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DALL1 AL 15 DICEMBRE

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2014 16:07
05/11/2012 11:01


 

 

 

05/12

 

Preghiera

Guarda, Signore, con misericordia e libera noi che ora t’invochiamo; liberane pure coloro che ancora non t’invocano, sì che possano invocarti ed esserne liberati. (Conf. I, 10.16)

 

Lettura

La liberazione mediante il sangue di Cristo

Se vogliamo sapere in che modo l’uomo cadde prigioniero, interroghiamo l’apostolo Paolo. Egli più d’ogni altro geme in tale prigionia e sospira verso l’eterna Gerusalemme, sicché è in grado d’insegnarci come debba gemere chi è animato dallo Spirito, se lo stesso Spirito animava lui e gli strappava dei gemiti. Dice infatti: Tutta la creazione è nel gemito e soffre dolori fino ad oggi. E ancora: La creatura è sottoposta alla vanità, non perché l’abbia voluto lei, ma a motivo di chi ve l’ha assoggettata nella speranza (Rom 8, 20). Chiama "ogni creatura" gli uomini che, sebbene avviati alla fede, tuttavia non credono ancora e che egli vede gemere in mezzo ai disagi. Ma si tratta veramente solo di questi, sicché nei credenti la creatura non geme più né è più fra i dolori del parto? Ascoltiamo come prosegue: Né solo costoro, ma anche noi, pur avendo le primizie dello Spirito, cioè noi che nello Spirito adoriamo Dio, che interiormente abbiamo abbracciato la fede in Dio e mediante questa fede abbiamo offerto a Dio una specie di primizia a cui seguiranno quelle altre primizie che siamo noi stessi. Ebbene, anche noi gemiamo nel nostro intimo in attesa dell’adozione a figli, cioè della liberazione del nostro corpo (Rom 8, 23). Gemeva l’Apostolo e, come lui, gemono tutti i fedeli che attendono l’adozione a figli e la redenzione del loro corpo. Dove gemono? Nella mortalità in cui si trovano. E qual è la liberazione che attendono? Quella del loro corpo, anticipata nella persona del Signore, risorto da morte e asceso al cielo. (En. in Ps. 125, 2)

 

Per la riflessione

Finché non s’avverano queste promesse, dobbiamo gemere e ciò anche se abbiamo la fede e la speranza. (En. in Ps. 125, 2)

 

Pensiero agostiniano

Felice la necessità che ci costringe a cose migliori. (Ep. 127, 8)

 

 

06/12

 

Preghiera

O beni del Signore, dolci, immortali, incomparabili, eterni, immutabili! Quando vi vedrò, o beni del Signore? Ho fede di vedervi, ma non nella terra di coloro che muoiono. Ho fede di vedere i beni del Signore nella terra dei viventi. (En. in Ps. 26, II, 22)

 

Lettura

La legge umana e quella divina

Ecco le proprietà. In nome di quale diritto le rivendichi? In nome del diritto divino o di quello umano? Mi diranno che il diritto divino si trova nelle Scritture, quello umano nelle leggi dei re. Io replico: a che titolo uno possiede una cosa? non forse in virtù del diritto umano? perché in virtù del diritto divino al Signore appartiene la terra e la sua pienezza (Sal 23, 1). Con una medesima terra Dio ha creato i poveri e i ricchi ed una medesima terra sostiene i poveri e i ricchi. Tuttavia è in virtù del diritto umano che uno dice: questa terra è mia, questa casa è mia, questo servo è mio. Dunque in virtù del diritto umano, del diritto degli imperatori. E perché? Perché questi diritti Dio li ha distribuiti al genere umano per mezzo degli imperatori e dei re di questo mondo. Volete che prendiamo atto delle leggi degli imperatori e in base ad esse definiamo la questione della proprietà? Se volete possedere basandovi sul diritto umano, si proceda alla lettura delle leggi degli imperatori, e vediamo se era loro intenzione che gli eretici fossero proprietari. Ma che mi importa dell’imperatore! - dirai. Gli è che tu possiedi la terra in base al diritto da lui fissato. Sopprimendo questo diritto, nessuno potrà dire: questa terra è mia, questo servo è mio, questa casa è mia. Se, invece, gli uomini hanno questa proprietà perché ne hanno ricevuto il diritto dai re, volete che leggiamo queste leggi per convincervi che se godete il possesso anche soltanto di un orto, non lo dovete se non alla mansuetudine della colomba, che se non altro vi ci lascia? (In Io. Ev. 6, 25)

 

Per la riflessione

Tutti gli uomini che amano queste cose, - che Cristo non volle avere, perché voleva mostrare non possedendole, che erano da disprezzarsi, non già perché non avesse il potere di possederle, - tutti coloro che amano queste cose disprezzano Lui. (En. in Ps. 30, II, d. 3, 5)

 

Pensiero agostiniano

Non amate le cose temporali, perché se si amassero come un bene, le amerebbe l’uomo che il Figlio di Dio ha assunto. (De agone christiano 11.12)

 

 

07/12

 

Preghiera

Saggia al fuoco i miei reni e il mio cuore. Applica come fuoco la medicinale purificazione ai miei piaceri e ai miei pensieri. (En. in Ps. 25, I, 3)

 

Lettura

Per conseguire la santità

Per conseguire la santità dobbiamo esser forniti di queste tre doti: la verecondia del corpo, la castità del cuore, la verità della dottrina. Quanto alla verecondia del corpo, nessuno può violarla senza il consenso e l’approvazione dell’anima. Non è infatti impudicizia una cosa, qualunque sia, che ci raggiunga nel corpo per una violenza esterna senza che noi diamo alcun consenso, anzi restando contrari. Riguardo a questo, possono esserci dei motivi per permettere la cosa ma nessuno per acconsentirvi. Vi acconsentiamo quando approviamo il male e lo vogliamo; non lo vogliamo invece, ma solo lo permettiamo quando lo facciamo per evitare una qualche sconcezza più grave. Se al contrario si acconsente all’impudicizia del corpo, un tale atto viola anche la castità del cuore. In effetti la castità del cuore consiste nella volontà rivolta al bene e nell’amore sincero, che non è violato se non quando amiamo e desideriamo ciò che la Verità ci insegna di non dover amare o desiderare. Occorre dunque conservare la nitidezza della dilezione tanto verso Dio quanto verso il prossimo, poiché è con essa che viene consacrata la castità del cuore. Con tutte le forze e con devote suppliche ci si deve impegnare affinché, quando fosse insidiata la pudicizia del nostro corpo, nessuna attrattiva venga a toccare i sensi dell’anima, nemmeno quelli che, essendo più all’esterno, sono collegati con la carne. Se questo non sarà possibile, si conservi la castità del cuore negando il consenso [a tali moti]. Nella castità del cuore è poi importante conservare i requisiti dell’innocenza e della benevolenza, per quel che riguarda l’amore del prossimo, e la pietà per quanto riguarda l’amore di Dio. (De mendacio 19, 40)

 

Per la riflessione

Contro le seduzioni e le minacce del nemico Dio ci doni le due virtù: continenza e sopportazione: contenere i piaceri, perché le prosperità non ci seducano; sopportare i terrori perché le contrarietà non ci spezzino. (Sermo 20, 2)

 

Pensiero agostiniano

Chi ha perduto la costanza si è effeminato, ha perduto il suo vigore. (Sermo 26, II, 23)

 

 

08/12

 

Preghiera

Brucia i miei piaceri, Signore, brucia i miei pensieri in modo che non pensi nulla di male e non provi piacere in alcun male. (En. in Ps. 25, 7)

 

Lettura

Parentela di sangue e parentela spirituale

Un giorno – racconta il Vangelo – la madre e i fratelli di Gesù (cioè i suoi cugini) si fecero annunziare, ma rimasero fuori casa perché la folla non permetteva loro di avvicinarsi [al Maestro]. Gesù uscì in queste parole: Chi è mia madre? e chi sono i miei fratelli? E stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco i miei fratelli! Poiché, chiunque fa la volontà del Padre mio, questi è mio fratello e madre e sorella. (Mt 12, 48s) Ci insegnava con questo ad attribuire più importanza al nostro parentado spirituale che non a quello carnale. Ci insegnava a ritenere beata la gente, non per i vincoli di parentela o di sangue che vanta con persone giuste e sante, ma perché, attraverso l’obbedienza e l’imitazione, si adeguano al loro insegnamento e alla loro condotta. Proprio come Maria, la quale, se fu beata per aver concepito il corpo di Cristo, lo fu maggiormente per aver accettato la fede nel Cristo. A quel tale, infatti, che aveva esclamato: Beato il grembo che ti ha portato!, il Signore replicò: Beati sono, piuttosto, coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano. (Lc 11, 27-28)Si sa di certi fratelli di Gesù (cioè suoi parenti di famiglia), che non credettero in lui. A costoro cosa giovò la parentela che li univa a Cristo? E così anche per Maria: di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità, se lei il Cristo non l’avesse portato nel cuore, con una sorte più fortunata di quando lo concepì nella carne. (De sancta virginitate 3.3)

 

Per la riflessione

Quanto a Maria, essa adempì la volontà del Padre; e in tal modo, se fisicamente fu soltanto madre di Cristo, spiritualmente gli fu sorella e madre. (De sancta. virg. 5.5)

 

Pensiero agostiniano

Maria concepì e rimase vergine sempre: nel concepimento, nel parto e fino alla morte. (De catechizandis rudibus 22, 40)

 

 

 

09/12

 

Preghiera

Ti lodi per le creature passeggere la mia anima, Dio creatore di tutto, ma senza lasciarsi in esse invischiare dall’amore, attraverso i sensi del corpo. (Conf. IV, 10.15)

 

Lettura

Le vergini sagge del Vangelo

Nel numero cinque [delle vergini] debbono comprendersi numerose migliaia, né di sole donne ma anche di uomini. Se l’uno e l’altro sesso è chiamato con nome femminile, è perché si ha in mente la Chiesa, e la Chiesa, formata da persone di ambo i sessi, è chiamata vergine. Vi ho fidanzati ad un solo uomo, per presentarvi a Cristo come una vergine pura (2Cor 11, 2). Di pochi è la verginità in senso fisico, di tutti dev’essere la verginità del cuore. La verginità fisica è il corpo intatto, la verginità del cuore è la fede incorrotta. Tutta la Chiesa quindi è detta vergine e, con nome maschile, si chiama popolo di Dio. Questo popolo di Dio comprende persone dei due sessi, e costituisce un unico popolo e una sola Chiesa e un’unica colomba. In questa verginità sono comprese innumerevoli migliaia di santi. Le cinque vergini pertanto rappresentano tutte le anime che entreranno nel regno di Dio. Né è senza motivo l’uso del numero cinque, in quanto cinque sono i sensi del corpo, a tutti noti. Cinque sono le porte per cui le cose attraverso il corpo entrano nell’anima. Ciò che potresti desiderare in modo disordinato entra o per gli occhi o per gli orecchi o per l’odorato o per il gusto o per il tatto. Chiunque non avrà lasciato libero l’ingresso alla corruzione per nessuna di queste cinque porte sarà computato nel numero delle cinque vergini. Si accorda l’ingresso alla corruzione consentendo ai cattivi desideri. (En. in Ps. 147, 10)

 

Per la riflessione

Il Signore, quando dice: Siano cinti i vostri lombi, inculca la continenza da ogni affezione per le cose mondane, e quando parla di lucerne accese si riferisce ancora alla continenza, che dev’essere da voi praticata per un fine giusto e con retta intenzione. (Quaestiones Evangeliorum II, 25)

 

Pensiero agostiniano

Quanto a te, rimarrai fuori a bussare inutilmente se non ti sarai interessato d’essere vergine di cuore o, se sarai stato vergine, lo sarai stato fra le vergini stolte. (En. in Ps. 147, 10)

 

 

10/12

 

Preghiera

O Signore, libera la mia anima (Sal 114, 4). Sono vere certamente anche queste cose, dice; tuttavia per "giorni miei" mi piace di più intendere i giorni della mia miseria e della mia mortalità, i giorni che risentono di Adamo e sono pieni di stenti e di sudore, i giorni condotti secondo il vecchio uomo e avviati alla corruzione del sepolcro. Io infatti sono un uomo prostrato a terra, immerso nel fango dell’abisso (Sal 68, 3). (En. in Ps. 114, 3)

 

Lettura

Anche se il giudizio di Dio fosse lontano, non lontana è la fine della tua vita

"Ma il giudizio, dirai tu, è ancora così lontano". Prima di tutto chi te lo ha detto che il giorno del giudizio è lontano? E se è lontano il giorno del giudizio, è lontano anche il tuo giorno? Come puoi sapere quando sarà? Quanti si sono addormentati sani e sono rimasti stecchiti! La nostra morte non la portiamo forse con noi, nella nostra carne? Non siamo forse più fragili che se fossimo di vetro? Il vetro infatti, per quanto fragile, se ci si sta attenti, può durare a lungo, e puoi trovare bicchieri di avi e di proavi nei quali bevono [ancora] nipoti e pronipoti. Una fragilità così grande, se ben custodita, può diventare annosa. Noi uomini invece, con tutto questo accavallarsi di morti quotidiane, andiamo avanti veramente fragili. E quand’anche non capitino dei casi repentini, non possiamo tuttavia vivere a lungo. Veramente breve è la vita umana. Tutta, dall’infanzia fino alla vecchiaia più decrepita, è veramente breve. Adamo, se fosse ancor vivo e dovesse morire oggi, a che gli avrebbe giovato una vita così lunga? E ci si aggiunga che quello stesso giorno, che già fermenta quasi naturalmente per [qualche] malattia nascosta, è quanto mai incerto. Tutti i giorni muoiono degli uomini. E quelli che restano ne fanno il trasporto, ne celebrano le esequie e si lusingano di sopravvivere a lungo. Ma nessuno dice: "Voglio correggermi, perché non voglio essere domani quello che è costui di cui ho fatto il trasporto". (Sermo 17, 7)

 

Per la riflessione

E’ necessario che tu ti converta, perché, rimandando, non sia sorpreso da morte improvvisa e così non si trovi proprio nulla che tu abbia radunato nel presente per poi possedere nel futuro. (Sermo 18, 5)

 

Pensiero agostiniano

Tu, che sei amante di una vita lunga, siilo piuttosto di una vita buona. Perché se tu vorrai vivere malamente, alla lunga la vita non sarà un vero bene, ma un lungo male. (Sermo 16, 2)

 

 

11/12

 

Preghiera

Tu, o Signore, ci salverai e ci custodirai da questa generazione e per sempre: qui come miseri e poveri, là come potenti e ricchi. (En. in Ps. 11, 8)

 

Lettura

Cristiani di nome, non di fatto!

Il mondo è tutto cristiano e in pari tempo è tutto empio; gli empi infatti sono sparsi in tutto il mondo e lo stesso si verifica per le persone pie: gli uni non conoscono gli altri. Come sappiamo che non si conoscono a vicenda? Da questo: che gli empi lanciano insulti contro coloro che vivono bene. Fate bene attenzione perché costoro si trovano forse anche in mezzo a voi. Ciascuno di voi già vive religiosamente, già disprezza le cose del secolo, non va agli spettacoli, non si ubriaca come si trattasse di un rito, non si rende impuro (e la cosa è molto importante) nelle feste dei santi, col pretesto di ottenere il loro patrocinio. Perché mai, dunque, chi non compie tali azioni viene insultato da chi le compie? Ma come potrebbe essere oggetto di insulto, se fosse conosciuto? Perché allora non sono conosciuti? Perché il mondo non conosce il Padre. Chi sono coloro che formano il mondo? Evidentemente quelli che abitano il mondo, così come, dicendo casa, si intende parlare dei suoi abitatori. Queste cose già le abbiamo dette e ripetute, né ci stanchiamo di ripeterle. Quando sentite parlare del mondo in senso cattivo, dovete intendere solo gli amatori del mondo. Essi abitano nel mondo in quanto lo amano; e poiché lo abitano, hanno anche meritato di assumerne il nome. (In 1 Io. Ep. 4, 4)

 

Per la riflessione

Per un medico dalla potenza infinita non esiste nessun male inguaribile. Tu devi solo permettere che egli ti curi e non devi respingere le sue mani: Egli sa bene quel che c’è da fare. (En. in Ps. 102, 5)

 

Pensiero agostiniano

Molti si dicono cristiani, ma in definitiva non lo sono, non sono ciò che il loro nome significa. (In 1 Io. Ep. 4, 4)

 

 

12/12

 

Preghiera

T’invoca, Signore, la mia fede, che mihai dato e ispirato mediante il tuo Figlio fatto uomo. (Conf. I, 1.1)

 

Lettura

Dio gradisce i sacrifici della fede e della lode

Fate voti al Signore, Dio vostro, e adempiteli (Sal 75, 12). Che voti farete? che voti adempirete? Offrirete, forse, quegli animali che venivano offerti una volta sugli altari? Nulla di tutto questo! Devi trovare in te stesso la materia del voto che pronunzi e manterrai. Dallo scrigno del cuore offri l’incenso della lode; dal segreto della buona coscienza offri il sacrificio della fede. Ciò che offri, brucialo con la fiamma della carità. Non manchino in te i sacrifici di lode, che tu prometti e mantieni a Dio. Di quale lode? Che cosa ti ha egli donato? Perché hai liberato la mia anima dalla morte. È, questa, la vita che egli raccontava al Signore. O Dio, diceva, ti ho narrato la vita mia. Che cosa ero? Un morto. Per quel che dipendeva da me, ero morto. E che cosa sono per opera tua? Uno che vive. Perciò, o Dio, sono in me i voti che ho fatti a te e che adempirò. Io amo il mio Dio: nessuno me lo toglie. Come pure nessuno mi può togliere ciò che do a lui, perché è racchiuso nel mio cuore. Con tale estrema fiducia, dice giustamente: Che cosa mi farà l’uomo? Siaccanisca pure contro di me! Gli sia permesso di incrudelire e di compiere tutto ciò che vuol fare: che cosa mi potrà togliere? L’oro, l’argento, gli animali, i servi, le serve, le proprietà, le case? Tolga pure ogni cosa! Mi potrà, forse, togliere i voti che sono in me e che adempirò a lode di Dio? (En. in Ps. 55, 19)

 

Per la riflessione

Fratelli, tutte queste cose ci debbono insegnare ad amare Dio con disinteresse, a sperare sempre in lui e a non temere né l’uomo né il diavolo. (En. in Ps. 55, 20)

 

Pensiero agostiniano

Hai ricevuto il pegno, esso ti viene offerto ogni giorno. Tu che vivi del pegno, non disperare. (Sermo 334, 2)

 

 

13/12

 

Preghiera

Eccolo il mio cuore, mio Dio, eccolo nel suo intimo. Vedilo attraverso i miei ricordi, o speranza mia, tu che mi purifichi dall’impurità di questi sentimenti, dirigendo i miei occhi verso di te e strappando dal laccio i miei piedi (Sal 24, 15). (Conf. IV, 6.11)

 

Lettura

Cerchiamo prima il regno e la giustizia di Dio

Dobbiamo con cuore sincero fare del bene per tutti in vista del regno di Dio e nel compiere l’opera buona non attendere la ricompensa degli utili nel tempo o sola o assieme al regno di Dio. E a significare tutte le cose nel tempo ha indicato il domani, dicendo: Non affannatevi per il domani. Difatti non si può indicare il domani se non nel tempo, in cui al passato segue il futuro. Dunque quando compiamo qualche buona azione, non pensiamo alle cose del tempo, ma dell’eternità. Allora l’azione sarà buona e perfetta. Infatti il domani, soggiunge, avrà già per sé le sue inquietudini, ossia: quando sarà necessario, prendi il cibo, la bevanda, il vestito, quando cioè il bisogno comincerà a pressare. Vi saranno allora questi utili, perché il nostro Padre sa che di tutte queste cose abbiamo bisogno. Infatti, conclude, a ciascun giorno basta la sua afflizione (Mt 6, 34), cioè: Basta che ad usare questi beni solleciti il bisogno, e ritengo che appunto per questo l’ha considerata afflizione, perché è per noi causa di pena, in quanto appartiene a questa soggezione alla sofferenza e alla morte che abbiamo meritato peccando. Dunque alla pena del bisogno nel tempo non aggiungere un male più grave, al punto che non solo soffri la mancanza di questi beni, ma anche che soltanto per soddisfarla onori Dio. (De sermone Domini in monte, II, 17.56)

 

Per la riflessione

Il nostro medico considera queste afflizioni come rimedi perché una volta per sempre ci siamo affidati interamente a lui e da lui abbiamo la garanzia della vita presente e della futura quando deve aggiungere quando togliere, come giudica che a noi giovi. Infatti egli ci guida e dirige per confortarci ed esercitarci in questa vita e per costituirci perennemente dopo questa vita nel riposo eterno. (De sermone Domini in monte, II, 17.58)

 

Pensiero agostiniano

Se osserverai i suoi comandamenti avrai la pace, la felicità, l’eternità, l’immortalità. Come sei certo di questo, così devi essere convinto che, se non ti curerai dei suoi comandamenti, incorrerai nella morte, nei tormenti del fuoco eterno, e sarai dannato insieme col diavolo. (En. in Ps. 94, 15)

 

 

 

14/12

 

Preghiera

Non perdere con gli empi la mia anima. Non perdere dunque insieme con coloro che ti hanno odiato la mia anima, che ha amato la bellezza della tua casa. E la mia vita con gli uomini sanguinari: con coloro che hanno odiato il loro prossimo. Con questi due precetti infatti è resa bella la tua dimora. (En. in Ps. 25, I, 9)

 

Lettura

Imita gli uomini buoni

Non credere poi che gli uomini malvagi, sebbene entrino fra le pareti di una chiesa, possano entrare nel regno dei cieli; giacché, se non muteranno in meglio se stessi, a tempo debito saranno separati dai giusti. Imita dunque gli uomini buoni, sopporta i malvagi, ama tutti, poiché non sai che cosa sarà domani chi oggi è malvagio. E non amare la loro ingiustizia, ma amali perché apprendano la giustizia. Poiché non ci è stato solo comandato l’amore a Dio, ma anche l’amore del prossimo: due comandamenti nei quali si raccoglie tutta la Legge e i profeti. E non compie la legge se non chi avrà ricevuto in dono lo Spirito Santo, del tutto uguale al Padre e al Figlio: perché la stessa Trinità è Dio e in questo Dio deve essere riposta ogni speranza. Non la si deve riporre nell’uomo, chiunque egli sia. Occorre distinguere infatti tra Colui dal quale siamo giustificati e coloro insieme ai quali siamo giustificati. Per parte sua il diavolo induce in tentazione non solo attraverso le passioni, ma anche attraverso le paure provocate dagli scherni, dai dolori e dalla morte stessa. Ma qualunque cosa l’uomo avrà patito per il nome di Cristo e per la speranza della vita eterna, e avrà sopportato perseverando, varrà ad accrescergli la ricompensa. Se avrà acconsentito al diavolo, con lui sarà dannato. (De catechizandis rudibus 22, 40)

 

Per la riflessione

Le opere di misericordia, accompagnate da una devota umiltà, ottengono dal Signore che egli non permetta che i suoi servi siano tentati più di quanto possano tollerare. (De catechizandis rudibus 22, 40)

 

Pensiero agostiniano

Indubbiamente il diavolo è stato incatenato, né gli è permesso di fare tutto quello che potrebbe e vorrebbe. Tuttavia gli è consentito di tentare ancora, nella misura in cui le tentazioni giovano a farci progredire. (En. in Ps. 63, 1)

 

 


[Modificato da MARIOCAPALBO 26/10/2014 16:07]

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