzare i mezzi ordinari di lotta. Aggiungo due fatti importanti. Maddalena non era mai stata cresimata; dopo adeguata preparazione essa stessa richiese quel sacramento, che le fu impartito dal Vicario Ge­nerale, alla presenza del marito, dei figli, dei membri dell'equipe. Qualche tempo dopo fece un solenne reinserimento nella Chiesa, alla presenza del ve­scovo e di tutte le persone che avevano assistito al­la cresima. Essa stessa poi compose preghiere mol­to belle al Signore e alla Vergine, nei due anni che sono stati necessari per giungere alla completa libe­razione.


Una calma e un silenzio totale


Quello che presento è forse il caso più difficile che o conosciuto e a cui ho partecipato; un caso difficilis­simo come diagnosi e poi come cura, a motivo della quasi tale assenza di sintomi, per cui credo che solo un esorcista dell'esperienza di p. Candido era in grado di capirci qualcosa. Anche se il Signore ha riservato a un altro sacerdo­te la soddisfazione di giungere al lieto fine: spesso capita di lavorare senza raccogliere, oppure di rac­cogliere dove altri hanno lavorato. Perché sempre e solo sia glorificato il Signore. Il calvario del sig. Gustavo è incominciato nel 1981, subito dopo essersi messo in pensione per raggiunti limiti di età; ed è durato sette lunghi anni. Dapprincipio si pensava ad una malattia non bene identificata. Così supponevano i familiari e così era orientato il medico di famiglia, che conosceva Gu­stavo fin dalla giovinezza: oltre ai vari disturbi, ne conosceva il carattere e il comportamento. Tutto è cominciato con una strana avversione a lavarsi e a uscire. Lui, sempre attivissimo, passava le giornate dal letto alla poltrona; non voleva mangiare e nep­pure accettava di recarsi in sala da pranzo. La mo­glie, per accontentarlo, gli apparecchiava un tavolo in salotto. Se venivano amici a trovarlo, anche i più cari, non si presentava neppure: se ne restava chiu­so in camera da letto dove né stava seduto, né sen­tiva la radio o la televisione; e non accettava più di andare in chiesa. Per poter valutare questi compor­tamenti occorre tener presente chi era Gustavo e come era vissuto fino allora. Uomo di attività oltre il normale, era dotato di intelligenza acutissima e di una straordinaria forza di volontà. Per soli meriti personali, si era costruita una splendida carriera. Stimatissimo anche per la sua onestà e moralità e per tante altre virtù, era giunto ai vertici massimi di una posizione di estrema responsabilità e fiducia. Amava molto la compagnia ed era per tutti un gran­de piacere conversare con lui. Educato ad una fede profonda, che poi ha sempre alimentato, non perde­va mai la messa e la comunione quotidiana. Un pic­colo dettaglio. Quando vigeva l'obbligo del digiuno dalla mezzanotte per poter accedere all'Eucarestia, capitava abbastanza spesso che Gustavo tornasse a casa molto tardi dal suo lavoro così impegnativo. Ebbene, non beveva neppure una goccia d'acqua, per non privarsi della comunione. Verso la moglie era sempre affettuosissimo, pieno di rispetto e di premure. Da questo quadro si com­prende come sia stato radicale e incomprensibile il cambiamento improvviso. Giunse al punto di non alzarsi più dal letto e di non mangiare più; si riusciva a fargli bere un tè e a fargli mangiare una fetta di ananas due volte alla settimana! Dal suo letto di do­lore gridava o si lamentava, abbracciato ad una pic­cola statua di s. Michele arcangelo: «Aiutami tu! Non ce la faccio più». Oppure esclamava con forza: «Va' via mascalzone! Lasciami in pace! Ti sputo addosso!», parole indirizzate evidentemente al ma­ligno. E di fatto sputava con tutte le sue forze contro qualcuno che era visibile a lui solo. Tutto questo du­rò a lungo; sembrava proprio impazzito. La depres­sione diagnosticata all'inizio, sembrava sempre più evolversi in una forma di ossessione o di pazzia. Aggiungo anche che, data la sua intelligenza e la sua vitalità e tenace volontà verso la fede cattolica che godeva, oltre ai vari apostolati a cui si dedicava, la condizione di andare in pensione per lui non era stato affatto un peso, o una mancanza di lavoro: aveva a portata di mano tante attività, a cui pensava di poter dedicare maggior tempo. dico questo per­ché talvolta il pensionamento tende a deprimere, quando si passa da un intenso lavoro all'inattività. "questo non era il suo caso". Non sto a dire la lunga lista di neurologi che si sono succeduti nel tentativo di curarlo; medicine di tutti i tipi, specie psicofarmaci e tranquillanti, hanno ottenuto solo l'effetto di ridurlo intontito, oltre che senza forze. Se cercava di alzarsi dal letto, cadeva a terra e la moglie doveva rialzarlo quasi di peso, perché da solo non ci riusciva. Una mattina, mentre ripeteva i suoi lamenti abbracciato alla statuetta di s. Michele, era presente anche il ca­ro amico medico, pure lui cattolico fervente. Osservava la scena stando ai piedi del letto, accan­to alla moglie. E incominciarono a dirsi tra loro due: «E se avesse ragione lui, quando dice: lasciami in pace o ti sputo addosso?». Fu così che pensarono di rivolgersi al notissimo esorcista diocesano p. Candido. Fu il medico stesso ad andare ad invitare il sacerdote e ad accompagnarlo a casa di Gustavo. Questi accolse l'esorcista stando seduto in poltrona; durante l'esorcismo rimase quasi sempre con gli occhi chiusi, tranquillissimo senza mai dire una pa­rola durante tutta la preghiera. Poi parlò affabilmen­te col sacerdote. Questo comportamento si ripetè tutte le volte che p. Candido andò ad esorcizzarlo, portandogli anche la comunione. Seguiva sempre una bella conversazione tra i due, sugli argomenti più vari e su persone conosciute da entrambi. Gu­stavo era lucido, gentile, normalissimo. Le reazioni, quelle che già abbiamo descritto, avvenivano dopo. Sta però di fatto che non si otteneva nessun miglio­ramento. La moglie fu al colmo dello scoraggiamen­to quando il marito rifiutò in modo assoluto di anda­re alla messa di Natale, lui che per tutta la vita era andato a messa tutti i giorni. Si provò a chiamare anche un altro esorcista amico: tutto si svolgeva come con p. Candido: massima calma, comunione devota, conversazione finale e... nessun cambia­mento. Quando poi l'esorcista usciva, Gustavo di­ventava furibondo: «Hai chiamato l'esorcista? Ora vedrai cosa ti succede». E alla povera moglie ne sono capitate di tutti i colori. Una volta è caduta in casa fratturandosi il naso; un'altra volta cadde su una vecchia lamiera di ferro, facendosi un taglio vi­cino all'occhio, che fu salvo per miracolo; un'altra volta si ruppe una caviglia; un giorno, scesa di mac­china, sentì uno spintone che quasi la buttò sotto un'altra macchina che passava. Ci guadagnò un colpo alla spalla, che ancora le duole nonostante le cure ortopediche fatte per anni. In seguito questo esorcista si ammalò gravemente e non potè più an­dare. La moglie venne a conoscenza di un sacerdo­te in Toscana, che era esorcista e aveva particolari doti di guaritore. Gustavo accettò di andare anche perché, in quel periodo, sentiva un forte male alla gola e temeva che si trattasse di cancro. Il sacerdo­te toscano disse subito: «Macché cancro! Questa è solo opera del diavolo. Se sta qui un mese potrò fa­re qualcosa per lui». Ma a stento Gustavo resistette lì per otto giorni. La moglie tornò disperata da quel sacerdote che la confortò: «Lo porti pure a casa; tanto, qui dovrà ritornare. E lei non dica nulla, non risponda nulla, qualunque cosa lui dica». Era pro­prio necessario quell'ammonimento. Gustavo di­venne insolente come non era mai stato; continuò per anni a insultare la moglie nel modo più volgare, e questa fu fedele al suo proposito di tacere. 159 Una volta andai anch'io, incoraggiato da p. Candido, e gli feci un esorcismo completo, per una quaranti­na di minuti; lo ricordo nella sua poltrona, calmo, si­lenzioso, molto gentile nei saluti finali. Ma non ot­tenni nulla. Ebbe poi vari altri disturbi, con visite mediche in Italia e all'estero, senza che mai i medici potessero diagnosticare il male e senza nessun gio­vamento dai farmaci che gli venivano somministrati. Basti pensare che, quando fu affetto da un forte do­lore agli occhi, con l'impressione che fossero pieni d'acqua, fu visitato da diciotto oculisti! La moglie cercava di convincere il marito a tornare da quel sa­cerdote in Toscana, ma Gustavo rifiutava decisa­mente. Non potendone più, la moglie andò da sola. Si sentì dire: «Stia tranquilla. Questa volta verrà. Gli dica che l'aspetto qui, per un mese». Quando gli fu riferita questa frase, Gustavo disse: «Preparami la valigia; parto subito». Sembrava diventato un altro. Era di nuovo pieno di energia. Partì e si fermò da solo, per un mese, nell'alberghetto di quel paese. Quando tornò a casa era diverso, era di nuovo quel­lo di sette anni prima: gentile, affettuoso, premuro­sissimo. Della vicenda disse solo: «Sai, quello non c'è più; prima non mi dava pace». Trascorse sereno le poche settimane di vita che gli rimasero e col sorriso sul le labbra, ritornò alla casa del Padre. Anche dopo la sua morte, ho parlato più volte di Gustavo con p. Candido. Soprattutto m'interessava risolvere alcune difficoltà. La prima: come aveva fatto l'esorcista a intuire che si trattava di possessione diabolica, dal momento che la persona colpita non ha mai dato reazioni du­rante gli esorcismi. Non c'è dubbio che p. Candido ha saputo valutare, alla luce della sua grande espe­rienza, i vari elementi che erano emersi: il cambia­mento repentino, con le particolarissime difficoltà verso tutto ciò che era preghiera e sacramenti; gli esami clinici con le relative diagnosi o non diagnosi di tanti medici specialisti; il carattere particolare dei continui assalti demoniaci a cui Gustavo era sotto­posto e che cercava di controllare grazie alla sua profonda fede e alla sua forza di volontà. In più p. Candido, durante gli esorcismi, anche in mancanza di reazioni visibili, percepiva quella presenza che a lui era fin troppo nota. Tutte considerazioni che mi sono poi state utili quando mi sono trovato di fronte ad un altro caso, analogo a questo. Ho cercato anche di capire il movente, e la causa iniziale dei disturbi malefici. Non erano stati fatti passi falsi dal soggetto spiritismo, visite a maghi o simili, né si poteva pensare a malefici. La causa più probabile — anche se non siamo giunti a nessuna certezza — ci è sembrato di identificarla in una ven­detta di Satana per l'immenso bene che Gustavo aveva fatto durante tutta la sua vita; e in una per­missione di Dio, per purificarlo ulteriormente e così prepararlo al grande incontro finale col Signore, per ricevere il premio promesso hai servi fedeli. Infine un altro mio dubbio: come mai lui, p. Candido, e l'al­tro esorcista suo amico, in tanti esorcismi e nem­meno io siamo riusciti a liberarlo?... come invece aveva fatto con certa facilità l'esorcista toscano. An­che qui, chi guida tutto è il Signore, che, evidente­mente, voleva far compiere a Gustavo quell'itinera­rio di purificazione. I vari esorcismi sembravano senza conseguenze di miglioramento; ma hanno sempre dato sollievo e consentito tante conversioni e comunioni che, diversamente, non avrebbero so­stenuto il sofferente. Poi, per la liberazione finale, il Signore si è servito di chi ha voluto, direbbe Paolo, perché nessuno si vanti se non nel Signore.


Una strana visita


Essendo esorcista di una grande città francese, do­ve esercito il mio ministero all'ombra della Vergine benedetta, mi capita di accogliere molti sventurati, tormentati o perseguitati da Satana, oppure di a­scoltare molte confessioni liberatrici, o di essere il felice testimone di liberazioni o guarigioni, che pos­so attribuire solo all'intervento misericordioso della Madre di Dio, mediante la preghiera esorcizzante della Chiesa, di cui sono servo e strumento. Mi sembra utile, tra i tanti fatti, raccontarvene uno che mi capitò un giorno e che mi lasciò in una certa per­plessità. Entra nel mio ufficio un uomo strano e biz­zarro. Tutto in lui è con evidenza insolito: l'aspetto, il comportamento, il vestito stravagante e soprattutto un odore strano, repellente, fetido! Non era odore di vizio, ma di un qualche cosa di indefinibile, tra l'uo­vo marcio e lo zolfo. Mi venne subito in mente un tipo di incenso, usato in certe sette blasfeme, che col tempo impregna i vestiti dei partecipanti. Il com­portamento enigmatico e curioso di quell'uomo pa­reva scrutarmi, per indovinare i miei pensieri e i miei sentimenti. Eppure capivo che non diffidava di me, ma di qualcun altro. Infatti a tratti si girava di scatto verso la porta o abbassava la voce per essere udito solo da me. Ma eravamo soli! Dapprima pensai che temesse di essere visto o sentito da qualche altro dei miei penitenti; ma poi compresi che aveva paura di essere spiato o pedi­nato da un membro della sua setta, o addirittura dal­lo sciagurato di cui era divenuto schiavo. Il suo ve­stito, violacenere, aveva un taglio strano. Solo poco per volta mi venne in mente di averlo vi­sto riprodotto in una rivista in cui si parlava di una messa satanica: era proprio uno di quei paramenti liturgici. Poi fu lui stesso a dirmelo: «Il mio Maestro lavora soprattutto di notte». Mi venne in mente che si trattava, in quella rivista, di una liturgia luciferiana. Quest'uomo mi disse che praticava occultismo e magia nera. Era una confessione che tanti altri mi avevano fatto, ma per cercare da me la liberazione. Questo visitatore, invece, non capivo che intenzioni avesse; mi confermò di essere legato a una setta satanica con un certo rituale, ma non sembrava de­sideroso di esserne sciolto. Pensavo: perché è ve­nuto a trovarmi? Certamente per cercare una libe­razione da Satana. O forse voleva delle ostie con­sacrate, per poterle profanare la sera stessa? O sperava di attirarmi dalla sua? Oppure voleva solo annunciarmi la vittoria del suo Maestro? Infatti par­lava continuamente di vittoria, parlava sempre di lui, pareva che avesse un grande messaggio da tra­smettere a questo piccolo prete di Cristo. Ho subito preso accurati appunti, su quanto mi ha detto. Ec­cone una parte. «Il mio Maestro vi ha vinti! Stiamo distruggendo : la vostra Chiesa. Il mio Maestro reg­ge l'equilibrio nel mondo tra le Nazioni e ha il so­pravvento sulla vostra Chiesa. Dovrete adorarlo e riconoscerlo! Sì, è evidente la forza di Satana nel mondo, contro cui la Vergine stessa ci mette in guardia con le varie apparizioni. Come è evidente che in molti casi vacillano le tre colonne Eucaristia, Madonna, Pontefice, per cui vacilla la loro fede. Ne hanno parlato Paolo VI e Giovanni Paolo II; soprat­tutto ne parla l'Apocalisse, della lotta di Satana. E la sua ora; ma è anche l'ora della Donna vestita di so­le». Quando interruppe il suo monologo e mi per­mise di parlare, gli feci notare che la vittoria del de­monio è solo provvisoria e apparente, di breve tem­po. Con la sua Croce, Gesù ha vinto Satana proprio nel momento in cui Satana si riteneva vincitore. E così sarà per la Chiesa: la sua passione attuale at­tua quel rinnovamento interno che prepara alla nuo­va Pentecoste, tante volte annunciata e tanto desi­derata. Satana è una delle tante creature di Dio, creata buona e pervertitasi per colpa sua. «No! Sa­tana è pari a Dio», si affrettò a dire il mio interlocuto­re. Mi accorsi che non voleva parlare di Gesù, ma solo di Dio. «La ribellione a lui è stata un succes­so!» E ogni tanto aggiungeva: «Ma non hai paura del mio Maestro?». Questa frase, spesso ripetuta, dapprincipio suonava come una minaccia; poi inve­ce rivelava una sua paura intima, perché Satana vede tutto e sente tutto. Gli ribattei che io gli parlavo nel nome di Gesù, di cui ero sacerdote, e nulla po­teva accadermi senza il suo permesso. In più avevo la protezione della Vergine, specie durante gli esor­cismi. Non gli piaceva che io parlassi della Vergine e cercava di sviare il discorso sul suo Maestro, Sa­tana. Io allora gli ricordai il Proto vangelo: «Porrò inimicizia tra te e la Donna». Lui accettò il discorso, ma con un'interpretazione sua: «Satana la insidierà al calcagno, vuol dire che la vincerà». E io: «Come può vincerla, se la Donna gli schiaccia la testa?». Poi passai a spiegargli la visione dell'Apocalisse, sulla Donna vestita di sole, in lotta col dragone ros­so, che viene sconfitto da Michele. Pensavo che anche nelle tentazioni di Cristo, narrate nei Vangeli, c'è una contesa sui testi biblici. Ma l'argomento Ma­ria diede la svolta alla nostra conversazione. Di fronte a quell'argomento lui si sentiva a disagio, an­gosciato e infine disperato. Prima gli avevo detto che il suo Maestro non poteva dargli la pace nel cuore e tanto meno la felicità. Gesù invece dava pace e gioia; dava libertà proprio dalla schiavitù di Satana, che tutt'al più prometteva danaro, potere e gloria umana. Dentro di me pregavo incessante­mente la Vergine Maria e così vedevo che lui per­deva terreno, indietreggiava; era chiaro che del suo Maestro aveva solo paura. Io allora gli parlai dell'a­more del mio Maestro, che era morto per salvarmi e perdonava tutto. Lui parlò della sua bestemmia la sua apostasia con una nota di vera disperazione. Solo riflettendoci dopo mi venne in mente il riferi­mento al peccato contro lo Spirito Santo e mi sem­brò che quel disgraziato ne fosse pienamente col­pevole. Lo invitai a pentirsi, a lasciare il suo Mae­stro; gli dissi che ogni notte chiedevo perdono a Dio per tutti i peccati, anche per le bestemmie. Quell'uomo pareva turbato, combattuto tra due sen­timenti: la speranza e la disperazione. Gli domandai se accettava che io pregassi per lui. Mi parve favo­revole e feci interiormente un breve esorcismo per cacciare Satana; poi lo ripetei ad alta voce. Era troppo! Si alzò come per fuggire, ma prima mi disse il suo nome: Pietro. Poi uscì di corsa. Ancora oggi mi interrogo sul significato di quella visita. Quell'uo­mo, me lo ha inviato Satana per sviarmi? Me lo ha mandato la Madonna per convertirlo o, almeno, per­ché pregassi per lui? Certo ho toccato con mano quanto è difficile, per un membro di una setta sata­nica, per chi si è consacrato al demonio, ritornare a Dio. Testimonianza di Fr. Christian Curty, O.F.M., esorcista di Avignone.


INFESTAZIONI


Abbiamo sottolineato la grande importanza della te­stimonianza di Origene, secondo cui già i primi cri­stiani scacciavano i demoni non solo dalle persone, ma anche dalle case, dagli oggetti, dagli animali. Noi, dovendo cercare di creare un linguaggio nuovo, che ancora non esiste, riserviamo la parola infesta­zione per indicare appunto i disturbi malefici causati non sulle persone, ma sui luoghi, sugli oggetti, sugli animali. Ci addentriamo in un campo tutt'altro che nuovo, dato che anche nei tempi più antichi e da parte di tutti i popoli si sono riconosciute e combat­tute queste forme di disturbi. Ma non possiamo na­scondere due realtà:


1. Questo è un terreno su cui solo l'esperienza diret­ta è di aiuto; in caso contrario, neppure ci si crede; l'esorcista può testimoniare che, nel corso del suo ministero, ha incontrato casi sulla cui possibilità mai avvrebbe creduto se non li avesse visti. Non mera­vigliano le voci, per ciò di tanta incredulità, prima di tutto da parte dell'ambiente ecclesiastico che lo ab­biamo detto e chiaramente dimostrato, non è istruito in questa materia.


2. Neppure possiamo negare che in questo campo non sono all'ordine del giorno gli abbagli, le sugge­stioni, le accese paure; quando non si tratta di vere e proprie manie. Dobbiamo tenerne molto conto, per non credere... "all'asino che vola". Come sono soli­to, prendo le mosse dalla sacra Scrittura e, in que­sto caso, da quel libro così emblematico per il popo­lo d'Israele e così istruttivo per tutti i tempi, che è l'Esodo, Trovo molto importante soffermarmi sulle "dieci piaghe d'Egitto" per due motivi. Primo motivo, perché si nota come Mosè, in nome di Dio, e i ma­ghi, con la forza di Satana, possono produrre gli stessi fenomeni. Talvolta il fatto in sé è identico, ma bisogna saper risalire alla causa. Certi fenomeni non bastano a far comprendere se sono opera di Dio o di Satana, a far capire se chi li compie è un carismatico o è un mago. Ci vuole un apposito di­scernimento. Secondo motivo, per cui ritengo di par­ticolarissima importanza tutto l'episodio delle piaghe d'Egitto, è che fenomeni analoghi si verificano an­che oggi. L'ho detto e lo ripeto: certe cose si credo­no solo se si vedono. Ne presento un esempio. La prima piaga d'Egitto è l'acqua trasformata in sangue. Ebbene, vari miei amici esorcisti hanno vi­sto, in case private costruite di recente e fornite di impianti idraulici innestati negli acquedotti comunali, rubinetti che emettevano sangue invece che acqua. Ho anche parlato, nel mio libro precedente, di uno di questi casi; di due illustri professori dell'Università di Padova analisti che hanno osservato il fenomeno con un'aria sarcastica di ironia, e si sono portati via un fiasco pieno di quel "sangue", a cui evidente­mente non credevano. Ma quando poi dall'analisi è risultato loro che si trattava di sangue umano, sono stati presi da una paura tremenda e non c'è stato modo di farli più ritornare in quella casa. Ho visto molti razionalisti, atei, preti, comportarsi allo stesso modo: passare dall'incredulità al terrore. L'Esodo ci parla, nella seconda, terza e quarta pia­ga, dell'invasione di rane, zanzare e mosconi, che hanno infestato le case degli Egiziani. Possiamo aggiungervi l'ottava piaga, l'invasione delle cavallet­te. Ebbene, molte volte mi è stato raccontato, oppu­re ho visto con i miei occhi, di case che improvvi­samente venivano invase da mosche, da formiche volanti, da insetti talvolta repellenti scorpioni o altri animaletti non bene identificabili, che poi sparivano di colpo, completamente, spargendo acqua santa o esorcizzando gli ambienti. L'Esodo ci parla pure di un male misterioso che uc­cideva il bestiame: sembrava "una peste molto pe­sante" quinta piaga; e ci parla di un'ulcera che col­piva uomini e animali sesta piaga. Il demonio ha il potere di causare malattie: sia malattie di carattere organico, che vanno guarite per via medica, sia ma­lattie puramente d'indole malefica, su cui i farmaci non hanno alcun potere, ma che si curano con i mezzi di grazia, tra cui gli esorcismi. Ogni esorcista può raccontare di casi di cisti, tumori, malattie va­riamente diagnosticate, che sono sparite dopo un esorcismo, lasciando i medici di stucco. Anche la nona piaga, i tre giorni di buio, può trovare un corrispettivo in improvvise cecità che hanno col­pito persone per un certo tempo, dovute a cause malefiche. Ma qui entriamo nel campo delle vessa­zioni, non delle infestazioni. Case, negozi, campi... Le infestazioni locali sono sempre difficili da diagno­sticare e non meno da liberare. Aggiungo anche che ogni esorcista agisce con metodi propri, con la più ampia discrezionalità. Perché, sia detto con chiarezza, tutta la materia che riguarda le infesta­zioni non è presa in considerazione né dal Diritto Canonico né dal Rituale, che si occupano solo degli esorcismi sulle persone ossesse. A mio parere è una grave carenza. Da una parte significa che di questa materia può occuparsi qualunque sacerdote o non sacerdote; d'altra parte si lascia ancora più mano libera a imbroglioni, maghi, santoni. In com­penso il Rituale, in quelle abbondantissime preghie­re e benedizioni che sono una vera ricchezza e che sarebbe un grave errore buttare al macero, fornisce orazioni adatte anche per questi casi, per cui pos­sono essere utilmente adoperate. Si vedano ad e­sempio le benedizioni alle case o luoghi, alle scuole, ai campi. E spesso vengono usate queste preghiere dai sacerdoti e dagli esorcisti. C'è chi, oltre all'acqua santa, usa l'incenso o sparge sale esorcizzato. La libertà è totale e, anche se io mi limito a riferire le esperienze mie personali o di altri esorcisti, resti chiaro che in tutte le forme di infestazione non è ri­chiesta l'opera dell'esorcista. È efficace la celebra­zione della messa, da parte di qualunque sacerdo­te. Si sono dimostrate efficaci anche le preghiere fatte sul luogo, da gruppi di fedeli. Quando agiscono sacerdoti esorcisti, normalmente essi fanno uso an­che di un esorcismo usato per le persone, adattan­dolo alla casa o al luogo. È assai utile cercare di in­dividuare la causa per cui l'ambiente è maleficiato, e agire di conseguenza. Quali sono le cause più fre­quenti? Segnaliamo, tra le tante:


1. Se in quella casa si tenevano sedute spiritiche, se vi si faceva magia, se è stata sede di culti satani­ci e tutti questi sono i casi in cui è più difficile toglie­re l'infestazione.


2. Se vi è stata uccisa o si è suicidata una persona; e in questo caso occorrono abbondanti suffragi.


3. Se era casa di prostituzione; se vi abitavano be­stemmiatori, massoni, delinquenti o organizzatori di opere di delinquenza, spacciatori di droga; se era sede d'incontro per omosessuali... In tutti questi casi occorrono tante preghiere di riparazione.


4. Se è stata oggetto di maleficio. In questo caso occorre indagare più a fondo circa gli scopi del ma­leficio come è stato fatto. Se, ad esempio, vi è pre­sente qualche oggetto fatturato, occorre individuarlo e bruciarlo: fino a che l'oggetto permane nell'am­biente tutte le altre preghiere hanno scarsa effica­cia. A questo scopo possono essere d'aiuto gli stes­si abitanti; ad esempio se ravvisano che gli incon­venienti sono iniziati da quando è stato loro regalato un certo mobile da una persona dalla quale dubita­no di avere ricevuto il maleficio. Oppure può essere utile la presenza di carismatici o sensitivi, di cui parleremo nel caso seguente. Non mi fermo qui a trattare dei fenomeni di polter geist spirito fracassone che sono legati ad un indivi­duo e sono generalmente di breve durata. Si tratta di un fatto naturale, che va curato con la psicotera­pia. E utile conoscerne l'origine e i fenomeni che causa, per non confonderli con i fenomeni delle in­festazioni. Ma si tratta di rassomiglianze superficiali; basta un po' di esperienza per saper distinguere; non c'è la stessa difficoltà che si incontra, ad esem­pio, per distinguere i mali malefici dalle malattie psi­chiche.

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