Capitolo Quarto CAPIRE L’AUTORITÀ SPIRITUALE
Capitolo Quarto
CAPIRE
L’AUTORITÀ SPIRITUALE
Cerchiamo di capire cos’è
Ciascuna delle tre parole qui sopra: autorità, spirituale e capire è uno studio di per sé. Mettetele insieme ed equivarranno alla DINAMITE!
Ø Ma è proprio questo che Dio sta dicendo dovunque al Corpo di Cristo. Non potrebbe darsi che Egli ci stia introducendo in un territorio col cartello: "PERICOLO, DIO É ALL'OPERA"?
Queste tre parole, prese sia individualmente sia come concetto, rappresentano un procedimento progressivo e in sviluppo. Conosciamo bene la frase: "rivestito di autorità", e "la voce dell'autorità".
Ø Quali considerazioni e quali suoni siamo venuti ad associare alla parola talvolta imponente, talaltra benvenuta... e persino, qualche volta, terrificante di: AUTORITÀ?
È una reazione che viene da lontano – Cosa accade al lattante? Poco dopo aver sperimentato il calore e la sicurezza delle braccia materne e il suono della risata di papà, arrivano sentimenti e suoni diversi.
Ø Tra i primi ad imprimersi nella sua mente e a produrre reazioni sono le parole: "no...no". Fa presto il piccino ad imparare che nel suo piccolo mondo ci sono dei "no", e non tarda molto a cominciare a formarsi delle risposte a questa stimolante situazione: i suoi desideri personali e quella voce e quella parola che portano un suono discorde persino alla sua limitata capacità di capire.
Ø Col passare degli anni si spera che ci saranno maggiori sentimenti di amore e di accettazione nell'ambito familiare e nel suo mondo che va espandendosi.
- Arrivano poi le istruzioni e l'esempio condizionante del significato dei "no" della vita e della loro necessità.
- La frase: "Papà dice così..." porta una cognizione dell'autorità e dell'obbedienza che ci aspetta; ma anche la consapevolezza della possibile disobbedienza e delle conseguenze che ne risultano.
Ø Ma quante autorità! - Ben presto sulla scena appaiono altre "autorità". Non solo i genitori, ma il fratello, la sorella... gli insegnanti... i poliziotti... il droghiere... che pare abbiamo tutti la formula che permette loro delle scelte. Ci sono segnalazioni scritte o verbali, lungo la via. Persino le proiezioni mentali dell'individuo lanciano domande e risposte.
Ø Ora arriva anche l’autorità di Dio! - Riuscite a vedere che quando Dio è portato nell'ambito della propria consapevolezza si formano subito dei modelli di pensiero... e che la coscienza della scelta diventa una parte della vita?
- A cinque anni il: "Non dire bugie" è denso di significato. Ma il meccanismo protettivo: "Io non l' ho fatto, è stato Giovanni!" potrà essere usato per sfuggire alla possibile punizione. O per lo meno, vale la pena tentare.
- Entro altri 10 anni, "Non rubare" ha una grande efficacia quando l'adolescente si trova davanti l'allodola dei furti nei negozi...: "Gli altri lo fanno e se la cavano!"
- Aggiungete altri 10 anni: "Non commettere adulterio!" Questa decisione può determinare una vita. Che venga presentata come Parola di Dio, oppure come "etica del comportamento," ci troviamo davanti a queste parole: capire, autorità.
Ø L'autorità spirituale – Consideriamo ora il terzo ingrediente: esso collega tutto quanto per noi cristiani. Almeno esteriormente abbiamo riconosciuto che Dio è l'Autorità e il Giudice supremo, giusto e definitivo. L'autorità SPIRITUALE – "Così dice il Signore!" In che modo Dio ha scelto di rivelare e amministrare la Sua autorità? Ricordate che
Ø non stiamo parlando di autorità ecclesiastica, ma di autorità spirituale, e c'è una differenza.
RIVELAZIONE TRI-DIMENSIONALE
La consapevolezza spirituale – Come abbiamo visto per il campo fisico, anche la consapevolezza spirituale ha una sua origine definita, così come i suoi metodi di crescita e le aspettative.
Ø Per poter anche solo cominciare ad afferrare il concetto del piano di Dio e dei Suoi scopi in questo campo di operazione dobbiamo innanzitutto riconoscere ed accettare alcuni principi-base. Uno che abbiamo già comunicato in precedenza è il suo "colpo a tre punte", per stabilire l'autorità nell'attuale epoca della Chiesa.
Ø Ricordate la parabola in Luca 20, 9-16, quando Gesù parla del Padrone della vigna che invia i suoi servi per raccogliere i prodotti? I coloni disprezzarono l'autorità delegata: picchiarono e cacciarono i servi. Arrivarono persino ad uccidere il figlio del padrone quando questi fu inviato all'azienda del padre. Si dissero che senza di lui avrebbero potuto pretendere l'eredità.
Ø Gesù allora fece questa domanda: "Che farà allora a quei coloni il padrone della vigna?" e la risposta fu: "Verrà a distruggerli e darà ad altri la vigna."
Se continuiamo a respingere l'autorità delegata di Dio il risultato finale sarà che respingeremo Dio e ce ne andremo per i fatti nostri: saremo dei ribelli!
Come deve essere l’autorità spirituale?
Quale esempio di autorità delegata, consideriamo Paolo e le sue parole di saluto in Tito 1,1:
"Io Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo, sono incaricato di portare la fede a quelli che Dio ha scelti. Devo far loro conoscere la verità che è fondamento della genuina religione."
Per dare risultati positivi, l'autorità spirituale deve:
1. Provenire da Dio... Dio aveva chiamato Paolo in modo drammatico.
2. L'autorità deve essere accettata da chi è chiamato da Dio... Paolo si era certamente esposto nella sua fedeltà al Signore appena trovato; e quell'autorità:
3. deve essere accettata da coloro ai quali l'uomo di Dio è inviato.
La prova per noi – Ricordate quelle importanti parole di Gesù in Matteo 23,29? "Benedetto colui che viene nel nome del Signore"? E ancora Matteo 10,40, dice: "Chi riceve voi riceve Me, e chi riceve Me riceve Colui che mi ha mandato." Riuscite a vedere dov'è che Dio Si mette in questa faccenda?
Ø Dio sta dietro appena di un passo alla Sua autorità delegata. Il modo in cui trattiamo i Suoi servi determina la nostra misura nel vedere, ascoltare e crescere nelle verità spirituali.
Ø Permettetemi di raccontarvi due storie che vi aiuteranno a capire questa strategia divina. Una è presa dal mio ministero, l'altra dalla vita di un amico.
(1) - Esempio n. 1. – Avevo appena finito di predicare il mio primo sermone domenicale. Mi era sembrato un ben misero messaggio, ed ero morto di mille morti mentre me ne stavo sul pulpito. Camminando lungo la corsia per salutare la gente dopo il termine, una piccola signora polacca mi si avvicinò per dirmi:
- "Fratello Mumford, posso pregare per te?" Tremava tutta... internamente, ed anch'io. Pregare per me? Per l'uomo di Dio, di fede e di potenza, venuto per raddrizzare tutti quanti? E una donna poi?
- Ma Dio disse: "É meglio che ti sottometta." Così mi inginocchiai su una panca di fronte al punto in cui ella si trovava, e chinai il capo: sapevo di averne bisogno.
- Come ella pose le mani sul mio capo, scese su di me la potenza di Dio... dalla testa ai piedi... proprio fino alle punte delle dita dei piedi e tutto! Mentalmente chiesi: "Dio, com'è che hai dato tutto questo a una vecchietta?" Ma il Signore mi aveva mandato un servo, ed ella era venuta a me nel nome del Signore!
(2) Esempio n. 2 - Il mio amico, un prete episcopaliano, era degente in ospedale. Era immerso in tanto dolore e tutto quello che poteva fare era gridare a Dio di dargli sollievo. Stava per subire un'operazione assai critica alla spina.
- Dalla porta entrò un conoscente casuale: un predicatore pentecostale, pieno di vita e di euforia. Gridò: "Hallo, Padre! Gesù mi ha mandato a pregare per te!" Quel rumore gli provocò un dolore ancor più grande giù per la spina.
- Il solo pensiero di dover sopportare, anche solo per un instante, quel contatto esplosivo gli era ripugnante. Avvicinandosi, il visitatore chiese ancora: "Va bene se prego per te?" Sembrava la via d'uscita più facile in una situazione quanto mai infelice, e così il mio amico acconsentì.
- Raccontandomi la storia, mi disse poi: "Quell'uomo mi pose le mani sul capo quasi afferrandomelo, mentre il dolore aumentava.
- Urtò contro il letto e poi si mise a pregare a voce abbastanza alta da essere udito fino in cielo. Fece tutto nel modo sbagliato ... e poi se ne andò. Pensai che quasi me ne sarei andato anch'io ... all'altro mondo!
- Invece… guarito! - Ma mentre giacevo sul letto, mi resi improvvisamente conto di non avere più dolore. Fu un sollievo e una sorpresa tale che mi ci volle del tempo per accettarlo."
Per il solo fatto di aver accolto il servo di Dio, la potenza stessa di Dio era stata liberata per lui.
Troppo spesso pretendiamo direttamente da Dio il ministero. Vogliamo ricevere attenzione personale e non siamo disposti a ricevere ciò di cui abbiamo bisogno tramite un qualche rappresentante delegato.
Ø Accade la stessa cosa non solo in casi isolati del ministero, ma anche nel ricevere l'insegnamento e le nuove rivelazioni dei Suoi desideri per noi. Siamo portati a dire:
Ø "Ricevo direttamente da Dio i miei ordini." Ma dovete ricordare che Dio non viene personalmente a raccogliere i grappoli ... manda i Suoi servi.
É una prova triplice, a tre vie, ordinata da Dio. E Dio ci benedice, o ci affligge, con dei "servi" secondo le nostre necessità.
SOTTOMETTERSI O METTERSI CONTRO?
Potenza e autorità
Torniamo alla Parola di Dio in Romani 13, 1-5 e consideriamo per un momento la differenza tra potenza e autorità.
Ø Nel versetto 1, in alcune traduzioni è usata la parola potenza, ma la traduzione letterale della parola qui usata è autorità. E sapete qual è la differenza tra le due parole?
Ø "Autorità" è il distintivo portato dal poliziotto, mentre "potenza" è il fucile di cui è dotato. Se il distintivo non riesce a comunicare il messaggio, lo farà il fucile. E ancora, se dalla strada arriva un grosso autobus, il vigile non lo ferma con la forza ma con l'autorità.
1. Ciascuno sia sottomesso a chi ha ricevuto autorità, perché non c’è autorità che non venga da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio.
2. Perciò, chi si oppone (fa resistenza) alle autorità, si oppone (fa resistenza) all’ordine (comando) stabilito da Dio. E quelli che resistono riceveranno per se stessi la dannazione (la parola letterale è giudizio; ma qui non significa affatto andare all'inferno).
3. I governanti infatti non sono un terrore per chi compie opere buone, ma per chi compie il male. Vuoi non dover temere l'autorità? Fai il bene e ne avrai lode.
4. Esse infatti sono al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada (il fucile); infatti è al servizio di Dio (Colui che dà una lezione a quelli che ospitano in sé la ribellione... traduzione di Mumford!) per manifestare la Sua collera verso chi fa il male.
5. Ecco perché è necessario essere sottomessi alle autorità, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza."
Sottomesso o Resistere: In questi brevi versetti sono presentate due parole importantissime: sottomesso e resistere, e ciascuna è usata non una sola volta, ma più volte.
è La traduzione letterale di "sottomesso" è: stare sotto.
è La parola greca per "resistere" deriva dalla stessa costruzione e significa "stare contro".
Ø In ogni situazione determinata avete due sole scelte: stare sotto oppure stare contro!
Ø Riconoscere la ribellione – Dobbiamo imparare che quando avvertiamo che sorge in noi questa cosa chiamata "resistenza" o ribellione, siamo obbligati a riconoscerla e a chiamarla per nome: RIBELLIONE, prima che essa prenda il sopravvento.
Ø Questo vale per ognuno, dalla nonna al bambino. Non è certo una pillola dolce da inghiottire! Dobbiamo anche ammettere che non è facile sottomettersi, e che neppure la parola è troppo commestibile! Ma possiamo imparare, e dobbiamo farlo!
Ø La ribellione "produce frutti"… Ed ecco... esco dal negozio del droghiere e trovo sulla macchina una multa per parcheggio oltre il limite di tempo consentito. Voglio insorgere contro l'intero reparto di polizia. Strappo quel foglio, e tre settimane dopo ecco qualcuno che bussa alla porta: è l'agente di polizia. Posso fargli resistenza... e resistere al giudice... "Non è leale!..." "Trenta giorni!" Posso stare rinchiuso in prigione e avere un solo pensiero in mente... "Aspetta che esca!"
Abbiamo due scelte: Sottometterci e far morire il ribelle in noi, oppure metterci contro e osservare la crescita di quel ribelle. Sapete che:
Ø non c'è niente che si possa fare per voi, se davvero volete essere un ribelle? La polizia sa quanto sia vero. Chi lavora con i bambini e con la gioventù pure lo sa. É qualcosa che sta accadendo ai nostri giorni?
Ø Abbiamo un'intera generazione che sta resistendo all'autorità... dei genitori... del governo... spirituale... Col diffondersi di questo elemento cattivo, quel sentimento permea la Chiesa e si diffonde in essa. Il mondo intero può andare per una certa strada, ma Dio chiede alla Chiesa di camminare per la Sua strada.
Ø Sono io a giudicare me stesso! - Il versetto 2 dice: "Quelli che si oppongono... riceveranno per se stessi la dannazione (giudizio)". Non dice che si tratta di Dio che giudica me. Quando mi oppongo mi metto contro, sono io stesso che mi giudico ribelle, e
Ø se continuo nella ribellione, divento cieco, non solo nei fatti inerenti una certa situazione o contro le persone coinvolte, ma rimango accecato nelle cose di Dio.
Ø Dio ha fatto la struttura del Suo Regno in maniera tale che essa esclude automaticamente i ribelli. Se ti ribelli... aumenta intorno a te l'oscurità: e sei tu che giudichi te stesso. Non è Dio che ti giudica, no: lo fai TU da solo. Ascoltate:
Ø quando avvertite sorgere in voi la resistenza, spezzatela! Sottomettetevi! Non per amore delle autorità: sia che abbiano ragione o torto, il fatto è questo:
Dio vi sta dando l'opportunità di spezzare quel nucleo di ribellione che se ne sta sepolto nel vostro spirito. Se quello si spezzerà, ogni altra cosa cadrà al punto giusto.
Dio ha le sue leggi, e noi restiamo saldi o cadiamo secondo la nostra scelta: è una questione di responsabilità individuale. Un giorno il Signore mi disse:
Ø "Bob, tu e Io siamo incompatibili, e Io non cambio." Ci volle tempo perché quella dichiarazione penetrasse in me. E voi, avete mai avvertito la forza piena di quella verità?
Ø Molti di noi sanno come manipolare e manovrare i genitori e altre persone che ci attraversano la strada: sappiamo come ottenere ciò che vogliamo. Questo mi fa essere due volte grato del fatto che non possiamo comprare Dio... né minacciarLo... né Egli ci permetterà di manovrarLo!
Non c'è via di scampo: se riuscite a evitarLo ad una curva lungo la strada, Lo incontrerete alla successiva. É là ad attendervi!
PAURE / PROBLEMI / RISPOSTE
Da questa disposizione divina dell'autorità delegata nascono paure e problemi.
Ø Non appena ci mettiamo nella posizione giusta sotto l'autorità che Dio ha posto sopra di noi, appaiono degli interrogativi all'orizzonte.
Ø Ma Dio ha fornito le risposte, che sono a disposizione di chi le cerca onestamente.
Due timori nel corpo di Cristo sono:
1) che non ci sia autorità, e
2) che ci sarà un'autorità sbagliata.
Alcuni di noi hanno persino paura della parola "autorità," e di conseguenza ci sono dei Cavalieri spirituali Solitari. Questi cavalcano da soli e non ammettono di aver bisogno di qualcuno: "Solo io e Dio."
Ø I pericoli - Da quanto ho considerato, è estremamente pericoloso uscirsene a cavalcare tutti soli. Mette in molti di noi il timore di Dio perché ci rendiamo conto che, dove non c'é autorità, hanno libero accesso i lupi.
- C'è anche il rischio di cadere nella situazione illustrata in Giudici 17,6: "In quei giorni non c'era Re in Israele, ed ognuno faceva ciò che riteneva giusto ai propri occhi."
- C'è poi la paura dell'autorità sbagliata: anche questa è una trappola. Esitiamo a sottometterci per timore che colui al quale ci sottomettiamo possa chiederci di fare qualcosa che non pensiamo proprio di volere! Potrebbe giungere una forte supplica da parte di una missione, ed uscirne un grido: "Ognuno vuoti il proprio conto in banca e lo dia alle missioni!" É una sfiducia di base in Dio?
Si aggiungono poi altri due problemi alla nostra considerazione:
1) Nessuno vorrà sottomettersi;
2) Ci saranno dei dittatori spirituali.
Problemi più che veri, ma non risposte.
Se invece la Chiesa continuerà nell'obbedienza, quelli che ascoltano desidereranno spontaneamente assoggettarsi all'autorità che Dio pone sopra di loro.
Ø E Dio, da parte Sua, farà sorgere in posizione di autorità uomini che saranno a loro volta sottomessi, e che risulteranno così guide capaci.
Ø Parlando di dittatori spirituali, in passato c’è stata molta critica (in parte giustificata) contro la gerarchia e l'autorità ecclesiastica. Ma se consideriamo alcuni dei nostri nuclei più piccoli di operazione, potrebbero esser portate alla luce tendenze simili (anche se su scala ridotta)... e questo non per una scelta, ma forse per necessità!
Spesso alcune delle paure o dei problemi che solleviamo non sono che schermi fumogeni dietro ai quali speriamo di rifugiarci.
Ø Credo che Dio stia movendosi per tutto il Corpo nello sforzo di aprirci gli occhi alle Sue vie e ai Suoi mezzi.
Ø Lo Spirito Santo sta introducendoci alla verità intera per liberarci, non certo per metterci in schiavitù, come alcuni vorrebbero farci credere.
Ø Gesù parla di questo aspetto dell'opera dello Spirito in Giovanni 16,13: "Quando verrà Lui, lo Spirito di Verità, vi guiderà nella verità tutta intera..." Ma perché diventi efficace, l'autorità ha bisogno di essere accettata, accolta.
L’autorità falsata– Quanto alla possibilità che l'autorità venga snaturata, Dio può occuparSi anche di questo aspetto. Dobbiamo ammettere che
Ø una volta che alcuni hanno assaporato il potere di essere in autorità sugli altri, possono sorgere poi dei conflitti di base, come è dimostrato nella situazione padre-figlio illustrata qui di seguito.
Ø Un esempio – I miei due figli sono impegnati in un battibecco. Il più grande alla fine si stanca e viene a lamentarsi da me: "Papà, non posso farci niente con mio fratello."
- Asserendo la mia autorità di genitore, dico: "Va bene, torna da lui e digli: 'Papà ha detto...'"
- Desiderando mettere alla prova il sistema, ho potuto ascoltare: "É bene che tu vada a letto. Lo ha detto papà." Ed ha funzionato!
- Potete vedere quanto sia facile usare quella frase magica a vantaggio personale? "Papà ha detto di fare questo... di non fare quest'altro..." E per tutto il tempo papà può non sapere nulla del cattivo uso della sua autorità. Ma a Dio non capita di essere "occupato in altre faccende... o fuori città... o distratto." Egli può proteggere, o ritirare la Sua autorità!
Ø Possiamo usare la stessa tecnica non solo per brandire un randello su quanti si sono sottomessi, ma anche per sfuggire strisciando alla necessità di sottometterci a qualcuno.
- É facile dire: "Dio mi ha detto..." quando vogliamo andarcene per i fatti nostri, o fare quello che ci pare: nessuno avrà niente da argomentare, visto che Egli è l'autorità più alta che esiste. Se ciascuno di noi facesse attenzione alle proprie prerogative di autorità, avremmo meno tempo per mettere in questione quelle degli altri.
Una strategia per il ribelle:
Ø "Egli cerca di trovare l'errore nell'autorità che sta sopra di lui, in modo da non doversi sottomettere!" "Non mi piacciono le cravatte rosse!... Ha i capelli troppo lunghi... i predicatori non dovrebbero guidare le Cadillac..."
Ø Alcuni "osservatori della gente" stanno sempre all'erta per trovare ogni ragione per non sottomettersi. Per quanto li riguarda, ancora non hanno mai trovato nessuno sufficientemente tanto buono da garantire la loro sottomissione, e per provarlo hanno un piccolo nucleo di ribellione in se stessi.
Ø Potrebbero anche arrivare ad ammettere che ciò che cercano in realtà è proprio fare quello che vogliono ... vivere la loro vita... fare i fatti loro... senza alcun rispetto per nessuno, e senza briglie!