. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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10 Correzione e Cambiamento

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2012 11:45
30/01/2012 18:24

 Capitolo Quarto

 

 

LE PAROLE DETERMINANO IL DESTINO

 

 

 

L'essenza dei vari esempi usati da Giacomo per illustrare la funzione della lingua nella nostra vita è la stessa:

Ø      la lingua in se stessa è molto piccola, ma se non riuscite a controllarla è in grado di provocare mali incalcolabili.

Ø      Delle quattro illustrazioni particolari cui mi sono riferito (il morso nella bocca del cavallo, il timone della nave, la scintilla che dà inizio all'incendio di una foresta e la sorgente di veleno che corrompe l'intero corso della vita), quella che meglio illustra lo straordinario potenziale della lingua è il timone della nave.

A guardarlo, il timone è solo una piccola parte della nave, e sta sotto la superficie. Se osservate una nave navigare sulla superficie dell'acqua, non ne vedrete il timone; eppure quella piccola parte, di solito non visibile ai nostri occhi, determina la direzione della nave.

Ø      Se usato nel modo giusto, il timone condurrà con sicurezza la nave al porto di destinazione; ma se è usato male, quasi certamente ne risulterà un naufragio.

Il timone determina il corso e il destino dell'intera nave.

 

La lingua = il timone del nostro corpo

 

La Bibbia ci ammonisce che nel nostro corpo la lingua è proprio come il timone.

Ø      Osservando la gente dalla loro apparenza esteriore, di solito non vediamo la lingua; eppure, proprio quel membro tanto piccolo e inosservato è proprio come il timone di una nave.

L'uso della lingua determina il corso della vita della persona. Ne determina il destino.

 

Un esempio da Israele – Per proseguire lo studio, riteniamo opportuno considerare un esempio tratto dalla storia di Israele, che ci aiuterà a comprendere la lezione con inequivocabile chiarezza.

La lezione da imparare è questa:

Gli uomini determinano il proprio destino

dal modo in cui usano la lingua.

 

 L'incidente che esamineremo si trova nel libro dei Numeri, capitoli 13 e 14.

Ø      Gli Israeliti erano appena usciti dall'Egitto e stavano viaggiando verso la Terra Promessa. Dio concordò con Mosè di mandare avanti 12 uomini a spiare la terra, per scoprirne le caratteristiche generali, la natura degli abitanti, il tipo di città, di frutti, e tornare poi con una relazione. Fu scelto un leader da ciascuna delle 12 tribù di Israele, che li precedesse nella terra. Essi passarono 40 giorni a perlustrare il paese, e poi tornarono con la relazione, che troviamo in Numeri 13,26-28:

26.    "E [le 12 spie] andarono da Mosè, Aronne e da tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, a Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono i frutti del paese.

27.    Raccontarono: 'Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandati ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi frutti.

[Il frutto era talmente pesante che erano necessari due uomini per portare un ramo di grappoli su un bastone tra loro. Ma ecco cosa dissero poi:]

28.    TUTTAVIA, il popolo che abita il paese è forte, le città sono fortificate da mura, e sono enormi; inoltre vi abbiamo visto anche i figli di Anak [i giganti].'"

 

Attenzione ai “tuttavia…”!!

 

Quando Dio vi fa una promessa, la accetterete così com'è, oppure vi aggiungerete un: "TUTTAVIA"? Quella fu una parola fatale, che ebbe il potere di agitare e angustiare tutto il popolo.

è      [Quel "tuttavia" determinò il destino degli Israeliti, che come conseguenza rimasero per 40 anni nel deserto; e nessuno della vecchia generazione entrò in Canaan.]

Ma due delle spie, Caleb e Giosuè, rifiutarono di adeguarsi a quell'atteggiamento negativo, e in Numeri 13,30-31 leggiamo:

q      “Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè e disse: «Andiamo presto a possedere il paese, perché siamo sicuramente in grado di vincere.» Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: «Noi non siamo in grado di andare contro questo popolo, perché è più forte di noi.»”

Prendiamo nota delle parole esatte che furono usate.

Ø      Caleb aveva detto: “Siamo sicuramente in grado di vincere.” Le altre dieci spie dissero: “Noi non siamo in grado.”

Ø      Un gruppo di spie si era espresso positivamente: "noi siamo in grado." L'altro gruppo parlò al negativo: "noi non siamo in grado." Proseguendo la lettura, vedrete che

Ø      ciascun gruppo ottenne esattamente ciò che aveva detto. Il destino di ciascun gruppo fu determinato dalle loro parole.

è [Infatti Caleb e Giosuè, rifiutando quella decisione e dicendo: “noi siamo in grado di entrare nella terra,” furono gli unici due ad entrarvi davvero, assieme alle loro tribù.]

 

Vediamo il seguito della storia in Numeri 14,20-24:

20.    "Il Signore disse: 'Io ho perdonato, come tu hai chiesto;

21.    ma, per la Mia vita, tutta la terra sarà piena della gloria del Signore.

22.    Infatti tutti quegli uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi compiuti da me in Egitto e nel deserto, e che ora mi hanno tentato (CEI = messo alla prova) per dieci volte e non hanno obbedito alla mia voce,

23.    certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno provocato (CEI = disprezzato) lo vedrà;

24.    ma il mio servo Caleb, poiché ha in sé (CEI = che è stato animato da) un altro spirito e mi ha seguito pienamente, Io lo introdurrò nel paese dove è andato; la sua stirpe lo possederà.”

è Con la sua confessione positiva Caleb dette una svolta positiva anche al proprio destino.

 

Numeri 14,26-32 continua:

26.    Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:

27.    "Fino a quando dovrò sopportare questa comunità malvagia che mormora contro di Me? Ho udito le mormorazioni (CEI = lamentele) dei figli di Israele contro di Me.

28.    Riferisci loro: Per la Mia vita, dice il Signore, Io vi farò secondo le parole che Mi avete detto: (CEI = quello che ho sentito dire da voi)

29.    I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessuno di voi, di quanti siete stati registrati dall'età di venti anni in su e avete mormorato contro di Me,

30.    potrà entrare nel paese nel quale ho giurato di farvi abitare, se non Caleb figlio di Iefunne, e Giosuè figlio di Nm.

31.    Ma i vostri bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una preda di guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno il paese che voi avete disprezzato.

32.    Quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto."

 

Notate le parole: “Io vi farò secondo le parole che Mi avete detto.” In realtà Dio sta dicendo:

Ø      Con le parole espresse, siete stati voi a stabilire quello che Io vi farò.”

36.    “Gli uomini che Mosè aveva mandati a esplorare il paese e che, tornati, avevano fatto mormorare tutta la comunità contro di lui diffondendo discredito sul paese,

37.    quegli uomini che avevano diffuso una cattiva relazione sul paese, morirono colpiti da un flagello, davanti al Signore.

[Furono essi stessi a determinare la propria morte: Avevano pronunziato parole di morte, e morte ne risultò].

38.    Ma di quelli che erano andati a esplorare il paese Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Iefunne, continuarono a vivere" (Numeri 14,36-38).

 

Morte e vita sono in potere della lingua. Come si potrebbe illustrare con maggior chiarezza?

Ø      Gli uomini che parlarono al negativo, determinarono la propria morte;

Ø      quelli che si espressero positivamente, ricevettero la vita.

Furono essi stessi a determinare il proprio destino, per mezzo delle parole pronunziate.

a)      Quelli che dissero: "Noi non siamo in grado," davvero non furono in grado.

b)      Chi invece disse: "Noi siamo in grado," furono in grado di riportare la vittoria.

 

Nel Nuovo Testamento la nostra esperienza cristiana viene paragonata direttamente con quella di Israele nel Vecchio Testamento.

Ø      Siamo avvertiti: le stesse lezioni sono da applicarsi anche a noi. In Ebrei 4,1-2 leggiamo:

1.      "Così, visto che la promessa di entrare nel Suo riposo rimane valida, stiamo attenti affinché nessuno di voi sia giudicato immeritevole e ne sia escluso.

2.           Poiché anche a noi, come a loro, è stato predicato il Vangelo [la Buona Novella]; ma il messaggio udito non giovò loro a nulla, perché chi lo ha ascoltato non lo ha unito alla fede.

La stessa promessa che Dio fece ad Israele vale anche per noi – la promessa di entrare nel riposo di Dio - ma dobbiamo stare attenti a non mancarla, come fece il popolo del Vecchio Testamento.

Ø      Il loro problema fu che: avevano ascoltato il messaggio, una promessa da parte di Dio, ma vi aggiunsero una parola fatale: TUTTAVIA. 

Anziché mettere a fuoco la promessa di Dio, centrarsi su di essa e confessare coraggiosamente la loro fede in quella promessa e nella potenza di Dio, si centrarono sull'aspetto negativo.

Ø      Guardarono i giganti e le città cinte di mura, poi dissero: "non siamo in grado."

Ø      Sia lodato Dio per i due uomini che ebbero la fede e il coraggio di dire: "noi siamo in grado."

 

Se vi troverete davanti a una promessa di Dio per una data situazione, cosa farete con la vostra lingua?

Ø      Darete il vostro consenso alla Sua promessa? Vi identificherete con la stessa e direte: "Dio lo ha detto; io sono in grado."

Ø      Oppure sarete uno di quelli che dicono: "Tuttavia, guarda quanti problemi! Dio lo ha detto, ma in qualche modo io non mi sento in grado."

Ricordate: come le spie del Vecchio Testamento determinarono il proprio destino con la loro lingua, mediante le parole che pronunziarono,

Ø      la stessa lezione si applica a chiunque abbia ascoltato il Vangelo: anche noi determiniamo il nostro destino con le parole che pronunziamo!

Delle dodici spie, dieci si focalizzarono sui problemi anziché sulle promesse;

Ø      due sole, Giosuè e Caleb, si centrarono sulla promessa sorvolando i problemi. Essi dissero: "noi siamo in grado." Le altre spie dissero: "Noi non siamo in grado." Ognuno ottenne esattamente quanto aveva detto.

 

Tutti determinarono il proprio destino sulla base delle parole che avevano pronunziato. 

 

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