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MAGGIO 10/19

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2013 11:57
12/04/2013 10:40


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lto è Dio, umile sia il cristiano. Se vuole che l’alto Dio si avvicini a lui, sia umile. E’ un grande mistero, fratelli. Dio è sopra ogni cosa. Ti innalzi e non lo tocchi, ti umili ed Egli stesso discende a te.




11/05

 

 

Preghiera

Il Signore ha reso perfetto il mio amore, perché saltassi oltre le macchie spinose e ombrose di questo secolo. E sopra le vette mi ha stabilito: sulla celeste dimora fisserà la mia volontà, onde io sia ricolmo di ogni pienezza di Dio. (En. in Ps. 17, 34)

 

 

Lettura

Dio non vuole il peccato e perdona il peccatore pentito

 

Non sempre la confessione riguarda i peccati, ma c’è una forma religiosa di confessione con la quale si esprime la lode di Dio. Quella prima confessione piange, questa gioisce, quella mostra la piaga al medico, questa ringrazia per la salute riacquistata. Tale confessione serve ad indicare un uomo che non solo è liberato da ogni male, ma che è anche separato da tutti i malvagi. Vediamo perciò dove [il salmista] confessi il Signore con tutto il suo cuore. Nel consiglio - dice - dei giusti e nella congregazione:credo siano quelli che sederanno sopra i dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele. Tra loro infatti non c’è più nessun iniquo, né un Giuda di cui si tollerino i furti, né un Simon mago che, battezzato, voglia acquistare lo Spirito Santo ripromettendosi poi di rivenderlo, né un Alessandro calderaio che dimostri molti mali, né alcuno che tra loro s’insinui come falso fratello, nascondendosi sotto la pelle di agnello. E se adesso in mezzo a siffatte persone deve pur soffrire la Chiesa, un giorno bisognerà che le escluda, quando tutti i giusti saranno insieme riuniti. Sono queste le grandi opere del Signore, da ricercare in tutte le sue volontà, secondo le quali non è negata a nessuno la misericordia se confessa il peccato, ma neppure resta impunita l’iniquità di nessuno, dal momento che egli flagella anche ogni figlio che accoglie. Ora se il giusto a stento si salva, dove compariranno il peccatore e l’empio? Scelga pure l’uomo quello che vuole: comunque le opere del Signore non sono disposte in modo che la creatura, dotata di libero arbitrio, possa scavalcare la volontà del Creatore, anche se agisce contro questa volontà. Dio non vuole che tu pecchi, ed infatti te lo proibisce; tuttavia, se hai peccato, non pensare che l’uomo abbia fatto quel che voleva e che a Dio sia accaduto quel che non voleva. In realtà, egli come vuole che l’uomo non pecchi, così vuole perdonare chi pecca perché si converta e viva; e vuole anche, alla fine, punire chi nel peccato persevera perché non sfugga, nella sua ostinazione, alla potenza della divina giustizia. (En. in Ps. 110, 2)

 

 

Per la riflessione

Qualunque cosa avrai scelto, non mancherà all’Onnipotente il modo di compiere su di te la sua volontà. (En. in Ps. 110, 2)

 

 

Pensiero agostiniano

Nella confessione l’uomo esprime la sua umiltà, nella misericordia Dio manifesta la sua grandezza. (In Io. Ev. 14, 5)

 


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n tempo mi ingannai, quando volli avvicinarmi alla Bibbia con la superbia dell’intellettuale prima che con l’umiltà della fede. Credendomi capace di volare, lasciai il nido e caddi. Il Signore nella sua misericordia, perché, non fossi calpestato, mi raccolse e mi ripose nel nido.


 

12/05

 

 

Preghiera

Benediciamo il Signore Dio nostro, che qui ci ha riuniti a letizia spirituale. Conserviamoci sempre nell’umiltà del cuore e riponiamo nel Signore la nostra gioia. (In Io. Ev. 10, 13)

 

 

Lettura

Interpretazione allegorica della morte di Lazzaro

 

Diremo anche noi quello che ci sembra voglia significare il morto di quattro giorni. Come infatti nel cieco dalla nascita vedemmo rappresentato tutto il genere umano, così in questo morto possiamo vedervi rappresentati molti; poiché una medesima cosa può esser rappresentata in più modi. Quando l’uomo nasce, nasce già con la morte; perché eredita da Adamo il peccato. E’ per questo che l’Apostolo dice: Per causa di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e mediante il peccato la morte, e in tal modo la morte passò in tutti gli uomini in cui tutti hanno peccato (Rm 5, 12). Ecco il primo giorno della morte, che l’uomo deriva dalla sua triste origine. Poi cresce, comincia a toccare l’età della ragione per cui prende coscienza della legge naturale che tutti gli uomini portano scritta nel cuore: Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Forse che questo s’impara sui libri e non si legge invece nelle pagine della natura stessa? Vuoi forse essere derubato? Certamente non lo vuoi. Ecco la legge scolpita nel tuo cuore: Non fare ciò che non vuoi per te. Ma gli uomini trasgrediscono anche questa legge: ed ecco il secondo giorno della morte. Dio promulgò la legge per mezzo di Mosè suo servo; in essa sta scritto: Non uccidere, non commettere adulterio, non dire falsa testimonianza, onora il padre e la madre, non desiderare la roba del tuo prossimo, non desiderare la donna del tuo prossimo (Es 20, 12-17). Questa è la legge scritta ed anch’essa viene disprezzata: ecco il terzo giorno della morte. Che cosa rimane? Viene il Vangelo, viene annunciato il Regno dei cieli, ovunque si predica Cristo; si minaccia l’inferno, si promette la vita eterna; ma anche questa legge viene disprezzata; gli uomini trasgrediscono il Vangelo: ecco il quarto giorno della morte. A ragione si può dire che ormai il morto emana fetore. Non ci sarà dunque misericordia per costoro? Non è possibile. Il Signore non disdegna di accostarsi anche a tutti questi morti per risuscitarli. (In Io. Ev. 49, 12)

 

 

Per la riflessione

O Signore, risuscita costoro! (In Io. Ev. 49, 14)

 

 

Pensiero agostiniano

Siamo di fronte al caso più grave, che è l’abitudine perversa. Una cosa infatti è peccare, un’altra è contrarre l’abitudine al peccato. (In Io. Ev. 49, 3)

 


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Da quando mi sono convertito a Te e rinnovato da Te che mi avevi dato la vita, ho appreso che se tu sei con me io vivo perché tu sei la vita della mia anima.



 

13/05

 

 

Preghiera

Per amore della tua legge ti ho atteso, Signore: perché tu ti sei degnato d’impormi una legge di misericordia, di perdonarmi tutti i peccati e di darmi delle direttive per non offenderti ulteriormente. E se in qualcuna di queste tue prescrizioni mi capitasse di vacillare, tu mi hai dato il rimedio anche per questo: poterti cioè pregare e dirti: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6, 12). Questa è la legge che mi hai imposta: che sia perdonato a me, come io perdono agli altri. Per amore di questa legge io ti ho atteso, Signore. Ho aspettato la tua venuta, in cui sarei stato liberato da ogni angustia, poiché nel tempo stesso dell’angustia tu non mi avevi privato della legge della misericordia. (En. in Ps. 17, 38)

 

 

Lettura

La prescienza divina

 

Dio non ignorava che l’uomo avrebbe peccato e che soggetto alla morte avrebbe propagato individui destinati a morire e che i mortali sarebbero giunti al punto estremo nella disumanità del peccare. Al contrario le bestie di ogni singola specie che cominciarono a esistere germinando in più dall’acqua e dalla terra, sebbene prive di razionale volontà, sarebbero vissute fra di loro con più tranquilla sicurezza degli uomini, sebbene la specie di questi ultimi si è propagata, ad inculcare la concordia, da un solo individuo. Infatti neanche i leoni e i rettili si combattono fra di sé come fanno gli uomini. Ma Dio prevedeva anche di chiamare in adozione con la sua grazia un popolo di fedeli e, giustificatolo nello Spirito Santo con la remissione dei peccati, di farlo partecipe della società degli angeli santi nella pace eterna, dopo aver eliminato l’ultima nemica, la morte. E a questo popolo avrebbe giovato la considerazione del fatto che da un solo individuo Dio ha dato origine al genere umano, per inculcare agli uomini quanto gli è gradita l’unità dei molti. (De civ. Dei XII, 22)

 

 

Per la riflessione

È impossibile che l’uomo col suo peccato abbia sconvolto il disegno divino come se avesse costretto Dio a mutare ciò che aveva stabilito. Dio con la sua prescienza aveva previsto l’uno e l’altro, cioè: l’uomo, che egli aveva creato buono, sarebbe diventato cattivo e il bene che egli avrebbe ottenuto da lui anche in quella condizione. (De civ. Dei XIV, 11.1)

 

 

Pensiero agostiniano

Se Dio non fosse intervenuto una prima volta a perdonare usando misericordia, non avrebbe chi poter coronare nel giudizio. (En. in Ps. 100, 1)

 


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e parole fuggono e le ore volano; così i nostri anni, le nostre azioni, le nostre glorie, la nostra miseria, la nostra felicità terrena. Tutto passa. Questo non ci spaventi perché la Parola del Signore dura per sempre...


14/05

 

 

Preghiera

Rivolti al Signore Dio Padre onnipotente, a Lui con cuore puro rendiamo vivissime e moltissime grazie per quanto ce lo permette la nostra pochezza. Preghiamo con tutto l’animo la sua straordinaria bontà perché si degni di esaudire, secondo il suo beneplacito, le nostre preghiere; con la sua potenza scacci il nemico dalle nostre azioni e dai nostri pensieri, arricchisca la nostra fede, governi la mente, ci conceda pensieri spirituali e ci conduca alla sua felicità. Nel nome di Gesù Cristo, suo Figlio. Amen. (Sermo 67, 5.10)

 

 

Lettura

L’amore di Dio e del prossimo elimina il timore

 

Indaga bene la tua coscienza, se non vuoi avere più paura. E non accarezzarne la superficie: scendi dentro, penetra nell’intimo del tuo cuore indagando attentamente se non vi scorre una vena di velenoso amore del mondo, se non sei ancora sensibile agli allettamenti del piacere carnale, se non ti compiaci di vuote ostentazioni, se non ti affanni ancora in occupazioni vane. Vedi se, esplorando i penetrali della tua coscienza, puoi osare riconoscerti puro e libero da atti, parole e pensieri cattivi; e qualora tu non sia più tormentato da attaccamento al male, guarda se non viene mai meno in te lo zelo per la giustizia. Se questo esame dà risultato positivo, allora puoi essere davvero contento, devi essere contento di non sentire alcuna paura. Te ne avranno reso libero, ci auguriamo, l’amore volto a Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, e l’amore che volgi al tuo prossimo come a te stesso, dandoti da fare perché anch’esso con te ami Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente. Infatti l’amore che si volge anche a se stessi non deve far diminuire l’amore di Dio: solo così si può dire di amare se stessi in modo retto. Se non avverti più in te gli stimoli delle passioni - cosa che nessuno oserebbe attribuire a proprio vanto -, ma hai ancora radicato in te l’amore di te stesso, e di te stesso ti compiaci, proprio questo tuo essere libero da timore dovrebbe essere motivo di forte paura. (Sermo 348, 2)

 

 

Per la riflessione

Quando si teme la pena che viene minacciata, si impara ad amare il premio che viene promesso; e così il timore del castigo fa conservare una buona condotta di vita e la buona condotta procura tranquillità di coscienza, la quale libera dal timore del castigo. (Sermo 348, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

Fare oggetto di compiacimento se stessi non è amore retto, ma è vanità della superbia. (Sermo 348, 2)


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anta dunque in Cristo e canta pieno di gioia.

Canta come chi è consolato.
Ti ha preceduto colui comanda d’andargli dietro.
 


 

15/05

 

 

Preghiera

Ti siano rese grazie e lodi, Dio mio, per aver bussato alle mie orecchie ed illuminato la mia intelligenza. Liberami da ogni tentazione. (Conf. X, 31.46)

 

 

Lettura

Purifichiamo la nostra mente

 

Sottoponiamo l’anima a Dio, se vogliamo sottoporre il nostro corpo a schiavitù e trionfare del diavolo. La fede è la prima che sottopone l’anima a Dio; poi i precetti del vivere, con l’osservanza dei quali la nostra speranza si rafforza, e la carità si alimenta e comincia a risplendere quello che prima solo si credeva. Poiché la conoscenza e l’azione rendono beato l’uomo, come nella conoscenza bisogna guardarsi dall’errore, così nell’azione bisogna guardarsi dal peccato. Erra invece chiunque crede di poter conoscere la verità vivendo ancora nell’iniquità. È iniquità amare questo mondo ed avere in grande considerazione le cose che nascono e passano, bramarle e affannarsi per esse per conquistarle; rallegrarsi quando abbondano e temere di perderle; contristarsi quando si perdono. Tale vita non può contemplare quella pura, sincera e immutabile verità e attaccarsi ad essa né staccarsene più per l’eternità. Pertanto prima di purificare la nostra mente dobbiamo credere quello che non possiamo ancora comprendere; poiché in tutta verità fu detto per mezzo del profeta: Se non crederete, non comprenderete (Is 7, 9). (De agone chr. 13.14)

 

 

Per la riflessione

O medicina provvida per tutti, che reprime tutti i tumori, che ravviva tutto ciò che è debole, che toglie tutte le escrescenze, custodisce tutto ciò che è vitale, ripara tutte le perdite, corregge tutte le depravazioni! (De agone chr. 11.12)

 

 

Pensiero agostiniano

Erra chiunque crede di poter conoscere la verità vivendo ancora nell’iniquità. (De agone chr. 13.14)

 


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l Signore intona per te il canto.

Il cuore si apra a una gioia senza parole, che non puoi esprimere ma neppure tacere.
Non cercare le parole ma canta a Lui nel giubilo.


 

16/05

 

 

Preghiera

Signore, aprirai le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode. La tua lode, perché sono stato creato; la tua lode, perché peccando non sono stato abbandonato; la tua lode, perché sono stato esortato a confessare; la tua lode, perché per essere nella pace sono stato purificato. Aprirai le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode. (En. in Ps. 50, 20)

 

 

Lettura

Non esser un maestro invidioso

 

Il cristiano deve essere tale da non gloriarsi sopra gli altri uomini. Dio ti ha dato di essere al di sopra delle bestie, di essere cioè migliore delle bestie. Questo lo hai dalla tua natura; sarai sempre meglio di una bestia; ma se vuoi essere migliore di un altro uomo, gli porterai invidia, se lo vedi tuo uguale. Devi invece volere che tutti gli uomini ti siano uguali. Se superi un altro in prudenza, devi desiderare che anche lui sia prudente. Fin quando egli resta meno avveduto, deve imparare da te; fin quando resta privo di cultura, egli ha bisogno di te; e tu sembri il maestro, lui lo scolaro; tu dunque superiore perché maestro, lui inferiore perché discepolo. Se non desideri che lui ti sia uguale, vorrai che egli resti sempre tuo discepolo. Ma se vuoi averlo sempre tuo discepolo, sei un maestro invidioso. E se sei tale, come puoi dirti maestro? Ti supplico, non insegnargli la tua invidia. Senti l’Apostolo che dice nella sua grande carità: Vorrei che tutti gli uomini fossero come me (1Cor 7, 7). Come mai voleva che tutti gli fossero uguali? Egli era superiore a tutti proprio perché nella sua carità desiderava che tutti fossero uguali. L’uomo dunque ha oltrepassato la misura; volle essere troppo avaro, ponendosi sopra gli altri uomini, mentre aveva ricevuto soltanto una superiorità sopra gli animali: e ciò è superbia. (In 1 Io. Ep. 8, 8)

 

 

Per la riflessione

Più genuino è l’amore che porti verso un uomo di nulla bisognoso, al quale non devi dare nulla: questo amore sarà più puro e molto più sincero. (In 1 Io. Ep. 8, 5)

 

 

Pensiero agostiniano

Nessun invidioso può ledere un altro, senza essere di tormento prima a se stesso. (Contra Secundinum 10, 1)


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n questa foresta tanto immensa della vita ho sfrondato e spogliato il mio cuore, secondo il tuo dono, o Dio della mia salvezza. Ti supplico, per quella nostra semplice e pura patria che è la Gerusalemme celeste, così sia sempre, sempre più...
 




17/05

 

 

Preghiera

Signore mio aiuto, per dimorare nella tua carità; mio redentore, per liberarmi dalla mia iniquità. (En. in Ps. 18, II, 16)

 

 

Lettura

Le persecuzioni della Chiesa

 

Il diavolo tende sino alla fine la sua rete. E guai a chi cade in quella rete! Vi cadono invero tutti coloro che non sperano in Dio. […] Tesa e pronta è la rete del nemico. Ha teso come trappole l’errore e il terrore: l’errore con cui seduce, il terrore con cui abbatte e ghermisce. Chiudi in faccia all’errore la porta della cupidigia; chiudi la porta del timore in faccia al terrore e sarai tratto fuori della rete. Il tuo Imperatore, che si è degnato per te anche di farsi tentare, ti ha dato in se stesso l’esempio di una siffatta battaglia. Dapprima è stato tentato con le attrattive; poiché il diavolo ha provato contro di lui la porta del desiderio, quando lo ha tentato dicendo: Di’ a questi sassi che diventino pani. Adorami e ti darò questi regni (Mt 4, 4.9). Ognuna di queste lusinghe tenta la cupidigia. Ma, trovata chiusa la porta della cupidigia in Colui che era tentato per noi, si è volto a tentare la porta del timore e gli ha preparato la passione. Infatti dice così l’Evangelista: ed esaurita la tentazione il diavolo si allontanò da lui fino ad altro tempo (Lc 4, 13). Che significa fino ad altro tempo? È come se dicesse che tornerà e tenterà la porta del timore, dato che ha trovata chiusa la porta della cupidigia. Tutto il corpo di Cristo, quindi, è tentato sino alla fine. Fratelli miei, quando fu ordinata una qualunque persecuzione contro i cristiani, nello stesso tempo era percosso questo corpo, tutto intero era colpito. […] Ma quando sono cessate quelle prove che spingevano a cadere tutto il corpo, la tentazione ha cominciato a farsi sentire nelle sue parti. È tentato il Corpo di Cristo; una chiesa non soffre persecuzioni, ma le subisce un’altra. Non si sopporta il furore dell’imperatore, ma si patisce il furore del popolo malvagio. Quante devastazioni sono operate dalle folle? Quante sciagure sono causate alla Chiesa dai cattivi cristiani, da coloro che, presi in quella rete, tanto si sono moltiplicati da mettere in pericolo di affondare le barche, come in quella pesca del Signore prima della passione? Non mancano dunque gli assalti della tentazione. Nessuno dica a se stesso: non è tempo di tentazione. Chi si dice così, promette pace a se medesimo; chi si promette pace, nella sua sicurezza è colto di sorpresa. (En. in Ps. 30, II, 10)

 

 

Per la riflessione

Il nostro Capo è in cielo, è libero. Aderiamo a lui con l’amore, per essere, dopo, meglio uniti a Lui nell’immortalità. (En. in Ps. 30, II, 10)

 

 

Pensiero agostiniano

È meglio camminare da vivi sopra la terra, che sprofondare sotto terra per il desiderio. (En. in Ps. 62, 18)

 


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ra i miei anni trascorrono fra gemiti e il mio conforto sei Tu, Signore. Schiantato nel fluire del tempo… i miei pensieri sono dilaniati dalla moltitudine tumultuosa, fino a quando, purificato e sciolto, confluirò a Te…



18/05

 

 

Preghiera

Giudicami, Signore, secondo la fiamma che è in me; non per quello che io sono, ma perché rifulgo, da te accesa. (En. in Ps. 7, 8)

 

 

Lettura

Ai perfetti non è permesso dire il falso

 

Nei perfetti non si trovano neppure menzogne di questo genere: a proposito di costoro è detto: sia nella vostra bocca: sì, sì; no, no; tutto quanto è di più viene dal maligno (Mt 5, 37). E altrove non senza ragione leggiamo: la bocca che mente uccide l’anima (Sap 1, 11), affinché nessuno creda che l’uomo perfetto e spirituale debba mentire per salvare questa vita temporale, per la cui morte non viene a spegnersi l’anima: né la sua né quella del prossimo. Ma, siccome altro è mentire e altro nascondere il vero, cioè altro è dire il falso e altro tacere la verità, se per caso qualcuno non vuole consegnare un suo simile a questa morte temporale, deve esser pronto a celare la verità, non a dire il falso: così non tradirà e non mentirà, in modo da non uccidere la sua anima al posto del corpo di un altro. Ma se non può fare neppure questo, almeno usi unicamente delle menzogne adeguate a questa necessità in modo che anche da queste, se son rimaste le uniche, meriti di esser liberato e di ricevere il vigore dello Spirito Santo per poter disprezzare tutto quanto deve sopportare in nome della verità. Vi sono solo due generi di menzogna che non comportano grave colpa e che tuttavia non ne sono esenti: quando scherziamo o quando diciamo il falso per giovare a qualcuno. Nel primo caso, scherzando, la menzogna non è troppo dannosa, perché non trae in inganno: colui che la ascolta, sa infatti che è detta per giuoco. Nel secondo caso, poi, è ancora più compatibile perché contiene una certa bontà. Anzi, quando non vi è doppiezza di cuore, neppure si può dire che vi sia menzogna. […] E’ chiaro che non è una colpa tacere qualche volta la verità: non ci risulta però che sia permesso ai perfetti dire il falso. (En. in Ps. 5, 7)

 

 

Per la riflessione

Ciò che è detto essere, è verità; mentre è menzogna, ciò che è detto non essere. (En. in Ps. 5, 7)

 

 

Pensiero agostiniano

Non può accadere che si renda colpevole di azioni cattive colui che nutre buoni pensieri. (En. in Ps. 148, 2)


image060.jpg (10943 byte)bbiamo udito la Tua voce che ci chiamava…
Ascolta la nostra voce che ti invoca.
Portaci dove hai promesso, compi l’opera che hai iniziato:
non abbandonare i tuoi doni,
non trascurare il tuo campo,
finché i tuoi germogli saranno raccolti nel granaio.
 


 

19/05

 

 

Preghiera

O Signore, tu mi hai confortato perché mi sono rifugiato in te; e in te mi sono rifugiato perché mi hai liberato. (En. in Ps. 17, 3)

 

 

Lettura

Comprendere la Scrittura secondo la sana regola della fede

 

Per questo i Giudei cercavano di uccidere Gesù, perché non solo violava il sabato, ma chiamava Dio suo proprio Padre, facendosi uguale a Dio (Gv 5, 18). Ciò che dispiaceva ai Giudei, piaceva invece a suo Padre; e non può non piacere anche a quelli che onorano il Figlio come onorano il Padre; perché, se a loro non piace, anch’essi cesseranno di piacere a Dio. Poiché Dio non sarà più grande, se piace a te; ma tu sarai più piccolo, se egli a te dispiace. A questa loro calunnia, proveniente da ignoranza o da malizia, il Signore risponde non tanto per farsi capire, quanto piuttosto per scuoterli e sconvolgerli; e può darsi che così, almeno sconvolti, ricerchino il medico. Le sue parole, però, sarebbero state scritte affinché anche noi potessimo leggerle. Vedremo dunque quale effetto abbiano prodotto nell’animo dei Giudei mentre le ascoltavano, e ancor più quale effetto producano in noi nell’ascoltarle ora. Le eresie e certe teorie aberranti, che sono come dei lacci tesi alle anime per farle precipitare nell’abisso, sono nate proprio da errate interpretazioni delle Sacre Scritture e da frettolose e temerarie conclusioni tratte da tali errate interpretazioni. Quindi, o carissimi, dobbiamo ascoltare queste cose con molta cautela, convinti che non siamo abbastanza maturi per intenderle bene, attenendoci scrupolosamente e con timore, come ammonisce la Sacra Scrittura, a questa regola salutare: gustare come cibo sostanzioso quanto riusciamo a capire alla luce della fede cui siamo stati iniziati; quando invece non riusciamo a capire secondo la sana regola della fede, respingere ogni dubbio e rimandare la comprensione completa ad altro momento. Così che, se anche non riuscissimo ad intendere il senso di un determinato passo, non dobbiamo assolutamente dubitare che sia buono e vero. (In Io. Ev. 18, 1)

 

 

Per la riflessione

Sia lontana ogni vana presunzione. (In Io. Ev. 18, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

Se in effetti uno si perde amando se stesso, certamente si ritrova col rinnegare se stesso. (Sermo 96, 1)


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a te

assediato
da ogni
parte,
possiedo la
certezza
della vita
eterna


[Modificato da MARIOCAPALBO 12/04/2013 11:57]

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