. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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10 Correzione e Cambiamento

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2012 11:45
30/01/2012 18:22

Capitolo Secondo

 

 

IL CUORE STRARIPA DALLA BOCCA

 

 

 

Illustrazione del tema: Il tema che stiamo trattando risulterà più vivace con una illustrazione pratica. Durante la Seconda Guerra Mondiale ero attendente in un ospedale in Sud Africa presso l'Esercito Britannico. In un dato periodo fui nominato responsabile di una piccola stazione di accoglienza nel deserto, che aveva in cura solo pazienti malati di dissenteria.

            Ogni mattina il medico da cui dipendevo mi mandava a chiamare e insieme facevamo il giro dei pazienti, tutti coricati su barelle appoggiate direttamente sulla sabbia.

Ø      Fui colpito dal fatto che ogni mattina il medico salutava ogni malato con le stesse due frasi. La prima: "Buon giorno, come va?" e poi: "Fammi vedere la lingua."

Ø      Non mi ci volle molto a capire quanta poca importanza il medico prestasse alla risposta alla prima domanda: "Come va?" Passava immediatamente alla domanda successiva, e quando il paziente tirava fuori la lingua, la esaminava con estrema attenzione. Quindi formulava la propria valutazione sulla condizione del malato assai più dall'avergli visto la lingua, che non dalle sue eventuali risposte alla prima domanda."

Ø      La cosa mi colpì e in seguito, quando decisi di entrare nel ministero, spesso mi sono reso conto che il Signore con noi si comportava allo stesso modo di quel medico coi suoi pazienti.

Ø      Dio ci può chiedere: "Come va?" e magari gli raccontate la vostra valutazione della condizione in cui vi trovate. Ma penso che la successiva domanda metaforica di Dio sia: "Fammi vedere la lingua." E guardandola, formerà la propria valutazione sulla nostra condizione spirituale:

Lo stato della tua lingua è una guida molto sicura e rivelatrice della tua condizione spirituale.

 

Bocca e cuore collegati direttamente

 

Ora faremo una applicazione dalla Scrittura, dove troviamo molti brani che stabiliscono il principio che esiste una relazione diretta tra cuore e bocca.

In Matteo (12,33-37) Gesù dichiara:

33.    Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: infatti l'albero si riconosce dal suo frutto.

34.    Razza di vipere, (sta parlando ai leader religiosi del Suo tempo) come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla di ciò di cui ha pieno il cuore. (CEI = dalla pienezza del cuore).

35.    L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive.

36.    Ma io vi dico che di ogni parola pronunziata inaccuratamente (CEI = infondata) gli uomini dovranno rendere conto nel giorno del giudizio;

37.    poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato.

Qui Gesù, usando un linguaggio parabolico, stabilisce il collegamento diretto tra bocca e cuore. Si riferisce al cuore come all'albero, e alle parole che escono dalla bocca come al frutto: il tipo di parole che vi usciranno dalla bocca indicheranno la condizione del vostro cuore.

Mt. 12,34 ci può spaventare:

è "La bocca parla di ciò di cui ha pieno il cuore." Ossia: Il tipo di parole che vi escono dalla bocca, indicano la condizione del vostro cuore. Per noi e per gli altri questo è un modo per discernere! Gesù dice, ad esempio:

"Un uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae parole buone, mentre un uomo cattivo dal cattivo tesoro del suo cuore trae parole cattive" (v.35, vedi sopra)).

É da notare che qui Gesù usa tre volte la parola "buono" e tre volte la parola "cattivo." Se il cuore è buono, dalla bocca usciranno parole che sono buone, ma se è cattivo, anche le parole che usciranno dalla bocca saranno cattive.

 

In Matteo 7,17-18 Gesù impiega si esprime con un linguaggio simile:

17.    " ... ogni albero buono produce frutti buoni; ma l'albero cattivo produce frutti cattivi;

18.       un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produce frutti buoni."

La natura dell'albero determina inevitabilmente il tipo di frutto. Viceversa, se vediamo il tipo di frutto conosciamo la natura dell'albero.

Ø      L'albero è il cuore e il frutto la bocca. Se il cuore è buono, anche le parole che usciranno dalla bocca saranno buone. Ma se dalla bocca escono parole cattive, sappiamo già che il cuore è cattivo.

Non è possibile avere frutti cattivi da un albero buono, né frutti buoni da un albero cattivo: esiste un legame assoluto, inevitabile tra lo stato del cuore e quello della bocca.

 

Possiamo anche ingannare noi stessi sullo stato del nostro cuore con ogni tipo di idee sulla nostra bontà, purezza, giustizia o rettitudine personale

Ø      ma l'indicatore sicuro ed infallibile sarà ciò che ci esce dalla bocca. Se ciò che ne esce è corrotto, allora anche il cuore è corrotto. Non possono esservi conclusioni diverse.

Ø      Ho insegnato per cinque anni nell'Africa Orientale. Una delle tribù con cui lavoravo è quella dei Marigoli. Con immenso stupore scoprii che nella loro lingua la stessa parola significava "cuore" e "voce," ed ero solito chiedermi a quale delle due parole la persona intendeva riferirsi. Vorrà dire: "il tuo cuore" o "la tua voce"? Ma riflettendoci sopra, cominciai a intravedere la vera intuizione nell'uso di quella lingua particolare.

Ø      La voce in realtà indica il cuore: esprime a parole la condizione del cuore. É lo stesso concetto espresso da Gesù: non potete ricevere parole cattive da un cuore buono, né parole buone da un cuore cattivo.

 

Come Dio ci valuta

 

Quando ci avviciniamo a Dio con una valutazione della nostra condizione spirituale, penso che Egli sia incline a rispondere allo stesso modo di quel medico nel deserto coi suoi malati di dissenteria.

Ø      Magari voi Gli dite: "Dio, sono un ottimo cristiano. Ti amo davvero e vado in chiesa."

Ø      Ma Dio risponde: "Fammi vedere la lingua. Dopo averla vista conoscerò la vera condizione del tuo cuore."

Voglio illustrare questo aspetto con due scene profetiche del Vecchio Testamento: la prima, è dello stesso Cristo, il Messia e la seconda riguarda la sposa di Cristo, la chiesa. In ciascun caso vi prego di notare che

Ø      la caratteristica cui si dà la prima e maggiore enfasi riguarda la condizione delle labbra e della bocca.

Il Salmo 44,2-3 ci consegna una bella illustrazione profetica del Messia:

 

2.      Il mio cuore trabocca di un buon tema (CEI = Effonde il mio cuore liete parole)

Rivolgo al re i miei versi (io canto al re il mio poema).

La mia lingua è penna di uno scriba solerte (stilo di scriba veloce).

[Ed ecco poi le parole che l'autore rivolge al Re, al Messia:]

3.      Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo,

sulle tue labbra si è riversata (diffusa) la grazia,

per questo Dio ti ha benedetto per sempre.

 

Il Messia e la lingua

 

Qui abbiamo una illustrazione del Messia nella Sua grazia, bellezza e purezza morale.

Ø      Ma in quale aspetto si manifesta per prima quella bellezza? nelle labbra. "Sulle Tue labbra si è riversata la grazia." Quindi passa alla frase successiva: "per questo Dio ti ha benedetto per sempre."

Qui ci vengono dati due principi importantissimi:

1.      La grazia del Messia si manifesta in primo luogo nelle Sue labbra.

2.      Dio lo ha benedetto per sempre proprio a causa della grazia delle Sue labbra.

Quando  Gesù apparve in forma umana e furono inviati degli uomini ad arrestarLo, questi tornarono senza di Lui. Ne fu loro chiesto il motivo, ed

Ø      essi risposero: "Nessuno ha mai parlato come parla quest'uomo" (Cf. Gv 7,45-46). La grazia che si riversava dalle Sue labbra Lo contrassegnava come Messia.

 

Nel Cantico dei Cantici troviamo una illustrazione profetica di Cristo, della Sua sposa e della relazione tra i due. Il Cantico 4,3 si rivolge alla sposa:

          Come un nastro scarlatto (di porpora) le tue labbra

e la tua bocca è amabile (soffusa di grazia);

le tue tempie (la tua gota) sono spicchio di melagrana

dietro (attraverso) il tuo velo.

Ø      La prima caratteristica espressa sulla sposa sono le labbra: "Come un nastro scarlatto le tue labbra, e la tua bocca è amabile."

Ø      La parola "scarlatto" sta qui ad indicare la santificazione attraverso il sangue di Gesù. Le labbra sono state toccate dal sangue, e il risultato è una bocca amabile.

Ø      Da notare che il volto è celato da un velo: "Le tue tempie sono spicchio di melagrana," ma stanno dietro a un velo. Le altre bellezze sono velate, ma la bellezza della voce arriva attraverso il velo: quindi, è proprio la voce ciò che più si manifesta. Nello stesso capitolo del Cantico dei Cantici (4,11), leggiamo:

          "Le tue labbra stillano miele, mia sposa, c'è miele e latte sotto la tua lingua

e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano."

Notate le due parole caratteristiche usate per la lingua della sposa: "miele e latte," che sono anche due caratteristiche della Terra Promessa.

Ø      La bellezza della Terra Promessa è intravista nella sposa, e in particolare nella sua lingua e nelle sue labbra. A quelle belle labbra è associata una tale fragranza che penetra il velo.

Ø      Ancora, la chiara forma della sposa non è intravista attraverso il velo; ma la sua voce e la sua fragranza, per la bellezza delle sue labbra, penetrano il velo. Le labbra sono come nastro scarlatto, e la bocca è amabile.  

Si può dire la stessa cosa anche di voi e di me, quali seguaci di Gesù?

Ci dobbiamo interrogare in proposito.

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