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COLLOQUI SPIRITUALI QUARESIMA 2005 Natuzza Evolo

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2015 17:11
23/02/2015 17:10

Natuzza: Signore, ci avete lasciato la volontà libera, quindi loro vanno dove vogliono.


Gesù: Figlia, tu hai ragione, ma devono pensare che sopra di loro c'è Qualcuno.


Natuzza: Ma non c'è nessuno per loro? Ci sono solo loro, peccatori e peccatrici, delinquenti di tutte le maniere?


Gesù: Fate il peccato? Non glielo fate fare agli altri. Voi siete responsabili della vostra condotta, ma anche della condotta degli altri, che voi corrompete. Non fate queste cose. Figli, voi andate in cerca non della salvezza, ma della perdizione. Quando vi pentite? Quando? Se voi non volete, non vi pentite mai, perchè la volontà la usate per il peccato. Se mettete volontà e dite: "Oggi miglioro un poco, domani un altro poco", riuscite. Invece fate così: "Oggi vado all'appuntamento, domani torno". E perché andate all'appuntamento? Per fare peccati? Per rubare il marito agli altri o per rubare la donna all'uomo? Questo è peccato. Questo è grave. Se vi volete salvare cercate - se avete sbagliato - di non sbagliare più. Se cadete rialzatevi. Perché dovete continuare nel peccato?


Natuzza: Signore, che cosa posso fare?


Gesù: Non puoi fare niente, perché è da una vita che soffri: io con te e tu con me. Il tuo corpo è distrutto, ma non l'anima.


Natuzza: Signore, ho un cuore piccolo piccolo.


Gesù: Ce l'hai piccolo per me? Per me il posto c'è stato e ci sarà sempre. Il cuore ce l'hai grande e serve per le tigri, per i leoni, per i cani, pure per le pecore. Figlia, anche gli elefanti s'inchinano davanti alle persone umili e le parole povere li confondono. Stai tranquilla. Adesso è un periodo di peccati terribili. Sono afflitto. Pregate molto.


Natuzza: Signore, che cosa devo fare?


Gesù: Niente di più. Ti basta quanto stai soffrendo. Tu soffri ed offri: prima per consolare il mio cuore e poi per la riparazione del peccato. Ti benedico.


Natuzza: Si è aperto il piede. Il Signore me l'ha toccato, perchè mi doleva: Gesù, pure il piede mi toccate? E l'ho ritirato.


Gesù: Questa piaga è un balsamo per le anime, affinché si convertano. Ma sempre parli? Perché parli?


Natuzza: Parlo perchè avete toccato questo piede sporco!


Gesù: Se ti dico che è un balsamo per la salvezza delle anime!


Natuzza: E può essere il piede mio?


Gesù: Tutto! Quando il Signore benedice, tutto è grazia per la salvezza. Queste piaghe, queste sofferenze per chi le offri? Per me? Per la salvezza delle anime. Le offri a me per dare la salvezza a loro.


Natuzza: lo non so queste cose. lo vi dico: "Signore vi offro la mia sofferenza".


Gesù: E non dici niente altro?


Natuzza: Per la salvezza del mondo, dico: "per la salvezza di chi soffre", "te le offro affinché non soffra un'altra poveretta che è ammalata". Questo dico e nient'altro. Poi fate voi quello che volete.


Gesù: lo ho fatto sempre quello che ho voluto, ti ho sempre usata. Ma non per farmi un piacere, ma per amore degli altri, perché li voglio tutti salvi. Non mi vogliono bene, ma io sì, sono i miei figli e li voglio salvi. Tu che dici per i tuoi figli, anche per gli estranei: "Crescete sani e santi, virtuosi ed intelligenti". Perché gli fai questa predica? Perché vuoi il loro bene. Ed io voglio il bene per i miei figli, per tutto il mondo. Non mi conoscono, ma io mi faccio conoscere pure con un piccolo scherzo. Che cos'è la tua sofferenza? Un piccolo scherzo. Per me un piccolo scherzo, per te un gran dolore. Come la sopporti? Vedendo me nei tuoi occhi, nel tuo cuore e nella tua mente. È tanta la gioia che hai che sopporti i dolori, figlia mia. Quando vedi me ti passa tutto.


Natuzza: O Gesù mio, mi passa per un minuto, poi mi torna.


Gesù: Ecco perché sono sempre nei tuoi occhi, nella tua mente, nella tua bocca e nel tuo cuore per non farti sentire il dolore. E cosa fai? Piangi e sorridi. Io piango e benedico. Piango per i peccati del mondo, però poi sono miei figli e li benedico lo stesso. Tu hai preso l'esempio, perché ti ho cresciuta e hai imparato questa tenerezza per gli altri.


Gesù: Sei pazza d'amore per me. Non sei pazza d'amore per un altro, sei pazza d'amore per me e per Maria, ma più per me perché ti ho cresciuta come ho voluto, a modo mio.


Predica a tutti di dispensare l'amore, perchè l'amore è la cosa più grande. Se dispensate l'amore non peccate, ma se non lo dispensate dimenticate cos'è l'amore. L'amore vostro è momentaneo, ma se voi lo dispensate prendete l'abitudine e fate piacere alla Madonna e a me. L'amore non ha limiti perché ho sete di anime. Tu per accontentare me hai sete di due cose: di sofferenze e di dolore. Sei furba e un po' egoista perché dici: "Se io ho la sofferenza Gesù viene e mi consola, se non ho la sofferenza Gesù mi trascura". Non è vero che ti trascuro! Tu hai sempre la sofferenza, ma anche il minuto o il momento in cui non ce l'hai, io sono nei tuoi occhi e nel tuo cuore. Quindi non ti trascuro. Sono sempre presente. In ognuno, in tutti sono presente. Ma non sono presenti loro, perché hanno altro da pensare. Io voglio che si occupino, come ho detto a te, di tutto e di tutti, però per un minuto al giorno vorrei essere al primo posto.


Natuzza: Signore, mi dite che sono egoista, ma pure voi dite che volete essere il primo! Gesù: Ma io chiedo un minuto, non chiedo una giornata, solo un minuto. Se per te sono in tutte le ore del giorno, per gli altri perché non posso essere un minuto? Tu sei una figlia, loro sono tanti figli. Un minuto ciascuno fanno una corona di pensieri, di preghiere e di amore.


Natuzza: Signore, voi mi fate questi ragionamenti, ma io sono una povera ignorante e stupida.


Gesù: Per quanto sei ignorante e stupida il pensiero per me l'hai avuto sempre e ce l'hai sempre. E in tutti questi anni non ti è cresciuto di più? L'hai alimentato questo pensiero, perché mi vuoi bene, perché dicevi che eri senza padre e senza madre. Ti ho fatto da padre e da madre e ti sei innamorata pazzamente. E perché gli altri non vogliono fare un minuto di riflessione, per pensare che Io esisto e ci sono? Nei momenti della loro tristezza mi chiamano e poi non esisto più. Allora chi sono? Un padre d'amore o un padre di comodo? lo voglio essere un Padre di Amore.


Natuzza: Gesù, perché mi fate la carezza sui capelli? Ce li ho tanti sporchi! Mi manca la forza pure di lavarli... fatemi una carezza al viso, perché così vi bacio la mano. Le mani vostre sono morbide, pure, belle.


Gesù: A me non interessa ciò che è brutto di fuori, le sporcizie esterne, a me piace la purezza del cuore, dell'anima.


Natuzza: Allora non mi toccate i capelli. La mattina dopo li ho lavati.


Gesù: Ah, questa mattina non parli, sei muta?


Natuzza: Signore, non sono muta. Mi sono lavata i capelli, perché mi dispiace che voi mi toccate i capelli sporchi.


Gesù: E che ti sembra che mi sporco le mani? Le mani mie non si sporcano mai. Si sporcano solo quando vedo il peccato nell'anima, perché l'anima la voglio pulita. Se non è pulita mi addolora il cuore.


Gesù: Accontentate la Madonna: lei è felicissima se moltiplicate i Cenacoli. Io sono felice, ma lei è più felice di me, perché è stata lei che li ha chiesti. Accontentatela! Non solo è contenta Lei, ma è contento anche chi li pratica, perchè vede i frutti giorno per giorno. Questa è la riparazione del peccato. Questo è il momento più pericoloso, perché il demonio si introduce dovunque per far fare peccato, per disturbare la pace delle anime buone.


Gesù: Figlia mia, hai passato una brutta nottata nella sofferenza. Sono contento che me le offri per la conversione dei peccatori, che sono ostinati e non pensano che lo ci sono, per raccomandarsi. Figlia, distribuisci il tuo amore alle anime che non hanno amore verso di me e verso il prossimo.


Natuzza: Signore, mi chiedete una cosa che non faccio. Come divido il mio amore dopo ottanta anni? No! Il mio amore resta com'è! Ho lavorato una vita, piena di sacrifici, di preghiere, ricevendo la gente dalla mattina alla sera, alzandomi la notte per farvi contento: l'amore lo voglio per me.


Gesù: Cosa dici?


Natuzza: Sì! Se ho un piatto di pasta e lo divido tra quattro persone, che mi resta? Così non mi resta manco l'amore vostro. Io vado in cerca per averlo, per darvelo, perchè non è sufficiente per farvi contento.


Gesù: Ma non dire queste cose, perché io sono contento lo stesso.


Natuzza: Sapete come lo distribuisco il vostro amore? Dicendo: "Perdonate i nemici, amate il Signore, chiedete perdono, sopportate chi vi insulta". Così, ma non do il mio agli altri.


Gesù: Ti vuoi litigare con me?


Natuzza: Questo non è litigare. Io sono gelosa, perché vado in cerca di amore per potervelo dare, offrirlo, perché mi sembra sempre che non vi faccio contento, che sono cattiva. E allora cerco di conquistarmi questo affetto.


Gesù: Non te ne ho dato mai affetto? Sempre! Allora non vuoi dare amore agli altri?


Natuzza: Sì, io voglio dare amore agli altri, ma non che me lo tolgo io per darlo agli altri. Questo non lo faccio mai.


Gesù: Ma sei stupida del tutto? Tu hai bisogno di una carezza e di affetto. Lo so, li hai avuti da quando sei nata e non sei contenta?


Natuzza: Certo che sono contenta, ma l'amore non lo divido mai con gli altri, perché più ne ho amore per voi e più ve ne voglio dare.


Gesù: Ma tu me ne dai lo stesso. E perché se stai mangiando e viene un povero non lo fai sedere a tavola con te?


Natuzza: Questa è un'altra cosa! L'amore come voler bene non si può dividere, s'insegna. Ho impiegato una vita per imparare come si ama e pure gli altri possono imparare come ho imparato io. Voi dite che tutti dobbiamo fare sacrifici, che tutti dobbiamo amare: gli altri non li possono fare come li ho fatti io? Non vogliono offrire il loro corpo, come dite voi. Di me vi siete preso l'anima e il corpo, il corpo in riparazione dei peccati e l'anima per custodirmela. Se loro non ve lo danno, voi perchè me lo rubate per darlo a loro?


Gesù: E non ti litigare, non ti affliggere per queste cose. Io voglio l'amore di tutti perché a tutti do amore. Vado incontro a tutti per amarli, loro mi respingono, mentre tu mi aiuti. Non ti fare brutta.


Natuzza: Non è che mi faccio brutta, ma io do tutto alle persone, tutto quello che ho, ma l'amore vostro non lo divido con nessuno. Ho impiegato una vita per conquistarmi questo amore e adesso glielo regalo alla gente? Manco morta!


Gesù: Ma non dico che devi regalarlo, distribuirlo.


Natuzza: No! Vi ripeto che io lo distribuisco dicendo: "Gesù è buono, Gesù è carità, Gesù è amore, ci vuole bene, ma gli dobbiamo volere bene".


Gesù: E cosa intendevi dire tu?


Natuzza: Voi dite: "Distribuisci il tuo amore". Io sono gelosa del mio amore.


Natuzza: Non riuscivo a scendere dal letto. Gesù è venuto vicino, mi ha toccato la testa.


Gesù: Porgimi le mani.


Natuzza: Gli ho dato le mani e mi ha alzato. Ho sentito dolore, avevo le mani piene di sangue. Gesù, ma voi vi siete fatto male con me?


Gesù: No, io non mi faccio mai male. Tu ti sei fatta male, ma già me l'hai offerto. Figlia


mia, tu soffri, ma anch'io soffro! Tutti per procurarsi la sedia discutono, bestemmiano, si litigano uno contro l'altro. Questo mi fa soffrire. Vedendo soffrire me, soffri anche tu. Sono venuto per avere un po' di consolazione. Tu la dai a me, io la do a te.


Senti, dobbiamo parlare di quello che abbiamo detto ieri, perché non ti voglio vedere soffrire per certe cose che tu non capisci. Adesso ti faccio un esempio.


Natuzza: Gesù, gli esempi vostri non li capisco, perché voi parlate complicato.


Gesù: No, non parlo complicato. Vedi, tu prendi un grande braciere, lo metti per terra; per tutta la vita questo braciere l'hai riempito di carboni e ogni giorno si accendevano. Ti ho messo in un branco di lupi, di tigri. Questi carboni accesi mandano ogni tanto scintille, i lupi hanno paura delle scintille e si allontanano. Invece, dopo un po', sentono freddo e si avvicinano al fuoco, si riscaldano e sono contenti.


Natuzza: Gesù, vedete? Voi mi parlate ancora complicato: cosa c'entrano le tigri, i lupi...?


Gesù: Lasciami che ti spiego. Queste tigri si riscaldano, perché sono bagnate e sofferenti. Le tigri e i lupi che erano nell'angoscia, nella malattia e nella sofferenza sono diventati agnellini docili.


Natuzza: Signore, ma per il fuoco che ho acceso sono diventati così?


Gesù: Sì! (con un tono!) Fatti il conto, tutta la vita un carbone al giorno è diventato un monte di fuoco. Le scintille volano, ma il fuoco resta sempre nel braciere acceso.


Natuzza: Perché parlate così?


Gesù: Per confondere i sapienti. Non parlo complicato, ma con parole povere che tu puoi ripetere per confondere i potenti. Perché vi rifiutate di conoscermi? Perché siete orgogliosi e non volete la verità, la giustizia. Avete paura e vi rifiutate di conoscermi.


Natuzza: E fate la predica a me, Gesù mio?


Gesù: E tu la fai agli altri. È la paura che li trattiene a non credere. Sono loro che si rifiutano. Sono carità, misericordia ed amore. E l'amore lo pretendo non per me ma per gli altri, per quelli che hanno bisogno. Voi guardate il ceto sociale: "Non vado con quella, vado con questa", perché vi vergognate, siete pieni di superbia e di orgoglio. La superbia non regna e se regna non dura.


Senza di me cosa sapete fare? lo sto sempre accanto a tutti voi. Vi scoraggiate per ogni stupidaggine. Chiamatemi! lo vi vengo incontro. Andate incontro a chi soffre, perché così venite incontro a me, mi date gioia e consolazione. Non serve per me, ma serve per voi stessi che piangete.


Natuzza: Piangevo.


Gesù: Amore mio, perché piangi? Ti ricordi quando hai accarezzato un passerotto morto ed è ritornato in vita?


Natuzza: Se sapevo di avere il potere di fare miracoli, facevo tornare in vita le persone.


Gesù: Come no! Tu fai rinascere le persone morte nel profondo, dal peccato. E che cosa meritano secondo te, un castigo?


Natuzza: No, Signore, le dovete perdonare.


Gesù: E allora cosa fai? Sei attaccata come la pianta al muro: anche se le foglie seccano un po' in autunno, resta sempre la radice.


Natuzza: Sentite, non mi parlate complicato, mi fate impazzire.


Gesù: No, non impazzisci. Le farfalle, ammalate dal peccato, restano attaccate, sono mezze morte e non si muovono perché stanche. Le farfalle non fanno peccati, non bestemmiano, non parlano. Con il tuo esempio, con la tua carità e con la predica che fai loro si svegliano un po'. Però ci vuole del tempo. E cosa devi fare? Offri le tue sofferenze. Lo so che soffri per svegliare una farfalla che è leggera, immagina se puoi svegliare i topi! Le farfalle sono fragili e con una preghiera, con una sofferenza, con una carezza, con la tua umiltà le svegli. Ma i topi è difficile. Devi soffrire, offrire e stare muta.


Natuzza: E voi dite che ho la bocca...


Gesù: Per parlare e pregare.


Natuzza: Parlare di che cosa?


Gesù: Parlare di cose sante, non di diavolerie. La salvezza c'è solo in questo modo.


Natuzza: Ah, siete tornato un'altra volta indietro! Vi ho detto: cento anni a me di Purgatorio, ma dovete salvare tutti.


Gesù: Sei capace di dare comandi! Sai a chi puoi dare comandi? Alle persone intelligenti, non alle persone umili.


Natuzza: Più intelligente di voi, Gesù mio, chi c'è!


Gesù: No, io sono umile, sono povero, però amo. Quelli che si vestono del loro "io" e pensano che per loro non viene mai la fine, non amano. Fanno peccati dalla mattina alla sera per guadagnare soldi. Credono che tutti l'apprezzino. Sono disprezzati prima dai loro figli e dalle proprie mogli e poi pure da me. Solo che io sono amore e carità e uso questa carità perchè sono i miei figli.


Gesù: Mi hai dato un'altra gioia l'altro giorno. E venuta una signora e ti ha detto: "Povera signora, avete fatto una vita sacrificata, dolorante e di inferno. Se voi dite che avete parlato per settant'anni, da quando avevate dieci anni, avete fatto settant'anni dolorosi". Tu hai risposto: "Signora, che cosa dite! Voi state sbagliando! Io non ho fatto una vita di inferno, ma una vita di gioia perché mi consolo con Gesù e la Madonna e pure con le anime sante del Purgatorio. Io la consolazione ce l'ho meglio di tutto il mondo. E sono felice e contenta con il mio Signore. Acquistatevi l'amore di Gesù e sarete contenti anche voi e non sentirete le sofferenze che vi capitano, perché sentite solo la gioia di Dio". Questa risposta mi ha consolato.


Gesù: Stai soffrendo? Offri per me.


Natuzza: Certo, per chi l'offro, sempre per voi. Oggi sembrate un cavaliere. Venite sorridente.


Gesù: E perché le altre volte ti porto tristezze?


Natuzza: Gesù, ieri sera, nella televisione, c'era uno che vi somigliava. Aveva gli occhi vostri. Vi assomigliava tanto che ho pensato...


Gesù: Dimmi, che hai pensato?


Natuzza: Che ai tempi vostri, quand'eravate sulla terra, avevate parenti e questa è una radice di parenti perchè vi somiglia dagli occhi.


Gesù: Senti, gli altri ti dicono che sei matta, te lo devo dire pure io? I parenti miei siete tutti, mi assomigliate tutti.


Natuzza: Voi siete il principe, il re, una persona nobile, non vi possiamo somigliare.


Gesù: E perché no? Non sono re, non sono principe e non sono nobile. lo sono uno di voi. Con un principe e con un re tutti ci terrebbero ad andare, invece con me non vuole venire nessuno. Se ero principe o re, ricavavano qualcosa e si avvicinavano. lo li avvicino e loro si allontanano perché non mi vogliono: questa è la mia amarezza! Vogliono la ricchezza nelle mani, ma non la ricchezza dell'anima.


Natuzza: O Gesù mio, pure io mi tiro indietro?


Gesù: No, tu no, perchè ti ho cresciuta.


Natuzza: lo voglio essere sempre fedele, finchè vivo.


Gesù: E dopo morta non mi vuoi? Vuoi la condanna?


Natuzza: No, non voglio la condanna, perchè voglio stare ai vostri piedi, lavarli e bere l'acqua.


Gesù: Li hai lavati e l'hai bevuta.


Natuzza: E come?


Gesù: Con tutte le sofferenze e amarezze della gente, che doni a me. lo mi bevo le amarezze, le racconto a te e tu le offri a me.


Natuzza: Signore, mi raccontate le vostre amarezze e ve le posso far passare?


Gesù: No! Ma mi consoli, come quelli che vengono da te e tu gli dai una parola di conforto: vengono piangendo per i dolori e poi piangono per la gioia. Così sono io, pieno di amarezza, tu mi consoli offrendo i tuoi dolori, le tue sofferenze, le tue mortificazioni.


Natuzza: Voi mi confortate! Quando vi vedo mi passano tutti i dolori. Vi voglio fare un'altra domanda.


Gesù: E parla!


Natuzza: Ne avevate parenti quando eravate vivo?


Gesù: E perché adesso sono morto?


Natuzza: Allora una famiglia l'avete mai avuta? Mamma, padre, sorelle, fratelli?


Gesù: Tutti siete sorelle, fratelli, mamma, genitori, amici. Tutti siete figli miei.


Natuzza: E allora non ce l'avevate i genitori?


Gesù: E Maria non è mia Madre? Va', va' non fare ragionamenti storti. Lo dicevano che eri


pazza e che eri storta, ma sei storta davvero. Per me siete tutti figli, mamme, padri e sorelle. Natuzza: E allora perché quello vi assomigliava?


Gesù: Perché in tutti gli occhi delle persone vedi me. Perché sei tu che vedi così. È mio figlio, è mio fratello, è mio nipote, non lui, ma tutto il mondo. Siete nel mio cuore, nel mio pensiero, perché io ho sempre sete di anime. Voglio che nessuno si perda. Si rifiutano, ma io insisto sempre. Tu insisti qua. Quando sei dall'altra parte insisti là, perchè tu mi devi accompagnare. Hai detto che sono il compagno di viaggio? E tu viaggi con me. Sei contenta o no?


Natuzza: Certo, Signore! Vi amo, vi voglio bene, voglio essere sempre ai vostri piedi.


Gesù: Tu sei l'amica e la sorella. I veri amici è difficile trovarli. Quelli che dicono di essere amici, li senti nei loro momenti di necessità. Quando hanno bisogno mi chiamano, quando non hanno bisogno non mi conoscono. Non ti è capitato mai o ti capita tutti i giorni,


che qualcuno finchè ha bisogno ti abbraccia, ti stringe, ti fa il sorriso, ti dice: "Fammi questo, fammi quest'altro", passati quei giorni non esisti più? Dopo tanti anni ha un'altra necessità, ha la faccia tosta per venire, per dire: "Voglio questo". E così sono gli amici miei. Quelli che sono intimi mi offrono, mi invocano, sono presenti e sono sempre vicini, nella gioia e nel dolore. Questi sono sorelle e fratelli veri, non come quelli che nel momento del bisogno prendono la corona del rosario e pregano a Maria. E la Madonna si addolora, perché dice: "Mi dovete chiamare sempre, non quando avete bisogno", perché chi è sulla terra ne ha bisogno tutte le ore del giorno.


Natuzza: Voi mi avete fatta così! La colpa è vostra se mi avete fatta storta. Se mi vengono nel pensiero, vi domando. Voi quante volte mi domandate: "Mi vuoi bene?". Ed io vi rispondo: "Allora no!".


Gesù: E tu non domandi a me? È una soddisfazione, ma io lo so che mi vuoi bene. Non c'è bisogno di chiederlo, lo so.


Natuzza: Gesù, come mai ci sono poche vocazioni, non si fanno più sacerdoti?


Gesù: Tanti e tanti che chiamo, rispondono con amore, con la preghiera. Quando entrano nella comunità vedono lo scandalo dei grandi e qualcuno si disgusta, si ritira ed esce fuori. Dicono: "Mi sento felice quando prego e Gesù me lo sento vicino. Se devo venire quà e mi devo dannare l'anima, disturbarmi la pace, meglio che sto a casa mia". Ce ne sono tanti così, come nell'ambiente delle suore. Non danno buon esempio. Per questo ho una grande amarezza. Ci sono anche quelli giudiziosi, veramente chiamati da me, che stanno muti per amore mio. Quelli invece che non sono chiamati e cercano di fare esperienza, quando escono, raccontano fuori, non solo in famiglia, le cose della comunità, come si comportano preti e suore.


Gesù: Non piangere, ti tengo compagnia. Resto con te. Non solo con te, ma con tutto il mondo. Ma a te do una parola di conforto come tu la dai agli altri. Non sai che cosa c'è in questo momento di peccati, in giro per il mondo: chi ammazza, chi uccide, chi ruba, chi lo fa per la sedia... Coinvolgono i giovani con scuse, con la promessa del posto... Povere creature, fanno tutto come una radio comandata. Questo mi addolora moltissimo.


Natuzza: Signore, perdonatemi, perchè è tutta la notte che ho un'angoscia...


Gesù: Nell'anima non hai angoscia, perché nell'anima hai me. lo non porto angoscia, porto pace. L'angoscia ce l'ha il corpo, perché non sopporta i dolori. Tu li devi sopportare perché ci sono io. Riposati un po'.


Natuzza: (Mi ha impugnato il ginocchio con la mano. Ho fatto un lamento, perché mi sono fatta male. Lui si è imbrattato la mano di sangue). Signore, vi siete fatto male?


Gesù: lo no, tu ti sei fatta male.


Natuzza: Mi sto lamentando.


Gesù: Va bene. Anch'io sulla croce mi sono lamentato, non una sola volta, ma parecchie volte. È l'angoscia del corpo che non resiste, non l'angoscia dell'anima. Quando è dell'anima è una cosa brutta.


Gesù: Ancora ci pensi. Che mi avevi detto?


Natuzza: Non mi ricordo, cosa?


Gesù: Se avevo fratelli, sorelle, la mamma, il padre. La mamma è presente ed è qua.


Natuzza: La mamma è la Madonna.


Gesù: Per virtù dello Spirito Santo.


Natuzza: Ah, per questo non dite "mia madre", ma dite la "Madonna".


Gesù: No, dico la "Madonna" perché ho rispetto.


Madonna: Ed io dico "Gesù" per rispetto, perché è re in terra e in cielo.


Gesù: Ti ripeto, i figli miei siete tutti voi che siete sulla terra. Non potevo avere figli. lo sono Gesù e sono spirito e materia.


Natuzza: Perdonatemi, perchè i miei sono pensieri di un'ignorante.


Gesù: Ed io così ti voglio, non ti voglio dotta. Perché i dotti non possono confondere i potenti, perché sono allo stesso livello. Tu che sei povera di spirito, caritatevole, umile, puoi confondere i dotti.


Gesù: Ti faccio una carezza.


Natuzza: (Mi ha accarezzato i capelli). Adesso me li potete accarezzare, perchè ce li ho lavati.


Gesù: Sono sempre puliti. lo ti do chiodi e tu mi dai caramelle.


Natuzza: Gesù, voi mangiate caramelle?


Gesù: Mangio pure dolci.


Natuzza: lo pensavo che voi non mangiate.


Gesù: Come non mangio! 1 dolci che mi regali, le caramelle che mi dai me li mangio sempre.


Natuzza: lo non ve ne ho dati mai, né caramelle e né dolci.


Gesù: Sì, le sofferenze. Sai perché sono dolci? Perchè io e te conquistiamo le anime. lo soffro e tu soffri. Tu soffri con il corpo e io soffro con il cuore, perché sono padre e mamma e voglio i figli salvi.


Natuzza: E io che posso fare?


Gesù: Tu non puoi fare niente, perché tutta la vita hai distribuito l'amore, la gioia, la tenerezza e hai distribuito anche l'affetto.


Natuzza: L'affetto? L'affetto non glielo do manco ai figli.


Gesù: L'affetto è un sorriso, una parola di conforto, assistere un'ammalata.


Natuzza: E quando mai ho assistito un'ammalata?


Gesù: L'ammalata si assiste pure parlando e pregando. Quando gli dai una parola di conforto, l'ammalata trova la forza.


Bella mia, questi per me sono dolci, per te sono chiodi. Hai ragione, non ti risparmio nessuna sofferenza, perché mi servono. Ecco perché dico dolci, perché conquisto tante anime. Come li conquisto? Ci vuole la sofferenza di chi si offre vittima per il mondo. Ti sei offerta?


Natuzza: Se lo sapevo non mi offrivo, perchè è da una vita... Ero piccolina, vi potevo dire no! Ma quando ho visto questa bellezza...


Gesù: Eh sì, ti sei innamorata subito. Però quando eri piccola non avevi capito niente di me. lo capivo tutto di te, perché ti ho scelta prima che tu nascessi, quando eri nel grembo di tua madre: "Questa me la devo fare non solo compagna di viaggio, ma figlia, moglie, sorella, amica e scudo".


Natuzza: Che cos'è questo scudo? Gesù voi parlate e fate una tiritera di parole.


Gesù: Non è vero che faccio una tiritera di parole. lo dico il giusto.


Natuzza: Allora sono cretina, non le capisco tutte queste cose. Voi una me ne dovete dire.


Gesù: Così ti voglio. E inutile che ti opponi


sempre. Ti ho cresciuta così. Finchè sei su questa terra, ti voglio così. Poi all'altro mondo diventi dotta.


Natuzza: Ah sì, e capisco di più poi?


Gesù: Certo. Vedi le cose della terra, vedi le cose come vanno. Adesso non puoi vedere quello che vuoi tu. Di là vedi quello che vuoi. Le anime del Purgatorio vedono tutto quello che succede in famiglia, per un mio permesso. Quando sono in Paradiso e in Purgatorio vedono tutto, ma di più quando sono in Paradiso. Quando sono all'Inferno vedono solo l'Inferno.


Natuzza: Ah no, all'Inferno non dovete mandare nessuno.


Gesù: Manco quelli che uccidono, quelli che rubano? Secondo te nessuno deve essere condannato?


Natuzza: Tutti quelli che ammazzano li condannano a trenta, a quaranta, a cinquanta anni, voi li condannate a cento, ma poi gli date il Paradiso.


Gesù: Eh sì, tu comandi!


Natuzza: No! Ma a tutti dico: "Ci facciamo santi in compagnia".


Gesù: Mi piace questa cosa. Qualcuno riflette: da solo non si fa santo mai, perché è superbo. Tu invece dici: "in compagnia", vuoi dire tutti.


Natuzza: Certo che dico tutti. Gesù: Ti è passata la collera?


Natuzza: Non mi ricordo. Quale collera?


Gesù: La collera, perchè ti ho detto: "Distribuisci il tuo amore". Ti sembra che non te ne rimane. L'amore ti rimane sempre. "Distribuisci" vuol dire parlare, convincerli che io esisto, che ci sono, che voglio bene a tutti, che li aiuto, che senza di me non possono fare niente. È inutile che si vestono di superbia, "io faccio", "io faccio". Oppure per ogni cosa dicono: "È la natura che fa le cose, che fa i figli, che fa gli alberi". Tutti dicono: "È la natura". Devono dire: "È Dio". Per loro io non ci sono, proprio per niente. Questi, cara mia, sbagliano, perché si vestono del loro "io", credono di essere dotti e sapienti.


Gesù: Prega per quelli che non accettano la sofferenza. Sono contento perchè mi hai dato tutto.


Natuzza: Dare tutto vuol dire che do le cose mie a voi. Signore mio, a voi le ho date queste piaghe?


Gesù: Le piaghe le hai date a me, me le offri per recuperare altro.


Natuzza: E se qualche volta mi dimentico e non ve le offro vi arrivano?


Gesù: Non ti puoi dimenticare, perché le piaghe le hai, non solo in quaresima, da una vita, tutti i giorni. Quindi il tuo corpo non ha nemmeno una briciola sana, è crivellato. E tutti quei buchi li offri ogni giorno e anche se non li offri non ti ribelli. Quando ti ho detto: "Ti voglio vittima per i sacerdoti...". Ti ricordi? Non avevi manco dodici anni.


Natuzza: Non sapevo cosa volesse dire vittima per i sacerdoti.


Gesù: E che avevi capito allora?


Natuzza: Avevo capito che dovevo pregare per tutti, ma di più per i sacerdoti.


Gesù: No, vittima vuol dire offerta della sofferenza senza ribellarsi. inconsciamente l'hai assorbita questa parola, senza che ti spiegassi cosa volesse dire vittima. Accettare qualunque cosa e non ribellarsi nè al prossimo, né a Dio: questo vuol dire vittima. Non dare retta a chi dice: "Voglio essere un'anima vittima per il Signore". Se la sorella le fa un torto, si ribella. È vittima secondo te? Se l'amica le dice una parola che non è di suo gusto, si ribella. Quella è un'anima vittima? Una deve assorbire, deve far finta di non capire e dire: "Signore, io ho capito, però faccio questo fioretto, non mi ribello con lei, ma l'offro a voi e vi ringrazio". Questo vuol dire vittima: qualsiasi cosa accettarla, offrirla e ringraziare.


Gesù: Mi dispiace che tu soffri, ma con questa tua sofferenza io conquisto tante anime.


Quante gente si è convertita? Non milioni, ma miliardi. Ammirano l'umiltà, la tua pazienza, il sorriso, l'amore che gli dai, tante cose... Non te ne scappa uno, se tu non gli fai un sorriso, una carezza... Perché? Perché è amore. Tu mi dai gioia e mi dai amore. Ti do la sofferenza, ma anche tanto amore. Mi dispiace che soffri, però tu stessa hai detto e dici sempre: "Cent'anni di Purgatorio per salvare tutti quelli che devono andare all'Inferno". E io come dico? Tu soffri un giorno, ne conquisti venti, trenta, quaranta... a seconda delle giornate, a seconda delle sofferenze. Perché l'offerta è sempre valida e buona. Non ti sei ribellata mai e se dici una battuta, lo so che la dici per scherzo e ti penti mille volte: "Signore, perdonami". Quindi non ho nessuna cosa per cui posso parlare contro di te. Tutta la vita sei stata assetata di sofferenze e di amore. Mi è piaciuto sempre, quando il giorno che non ti do una sofferenza, perché di proposito ti voglio lasciare, tu hai detto e dici ancora: "Gesù, mi hai lasciata sola, mi hai abbandonata, Significa che non mi vuoi più bene". Ecco perché ti voglio bene! Sono contento.


Gesù: Non ti fare scrupolo, perchè dici di avere un'angoscia. E un lamento perché il corpo non resiste e si ribella, ma non è colpa tua. Hai me vicino, non ti devi preoccupare di nulla. Anche a me nell'orto degli ulivi, sulla croce, in tanti posti, veniva di ribellarmi, ma poi dicevo: "Perdonami, Padre". Ma non ero io, era il corpo che non resisteva; erano i dolori terribili che ti vanno al cuore, allo stomaco, al cervello. Allora ti viene inconsciamente di dire: "Mamma, aiutami, perdonami". È come quando invochi aiuto per sopportare quello che hai. Mai mi hai chiesto: "Signore, fatemi passare quello che ho", ma al contrario dici: "Signore, tutto ciò che vuoi". Qualche volta cerco di risparmiartene una e tu dici: "Signore, mi hai lasciata sola oggi'. Ed io vengo... ti mando l'occasione per parlare, magari per mortificarti e quella mortificazione tu la trasmetti subito a me. E io ricavo qualcosa, conquisto qualche anima.


Natuzza: Gesù, vi fa comodo allora.


Gesù: Eh, tu pare che sai farle le battute!


Natuzza: Non è che dite: "Povera figlia, l'ho lasciata sola, vado a visitarla".


Gesù: Io gli amici miei così li visito.


Natuzza: Apposta ne avete pochi amici e non vi vogliono bene. Se li visitate tutti come visitate me!


Gesù: Non li posso visitare. Devo trovare sempre la persona adatta, che è volenterosa ed offre se stessa, che dice: "Fai quello che vuoi di me", come hai detto sempre tu. Ecco, le anime vittime devono essere così.


Natuzza: Io non mi ritengo un'anima vittima, per dire la verità.


Gesù: Ti abbiamo detto che ti devi occupare di tutto e di tutti: questa è una doppia sofferenza. Se era solo la sofferenza del tuo corpo era una, invece sono tante: prendi mortificazioni da ogni parte oppure rimacini nel cervello, anche di notte, su come ti devi comportare il giorno. Questa è sofferenza.


Natuzza: Io discuto pure con voi Gesù, mi sto prendendo di confidenza. Perdonatemi.


Gesù: È troppo tardi per prenderti di confidenza. Lo potevi fare prima. Sai quante cose potevi sapere! Sei pure curiosa.


Natuzza: Se sono curiosa, ditemi com'è il Paradiso.


Gesù: Vedi me, non è un Paradiso? Tu brilli quando vedi me! Ti senti felice, ti senti in cielo, ti senti in Paradiso! Il Paradiso è questo: il godimento, la gioia, l'amore e la pace. Perché dico sempre dispensate l'amore? Mi piaci quando dici alla gente: "Vorrei che tutti fossero innamorati come sono io di Gesù". Godo di questa parola, perché il desiderio mio tu lo condividi. Io li vorrei tutti felici insieme a me, per godere le gioie, le bellezze, tutto. Quando un'anima non crede, non viene vicino a me; io vado in cerca, lei mi rifiuta, quella non trova pace, non ha nemmeno il godimento... Se non ha Dio o la Madonna vicino, ha tutti gli ostacoli, non ha conforto. Ma non pensare che quella non soffre; soffre terribilmente e perde tutte le sue sofferenze e tutti i godimenti del Paradiso, mentre chi soffre ed offre guadagna il Paradiso. Chi soffre e offre vive le bellezze, le gusta, le assapora. Per chi non crede è tutto svanito. Se non ci fossero le mie parole per darti coraggio e conforto non potevi vivere tanto a lungo e sopportare i dolori morali e fisici. La vita tua è stata sempre di sofferenza e di una povera martire. Però non sei povera. Ricordi come hai risposto la prima volta alle persone scienziate che ti hanno detto: "Povera figlia"? Hai dato loro questa risposta, che nessuno forse mai ti avrebbe suggerito: "Meglio povera di povertà, ma non di anima e di fede". Te la ricordi sempre questa parola, vero?


Natuzza: Ero ragazza, ero ignorante, mi è uscita questa parola. E quanto avevo? Dieci, undici anni. Quindi ero destinata alla sofferenza.


Gesù: Per te qual è la gioia?


Natuzza: Amare il Signore. Gesù: Gustare una cosa non è una gioia?


Natuzza: E cosa devo gustare? Si gusta il mangiare.


Gesù: No, una gusta pure le cose della terra, l'aria, le piante, i fiori. Tante cose può gustare per avere gioia, per essere contenta. C'è gente che è incontentabile. Qualsiasi gusto non l'assapora mai, perché è inquieta, senza un pizzico di fede e non ha pace. Ecco perché accetto le sofferenze. Ti do la forza per sopportarle, le accetto per conquistare le anime.



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