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sant'Agostino giorno per giorno

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2013 12:53
20/01/2013 12:53

dal 21 al 31 gennaio
21/01

 

Preghiera

Quanto amasti noi, Padre buono, che non risparmiasti il tuo unico Figlio, consegnandolo agli empi per noi! (Cf Rom 8, 32) (Conf. X, 43.69)

 

Lettura

L’amore di Dio Padre

Il Padre che ama il Figlio, non può non amare le membra del Figlio, e non per altro motivo le ama, se non perché ama il Figlio. Ama il Figlio in quanto Dio, perché lo ha generato uguale a sé; e lo ama anche in quanto uomo, perché lo stesso Verbo unigenito si è fatto carne; cioè a causa del Verbo gli è cara la carne del Verbo. E ama noi perché siamo le membra di colui che ama; e affinché diventassimo membra del Figlio, in vista di questo ci ha amati prima che noi fossimo.

Perciò l’amore con cui Dio ama è incomprensibile e non va soggetto a mutamento. Egli non ha cominciato ad amarci solo quando siamo stati riconciliati a lui per mezzo del sangue di suo Figlio; ma ci ha amati prima della fondazione del mondo, chiamando anche noi ad essere suoi figli insieme all’Unigenito, quando ancora non eravamo assolutamente nulla. Il fatto dunque che noi con la morte del Figlio siamo stati riconciliati a Dio, non va ascoltato e non va preso nel senso che egli ha cominciato allora ad amare chi prima odiava, così come il nemico si riconcilia col nemico e i due divengono poi amici, e prendono ad amarsi a vicenda come a vicenda si odiavano. Noi siamo stati riconciliati con chi già ci amava, con il quale, a causa del peccato, noi eravamo nemici. (In Io. Ev. 110, 5-6)

 

Per la riflessione

Ecco dunque il grande beneficio che ci accorderà colui che ci ha amati come ha amato Cristo: che per amore dello stesso Gesù Cristo, di cui ha voluto fossimo le membra, diventiamo uguali in santità agli angeli e in un certo modo loro compagni, noi che per natura siamo stati creati inferiori e che ancor più indegni ci siamo resi a causa del peccato. (In Io. Ev. 110, 7)

 

Pensiero agostiniano

Dio cerca te piuttosto che i tuoi doni. (Sermo 82, 3.5)

22/01

 

Preghiera

Gloria al nostro Signore, e alla sua misericordia e alla sua verità, perché nella sua misericordia non ha omesso, con un dono della sua grazia, di renderci beati, né ci ha privati della verità. Infatti, fu la verità che per prima ci venne incontro, rivestendosi della nostra carne, al fine di guarire l’occhio interiore del nostro cuore e darci così in un secondo momento, la possibilità di contemplarla faccia a faccia. (En. in Ps. 56, 17)

 

Lettura

Chi segue il Cristo è odiato dal mondo

Nel passo del Vangelo che è stato letto, il Signore ci ha insegnato che chi crede in lui crede in colui che lo ha mandato. E` certezza della nostra fede che ci è stato mandato il Salvatore: l’annuncio del Cristo infatti viene dato dal Cristo stesso, cioè dal corpo di Cristo che è esteso su tutta la terra. Certo egli era nei cieli quando diceva al persecutore che infieriva qui sulla terra: Perché mi perseguiti? (At 9, 4), ma con ciò dichiarava che egli è anche qui in noi. Come lui è in noi qui, così noi siamo là in lui: e il Cristo totale va in tal modo crescendo, saldato in unità dalla carità. Lui stesso che è il nostro capo, è il salvatore del suo corpo. Dunque il Cristo è annunciato dal Cristo, il capo dal suo corpo, e dal suo capo è difeso il corpo. Per questo il mondo ci odia, come ci ha detto lo stesso Signore, che non si riferiva solo ai pochi Apostoli quando disse che il mondo li avrebbe odiati. E ancora, rivolgendosi non solo a loro, ma a tutto il suo corpo e a ogni suo membro, disse che dovevano gioire quando la gente li avrebbe insultati e avrebbe detto male di loro, perché grande sarebbe stata la loro ricompensa nei cieli. (Sermo 354, 1)

 

Per la riflessione

Chi dunque vuole appartenere al corpo di Cristo, esserne membro, non deve meravigliarsi se il mondo lo odia. (Sermo 354, 1)

Pensiero agostiniano

Con il nome di ossa nel Corpo del Signore sono designati tutti i giusti, i fermi di cuore, i forti, che non cedono a nessuna persecuzione ed a nessuna tentazione acconsentendo al male. (En. in Ps. 34, I, 14)

23/01

 

Preghiera

Signore, tu aiuti me che tendo a te; poiché mi hai redento affinché io tenda a te. (En. in Ps. 18, I, 15)

 

Lettura

La gloria di Dio

Gli Apostoli ci narrano la gloria di Dio, posta nel Cristo Gesù, per la grazia concessa in remissione dei peccati. Tutti infatti hanno peccato e hanno bisogno della gloria di Dio, e sono gratuitamente giustificati dal suo sangue: gratuitamente, cioè per grazia. Infatti non è grazia, se non è gratuita. Poiché niente di buono avevamo compiuto prima, per meritarci tali doni; a maggior ragione, proprio perché non senza motivo ci sarebbe stata inflitta la pena, gratuitamente ci è stato offerto il beneficio. Da parte nostra non avevamo meritato precedentemente nulla, se non di dover essere condannati. Egli invece, non per nostra giustizia ma per sua misericordia ci ha salvato nel lavacro della rigenerazione. Questa è, dico, la gloria di Dio; e questa i cieli hanno narrato. Questa è, ripeto, gloria di Dio, non tua. Poiché tu non hai fatto niente di buono, e nondimeno hai ricevuto tanto bene. Ebbene, se tu miri alla gloria che i cieli hanno narrato, di’ al Signore Dio tuo: Dio mio, la sua misericordia mi preverrà. (Sal 58, 11)Ti previene: sì, ti previene, perché niente di buono ha trovato in te. Tu hai prevenuta la sua pena facendoti superbo; egli previene la tua pena distruggendo i peccati. Orbene, come da peccatore [reso] giustificato, da empio fatto pio, e da dannato assunto nel Regno, di’ al Signore Dio tuo: non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria. (Sal 113, 9) (En. in Ps. 18, II, 2)

 

Per la riflessione

Noi siamo sua fattura, creati in Gesù Cristo per le opere buone. Ecco che ci ha creati non soltanto uomini, ma anche giusti, se lo siamo: sì egli ci ha fatti, e non da noi stessi ci siamo fatti. (En. in Ps. 18, II, 3)

 

Pensiero agostiniano

Prima della venuta del Signore Gesù, l’uomo riponeva in se stesso la sua gloria. E’ venuto questo uomo per abbassare la gloria dell’uomo, e far crescere la gloria di Dio. (In Io. Ev. 14, 5)

24/01

 

Preghiera

Egli era stato concepito da una vergine senza influsso di concupiscenza, era stato generato da una vergine rimasta vergine. (Sermo 231, 2)

 

Lettura

Tre stati di vita nella Chiesa

Vi dico una cosa che vi farà piacere, carissimi. Nella Chiesa le membra di Cristo conducono tre tipi di vita: la vita coniugale, la vedovile e la verginale. Poiché questi tre tipi di vita, questi tre tipi di castità sarebbero stati vissuti nelle membra sante di Cristo, tutti e tre questi tipi di vita hanno dato testimonianza a Cristo. Il primo, la vita coniugale: quando la Vergine Maria concepì, anche Elisabetta, moglie di Zaccaria, aveva concepito: portava già nel grembo l’araldo di questo Giudice. Maria, la tutta santa, venne dalla sua parente per farle visita. Il bambino esultò di gioia nel grembo di Elisabetta. Il bambino esultò, la madre profetizzò. La castità coniugale rende testimonianza a Cristo. Dove e quando la castità vedovile rese testimonianza a Cristo? In Anna. Avete ascoltato poco fa, quando vi è stato letto il Vangelo, che Anna era una santa profetessa, vedova, di ottantaquattro anni, che era vissuta sette anni con il marito; frequentava il tempio del Signore e serviva il Signore nella preghiera giorno e notte. Anche questa vedova rese testimonianza a Cristo. Lo vide nella sua piccolezza di bambino, lo riconobbe nella sua grandezza e ne diede testimonianza. Hai in questo esempio la testimonianza della vita vedovile. In Maria hai l’esempio di vita verginale. Ciascuno scelga di questi tre tipi di vita quello che vuole. Chi volesse essere al di fuori di questi tre tipi di vita dimostrerebbe di non avere intenzione di essere tra le membra di Cristo. Non dicano le sposate: Noi non apparteniamo a Cristo. Ebbero marito anche delle sante donne. Non si inorgogliscano le vergini. Quanto più sono elevate in onore tanto più si umilino in ogni cosa. Tutti i modelli che possono riguardare la nostra salvezza sono posti davanti ai nostri occhi, nessuno cerchi di escludervisi. Nessuno abbia altra donna all’infuori della propria moglie, anche se è preferibile non avere moglie. (Sermo 196, 2)

 

Per la riflessione

Se cerchi un esempio di castità coniugale hai Susanna, se cerchi un esempio di castità vedovile hai Anna, se cerchi un esempio di castità verginale hai Maria. (Sermo 196, 2)

 

Pensiero agostiniano

Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! (Sermo 196, 3)

25/01

 

Preghiera

Sei venuto, o Cristo: sei apparso umile, sei stato disprezzato, flagellato, crocifisso, ucciso; ma nel terzo, giorno sei risorto, nel quarantesimo giorno sei asceso in cielo, siedi alla destra del Padre e nessuno ti vede più. Di lassù hai mandato il tuo Spirito, ricevuto da quanti ne erano degni: i quali, colmi del tuo amore, annunziarono alle nazioni per tutto il mondo la grandezza delle tue stesse umiliazioni. Vedo il tuo nome giganteggiare al di sopra degli uomini, ma tu ci fosti annunziato come un uomo debole. (En. in Ps. 53, 4)

 

Lettura

Imitare le vie di Cristo

Che significa infatti entrare per la porta? Entrare per Cristo. Egli stesso diceva infatti: Io sono la porta. (Gv 10, 7)E che vuol dire "entrare per Cristo"? Vuol dire imitare le vie di Cristo. Ma in che cosa imiteremo le vie di Cristo?Forse nello splendore che è proprio a lui, Dio incarnato? O che forse lui ci esorta (o esige da noi) a compiere miracoli uguali a quelli che egli ha fatti? O non è più vero che il nostro Signore Gesù Cristo governa tutto il mondo insieme con il Padre, ora e sempre? E se esige che l’uomo sia suo imitatore, lo chiama forse con questo a governare insieme con lui il cielo e la terra e tutte le cose che sono nel cielo e nella terra, o ad essere anche lui il creatore che dia l’essere a tutte le cose, come tutte le cose furono fatte per mezzo di Cristo? Non a queste opere, che egli compì all’inizio (e delle quali sta, scritto: Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui [Gv 1, 3]), ti invita il Signore nostro Gesù Cristo, Dio e Salvatore nostro; e neppure [ti invita] a compiere certe opereche egli ha compiute in terra. Non ti dice, ad esempio: non sarai mio discepolo se non camminerai sopra il mare, oppure se non risusciterai un morto da quattro giorni, o se non aprirai gli occhi a un cieco nato. Non ti dice questo. Che significa allora entrare per la porta? Imparate da me che sono mite e umile di cuore. (Mt 11, 29) (En. in Ps. 90, I, 1)

 

Per la riflessione

Tu devi badare a ricopiare da lui ciòche egli è divenuto per te. (En. in Ps. 90, I, 1)

 

Pensiero agostiniano

Egli offrì la sua cena ed offrì la sua passione; e si è saziato colui che lo ha imitato. (En. in Ps. 21, II, 27)

26/01

 

Preghiera

Signore, guarda e abbi pietà, Signore. Dio mio, luce dei ciechi e virtù dei deboli, e tosto luce dei veggenti e virtù dei forti; volgi la tua attenzione sulla mia anima e ascolta chi grida dall’abisso. (Conf. XI, 2.3)

 

Lettura

Imitare Cristo, oltre che nel martirio, nella sua umiltà

Vediamo di comprendere in che modo, oltre all’effusione del sangue, oltre la prova della passione, il cristiano debba imitare Cristo. Parlando di Cristo Signore, dice l’Apostolo: Il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio. Suprema grandezza! Ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, e apparso in forma umana... (Fil 2, 7-8) Estremo abbassamento! Cristo volle umiliarsi: è a tua disposizione, o cristiano, quel che devi far tuo. Cristo si fece obbediente. Tu come puoi essere superbo? Fino a che punto Cristo si fece obbediente? Fino all’incarnazione del Verbo, fino a condividere la mortalità umana, fino alla triplice tentazione da parte del diavolo, fino ad esporsi alla derisione del popolo giudaico, fino agli sputi e alle catene, fino agli schiaffi e alla flagellazione; se è poco, fino alla morte; e, se c’è ancora qualcosa da aggiungere, anche a proposito del genere di morte... e alla morte di croce. (Sermo 304, 3.3)

 

Per la riflessione

È per noi tale esempio di umiltà, come rimedio alla superbia. (Sermo 304, 3.3)

 

Pensiero agostiniano

Ecco la voce del tuo pastore: non seguire la voce degli altri! Non avrai timore del ladro, se avrai seguito la voce del pastore. (En. in Ps. 69, 6)

27/01

 

Preghiera

Tu sei la delizia vivificante di un cuore puro. (Conf. XIII, 21.30)

 

Lettura

Le gioie del paradiso

Quali saranno dunque le tue gioie? E gioiranno nell’abbondanza della pace. La pace è il tuo oro, la pace è il tuo argento, la pace sono le tue terre, la pace è la tua vita, la pace è il tuo Dio. Tutto quanto tu desideri sarà pace per te. Ciò che qui è oro non può essere per te anche argento; ciò che è vino non può essere pane; ciò che è luce non può essere bevanda: il tuo Dio sarà tutto per te. Te ne ciberai per non avere fame, lo berrai per non avere sete; sarai da lui illuminato per non esser cieco; sarai da Lui ristorato per non venir meno; ti possederà tutto intero, Egli tutto intero. Non soffrirai lassù ristrettezza, con Colui con il quale possiedi tutto; tutto avrai e tutto anche Egli avrà; perché tu e Lui sarete uno, in quanto la totale unità avrà Colui che vi possiede. Questo è ciò che rimane per l’uomo pacifico. (En. in Ps. 36, I, 12)

 

Per la riflessione

L’uomo infatti era stato creato a immagine di Dio, ma era andato perduto. Ora cosa fece quella donna saggia? (Cf Lc 15, 8) Accese la lucerna. La lucerna è fatta di terra, ma fa una luce che permette di ritrovare la dramma. Lucerna della sapienza è dunque la carne di Cristo, nata dalla terra ma rilucente del suo Verbo. Fu lei che ritrovò quanti si erano perduti. E la notte [sia] luce nelle mie delizie. La notte mi si è trasformata in gaudio. Nostro gaudio è infatti Cristo. (En. in Ps. 138, 14)

 

Pensiero agostiniano

Per il fedele che peregrina in questo mondo non c’è ricordo più soave di quello della città da cui è lontano; nello stesso tempo però il ricordo di quella città durante l’esilio non lo lascia senza dolore e gemito. (En. in Ps. 145, 1)

28/01

 

Preghiera

Ci aiuti Cristo, figlio della Vergine e sposo delle vergini, nato fisicamente da un grembo verginale, sposato misticamente con nozze verginali. (De sancta virginitate 2.2)

 

Lettura

Cristo ci ha insegnato a sopportare gli insulti

Non vedrà la morte quando vedrà morire i sapienti. Allo stesso modo i Giudei videro Cristo pendente dalla croce e lo disprezzarono dicendo: Se fosse figlio di Dio, discenderebbe dalla croce. (Mt 27, 42) Non vedevano insomma che cosa è la morte. Oh, se avessero visto che cosa è la morte, se l’avessero compresa! Quegli moriva nel tempo, per rivivere in eterno; essi vivevano nel tempo per morire in eterno. Ma poiché lo vedevano morire, non vedevano la morte, cioè non capivano che cosa sia la vera morte. Che cosa dicono infatti nella Sapienza? Condanniamolo ad una morte oltraggiosa, perché, a suo dire, c’è chi si piglierà cura di lui; se infatti è davvero il Figlio di Dio, egli lo libererà dalle mani degli avversari (Sap 2, 20), cioè non permetterà che muoia il suo Figlio se veramente è il Figlio di lui. Ma quando lo videro sulla croce mentre subiva gli insulti e non discendeva dalla croce, dissero: Era veramente un uomo. Già si è detto che certamente poteva discendere dalla croce Colui che poté risorgere dal sepolcro; ma ci ha insegnato a sopportare gli insulti, ci ha insegnato ad essere pazienti di fronte alle lingue degli uomini, a bere ora il calice dell’amarezza e a ricevere poi la salvezza eterna. Bevi, ammalato, il calice amaro, se vuoi essere sano, poiché ora non lo sono le tue viscere; non tremare, perché, affinché tu non tremi, per primo lo ha bevuto il medico; cioè per primo il Signore ha bevuto l’amarezza della Passione. Ha bevuto Colui che non aveva peccato, che non aveva di che essere risanato. Bevi dunque finché non passa l’amarezza di questo secolo, finché non verrà il secolo ove non ci sarà alcuno scandalo, alcuna ira, alcuna malattia, alcuna amarezza, alcuna febbre, alcun inganno, alcuna inimicizia, alcuna vecchiaia, alcuna morte, alcuna lite. (En. in Ps. 48, I, 11)

 

Per la riflessione

Soffri qui, giungerai alla fine; soffri se non vuoi, rifiutandoti di soffrire qui, giungere alla fine della vita, senza giungere mai alla fine delle sofferenze. (En. in Ps. 48, I, 11)

 

Pensiero agostiniano

Se sotto rimarrà la terra con le sue comodità, da sopra ci abbraccia l’eterna felicità. (Sermo 214, 8)

29/01

 

Preghiera

O Signore, Dio nostro! La nostra bocca non proferisca la vanità. Facci trovare la felicità in te, perché non ti perderemo. Quando possederemo te, non solo non ti perderemo ma non periremo neppure noi. Facci trovare la felicità in te, poiché: Beato è il popolo il cui Dio è il Signore. (Sermo 113, 6)

 

Lettura

La Chiesa corpo di Cristo

I fedeli dimostrano di conoscere il corpo di Cristo, se non trascurano di essere il corpo di Cristo. Diventino corpo di Cristo se vogliono vivere dello Spirito di Cristo. Dello Spirito di Cristo vive soltanto il corpo di Cristo. Capite, fratelli miei, ciò che dico? Tu sei un uomo, possiedi lo spirito e possiedi il corpo. Chiamo spirito ciò che comunemente si chiama anima, per la quale sei uomo: sei composto infatti di anima e di corpo. E così possiedi uno spirito invisibile e un corpo visibile. Ora dimmi: quale è il principio vitale del tuo essere? E’ il tuo spirito che vive del tuo corpo, o è il tuo corpo che vive del tuo spirito? Che cosa potrà rispondere chi vive (e chi non può rispondere, dubito che viva), che cosa dovrà rispondere chi vive? E’ il mio corpo che vive del mio spirito. Ebbene, vuoi tu vivere dello Spirito di Cristo? Devi essere nel corpo di Cristo. Forse che il mio corpo vive del tuo spirito? No, il mio corpo vive del mio spirito, e il tuo del tuo. Il corpo di Cristo non può vivere se non dello Spirito di Cristo. E’ quello che dice l’Apostolo, quando ci parla di questo pane: Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo (1Cor 10, 17). Mistero di amore! Simbolo di unità! Vincolo di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. S’avvicini, creda, entri a far parte del Corpo, e sarà vivificato. Non disdegni d’appartenere alla compagine delle membra, non sia un membro infetto che si debba amputare, non sia un membro deforme di cui si debba arrossire. Sia bello, sia valido, sia sano, rimanga unito al corpo, viva di Dio per Iddio; sopporti ora la fatica in terra per regnare poi in cielo. (In Io. Ev. 26, 13)

 

Per la riflessione

Coloro che mangiano un tale pane, non litigano tra loro, appunto perché essendoci un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo. (In Io. Ev. 26, 14)

 

Pensiero agostiniano

Hanno mangiato il corpo umile del loro Signore anche i ricchi della terra, e non si sono saziati, come i poveri, sino ad imitarlo; ma tuttavia lo hanno adorato. (En. in Ps. 21, I, 30)

30/01

 

Preghiera

O Signore, ormai son persuaso che Cristo è lo sposo. È un dato di fatto. Che però nessuno mi stacchi dalle membra della tua sposa, né succeda che tu cessi d’essere mio capo per non essere io fra le sue membra. (En. in Ps. 147, 18)

 

Lettura

Il pane di vita eterna

Questo è quanto il Signore ci ha detto del suo corpo e del suo sangue. Ci ha promesso la vita eterna attraverso la partecipazione a questo dono. Perciò ha voluto farci intendere che davvero mangiano la sua carne e bevono il suo sangue coloro che rimangono in lui e nei quali egli rimane. Questo non capirono coloro che non credettero in lui e che, intendendo in senso carnale le cose spirituali, si scandalizzarono. E mentre questi si scandalizzavano e si perdevano, il Signore incoraggiò i discepoli che erano rimasti con lui, ai quali, come per provarli, domandò: Volete andarvene anche voi? (Gv 6, 68).Egli fece questa domanda affinché noi potessimo conoscere, attraverso la risposta, la loro fedeltà. Egli infatti sapeva benissimo che sarebbero rimasti. Tutto ciò dunque, o dilettissimi, ci serva di lezione, affinché non abbiamo a mangiare la carne e a bere il sangue di Cristo solo sacramentalmente, come fanno anche tanti cattivi cristiani; ma affinché lo mangiamo e lo beviamo in modo da giungere alla partecipazione del suo Spirito e da rimanere nel corpo senza scandalizzarci se molti di coloro che con noi mangiano e bevono la carne e il sangue, ma solo esteriormente, saranno alla fine condannati ai tormenti eterni. Al presente il corpo di Cristo non è ancora purificato, come il grano sull’aia; ma il Signore sa chi sono i suoi. Quando batti il grano, tu sai che la massa dei chicchi sta nascosta e che la battitura non distrugge ciò che il ventilabro deve purificare; così siamo sicuri, o fratelli, che quanti siamo nel corpo del Signore, e rimaniamo in lui in modo che anch’egli rimanga in noi, dovremo, in questo mondo e sino alla fine, vivere in mezzo agli iniqui. E non parlo degli iniqui che bestemmiano Cristo; poiché ormai non sono molti quelli che lo bestemmiano con la lingua, ma sono molti quelli che lo bestemmiano con la vita. E’ necessario dunque che viviamo in mezzo a loro sino alla fine. (In Io. Ev. 27, 11)

 

Per la riflessione

Che cosa abbiamo creduto e che cosa abbiamo conosciuto? Che tu sei il Cristo Figlio di Dio (Gv 6, 68-70), cioè che tu sei la stessa vita eterna, e nella carne e nel sangue ci dai ciò che tu stesso sei. (In Io. Ev. 27, 9)

 

Pensiero agostiniano

Che significa dunque: Dacci il nostro pane quotidiano? "Cerchiamo di vivere in modo da non essere separati dal tuo altare". (Sermo 58, 4.5)

31/01

 

Preghiera

Tu che esisti da sempre, e prima che noi fossimo e prima che fosse il mondo, ti sei fatto nostro rifugio dal momento in cui noi ci siamo rivolti a te. (En. in Ps. 89, 3)

 

Lettura

Il regno del Figlio diletto

Ascoltate, Giudei e gentili; ascoltate, circoncisi e incirconcisi; ascoltate, regni tutti della terra: Io non intralcio la vostra sovranità in questo mondo: Il mio regno non è di questo mondo. Non lasciatevi prendere dall’assurdo timore di Erode che, alla notizia della nascita di Cristo, si allarmò, e per poter colpire lui uccise tanti bambini, mostrandosi così crudele più nella paura che nella rabbia. Il mio regno - dice il Signore - non è di questo mondo. Che volete di più? Venite nel regno che non è di questo mondo; venite credendo, e non vogliate diventare crudeli per paura. E’ vero che in una profezia, Cristo, riferendosi a Dio Padre, dice: Da lui io sono stato costituito re sopra Sion, il suo monte santo (Sal 2, 6), ma questo monte e quella Sion, di cui parla, non sono di questo mondo. Quale è infatti il suo regno se non i credenti in lui, a proposito dei quali dice: Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo? anche se egli voleva che essi rimanessero nel mondo, e per questo chiese al Padre: Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal male (Gv 17, 16 15). Ecco perché anche qui non dice: Il mio regno non è in questo mondo, ma dice: Il mio regno non è di questo mondo. E dopo aver provato la sua affermazione col dire: Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero per me, affinché non fossi consegnato ai Giudei, non dice: Ora il mio regno non si trova quaggiù, ma dice: il mio regno non è di quaggiù. (In Io. Ev. 115, 2)

 

Per la riflessione

E’ del mondo tutto ciò che di umano è stato sì creato dal vero Dio, ma che è stato generato dalla stirpe corrotta e dannata di Adamo; è diventato però regno di Dio, e non è più di questo mondo, tutto ciò che in Cristo è stato rigenerato. (In Io. Ev. 115, 2)

 

Pensiero agostiniano

Se non vuoi essere nel Regno, abbi timore di trovarti nel rogo del fuoco ardente. (Sermo 349, 7)


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