TESTIMONIANZE
Solo un esorcista poteva aiutarmi Scrivo con fatica questa mia storia perché penso che possa essere utile ad altri e perché mi sembra conforme a quello che leggiamo nel Vangelo. I disturbi demoniaci sono iniziati nel 1974; i medici non sapevano spiegare i miei mali strani e gli psichiatri si stringevano nelle spalle, senza formulare nessuna diagnosi. Per esempio, improvvisamente mi sentivo soffocare e ero presa da spasimi nervosi, come da scosse elettriche in tutto il corpo. Talvolta la violenza dei fenomeni era tale che mio marito chiamava il medico d'urgenza, in piena notte. Nello stesso tempo incominciai ad abbandonare la Chiesa; la screditavo ogni volta che si parlava di religione. Era una cosa insolita per me che ero sempre stata credente e impegnata, nonché dirigente di Azione Cattolica. Pensavo che si trattasse di una "crisi di crescita"; invece questo mio astio contro la Chiesa è durato più di dieci anni. Prima ero ben lieta di fermarmi in adorazione davanti al ss. Sacramento; ora desideravo solo fuggire. Tutto mi sembrava ridicolo, sceneggiate dei preti e stupidaggini dei fedeli. Mio marito, cattolico praticante, soffriva di questo mio distacco dalla religione, che coincideva anche con un allontanamento da lui. Poi, dal 1978, incominciai a frequentare gruppi marginali, alla ricerca di esperienze esotiche. È incominciato così un periodo di autentica autodistruzione: diventavo sempre più morbosa e attirata dalle persone che potevano farmi del male; provavo un piacere perverso ad abbandonarmi in loro potere. Per anni ho incontrato ogni sorta di guru, guaritori, stregoni. Fisicamente stavo sempre peggio. Era come se il mio corpo fosse stretto da una morsa. Avevo la digestione bloccata, problemi ai reni e alle articolazioni, ero sempre stanca e priva di energia. Mi sentivo rivivere solo durante i corsi "psicologici" a cui partecipavo e che mi procuravano forti emozioni. Sono certa che, se invece di rivolgermi ai guru, avessi sentito parlare di esorcisti, sarei uscita prima da questo inferno. Ma durante la mia lunga e impegnata pratica di religione, non avevo mai sentito parlare di esorcisti.Mi appassionai agli studi di astrologia; ero arrivata a interpretare gli avvenimenti con questa chiave di lettura e alla luce della reincarnazione. Nel 1981 incontrai l'essere più abbietto che io abbia mai conosciuto. Era uno psichiatra pazzo solo in seguito seppi che era stato ricoverato come psicotico. Aveva fatto un patto con Lucifero di distruggere quanta più gente poteva; anche di questo fui a conoscenza solo più tardi. Con un pretesto mi invitò nel suo studio e per un anno giocò con il mio corpo e con la mia anima, ricorrendo all'ipnosi. Ci si lascia ipnotizzare solo se lo si vuole; ma il demonio mi ispirava di lasciarmi torturare da questo squilibrato. Si pensi che una volta stavo per morire strangolata; ma la Madonna mi ha protetta da bambina, i miei genitori mi avevano consacrata a lei. Non so come sono riuscita ad uscire da quel bassofondo. Finii in ospedale, dove tentai il suicidio, ma dopo due mesi stavo meglio. Il demonio però non mi mollava e mi fece appassionare alla psicanalisi, col risultato di allontanarmi del tutto dalla fede. Frequentai anche una scuola per professori di yoga e mi misi ad insegnare l'hatayoga nel mio villaggio. Ero diventata buddista, praticavo la meditazione zen, ero come sdoppiata e infelice. Verso la Chiesa provavo vero odio, ma in fondo a me c'era la disperazione: non m'importava più niente di nessuno, neppure di mio marito e dei miei figli. Allora iniziai a fare sedute spiritiche con alcuni amici. A volte avevo l'impressione che stavo per diventare pazza; non capivo più se vivevo nella realtà o se sognavo. Insoddisfatta della psicanalisi, un'amica mi portò da una donna, di cui mi magnificò i poteri. Era la grande sacerdotessa della setta I.V.I.; me ne infatuai, al punto di portare da lei mio marito, i nostri figli, parenti, e amici: Mi pareva di essere ipnotizzata. Questa donna diceva di essere cattolica e di essere il Cristo reincarnato; mi fece credere di avere guarito una mia figlia soggetta a « crisi di epilessia e ordinò di sospendere tutti i medicinali. Alcuni giorni dopo mia figlia entrava in coma e si salvò per miracolo. Ricordo queste sedute di guarigione, chiamate "armonizzazioni", con terrore. Se avessi conosciuto un esorcista avrei evitato queste sofferenze per me e anche per mia figlia che, dopo le preghiere di un esorcista, non ha avuto più crisi epilettiche. Nel 1984 ebbi la gioia di trovarmi incinta del mio quinto figlio. Ma ero troppo debole, appena prima, avevo passato un altro periodo di malattie strane, emicranie, vertigini tali da sconcertare i medici. Così ebbi un aborto spontaneo al secondo mese; persi molto sangue e fu necessario farmi un raschiamento. Lì mi attendeva il Signore, che mi inviò sua Madre a confortarmi. È stata un'esperienza straordinaria, che mi ha riportato a Dio. Mi pareva che la Vergine rimanesse ad assistermi, nella mia cameretta d'ospedale; mi rimproverava il mio passato e mi invitava a seguirla. Io accondiscesi felice, perché mi sentivo colma di pace e di luce. Il periodo seguente fu molto duro. Da una parte la Madonna mi aiutava a ripulire il mio inconscio pieno di sporcizia; d'altra parte il maligno mi dava terribili tentazioni, dubbi, incitamenti a ritornare sulle sue vie. Anche in questa occasione, se avessi conosciuto un esorcista ne avrei avuto grande aiuto. Sentivo fisicamente presente il demonio, di notte, che mi ripeteva: «Ti riprenderò». Mi ero rivolta a qualche sacerdote per avere aiuto; ma proprio non capivano niente del mio stato e non avevano nessuna esperienza di certi assalti diabolici. Chiedo scusa, ma debbo confessare che ho toccato con mano la loro ignoranza totale in questo settore. Dal 1988 ebbi lotte ancora più forti. Da parte mia ero decisa per il Signore; allora il demonio se la prese con mio marito e con i miei figli, colpendoli di mali inspiegabili: in tredici mesi, quattordici ricoveri d'urgenza. Più gravi ancora gli assalti morali, i tentativi per dividere la nostra famiglia. Di notte poi mi risvegliavo di colpo, immersa in una disperazione così tremenda da non riuscire a pregare; eppure lo avrei voluto. Con altrettanta rapidità quello stato d'angoscia scompariva e di nuovo potevo benedire Dio con tutto il cuore. Col ritorno alla preghiera credevo di essermi liberata dal demonio, invece mi ingannavo. La sua azione era divenuta più subdola, per giungere a fiaccare la mia resistenza. Se andavo a un ritiro spirituale mi sentivo assalire da dubbi ossessivi accompagnati da pensieri di disperazione; se facevo un pellegrinaggio ritornavo con l'impressione di essere stata picchiata a sangue. Più pregavo, più mi sforzavo di fare il bene e più il demonio mi colpiva con pensieri di perfidia. Soffrivo di dolori in tutto il corpo, di insonnia, di perdite di memoria. Pensavo alle volte di lasciare la famiglia e di andarmene lontano. Ho passato due anni tremendi, incompresa da tutti, che mi sarebbero stati alleviati o evitati se avessi avuto l'aiuto di un esorcista. L'ho capito dopo, quando finalmente, quasi per caso, un caso certamente predisposto dalla Vergine Immacolata, ho incontrato l'esorcista che mi ha fatto uscire da questo lungo tunnel di dolore e di buio. Da quando lui ha incominciato a pregare su di me, tutto è cambiato. Non che siano cessati i dolori, ma hanno acquistato senso, li vivo nella luce. L'esorcismo mi da serenità e pace per alcune ore. Quando la lotta riprende, prego con più fervore e con pieno abbandono alla volontà del Signore. Riesco anche a capire e amare di più i miei cari, che ora si confidano pienamente con me, sentendosi compresi. La mia vita spirituale sta progredendo per un crescente desiderio che provo di vivere in unione con Dio; anche le mie croci, vissute alla luce della passione di Cristo, non mi pesano più. Ho ancora le lotte, ma ho anche momenti di vera pace e di vera gioia. Vedo un continuo miglioramento col progredire degli esorcismi. Ho finito. Vorrei dire, senza nessuna intenzione polemica: il mio vescovo e i sacerdoti della mia diocesi proclamano continuamente di essere solidali con i poveri. E non sono forse dei grandi poveri, dei grandi bisognosi, coloro che sono tormentati dal maligno? Da diciotto anni faccio parte di questi poveri, ma tutti i sacerdoti con cui avevo parlato non avevano capito nulla, proprio nulla, di questa mia povertà e non mi hanno dato nessun aiuto. Eppure Gesù ha detto: «Nel mio nome scaccerete i demoni!». Mi pare che sia un incarico, un potere, un dovere molto chiaro.
Ho trovato la giusta via
Mi chiamo Alessandro e abito a Roma. Da circa cinque anni ero tormentato fisicamente dal demonio. Era come se mi venissero infissi degli aghi in tutto il corpo, specialmente sugli organi vitali; sentivo morsi, coltellate e simili sofferenze. Sono stato da tutti gli esorcisti di Roma, ho frequentato vari gruppi carismatici, ma tutto è stato inutile. Sono grato a tutti perché da tutti ho trovato aiuto, anche se non la guarigione. Da circa un anno ho trovato la giusta via della liberazione totale: la messa quotidiana e il digiuno. Secondo la mia esperienza è questa la forma di liberazione più potente, dopo la confessione dei peccati e la comunione. Questa forma ci viene indicata espressamente da Gesù, nel vangelo di Matteo: «Certo genere di demoni non può essere cacciato via in nessun altro modo, se non con la preghiera ed il digiuno» Mt 17,21. Ora ringrazio e lodo il Signore per tutte le sofferenze che ha permesso che colpissero me e la mia famiglia. Si noti la differenza tra i due casi riportati. Ci sono diversi generi di demoni; ci sono diversi generi di possessioni. Il trattamento da usare non è identico in tutti in casi, anche se in tutti i casi la preghiera, i sacramenti, il digiuno, che è attuabile in tanti modi diversi, occorrono sempre.
SATANA IN AZIONE
«Mentre i servi dormivano, venne il suo nemico il diavolo, nemico di Dio e seminò tra il grano la zizzania» Mt 13,25. È un fatto che accade un po' in tutti i tempi, ma che è avvenuto ai nostri giorni nella forma più sconcertante perché, contrariamente a quanto accade nella parabola, oggi non si vuole più credere né alla presenza della zizzania, né tanto meno all'esistenza del nemico, il diavolo. Bisogna proprio dire che il sonno dei servi sia diventato molto pesante. Ne abbiamo indicato tre cause, che spiegano in parte la riluttanza del clero cattolico attuale a trattare questi problemi: mancanza di preparazione teologica, mancanza di esperienza, diffusione di errori dottrinali. Eppure non è mai mancato l'insegnamento da parte dei vertici della Chiesa. Nei nostri ultimi tempi, la costante dottrina biblicoteologica su Satana e sulla sua attività è stata ribadita in diciotto testi del concilio Vaticano II, da tre discorsi di Paolo VI, da quindici discorsi di Giovanni Paolo II Voci quanto mai autorevoli e chiare, ma di cui Omero direbbe: «Poveri versi miei, votati al vento. Lo scossone che, almeno a livello di risonanza sulla stampa laica, ha avuto una notevole influenza si deve a Paolo VI. Già nella sua omelia nella festa dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno 1972, aveva scandalizzato 57 il mondo laico per aver parlato di Satana: «Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio... Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che, dopo il Concilio, sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio...». Ma il discorso fondamentale di Paolo VI sul diavolo è quello del 15 novembre dello stesso 1972. Contiene in breve tutti gli elementi della demonologia biblico/teologica; e la condanna di tutti quei teologi che hanno sparso e continuano a spargere errori. In appendice lo riportiamo integralmente; qui ci limitiamo ad alcune espressioni. «Quali sono oggi i bisogni maggiori della Chiesa? Uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel male che chiamiamo il demonio». Questa è la dichiarazione iniziale, che sta alla base della trattazione. Ma perché tutto il discorso sul demonio sia visto nei suoi giusti limiti, inquadrato nel piano generale divino, il papa aggiunge subito che occorre, prima di procedere, guardare al piano generale della creazione: «È l'opera di Dio, che Dio stesso, come specchio esteriore della sua sapienza e della sua potenza, ammirò nella sua sostanziale bellezza ... La visione cristiana del cosmo e della vita è trionfalmente ottimistica. .Segue un'altra osservazione che non è contrastante, ma complementare: «è completa questa visione? è esatta? Non vediamo quanto male è nel mondo? Troviamo in noi e nel nostro mondo un agente oscuro e nemico, il demonio». E qui viene la chiara stangata a certi teologi della nostra epoca: «Il male non è più soltanto una deficienza, ma un'efficienza; un essere vivo, spirituale pervertito e pervertitore. Terribile realtà; misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell'insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente... oppure la spiega come una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni». Sulla scia della Bibbia, il papa incalza: «Ecco l'importanza che assume l'avvertenza del male... Come non ricordare che Cristo per tre volte, riferendosi al demonio, come a suo avversario, lo qualifica prìncipe di questo mondo? S. Paolo lo chiama dio di questo mondo e ci mette sull'avviso sopra la lotta al buio che noi cristiani dobbiamo sostenere, non con un solo demonio, ma con una sua paurosa pluralità». Ne segue la conclusione: «Il demonio è all'origine della prima disgrazia dell'umanità, il peccato originale... E storia che dura tuttora: ricordiamo gli esorcismi del battesimo ed i frequenti riferimenti della sacra Scrittura e della liturgia all'aggressiva e alla opprimente potestà delle tenebre. E il nemico numero uno; è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con la sua proditoria astuzia agisce ancora. È il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana». Sono parole di una limpidezza e di una forza che andrebbero spesso ripetute, imparate a memoria, approfondite. E qui, dando per più che acquisita l'esistenza di Satana e la sua azione oscura e conturbante di pervertito e pervertitore, ci limitiamo a esporre tale azione in forma schematica, per poter procedere più dettagliatamente su quell'opera di prevenzione e di cura che l'esperienza esorcistica ci ha insegnato. Certamente noi non possiamo accontentarci di quanto scrivono i teologi di spiritualità nei loro trattati: il nostro è uno studio specialistico su un aspetto particolare, l'azione di Satana, per cui dobbiamo essere molto più approfonditi, basandoci su teoria e pratica. Questo ci costringe pure a fare scelte originali, anche sul linguaggio; scelte che per ora non riscontrano concordia; ma speriamo che si arrivi ad autorevoli precisazioni a coronamento degli studi che andiamo facendo. Ad esempio, il testo del Royo Marin parla solo di tentazione, ossessione, possessione. Il vecchio Tanquej è ancora più conciso. Noi abbiamo bisogno di sviluppare assai di più questi schemi, su cui poi basiamo tutta la nostra azione pratica di diagnosi e di cura. Una prima suddivisione, insistita dal noto esorcista francese De Tonquedec, già esposta prima di lui e che possiamo ritenere ormai universalmente accettata, è questa: il demonio esercita un'attività ordinaria, la tentazione, e un'attività straordinaria, che comprende tutta una gamma di disturbi malefici, di varia gravità e natura. Riguardo all'azione ordinaria, le tentazioni, non ci fermiamo. Ci limitiamo a dire che tutti ne sono vittime a tal punto che Gesù stesso ha accettato di essere sottoposto a questa prova. La tentazione demoniaca, insieme alla ferita originale della nostra natura la Bibbia suole chiamarla concupiscenza e alle occasioni che il mondo presenta, ci offre un terreno di lotta che è grande occasione di meriti, tanto che la Bibbia considera una beatitudine la vittoria contro la tentazione, cf. Giacomo 1,12, la possibilità di fare il male e di saperlo evitare cf. Siracide 31,11. Come resistere? «Vigilate e pregate per non cadere in tentazione» Mt 26, 41. L'impegno spirituale del cristiano è diretto a crescere sempre più nei due grandi comandamenti dell'amore: a Dio e al prossimo. E' diretto anche a usare i mezzi di grazia che ci fanno vincere le tentazioni. Non ci fermiamo su questo primo aspetto, che in realtà non è disgiunto dal secondo: prevenzione e cura contro l'azione straordinaria del demonio. Riguardo a questa azione straordinaria, espongo una mia suddivisione spiegando l'uso delle espressioni che ricorreranno poi nel corso del libro. Ripeto, su questo non esiste un linguaggio ufficiale e neppure un linguaggio universalmente accettato. Si noti anche che i confini tra una forma e un'altra non sono netti: sono possibili le interferenze e l'assommarsi di più sintomi.
1. Disturbi esterni. Indichiamo così quelle sofferenze solo fisiche battiture, flagellazioni, urtoni con varie conseguenze, cadute di oggetti ecc., che riscontriamo nella vita di certi santi: il Curato d'Ars, s. Paolo della Croce, p. Pio... e che sono meno rare di quanto potrebbe sembrare. L'impressione è che il demonio agisca rimanendo all'esterno della persona; qualora si riscontrasse un'azione dall'interno, si tratterebbe di presenza solo provvisoria, limitata alla durata di quei disturbi.
2. Possessioni diaboliche. È la forma più grave e comporta la presenza permanente del demonio in un corpo umano, anche se l'azione malefica non è continua: si alternano le crisi a pause di riposo. Implica manifestazioni temporanee di blocco mentale, intellettivo, affettivo, volitivo. Possono sprigionarsi violente reazioni, conoscenza di lingue ignote alla persona, forza sovrumana, conoscenza di cose occulte o dell'altrui pensiero. Tipica l'avversione al sacro, spesso accompagnata da bestemmie. Ma occorre stare molto in guardia dai camuffamenti diabolici.
3. Vessazioni diaboliche. Si tenga presente sempre che in ciascuno di questi casi vi è una grande varietà di sintomi e anche grandi differenze di gravità. Le vessazioni sono forme saltuarie di disturbi; oppure forme che colpiscono nella salute, nel lavoro, negli affetti, nei rapporti con gli altri alcuni effetti: arrabbiature senza motivo, tendenza all'isolamento totale.... Possono colpire individui o gruppi, anche molto numerosi.
4. Ossessioni diaboliche. Pensieri ossessivi, spesso assurdi, ma tali che la vittima non è in grado di liberarsene, per cui vive in continuo stato di prostrazione, con persistenti tentazioni di suicidio. Si tenga conto che il suicidio è una tentazione ben presente anche nei due casi precedenti. Spesso determinano come uno sdoppiamento
della personalità. La volontà resta libera, ma come oppressa dai pensieri ossessivi.
5. Infestazioni diaboliche. Con questa espressione non indichiamo i mali malefici sull'uomo, ma quelli che colpiscono luoghi case, uffici, negozi, campi..., oggetti automobili, cuscini, materassi, pupazzi..., animali. Abbiamo già visto la testimonianza di Origene, secondo cui anche in questi casi si facevano esorcismi, fin dai primi secoli del cristianesimo.
6. Ricordo infine l'espressione: soggezioni diaboliche che indica quando volontariamente, con un patto esplicito o implicito, ci si sottomette alla signoria del demonio. Si possono creare legami particolari anche per cause involontarie e si può in tal modo cadere in una delle forme precedenti, soprattutto nella forma più grave, la possessione diabolica. Per poter procedere nella nostra esposizione dobbiamo ancora vedere in che modo si può cadere in questi mali diabolici straordinari. E’ importante tenerne conto per esporre poi che cosa si può fare sia come prevenzione sia come liberazione. Notiamo quattro cause principali, di cui due colpevoli e due incolpevoli. 1. Per pura permissione di Dio. È chiaro che nulla accade senza il divino permesso; ma Dio non vuole mai il male, né la sofferenza, né la tentazione. Avendoci dato la libertà, permette il male e sa ricavarne il bene. In questa prima causa sappiamo che Dio può permettere al demonio di tormentare una persona, per temperarla nella virtù. È il caso biblico di Giobbe; è quanto è accaduto a tanti santi o beati. Ne approfittiamo per affermare che i disturbi diabolici, di per sé, non ci dicono niente circa lo stato di grazia delle persone che ne sono vittime.
2. Quando si subisce un maleficio. Anche in questo caso la vittima è incolpevole, ma c'è colpa da parte di chi fa il maleficio e di chi lo commissiona. Maleficio è nuocere ad altri mediante l'intervento del demonio. Può essere attuato in modi diversi: fattura, legatura, malocchio, maledizione... Non dimentichiamo che stiamo trattando temi gravi, ma che facilmente si prestano ad abbagli. Per cui c'è da guardarsi dalla sovrabbondanza di imbrogli, suggestioni, manie e simili.
3. Un'altra causale data da uno stato grave di indurimento nel peccato. E il caso evangelico di Giuda; è il caso di tanti che si sono abbandonati a perversioni sessuali, violenza, droga. Un'aggravante, oltre che una causa, che poi riscontriamo tremenda quando si procede negli esorcismi, è il delitto d'aborto: la liberazione richiede tempi assai più lunghi. Nello sfascio attuale della famiglia e della moralità, questa terza causa incide assai più che in tempi passati, per cui è grandemente aumentato oggi il numero delle persone colpite da mali malefici.
4. Frequenza a luoghi o persone malefiche. Partecipare a sedute spiritiche, fare magia o consultare maghi, stregoni, certi cartomanti e simili; praticare occultismo, partecipare a sètte sataniche o a riti satanici, che hanno il loro apice nelle messe nere... Aggiungiamo l'influenza di mezzi di massa, quali gli spettacoli porno, i films di violenza e di orrore di tante reti televisive; il diffondersi della musica rock, culminante nel rock satanico e che ha le sue chiese, oltre che in stadi e prati, in quasi tutte le discoteche... Anche queste forme sono oggi in esplosione: più cala la fede, più aumenta la superstizione. Gli ecclesiastici non hanno fatto nulla per opporvisi, o, almeno, per mettere in guardia da questi perìcoli. Non esitiamo a ripeterlo: per la loro completa ignoranza, anche di quanto esplicitamente è scritto nella Bibbia. Pure questa quarta causa è uno dei motivi per cui oggi i disturbi malefici sono più estesi che qualche decennio fa, specie tra i giovani. Ritengo fondamentale questa rapida esposizione perché, oltre ai princìpi generali circa l'esistenza e l'azione del demonio, occorre sempre tener presente quali mali Satana può causare e quali ne sono le cause, per potere prevenire e curare questi disturbi.
TESTIMONIANZE
Paolo VI ci parla di Satana Già il 29 giugno 1972 Paolo VI aveva parlato esplicitamente del demonio. Le frasi erano state forti. «Ho la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio». Il papa non esita a identificare questa forza negativa che vorrebbe soffocare i frutti del concilio: il suo nome è il diavolo. Il discorso provocò quasi uno scandalo nella stampa internazionale. Parlare di diavolo al giorno d'oggi — si affrettarono a dire i giornalisti — è voler ritornare al Medioevo. E, nella loro ignoranza, non si accorgevano che è un ritornare molto più indietro: al Vangelo, alla storia biblica, ad Adamo ed Èva! Qualche mese dopo, il 15 novembre dello stesso 1972, in un'udienza generale, il santo padre ha ritenuto necessario ritornare sul tema, con una chiarezza e una completezza che richiamano tutto l'insegnamento biblico ed ecclesiastico in materia. Riportiamo il discorso integralmente. «Quali sono oggi i bisogni maggiori della Chiesa? Non vi stupisca come semplicista, o addirittura come superstiziosa e irreale la nostra risposta: uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel male che chiamiamo il demonio. Prima di chiarire il nostro pensiero, invitiamo il vostro ad aprirsi alla luce della fede sulla visione della vita umana, visione che da questo osservatorio spazia immensamente e penetra in singolari profondità. E, per verità, il quadro che siamo invitati a contemplare con globale realismo è molto bello. E il quadro della creazione, l'opera di Dio, che Dio stesso, come specchio superiore della sua sapienza e della sua potenza, ammirò nella sua sostanziale bellezza. Poi è molto interessante il quadro della storia drammatica dell'umanità, dalla quale storia emerge quella della redenzione, quella di Cristo, della nostra salvezza, con i suoi stupendi tesori di rivelazione, di profezia, di santità, di vita elevata a livello soprannaturale, di promesse eterne. A saper guardare questo quadro non si può non rimanere incantati: tutto ha un senso, tutto ha un fine, tutto ha un ordine, e tutto lascia intravedere una Presenza Trascendenza, un Pensiero, una Vita, e finalmente un Amore; così che l'universo, per ciò che è e per ciò che non è, si presenta a noi come una preparazione entusiasmante e inebriante a qualche cosa di ancor più bello e ancora più perfetto. La visione cristiana del cosmo e della vita è pertanto trionfalmente ottimistica; e questa visione giustifica la nostra riconoscenza di vivere, per cui celebrando la gloria di Dio noi cantiamo la nostra felicità. Ma è completa questa visione? È esatta? Nulla ci importano le deficienze che ci sono nel mondo? Le disfunzioni delle cose rispetto alla nostra esistenza? Il dolore, la morte, la cattiveria, la crudeltà, il peccato: in una parola, il male? E non vediamo quanto male è nel mondo? Specialmente quando è male morale, cioè simultaneamente, sebbene diversamente, contro l'uomo e contro Dio? Non è forse questo un triste spettacolo, un inesplicabile mistero? E non siamo noi, proprio noi cultori del Verbo, i cantori del bene; noi credenti, i più sensibili, i più turbati dall'osservazione e dalla esperienza del male? Lo troviamo nel regno della natura, dove tante sue manifestazioni sembrano a noi denunciare un disordine. Poi lo troviamo nell'ambito umano, dove incontriamo la debolezza, la fragilità, il dolore, la morte, e qualche cosa di peggio: una duplice legge contrastante, una che vorrebbe il bene, l'altra invece rivolta al male; tormento che s. Paolo mette in umiliante evidenza per dimostrare la necessità e la fortuna d'una grazia salvatrice, della salute cioè portata da Cristo. Già il poeta pagano aveva denunciato questo conflitto interiore nel cuore stesso dell'uomo: «Video melioraproboque, deteriora sequor». «Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo le peggiori», Ovidio. Troviamo il peccato, perversione della libertà umana e causa profonda della morte, perché distacco da Dio, fonte della vita; e poi, a sua volta, occasione ed effetto d'un intervento in noi e nel nostro mondo d'un agente oscuro e nemico, il demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, ma un'efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà! Misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell'insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure chi la spiega come una pseudorealtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni. Il problema del male, visto nella sua complessità, e nella sua assurdità rispetto alla nostra unilaterale razionalità, diventa ossessionante. Esso costituisce la più forte difficoltà per la nostra intelligenza religiosa del cosmo. Non per nulla ne soffrì per anni s. Agostino: «Quaerebam unde malus et non erat exitus», «Io cercavo donde provenisse il male e non trovavo spiegazione». Ed ecco allora l'importanza che assume l'avvertenza del male per la nostra corretta concezione cristiana del mondo, della vita, della salvezza. Prima dello svolgimento della storia evangelica, al principio della sua vita pubblica, chi non ricorda la pagina densissima di significato della triplice tentazione di Cristo? Poi nei tanti episodi evangelici, nei quali il demonio incrocia i passi del Signore e figura nei suoi insegnamenti? E come non ricordare che Cristo, tre volte riferendosi al demonio come al suo avversario, lo qualifica "principe di questo mondo"? E l'incombenza di questa nefasta presenza è segnalata in moltissimi passi del Nuovo Testamento. S. Paolo lo chiama "il dio di questo mondo" e ci mette sull'avviso sopra la lotta al buio che noi cristiani dobbiamo sostenere non con un solo demonio, ma con una sua paurosa pluralità: «Rivestitevi — dice l'Apostolo — dell'armatura di Dio per poter affrontare le insidie del diavolo, poiché la nostra lotta non è soltanto col sangue e con la carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori delle tenebre, contro gli spiriti maligni dell'aria» Ef 6, 11-12. E che si tratti non di un solo demonio, ma di molti, diversi passi evangelici ce lo indicano. Ma uno è principale: Satana, che vuoi dire l'avversario, il nemico, e con lui molti: tutti creature di Dio, ma decadute perché ribelli e dannate; tutto un mondo misterioso, sconvolto da un dramma infelicissimo, di cui conosciamo ben poco. Conosciamo tuttavia molte cose di questo mondo diabolico, che riguardano la nostra vita e tutta la storia umana. Il demonio è all'origine della prima disgrazia dell'umanità; egli fu il tentatore subdolo e fatale del primo peccato, il peccato originale. Da quella caduta di Adamo il demonio acquistò un certo impero sull'uomo, da cui solo la redenzione di Cristo ci può liberare. È la storia che dura tuttora: ricordiamo gli esorcismi del battesimo ed i frequenti riferimenti della S. Scrittura e della liturgia alta aggressiva e all'opprimente "potestà delle tenebre". È il nemico numero uno; è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero, e che con proditoria astuzia agisce ancora. È il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana. Da ricordare la rivelatrice parabola evangelica del buon grano e della zizzania, sintesi e spiegazione dell'illogicità che sembra presiedere alle nostre contrastanti vicende: «inimicus homo hoc fecit» Mt 13,28. È «l'omicida fin da principio... e padre della menzogna», come lo definisce Cristo; è l'insidiatore sofistico dell'equilibrio morale dell'uomo. È lui il perfido ed astuto incantatore che in noi sa insinuarsi, per via dei sensi, della fantasia, della concupiscenza, della logica utopistica, o di disordinati contatti sociali, nel gioco del nostro operare, per introdurvi deviazioni, altrettanto nocive quanto all'apparenza conformi alle nostre strutture fisiche o psichiche, o alle nostre istintive e profonde aspirazioni. Sarebbe questo, sul demonio e sull'influsso che egli può esercitare sulle singole persone, come su comunità, su intere società o su avvenimenti, un capitolo molto importante della dottrina cattolica da ristudiare, mentre oggi poco lo è. Si pensa da alcuni di trovare negli studi psicanalitici e psichiatrici, in esperienze spiritiche, oggi purtroppo tanto diffuse in alcuni Paesi, un sufficiente compenso. Si teme di ricadere in vecchie teorìe maniache, o in paurose divagazioni fantastiche e superstiziose. Oggi si preferisce mostrarsi forti e spregiudicati, atteggiarsi a positivisti, salvo poi prestar fede a tante gratuite utopie magiche o popolari o, peggio, aprire la propria anima — la propria anima battezzata, visitata tante volte dalla presenza eucaristica e abitata dallo Spirito Santo! — alle esperienze licenziose dei sensi, a quelle deleterie degli stupefacenti, come pure alle seduzioni ideologiche degli errori di moda; fessure queste attraverso le quali il maligno può facilmente penetrare ed alterare l'umana mentalità. Non è detto che ogni peccato sia direttamente dovuto ad azione diabolica; ma è pur vero che chi non vigila con certo rigore morale sopra se stesso si espone all'influsso del "mysterium iniquitatis" a cui s. Paolo si riferisce 2 Tessalonicesi 2, 3-12 e che rende problematica l'alternativa della nostra salvezza. La nostra dottrina si fa incerta, oscurata come è dalle tenebre stesse che circondano il demonio. Ma la nostra curiosità, eccitata dalla certezza della sua esistenza molteplice, diventa legittima con due domande. Vi sono segni, e quali, della presenza diabolica? E quali sono i mezzi di difesa contro così insidioso pericolo? La risposta alla prima domanda impone molta cautela, anche se i segni del maligno sembrano farsi evidenti. Potremo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale, sottile e assurda; dove la menzogna si afferma ipocrita e potente, contro la verità evidente; dove l'amore è spento da un egoismo freddo e crudele; dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e ribelle; dove lo spirito del vangelo è mistificato e smentito; dove la disperazione si afferma come l'ultima parola ecc. Ma la diagnosi è troppo ampia e difficile, che noi non osiamo ora approfondire e autenticare; non però priva per tutti di drammatico interesse, a cui anche la letteratura moderna ha dedicato pagine famose. Il problema del male rimane uno dei più grandi e permanenti problemi per lo spirito umano, anche dopo la vittoriosa risposta che vi da Gesù Cristo. «Noi sappiamo — scrive l'evangelista s. Giovanni — che siamo nati da Dio e che tutto il mondo è posto sotto il maligno» 1 Gv 5,19. All'altra domanda: quale difesa, quale rimedio opporre all'azione del demonio? La risposta è più facile a formularsi, anche se rimane difficile ad attuarsi. Potremmo dire: tutto ciò che ci difende dal peccato ci ripara per ciò stesso dall'invisibile nemico. La grazia è la difesa decisiva. L'innocenza assume un aspetto di fortezza. E poi ciascuno ricorda quanto la pedagogia apostolica abbia simboleggiato nell'armatura d'un soldato, le virtù che possono rendere invulnerabile il cristiano. Il cristiano deve essere militante; deve essere vigilante e forte; e deve talvolta ricorrere a qualche esercizio ascetico speciale per allontanare cèrte incursioni diaboliche. Gesù lo insegna indicando il rimedio "nella preghiera e nel digiuno". E l'Apostolo suggerisce la linea maestra da tenere: «Non lasciatevi vincere dal male, ma vinci nel bene il male» Romani 12,21. Con la consapevolezza perciò delle presenti avversità in cui oggi le anime, la Chiesa, il mondo si trovano, noi cercheremo di dare senso ed efficacia alla consueta invocazione della nostra principale orazione: «Padre nostro... liberaci dal male!». A tanto giovi, anche la nostra apostolica benedizione.
Influenza nefasta di certe musiche
Già vari autori cattolici hanno messo in guardia sulle nefaste conseguenze del Rock satanico. Ricordo in particolare: Piero Mantero, Satana e lo stratagemma della coda, Segno editore, e il libro di Corrado Balducci, Adoratori di Satana, Ed. Piemme. Riporto alcuni tratti fondamentali, dalla rivista Lumière et Paix, maggiogiugno 1982, p. 30. Esiste negli Stati Uniti, estesa poi su scala internazionale, una associazione che si chiama WlCCA Tradotto significa: Associazione dei fattucchieri e congiurati. I componenti di questa associazione sono numerosissimi; possiedono tre compagnie di dischi e ogni disco ha lo scopo di contribuire alla demoralizzazione e alla disorganizzazione interiore della psicologia dei giovani. Praticano il satanismo e si consacrano alla persona di Satana. Ognuno di questi dischi descrive esattamente gli stati d'animo che convengono ai discepoli di Satana, e invita le persone a celebrarne la gloria, l'onore, la lode. C'è anche un famoso gruppo, i ROLLIN STONES, anch'essi appartenenti a una setta satanica della regione di San Diego, che divulgano in molti loro canti — anche se non in tutte le loro musiche — gli stessi princìpi, poiché sono sempre persone consacrate al culto di Satana. È molto conosciuta anche un'altra organizzazione, quella dei GARRY FUNKELL, che produce lo stesso tipo di musica. Questi gruppi hanno soprattutto lo scopo di divulgare i dischi che hanno per fine di condurre i giovani al satanismo, ossia al culto di Satana. I dischi consacrati a Satana si basano su quattro princìpi.
1. Per prima cosa è importante il ritmo, chiamato Beat, che si sviluppa seguendo i movimenti della relazione sessuale. Tutto a un tratto gli ascoltatori si sentono coinvolti in una specie di frenesia. È per questo motivo che si sono registrati molti casi d'isterismo, prodotti dall'ascolto continuo di tali dischi; è il risultato che si ottiene esasperando l'istinto sessuale per mezzo del Beat di cui abbiamo parlato. ;
2. In secondo luogo è usata la intensità del suono, scelta deliberatamente in modo da raggiungere una forza di 7 decibels superiore alla tolleranza del sistema nervoso. È tutto ben calcolato; quando ci si sottopone a questa musica per un certo tempo, sopravviene nella persona un certo tipo di depressione, di ribellione, di aggressività. In tal modo uno arriva a dire, senza rendersene conto: «In fondo, io non ho fatto nulla di male: ho solo ascoltato della musica per tutta la serata». Così credono anche molti genitori ed educatori, del tutto inesperti in questo campo — ndr. E invece un metodo previsto e ben calcolato, diretto a esasperare il sistema nervoso e orientato, in tal modo, al conseguimento di un risultato preciso: portare gli ascoltatori ad uno stato di confusione e di disordine, che li spinge alla ricerca di come attualizzare il Beat, ossia il Ritmo, che hanno ascoltato per tutta la serata; ed è così che si arriva anche a reclutare nuovi adepti da avviare al satanismo. Ed è lo scopo finale che si prefiggono gli autori.
3. Il terzo principio è di trasmettere un segnale subliminale. Si tratta di trasmettere un segnale elevatissimo al di sopra dell'udito, un segnale supersonico che agisce sull'inconscio. E un suono frastornante, dell'ordine di circa 3.000 vibrazioni al secondo, che non è possibile afferrare con le proprie orecchie proprio perché è supersonico; esso scatena nel cervello una sostanza il cui effetto è esattamente identico a quello della droga. Si tratta così di una droga naturale, prodotta dal cervello in seguito a quegli stimoli che si sono ricevuti, ma di cui non ci si è resi conto. Ad un certo momento ci si sente strani... Questa stranezza induce la persona a ricercare la droga vera e propria, o a prenderne dosi maggiori se si è già tossicodipendenti.
4. C'è anche un quarto elemento: La consacrazione rituale di ogni disco nel corso di una messa nera. Prima infatti che ogni disco sia immesso nel mercato, viene consacrato a Satana con un rituale particolare, che è una forma vera e propria di messa nera. Se qualche volta vi siete presi la pena di analizzare le parole di queste canzoni con l'ausilio di un personal computer, Parole che talvolta sono nascoste, veri e propri messaggi, e percepibili solo ascoltando il brano regolandone opportunamente la velocità, ed all'indietro, in senso inverso, vi sarete accorti che i temi generali sono sempre gli stessi: ribellione contro i genitori, contro la società, contro tutto quello che esiste; la liberazione di tutti gli istinti sessuali; la possibilità di creare uno stato anarchico, per far trionfare il regno universale di Satana. Ci sono anche degli inni direttamente dedicati a Satana. Basta prendere, ad esempio, la canzone "Hair", per trovarvi quattro parti dedicate al culto di Satana. Dopo quanto abbiamo detto, chi oserebbe negare il pericolo delle influenze del maligno, che conta tanti complici nella via della ribellione e dell'odio? Leggiamo nell'Apocalisse: «E s'adirò il drago; contro la donna, e se ne andò a far guerra al resto della sua discendenza, a quelli che osservano i comandamenti di Dio e hanno a cuore la testimonianza di Gesù» 12,17. 75
COME RICONOSCERE LE PRESENZE MALEFICHE
Entriamo nel vivo del problema che a noi interessa: quali sono i sintomi da cui si capisce che un male è malefico e non di origine naturale. In base ai risultati di questo esame si procederà a indirizzare la persona o ai medici, o si farà una preghiera di liberazione, oppure un esorcismo. Quanto esponiamo è frutto di esperienza, ma ha un valore molto personale. Le poche regole suggerite dal Rituale sono del tutto insufficienti e non esistono libri che trattino questo argomento. Per cui anche tra gli esorcisti il modo di procedere è molto vario, dipendendo dall'esperienza che ciascuno ha fatto per proprio conto. Qualcuno si aiuta facendo riempire un modulo con delle domande. Altri, i più, procedono a un interrogatorio della persona interessata e dei familiari: è molto importante anche la testimonianza dei familiari perché spesso chi è colpito da questi mali particolari non è in grado di rendersi conto con esattezza del suo comportamento e delle sue reazioni. Lo svolgimento di questi procedimenti è molto importante perché è da qui che si distinguono quali sintomi sono significativi e quali no, per riconoscere se ci si trova di fronte a un male di origine malefica. Diciamo anche subito che di sintomi ce ne vogliono vari un sintomo solo, per quanto significativo, non può mai bastare; ma poi è solo con l'esorcismo che si univa alla certezza morale. Il metodo da me seguito è procedere a un breve interrogatorio per vedere se ci sono sintomi di "sospetto": se questi mancano come mi capita il più delle volte, mi limito a qualche consiglio adatto al caso, ma non do neppure un appuntamento. Si noti che questo primo esame sono solito farlo per telefono o per lettera; per questo è molto breve. E un metodo reso necessario dal grandissimo afflusso di richieste. Se riscontro segni di "sospetto" fisso un appuntamento e inizio senz'altro con un esorcismo di indagine, che può essere più o meno lungo secondo le reazioni che riscontro. Si noti un aspetto che considero fondamentale! Ritengo che l'esorcismo abbia non solo effetto curativo di liberazione, ma anche, e prima di tutto, diagnostico. È molto interessante osservare il comportamento durante l'esorcismo; spesso è ancor più significativo vedere l'effetto dell'esorcismo a distanza di giorni; in molti casi è fondamentale tener conto delle evoluzioni che avvengono durante una serie di esorcismi: sia riguardo al comportamento della persona, sia riguardo alle conseguenze. Talvolta mi è capitato che, solo dopo una serie di esorcismi, si è potuto giungere a una diagnosi sicura; altre volte è avvenuto che il comportamento della persona esorcizzata ha seguito un'evoluzione del tutto imprevedibile lungo il corso degli esorcismi, ma tale da evidenziare sempre più la natura del male e giungere alla liberazione. Nell'interrogatorio preliminare chiedo, per prima cosa, perché hanno pensato di rivolgersi a un esorcista e in base a quali sintomi. Spesso emergono motivi banali, tali da liquidare la richiesta con poche battute.
Qualche esempio. «Ho sentito parlare di mali, malefici e vorrei vedere se ne ho»; ma la persona si mostra priva di qualsiasi sintomo significativo. «Preghi, si accosti spesso ai sacramenti, viva conforme alla legge del Signore e cacci via ogni falsa paura»: il caso è chiuso.