Preghiera
Mio vanto e mia vita, Dio del mio cuore. (Conf. IX, 13.35)
Lettura
L’eterna beatitudine dei santi
Credi con una fede decisa e ferma che tutte le cose che morendo sembrano quasi sottrarsi agli occhi degli uomini, sono salve ed integre per l’onnipotenza di Dio. Egli, quando vorrà, le rigenererà senza alcun indugio o ostacolo, naturalmente solo quelle che la sua giustizia riterrà degne di essere rigenerate, affinché gli uomini rendano conto delle loro azioni proprio nei corpi nei quali le hanno commesse e in questi meritino o la trasformazione nell’incorruttibilità celeste, come ricompensa della loro pietà, o lo stato di corruttibilità del corpo, come castigo dei loro peccati, stato che non viene meno con la morte, ma è destinato a fornire materia a dolori eterni.
Fuggi dunque mediante una fede perseverante e una retta condotta di vita, fuggi, fratello, quei tormenti in cui né i torturatori desistono né i torturati muoiono; per questi ultimi è una morte senza fine non poter morire nei tormenti. (De catechizandis rudibus 25, 46-47)
Per la riflessione
Ci si può domandare se è possibile o meno scoprire che alcuni credenti, attraverso un fuoco purificatore, si salvino in un tempo più o meno lungo, a seconda che il loro amore per i beni effimeri sia stato più o meno grande; tuttavia non saranno come coloro che non possederanno il regno di Dio, se dopo un’adeguata penitenza non vengono loro rimessi i medesimi crimini. (Enchiridion de Fide, Spe et Caritate, 18.69)
Pensiero agostiniano
Chi si mette fuori dell’ordine mediante l’ingiustizia dei peccati, è fatto rientrare nell’ordine mediante la giustizia dei castighi. (Ep. 140, 2.4)