. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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8 Correzione e Cambiamento

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2012 11:47
30/01/2012 18:07

PROBLEMI

Fin dove possiamo arrivare in questa faccenda dell'obbedienza?

Ø Dovrei "mettermi sotto l'autorità" e obbedire, aprendomi così a richieste che può non importarmi di obbedire?

Ø Ci sono dei rischi, ma permettetemi di dirvi questo: ho scoperto che la persona che osa obbedire è sempre quella che alla fine ne esce nel modo giusto.

Ø Attenzione! – Una complicazione lungo questo tipo di cammino è l'eccesso di zelo. Qui c'è il rischio che possa introdursi il Nemico, e approfittandosi di noi, farà in modo di farci applicare il desiderio di obbedire nel modo sbagliato.

Ø Satana sta sempre all'erta per scoprire nella porta un'apertura attraverso la quale infilare il suo piedone, nella speranza di poter entrare e guadagnare il controllo. Sarebbe un grande stupido se non ci provasse.

La possibilità di ricevere direttive sbagliate va considerata accuratamente.

Ø Quando, dopo aver fatto per dodici anni il comodo mio, sono tornato al Signore, ci sono tornato al 208%: "Gli altri possono scherzare, ma io farò ogni sforzo... sarò spirituale ad ogni costo!"

Ø E poi parlatemi delle delizie del diavolo! Cominciò a darmi ogni sorta di direttive, di richiami, di indicazioni.

Ø Un giorno mia moglie mi disse: "Caro, mi incuriosisce davvero il fatto che Dio possa chiamare un uomo ad andare contemporaneamente in otto direzioni diverse". Come mi fermai quel tanto necessario per pensarci un poco sopra, dovetti ammettere che non mi sembrava troppo ragionevole. Chi mi chiamava ad andare in otto direzioni diverse tutte insieme? La vostra domanda è giusta proprio come lo fu la mia.

Ø Satana sapeva che continuando a farmi andare a tutto vapore, diviso in molte direzioni, guidato da me stesso, sarei presto diventato inefficace... disperso... e, magari, avrei distrutto me stesso... la famiglia... il ministero.

Sottomissione e obbedienza: la necessità di capire

Dobbiamo renderci conto che

è la sottomissione è totale,

è l'obbedienza è relativa.

L'insubordinazione è sempre sbagliata; ma posso avere un atteggiamento sottomesso senza obbedire in ogni caso.

è La sottomissione è un atteggiamento;

è l'obbedienza è condotta. Vi suona familiare?

Dalla nostra considerazione dell'illegalità, abbiamo sottolineato che

è la ribellione è un atteggiamento, mentre

è il peccato è condotta.

Vi sono due avvenimenti nella vita della Chiesa primitiva che focalizzano proprio questi due punti.

1. In Atti, al capitolo 5, leggiamo il racconto dell'arresto degli apostoli da parte delle autorità ebraiche, perché avevano insegnato e predicato Gesù.

- Il Sommo Sacerdote ricordò ai prigionieri che già avevano ricevuto il comando di non predicare "nel Suo nome".

- Ma la risposta di Pietro fu: "Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini."

- Qui è mostrato un atteggiamento sottomesso e tuttavia una posizione ferma in ciò che egli considerava giusto nella propria situazione particolare. Potrebbe aver detto: "Non vorrete dire a noi cosa dobbiamo fare. Siamo noi i santi di Dio, gli unti. Non obbediamo ad altri che a Lui!"

Il risultato dell'atteggiamento sottomesso di Pietro davanti al Concilio risulta evidente nella decisione di Gamaliele:

- "... Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare: se infatti questo messaggio e quest'opera sono umane, saranno ridotte a niente. Ma se viene da Dio, non potete ribaltarlo: a meno che non vogliate ritrovarvi a combattere contro Dio... E quelli seguirono il suo parere." L'incidente ebbe termine senza ulteriori discussioni.

- Ma se Pietro avesse assunto un atteggiamento di sfida, quell'udienza avrebbe potuto diventare l'inizio di una insurrezione.

2. Più avanti negli stessi Atti 23, troviamo Paolo davanti a un tribunale con più o meno lo stesso tipo di accusa. Al primo versetto

- Paolo aveva fatto un rilievo, interpretato dal Sommo Sacerdote come insubordinazione. Fu dato l'ordine di dare a Paolo uno schiaffo sul viso. Ma sentite la spiegazione di Paolo:

- "Fratelli, non sapevo che egli fosse il sommo sacerdote: perché sta scritto: Non parlerai male del governatore del tuo popolo."

Paolo scelse la via della sottomissione. E in realtà egli era "sottomesso" all'autorità, e questa posizione è proprio quella che spezza qualsiasi ribellione che possa ancora cercare di manifestarsi.

- Paolo, Pietro, Giovanni: tutti questi uomini hanno affrontato il problema della ribellione e dell'obbedienza proprio come noi, e lo hanno risolto esattamente allo stesso modo in cui noi dobbiamo risolvere il nostro.

Tre indicatori per decidere quando e come

Abbiamo già stabilito che:

è la sottomissione è totale e assoluta, mentre

è l'obbedienza è relativa.

Abbiamo tre indicatori che ci aiutano a decidere "quando" ..."fino a che punto"... "perché no."

1. Il primo e più importante è la Parola di Dio;

2. il secondo la voce di Dio (il ministero dello Spirito Santo);

3. il terzo, l'autorità che Dio ha posto sopra di noi.

Non dimenticate mai qual è il primo: sia la voce che l'autorità vanno misurate in base alla Parola di Dio.

I campi dell’autorità

Vi sono poi tre campi nei quali viene esercitata l'autorità:

1. il regno spirituale, (che include pastori, anziani e guide del gruppo di preghiera);

2. la casa (mariti, mogli, genitori); e

3. le autorità civili.

La domanda che dobbiamo porci quando decidiamo cosa fare riguardo agli ordini che riceviamo in questi tre campi è:

Ø "É illegale... immorale... non conforme alla Scrittura?"

Ø Possiamo, e dovremmo essere in grado di assumere un atteggiamento sottomesso e dire: "Mi sottometto a te fino a questo punto, ma non posso fare quello che mi chiedi."

Tuttavia possiamo mettere la scarpa nel piede sbagliato e finire per rifiutare di sottometterci, non tanto perché la richiesta comporti qualcosa di immorale, illegale o non conforme alla Scrittura, ma a motivo della ribellione che risiede in noi.

Ø In una certa famiglia i genitori possono trovare che sia necessario dire: "Maria, stai frequentando 27 incontri di preghiera la settimana. Crediamo che per il bene dello studio... della salute,,, delle cose a casa, dovresti sceglierne cinque e lasciar perdere gli altri ventidue."

Ø Immediatamente si alza il grido: "I miei genitori non vogliono che io sia cristiana. Cercano di impedirmi di camminare con Dio!" C'è un ribelle in questa risposta?

Ø Vorrei anche chiedervi: c'è differenza tra un marito che chiede alla moglie di andare a pescare con lui, e quello che voglia essere accompagnato ad un film pornografico? Sì, ma non è necessario essere super-spirituali per considerare l'una e l'altra richiesta.

- Una moglie potrebbe sentire, riguardo alla prima richiesta, che preferirebbe assai restare a casa a leggere o a studiare. La pesca può sembrare una totale perdita di tempo. Ma Pietro ha avvertito: "Mogli, adeguatevi ai piani di vostro marito." (Traduzione letterale di 1 Pietro 3,1).

- Acconsentendo, anche se mettere i vermi all'amo o togliere i pesci da quello stesso amo non corrisponde esattamente all'idea che ella ha del divertimento, farà sì che la moglie trovi vera gioia nel restare su quella barca e dire: "Signore, voglio che Tu sappia che non farei questo per nessun altro al mondo, se non per Te."

- Quanto alla seconda richiesta, una moglie può, col suo stesso atteggiamento, aggiustare la scena dicendo: "Giovanni, lo sai che ti amo e che sono una moglie sottomessa. Ma, a parte questo, non posso andare a vedere quel film." Pochissime persone "in autorità" si approfitteranno di un atteggiamento veramente sottomesso. Qualcuna forse, ma pochissime.

D'accordo, ciascuno di noi ha il diritto di "tirare la linea." Ma ciascuno di noi è anche ritenuto responsabile per averla tirata il più lontano possibile da ogni tendenza alla ribellione.

Ø Non vi è un comando nella Scrittura che dica: "Non devi andare a pescare," ma ce n'è invece uno che dice: "Astieniti dal fare il male."

Guardatevi dal permettere ad uno spirito ribelle di essere lui a tirare la riga. Imparerete così ad ascoltare le direttive di Dio in ogni decisione.

LE PROMESSE

"Chi ha orecchi per intendere, intenda..." ha detto Gesù (Mt 11,15). Che voleva dire? A tutti sono state date orecchie come corredo standard: perché allora alcuni ascoltano e altri no?

Ø Stiamo parlando di menomazione spirituale, non fisica, e la risposta è proprio quella parola che ci siamo messi davanti: OBBEDIENZA.

Quando Dio ci parla del Suo amore e del Suo desiderio di riportarci nella giusta relazione con Lui come Padre, abbiamo la scelta di accettare o di rifiutare quell'offerta.

Ø Una volta che accettiamo diventiamo membri della Sua famiglia, e veniamo automaticamente iscritti alla Scuola dell'Obbedienza. Ci viene data una capacità nuova di obbedire, assieme alla natura nuova che ha in sé il desiderio di obbedire.

Ø Da quel momento in poi, siamo in grado, se lo vogliamo, di ascoltare la Sua voce. La Sua Parola è messa a nostra disposizione perché ne riceviamo istruzione: lo Spirito Santo è stato reso disponibile per noi per l'amicizia e la guida; l'autorità poi è sempre presente, poiché nessuno è esentato dalle regole terrene.

Presto possiamo diventare talmente sensibili al comando di Dio che le nostre orecchie coglieranno anche il Suo più leggero sospiro.

Ø E proprio come una madre regola il proprio orecchio in modo da cogliere nel pianto del suo piccino le sue necessità, anche noi possiamo cogliere, in ogni circostanza della vita, la SUA presenza.

Ø E come un medico ascolta i suoi pazienti quando parlano dei sintomi, mentre cerca di diagnosticare la causa del disturbo, anche noi possiamo imparare a capire cause e cure all'interno di noi stessi.

L'altro lato della questione "ascolto" è che possiamo rendere talmente insensibile il nostro apparato uditivo che quanto riceviamo "entra da una parte per uscire dall'altra".

- Un giorno mi trovavo in ufficio all'esterno del quale si stava costruendo un edificio... venivano accatastati materiali... il rumore era assordante. Chiesi alla centralinista:

- "Come puoi sopportare quel rumore laggiù?" E la sua noncurante risposta fu: "Che rumore?"

- Una simile condizione può esser chiamata: "Indurimento dei timpani"! Non è meraviglioso come la natura si adegui all'ambiente circostante?

Ø C'è anche un adeguamento che si adatta alla percezione spirituale. Quando "spegniamo l'apparecchio d’ascolto", e poi Dio parla tramite la Sua Parola, il Suo Spirito o l'autorità delegata, si evidenzia lo stesso risultato...: "Che ordine?"

Il rifiuto continuo di obbedire ai Suoi comandi indurirà i nostri timpani al punto che non saremo più capaci di ascoltare ciò che Egli dice... di vedere ciò che sta facendo... e, magari, questo può chiudere il nostro spirito e impedirGli di entrare.

è Accogliere in noi uno spirito ribelle dà come risultato ultimo quello che abbiamo voluto definire come:

è IL GRANDE PECCATO, del quale ci ha avvertiti David nel Salmo 19,13.

Che Dio ci aiuti a capire che non vi è invenzione umana che possa sostituire o rendere inutile il piano stabilito all'origine dal Creatore.

Che Egli ci aiuti, poi, quando cerchiamo di capire ed accettare quei piani.


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