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sant'Agostino giorno per giorno

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2013 09:17
02/02/2013 09:17

1-9-febbraio
01/02

Preghiera

Tu illuminerai la mia lampada, Signore; Dio mio, illuminerai le mie tenebre. (Sal 17, 29) Io sono nelle tenebre dei peccati. Fa’ sì che, con un raggio della tua sapienza, si dissipino le mie tenebre e si manifesti il tuo volto. E se, per mia colpa, questo tuo volto apparirà alquanto deforme, sia restaurato da te ciò che da te era stato formato. (En. in Ps. 66, 4)

 

Lettura

La croce esempio di pazienza

Chi è il medico? Il Signore nostro Gesù Cristo. Chi è nostro Signore Gesù Cristo? Colui che fu visto anche da coloro che lo crocifissero, colui che fu preso, schiaffeggiato, flagellato, coperto di sputi, coronato di spine, appeso alla croce, fatto morire, trafitto con la lancia, deposto dalla croce, messo nel sepolcro. È questo il Signore nostro Gesù Cristo; ed è lui il medico di tutte le nostre ferite, quel crocifisso che fu insultato, di cui, quando pendeva dalla croce, i persecutori scuotendo il capo dicevano: Se è il Figlio di Dio, discenda dalla croce (Mt 27, 40). Sì, è lui il nostro vero medico. Ma perché allora non fece vedere, a chi lo insultava, che egli era Figlio di Dio? Perché, dopo aver permesso che lo innalzassero sulla croce, quando quelli dicevano: Se è Figlio di Dio, discenda dalla croce, perché almeno allora non scese giù mostrando che era veramente Figlio di Dio, lui che avevano osato schernire? Non volle! E perché? Forse perché non poteva? Certo che poteva. È più difficile, infatti, scendere dalla croce o risorgere dal sepolcro? Ma egli preferì sopportare quelli che lo insultavano, perché scelse la croce non come una prova di potenza, ma come un esempio di pazienza. Guarì le tue piaghe su quella croce dove a lungo sopportò le sue; ti liberò dalla morte eterna su quella stessa croce dove accettò la morte temporale. E morì. O non si deve dire piuttosto che in lui morì la morte? Che morte è mai quella che uccide la morte? (In Io. Ev. 3, 3)

 

Per la riflessione

Crescete in Cristo, rafforzatevi nella fede, vegliate intenti alle opere buone; e rimanete fedeli al legno della croce, che vi consente di attraversare il mare. (In Io. Ev. 2, 16)

 

Pensiero agostiniano

È più importante risuscitare uno destinato a vivere eternamente che risuscitare uno destinato a morire nuovamente. (Sermo 98, 1)

02/02

 

Preghiera

Perché non esistevamo quando siamo stati predestinati; perché eravamo lontani quando ci ha chiamati; perché eravamo peccatori quando siamo stati giustificati; rendiamo grazie a Dio per non essere ingrati. (Sermo 158, 3)

 

Lettura

Cristo, salvezza di Dio, desiderato dagli antichi giusti

E donaci, Signore, la tua salvezza. Viveva in tale desiderio il santo vecchio Simeone; in tale desiderio, ripeto, viveva quel santo vecchio pieno di merito presso Dio, Simeone; senza dubbio diceva anch’egli: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. (Sal 84, 8) A questo desiderio, a tali invocazioni ebbe come risposta che non avrebbe visto la morte senza aver visto il Cristo del Signore. Nacque Cristo, l’uno veniva, l’altro se ne andava; ma finché non fosse venuto il Cristo, l’altro non voleva partire. La vecchiaia avanzata non lo concedeva, ma la pietà sincera lo tratteneva. Ma invece quando venne, ma invece quando nacque, ma invece quando lo vide nella braccia della Madre, e la pia vecchiaia lo riconobbe nella divina infanzia, lo prese tra le mani e disse: Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. (Lc 2, 26-30) Ecco perché diceva: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. Fu appagato il desiderio del vecchio quando andava declinando la vecchiezza del mondo stesso. Venne egli stesso dall’uomo invecchiato colui che trovò vecchio il mondo. Perciò, se trovò vecchio il mondo, il mondo ascolti: Cantate al Signore un canto nuovo; cantate al Signore da tutta la terra. (Sermo 163, 4.4)

 

Per la riflessione

Non consideriamo la grazia della creazione della natura umana, grazia comune ai cristiani e ai pagani. La grazia più grande è questa: non l’essere stati creati uomini ad opera del Verbo ma l’essere diventati credenti ad opera del Verbo incarnato. (Sermo 26, 7)

 

Pensiero agostiniano

La vecchiezza sia fatta sparire, sorga la novità. (Sermo 163, 4.4)

 

03/02

 

Preghiera

Ho considerato il mondo che crede in Cristo; e, per il fatto che Dio si è umiliato nel tempo per noi, con gioia l’ho lodato, poiché si diletta di una tale vittima. Canterò e inneggerò al Signore. Con il cuore e con le opere mi allieterò nel Signore. (En. in Ps. 26, I, 6)

 

Lettura

Lo sposo divino colma il vuoto del cuore delle vergini

Siete fortunate, per il fatto che egli va in cerca solo della vostra bellezza interiore, là dove vi ha dato il potere di essere figli di Dio. Non si aspetta da voi una bellezza carnale, ma dei buoni costumi e che siate padrone della vostra carne. Non è, lui, un tipo che qualcuno possa andare a raccontargli delle frottole sul vostro conto e così renderlo geloso e farlo infuriare. Notate con quale abbandono potete amarlo e come non avete da temere di spiacergli per dei sospetti infondati. Marito e moglie si amano in quanto si vedono; ma in quello che non riescono a vedersi nutrono dei timori l’uno per l’altro. E, se nel segreto covano dei sospetti, per motivi che fossero pure infondati, come capita il più delle volte, non si può dire che godano effettivamente per quanto conoscono con certezza, trattandosi di qualità manifeste. Del vostro sposo, invece, voi con la fede potete penetrare anche là dove non vedete con gli occhi. E in lui mai troverete difetti reali da rimproverargli, mai avrete da temere di disgustarlo per motivi immaginari. Se, pertanto, grande sarebbe dovuto essere il vostro amore per il vostro marito, in che misura dovrete amare colui per amore del quale avete rinunziato al matrimonio? Vi si imprima nel cuore, per quanto esso è capace, colui che per voi fu confitto in croce. Venga lui a occupare nel vostro animo tutto il vuoto che ha lasciato in voi la rinunzia alle nozze. Non vi è consentito amare con tiepidezza colui per amore del quale ricusaste un amore che, pure, era legittimo. Se amerete in questa maniera colui che è mite ed umile di cuore, non avrò ragioni per temere che diventiate superbe. (De s. virginitate 55.56)

 

Per la riflessione

Considerate la bellezza di colui che amate. Pensatelo uguale al Padre e obbediente anche alla madre; signore del cielo e servo qui in terra; creatore di tutte le cose e creato come una di esse. (De s. virginitate 54.55)

 

Pensiero agostiniano

Cristo quaggiù si lasciò coprire d’obbrobri e mettere in croce, per insegnarci a disprezzare anziché amare i beni terreni, e ad amare e sperare da lui l’immortalità che ci mostrò nella sua risurrezione. (Ep. 220, 1)

04/02

 

Preghiera

Mio protettore, perché non ho presunto di me stesso, quasi levando contro di te il corno della superbia, ma ho trovato te stesso quale corno - cioè salda sublimità - di salvezza; e tu mi hai riscattato perché io ti trovassi. (En. in Ps. 17, 3)

 

Lettura

L’esempio di Cristo

Che cosa temerai, o uomo, i cui passi sono guidati in modo che tu voglia la via del Signore? Di che avrai timore? Del dolore? Cristo è stato flagellato. Temi le offese? Si è sentito dire: sei indemoniato, Colui che scacciava i demoni. Forse temi le fazioni e le cospirazioni dei malvagi? Hanno tramato contro di Lui. Forse non sei in grado di mostrare la tua buona coscienza per respingere qualche accusa e subisci violenza, perché contro di te vengono citati falsi testimoni. Ebbene, contro di Lui per primo vi furono falsi testimoni, e non solo prima della sua morte, ma anche dopo la sua Risurrezione. Furono convocati falsi testi affinché fosse condannato dai giudici; e si presentarono come falsi testi i custodi del sepolcro. Egli risorse con sì grande miracolo: scuotendosi la terra annunziò la Risurrezione del Signore. C’era, là, terra che custodiva terra: ma la terra più dura non poté esser mutata. La terra perciò annunziò la verità, ma fu travisata dalla falsità. Quei custodi dissero infatti ai Giudei che cosa avevano visto e che cosa era accaduto; presero del denaro e fu loro detto: Dite che mentre voi dormivate, vennero i discepoli suoi, e lo portarono via. (Mt 28, 12) Ecco i falsi testimoni anche contro il Signore risorto. Ma quanta cecità nei falsi testimoni, o fratelli, quanta cecità! Questo infatti sono soliti subire i falsi testi, di essere accecati, tanto che contraddicono se medesimi senza accorgersene, tanto che così appare che sono falsi testimoni. Che dissero infatti costoro contro se stessi? Quando dormivano, vennero i discepoli suoi, e lo portarono via. (En. in Ps. 36, II, 17)

 

Per la riflessione

Ecco che cosa significa volere la via di Cristo. Gli capiti pure di patire qualche tribolazione, qualche disonore, qualche offesa, qualche afflizione, qualche danno e qualunque altra cosa di quelle che abbondano in questa vita del genere umano: ponga davanti a sé il suo Signore, [ricordi] quante specie di tentazioni ha superato. (En. in Ps. 36, II, 17)

 

Pensiero agostiniano

La grazia di Cristo ti rende fermo ed immobile contro tutte le tentazioni del nemico. (En. in Ps. 70, I, 5)

 

05/02

 

Preghiera

Dio Uno sei tu e tu vieni in mio aiuto, […] per le cui leggi tutto il mondo, mediante le successioni e i ritorni dei tempi, conserva, per quanto la materia sensibile lo comporta, la grande uniformità dei fenomeni attraverso i giorni con l’alternarsi del giorno e della notte, attraverso i mesi con le lunazioni, attraverso gli anni con i ritorni di primavera, estate, autunno e inverno, attraverso i lustri col compimento del corso solare, attraverso i secoli col ritorno delle stelle alle loro origini. (Sol. I, 1, 4)

 

Lettura

Cristo abbassa l’alterigia del mondo per essere glorificato dagli umili

Gesù raggiunge coloro che compiono la legge. E come li raggiunge? Calcando i flutti, calpestando l’orgoglio del mondo, passando sopra tutte le grandezze del secolo. E ciò tanto più avviene quanto più il tempo passa e l’età del mondo cresce. Aumentano in questo mondo le tribolazioni, aumentano i mali, aumentano i crolli, si arriva al colmo: Gesù avanza, calcando i flutti.

E sono tali le tribolazioni, che anche quelli che hanno creduto in Gesù, che si sforzano di perseverare sino alla fine, si spaventano e temono di venire meno. Cristo viene calcando i flutti, calpestando le ambizioni e le alterige del mondo, e il cristiano si spaventa. Forse che questo non gli è stato predetto? E’ comprensibile che i discepoli, vedendo Gesù camminare sui flutti, abbiano avuto paura (Gv 6, 19);così come i cristiani, nonostante la loro speranza nel secolo futuro, quando vedono umiliata la grandezza di questo mondo, sono colti da turbamento per il crollo delle cose umane. Se aprono il Vangelo, se aprono le Scritture, vedono che tutto ciò è stato predetto: che, cioè, il Signore si comporta così. Egli abbassa l’alterigia del mondo per essere glorificato dagli umili. (In Io. Ev. 25, 6-7)

 

Per la riflessione

Perché temete, o cristiani? Cristo vi dice: Sono io, non temete. Di che cosa vi spaventate, di che avete paura? Sono io che vi ho predetto tutto questo, sono io che lo compio, ed è necessario che avvenga così: Sono io, non temete! (In Io. Ev. 25, 7)

 

Pensiero agostiniano

La tribolazione è come il fuoco: se ti trova simile all’oro, ti porterà via le impurità; se invece ti troverà simile a paglia, ti ridurrà in cenere. (Sermo 81, 7)

06/02

 

Preghiera

O Dio, che non si smarrisce. se non si è ingannati, che non si cerca se non si è chiamati, che non si trova se non si è purificati. (Sol. I, 1.3)

 

Lettura

I diritti d’una madre e quelli della Chiesa

La milizia cristiana ci esorta a sopprimere in noi e nei nostri cari questo affetto carnale, senza tuttavia divenire ingrati verso i genitori e senza schernire quei medesimi benefici già elencati fattici dai genitori col metterci al mondo, col prendersi cura di noi e allevarci. Bisogna anzi che ognuno di noi conservi un amore filiale verso i genitori e che queste attenzioni abbiano luogo quando non ci chiamano doveri più importanti.

La Chiesa tua madre è anche madre della tua mamma. E’ stata essa a concepirvi da Cristo, essa a partorirvi col sangue dei martiri, a generarvi per la luce eterna; è stata ed è essa a nutrirvi col latte della fede; e mentre essa vi prepara un alimento più solido, vede con orrore che volete restare a vagire come poppanti privi di denti. Questa madre, diffusa su tutta la terra, è turbata dagli assalti dell’errore, tanto vari e molteplici, che i suoi figli abortivi non esitano ormai d’insorgere contro di lei e di farle guerra con armi micidiali. Oltre a ciò essa si affligge anche per l’infingardaggine e la pigrizia di tanti suoi figli, che sono ancora dentro il suo seno, e nel vedere molti suoi membri raffreddarsi in parecchi luoghi ed essa diventare meno capace d’aiutare i piccoli. Da chi può venirle il giusto e doveroso aiuto, ch’essa reclama, se non da altri figli e da altri suoi membri al cui numero anche tu appartieni? Forse che abbandonandola nelle sue necessità, vuoi dare ascolto solo ai richiami della carne? Non ti fa essa risuonare alle orecchie i suoi rimproveri molto più accorati? Non ti mostra forse un seno più caro e mammelle piene di alimento celeste? A ciò aggiungi l’incarnazione del suo sposo affinché tu non rimanessi attaccato alle cose carnali; aggiungi tutti i patimenti che ti rinfaccia tua madre e che il Verbo eterno prese per sé affinché tu non rimanessi impigliato in essi; aggiungi gli scherni, i flagelli e la morte, anzi la morte sopra una croce. (Ep. 243, 7-8)

 

Per la riflessione

Se la Chiesa richiederà i vostri servigi, non assumeteli per brama di salire in alto né rifiutateli spinti dal dolce far nulla, ma ubbidite con mitezza di cuore a Dio. (Ep. 48, 2)

 

Pensiero agostiniano

Se ti appare meravigliosa la sua umiliazione per lei, non deve più meravigliarti l’altezza da questa raggiunta per lui. (En. in Ps. 103, I, 6)

07/02

 

Preghiera

Parla nel mio cuore con verità. Tu solo sai farlo […] e mi ridurrò nella mia stanza segreta, ove cantarti canzoni d’amore fra i gemiti, gli inenarrabili gemiti che durante il mio pellegrinaggio suscita il ricordo di Gerusalemme nel cuore proteso in alto verso di lei, Gerusalemme la mia patria, Gerusalemme la mia madre, e verso di te, il suo sovrano, il suo illuminatore, il suo padre e tutore e sposo, le sue caste e intense delizie, la sua solida gioia e tutti i suoi beni ineffabili, e tutti simultanei, perché unico, sommo, vero bene. Non me ne distoglierò, fino a che nella pace di quella madre carissima, dove stanno le primizie del mio spirito, donde traggo queste certezze, tu non abbia adunato tutto ciò che sono da questa deforme dispersione, per formarlo e fermarlo definitivamente in eterno, o Dio mio, misericordia mia. (Conf. XII, 16.23)

 

Lettura

Cristo e la Chiesa, lo Sposo e la Sposa

Quel diletto è stato visto dai suoi persecutori, ma senza comprenderlo. Se lo avessero conosciuto, mai avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Egli stesso spingeva gli occhi degli altri a questa intelligenza, dicendo: Chi vede me, vede anche il Padre. (Gv 14, 9)Canti dunque lui questo salmo: rallegriamoci nelle nozze e saremo insieme a coloro che compiono le nozze, che sono invitati alle nozze; e gli stessi invitati sono la sposa. Infatti la sposa è la Chiesa, lo sposo Cristo. I retori sono soliti cantare certi carmi che si chiamano epitalami; a quelli che si sposano tutto quanto in essi si canta è in onore dello sposo e della sposa; forse che in queste nozze alle quali siamo invitati non c’è il talamo? E come è che allora in un altro salmo si dice: Nel sole ha posto la sua tenda, ed egli stesso come sposo che esce dal suo talamo? (Sal 18, 6) È unione nuziale quella tra il Verbo e la carne: il talamo di questa unione è il seno della Vergine. Infatti la carne stessa si è unita al Verbo; per cui si dice anche: Non più due, ma una sola carne. (Mt 19, 6)La Chiesa è tratta dal genere umano, affinché il capo della Chiesa sia la carne stessa unita al Verbo, e gli altri credenti siano le membra di quel Capo. Vuoi vedere infatti chi verrà alle nozze? In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. (Gv 1, 1)Si rallegri la sposa amata da Dio. Quando amata? Quando era ancora deforme. Perché tutti hanno peccato - dice l’Apostolo - e hanno bisogno della gloria di Dio. (Rom 3, 23) E di nuovo: Infatti Cristo è morto per gli empi. (Rom 5, 6)Deforme è amata, affinché non resti deforme. Non è amata infatti perché deforme, in quanto non è la deformità che è amata; se fosse amata, verrebbe conservata; ha eliminata la deformità, e ha creato la bellezza. (En. in Ps. 44, 3)

 

Per la riflessione

Venga ormai egli stesso nelle parole della profezia; ecco, lo stesso sposo avanzi verso di noi: amiamolo; oppure, se avremo trovato in lui qualcosa di deforme, non amiamolo. (En. in Ps. 44, 3)

 

Pensiero agostiniano

Non segue Cristo chi non sulla base della vera fede e dell’insegnamento cattolico è considerato cristiano. (De sermone Domini in monte I, 5.14)

08/02

 

Preghiera

O Figlio di Dio, per mezzo del quale tutte le cose furono fatte, e insieme Figlio dell’uomo, che sei stato fatto come una delle altre cose, noi verremo da te. Ma per imparare che cosa? Che sono mite ed umile di cuore (Mt 11, 28), rispondi. (De s. virginitate 35.35)

 

Lettura

Il convertito accoglie l’invito all’umiltà

Ti ascoltino quanti cercano la tua misericordia e la tua verità. Vengano da te e imparino da te ad essere miti ed umili di cuore. Vivano per te: per te, non per sé. Ascolti ciò quel peccatore affaticato e affranto, così oppresso dal peso delle sue colpe da non osare di alzare gli occhi al cielo: colui che si percuote il petto e, da lontano, diviene vicino. (Lc 18, 13) Ascolti il centurione, che non si stimava degno d’accoglierti in casa. (Mt 8, 8) Ascolti Zaccheo, uomo ragguardevole fra i pubblicani, che restituisce il quadruplo di quanto aveva incamerato con i suoi detestabili peccati. (Lc 19, 2-8) Ascolti la donna nota in città come la peccatrice: lei che tanto più versava lacrime ai tuoi piedi, quanto più era stata lontana dalle tue vie. (Lc 7, 37-38) Ascoltino le meretrici e i pubblicani, che precedono nel Regno dei cieli gli scribi e i farisei. (Mt 21, 31) Ascoltino i malati di ogni specie: coloro dei quali tu partecipasti al banchetto, con un gesto che ti fu rinfacciato come colpa da coloro che si ritenevano sani e non cercavano il medico: mentre tu sei venuto a chiamare alla penitenza non i giusti ma i peccatori. Tutti costoro, quando si volgono a te, facilmente diventano miti e umili davanti a te, memori della loro vita trascorsa nel vizio e della tua inesauribile misericordia. In essi, infatti, dove era stato abbondante il peccato, la grazia fu ancora più abbondante. (Rom 5, 20) (De s. virginitate 36.36)

 

Per la riflessione

Riconosco l’eccellenza della tua verginità. Non ti propongo d’imitare il pubblicano che accusa umilmente i suoi peccati; temo, tuttavia, nei tuoi riguardi, l’atteggiamento del fariseo che ostenta superbamente i suoi meriti. (Lc 18, 10-14) (De s. virginitate 37.38)

 

Pensiero agostiniano

Ora, questa è la via: credere nel Crocifisso. Della sua deformità noi portiamo il segno nella nostra fronte. Non arrossiamo della deformità di Cristo! (Sermo 27, 6)

09/02

 

Preghiera

Volgi lo sguardo alla moltitudine dei vergini: santi fanciulli e sante fanciulle. Questa categoria di persone è sorta nella tua Chiesa: lì, come da un seno materno, ha cominciato a crescere, a gloria tua; lì sciolse la lingua per pronunziare il tuo nome; lì ha inteso il tuo nome e l’ha succhiato come il latte della propria infanzia. (De s. virginitate 36.37)

 

Lettura

Invocazione al Maestro dell’umiltà

Il documento base e il modello più perfetto della integrità verginale si deve ammirare in Cristo stesso. Senza dubbio. Ma, allora, quale altro precetto sull’umiltà dovrei io imporre a coloro che fanno professione di continenza, se non quello che Cristo diede a tutti gli uomini: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore? (Mt 11, 29) Egli aveva parlato della sua grandezza, e, volendo mostrare quanto si fosse fatto piccolo per noi, lui che era così grande, disse: Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto è stato dato a me dal Padre mio: e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo, e imparate da me, perché sono mite ed umile di cuore. (Mt 11, 25-29) Lui, sì, lui al quale il Padre ha dato tutto, e che nessuno conosce se non il Padre, e che solo conosce il Padre – insieme con coloro ai quali egli avrà voluto rivelarlo –, non dice: Imparate da me a creare il mondo, o a risuscitare i morti; ma: che sono mite ed umile di cuore. O dottrina salutare! O Maestro e Signore dei mortali!, ai quali la morte fu propinata e tuttora si comunica nella coppa della superbia... Non volle insegnare ciò che egli non fosse. Non volle comandare ciò che egli non avesse eseguito personalmente. Con gli occhi della fede, che tu mi hai aperto, contemplo te, o buon Gesù, che esclami e dici, come in un’adunata dell’intero genere umano: Venite a me, e imparate da me. O Figlio di Dio, per mezzo del quale tutte le cose furono fatte, e insieme Figlio dell’uomo, che sei stato fatto come una delle altre cose, noi verremo da te. Ma per imparare che cosa? Che sono mite ed umile di cuore, rispondi. Ma è davvero a questo che si sono ridotti tutti i tesori della sapienza e della scienza nascosti in te? (Col 2, 3) È proprio possibile che noi non abbiamo da imparare da te altra lezione più grande che l’essere tu mite e umile di cuore? O dovremo proprio ritenere che l’essere piccoli sia una cosa talmente grande che, se non si fosse realizzata in te, non avremmo avuto altra maniera d’impararla? Proprio così. (De s. virginitate 35.35)

 

Per la riflessione

Non c’è altra via per giungere alla pace dell’anima se non quella d’eliminare il gonfiore turbolento che la faceva apparire grande ai suoi occhi, mentre avanti a te era malata. (De s. virginitate 35.35)

 

Pensiero agostiniano

La passione di Cristo non deriva dal bisogno, ma dalla misericordia. Infatti offrì un esempio di pazienza a noi riguardo a noi, cioè all’uomo riguardo all’uomo, alla carne riguardo alla carne: tuttavia in quella carne egli stesso non fu reso peggiore; ma la carne in lui fu resa migliore. (Contra Felicem II, 9)


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