8 Correzione e Cambiamento

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MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 17:39
FACCIO QUELLO CHE MI PARE Il problema di farsi i fatti propri Bob Mumford

Correzione e Cambiamento

FACCIO QUELLO CHE MI PARE

Il problema di farsi i fatti propri

Bob Mumford

 

 

 

 

 

 

Titolo originale: The Problem of DOING YOUR OWN THINGS

Traduzione: Anna Maria Peselli

 

INDICE

1. Lo spirito di illegalità

2. Il grande peccato

3. Antidoto alla ribellione

4. Capire l'autorità spirituale

5. Natura dell'obbedienza

6. Lo spirito di obbedienza, ovvero: impariamo ad obbedire.

 

INTRODUZIONE

Sofonia descrisse il suo giorno, e profeticamente il nostro, quando disse:

"Ella non obbedì alla voce, non ricevette la correzione; non ebbe fiducia nel Signore, non si avvicinò per ascoltare il suo Dio." (Sofonia 3,2).

Chiunque abbia cercato di camminare con Dio, ha dovuto affrontare il problema universale di "farsi i fatti propri" – la natura innata di ribellione e di disobbedienza davanti all'autorità di Dio. La Chiesa – ciascuno di noi individualmente – deve trovare la via d'uscita, la soluzione a questo comunissimo dilemma spirituale.

I sei capitoli che seguono vogliono essere un serio impegno a fornire tale soluzione, poiché ci aiutano a definire il problema, così come lo incontriamo nella vita quotidiana, e a chiarire la differenza tra il desiderio di obbedire e la capacità di farlo.

Questi capitoli sono estratti da una serie di insegnamenti dal titolo: "Lo spirito e la natura dell'obbedienza", scritti inizialmente per essere pubblicati sulla rivista New Wine. Ne componiamo un libro, col sincero augurio che il messaggio possa essere recepito e produrre così il frutto dello Spirito, apportatore di pace!

Il libro "Autorità Spirituale" di Watchman Nee, ha cristallizzato per me molti di questi concetti e mi ha dato l'incoraggiamento necessario a parlare di quest’argomento critico. Dio, Padre nostro, ti chiediamo che la Signoria di Gesù, attraverso queste pagine, possa la essere rivelata in modo tale da salvarci dal fare quello che ci pare.

Bob Mumford

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 17:42
Capitolo Primo LO SPIRITO DI ILLEGALITÀ

"Faccio Quello Che Mi Pare" - Bob Mumford

Capitolo Primo

LO SPIRITO DI ILLEGALITÀ

La parola "illegalità" ha significati diversi per le svariate persone.

Ø Alcuni vi avvertono all'istante l'ululato di una sirena, lo stridio di pneumatici ad un "alt!", il rumore secco delle manette. Altri si lasceranno catturare dalla suspense di una scena di tribunale, col giudice che pondera prima di pronunziare la sentenza; l'accusato, belligerante, di fronte al verdetto. Un altro ancora può rendersi conto solo del proprio bruciante risentimento interiore e dell'autocontrollo necessario per impedirgli di erompere nell'azione.

Ø Ma quanti arrivano ad immaginare un cristiano che se ne sta sotto accusa, meravigliato e dubbioso, davanti alla scoperta del proprio stato d’illegalità nei confronti della Parola di Dio?

In ogni caso di illegalità sono presenti alcuni principi, e proprio questi sonderemo per cercare di capire la Natura dello Spirito di Obbedienza.

Ø Illegalità e obbedienza sono due lati della stessa medaglia, e all'uomo è stato affidato il privilegio di scegliere quale lato usare nel quotidiano scambio della vita.

Ø Personalmente ho lavorato sulla parola "illegalità" per sei o sette anni. Il cuore grida la sua sete di comprendere in modo nuovo l'obbedienza: in un modo più profondo, mai conosciuto prima. Chiunque abbia avuto a che fare abbastanza a lungo con le cose di Dio sa che un individuo rende gli altri partecipi delle proprie necessità. Un insegnamento autentico è sempre il risultato della ricerca di qualcuno che ha gridato e pianto per capire.

Per una introduzione al carattere dell'illegalità prendiamo tre versetti dalla parte finale dell'insegnamento di Gesù conosciuto come "Le Beatitudini" (Mt 7, 21-23):

"Non chiunque Mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre Mio che è nei cieli. Molti Mi diranno in quel giorno, Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel Tuo nome e cacciato demoni nel Tuo nome, e compiuto molti miracoli nel Tuo nome? (cioè anche guarigioni, miracoli ed altri segni e meraviglie). Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da Me voi, operatori di iniquità."

Ø Notate che la parte in causa chiama Gesù: "Signore." 1 Corinzi 12,3 dice che: "... nessuno può dire che Gesù è Signore, se non sotto l'unzione dello Spirito Santo." Sono convinto che questi tre versetti si riferiscano a cristiani che hanno sperimentato la nuova nascita e la pienezza dello Spirito Santo.

Ø Considerate la frase: "Non chiunque Mi dice: 'Signore, Signore,' entrerà nel regno dei cieli." A mio avviso qui non è inteso il "cielo" nel senso ultimo, ma si riferisce sia alle relazioni e agli impegni di questa vita che alla vita futura.

Ø Nella frase successiva: "... ma colui che fa la volontà del Padre Mio che è nei cieli, ..." la parola "volontà" potrebbe esser tradotta con "desiderio" di Mio Padre. Nella maggior parte dei casi è tradotta così. É la stessa parola usata da Gesù (Mt 6,11) quando ci insegna a pregare: "...Sia fatta la Tua volontà sulla terra, come lo è in cielo." Esprime il desiderio, il palpito, del cuore di Dio.

Quindi Gesù prosegue: "Molti Mi diranno quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel Tuo nome..."

Consideriamo qui tre versetti del vangelo di Marco (9, 38-40):

"Giovanni Gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che cacciava demoni nel Tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù gli disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel Mio nome e subito possa parlar male di Me. Chi non è contro di noi, è con noi»."

Torniamo a Matteo 7,22:

"... non abbiamo noi profetato nel Tuo nome? e cacciato demoni nel Tuo nome? e compiuto molti miracoli nel Tuo nome? Io però dichiarerò loro: «Non vi ho mai approvati (molte traduzioni usano questa parola, e il testo greco la convalida). Allontanatevi da Me voi, operatori di iniquità."

Iniquità? Cos’è realmente? - É proprio questa la parola che cercavo! Subito la maggior parte dei cristiani immagina scene di rapine in banca, chi picchia la nonna e ogni altro tipo di lurido crimine, e pensiamo: "Che gente cattiva! Non fa meraviglia che il Signore dica loro di non averli mai conosciuti."

Ø Ma la cosa interessante è che il Signore li conosce. Deve quindi esserci qualcos'altro per interpretare cosa intende Gesù quando dice: "Non ti ho mai conosciuto." Non può voler dire: "Non conosco il tuo nome o indirizzo." Che sta dicendo, allora?

Ø In questo caso "iniquità" sta per "ILLEGALITA'": cioè, camminare senza la legge.

Permettetemi ora di dire, con tutta la forza possibile, che gran parte della comunità cristiana sta camminando senza la legge!

FARSI I FATTI PROPRI

Questo ci porta alla domanda successiva:

"É mai possibile conoscere e capire le cose dello Spirito, afferrarle per noi stessi e poi continuare ad andare per la nostra strada? La risposta è un altisonante SÍ!

Ø Ecco un principio importante di cui rendersi conto: la legge ultima di tutto l'universo è la volontà di Dio. Non esiste legge al di sopra della Sua volontà.

Ø Che dire della traduzione di Mumford dei nostri tre versetti di Matteo:

"Lo chiamavano Signore perché Lo amavano. Ma Egli disse loro: Perché Mi chiamate Signore, quando non volete fare le cose che vi dico? Se Mi chiamate Signore, dovete venire a Me nello spirito di obbedienza. Perché vedete, qui non si tratta di cosa vi sembra necessario fare, ma di cosa Io vi dico di fare. Voi invece Mi chiamate Signore, Signore, poi prendete le cose dello Spirito e le usate a vostro vantaggio personale, per promuovere voi stessi e fare i fatti vostri, per andare per la vostra strada a "costruire qualcosa per Gesù!"

Ø Lo sapete che non è ciò che fate, né dove andate, che conta: ma se avete fatto o no la volontà di Dio? Posso dire a Dio: "Signore, vado a Filadelfia a predicare il Vangelo." Ma Egli mi potrà rispondere: "Tu rimani dove sei!". "Ma Signore, voglio andare a Filadelfia e a me piace predicare: andrò a salvare il mondo per Gesù! Suvvia, Dio, muoviti!"

Ø Oppure possiamo sensibilizzarci su un bisogno nell'altro emisfero, e ce ne andiamo laggiù (senza esperienza, né addestramento né mandato), solo perché esiste una necessità. C'è una cosa sola sbagliata in tutta la situazione: non rientrava nella volontà rivelata di Dio per voi!

Ø La cavalla sfrenata - Questi esempi mi ricordano la volta in cui feci una gara a cavallo: montai su una grossa cavalla bianca, e sin dal primo istante essa si accorse che non sapevo cavalcare. Così prese il morso tra i denti e si mise a correre all'impazzata andando dove voleva. E io non potevo farci niente! Dovetti solo cavalcare con lei.

Ø Questo è ciò che accade nelle cose dello Spirito: prendiamo il morso tra i denti e corriamo via all'impazzata a fare qualcosa per Gesù, e il Signore cavalca con noi, aspettando il giorno in cui potrà metterci il morso in bocca e farci fermare quel tanto, per dirigerci poi verso ciò che Egli vuole farci fare in primo luogo.

"USARE" LE COSE DI DIO

PER REALIZZARE I NOSTRI PIANI

Riuscite ad afferrare il concetto? Mi impossesso delle cose di Dio e me ne vado per la mia strada. Egli allora mi dice: "Se farai così, scoprirai di essere disapprovato, perché non è quello che sto cercando di fare nella tua vita.

Ø Non posso usarti, ed allora dovrò respingerti: non come figlio di Dio, ma a causa della tua inosservanza della legge, del tuo stato di illegalità nei Miei confronti, perché rifiuti di sottometterti alla legge."

Ø La cosa strana in tutto ciò è che nessuno trova difficoltà ad "obbedire," fin quando la volontà di Dio non si incrocia con la sua! E ancora, quanti di noi hanno scoperto che il Signore sa esattamente dove mettere il dito per rivelarci il nostro stato di insubordinazione?

Ø Questo non ha niente a che fare col peccato aperto: riguarda la natura interiore dell'obbedienza. L'illegalità è uno spirito, un qualcosa all'interno del figlio di Dio ricevuto da padre Adamo e giunto fino a noi. Quando la volontà di Dio si incrocia con la nostra, quando cioè scopriamo in noi lo spirito che risponde: "Ma io voglio fare i fatti miei!", non facciamo altro che sovrapporre la nostra volontà a quella di Dio... e questa è ILLEGALITÀ.

Un esempio dal Vecchio Testamento: In Ezechiele 44, 10-15 troviamo un esempio di questa verità di inosservanza e di disapprovazione:

"Anche i Leviti (notate, erano uomini di Dio) che si sono allontanati da Me nel traviamento di Israele e hanno seguito i loro idoli (facendo i fatti propri), sconteranno la propria iniquità." (Ed ecco la stessa parola: illegalità).

Tuttavia essi serviranno nel Mio santuario come guardie delle porte del tempio: sgozzeranno gli olocausti e le vittime per il popolo, staranno davanti ad esso per servirlo."

I versetti che seguono NON dicono: "Quei leviti che hanno seguito i loro idoli, Io li taglierò fuori e non avrò più niente a che fare con loro." No! Ecco invece cosa dice Dio:

Ø "Questo è uno "spirito di illegalità", e a motivo di ciò siete respinti e vi giungerà una certa punizione. Voi sacerdoti potete continuare a stare davanti al popolo e servirlo, ma non potrete più avvicinarvi a Me, né ad alcuna delle Mie cose sante; solo quelli che non hanno deviato potranno stare davanti a Me."

Ø Credo sia quasi una punizione ultima: "Continuerete a servire, ma Io sto cercando figli della rettitudine ... persone che obbediscono ... che vogliono fare la Mia volontà ... nelle quali vi sia uno spirito che dica: "Gioisco nel fare la Tua volontà, o Dio!"

Sì, potete prendere le cose di Dio e costruire la vostra chiesa personale ... il vostro gruppo particolare di preghiera ... la vostra dottrina personale.

Ø Il peggio è che Dio benedice tutte queste cose, ma lo spirito di illegalità dentro di voi farà sì che alla fine siate respinti e puniti.

Se potessi suonare con la tromba un messaggio urgente, ecco quale sarebbe:

Ø "Per amore di Gesù, cercate di ascoltare e di capire ciò che Dio sta dicendoci in questo campo!" Ognuno dovrà scoprire da se stesso il proprio spirito d’illegalità.

Ø Ed avendo già rinunziato al peccato esteriore, ci resta difficile riconoscere che nella nostra vita è all'opera lo spirito di ribellione, di anarchia.

Ma quello che Dio si propone di fare è: SCRIVERE LA SUA LEGGE NEL NOSTRO CUORE.

LA VOLONTÀ RIVELATA DI DIO

Tre modi in cui Dio Si rivela all’uomo - Il Salmo 19 ha molto da insegnarci sull'argomento. Illustra i tre modi in cui Dio Si fa conoscere all'uomo:

1. Attraverso la rivelazione generale,

2. la rivelazione speciale, e

3. la rivelazione spirituale, quando Dio Si fa conoscere per mezzo dello Spirito all'uomo interiore.

1. I versetti da 1 a 6 ci danno una rivelazione generale:

"I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera della Sue mani annunzia il firmamento.

Un giorno all’altro ne affida il messaggio e la notte all’altra ne trasmette la notizia.

Non è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono.

Per tutta la terra si diffonde la loro voce, l’eco raggiunge i confini del mondo. Nei cieli Egli ha fissato la dimora del sole.

Esce come uno sposo dalla stanza nuziale, come un campione si getta felice nella corsa.

Egli sorge da un’estremità del cielo e gira fino all’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore."

Ci troviamo davanti alla rappresentazione di un uomo che sta guardando in alto. Vede i cieli distesi davanti a lui. Vede la luce ... l'oscurità ... le stelle. A molti queste glorie proclamano che Dio è il Creatore; ad altri la stessa scena lascia solo domande senza risposte.

Ø Un giorno un professore parlava con uno studente che si diceva agnostico. Lo studente disse: "Vorrei conoscere Dio, ma non credo nella Sua esistenza."

Ø Al che il professore rispose: "Scendi giù in cortile, alza gli occhi al cielo e prova a dire: «Dio, se ci sei voglio conoscerTi»."

Ø Dopo aver seguito quei consigli, il ragazzo tornò dal professore che gli chiese: "Com'è andata?" Egli rispose: "Mi sono sentito come un matto." "Bene!" replicò il professore. "É un buon inizio!"

Qui vediamo le opere della rivelazione generale. Tuttavia non ci sono voci, non parole, e può diventare pericoloso perché la gente sarà portata a dire: "Sì, Dio è Creatore e credo in Dio perché vedo le Sue opere."

Ø Il risultato di una simile accettazione limitata va a finire nel panteismo e nella "religione" (nel senso di rifacimento umano delle cose di Dio). É pericoloso, perché la gente si eccita e pensa di credere in Dio solo perché vede l'evidenza delle Sue potenzialità creative. Ma anche i diavoli credono in Dio!

Ø É vero, la rivelazione generale è un passo nella direzione giusta, ma è ben lungi dall'obiettivo che Dio desidera: farsi conoscere personalmente all'uomo. Essa potrà dirvi che Dio esiste, ma

Ø non potrà mai dire qual è la Sua volontà per voi. Dio vuole farSi conoscere, ma vuole anche che tu sappia cosa Egli è. Al riguardo ha detto: "Se vuoi sapere cosa sono, leggi la Mia Parola."

2. I versetti da 7 a 10 contengono una rivelazione speciale di Dio:

"La legge del Signore è perfetta, converte l'anima; la testimonianza del Signore è vera, rende saggio il semplice.

Gli statuti del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono chiari, danno luce agli occhi.

Il timore del Signore è limpido, dura sempre; i giudizi del Signore sono validi e tutti ben fondati.

Più desiderabili dell'oro, di molto oro fino; più dolci del miele che trabocca dai favi.

Anche il Tuo servo in essi è avvertito; per chi li osserva è grande la ricompensa".

La rivelazione speciale – Dio ce la darà una volta che avremo Lo visto nella creazione.

Ø Molti, e forse la maggior parte di noi, si sono fatti delle immagini mentali di Dio (prodotto dell’immaginazione) per capire come Egli sia.

Ø Dio aveva previsto una tale possibilità e per questo aveva detto (vedi più sopra): "Se volete conoscere chi sono, leggete la Mia Parola."

Ø La Rivelazione Speciale ci dice proprio questo, e molto di più. Ci fa vedere come Egli tenga conto di tutte le nostre necessità, e in ciò abbiamo un'immagine della Sua grandezza ... della Sua bontà ... della Sua saggezza. Sono intuizioni che non avremmo mai ricevuto dalla sola Rivelazione Generale.

Ø Ci dice anche cosa vuole da noi: cosa fare ... dove andare ... cosa dire ... come vestirci ... e cosa Si aspetta da noi. É Dio che tratta con l'individuo, e il Suo scopo ultimo è che, dopo anni di ribellione, ciascuno possa ricevere la rivelazione della volontà specifica di Dio per lui in ogni dettaglio della vita.

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 17:44
seconda parte Capitolo Primo LO SPIRITO DI ILLEGALITÀ

3. Infine, nei versetti 13 - 15 possiamo vedere una rivelazione spirituale di Dio:

Dio vuol scrivere la Sua Legge nel cuore dell’uomo

"Chi conosce tutti i propri errori? Purificami dalle colpe segrete.

Preserva il Tuo servo dai peccati di presunzione; fa’ che essi non abbiamo il dominio su di me: allora sarò retto e sarò innocente dal grande peccato.

Ti siano gradite le parole della mia bocca e i pensieri del mio cuore, o Signore, mia forza e mio redentore."

Ø Si ha la Rivelazione Spirituale quando Dio, per mezzo di ciò che Egli è e di quanto ha rivelato di Sé, fa penetrare tali intuizioni nel cuore dell'uomo.

Ø Geremia, Ezechiele e la lettera agli Ebrei ci dicono ed insegnano che lo scopo ultimo di Dio è quello di aprirci e scrivere la Sua legge nel nostro cuore. Dice Geremia: "Gli darò un cuore nuovo." Ed Ezechiele invece si esprime così: "Vi aspergerò e scriverò la Mia legge nel vostro cuore." Nei capitoli 7 e 8 della lettera agli Ebrei troviamo questa espressione: "Scrivo le Mie leggi nel vostro cuore."

Il film "I DIECI COMANDAMENTI" ci ha illustrato la scena dell'incisione della legge di Dio su tavole di pietra. Quando la vidi, credo di aver intuito lo scopo ultimo di Dio e cosa intende fare nel nostro intimo.

Ø Quando la Sua legge sarà scritta sulla tavola del cuore di una persona, non ci sarà più uno spirito di illegalità o di ribellione, ma uno spirito che desidera fare la Sua volontà.

"Chi conosce tutti i propri errori"? Un’altra traduzione di questa domanda espressa al versetto 13 di questa Rivelazione Spirituale é: "Chi può dirci quante volte abbiamo offeso?" Ed è proprio la domanda di David: "Chi potrà mai capire quante volte abbiamo offeso Dio, allontanandoci da Lui in uno spirito di illegalità e di inosservanza, senza neppure rendercene conto?"

Ø David chiude il Salmo con la preghiera: "Ti siano gradite le parole della mia bocca..." Vi rendete conto della verità espressa in questa frase?

Un altro passo della Scrittura ci ricorda che: "Attraverso la bocca è il cuore che si esprime." Ed è proprio vero, perché le meditazioni e le riflessioni del cuore si esprimono attraverso la bocca. Nella Rivelazione Spirituale è la Parola che si fa carne.

IL PIANO DI DIO PER L'UOMO

Come Dio agisce nell’uomo - Per spiegarvi come Dio opera nella vita dell'uomo, permettetemi di usare l'illustrazione qui sopra e di prendere me stesso come esempio. Infatti, conosco me stesso meglio di chiunque altro, e conosco bene il modo in cui Dio opera nella mia vita.

Ø Una cosa voglio dalla vita: CONOSCERE LUI. Il cuore mi batte dentro ed esprime il suo desiderio: "Mio Dio, voglio conoscerTi e capirTi. Voglio arrivare ad amarTi e ad essere un figlio di cui Ti compiaci." Tutto ciò opera nel mio cuore e io dico: "Signore, rivelaTi a me!"

Ø Ma è successo qualcosa che ha impedito la realizzazione di questi desideri. É entrato in scena il peccato, provocando ciò che chiameremo la linea della morte.

Ø In quella frattura si è interrotta la comunicazione tra Dio e me e per quel motivo lo spirito dentro di me – e quanto lo riguardava – è morto. E tutti conosciamo bene quest’alienazione tra Dio e l'uomo.

Ø Ma Dio disse: "Bob, Io ti amo ancora."

Meravigliato risposi: "Davvero?"

"Sì", rispose Lui, "e per poterti rivelare il Mio amore devo darti qualcosa: la Parola scritta.

Questa ti parlerà e se lo permetterai, potremo sanare questa linea di morte."

Come sanare la linea della morte? - Nell'illustrazione delle linee di comunicazione tra Dio e me avrete notato che nel Suo piano le frecce sono a doppio senso: Non sono solo io ad andare verso Dio, ma è anche Lui a venire verso di me. Questo è un fatto importantissimo, ma è proprio qui che siamo più portati a far andare a rotoli l'intero procedimento!

Ø Leggo la Sua Parola, cerco di applicarla, e Dio guarisce la linea della morte che mi impediva di comunicare con Lui.

Ø Ma questa è solo opera della misericordia di Dio!

Così Dio guarisce la Linea della morte

Al momento della guarigione della linea della morte, siamo portati a pensare di conoscere Dio, non alla lettera ma nella realtà. Non ricordiamo che si tratta di una rivelazione progressiva della volontà di Dio.

Ø A questo punto useremo due coppie di parole:

1. SOGGETTIVO o INTERIORE – Si riferisce a ciò che accade dentro di me. La verità di Dio NON si basa sull’evoluzione delle mie idee o pensieri "dopo" una prima conoscenza "intellettuale" di Dio.

2. OGGETTIVO o ESTERIORE – Si riferisce a ciò che accade al di fuori di me, e

- la Scrittura chiama VERITÀ ciò che è ESTERIORE o OGGETTIVO, e la LEGGE di Dio incorpora tale verità. Gesù ha detto: "La Mia parola è verità" (Gv 17,17).

- Abbiamo qui la Parola ispirata da Dio, che ci viene data (rivelazione speciale) per comunicarci ciò che Egli è, cosa vuole da noi e cosa Si aspetta.

- Ciò include ogni aspetto della nostra vita: denaro, comportamento sessuale, quando e dove andare in Chiesa. É la perspicuità o chiarezza della Scrittura, nel senso che la Bibbia parla su ogni argomento. Se non ci credete, fate la prova e leggetela!

Ø Ve lo dimostro con un esempio scelto dalla mia vita: Volevo comprare un albero di Natale che costava 5 dollari: più di quanto volessi spendere. Allora cominciai a contrattare col mercante e gli dissi: "Questo alberello! É già mezzo morto! Guarda, i rami cominciano a ciondolare!" "Bene, te lo darò per 3 dollari e 50," disse il mercante. Gli detti il denaro e salii in macchina.

- Tornando a casa pensavo: "Ragazzi, che affare ho fatto!" Ma quando la sera, prima di andare a letto, aprii la Bibbia e mi balzò agli occhi un versetto dai Proverbi (20,24): "'Robaccia, robaccia,' dice chi compra: ma mentre se ne va, allora se ne vanta!" (Amplificato).

- Pentito, gridai: "Dio, Mi hai colto in fallo! É proprio ciò che ho fatto!" Al ricordo di come avevo cercato di convincere il venditore ad abbassare il prezzo e di come alla fine egli avesse deciso di cedermi l'albero per 3,50 dollari, mi resi conto di essermi venduto per un dollaro e mezzo. Proprio un bell'affare! Ma non lo sapevo. E sapete perché non potevo saperlo a quel punto?

- Soggettivamente sono convinto di sapere le cose. Internamente, sono Signore, padrone in casa mia ... devo prendere le mie decisioni e andare per la mia strada.

- Ma Dio ha detto: "Lo so, figlio, e voglio dirti cosa ho fatto per rimediare all'inconveniente. Ti ho dato qualcosa al di fuori di te, che ti mostrerà come regolarti in proposito."

Dio è alla ricerca di adoratori

Il Padre è alla ricerca di un popolo che voglia adorarLo in Spirito e verità. Gesù lo disse chiaramente quando dichiarò: "Il Padre cerca chi Lo adori in Spirito e verità" (Gv 4,23).

Ø Ci ha dato il Suo Spirito e la Sua Verità, che insieme ci portano alla salute e alla crescita spirituale. Qualcuno ha detto:

è "Con la sola Parola, inaridisci;

è col solo Spirito, esplodi;

è con lo Spirito e la Verità, cresci."

Ø F.B. Meyer ci racconta la storia della sua visita ad un vecchio che amava Dio con tutto il cuore. Una mattina Meyer andò a trovarlo alle 5.30, ed entrato in camera sua, lo trovò immerso nello studio della Scrittura. Gli chiese: "Che stai facendo?"

Rispose: "Sto cercando di capire se amo Dio o no."

Nella domanda successiva era evidente la sorpresa: "Davvero stai cercando di capire se ami Dio o no?"

"Sì," rispose il vecchio. "Ho letto il versetto che dice: «Chi conosce i Miei comandamenti e li osserva, questi Mi ama». Ho appena riesaminato tutti i comandamenti per scoprire se amo davvero il Signore."

Attenti all’inganno "religioso"! - Forse faremmo meglio a chiederci se non è possibile, caso mai, cadere nell'inganno religioso e credersi qualcosa che in realtà non siamo.

Ø Se chiedo a me stesso: "Amo davvero il Signore? e cerco di rispondere basandomi esclusivamente sui sentimenti, posso ingannare me stesso.

Ø Tuttavia, se ho un metodo per misurare la risposta, sono obbligato ad usarlo.

- Ma come fare a misurare con esattezza, se non abbiamo dimestichezza con l'unità di misura (la Parola di Dio)?

Ø É il momento di imparare che esiste una brutta parola, usata forse un centinaio di volte nel Nuovo Testamento: COMANDAMENTI. Non ci piace neppure il pensiero di quella parola e ci rivoltiamo dicendo: "Stai cercando di rimettermi sotto la legge?" É meglio che tu ci creda: un nuovo tipo di legge.

Se riuscite a vedere che questo principio comincia a funzionare nella vostra vita, potrete ritrovarvi a far scorrere tutta la Scrittura per arrivare al punto di chiedervi: "E questo lo sto facendo? Sto obbedendo a questo?" É importante vedere questa relazione soggettivo/oggettiva che ci porterà verso la salute spirituale e ci farà proseguire il cammino nella luce della Parola di Dio.

SEI LINEE-GUIDA

SULL'UNITÀ DI MISURA

Tornando alle riflessioni sulla Rivelazione Speciale, scopriamo sei indicazioni importanti e ben definite per misurare fino a che punto riusciamo a capire ciò che Dio vuole darci per la crescita e la maturità spirituale.

Ø Sono cose progressive, testate, messe alla prova e quindi riscontrate nell'uso durante molti secoli.

1. "La legge del Signore è perfetta, converte l'anima." – La parola "legge" nella Scrittura è usata in molti modi diversi, ma in questo caso significa alla lettera: "indicare col dito."

- Significa che state andando per una strada e Dio vi dice: "Andate da questa parte."

- Questa è direzione generale. La legge del Signore è perfetta, vi fa cambiare direzione, mandandovi per una via diversa. É il dito puntato che vi indica.

- Potreste chiamarla "supervisione", poiché è al di sopra d’ogni altra cosa. Vi mostra in che modo Egli vuole che facciate le cose.

2. "La testimonianza del Signore è vera, rende saggio il semplice". – Tradotta alla lettera, sia in ebraico sia in greco, la parola "testimonianza" significa semplicemente che "funziona!"

- Se fate ciò che la legge vi dice, la testimonianza è che FUNZIONA!

- La maggior parte di noi potrebbe dare numerose testimonianze di come funzionano le vie di Dio. Mai nella vita ho sentito qualcuno affermare che Dio gli è venuto meno.

- Se farete fronte alle qualifiche stabilite da Dio, scoprirete che funziona sempre. É una cosa sicura e vi rende saggi. Vi dà una conoscenza interiore (non una saggezza accademica), una conoscenza intellettuale di ciò che è vero e reale, in contrapposizione con ciò che non lo è.

3. "Gli statuti del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore." – Ciò riguarda le relazioni civili e umane.

- Tutti sappiamo che oggi, nel mondo, esiste una moltitudine di bisogni urgenti e che vengono offerte tante soluzioni quasi quanti sono i problemi.

- Ma Dio stabilisce alcuni statuti che regolano le relazioni civili, umane e interpersonali.

- Se vivessimo secondo quegli statuti, non ci ritroveremmo immersi nel ginepraio politico, economico, razziale e sociale che ci sconvolge tutti. I problemi sarebbero districati dagli statuti datici da Dio allo scopo, col risultato che in casa, nella comunità e nella chiesa vedremmo una gioia mai vista prima nella storia del mondo.

- La gioia se ne va quando infrangete gli statuti di Dio.

4. "I comandi del Signore sono chiari, danno luce agli occhi." – Comandamento significa istruzione speciale data con chiarezza.

- Il Suo comando è limpido, chiaro, semplice, distinto.

- Uno dei comandi datici da Gesù è: "Vi do un comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri." É chiaro;

- Lui ci ha detto di farlo, e ciò aprirà i nostri occhi.

- Quando facciamo ciò che il Signore ci dice, il risultato dell'obbedienza è davvero incredibile! A chi obbedisce Dio apre interi nuovi orizzonti.

- Il disobbediente invece, inaridisce.

5. "Il timore del Signore è limpido, dura sempre." – È questa la motivazione per una vita santa: il timore del Signore vi mantiene puri.

- Qualcuno potrebbe dire: "Non può voler dire aver paura di Dio!" E invece è proprio così! Sarebbe un bene per tutti noi che cerchiamo di seguire il Signore avere una buona dose di paura.

- Non fate i furbi con Lui, perché alla fine dovrete sempre fare i conti! Non sempre il giudizio arriva immediatamente, ma i conti dovrete farli. Potrà passare un anno, cinque o venti, ma Lui sarà là ad aspettarvi. Il timore del Signore vi manterrà puri.

- Ad esempio ... gli occhi del Signore vi guardano mentre compilate la denuncia dei redditi. Se lo sapete, è strano come diventa facile mettere le cifre giuste! Lo zio Giovanni qualche volta può essere vigile, ma il giudizio del Signore dura per sempre.

6. "I giudizi del Signore sono validi e ben fondati." I giudizi del Signore sono il risultato della negligenza e della disobbedienza agli altri aspetti della rivelazione speciale.

- Se chiudiamo occhi e orecchie alle indicazioni generali che Egli ci ha dato;

- se disprezziamo le testimonianze del Signore;

- se ci disponiamo ad accettare soluzioni elaborate dall'uomo nel campo delle relazioni civili e interpersonali, anziché ascoltare e seguire gli statuti di Dio;

- se disobbediamo a Suoi comandamenti specifici;

- e se non coltiviamo il timore del Signore,

- la nostra destinazione finale sarà il GIUDIZIO.

I giudizi del Signore sono veri e retti. Possiamo metterlo in dubbio nella nostra vita o in quella degli altri, ma ogni volta che Dio interviene, agisce o giudica la vita di qualcuno, potete star certi che ha ragione.

Ø Nella persona può albergare uno spirito ribelle che ne impedisce la crescita. Alcuni poi preferiscono piangere e rafforzare la linea di battaglia, piuttosto che sottomettersi.

- Vi siete mai chiesti perché Dio sottoponga a giudizio i Suoi figli quando è necessario?

Ø Una delle cose che ci aiutano a vedere la mano misericordiosa di Dio levata in giudizio è una dichiarazione contenuta nell'Apocalisse: "Signore, veri e giusti sono i Tuoi giudizi, tutta la terra viene giudicata. Ma Tu sei giusto, o Dio, essi meritano la morte." Alla luce di ciò dovremmo gridare: "Signore, manda il Tuo giudizio qui, sulla terra!"

Credo che le parole: "più desiderabili dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele che trabocca dai favi" si riferiscano ai giudizi di Dio.

Ø Anziché camminare per la via che fa sviluppare in noi lo spirito ribelle del fuorilegge, dovremmo dire: "Dio mio, Dio mio, voglio i Tuoi giudizi.

- Lo so che sono giusti e veri, perciò Ti prego, Signore, non aspettare che io arrivi all'eternità per rivelarmeli.

- Correggimi ora, Signore, e manifestami la mia realtà. Elabora qualcosa nel mio cuore. I Tuoi giudizi sono desiderabili più dell'oro, di molto oro fino." Chi è senza giudizio, è senza Padre!

"Anche il Tuo servo in essi è avvertito (legge, testimonianze, statuti, comandamenti, timore di Dio e giudizi); e per chi li osserva è grande la ricompensa."

- Abbiamo l'avvertimento e la scelta. Abbiamo due alternative:

1. Continuare ad essere dei fuorilegge dello Spirito, oppure

2. assoggettarci ai giudizi di Dio sottomettendoci al Suo amore, alla Sua grazia, alla Sua provvidenza.

- Possiamo chiedergli di metterci le briglie, il morso e i finimenti, e camminarGli poi a fianco nel Suo giogo, conoscendo la gioia e la libertà dell'amicizia con Colui che ci ha fatti per Sé; oppure

- possiamo andare per la via del mondo, che ha al termine morte e distruzione.

Ringraziamo Dio per averci dato la possibilità di scegliere, e istruzioni chiare per guidarci.

Mai come oggi Dio ha cercato una Chiesa obbediente.

Ø Ma prima di poter giungere all'obbedienza, dobbiamo venire alle prese con la nostra natura ribelle ed insubordinata.

Credo con tutto il cuore che sia proprio questo il messaggio di Dio alla Chiesa contemporanea. Ascoltiamolo!

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 17:58
Capitolo Secondo IL GRANDE PECCATO

"Faccio Quello Che Mi Pare" - Bob Mumford

Capitolo Secondo

IL GRANDE PECCATO

 

Cercate di immaginare un bel cane pastore tedesco ben rassettato, pieno di forza e vitalità. È stato ad una scuola d’addestramento, ad un corso di nove settimane per prepararsi al servizio nella polizia.

Lezioni di obbedienza

Ø Ma prima di poter avere un qualsiasi valore in questo tipo d’incarico sono necessarie delle lezioni di obbedienza.

Ø "Prendilo!" – Osservate l'addestratore prendere un bastoncino e gettarlo in un campo aperto col comando: "Prendilo!" Quel grosso cane parte in una nuvola di polvere, prende il bastoncino e torna indietro trionfante. L'addestratore poi lancia un portafogli con lo stesso ordine e l'allievo parte ancora, quasi nello stesso istante in cui il portafogli viene lanciato in aria. Pare non si ponga il problema: "Dovrei prenderlo... o no?" La reazione immediata è invece: "Dove è lanciato ... io vado!"

Ø "Fermo!" – Dopo diverse corse l'istruttore torna a lanciare il portafogli, solo che ora il gesto è seguito dal comando: "Fermo!" Ciò richiede un cambio di ingranaggi! Il cane quasi si rompe un vaso sanguigno per cercare di seguire il comando diverso. Tante volte è balzato dietro all'oggetto lanciato, ed ora obbedire al comando di "star fermo" richiede uno sforzo ben definito, e disciplina.

Ø Mentre presso il reticolato osservavo quella procedura, mi resi conto che era la più grafica illustrazione di OBBEDIENZA che avessi mai visto. Riferendola poi ad alcune esperienze operate da Dio nella mia vita, gridai: "Mio Dio, vedo! Vedo!"

Ma in quale punto voi ed io possiamo inserirci nell’illustrazione? Come figli di Dio sappiamo che lo scopo di ogni Sua azione è quello di produrre in noi uno spirito obbediente.

Lezioni di obbedienza per noi

Potete chiedervi: "Cosa... IO? Un credente rigenerato... battezzato nello Spirito ... che da anni cerca di fare la volontà di Dio ...? C'è ancora qualcosa da imparare nel campo dell'obbedienza?"

Ø Oppure potete essere un credente relativamente giovane nella vita cristiana, alla ricerca di verità che vi guidino alla crescita.

Ø In ogni caso, il principio riguardante il problema obbedienza contro illegalità è applicabile a tutti allo stesso modo.

Per apprezzare adeguatamente l'obbedienza alla luce della Parola di Dio, è necessario investigare anche sull'altro lato della medaglia, l'illegalità o ribellione, secondo la presentazione fatta nella Scrittura.

Ø Entrambe le parole-chiave presumono la necessità di comandi, leggi, parole e regolamenti da usare per le basi delle decisioni e degli atteggiamenti individuali.

Ø Dobbiamo scegliereLe due parole illustrano anche la necessità di una scelta personale riguardo alla risposta che daremo.

Ø Lo spirito di illegalità Il contesto in cui studiamo la parola illegalità riguarda un principio, non l'atto esteriore di un ignobile crimine o di un terribile peccato. Rappresenta lo spirito all'interno della persona, che può eventualmente manifestarsi in una trasgressione aperta, che altro non è che il risultato del fatto di ospitare uno spirito ribelle.

Peccato e iniquitàSono altre due parole usate nella Scrittura per riferirsi a tale condizione di insubordinazione e di ribellione.

Ø Tutto ebbe inizio con Adamo ed Eva e cominciò a risiedere nella loro disobbedienza e ribellione iniziale. Il risultato della loro insubordinazione è continuato per tutte le epoche. Di conseguenza, sin da quel primo incontro con la disobbedienza umana,

Ø Dio si è messo all'opera per formarSi un popolo da cui venisse espurgata la ribellione: un popolo che potesse dire con sincerità di cuore e di intenti: "Gioisco nel fare la volontà di Dio."

PARLA LA SCRITTURA

"Non chiunque Mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre Mio che è nei cieli. Molti Mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel Tuo nome e cacciato demoni nel Tuo nome e compiuto molti miracoli nel Tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti (approvati); allontanatevi da Me voi, operatori di iniquità" (Mt 7, 21-23).

"Il Figlio dell'uomo manderà i Suoi angeli, i quali porteranno via dal Suo regno tutti quelli che sono di ostacolo agli altri e tutti gli operatori di iniquità [illegalità]" (Mt 13,41).

"Non sapete voi che, se vi mettete al servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia nel peccato che porta alla morte, che nell'obbedienza che conduce alla rettitudine? Rendiamo grazie a Dio, perché voi obbedite col cuore, poiché siete stati liberati dal peccato e siete diventati servi della rettitudine. Parlo alla maniera degli uomini a causa dell'infermità della vostra carne: perché come avete reso le vostre membra serve dell'impurità e dellillegalità che porta alla trasgressione, allo stesso modo rendete ora le vostre membra schiave della rettitudine che porta alla santità" (Rm 6, 16-19).

[Nota: L'illegalità porta con sé una illegalità sempre maggiore. É così che funziona, alla lettera!]

"Il mistero dell'iniquità è già all'opera" (2 Ts 2,7).

"É apparsa, infatti, la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare i desideri mondani e l'empietà, nell'attesa della speranza beata che Egli possa riscattarci da ogni iniquità (illegalità) e formare per Se Stesso un popolo puro, zelante nelle opere buone" (Tito 2, 11-14).

[Nota: Cosa distinguerà questo popolo "puro" – particolare, speciale? Hanno l’intimo desiderio di obbedire!]

"Gesù ha amato la rettitudine e ha odiato l'iniquità (illegalità); perciò Dio, il Tuo Dio, Ti unse "con olio di esultanza più dei Tuoi compagni" (Eb 1,9).

"Perché Io sarò misericordioso verso le loro ingiustizie e non Mi ricorderò delle loro iniquità e dei loro peccati" (Eb 8,12).

"Ha dato Se Stesso per noi, perché potesse redimerci da ogni iniquità (illegalità), per formarSi un popolo puro, speciale" (Tito 2,14).

Un mondo ribelle

Tutti dovremmo concordare sul fatto che quelli a cui ci riferiamo come persone "del mondo", camminano nello spirito di illegalità o di insubordinazione, perché il mondo è ribelle per natura.

Ø Ma che dire di quelli che sono nella Chiesa? Questo campo non è definito altrettanto bene e con altrettanta chiarezza, e nella Chiesa entrano ombre di illegalità. C'è un miscuglio: un po' di obbedienza e un po' di disobbedienza; qualche volta obbediamo e qualche altra no.

- Se solo ci fossero linee chiare e distinte di divisione, sarebbe più facile. Ma c'è un miscuglio, ed è proprio ciò che vogliamo scoprire.

- É necessario che i cristiani sappiano come rispondere alla domanda: "Fino a che punto sono un ribelle?"

Ø E ancora, ciò che può esser stata obbedienza fino a ieri può diventare disobbedienza oggi. Dio può volerci portare in una nuova sfera di servizio. Con la rivelazione progressiva della volontà di Dio, dobbiamo seguirla secondo la rivelazione ricevuta, altrimenti saremo colpevoli di insubordinazione.

Usare i doni e disobbedire? - Inoltre, vi rendete conto che possiamo prendere la verità e i doni di Dio e vivere nella disobbedienza? Riuscite a vedere che siamo capaci di prendere ciò che è buono e farlo diventare peccato e ribellione?

Ø Per tornare al cane-poliziotto, osservatelo mentre nel campo guarda il portafogli che aspetta di essere raccolto. Comincia a rendersi conto che l'obiettivo non è raccogliere il portafogli: l'obiettivo è OBBEDIRE!

Ø Una logica sovrumana – Quando nella vita procediamo basandoci sulla nostra saggezza e forza di "fare quello che ci pare", ciò è peccato.

- Quanti dei nostri insegnamenti e messaggi si sono centrati sul "Prendi!" e mai sul "Fermo!"

- Tant'è vero che siamo arrivati a pensare che Dio non direbbe mai a qualcuno: "Fermo!"

- Quando poi veniamo in contatto con la potenza e vediamo la necessità di star "fermi", è duro! Ma credo che proprio questo sia parte di ciò che Dio sta facendo nei nostri giorni.

Ø Tutti conosciamo bene il termine "praticone" nel campo della medicina. Lo stesso termine descrive le condizioni della Chiesa.

Ø Una persona può aver provato a fare di tutto. Ma verrà il giorno, ed è questo, in cui cominceremo a vedere che Dio ci porta verso "campi specializzati".

Se non ascolteremo le Sue direttive, nel caso ci parlasse in quei campi, e continueremo a fare tutte le altre cose proprio come prima, ciò diventerà disobbedienza e illegalità.

UN SENTIERO IN DISCESA

Un inventario personale – Il Salmo 19, versetti 13-14, ci aiuterà concretamente in questo inventario presentandoci realisticamente cinque tipi di peccato (tra parentesi, in corsivo, le cinque definizioni parallele della CEI):

1. "I propri errori (inavvertenze) chi li può capire?

2. Assolvimi dai peccati segreti (colpe che non vedo).

3. Trattieni il tuo servo anche dai peccati di presunzione, (orgoglio),

4. non permettere che abbiano dominio (potere) su di me;

5. allora sarò irreprensibile, e sarò innocente dal grande peccato."

1. Gli errori (inavvertenze) – È la prima parola dell'elenco. La domanda: "I propri errori, chi li può capire?" è stata anche tradotta con la frase: "Chi può mai dire quante volte abbiamo offeso?" In realtà il salmista avrebbe potuto ampliare il discorso e chiedersi: "Chi può mai capire quante volte abbiamo offeso Dio e ci siamo allontanati da Lui, perché ospitiamo in noi uno spirito di disobbedienza (illegalità), senza neppure saperlo?"

Quando abbiamo incontrato il Signore per la prima volta, probabilmente facevamo molte cose senza neppure sapere che la Bibbia ne parlasse.

Ø In seguito abbiamo ricevuto la luce e capito la precedente ignoranza. Ciò ha portato la responsabilità della scelta.

2. I peccati segreti (colpe che non vedo) – sono il secondo peccato portato alla nostra attenzione. Questa forma di peccato è divisa in tre categorie:

Il peccato nascosto a me e agli altri. Può essere seppellito in profondità, ma è sempre peccato e Dio lo conosce. Potete star certi che prima o poi lo "tratterà".

Il peccato nascosto agli altri, ma NON a me. Ne sono consapevole, ma non permetterò che altri lo sappiano. Sì, nella vita di ciascuno di noi ci sono cose che ci guardiamo bene dall'esporre. Può trattarsi di letteratura pornografica sepolta nel cassetto della scrivania, o di qualche abitudine in cui indulgo nell'intimità della mia casa. Voi non lo verrete mai a sapere, ma io lo so bene.

Il peccato segreto nascosto a me e conosciuto dagli altri. Chi mi sta intorno lo vede, ma io non ne sono consapevole. Qualcuno può dirmi: "Mumford, sei un tipo orgoglioso." Al che mi risento: "Cosa? Orgoglioso io? Non sai cosa stai dicendo!" Una cosa è certa: se sei davvero orgoglioso, sarai l’ultimo a saperlo e a riconoscerlo.

Ø Oppure possono accusarti di essere testardo: "Testardo io? No davvero! IO NON SONO TESTARDO!" É un peccato che tutti vedono all'infuori di ME. Non ci riesco, e mi resta difficile credere di esserlo davvero.

Il peccato segreto può quindi assumere una qualsiasi di queste tre forme: nascosto a me e agli altri, ma noto a Dio; nascosto agli altri ma conosciuto da me; nascosto a me e conosciuto dagli altri.

3. Il peccato di presunzione (orgoglio) – è il terzo nel sentiero in discesa. La parola ebraica usata qui significa alla lettera "ribollire". Una cosa certa sul peccato è che se ci scherzi su e continui a intrattenerti con esso, in te accadrà qualcosa:

- il peccato comincerà a ribollirti dentro, e prima che te ne renda conto traboccherà. Se indulgerai con la letteratura pornografica nascosta nel cassetto, essa ti farà erompere nell'azione.

- Quel peccato una volta nascosto agli altri ora è allo scoperto e non ti preoccupi più se gli altri lo vedono o lo sanno. La bottiglia di Vodka nascosta, un giorno asserirà i suoi diritti e ti ritroverai a dire: "Voglio bere, e non m'importa cosa avrà da dire la gente, la Chiesa o chiunque altro!" Ecco cos'è il peccato di presunzione.

4. Il peccato di dominio ( potere) - segue a ruota quello di presunzione. Ciò si verifica quando diventiamo schiavi di qualcosa: quando siamo catturati da un peccato che ci tiene nei suoi artigli. Può trattarsi di un peccato sessuale, emotivo, finanziario o in qualunque altro campo fisico.

- Le abitudini hanno un loro modo di formare una catena e di legare. Un'abitudine che ricade nella categoria è il fumo. Una persona potrà dire: "Sono in grado di liberarmi delle sigarette. L' ho già fatto diciassette volte!" E questo mentre sta andando verso il diciottesimo round!

- Ma può mai, un cristiano, essere schiavo di qualcosa? É meglio che ci crediate!

- La schiavitù può essere sia fisica sia diabolica, e richiedere una liberazione.

- David sapeva che il peccato ha un carattere progressivo e che se avesse continuato a vivere nell'ignoranza, si sarebbe sviluppato in peccato segreto, nel caso non fosse stato eliminato mediante l'illuminazione.

- Poi quel peccato segreto avrebbe raggiunto il punto di ebollizione e si sarebbe sviluppato in peccato di presunzione. E alla fine, ecco arrivare sulla scena il dominio!

Ø Notate cosa dice David in chiusura al versetto 15: "... e sarò innocente dal grande peccato."

Ø Qui va fatta una differenza tra i primi quattro peccati e il quinto.

Ø Tutti i peccati hanno a che fare con la ribellione: sono i suoi primi cugini. La ribellione tuttavia è un tipo di peccato speciale nella sua categoria.

Ø Potete esser liberi dall'errore, dal peccato segreto, dalla presunzione e dal dominio, e tuttavia avere la ribellione nello spirito.

Ø In realtà alcune delle persone più ribelli esibiscono un'immagine esteriore che è esattamente l'opposto di qualsiasi immaginazione umana della ribellione. Per questo è necessario INVESTIGARE PROFONDAMENTE questa faccenda.

5. Il grande peccato – A questo punto il sentiero in discesa ha raggiunto la mèta, il punto da cui è più difficile tornare indietro.

Ø Nei primi quattro casi esposti sopra, il peccato è una questione di condotta. Sono peccati resi evidenti dal comportamento, e tutti contengono un elemento di ribellione. Questi peccati, se confessati, possono essere perdonati.

Ø Ma il quinto peccato è un atteggiamento, quindi è più difficile da correggere della condotta.

Ø Quando infatti entrate nel regno della ribellione, ciò rappresenta una condizione diversa e porta verso una situazione in cui potete diventare irredimibili!

Ø Quando la ribellione ha operato il suo ciclo completo, non c'è più niente che Dio possa fare oltre all'esecuzione del giudizio.

Lo spirito di ribellione è il grande peccato: quando la ribellione ha completato la sua opera e siete diventato un ribelle adulto, ... pieno di determinazione e volitivo ... incorreggibile ... immutabile, è proprio questo il grande peccato. Proprio lo spirito di ribellione!

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:00
2 Capitolo Secondo IL GRANDE PECCATO

COME SAPERE

SE OSPITO IN ME UNO SPIRITO DI RIBELLIONE?

Come sapere se sono un ribelle? Per lealtà e giustizia, è bene esporre dei metodi che ci aiutino a determinare se siamo dei ribelli o meno.

Ø Alcuni di noi sono entrati nella chiesa combattendo. Magari siamo cresciuti in un ambiente che ha fatto sviluppare in noi un atteggiamento ribelle; o forse, negli anni di formazione, abbiamo imparato a combattere per farci strada nella vita, convinti che quello fosse il solo modo di cavarsela nel mondo.

- Quando poi abbiamo incontrato Gesù, abbiamo preso quegli atteggiamenti e li abbiamo santificati – giustificandoli con dei versetti della Bibbia – per continuare a procedere a tutto vapore dicendo:

- "Toglietevi di mezzo voi! Io vado a servire Gesù! Non mi importa ciò che fate voi, io vado avanti comunque!" Parlo per esperienza, e proprio qui sta la prova che:

"Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore" (Mt 15,18). Riuscite a cogliere la differenza tra condotta e atteggiamento?

La "ribellione nella Bibbia

L’esame della parola "ribellione" nella Bibbia può risultare in un'esperienza davvero illuminante ed esplosiva per la mente.

Ø Degli avvertimenti contro tale atteggiamento e dei risultati di chi continua in quella direzione è cosparsa tutta la storia del popolo di Israele.

Ø Ecco due casi particolari che ci aiuteranno a capire questa condizione e l'immenso dolore che provoca al cuore di Dio:

1. Isaia 1,2: "Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di Me... L'asino conosce la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il Mio popolo non comprende."

2. Zaccaria 7,11: "Ma essi hanno rifiutato di ascoltarMi, Mi hanno voltato le spalle..." Riuscite ad immaginare questa situazione?

Ø Chi ha dei bambini conosce molto bene questo tipo di reazione. Cercate di parlare a uno di loro: "Tesoro, ho qualcosa da dirti..." e quello si allontana da voi adirato. Si tratta di un atteggiamento!

Ø L’atteggiamento è qualcosa di più profondo della condotta: scende fin nelle fibre del vostro essere. La traduzione letterale della risposta del popolo di Israele ai tentativi di Dio di parlargli suona così: "Non verremo più da Te. Siamo noi i signori!

Sono proprio un ribelle? L’esempio di Saul

Come base della nostra ricerca per rispondere alla domanda: "Sono un ribelle?" useremo una scena drammatica che coinvolge il profeta Samuele e il Re Saul, che troviamo in 1 Samuele 15, 17-31:

17. "Samuele cominciò: 'Quando eri piccolo ai tuoi stessi occhi (è un atteggiamento), non sei stato fatto capo delle tribù di Israele, e il Signore non ti ha consacrato Re di Israele?

18. Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e ti aveva detto: (Ora si tratta di un comandamento, e i comandamenti del Signore sono sempre chiari): 'Va', distruggi completamente ( vota allo sterminio) quei peccatori degli Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti.

19. Perché dunque non hai obbedito alla voce del Signore, ma ti sei precipitato sulle spoglie e hai fatto il male agli occhi del Signore? (Abbiamo qui l'atto di disobbedienza di Saul).

20. E Saul disse a Samuele: "Ma io ho obbedito alla parola del Signore (tenete bene in mente questa risposta), e ho camminato per la via sulla quale Egli mi ha inviato e ho fatto prigioniero Agag, re di Amalek, e ho sterminato gli Amaleciti.

21. Ma il popolo (questa è la seconda risposta da ricordare) ha preso il bottino, le pecore e gli armenti, le primizie di ciò che avrebbe dovuto essere completamente distrutto, per sacrificarle al Signore tuo Dio a Galgala.

22. Samuele esclamò: 'Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è più del grasso degli arieti."

Espedienti umani per disobbedire - É tanto più facile anche oggi, come lo fu per Saul nella sua situazione, portare "olocausti e sacrifici" anziché obbedire al chiaro comando del Signore.

Ø Frequentare la Chiesa, presiedere i vespri, aiutare nell'acquisto di un nuovo organo, provvedere ai libri dei canti: tutto questo richiede assai minor sacrificio di quanto in realtà non lo richieda l'obbedienza diretta ad un chiaro comando del Signore.

Ø Questo in particolare quando il comando richiede la rinuncia a qualcosa che ci è caro, anche quando sappiamo che quella cosa è espressa violazione della Sua volontà.

Ø Un giorno Dio decise di mettermi alle strette. Mi pareva di avere davanti il Mar Rosso, le montagne ai due lati e il Faraone che si avvicinava minaccioso alle calcagna. Piangevo e gridavo, e il Signore mi disse: "Bob..." "Sì, Signore?", mi lamentai. "Quando hai finito di piangere e di gridare, che ne diresti di obbedire?"

Mi aveva colto in flagrante!

23. "Perché peccato di stregoneria è la ribellione, e iniquità e idolatria la testardaggine. Perché hai rigettato la parola del Signore, Egli ti ha rigettato come re." (è il giudizio!).

La ribellione è un atteggiamento! Perché Dio non Si è limitato a perdonare Saul?

Ø Riuscite a vedere come in questo caso la disobbedienza di Saul rivelava il suo atteggiamento ribelle?

Ø Dio ci dà un comando e noi disobbediamo; se riconosciamo la disobbedienza e chiediamo a Dio di perdonarci, Egli lo fa, perché ancora NON c'è in noi un atteggiamento ribelle.

Ø Ma il persistere della disobbedienza porta all'atteggiamento di ribellione, ed è questo il punto in cui diventa necessario fermarsi, guardare e ascoltare.

Ø Una delle cose che ho imparato su Dio è che dopo una prima disobbedienza, la seconda volta che Egli dà un comando la Sua voce si fa più debole. Posso pensare che il Signore mi abbia perdonato, tuttavia la volta successiva può giungermi solo un comando sussurrato.

Ø Ho scoperto che quando la voce i Dio si fa più tenue nel dare comandi, significa che se ne sta andando e non che noi ce la siamo cavata! Dio ha un Suo modo di portarci riconoscere e di rivelarci gli atteggiamenti sbagliati!

Ulteriori sviluppi della Ribellione – Forse possono non piacervi le parole:

Ribellione... è Stregoneria...è Demonizzazione.

Ø Oggi nel mondo c'è un risveglio della stregoneria e paesi pagani hanno già avuto i loro revival di questo tipo.

Ø Qual è il male che sta alla radice di tutto ciò? Perché mai la gente si rivolge all'astrologia e all'occulto in quantità così schiacciante? Perché le università offrono corsi accreditati sull'argomento?

Ø La verità è questa: non appena veniamo a trovarci in un atteggiamento di ribellione, apriamo l'intera natura interiore del nostro essere ad ogni specie di attività demoniaca. Questo vale per i nostri figli e per l'intera società contemporanea.

La ribellione non è forse stata la nota-chiave della nostra società, su sempre maggior scala?

Ø Fu questo che accadde nella vita di Saul? Quest'uomo chiamato da Dio, unto. al quale furono presentate tutte le opportunità di servire il suo popolo in quei tempi, cosa fece sviluppare in se stesso col suo atteggiamento disobbediente e ribelle?

Ø Il risultato finale fu la demonizzazione e poi, alla fine, il suicidio!

Anche ai nostri giorni c'è un notevole risveglio del suicidio. La maggior parte delle persone che intraprendono questa via preferisce rinunciare alla vita piuttosto che obbedire. Tanto è forte lo spirito di ribellione!

24. "Saul disse allora a Samuele: "Ho peccato per aver trasgredito al comando del Signore (Saul sapeva benissimo di aver disobbedito) e ai Suoi ordini; perché ho temuto il popolo e ho ascoltato la sua voce.

25. Ma ora, ti prego, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché io possa adorare il Signore.

26. Ma Samuele rispose a Saul: "Non posso ritornare con te, perché tu hai rigettato la Parola del Signore e il Signore ha rigettato te, perché tu non sia più re di Israele. (Notate che l'anima di Saul non era perduta per l'eternità. Qui si tratta di un giudizio: essere respinto dal posto di responsabilità al quale era stato chiamato).

27. Samuele si voltò per andarsene, ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che gli strappò.

28. Samuele gli disse: "Oggi il Signore ha strappato da te il regno di Israele e l' ha dato a un altro migliore di te.

29. Inoltre, la Forza di Israele non mentisce né può pentirSi (ricrederSi), perché Egli non è uomo per pentirSi.

30. Saul chiese: "Ho peccato, sì; ma onorami, ti prego, davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me perché io possa adorare il Signore tuo Dio".

Quanto mi interessa l’opinione degli altri? Abbiamo qui un modo per giudicare se siamo dei ribelli o no:

Ø Di cosa si preoccupava Saul? Nientemeno che dell'opinione pubblica!

Voleva andare in Chiesa ancora una volta, perché la gente non venisse a sapere della sua situazione. Samuele acconsentì, ma avrebbe potuto aggiungere: "Questo non cambierà proprio niente!"

31. "Samuele ritornò con Saul, e questi adorò il Signore."

 

STA A VOI DECIDERE

Dopo aver letto la storia di Saul potete chiedervi:

Ø "Come posso capire se la mia disobbedienza appartiene a uno dei quattro primi peccati: errori (inavvertenze), peccati segreti (peccati che non vedo), presunzione (orgoglio), dominio (potere); oppure se non si tratta dell'atteggiamento di ribellione? Proprio questo è necessario scoprire.

Ø La nostra epoca è caratterizzata dall'uso di acronimi (abbreviazioni formate dalle prime lettere di nomi e titoli per risparmiare tempo): IBM, ENEL, ATAF e altri.

Ø Permettetemi di darvi un'altra sigla da aggiungere al vostro elenco: S.R.P., che sta per: Spazzatura Religiosa trasformata in Parole).

Ø Queste lettere hanno un ruolo quando dovete determinare se siete un ribelle o no. Se gettate intorno a voi S.R.P., allora è meglio che provvediate a compilare una lista di controllo e che vi diate da fare!

I quattro atteggiamenti possibili - Quando vi trovate davanti ad una vostra disobbedienza e Dio mette la "pietra dell'offesa" proprio sul vostro sentiero, avete la possibilità di scegliere tra quattro atteggiamenti, proprio come Saul. Consideriamoli più da vicino, per trovare delle risposte alla domanda: "Sono un ribelle?"

1. Non ammettere la disobbedienza - Cosa rispose Saul quando Samuele gli fece la domanda al versetto 19: "Perché non hai ascoltato la voce del Signore? Cominciò subito a emettere un po' di S.R.P.... : "Ma io ho obbedito."

Ø Qualcuno può venire a dirmi: "Fratello Bob, non capisco perché sono tanto malato. La mia casa è immersa nel caos... il matrimonio va a rotoli... tutto è in uno stato di immensa confusione." "Hai obbedito al Signore?" gli chiedo. "Oh, sì! Osservo i comandamenti da quando ero ragazzo!"

"Mai fatto niente di sbagliato?"

"Mai. Oh no, non io!" Vi suona familiare questo tipo di risposta?

2. Attribuire la colpa agli altri - La seconda risposta è quasi identica: altra S.R.P. Solo che questa volta Saul tenta un altro meccanismo di evasione: "É stato il popolo!" Invece di ammettere: "Io non ho obbedito," egli continua ad evadere ed incolpa qualcun altro.

Ø Mi chiedo cosa avrebbe fatto Dio se Saul fosse stato abbastanza uomo da ammettere: "Sai, ho disobbedito e in me c'è uno spirito ribelle. Un tempo ero umile, ma ora non lo sono più. Samuele, ho bisogno di aiuto!"

3. "Non sono in grado di farlo" – La terza scelta è quella che conduce al punto di non ritorno. La prima cerca di aggirare l'ostacolo, la seconda incolpa qualcun altro, ma qui la persona dice: "Non sono in grado di affrontare tutto ciò."

Ø Non è tragico che a volte preferiamo tornare indietro, piuttosto che ammettere di aver sbagliato? Ed insistiamo: "Il Signore è stato troppo duro con me. Non posso continuare ad essere Suo discepolo, è troppo difficile."

Ø La vostra ribellione rimane intatta, niente può toccarvi. Non avete intenzione di cambiar modo di vivere e Dio non può spezzare quel nucleo di ribellione che sta al centro del vostro essere e che sta dandovi fastidi tanto seri.

Ricordate: il peccato è quello che fate, ma

la ribellione è il risultato di quello che siete.

4. Riconoscere la ribellione e voler cambiare - Abbiamo infine la quarta scelta: quella di essere spezzati e di dire: "Mio Dio, stai guardando un ribelle. Signore, ho bisogno di aiuto e voglio che Tu spezzi questa cosa dentro di me, questa cosa che esalta se stessa contro la Tua volontà."

Quando raggiungerete questo atteggiamento, Dio dirà: "Va bene, ti aiuterò Io!"

Il Re David si pente della sua ribellione

Per avere un esempio classico della quarta scelta, prendiamo un incidente tratto dalla vita di Re David, l'uomo scelto per sostituire il Re Saul dopo che questi era stato rigettato da Dio.

Ø Volete sapere cosa penso di David? Che egli fosse ribelle proprio quanto Saul. Ma quale differenza quando si trovò davanti alla "pietra dell'offesa" che Dio gli mise dinanzi!

Ø David aveva uno spirito forte. Aveva ciò che la gioventù moderna chiamerebbe "sangue vero nelle vene!" Quando voleva qualcosa, la otteneva!

Ø David voleva Betsabea – Ricordate quando salì sul terrazzo e guardando giù vide la bella Betsabea? La sua reazione immediata fu: "Penso che mi piacerebbe averla per me. Cercate di sapere chi è e portatemela." Era re e otteneva quasi tutto quello che voleva.

Ø Ma Dio non permise che se la cavasse per il peccato di aver preso la moglie di un altro uomo e di averle fatto uccidere il marito. E come Samuele mise Saul di fronte alla sua disobbedienza, Dio usò un altro profeta per mettere di fronte a David l'enormità del suo peccato.

Il confronto col peccato - Ascoltate Nathan che racconta a David la parabola dell'uomo ricco che aveva tante pecore e armenti e che prese l'unico agnellino dell'uomo povero (2 Samuele, 12).

Ø L'ira di David fece scintille davanti a quell'ingiustizia ed egli gridò; "Chi è quell'uomo? Gli farò tagliare la testa!"

Ø Da qui si rivela qualcosa dello spirito di David. E quando Dio gli fece rivelare la verità: "Sei tu quell'uomo. Poiché hai disprezzato il comando del Signore di non fare il male davanti a Lui..." Che fece poi, David?

Il grande Re David fece la quarta scelta. Niente S.R.P. qui. Scelse di essere spezzato e disse: "Dio, hai ragione, sono io quell'uomo!" Avrebbe potuto offrire a Dio cinquecento tori per il peccato commesso, ma il nucleo della ribellione sarebbe rimasto intatto.

E noi, insisteremo con le scappatoie?

Cosa facciamo davanti a un peccato? É mai possibile che, trovandoci davanti ad esso, cerchiamo di soddisfare noi stessi dicendo: "Il Sangue di Gesù ci ha purificati da ogni peccato,"

Ø mentre non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare a quel peccato particolare?

Ø Possiamo anche dire: "Voglio solo essere perdonato, ma non voglio cambiare."

Ø Qui non si tratta solo di chiedere perdono di un atto peccaminoso, bensì di spezzare quell'abitudine.

Ø La vita cristiana non è una serie interminabile di perdoni, ma una serie di cambiamenti.

Ø Non è alla sola disobbedienza che si deve provvedere: è una questione di atteggiamento, che è più profondo del peccato.

Una traduzione del Salmo 51,19 che ci fa capire qualcosa di quanto qui è coinvolto, dice: "Uno spirito contrito è sacrificio a Dio." E cioè:

"Il sacrificio, per Dio, è un'anima in cui il male sia stato stritolato."

Ø Ma è il male ad essere stritolato, non l'anima o lo spirito.

Ø Ho visto persone sotto il "trattamento correttivo" di Dio che avevano l'aspetto della più completa sconfitta. Erano come ripiegate su se stesse e svuotate, completamente prive di qualsiasi gioia e vitalità.

Ø Alla domanda: "Come te la cavi?" potevano rispondere: "Aspetto solo di andare in cielo... la vita si accanisce troppo contro di me... presto il Signore mi toglierà da tutto questo."

Ø Vi rendete conto che anche questa è una forma di S.R.P.? Cercare di dare l'impressione di essere maturi può talvolta costituire uno schermo fumogeno per la verità alla quale Dio sta lavorando, nel tentativo di spezzare in noi il nucleo di uno spirito ribelle.

Dio vuole uno spirito spezzato …

Torniamo per un attimo all'illustrazione iniziale e riconsideriamo il cane poliziotto nel suo allenamento.

Ø Mentre osservavo l'addestramento, una cosa mi colpì profondamente: Ciò che non doveva succedere era che lo spirito del cane non poteva essere spezzato.

Ø Se il cane se ne fosse uscito con la coda fra le gambe e le orecchie ciondoloni quando l'istruttore gli diceva: "Vai a prendere il portafogli!" che razza di testimonianza sarebbe stata per il prodotto finale: un cane obbediente e ben addestrato? Dio non vuole questo neppure da noi.

Ø Uno spirito spezzato non è certo quello che dice: "Oh, Signore, non farlo di nuovo!" Non deve riflettere l'immagine di una vita piena di autocommiserazione, o che si diletti in lamenti e proteste. L'atteggiamento del "povero me" non è che S.R.P.

Ø Deve esserci invece un atteggiamento che manifesti la gioia, la lode e la fiducia nelle opere di Dio.

… e la nostra obbedienza

Quando il Signore dice: "Seduto!", o "Corri!", o "Fermo!", ho imparato che devo fare quello che mi chiede! Orecchie ritte! La vita è meravigliosa! Sia gloria a Dio! Ho anche imparato, quando Lui mi dice: "Girati a pancia in su!" a non ringhiare ma a fare quanto mi ha chiesto. Non potete picchiare un cane in quella posizione!

Ø Altre due lezioni che ho imparato sono:

1. Più obbedisco e più la mia gioia è completa;

2. Ogni volta che me ne vado per i fatti miei, poi mi trovo nei guai.

Dobbiamo ricordare, in questo nostro apprendere, che Dio continuerà ad amarci in maniera stabile, ma che ci correggerà a giudicherà a seconda del bisogno.

Ø Può essere necessario che Egli ci tolga un dono di servizio per darlo ad un altro, proprio come fece nel caso di Saul e David. La volontà e l'opera di Dio andranno avanti anche se a volte i Suoi servi devono essere "messi al pascolo" a causa della loro disobbedienza o ribellione.

Ø David, dopo esser stato "spezzato", è stato un uomo diverso, e il Salmo lo attesta. Ascoltatelo mentre dice:

"Signore, canterò la misericordia e il giudizio: a Te canterò ... Servite il Signore con gioia; venite con canti alla Sua presenza... Certo felicità e misericordia mi accompagneranno tutti i giorni della mia vita, ed abiterò per sempre nella casa del Signore!"

É questo il risultato in vista del quale il Signore continua ad operare su di noi. Egli desidera avere un popolo che possa dire, da un cuore traboccante d'amore e di gratitudine:

è "Gioisco nel fare la Tua volontà, o Dio."

Abbiamo visto che è possibile sapere che siamo dei ribelli, oppure se siamo "innocenti dal grande peccato."

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:01
Capitolo Terso ANTIDOTO ALLA RIBELLIONE

Capitolo Terso

ANTIDOTO ALLA RIBELLIONE

 

Essere sottomessi alle autorità?

Se oggi venisse aperta una gara per l'elezione dell'UOMO CON MINORI PROBABILITA' DI SUCCESSO – quale proponente dell'etica corrente – il mio candidato sarebbe senz’altro l'Apostolo Paolo. Vi sorprende?

Ø Su un punto tuttavia (ma ve ne sono anche altri), credo che porterebbe il peso della maggioranza che lo definisce estremamente impopolare, se non addirittura quasi totalmente inaccettabile. Qual'è quel punto singolo?

Ø "Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite!"(Rm 13, 1a).

Ø Cosa producono in voi queste parole? Vi si rizzano i capelli quando pensate di dover essere soggetti a chiunque, e tanto meno a dei poteri in ciascuna delle tre arene principali della vita: spirituale, civile e la propria casa.

La ribellione è probabilmente l'elemento in più rapida crescita nella società contemporanea.

Pervade ogni campo dell'esistenza: età, sesso, carattere e situazioni; pare non vi siano barriere per fermare la sua corsa.

Ø Ma cosa rivela tutto ciò all'occhio sensibile e all'orecchio che ascolta? La natura peccaminosa dell'uomo potrà mai scagliarlo verso l'autodistruzione? E che posto trova Dio in questa scena?

Ø Non abbiate mai timore... Dio è presente... Si trova giusto al centro del palcoscenico!

Ø In realtà Dio aveva l'antidoto alla ribellione sin da prima che l'uomo si ribellasse. Il Suo impegno eterno è sempre stato quello di portare l'uomo a riconoscere e ad accettare il rimedio divino.

ASCOLTATE DIO!

Il Vecchio Testamento ci parla del desiderio e dell'impegno di Dio per entrare in una relazione di alleanza col Suo popolo, e Lo vediamo all'opera con la razza ebraica.

Ø Secoli di trattative hanno dato prova, senza dubbio alcuno, dell'incapacità dell'uomo di mantenere la sua parte dell'alleanza.

Ø Dio sapeva già quali sarebbero stati i risultati, ma era necessario che rivelasse l'inevitabile a tutti i popoli, facendoli così venire a Sé per ricevere i Suoi rimedi.

Ascoltate Dio che parla tramite il profeta Geremia al popolo dei suoi giorni (Ger 31, 31-34).

31. "Ecco, verranno i giorni, dice il Signore, nei quali Io concluderò una nuova alleanza con la casa di Israele e con la casa di Giuda.

32. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri quando li ho presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto; un'alleanza che essi hanno violato, benché Io fossi uno sposo per loro, dice il Signore:

33. Questa sarà l'alleanza che Io concluderò con la casa di Israele: dopo quei giorni, dice il Signore, metterò la Mia legge nel loro intimo, e la scriverò nel loro cuore; allora Io sarò il loro Dio ed essi saranno il Mio popolo.

34. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Conosci il Signore; perché tutti Mi riconosceranno dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché Io perdonerò la loro iniquità (illegalità), e non Mi ricorderò più dei loro peccati."

Nel Nuovo Testamento (Ebrei 8, 7-13) Dio presenta ancora la necessità di una Nuova Alleanza ed accentua i motivi di questa sostituzione divina.

Ø Le strategie di Dio sono sempre al passo con le risposte dell'uomo.

7. Se la prima alleanza fosse stata perfetta (senza difetti), non sarebbe stato necessario sostituirla con un'altra.

8. Ma Dio, rimproverando il Suo popolo, disse: 'Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, quando Io farò un'alleanza nuova con la casa di Israele e la casa di Giuda.

9. Non come l'alleanza che feci con i loro padri quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto; poiché essi non sono stati fedeli alla Mia alleanza ed Io li ho respinti (disapprovati) e non Mi sono più preso cura di loro, dice il Signore.

10. E questa è l'alleanza che Io farò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Metterò le Mie leggi nella loro mente e le scriverò nel loro cuore; Io sarò il loro Dio ed essi saranno il Mio popolo.

11. E ciascuno non dovrà più istruire il suo vicino dicendo: Conosci il Signore; perché tutti Mi conosceranno, dal più piccolo al più grande.

12. Perché Io avrò misericordia dei loro errori e non Mi ricorderò più le loro iniquità.

13. Nel dire però una alleanza nuova, Dio ha reso vecchia la prima. Ora ciò che diventa antico e invecchia è prossimo a sparire."

Il cuore infranto di Dio - In Isaia 5, 1-7 Dio ci mostra la Sua esasperazione.

Ø Qui vediamo Dio che, in maniera semplice ed impetuosa, presenta la Sua parte della storia. Ci dice di aver impiegato ogni energia per portare a Sé un popolo attraverso una relazione d'amore.

Ø Riuscite a individuare un cuore infranto nel versetto 4?: "Non so cos'altro fare. Ho fatto tutto quello che pensavo di poter fare."

1. "Ora canterò al Mio diletto il canto del Mio

 diletto che tocca la sua vigna. Il Mio diletto possiede una vigna sopra un fertile colle:

2. Egli l'aveva recintata e sgombrata dai sassi, e vi aveva piantato viti selezionate (cosa dice Giovanni 15 riguardo alla Vite?) e vi

 aveva costruito in mezzo una torre e in essa vi aveva fatto un tino; e aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica.

3. Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, giudicate vi prego, tra Me e la Mia vigna.

4. Cosa potevo fare di più alla Mia vigna che Io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?

5. Ora voglio dirvi cosa farò alla Mia vigna: toglierò la sua siepe ed essa sarà trasformata in pascolo; demolirò il suo muro di cinta ed essa verrà calpestata:

6. La renderò un deserto, non sarà né potata né vangata ma vi cresceranno pruni e rovi: alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.

7. Perché la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele, gli abitanti di Giuda la Sua piantagione preferita: Egli cercava il giudizio, ed ecco l'oppressione; cercava rettitudine, ed ecco un grido."

GRAPPOLI O FOGLIE?

Dalla "religione" all’obbedienza a Dio – Che cosa non andava nel popolo del Vecchio Testamento? Tanta religione ma nessuna obbedienza!

Ø Avevano dentro di sé quel nucleo di ribellione che, se non viene spezzato, porta al grande peccato e quindi alla fine ad essere respinti, quanto all'utilità effettiva nel Regno.

Ø Dice Dio ad Israele: "Cerco frutti, e tutto quello che riesco ad ottenere sono grappoli selvatici."

Anche Gesù ha avuto qualcosa da dire a questo riguardo. Vediamo Luca 20, 9-18:

09. Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: Un uomo piantò una vigna, l'affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto tempo.

10. A suo tempo mandò un servo tra quei coltivatori perché gli dessero una parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo percossero e lo rimandarono a mani vuote.

11. Mandò un altro servo, ma essi percossero anche questo, lo insultarono e lo rimandarono a mani vuote.

12. Ne mandò ancora un terzo, ma questi lo ferirono e lo cacciarono.

13. Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio figlio prediletto; forse di lui avranno rispetto quando lo vedranno.

14. Ma quando i coltivatori lo videro, discutevano tra loro dicendo: Costui è l'erede. Uccidiamolo e così l'eredità sarà nostra.

15. Lo cacciarono quindi fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna?

16. Verrà a distruggere quei coltivatori, e affiderà ad altri la vigna. Ma essi, udito ciò, esclamarono: "Non sia mai!" (Sapevano bene cosa Gesù stava predicendo).

17. Allora Egli si rivolse verso di loro e disse: Che cos'è dunque ciò che è scritto: La pietra rigettata dai costruttori è diventata testata d'angolo?

18. Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà, e a chi cadrà addosso, lo ridurrà in polvere.

Il problema dell’autocompiacimento

Differenze tra Vecchia e Nuova Alleanza - Posso introdurvi a una di queste differenze?

Ø Il problema che Dio stava cercando di risolvere in questo brano era quello della compiacenza e della sensazione di "essere arrivati" che si era adagiato sugli Ebrei.

Ø Essi asserivano con orgoglio: "Siamo noi il popolo! Dio non potrebbe mai respingerci!"

Ø I profeti li avevano avvertiti che Dio li avrebbe giudicati per questo loro atteggiamento. Essi proclamavano che Dio avrebbe fatto un'alleanza nuova, la quale non avrebbe incluso in sé lo stesso problema.

Anche Gesù li aveva avvertiti. Matteo 21,43 ci dice: "Perciò io vi dico, vi sarà tolto il regno e sarà dato ad un popolo che lo farà fruttificare."

Ø Ed è proprio ciò che Dio ha fatto: ha tolto loro il regno e lo ha dato alla Chiesa primitiva.

Ø Poi, mentre il popolo della Nuova Alleanza camminava attraverso i secoli, ogni volta che si alzava il grido: "Siamo noi il popolo!" la risposta di Dio è sempre stata la stessa: "Nessuno, mai più, potrà dire: "Siamo noi il popolo!"

Dio sta ancora cercando grappoli

Chiesa Romana, Crociate, Movimento Protestante, i seguaci di Wesley, i Pentecostali... non ci vuole molto perché un qualsiasi gruppo ricada in questa condizione.

Ø Liturgie... grandi cattedrali con grandi finestroni dipinti... 700 missionari sul campo... un impegno economico maggiore dello scorso anno:

Ø riuscite a cogliere il sottofondo di: "Siamo noi il popolo!"? Ma nessuno potrà affermarlo impunemente! Dio entra nei nostri "imperi" e dice: "Se non ci sono grappoli, porterò via ciò che li produce (l'unzione) e troverò qualcuno che desideri far crescere anche i frutti, non solo le foglie."

Un’opera di Dio può affondare? – Un saggio maestro una volta mi dette un consiglio riguardo ad un particolare movimento: "É un'opera meravigliosa, ma sta cominciando ad affondare.

Ø Se questo affonda, tu non affondare con lui. Lascialo e sali su qualcosa che stia ancora navigando!"

Ø É facile arrivare ad impegnarsi talmente con la 'cosa', che quando questa affonda, andate giù con lei.

Ø Ma quando comincerà a suonare il pulsante della morte, che proclama il tempo del ritorno del Padrone della Vigna, prendete la cosa che fa produrre i grappoli e portatela a qualcun altro.

Ø Nessuno potrà fermare questo procedimento: è qualcosa che accade ai gruppi, alle denominazioni e agli individui. Voglio comunicarvi un segreto spirituale:

Ø non lasciatevi impressionare dalle foglie. Guardate attraverso di esse e chiedete: "Dove sono i grappoli?"

Un altro segreto? La chiave di tutto è l'obbedienza... "Fare la volontà del Padre Mio!"

LA FALCE CHE POTA

Abbiamo visto il rischio del presumere: "Noi siamo il popolo!" ed anche la ribellione e la mancanza di frutto inerenti a tale atteggiamento.

Ø Permettetemi ora dimostrarvi un'altra verità esplosiva che ci è stata svelata da Gesù nei rilievi che fece agli scribi e ai farisei in Matteo 23,28 - 24,2.

Ecco qui la lama della falce potatrice:

28. Anche voi, esternamente apparite giusti davanti agli uomini (rosari per pregare, copricapo - difensori dell'onore di Dio!) ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità (simulazione e illegalità).

29. Voi maledetti, scribi e farisei ipocriti! Perché innalzate le tombe ai profeti e decorate i sepolcri dei giusti (statue a grandi cristiani... chiesa nuova in onore di qualche santo... chiamiamo la nostra chiesa Cattolica, o Presbiteriana!);

30. E dite: se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri non avremmo avuto parte con loro nel versare il sangue dei profeti (se fossimo vissuti al tempo di Savonarola, saremmo stati tra coloro che firmarono il certificato di morte? Nei giorni di Azuza Street, saremmo stati tra quelli che tiravano pomodori?).

31. Così testimoniate contro voi stessi di essere figli di coloro che uccisero i profeti.

32. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

33. Serpenti, voi generazione di vipere, come potete sfuggire alla dannazione dell'inferno?

34. Perciò ecco, Io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni li ucciderete e crocifiggerete, altri li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;

35. perché ricada su di voi tutto il sangue innocente sparso sulla terra, dal sangue di Abele il giusto fino al sangue di Zaccaria, figlio di Berachia, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.

36. In verità vi dico, tutte queste cose ricadranno su questa generazione.

37. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto? (Parole tristissime della Bibbia! Riuscite a scorgervi un atteggiamento? L'atteggiamento della religione cristallizzata, incorreggibile, che resiste ad ogni cambiamento; che non si piegherà né si spezzerà?).

38. Ecco, la vostra casa (il Tempio di Erode, quella possente costruzione nella quale riposava il Tabernacolo della Gloria, Shekinah of Glory) vi sarà lasciata desolata.

39. Perché Io vi dico che non Mi vedrete più finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"

E vediamo il seguito, in Matteo 24:

1. E Gesù uscì dal tempio (lasciò quella 'cosa': se ne uscì, e quello che rimase non fu altro che un club religioso): e i Suoi discepoli Gli Si avvicinarono per farGli osservare le costruzioni del tempio. (Maestro, stai facendo un errore a lasciare questa bella costruzione... con un organo da 100 milioni... ).

2. Gesù disse loro: "Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga abbattuta."

Perché Gesù abbandonò il Tempio? – Voglio che questi ultimi pensieri vi brucino in cuore.

Ø Quale fu motivo ultimo che provocò l'uscita di Gesù dal tempio?

Ø Non fu l'ipocrisia dei suoi tempi, non l'adulterio o le rapine alle banche, e neppure il gioco, MA il modo in sui essi trattavano i Suoi servi!

Ø La ribellione viene consumata e si rivela dal modo in cui trattiamo i servi di Dio.

Ø Dio manifesta la nostra ribellione mettendo qualcuno direttamente sopra di noi e mettendoci sotto autorità.

Il fatto di respingere l'autorità delegata risulta nella rimozione dell'unzione (la gloria), quella cosa che produce frutto, i grappoli.

Ø Cosa sta dicendo Dio alla Chiesa? É riassunto in una parola dinamica: SOTTOMISSIONE.

Ø Cosa ha detto Paolo in Romani 31,1 che ha fatto di lui, ancor oggi, un investigatore delle profondità del nostro spirito?: "Ciascuno sia sottomesso alle autorità superiori." Mettete in dubbio la sua popolarità?

Per tornare alla parabola narrata da Gesù in Luca 20, ricordate:

Ø "Un certo uomo mise a punto una vigna. E quando venne il tempo di raccogliere i grappoli, mandò laggiù un servo. Lo picchiarono e lo buttarono fuori dalla vigna dicendo: "Chi pensi di essere?" Egli mandò un altro servo, al quale fecero la stessa cosa. Infine il padrone della vigna disse: "Sapete che farò? Manderò mio figlio, e quando lo vedranno gli renderanno onore." Ma quando il figlio arrivò essi dissero: "Aha, ecco l'erede. Lo uccideremo e ci prenderemo l'intera eredità." Così lo cacciarono dalla vigna e lo uccisero."

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:03
2 Capitolo Terso ANTIDOTO ALLA RIBELLIONE

RICEVETE – ALTRIMENTI …!

I frutti della sottomissione - Può non andarci a genio il comando: "Sottomettiti!", ma la ribellione ultima che si trova in noi viene rivelata proprio dal modo in cui reagiamo davanti all'autorità delegata di Dio. E questo è ciò che io sono: un’autorità delegata, un servo incaricato con delle responsabilità.

Ø Ero un marinaio, mi divertivo tanto, quando Dio mi disse: "Bob, ti voglio." La mia risposta incredula fu: "Dici davvero?" Non solo io, ma molti dei miei amici hanno pensato che questo fosse il primo errore di Dio!

Ø Ma quando accettai la Sua chiamata al ministero, determinai che l'unico scopo della mia vita sarebbe stato quello di rimanere fermo, onesto, sincero e aperto davanti alla Sua presenza: un servo diligente e obbediente.

Voglio farvi partecipi di un'esperienza avuta all'inizio del ministero. Fui invitato a prender parte a un convegno in Perù. Il mio alloggio fu prenotato presso una famiglia peruviana. Come sapete, laggiù vi è una povertà indescrivibile.

Ø Quando entrai in quella casupola, vi trovai una tavola imbandita come all' Hotel Astoria, e una sola sedia. Su quella tavola era disposta ogni specie di cibo, e l'intera famiglia stava in piedi tutt'intorno. Io dissi: "Quando cominciamo a mangiare?"

Ø Il mio ospite rispose, in un inglese malfermo: "Fratello caro, noi non mangiamo. É qui con noi l'uomo di Dio!" Il tono riverente della voce mi fece desiderare di voltarmi per vedere se dietro di me ci fosse per caso Elia. E chiesi: "Cosa mangiate?"

Ø "Oh, noi non mangiamo mentre è qui l'uomo di Dio. Mangeremo tutto quello che resterà." Così con padre, madre e nove figli allineati lungo le pareti, mi sono seduto e ho cercato di mangiare. Rimasi ammutolito, e il cibo mi si impastò in bocca mentre dagli occhi le lacrime cadevano nel piatto.

Per tutto il tempo hanno ringraziato Dio, adorando il Signore e dicendoGli: "Grazie, Dio, Ti ringraziamo per come hai onorato la nostra casa mandandoci un uomo di Dio."

Ø Qualcosa in me cominciò a spezzarsi, e piansi: "Signore, quanto deve farTi piacere questa loro grande stima verso l'uomo di Dio!" Avvertivo lo stesso piacere di Gesù presente in quel raduno. Non si trattava di un’adorazione eroica, ma di qualcosa che essi avevano imparato.

Ø Davanti a loro stava un uomo di Dio che era venuto alla loro casa ed essi stavano ricevendo il Suo servo proprio come avrebbero ricevuto Lui!

"Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"

Se riuscite a cogliere in questa dichiarazione unica, fatta da Gesù, la stessa verità che si dischiuse davanti a me, tutta la vostra prospettiva spirituale può esserne rivoluzionata: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" (Mt 23,29).

Ø Ciò che vidi alterò parecchie relazioni nella mia vita. Gesù ci sta dicendo che Lui e i Suoi servi sono intrecciati insieme in maniera talmente inestricabile, da non poter essere separati.

Ø Finché non imparerò a dire: "Benedetto colui che viene a me nel nome del Signore" non potrò mai capire veramente ciò che il Signore sta facendo sulla terra.

Ø Devo imparare a sottomettermi a coloro che hanno autorità su di me.

Chi non crede all’autorità delegata di Dio – Nella nostra generazione molti dicono di non credere a chi ha ruoli di guida, all'autorità, ai pastori e a tutto il resto: "Siamo spirituali e non abbiamo altro capo che Gesù."

Ø Provate a cercare tra le foglie: nessun grappolo? É vero, possono accadere molte cose e può esserci eccitazione. Ma andate a Matteo 10,40 per vedere ciò che Dio ha ordinato: "Chi riceve voi, riceve Me e chi riceve Me riceve Colui che Mi ha mandato." Riuscite a percepire ciò che Dio ha in mente?

Ø Cristo si mette di un passo dietro all'uomo di Dio, ed il Padre Suo sta di un passo dietro a Lui. Quindi dice: "Ora starò a vedere come tratterai il Mio servo. Se lo tratterai bene, verrò a te, e Mio Padre sta proprio dietro di Me. Se lo respingerai: addio, ci vedremo un'altra volta."

Ø Il versetto 41 continua: "Chi riceve un profeta come profeta, riceverà la ricompensa di un profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà la ricompensa di un giusto." Cominciate a vedere il motivo per cui il Signore si mette di un passo dietro all'uomo di Dio?

Per illustrare il punto, userò una situazione familiare. Ho due figli di dieci e quattro anni. Uno sta cercando di aiutare il fratello a prepararsi per andare a letto. Il più grande dice: "Mettiti il pigiama."

Al che il piccolo risponde. "Non è necessario."

Altro tentativo: "Sì che lo è. Sono tuo fratello e farai meglio ad ascoltarmi."

Seconda ritorsione: "Non è mio dovere darti retta. Sto crescendo anch'io."

In mezzo al battibecco, arriva sulla scena il papà: "Che sta succedendo qui?" D'improvviso il figlio più piccolo diventa incredibilmente docile. "Farai bene ad obbedire a tuo fratello."

"Sissignore, lo farò... lo farò!" Ma appena lascio la stanza, eccoli daccapo... "Non devo obbedirti!" Al padre si, ma al fratello no!

Come un lampo la verità mi si fece strada nella mente: Saremmo ben felici di dire: "Voglio che Dio governi su di me!" Ci sentiamo al sicuro perché Dio Se ne sta ben lontano dalla scena dell'azione.

Ø Ma quando si arriva al punto di obbedire all'autorità delegata, l'uomo di Dio, il pastore... il poliziotto ... il marito... i genitori..., che storia diversa!

Ø Diciamo che Dio mi chiami ad un incarico particolare ed io decida di andare. Egli dice; "Quando arriverai laggiù, alcuni ti rifiuteranno e altri ti accoglieranno. Quelli che ti rifiuteranno, rifiutano Me."

Ø Vedete che se voi mi rifiutate, io con voi non posso svolgere il mio ministero? Se mi respingete non potrò aiutarvi? Alcuni mi accettano come maestro, altri invece hanno un'opinione ben diversa!

Ø Ma dite, è successa la stessa cosa anche a Gesù? É vero che quando hanno respinto Lui, hanno respinto anche il Suo ministero?

Ø Ed è stato così anche per Paolo? Da qualche parte qualcuno diceva: "É arrivato l'uomo di Dio!" Da un'altra parte lo hanno buttato con disprezzo fuori dalle Sinagoghe. Quelli che gli hanno voltato le spalle e che hanno chiuso le orecchie non sono mai entrati in quel nuovo giorno che stava sorgendo sul loro mondo.

Quando la gente ricevette Paolo, i loro occhi si aprirono.

Prendete un altro degli insegnamenti di Gesù, Luca 10,16:

"Chi ascolta voi, ascolta Me e chi disprezza voi disprezza Me; e chi disprezza Me disprezza Colui che Mi ha mandato."

Quando Dio chiama i Suoi servi ed essi accettano la chiamata, i due sono coinvolti insieme nel ministero. Se il servo viene respinto, fa parte del pacco! Essere respinti e fraintesi sono cose che possono capitare. Il servo sta lì come un punto interrogativo nella prova della ribellione.

Ø Dio può dirmi: "Ti mando a Timbuktu per mettere alla prova la loro ribellione. Se in loro la ribellione è spezzata, ti riceveranno. Altrimenti il loro atteggiamento chiuderà la porta ad un ministero efficace."

Ø Sapete perché Dio vi manda dei servi che vi accarezzano contropelo: uno che pensate non sappia predicare, alcuni che pare "non abbiano ancora capito tutto il discorso"?

Ø Può darsi che abbiate bisogno di dire: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore"? Può darsi che abbiate i denti serrati quando dite: "Ti amo, pastore... ti amo, anziano... Vi amerò anche se questo mi ucciderà!" Nel dire ciò state dicendo alla vostra ribellione: "Muori, mascalzona, muori!"

La morte della ribellione avviene lentamente, ma in essa imparate ad abbracciare quella persona e a dire, in tutta sincerità: "Benedetto colui... "

Ø Non appena sono stato in grado di assumere questo atteggiamento, il Signore ha cominciato a mandarmi uomini che capivano cosa Dio stesse facendo.

Non appena ho potuto onestamente dire: "Benedetti coloro che vengono a me nel nome del Signore... Signore, io ricevo quell'uomo," immediatamente dietro di lui c'è stato Gesù che diceva: "Figlio, ho qualcosa da dirti." Ed io ho potuto ascoltare!

LA FORMULA DIVINA

Per aiutarvi a capire meglio il principio che vi ho appena comunicato, prenderemo diversi brani della Scrittura. Questi presentano un concetto che rivelerà ulteriormente la natura spirituale dell'autorità di Cristo.

2 Corinzi 5,16: "Cosicché ormai non conosciamo più nessuno secondo la carne, e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non Lo conosciamo più così."

Ø Il Cristo della storia, nato da una vergine e con un corpo fisico proprio come il nostro, era il Gesù che camminava lungo le spiagge della Galilea.

Ø Oggi vi sono persone che adorano solo quel Gesù..., anche mentre esiste un Cristo risorto che ci ha donato Se Stesso.

Ø Gesù è venuto sulla terra per fare la volontà del Padre. In quella volontà rientrava la Croce del Calvario, la tomba e la risurrezione. In seguito poi il Figlio di Dio è asceso al cielo, per sedere alla destra del Padre.

Ma colui che è asceso, è anche disceso dando Se Stesso agli uomini mediante i Suoi doni... i frutti... l'autorità.

In Giovanni 6, 14-16 vediamo Gesù che prepara i Suoi discepoli proprio a questo tipo di sviluppo:

14. Egli (lo Spirito Santo) Mi glorificherà, perché prenderà del Mio e ve lo mostrerà.

15. Tutto quello che il Padre possiede è Mio: per questo dico che Egli prenderà del Mio e ve lo mostrerà.

16. Ancora un poco e non Mi vedrete; un poco ancora e Mi vedrete, perché Io vado al Padre."

Cosa sta dicendoci Gesù? La parafrasi di questi versetti ci aiuterà a capire cosa stava svelandoci:

Ø "Io, Gesù, sto andando dal Padre; e quando vi andrò lo Spirito Santo, nel Mio nome, prenderà le cose che Mi appartengono –

Ø cioè i doni dello Spirito, il frutto dello Spirito e l'autorità: (apostoli, profeti, pastori, maestri, evangelisti) e darà tutto ciò alla Chiesa.

Ø E quando lo Spirito Santo sarà venuto a distribuire questi doni e ministeri dello Spirito, allora voi vedrete ME!

Efesini 1, 22-23 è il nostro terzo riferimento.

Forse uno schema potrà meglio aiutarci ad afferrare il concetto di questa transizione che ci viene svelata nelle Scritture:

22. Infatti, ha messo tutte le cose sotto i Suoi piedi, e Gli ha dato di essere il capo supremo sulla chiesa.

23. E la Chiesa è il Suo corpo, la pienezza di Colui che riempie tutto in ogni cosa.

1. Prima abbiamo il Cristo che conoscevamo secondo la carne. Quello è il Gesù che ha viaggiato per le spiagge della Galilea. Egli ci disse: "Se me ne vado, verrò a voi."

è Ora non lo adoriamo più nella carne, ci ha detto Paolo in 2 Corinzi 5,16.

è Negli Atti degli Apostoli abbiamo visto la discesa dello Spirito Santo e la fondazione della Chiesa, che ha sperimentato la realizzazione delle promesse di Gesù: "Riceverete potenza!"

2. Poi abbiamo Cristo, la testa, il Capo; e coloro che credono nel Suo nome sono il Corpo.

è Dobbiamo arrivare a capire che il Corpo è costituito dai doni, i ministeri e opere dello Spirito. É questo il Corpo di Cristo.

è Quando giungeremo a vederlo così, avremo un apprezzamento nuovo verso le molte membra del corpo, che è fatto per tutti i tipi di credenti.

è Ora mia moglie non è più "solo mia moglie", ma anche un membro del Corpo di Cristo.

Se non giungiamo a stimare una persona e a riconoscerle il suo posto e la sua parte nel corpo, stiamo guardandola come uomo solo secondo la carne.

APPLICARE LA PRESCRIZIONE

Quando è che in me lo spirito ribelle sta per essere spezzato e che i suoi fermenti vengono espurgati dalla mia vita? Dio dice:

Ø "Te lo dico io quando. Se davvero vuoi arrivare a vederMi e a capire cosa sto facendo sulla terra, impara a dire: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"

Ø La Scrittura dice anche: "Che ognuno sia sottomesso alle autorità superiori" (anche civili). Quando impareremo a sottometterci ai nostri superiori immediati (pastori, anziani, marito, professore scolastico) immediatamente scopriremo che

Ø dentro di noi qualcosa si spezza ed i nostri occhi cominceranno ad aprirsi e a vedere lo scopo ed il piano di Dio. Vedremo il Suo corpo spirituale e il Regno di Dio, e cosa Egli sta facendo.

Non potrete mai introdurre il regno di Dio attraverso la ribellione.

Ø Magari le vostre "autorità superiori" non si comportano bene, secondo voi; ma in quel caso la vostra responsabilità è metterle davanti al Signore e chiedere a Lui di risolvere il problema.

Ø Da parte vostra, non c'è che una cosa da fare: sottomettervi. Potete impazzire per Dio, andarvene per i fatti vostri, o iniziare una ricerca personale; tuttavia, a lungo andare dovete trovare qualcuno cui poter dire: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"

Gesù ha posto il principio: "Non Mi vedrete più finché non imparerete a dire 'quella cosa". E credetemi, non è cosa che venga spontanea: dobbiamo imparare la lezione.

Ø Persino Gesù ha imparato l'obbedienza dalle cose che ha sofferto. Può essere causa di sofferenza, e probabilmente lo sarà:

Ø ma l'antidoto alla ribellione è espresso in tutta chiarezza e ci vengono date istruzioni su come applicare la formula. Egli ci ha dato l'assistenza dello Spirito Santo per amministrare la prescrizione. Tuttavia, sta proprio qui la trappola!

La libertà dell’uomo – In ogni campo della vita l'uomo è un agente morale libero, perché Dio lo ha fatto così.

Ø É lui che ha la responsabilità di avvantaggiarsi di quanto Dio ha provveduto per lui. Ricordate l'atteggiamento di David verso Saul? "Non oso toccare l'unto di Dio!" (1 Samuele 26,9).

Ø David ebbe ogni opportunità di uccidere Saul, ma rispettò l'autorità delegata di Dio.

E io non devo andarmene in ribellione da colui che Dio ha messo sopra di me, senza poi incorrere in una possibile cecità e sordità spirituale alla verità.

Sapevate che la più alta forma di adorazione è l'obbedienza?

Ø La dichiarazione di Gesù: "Non mi vedrete più finché non ... vi sottometterete," scava in profondità.

Ø Questo antidoto alla ribellione può non esserci gradito più di quanto gradiremmo accettare un determinato rimedio prescritto per combattere una malattia fisica fatale.

Ricordate che le medicine di Dio hanno la garanzia a vita. Davanti si estenderà la via aperta e ampia della guarigione totale. É vostra, se la prendete.

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:04
Capitolo Quarto CAPIRE L’AUTORITÀ SPIRITUALE

Capitolo Quarto

CAPIRE

L’AUTORITÀ SPIRITUALE

 

Cerchiamo di capire cos’è

Ciascuna delle tre parole qui sopra: autorità, spirituale e capire è uno studio di per sé. Mettetele insieme ed equivarranno alla DINAMITE!

Ø Ma è proprio questo che Dio sta dicendo dovunque al Corpo di Cristo. Non potrebbe darsi che Egli ci stia introducendo in un territorio col cartello: "PERICOLO, DIO É ALL'OPERA"?

Queste tre parole, prese sia individualmente sia come concetto, rappresentano un procedimento progressivo e in sviluppo. Conosciamo bene la frase: "rivestito di autorità", e "la voce dell'autorità".

Ø Quali considerazioni e quali suoni siamo venuti ad associare alla parola talvolta imponente, talaltra benvenuta... e persino, qualche volta, terrificante di: AUTORITÀ?

È una reazione che viene da lontano – Cosa accade al lattante? Poco dopo aver sperimentato il calore e la sicurezza delle braccia materne e il suono della risata di papà, arrivano sentimenti e suoni diversi.

Ø Tra i primi ad imprimersi nella sua mente e a produrre reazioni sono le parole: "no...no". Fa presto il piccino ad imparare che nel suo piccolo mondo ci sono dei "no", e non tarda molto a cominciare a formarsi delle risposte a questa stimolante situazione: i suoi desideri personali e quella voce e quella parola che portano un suono discorde persino alla sua limitata capacità di capire.

Ø Col passare degli anni si spera che ci saranno maggiori sentimenti di amore e di accettazione nell'ambito familiare e nel suo mondo che va espandendosi.

- Arrivano poi le istruzioni e l'esempio condizionante del significato dei "no" della vita e della loro necessità.

- La frase: "Papà dice così..." porta una cognizione dell'autorità e dell'obbedienza che ci aspetta; ma anche la consapevolezza della possibile disobbedienza e delle conseguenze che ne risultano.

Ø Ma quante autorità! - Ben presto sulla scena appaiono altre "autorità". Non solo i genitori, ma il fratello, la sorella... gli insegnanti... i poliziotti... il droghiere... che pare abbiamo tutti la formula che permette loro delle scelte. Ci sono segnalazioni scritte o verbali, lungo la via. Persino le proiezioni mentali dell'individuo lanciano domande e risposte.

Ø Ora arriva anche l’autorità di Dio! - Riuscite a vedere che quando Dio è portato nell'ambito della propria consapevolezza si formano subito dei modelli di pensiero... e che la coscienza della scelta diventa una parte della vita?

- A cinque anni il: "Non dire bugie" è denso di significato. Ma il meccanismo protettivo: "Io non l' ho fatto, è stato Giovanni!" potrà essere usato per sfuggire alla possibile punizione. O per lo meno, vale la pena tentare.

- Entro altri 10 anni, "Non rubare" ha una grande efficacia quando l'adolescente si trova davanti l'allodola dei furti nei negozi...: "Gli altri lo fanno e se la cavano!"

- Aggiungete altri 10 anni: "Non commettere adulterio!" Questa decisione può determinare una vita. Che venga presentata come Parola di Dio, oppure come "etica del comportamento," ci troviamo davanti a queste parole: capire, autorità.

Ø L'autorità spirituale – Consideriamo ora il terzo ingrediente: esso collega tutto quanto per noi cristiani. Almeno esteriormente abbiamo riconosciuto che Dio è l'Autorità e il Giudice supremo, giusto e definitivo. L'autorità SPIRITUALE – "Così dice il Signore!" In che modo Dio ha scelto di rivelare e amministrare la Sua autorità? Ricordate che

Ø non stiamo parlando di autorità ecclesiastica, ma di autorità spirituale, e c'è una differenza.

RIVELAZIONE TRI-DIMENSIONALE

La consapevolezza spirituale – Come abbiamo visto per il campo fisico, anche la consapevolezza spirituale ha una sua origine definita, così come i suoi metodi di crescita e le aspettative.

Ø Per poter anche solo cominciare ad afferrare il concetto del piano di Dio e dei Suoi scopi in questo campo di operazione dobbiamo innanzitutto riconoscere ed accettare alcuni principi-base. Uno che abbiamo già comunicato in precedenza è il suo "colpo a tre punte", per stabilire l'autorità nell'attuale epoca della Chiesa.

Ø Ricordate la parabola in Luca 20, 9-16, quando Gesù parla del Padrone della vigna che invia i suoi servi per raccogliere i prodotti? I coloni disprezzarono l'autorità delegata: picchiarono e cacciarono i servi. Arrivarono persino ad uccidere il figlio del padrone quando questi fu inviato all'azienda del padre. Si dissero che senza di lui avrebbero potuto pretendere l'eredità.

Ø Gesù allora fece questa domanda: "Che farà allora a quei coloni il padrone della vigna?" e la risposta fu: "Verrà a distruggerli e darà ad altri la vigna."

Se continuiamo a respingere l'autorità delegata di Dio il risultato finale sarà che respingeremo Dio e ce ne andremo per i fatti nostri: saremo dei ribelli!

Come deve essere l’autorità spirituale?

Quale esempio di autorità delegata, consideriamo Paolo e le sue parole di saluto in Tito 1,1:

"Io Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo, sono incaricato di portare la fede a quelli che Dio ha scelti. Devo far loro conoscere la verità che è fondamento della genuina religione."

Per dare risultati positivi, l'autorità spirituale deve:

1. Provenire da Dio... Dio aveva chiamato Paolo in modo drammatico.

2. L'autorità deve essere accettata da chi è chiamato da Dio... Paolo si era certamente esposto nella sua fedeltà al Signore appena trovato; e quell'autorità:

3. deve essere accettata da coloro ai quali l'uomo di Dio è inviato.

La prova per noi – Ricordate quelle importanti parole di Gesù in Matteo 23,29? "Benedetto colui che viene nel nome del Signore"? E ancora Matteo 10,40, dice: "Chi riceve voi riceve Me, e chi riceve Me riceve Colui che mi ha mandato." Riuscite a vedere dov'è che Dio Si mette in questa faccenda?

Ø Dio sta dietro appena di un passo alla Sua autorità delegata. Il modo in cui trattiamo i Suoi servi determina la nostra misura nel vedere, ascoltare e crescere nelle verità spirituali.

Ø Permettetemi di raccontarvi due storie che vi aiuteranno a capire questa strategia divina. Una è presa dal mio ministero, l'altra dalla vita di un amico.

(1) - Esempio n. 1. – Avevo appena finito di predicare il mio primo sermone domenicale. Mi era sembrato un ben misero messaggio, ed ero morto di mille morti mentre me ne stavo sul pulpito. Camminando lungo la corsia per salutare la gente dopo il termine, una piccola signora polacca mi si avvicinò per dirmi:

- "Fratello Mumford, posso pregare per te?" Tremava tutta... internamente, ed anch'io. Pregare per me? Per l'uomo di Dio, di fede e di potenza, venuto per raddrizzare tutti quanti? E una donna poi?

- Ma Dio disse: "É meglio che ti sottometta." Così mi inginocchiai su una panca di fronte al punto in cui ella si trovava, e chinai il capo: sapevo di averne bisogno.

- Come ella pose le mani sul mio capo, scese su di me la potenza di Dio... dalla testa ai piedi... proprio fino alle punte delle dita dei piedi e tutto! Mentalmente chiesi: "Dio, com'è che hai dato tutto questo a una vecchietta?" Ma il Signore mi aveva mandato un servo, ed ella era venuta a me nel nome del Signore!

(2) Esempio n. 2 - Il mio amico, un prete episcopaliano, era degente in ospedale. Era immerso in tanto dolore e tutto quello che poteva fare era gridare a Dio di dargli sollievo. Stava per subire un'operazione assai critica alla spina.

- Dalla porta entrò un conoscente casuale: un predicatore pentecostale, pieno di vita e di euforia. Gridò: "Hallo, Padre! Gesù mi ha mandato a pregare per te!" Quel rumore gli provocò un dolore ancor più grande giù per la spina.

- Il solo pensiero di dover sopportare, anche solo per un instante, quel contatto esplosivo gli era ripugnante. Avvicinandosi, il visitatore chiese ancora: "Va bene se prego per te?" Sembrava la via d'uscita più facile in una situazione quanto mai infelice, e così il mio amico acconsentì.

- Raccontandomi la storia, mi disse poi: "Quell'uomo mi pose le mani sul capo quasi afferrandomelo, mentre il dolore aumentava.

- Urtò contro il letto e poi si mise a pregare a voce abbastanza alta da essere udito fino in cielo. Fece tutto nel modo sbagliato ... e poi se ne andò. Pensai che quasi me ne sarei andato anch'io ... all'altro mondo!

- Invece… guarito! - Ma mentre giacevo sul letto, mi resi improvvisamente conto di non avere più dolore. Fu un sollievo e una sorpresa tale che mi ci volle del tempo per accettarlo."

Per il solo fatto di aver accolto il servo di Dio, la potenza stessa di Dio era stata liberata per lui.

Troppo spesso pretendiamo direttamente da Dio il ministero. Vogliamo ricevere attenzione personale e non siamo disposti a ricevere ciò di cui abbiamo bisogno tramite un qualche rappresentante delegato.

Ø Accade la stessa cosa non solo in casi isolati del ministero, ma anche nel ricevere l'insegnamento e le nuove rivelazioni dei Suoi desideri per noi. Siamo portati a dire:

Ø "Ricevo direttamente da Dio i miei ordini." Ma dovete ricordare che Dio non viene personalmente a raccogliere i grappoli ... manda i Suoi servi.

É una prova triplice, a tre vie, ordinata da Dio. E Dio ci benedice, o ci affligge, con dei "servi" secondo le nostre necessità.

SOTTOMETTERSI O METTERSI CONTRO?

Potenza e autorità

Torniamo alla Parola di Dio in Romani 13, 1-5 e consideriamo per un momento la differenza tra potenza e autorità.

Ø Nel versetto 1, in alcune traduzioni è usata la parola potenza, ma la traduzione letterale della parola qui usata è autorità. E sapete qual è la differenza tra le due parole?

Ø "Autorità" è il distintivo portato dal poliziotto, mentre "potenza" è il fucile di cui è dotato. Se il distintivo non riesce a comunicare il messaggio, lo farà il fucile. E ancora, se dalla strada arriva un grosso autobus, il vigile non lo ferma con la forza ma con l'autorità.

1. Ciascuno sia sottomesso a chi ha ricevuto autorità, perché non c’è autorità che non venga da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio.

2. Perciò, chi si oppone (fa resistenza) alle autorità, si oppone (fa resistenza) all’ordine (comando) stabilito da Dio. E quelli che resistono riceveranno per se stessi la dannazione (la parola letterale è giudizio; ma qui non significa affatto andare all'inferno).

3. I governanti infatti non sono un terrore per chi compie opere buone, ma per chi compie il male. Vuoi non dover temere l'autorità? Fai il bene e ne avrai lode.

4. Esse infatti sono al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada (il fucile); infatti è al servizio di Dio (Colui che dà una lezione a quelli che ospitano in sé la ribellione... traduzione di Mumford!) per manifestare la Sua collera verso chi fa il male.

5. Ecco perché è necessario essere sottomessi alle autorità, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza."

Sottomesso o Resistere: In questi brevi versetti sono presentate due parole importantissime: sottomesso e resistere, e ciascuna è usata non una sola volta, ma più volte.

è La traduzione letterale di "sottomesso" è: stare sotto.

è La parola greca per "resistere" deriva dalla stessa costruzione e significa "stare contro".

Ø In ogni situazione determinata avete due sole scelte: stare sotto oppure stare contro!

Ø Riconoscere la ribellione – Dobbiamo imparare che quando avvertiamo che sorge in noi questa cosa chiamata "resistenza" o ribellione, siamo obbligati a riconoscerla e a chiamarla per nome: RIBELLIONE, prima che essa prenda il sopravvento.

Ø Questo vale per ognuno, dalla nonna al bambino. Non è certo una pillola dolce da inghiottire! Dobbiamo anche ammettere che non è facile sottomettersi, e che neppure la parola è troppo commestibile! Ma possiamo imparare, e dobbiamo farlo!

Ø La ribellione "produce frutti"… Ed ecco... esco dal negozio del droghiere e trovo sulla macchina una multa per parcheggio oltre il limite di tempo consentito. Voglio insorgere contro l'intero reparto di polizia. Strappo quel foglio, e tre settimane dopo ecco qualcuno che bussa alla porta: è l'agente di polizia. Posso fargli resistenza... e resistere al giudice... "Non è leale!..." "Trenta giorni!" Posso stare rinchiuso in prigione e avere un solo pensiero in mente... "Aspetta che esca!"

Abbiamo due scelte: Sottometterci e far morire il ribelle in noi, oppure metterci contro e osservare la crescita di quel ribelle. Sapete che:

Ø non c'è niente che si possa fare per voi, se davvero volete essere un ribelle? La polizia sa quanto sia vero. Chi lavora con i bambini e con la gioventù pure lo sa. É qualcosa che sta accadendo ai nostri giorni?

Ø Abbiamo un'intera generazione che sta resistendo all'autorità... dei genitori... del governo... spirituale... Col diffondersi di questo elemento cattivo, quel sentimento permea la Chiesa e si diffonde in essa. Il mondo intero può andare per una certa strada, ma Dio chiede alla Chiesa di camminare per la Sua strada.

Ø Sono io a giudicare me stesso! - Il versetto 2 dice: "Quelli che si oppongono... riceveranno per se stessi la dannazione (giudizio)". Non dice che si tratta di Dio che giudica me. Quando mi oppongo mi metto contro, sono io stesso che mi giudico ribelle, e

Ø se continuo nella ribellione, divento cieco, non solo nei fatti inerenti una certa situazione o contro le persone coinvolte, ma rimango accecato nelle cose di Dio.

Ø Dio ha fatto la struttura del Suo Regno in maniera tale che essa esclude automaticamente i ribelli. Se ti ribelli... aumenta intorno a te l'oscurità: e sei tu che giudichi te stesso. Non è Dio che ti giudica, no: lo fai TU da solo. Ascoltate:

Ø quando avvertite sorgere in voi la resistenza, spezzatela! Sottomettetevi! Non per amore delle autorità: sia che abbiano ragione o torto, il fatto è questo:

Dio vi sta dando l'opportunità di spezzare quel nucleo di ribellione che se ne sta sepolto nel vostro spirito. Se quello si spezzerà, ogni altra cosa cadrà al punto giusto.

Dio ha le sue leggi, e noi restiamo saldi o cadiamo secondo la nostra scelta: è una questione di responsabilità individuale. Un giorno il Signore mi disse:

Ø "Bob, tu e Io siamo incompatibili, e Io non cambio." Ci volle tempo perché quella dichiarazione penetrasse in me. E voi, avete mai avvertito la forza piena di quella verità?

Ø Molti di noi sanno come manipolare e manovrare i genitori e altre persone che ci attraversano la strada: sappiamo come ottenere ciò che vogliamo. Questo mi fa essere due volte grato del fatto che non possiamo comprare Dio... né minacciarLo... né Egli ci permetterà di manovrarLo!

Non c'è via di scampo: se riuscite a evitarLo ad una curva lungo la strada, Lo incontrerete alla successiva. É là ad attendervi!

PAURE / PROBLEMI / RISPOSTE

Da questa disposizione divina dell'autorità delegata nascono paure e problemi.

Ø Non appena ci mettiamo nella posizione giusta sotto l'autorità che Dio ha posto sopra di noi, appaiono degli interrogativi all'orizzonte.

Ø Ma Dio ha fornito le risposte, che sono a disposizione di chi le cerca onestamente.

Due timori nel corpo di Cristo sono:

1) che non ci sia autorità, e

2) che ci sarà un'autorità sbagliata.

Alcuni di noi hanno persino paura della parola "autorità," e di conseguenza ci sono dei Cavalieri spirituali Solitari. Questi cavalcano da soli e non ammettono di aver bisogno di qualcuno: "Solo io e Dio."

Ø I pericoli - Da quanto ho considerato, è estremamente pericoloso uscirsene a cavalcare tutti soli. Mette in molti di noi il timore di Dio perché ci rendiamo conto che, dove non c'é autorità, hanno libero accesso i lupi.

- C'è anche il rischio di cadere nella situazione illustrata in Giudici 17,6: "In quei giorni non c'era Re in Israele, ed ognuno faceva ciò che riteneva giusto ai propri occhi."

- C'è poi la paura dell'autorità sbagliata: anche questa è una trappola. Esitiamo a sottometterci per timore che colui al quale ci sottomettiamo possa chiederci di fare qualcosa che non pensiamo proprio di volere! Potrebbe giungere una forte supplica da parte di una missione, ed uscirne un grido: "Ognuno vuoti il proprio conto in banca e lo dia alle missioni!" É una sfiducia di base in Dio?

Si aggiungono poi altri due problemi alla nostra considerazione:

1) Nessuno vorrà sottomettersi;

2) Ci saranno dei dittatori spirituali.

Problemi più che veri, ma non risposte.

Se invece la Chiesa continuerà nell'obbedienza, quelli che ascoltano desidereranno spontaneamente assoggettarsi all'autorità che Dio pone sopra di loro.

Ø E Dio, da parte Sua, farà sorgere in posizione di autorità uomini che saranno a loro volta sottomessi, e che risulteranno così guide capaci.

Ø Parlando di dittatori spirituali, in passato c’è stata molta critica (in parte giustificata) contro la gerarchia e l'autorità ecclesiastica. Ma se consideriamo alcuni dei nostri nuclei più piccoli di operazione, potrebbero esser portate alla luce tendenze simili (anche se su scala ridotta)... e questo non per una scelta, ma forse per necessità!

Spesso alcune delle paure o dei problemi che solleviamo non sono che schermi fumogeni dietro ai quali speriamo di rifugiarci.

Ø Credo che Dio stia movendosi per tutto il Corpo nello sforzo di aprirci gli occhi alle Sue vie e ai Suoi mezzi.

Ø Lo Spirito Santo sta introducendoci alla verità intera per liberarci, non certo per metterci in schiavitù, come alcuni vorrebbero farci credere.

Ø Gesù parla di questo aspetto dell'opera dello Spirito in Giovanni 16,13: "Quando verrà Lui, lo Spirito di Verità, vi guiderà nella verità tutta intera..." Ma perché diventi efficace, l'autorità ha bisogno di essere accettata, accolta.

L’autorità falsata– Quanto alla possibilità che l'autorità venga snaturata, Dio può occuparSi anche di questo aspetto. Dobbiamo ammettere che

Ø una volta che alcuni hanno assaporato il potere di essere in autorità sugli altri, possono sorgere poi dei conflitti di base, come è dimostrato nella situazione padre-figlio illustrata qui di seguito.

Ø Un esempio – I miei due figli sono impegnati in un battibecco. Il più grande alla fine si stanca e viene a lamentarsi da me: "Papà, non posso farci niente con mio fratello."

- Asserendo la mia autorità di genitore, dico: "Va bene, torna da lui e digli: 'Papà ha detto...'"

- Desiderando mettere alla prova il sistema, ho potuto ascoltare: "É bene che tu vada a letto. Lo ha detto papà." Ed ha funzionato!

- Potete vedere quanto sia facile usare quella frase magica a vantaggio personale? "Papà ha detto di fare questo... di non fare quest'altro..." E per tutto il tempo papà può non sapere nulla del cattivo uso della sua autorità. Ma a Dio non capita di essere "occupato in altre faccende... o fuori città... o distratto." Egli può proteggere, o ritirare la Sua autorità!

Ø Possiamo usare la stessa tecnica non solo per brandire un randello su quanti si sono sottomessi, ma anche per sfuggire strisciando alla necessità di sottometterci a qualcuno.

- É facile dire: "Dio mi ha detto..." quando vogliamo andarcene per i fatti nostri, o fare quello che ci pare: nessuno avrà niente da argomentare, visto che Egli è l'autorità più alta che esiste. Se ciascuno di noi facesse attenzione alle proprie prerogative di autorità, avremmo meno tempo per mettere in questione quelle degli altri.

Una strategia per il ribelle:

Ø "Egli cerca di trovare l'errore nell'autorità che sta sopra di lui, in modo da non doversi sottomettere!" "Non mi piacciono le cravatte rosse!... Ha i capelli troppo lunghi... i predicatori non dovrebbero guidare le Cadillac..."

Ø Alcuni "osservatori della gente" stanno sempre all'erta per trovare ogni ragione per non sottomettersi. Per quanto li riguarda, ancora non hanno mai trovato nessuno sufficientemente tanto buono da garantire la loro sottomissione, e per provarlo hanno un piccolo nucleo di ribellione in se stessi.

Ø Potrebbero anche arrivare ad ammettere che ciò che cercano in realtà è proprio fare quello che vogliono ... vivere la loro vita... fare i fatti loro... senza alcun rispetto per nessuno, e senza briglie!

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:06
2 Capitolo Quarto CAPIRE L’AUTORITÀ SPIRITUALE

AGENTI SOTTO-COPERTURA

Agenti efficaci nel regno di Dio – Potremmo "dirla così com'è" e cercare di ascoltarla come viene raccontata! Ma

Ø per essere agenti efficaci nel regno, con adeguate credenziali operative, dobbiamo essere tutti sotto copertura. Questo vale per tutti, da prua a poppa.

Ø Paolo ha riconosciuto questo principio e lo ha presentato in termini tutt'altro che incerti. In Efesini 5,21 egli dichiara: "Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Dio."

- Quindi continua a parlare, rivolgendosi in modo specifico alle mogli, ai mariti, ai bambini, ai servi, ai padroni. In 6,10 egli riassume: "Infine, fratelli, prendete forza dal Signore, dalla Sua grande potenza."

- Quindi arriva l'ammonizione a rivestirsi di tutta l'armatura di Dio, e termina con la richiesta di preghiera... "E anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del Vangelo."

È Dio a stabilire l’autorità sulla terra - Questo è ciò che voglio fare qui, ed ora: dirvi ciò che ho scoperto e imparato a proposito di "scoprire". Quanto mi sembra nuovo, risulta poi che è sempre stato a nostra disposizione. Per poterlo dire, cominciamo con l'affermare che Dio stabilisce l'autorità sulla terra:

Ø Dio mette qualcuno direttamente sopra ogni campo della Sua creazione. Al sesto giorno della Sua attività creatrice Egli si rivolse da Adamo e ad Eva: "...e riempite la terra, e sottomettetela: e abbiate dominio sui pesci del mare e sugli uccelli dell'aria, e su ogni cosa vivente che si muove sulla terra."

Ø Tutti dovrebbero avere qualcuno al di sopra di loro, nel Signore, a cui rispondere. É questa la sottomissione: "Che ognuno sia sottomesso."

La casa è stata la prima unità ordinata da Dio nella società. Il marito-padre è stato messo a capo della casa. La maggior parte di noi uomini ha assunto la posizione di guida "maschile" in casa nostra (disponibili quando ci sono da spostare i mobili e per altre simili responsabilità per "uomini forti," ma qui stiamo parlando di capi spirituali.)

Ø Una figura svalutata – Una delle immagini più diffuse nel campo della vita familiare del nostro mondo superficiale è quella rappresentata dal cinema e dalla televisione, insieme alle strisce comiche, che mostrano il "caro, vecchio papà" come un idiota balbettante e malfermo, che inciampa contro il tavolino, mentre la moglie e i bambini lo guidano e lo aiutano a vivere.

Ø Ci sono anche molti mariti senza moglie, e mogli senza marito, che cercano di cavarsela da soli. Questo crea molte situazioni ridicole... ma quando si incrina la superficie, appare la sofferenza.

Ø La mediocrità del maschio e la liberazione della femmina sono due lati della moneta che Satana sta cercando di darci oggi in garanzia. Chiesa, ascoltami: non la comprare!

Nella casa di Bob ci sono stati degli adattamenti, come in ogni altra. Immaginate le cose come dovrebbero essere: il padre sacerdote della casa... al posto giusto nella famiglia: una copertura spirituale. É così che dovrebbe essere!

La seguente presentazione del "prima e dopo" raffigura la parte della transizione."

SCENA I – (Alcuni anni prima che cominciassimo a capire cosa in realtà stesse accadendo): Il padre parte per una lunga missione di insegnamento.

Ø Mia moglie, due figlie e due figli sono lasciati alla mercé del diavolo. Con certezza... le cose cominciano ad andar storte. Il frigorifero smette di funzionare, la macchina non parte, i bambini vogliono correre in tutte le direzioni. Malattie..., confusione..., domande! Mia moglie, Judy, si attacca al telefono: "Tesoro, è necessario che tu torni a casa..."

Ø Ed eccomi qui, lontano, a cercare di fare la volontà di Dio! Ho avuto un bel da fare a capire cosa stava accadendo. Alla fine vidi due cose:

Ø Primo, non stavo assumendo il mio giusto ruolo di sacerdote nella mia casa. Quando il sacerdote non prende il suo posto, secondo quanto Dio ha ordinato, la casa è scoperta e l'attività diabolica entra ed esce a volontà, provocando il caos. La casa e la famiglia si trovano a subire un attacco.

Ø Secondo, quando assumo la mia posizione e la asserisco nella mia casa, quella casa è sotto la mia copertura, una protezione. Io dico: "Diavolo, ascoltami: Questa casa appartiene a Gesù Cristo, io sono il sacerdote di questa casa, quindi tu devi togliere le tue mani da qui!" Che è successo?

SCENA IIIl papà è ancora fuori in viaggio... la chiamata telefonica assume un altro tono.

Ø Chiamo io: "Come vanno le cose in casa?" Risposta: "Benissimo... Ci manchi... preghiamo per te..."Ho cominciato a vedere la copertura del Signore scendere su tutta la mia casa (economicamente, fisicamente, spiritualmente). Dio ci ha aiutati e guariti in ogni campo.

Ø Ma se mia moglie respinge il mio ministero, sono nei guai. Se lo riceve e lo accetta, lo riceve da me. Lo stesso vale per i bambini. Questa è la copertura.

E chi vive da solo? Ma che accade a quelle persone che non si trovano in una situazione "familiare": chi non è sposato, i vedovi, i divorziati?

Ø Mi sono chiesto spesso perché Dio ha comandato di "prenderci cura delle vedove e di visitare gli orfani." Ora comincio a capire che non era solo per accertarsi che avessero cibo e denaro in casa.

Ø Dio chiamava gli uomini con posizioni di guida nella Chiesa a prendersi cura di quelli che non hanno copertura, affinché possano essere protetti non solo dalle esigenze fisiche della loro solitudine, ma anche dalla ribellione che può risultare per dover restare senza protezione nel campo spirituale. Nessuno è fatto in quel modo: abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Il principio della sottomissione vale per tutti – per il gruppo di preghiera... la chiesa ... ed anche per gli uomini che abbiano un ministero individuale.

Ø Quando Dio ha detto: "Ognuno sia sottomesso..." intendeva proprio quello che stava dicendo. Quando mi chiamano in una certa zona a predicare, vado prima dai miei fratelli di Fort Lauderdale ai quali sono sottomesso, e dopo aver pregato ed imposto le mani, sento che vado con la benedizione di Dio sul mio ministero. Vado come un membro sottomesso del Corpo di Cristo.

Ø A dire il vero, non sono sempre stato così. Ma Dio mi disse: "Bob... Bob!..." Cominciai a rispondere: "Ma, Signore..." Ma a Lui non andava bene in quel modo! Siamo allo stadio di apprendimento, e l'Insegnante Capo sa bene come raggiungere il suo scopo.

Che accade se la vostra "copertura" particolare non risponde ai vostri piani e alle vostre esigenze? Può questo costituire una causa per uscire dalla sottomissione?

Ø No. La vostra responsabilità è quella di mettere il problema davanti al Signore. Potete star certi che una volta che avrete preso il posto giusto, Dio vi metterà alla prova. La pioggia può scendere solo da alcuni buchi del tetto, ma chiesi a Dio di aggiustare quelle spaccature.

- Moglie, puoi ritenere di conoscere più versetti di Scrittura di tuo marito... ascolti più nastri... ma...

- Adolescente, puoi credere che papà sia stato un po' duro con te e vuoi restare fuori per tutta la notte per dimostrargli che hai dei diritti tuoi, ma...

- Membro della Chiesa, può non piacerti il colore scelto dal prete per il nuovo tappeto del santuario e tu,... presidente del comitato per la raccolta dei fondi... ma...

Sapete definire la differenza tra pecore e capri? Le pecore non dicono "Ma..." Quella scusa non è forse una copertura per il vostro spirito ribelle? I "ma" non sono un motivo accettabile per la vostra mancanza di sottomissione.

Ø Quando arrivate alla sottomissione, è proprio qui che si rivela la ribellione in voi, anche se dovesse nascondersi in qualche angolo buio per evitare l’esposizione. Questo dà a Dio l’opportunità di presentarvi il privilegio di fare dei cambiamenti e adeguamenti in quell'atteggiamento.

Ø Con la sottomissione arriva una liberazione meravigliosa: lo spirito (non di Dio) che sta al comando e che spesso ci costringe ad andare a tutto vapore, agitando una parvenza di fervore religioso che non è altro che schiuma, si mette in disparte e si calma per arrivare ad una maturità spirituale che porta purificazione e gioia.

Ø Per sperimentare il funzionamento di questo principio, si deve andare alla ricerca di qualcuno a cui sottomettersi verbalmente.

- Bambini, andate dai genitori e dite loro: "Papà... mamma... sono un ribelle. Ma voglio sottomettermi a voi." Fate la stessa cosa con i vostri insegnanti a scuola.

- Mogli, dite chiaramente ai vostri mariti, in parole, che desiderate prendere la vostra posizione sotto la loro copertura.

- Ogni sacerdote o ministro... missionario... operaio nel regno... deve avere qualcuno a cui essere sottomesso.

La prova della vostra sottomissione – Ricordate, una volta che vi sottomettete arriva poi la prova che vi dimostrerà se lo avete detto solo con la bocca o se lo intendevate anche col cuore.

Ø E anche quando arriva la prova, la sola cosa che determina se la supererete o se fallirete è la determinazione a mantenere la posizione di reagire con un atteggiamento sottomesso, anche se non siete d'accordo in ogni situazione.

Ø Conosco una Chiesa nella quale i membri hanno assunto la posizione: "Il nostro" pastore ha ragione anche quando ha torto.

Ø Il Signore ha benedetto quella Chiesa finanziariamente, spiritualmente e in ogni altro modo. Si può avvertire la presenza di Dio quando si va in quella riunione.

Sì, Dio ci sta conducendo verso un territorio nuovo, e vi sono dei rischi. Tuttavia, nessun rischio pertinente l'esplorazione e la pretesa di un territorio nuovo comporta il pericolo del rischio di continuare nella ribellione.

La sottomissione spezza quel nucleo di ribellione, e come questo s'infrange, noi veniamo liberati. Veniamo portati in una nuova relazione spirituale, nella quale siamo sottomessi gli uni agli altri mentre stiamo contemporaneamente gli uni accanto agli altri.

Ø Si allontana la confusione continua, e al suo posto arriva la realizzazione della preghiera di Gesù al Padre Suo:

"Che siano tutti una cosa sola: come Tu, Padre, sei in Me ed Io in Te, anch'essi siano uno in Noi: perché il mondo creda che Tu Mi hai mandato" (Gv 17,21).

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:07
Capitolo Quinto LA NATURA DELL’OBBEDIENZA

Capitolo Quinto

LA NATURA DELL’OBBEDIENZA

 

La formula di Dio è ancora la stessa

Le Invenzioni del Ventesimo Secolo! Quale scatola di Pandora apre questo pensiero! Non c'è volo d’immaginazione troppo elevato… degradazione troppo bassa... né campo troppo vasto... e niente di troppo microscopico.

Ø Descrizioni come 'istantaneo,' 'automatico,' 'pronto,' sono etichette che accettiamo ogni giorno e sulle quali facciamo ricerche. Le cose 'istantanee' variano dal purè alla possibilità di rivedere un dettaglio di un avvenimento sportivo che potrebbe esserci sfuggito a colpo d'occhio.

Ø Le cose 'automatiche' le troviamo in ogni campo della vita quotidiana: la sola gamma delle macchine automatiche distribuisce più merce di quanto possiamo immaginare. E i prodotti 'pronti' coprono il semplice e il complesso: cogli la tua occasione! Senza dubbio l'Ufficio Brevetti è un grande affare!

Con questa vasta esposizione di originalità e creatività, com'è che Dio, l'Autore di entrambe le cose, arriva con uno strano meccanismo che continua a funzionare con la stessa vecchia formula di sempre?

Ø L'obbedienza, lo strano meccanismo in questione, non arriva bene imballata, e con nessuna delle etichette menzionate qui sopra. Dio ha disegnato quel tipo particolare di merce, e ne ha i diritti d'autore.

Ø Non è istantanea né automatica - Dio, quindi, non ha fatto in modo che l'obbedienza fosse una cosa istantanea. Alcuni si danno da fare perché pensano, erroneamente, che un giorno apparirà all'orizzonte una palla di fuoco o un terremoto. Di conseguenza essi saranno dotati, dall'alto, di una protezione esteriore che farà deviare da loro le frecce infuocate della tentazione, oppure sarà installato in loro un termostato interiore, che verrà regolato ad una certa temperatura... e quindi... niente di cui preoccuparsi! Ma Dio non ha mai stabilito che l'obbedienza fosse automatica.

Ø Né sarà possibile che quel tipo di lavoro possa esser svolto da quattro sogni... tre visioni... o due angeli. A meno che uno degli angeli non appaia con una tavola in mano. Quella potrebbe servire allo scopo, per un po' di tempo.

Qui non ci sono cose "pronte" o confezionate . Non si può far bollire l'obbedienza in un unico recipiente: aggiungere poi un pizzico di questo, un po' di quello, tanto digiuno, una certa quantità di preghiera: poi mescolare bene il tutto, metterlo nel forno dell'avversità per un periodo di tanto e tanto tempo, ed ecco, il risultato finale è l'OBBEDIENZA, risultato garantito ogni volta!

I PRINCIPI

Lo scopo di questo studio è stabilire dei principi, NON dei metodi. Innanzi tutto,

Ø come sapere se siamo obbedienti o disobbedienti?

Prendiamo come esempio Giovannino. A tre anni è il cocco di mamma. I due incontrano un'amica in drogheria, e questa nota la crescita notevole del bambino dal loro ultimo incontro. Le sue parole gentili suscitano nella madre il desiderio di mostrare le dolci disposizioni del figlio:

- "Giovannino, sorridi alla gentile signora!" Occhiata minacciosa del piccolo.

- "Tesoro, sorridi alla signora!" La seconda richiesta proviene da denti serrati, e lo sguardo del "tesoro" è ancor più torvo.

Vedete, Giovannino era così caro e gentile finché non gli è stato dato un ordine, un comando!

Ø Quando una delle mie figlie aveva l'età di Giovannino, ci è accaduto qualcosa di simile. Lei aveva messo un giocattolo sullo scaffale dei soprammobili della mamma. Cercai di farle capire che doveva togliere quel giocattolo da lì, che non doveva restare sullo scaffale.

- Dopo vari tentativi falliti con: "Tesoro, togli il giocattolo dallo scaffale," decisi che forse non sapeva cosa volessi dire. Allora presi la sua manina e la misi sul giocattolo, con la stessa richiesta. Ancora nessuna risposta.

- Cominciai a capire che lei era del tutto consapevole del mio desiderio, proprio come era certa del suo! Iniziai allora un'altra linea di attacco, che produsse urla di un "No!" ben definito.

Ribellione a tre anni? Posso aggiungere che circa quarantacinque minuti dopo ha tolto il giocattolo.

I comandamenti sono istruzioni specifiche. Vengono dati da qualcuno che ha autorità, e ci si aspetta che siano obbediti.

Ø Spesso la gente si spaventa alla sola parola "comandamento," e dice di non essere più sotto la legge... che ne risulterà una schiavitù... e che tra questi confini fa capolino il legalismo. Ciò che è necessario capire è che

Ø Dio Si è sempre aspettato che osservassimo i Suoi comandamenti.

Ø Non si tratta di considerare SE dovremo osservarli o no... ma di COME li osserviamo: lo spirito nel quale li accettiamo e obbediamo è importantissimo.

I "Comandamenti" nel Nuovo Testamento

La parola comandamento è usata 71 volte nel Nuovo Testamento, e qualcuno ha calcolato che ci siano oltre mille comandamenti nei libri dell'intera Bibbia. Questo vi rende l'idea di dove vogliamo arrivare?

Ø Per conoscere la volontà di Dio dobbiamo ricercare i Suoi comandamenti. Misurando attentamente le nostre risposte con gli stessi possiamo valutare fino a che punto obbediamo. Ad esempio:

"Se Mi amate osservate i Miei comandamenti..." (Gv 1,21).

"Chi trasgredisce anche a uno solo di questi comandamenti..." (Mt 13,21).

"Osservate i comandamenti che vi abbiamo dati..." (2 Pt. 3,2).

"La circoncisione non conta nulla... ciò che conta è osservare i comandamenti di Dio" (1 Cor 7,9).

"Se diciamo di amarLo, e non osserviamo i Suoi comandamenti ..." (Ap 22,14).

Ø Non vi sembra che il Signore stia mettendo la responsabilità sulle nostre spalle? Ed è proprio così!

I PROCEDIMENTI

Impariamo prima dal Vecchio Testamento – Attingendo da Isaia 50, 4-7, cerchiamo di indagare su alcuni aspetti dell'obbedienza e di trarre alcune istruzioni pratiche.

4. "Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché al momento giusto io sappia come parlare allo sfiduciato: ogni mattina risveglia il mio orecchio perché io ascolti come chi è erudito.

5. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio ed io non mi sono ribellato, né Gli ho voltato le spalle.

6. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che Mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.

7. Perché il Signore Dio Mi aiuterà, e perciò non sarò confuso; per questo ho reso la Mia faccia dura come pietra, e so che non avrò da vergognarmi."

Ø Questi versetti includono una profezia commovente che riguarda il nostro Signore Gesù Cristo. Ma come ha potuto imparare, Gesù, questa preziosa lezione? La risposta la troviamo in Ebrei 5,8:

Ø "Sebbene fosse Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che soffrì." Soffrire? Un programma di addestramento davvero non troppo eccitante, non vi pare?

L’obbedienza NON è un dono – Non sarebbe meraviglioso se l'obbedienza ci venisse assicurata come "dono"? Se io, o chiunque altro, potessimo impartire questa preziosa capacità, si formerebbe una fila lunga da qui alla "venuta del regno" di gente desiderosa di ricevere questo ministero particolare.

Ø Perché non riconoscere ed accettare, una volta per tutte, il fatto che Dio, Creatore e Fattore del Cielo e della terra, ha fatto sì che l'obbedienza fosse qualcosa da apprendere?

Per tornare a Isaia, notate le prime tre parole:

- "Il Signore Dio." Qui Egli è il Maestro, e solo questo fatto dovrebbe attirarci nell'aula, anche se sulla porta sta scritta la biasimevole parola: "sofferenza." Guardiamo ora alla frase successiva:

- "Mi ha dato." Sì, c'è una ricompensa per chi si iscrive al corso. Con l'uso di buone tecniche propagandistiche, troviamo i risultati messi bene in mostra. Molti cartelloni parlano dei risultati che si possono aspettare coloro che accettano una certa occasione di imparare. Tuttavia il cartello: "Siediti al piano e tieni l'auditorio senza fiato," non promette che questo avverrà la prima volta che vi sedete al piano. Dio promette davvero dei risultati:

- "Mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia come..." Sapere come...! Ma è proprio questa la mèta di ogni campo dell'istruzione!

- Ed ecco un altro procedimento dai risultati sicuri: "ogni mattina." Ogni tipo di capacità si acquista in questo modo: mediante la RIPETIZIONE. Conquistare il giusto controllo del pianoforte... della macchina da scrivere... dell'automobile, richiede un "esercizio" costante.

- Dio ha predisposto che imparassimo l'obbedienza allo stesso modo: giorno dopo giorno. L'ieri e il domani non sono sulla Sua agenda. É un qualcosa che riguarda l' OGGI!

- OGGI abbiamo l'opportunità di obbedire al Signore. Non importa cosa intendete fare domani. Vivete la Parola: "Prendi ogni giorno la tua croce". É Gesù che parla. Vi ricorda qualcosa?

Un impegno quotidiano

Sono obbediente? – Se davvero cerchiamo una risposta alla domanda obbediente/disobbediente, ci è stata data una salvaguardia. Ogni sera, quando appoggio il capo sul cuscino per prepararmi a dormire, posso chiedermi: "OGGI, ho obbedito?"

Ø Dio ha posto provvidenzialmente le notti tra un giorno e l'altro, e questo non solo per permettere il riposo dalla stanchezza fisica, ma anche per il ristoro dello spirito.

Ø Possiamo ammettere l'errore, se è necessario, chiedere il perdono e accettarlo, e andarci a riposare la notte nella certezza che il nuovo giorno ci porterà nuove occasioni per obbedire.

Ø Oppure, se pensiamo di esser stati obbedienti, possiamo offrire lode e ringraziamento per una giornata nella quale abbiamo conosciuto la gioia di far piacere al Padre.

Ø Per quanto strano possa sembrarci, possiamo andare da una settimana all'altra, da un mese all'altro e persino da un anno all'altro senza trarre vantaggio da questa possibilità di inventario serale.

Ma mentre portiamo per le lunghe il desiderio di controllare la nostra obbedienza, l'obbedienza stessa sbiadisce per ridursi a degli standard determinati da noi stessi a riguardo delle nostre azioni.

Proseguendo col "foglio di istruzioni," notiamo che:

Ø "Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio…" L’ebraico originale dice: "Il Signore ha scavato nel mio orecchio." La capacità di ascoltare in maniera tale che ci porti a rispondere nel modo desiderato da Colui che parla, non è naturale. Va imparata.

Ø Di solito ascoltiamo ciò che NOI vogliamo dire, ma con Dio che "apre" il mio orecchio, mi esercito a riconoscere la Sua voce e ad anticipare i Suoi desideri.

Ø Quando non voglio ascoltare, sono in grado di "chiudere il contatto". Si tratta qui dello stesso tipo di azione che eseguiamo quando cambiamo un certo programma radio o televisivo. Facciamo bloccare il potere che abbiamo di ricevere la Parola di Dio, la Sua voce, i Suoi comandi, i Suoi servi.

Gesù ci ha parlato di "avere orecchi e non udire!" (Mc 8,18).

Obbedire = ascoltare in sottomissione – Guardiamo ora alcuni versetti che sottolineano il fatto che la parola obbedire significa "ascoltare in sottomissione," ovvero ascoltare in modo tale da provocare una risposta... ascoltare e sottomettersi!

Ø "I presenti furono presi da stupore e dicevano: 'Chi è mai costui al quale persino i venti e il mare obbediscono?'" (Mt 8,27).

Ø "Tutti furono meravigliati, tanto che si chiedevano tra loro: 'Chi ' mai costui? E che nuova dottrina è mai questa? poiché egli comanda con autorità persino agli spiriti immondi, e questi Gli obbediscono." (Mc 1,27).

Ø "Vedendo che avete purificato le vostre anime nell'obbedienza alla verità mediante lo Spirito." (1 Pt 1,22).

Un ultimo sguardo alla nostra selezione da Isaia:

Ø "... ed io non mi sono ribellato." Sta proprio qui la chiave, e in ultima analisi la responsabilità è nostra. Le lezioni possono essere programmate ed esposte alla perfezione – l'insegnante essere il più capace – e tuttavia lo studente può fare un fiasco completo!

Ø Io non mi sono ribellato. Ogni mattina possiamo dire: "Signore, apri il mio orecchio perché io possa ascoltare e concedimi uno spirito obbediente, perché io possa rispondere."

COME DIO HA PROVVEDUTO

Le due vie per imparare l’obbedienza

Dio ha istituito due vie lungo le quali possiamo imparare ad obbedire: quella attiva e quella passiva.

Ø Ricordate l'immagine dell'addestramento necessario per preparare i cani al servizio di polizia? Fido ha dovuto imparare allo stesso modo due comandi: "Vai!" e "Fermo!" Dopo aver fatto una corsa per raggiungere e riportare all'istruttore l'oggetto che egli aveva lanciato nel campo, il cercare di rimanere seduto a guardare quello stesso oggetto che pareva sollecitarlo a raggiungerlo, richiedeva uno sforzo incredibile.

Ø Per noi è la stessa cosa. Dio ha previsto due mezzi tramite i quali possiamo ascoltare in sottomissione: Un Suo comando del tipo: "Vai a fare... a dire... a dare..." Ma possiamo anche ricevere un altro tipo di comando: "Siedi tranquillo... fermati... aspetta... mettiti in disparte."

è La prima serie di comandi comprende una partecipazione attiva, poiché Egli opera tramite noi.

è La seconda serie, invece richiede che ci sottomettiamo mentre Egli opera su di noi. Il secondo caso può riguardare situazioni difficili da capire, ed io posso scoprire che voglio restarmene al di fuori.

Ø L'apprendimento è un processo che deve essere abbracciato volontariamente. Imparate ad obbedire!

Natura e carattere dell’obbedienza

Vorrei condividere con voi un'altra cosa che Dio ha provveduto ed ha fatto in questa classe. Non solo Egli ci ha dato il desiderio di obbedire, ma ci dona anche i mezzi con i quali possiamo compiere il Suo desiderio!

Ø Nel comprendere la natura e il carattere dell'obbedienza, dobbiamo renderci conto che la natura è "data", ma il carattere è "formato". La prima è innata: il secondo acquisito.

Ø Quando siamo nati a vita nuova, abbiamo ricevuto una nuova natura, la Sua. In quella natura era innato un desiderio incredibile di obbedire e di far piacere a Dio;

Ø ma quanto al COME SI FA, è tutta un'altra faccenda.

Ø Il desiderio di obbedire non è obbedienza. Quale esempio, prendiamo Gesù. Più avanti abbiamo accennato brevemente che sebbene Egli fosse il Figlio innocente di Dio, imparò l'obbedienza dalle cose che soffrì... (vedi Eb. 5):

7. Egli, nei giorni della sua vita terrena, dopo aver offerto preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva salvarlo dalla morte, fu ascoltato per il suo timore:

8. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che patì:

9. e reso perfetto, divenne l'autore della salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono."

La natura di Gesù era senza peccato, e dentro aveva il desiderio di fare la volontà del Padre Suo.

Ø Ma farlo richiedeva la Sua obbedienza, proprio come è richiesta a noi.

Ø Ogni volta che aveva l’occasione di obbedire Egli obbediva. Gesù ha detto: "Faccio solo ciò che il Padre mi dice di fare." Ciò accadde lungo una strada polverosa della Galilea, quando provvide ai bisogni di un mendicante cieco: "Figlio, mescola un po' di saliva col fango..." Accadde anche quando sentì Suo Padre che diceva: "Figlio, è ora che tu salga a Gerusalemme". Ed Egli rese la sua faccia dura come pietra, diretto a Gerusalemme.

è Qui Lo vediamo sulla via dell'obbedienza attiva.

è L’obbedienza passiva di Gesù – Guardatelo ora:

"Ho dato il mio dorso ai flagellatori... e le mie guance a quelli che mi strappavano la barba... Non ho nascosto il viso alla vergogna e allo sputo."

La seconda via, quella dell'obbedienza passiva, ha avuto ore di agonia! Tuttavia, la vita del nostro Signore Gesù Cristo si può ridurre a questo: Alla Sua capacità di ascoltare e di rispondere.

Ø Davvero poteva dire: "Faccio solo quello che il Padre mi dice di fare." L'obbedienza è stata elaborata dal Padre nel Figlio, giorno dopo giorno.

Si impara con l’esperienza - Per tornare a un'esperienza che molti di noi conoscono, permettetemi di raccontarvi la mia battaglia con la macchina da scrivere.

Ø Questo compito mi fu dato quand'ero in Marina. Battevo i tasti e mi lamentavo: "Come si può imparare a scrivere se ti danno un cartoncino sul quale non vi è scritta alcuna lettera? É la cosa più sciocca che io abbia mai visto." Ogni volta che battevo su quella macchina, continuavo a scrivere parole sbagliate.

Ø Con "forti grida e lacrime" ho perseverato, e d'un tratto quell'ordigno cominciò a suonare giusto: clic... clic... clic... e con mio grande stupore, cominciò a scrivere bene!

É così che si impara... si sbaglia... e poi si fa bene. Mattina dopo mattina, continui nell'impegno, e presto cominci a capire e a rispondere.

Ø Un ordine iniziale può essere questo: "Oggi metti nell'offerta i soldi del caffè." Tu obbedisci, e 20 anni dopo può chiederti di darGli un milione per un bisogno specifico.

Ø Poiché hai dato l'offerta piccola, sei in grado di ascoltare la Sua risposta negli anni successivi.

Alcuni, tuttavia, stanno ancora negando il caffè e perdendo le grazie di Dio.

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:07

PROBLEMI

Fin dove possiamo arrivare in questa faccenda dell'obbedienza?

Ø Dovrei "mettermi sotto l'autorità" e obbedire, aprendomi così a richieste che può non importarmi di obbedire?

Ø Ci sono dei rischi, ma permettetemi di dirvi questo: ho scoperto che la persona che osa obbedire è sempre quella che alla fine ne esce nel modo giusto.

Ø Attenzione! – Una complicazione lungo questo tipo di cammino è l'eccesso di zelo. Qui c'è il rischio che possa introdursi il Nemico, e approfittandosi di noi, farà in modo di farci applicare il desiderio di obbedire nel modo sbagliato.

Ø Satana sta sempre all'erta per scoprire nella porta un'apertura attraverso la quale infilare il suo piedone, nella speranza di poter entrare e guadagnare il controllo. Sarebbe un grande stupido se non ci provasse.

La possibilità di ricevere direttive sbagliate va considerata accuratamente.

Ø Quando, dopo aver fatto per dodici anni il comodo mio, sono tornato al Signore, ci sono tornato al 208%: "Gli altri possono scherzare, ma io farò ogni sforzo... sarò spirituale ad ogni costo!"

Ø E poi parlatemi delle delizie del diavolo! Cominciò a darmi ogni sorta di direttive, di richiami, di indicazioni.

Ø Un giorno mia moglie mi disse: "Caro, mi incuriosisce davvero il fatto che Dio possa chiamare un uomo ad andare contemporaneamente in otto direzioni diverse". Come mi fermai quel tanto necessario per pensarci un poco sopra, dovetti ammettere che non mi sembrava troppo ragionevole. Chi mi chiamava ad andare in otto direzioni diverse tutte insieme? La vostra domanda è giusta proprio come lo fu la mia.

Ø Satana sapeva che continuando a farmi andare a tutto vapore, diviso in molte direzioni, guidato da me stesso, sarei presto diventato inefficace... disperso... e, magari, avrei distrutto me stesso... la famiglia... il ministero.

Sottomissione e obbedienza: la necessità di capire

Dobbiamo renderci conto che

è la sottomissione è totale,

è l'obbedienza è relativa.

L'insubordinazione è sempre sbagliata; ma posso avere un atteggiamento sottomesso senza obbedire in ogni caso.

è La sottomissione è un atteggiamento;

è l'obbedienza è condotta. Vi suona familiare?

Dalla nostra considerazione dell'illegalità, abbiamo sottolineato che

è la ribellione è un atteggiamento, mentre

è il peccato è condotta.

Vi sono due avvenimenti nella vita della Chiesa primitiva che focalizzano proprio questi due punti.

1. In Atti, al capitolo 5, leggiamo il racconto dell'arresto degli apostoli da parte delle autorità ebraiche, perché avevano insegnato e predicato Gesù.

- Il Sommo Sacerdote ricordò ai prigionieri che già avevano ricevuto il comando di non predicare "nel Suo nome".

- Ma la risposta di Pietro fu: "Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini."

- Qui è mostrato un atteggiamento sottomesso e tuttavia una posizione ferma in ciò che egli considerava giusto nella propria situazione particolare. Potrebbe aver detto: "Non vorrete dire a noi cosa dobbiamo fare. Siamo noi i santi di Dio, gli unti. Non obbediamo ad altri che a Lui!"

Il risultato dell'atteggiamento sottomesso di Pietro davanti al Concilio risulta evidente nella decisione di Gamaliele:

- "... Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare: se infatti questo messaggio e quest'opera sono umane, saranno ridotte a niente. Ma se viene da Dio, non potete ribaltarlo: a meno che non vogliate ritrovarvi a combattere contro Dio... E quelli seguirono il suo parere." L'incidente ebbe termine senza ulteriori discussioni.

- Ma se Pietro avesse assunto un atteggiamento di sfida, quell'udienza avrebbe potuto diventare l'inizio di una insurrezione.

2. Più avanti negli stessi Atti 23, troviamo Paolo davanti a un tribunale con più o meno lo stesso tipo di accusa. Al primo versetto

- Paolo aveva fatto un rilievo, interpretato dal Sommo Sacerdote come insubordinazione. Fu dato l'ordine di dare a Paolo uno schiaffo sul viso. Ma sentite la spiegazione di Paolo:

- "Fratelli, non sapevo che egli fosse il sommo sacerdote: perché sta scritto: Non parlerai male del governatore del tuo popolo."

Paolo scelse la via della sottomissione. E in realtà egli era "sottomesso" all'autorità, e questa posizione è proprio quella che spezza qualsiasi ribellione che possa ancora cercare di manifestarsi.

- Paolo, Pietro, Giovanni: tutti questi uomini hanno affrontato il problema della ribellione e dell'obbedienza proprio come noi, e lo hanno risolto esattamente allo stesso modo in cui noi dobbiamo risolvere il nostro.

Tre indicatori per decidere quando e come

Abbiamo già stabilito che:

è la sottomissione è totale e assoluta, mentre

è l'obbedienza è relativa.

Abbiamo tre indicatori che ci aiutano a decidere "quando" ..."fino a che punto"... "perché no."

1. Il primo e più importante è la Parola di Dio;

2. il secondo la voce di Dio (il ministero dello Spirito Santo);

3. il terzo, l'autorità che Dio ha posto sopra di noi.

Non dimenticate mai qual è il primo: sia la voce che l'autorità vanno misurate in base alla Parola di Dio.

I campi dell’autorità

Vi sono poi tre campi nei quali viene esercitata l'autorità:

1. il regno spirituale, (che include pastori, anziani e guide del gruppo di preghiera);

2. la casa (mariti, mogli, genitori); e

3. le autorità civili.

La domanda che dobbiamo porci quando decidiamo cosa fare riguardo agli ordini che riceviamo in questi tre campi è:

Ø "É illegale... immorale... non conforme alla Scrittura?"

Ø Possiamo, e dovremmo essere in grado di assumere un atteggiamento sottomesso e dire: "Mi sottometto a te fino a questo punto, ma non posso fare quello che mi chiedi."

Tuttavia possiamo mettere la scarpa nel piede sbagliato e finire per rifiutare di sottometterci, non tanto perché la richiesta comporti qualcosa di immorale, illegale o non conforme alla Scrittura, ma a motivo della ribellione che risiede in noi.

Ø In una certa famiglia i genitori possono trovare che sia necessario dire: "Maria, stai frequentando 27 incontri di preghiera la settimana. Crediamo che per il bene dello studio... della salute,,, delle cose a casa, dovresti sceglierne cinque e lasciar perdere gli altri ventidue."

Ø Immediatamente si alza il grido: "I miei genitori non vogliono che io sia cristiana. Cercano di impedirmi di camminare con Dio!" C'è un ribelle in questa risposta?

Ø Vorrei anche chiedervi: c'è differenza tra un marito che chiede alla moglie di andare a pescare con lui, e quello che voglia essere accompagnato ad un film pornografico? Sì, ma non è necessario essere super-spirituali per considerare l'una e l'altra richiesta.

- Una moglie potrebbe sentire, riguardo alla prima richiesta, che preferirebbe assai restare a casa a leggere o a studiare. La pesca può sembrare una totale perdita di tempo. Ma Pietro ha avvertito: "Mogli, adeguatevi ai piani di vostro marito." (Traduzione letterale di 1 Pietro 3,1).

- Acconsentendo, anche se mettere i vermi all'amo o togliere i pesci da quello stesso amo non corrisponde esattamente all'idea che ella ha del divertimento, farà sì che la moglie trovi vera gioia nel restare su quella barca e dire: "Signore, voglio che Tu sappia che non farei questo per nessun altro al mondo, se non per Te."

- Quanto alla seconda richiesta, una moglie può, col suo stesso atteggiamento, aggiustare la scena dicendo: "Giovanni, lo sai che ti amo e che sono una moglie sottomessa. Ma, a parte questo, non posso andare a vedere quel film." Pochissime persone "in autorità" si approfitteranno di un atteggiamento veramente sottomesso. Qualcuna forse, ma pochissime.

D'accordo, ciascuno di noi ha il diritto di "tirare la linea." Ma ciascuno di noi è anche ritenuto responsabile per averla tirata il più lontano possibile da ogni tendenza alla ribellione.

Ø Non vi è un comando nella Scrittura che dica: "Non devi andare a pescare," ma ce n'è invece uno che dice: "Astieniti dal fare il male."

Guardatevi dal permettere ad uno spirito ribelle di essere lui a tirare la riga. Imparerete così ad ascoltare le direttive di Dio in ogni decisione.

LE PROMESSE

"Chi ha orecchi per intendere, intenda..." ha detto Gesù (Mt 11,15). Che voleva dire? A tutti sono state date orecchie come corredo standard: perché allora alcuni ascoltano e altri no?

Ø Stiamo parlando di menomazione spirituale, non fisica, e la risposta è proprio quella parola che ci siamo messi davanti: OBBEDIENZA.

Quando Dio ci parla del Suo amore e del Suo desiderio di riportarci nella giusta relazione con Lui come Padre, abbiamo la scelta di accettare o di rifiutare quell'offerta.

Ø Una volta che accettiamo diventiamo membri della Sua famiglia, e veniamo automaticamente iscritti alla Scuola dell'Obbedienza. Ci viene data una capacità nuova di obbedire, assieme alla natura nuova che ha in sé il desiderio di obbedire.

Ø Da quel momento in poi, siamo in grado, se lo vogliamo, di ascoltare la Sua voce. La Sua Parola è messa a nostra disposizione perché ne riceviamo istruzione: lo Spirito Santo è stato reso disponibile per noi per l'amicizia e la guida; l'autorità poi è sempre presente, poiché nessuno è esentato dalle regole terrene.

Presto possiamo diventare talmente sensibili al comando di Dio che le nostre orecchie coglieranno anche il Suo più leggero sospiro.

Ø E proprio come una madre regola il proprio orecchio in modo da cogliere nel pianto del suo piccino le sue necessità, anche noi possiamo cogliere, in ogni circostanza della vita, la SUA presenza.

Ø E come un medico ascolta i suoi pazienti quando parlano dei sintomi, mentre cerca di diagnosticare la causa del disturbo, anche noi possiamo imparare a capire cause e cure all'interno di noi stessi.

L'altro lato della questione "ascolto" è che possiamo rendere talmente insensibile il nostro apparato uditivo che quanto riceviamo "entra da una parte per uscire dall'altra".

- Un giorno mi trovavo in ufficio all'esterno del quale si stava costruendo un edificio... venivano accatastati materiali... il rumore era assordante. Chiesi alla centralinista:

- "Come puoi sopportare quel rumore laggiù?" E la sua noncurante risposta fu: "Che rumore?"

- Una simile condizione può esser chiamata: "Indurimento dei timpani"! Non è meraviglioso come la natura si adegui all'ambiente circostante?

Ø C'è anche un adeguamento che si adatta alla percezione spirituale. Quando "spegniamo l'apparecchio d’ascolto", e poi Dio parla tramite la Sua Parola, il Suo Spirito o l'autorità delegata, si evidenzia lo stesso risultato...: "Che ordine?"

Il rifiuto continuo di obbedire ai Suoi comandi indurirà i nostri timpani al punto che non saremo più capaci di ascoltare ciò che Egli dice... di vedere ciò che sta facendo... e, magari, questo può chiudere il nostro spirito e impedirGli di entrare.

è Accogliere in noi uno spirito ribelle dà come risultato ultimo quello che abbiamo voluto definire come:

è IL GRANDE PECCATO, del quale ci ha avvertiti David nel Salmo 19,13.

Che Dio ci aiuti a capire che non vi è invenzione umana che possa sostituire o rendere inutile il piano stabilito all'origine dal Creatore.

Che Egli ci aiuti, poi, quando cerchiamo di capire ed accettare quei piani.

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:08
Capitolo Sesto LO SPIRITO DI OBBEDIENZA, ovvero: IMPARIAMO A OBBEDIRE

Capitolo Sesto

LO SPIRITO DI OBBEDIENZA, ovvero:

IMPARIAMO A OBBEDIRE

 

Una breve revisione

Una volta ero alla guida di un seminario d’insegnamento, e cominciai a preoccuparmi riguardo a quanto stavano "ricevendo" i seminaristi. Presentando al Signore il mio problema, Gli suggerii: "Dio, mi piacerebbe davvero fare un esamino a questi studenti!" La risposta mi giunse immediata:

Ø "Tu insegni, Io esamino!" E potete star certi che è proprio ciò che ha fatto: ma potete essere ugualmente certi che esaminerà ciascuno di coloro che hanno comunicato agli altri questi insegnamenti sull'obbedienza.

Per prepararci a quest’eventualità, presento qui alcune osservazioni per una revisione. Ricordate: La Parola di Dio è il seme, e il Suo insegnamento ha lo scopo di produrre una crescita. Saranno necessarie dieci volte? Sessanta? O cento...

è L’ILLEGALITÀ è uno spirito: infetta ed invade sia i cristiani, sia la gente "del mondo".

è IL GRANDE PECCATO è la ribellione: è un atteggiamento che insorge all'interno di una persona:

1. nelle circostanze della vita,

2. sotto il trattamento di Dio.

è I COMANDAMENTI sono istruzioni specifiche, date da qualcuno in autorità, e ci si aspetta l'obbedienza.

è SOTTOMETTERSI o RESISTERE? Si tratta di una scelta individuale. Chi resiste, giudica se stesso "un ribelle".

è IL RIBELLE cerca di trovare la colpa nell'autorità che sta sopra di lui per poter avere una scusa e non sottomettersi.

è LO SPIRITO nel quale una persona accetta e obbedisce all'autorità è d’estrema importanza.

è DIO RIVELA la misura della nostra ribellione mettendo l'autorità sopra di noi: che si tratti di un insegnante di pianoforte... di un genitore... o di un pastore...

è L'OBBEDIENZA non è automatica: É un'arte che si impara. Inoltre, il desiderio di obbedire non è obbedienza.

è L'AUTORITÀ DELEGATA, civile o spirituale, sta come un punto interrogativo nella prova della ribellione.

è DIO CI BENEDICE O CI AFFLIGGE con l' "autorità delegata" secondo i nostri bisogni.

Passiamo ora dalla revisione dei fatti fondamentali al regno supremo dell'obbedienza:

Ø il regno di ciò che non può essere imposto. É proprio in questa stratosfera che l'uomo trova le gioie più profonde dell'amicizia col Signore. Proprio qui sta la bella relazione di cui Gesù ha parlato in Giovanni 15,16 e 17... siamo una cosa sola con Lui e col Padre.

CIÒ CHE NON PUÒ ESSERE IMPOSTO

Un esempio - Forse l'esempio di una famiglia potrà aiutarci ad afferrare qualcosa riguardo all’ espressione: "Ciò che non può essere imposto", applicata all'obbedienza.

Ø Da settimane la nostra famiglia progettava una vacanza. Desideravamo fare un lungo viaggio di piacere attraverso territori a noi sconosciuti, ed avevamo fatto il progetto segnando con cura sulle cartine le fermate di piacere. Le aspettative erano grandi, ma con l'avvicinarsi del momento della partenza i molti dettagli che richiedevano attenzione arrivarono quasi al punto di spegnere le attese.

Ø Preparandoci per la partenza mattutina, nel fare gli ultimi accurati controlli ci ritrovammo di umore depresso e quasi troppo sfiniti per renderci conto che finalmente stavamo iniziando il viaggio.

Ø Nella speranza di risvegliare l'interesse, mi misi dietro la ruota della macchina ed esclamai, con voce un po' arrabbiata: "Benissimo, ragazzi! Ora stiamo per partire per le vacanze. Cominciate a divertirvi!!!" Parlami di una tonnellata di mattoni!

Oppure, prendiamo la faccenda dell'amore. Provate a dire: "Amami! oppure..."

Ø Tutti sappiamo che non si può costringere o forzare l'amore. Né si può comprare. Non potete far niente, perché l'amore non può essere costretto. Ricordate che Dio spesso non può fare leggi da imporre, in alcuni campi. Può rivelare dei principi, ma non forzare l'obbedienza.

è Lo spirito di obbedienza è quando l'uomo obbedisce in campi nei quali non può essere costretto.

La sola compiacenza esteriore – Molti di noi conoscono la storia del bimbo al quale fu prima chiesto... poi ordinato... di sedersi sul seggiolone per non cadere.

Ø Finalmente, acconsentendo con riluttanza, egli rispose: "Ma dentro di me sto ancora in piedi!"

Ø Tutti abbiamo sperimentato, in momenti o situazioni determinate, questa compiacenza esteriore... abbinata ad una resistenza interiore.

Ø Ci rendiamo conto della necessità di avere in noi il desiderio... la volontà ... l'atteggiamento che faccia dell'obbedienza un'obbedienza vera nel senso più alto della parola. Ed è proprio questo che Dio sta cercando nei Suoi figli.

Esiste anche l'accostamento legalistico all'obbedienza. Ricordate la dichiarazione dell'uomo "sicuro", che venne da Gesù per chiederGli cosa doveva fare per ereditare la vita eterna? Volle precisare a Gesù che egli aveva osservato tutti i comandamenti sin da quando era giovane. Con la stessa precisione Gesù gli rispose che

Ø c'era ancora una cosa che mancava (Lc 18, 18-24). Quella "cosa" unica era nel regno che non prevede costrizioni: dare e vivere come ha vissuto Gesù: "Vendi tutto quello che hai... dallo ai poveri... poi vieni e seguimi."

- Quando avevo l'ufficio di pastore si poteva vedere uno spirito legalistico nelle offerte. Se la donazione della decima era registrata alle cento lire (25.500, quando l'entrata era di 205.000), era evidente la tendenza a compiacere Dio mediante l'osservanza delle Sue leggi.

- Ma chiunque cammini solo secondo la legge si trova nei guai: nessuno può trattenere una persona dai desideri sessuali, anche se può non commettere adulterio; nessuno può impedire ad un altro di arrabbiarsi, anche se verrà osservato il comando: "Non uccidere."

- Inoltre, mettere la priorità sull'esatta obbedienza alla lettera della legge non potrà mai costituire un sostituto allo spirito che Dio desidera in noi.

Non possiamo piacere a Dio osservando la legge: possiamo piacere a noi stessi, e presentare una buona facciata alla società, ma questo produce morte allo spirito che Dio sta cercando di coltivare in noi.

Ø Nel cuore di Gesù c'era qualcosa che può essere anche nostro. Egli voleva fare la volontà del Padre... e desiderava farla in ogni circostanza della vita.

Ø Vorrei dire che anche per me è sempre stato così. Talvolta è stata una gioia, specialmente durante un incontro in cui lo Spirito di Dio Si stava movendo. Ma mettetemi da solo, senza nessuno intorno... il peso delle pressioni su di me... allora è un po' più difficile!

Il raggiungimento di uno spirito d’obbedienza è opera dello Spirito Santo. Dio ha detto: "Verrà un giorno in cui scriverò le Mie leggi nel vostro cuore." (Eb 8,10). Si tratta di un'esperienza spirituale.

REGNI SENZA REGOLE

La libertà che Dio ha dato all’uomo – Volete unirvi a me nel tuffo verso il regno interiore, nel regno che porta l'insegna: "Solo su invito"? Nessuno, neppure Dio, può meritare l'ingresso in questo regno. L'uomo è stato fatto agente morale libero, e gli è stato dato

Ø il privilegio di aprire la porta all'opera dello Spirito Santo; ma egli può anche tenerla chiusa. Col privilegio arriva anche la responsabilità.

Far entrare Dio – Vorrei leggere due versetti della Scrittura che contengono l'invito necessario per permettere a Dio di entrare in questo regno interiore e di cominciare a fare la Sua opera.

Ø Ma attenti ora... non pronunziate queste petizioni in preghiera finché non volete, non solo che Lui entri, ma che vi prenda residenza! Egli non solo deve essere presente, ma devono esserGli lasciate le redini libere, perché possa compiere in noi gli scopi che desidera.

"Ti siano accette le parole della mia bocca e le meditazioni del mio cuore; Signore, mia forza e mio redentore." (Sal 19,14).

"Scrutami o Dio, e conosci la condizione interiore del mio cuore; mettimi alla prova (metti qualcuno sopra di me, e Ti farò vedere quanto sono sottomesso) e conosci i miei pensieri: vedi se in me vi sono vie cattive e guidami sulla via dell'eternità." (Sal 139, 23-24).

È un atteggiamento - State cominciando ad afferrare le implicazioni che l'obbedienza è un atteggiamento... che non è in primo luogo una questione di condotta? Lo vedete che Dio non si accontenta di una semplice osservanza esteriore dei comandamenti?

Ø Gli atti diretti d’obbedienza non sono intuitivi. Quando giungiamo alla nuova nascita, rigenerati dallo Spirito Santo, ci viene dato il desiderio di obbedire.

Ø Tuttavia c'è una differenza notevole tra il desiderio di fare la volontà di Dio e la capacità di farla! Ma una volta immesso il desiderio, lo scopo di Dio diventa quello di portarci ad essere capaci di fare la Sua volontà.

- Siete d'accordo con me che qualche volta, nel corso della vita, vi siete ritrovati a fare qualcosa senza sapere come procedere? Ci sono stati periodi in cui avrei voluto essere un buon padre, senza sapere come fare. Altre in cui avrei voluto essere un buon marito, senza riuscirci. Altre ancora in cui avrei voluto essere un bravo falegname, mentre tagliavo un'asse per tre volte, per scoprire che era ancora troppo corta! Volevo fare quella cosa, senza sapere come!

Pensieri e Parole

"Le parole della mia bocca" – Da questa frase del Salmo 19,14 consideriamo ora un campo nel quale si rivela lo spirito interiore dell'uomo.

Ø Una volta Gesù ha detto: "...da ciò che abbonda nel cuore la bocca parla" (Lc 6,45). Quanto danno è stato fatto dalle parole della mia bocca!!! Tre campi nei quali ci troviamo nei guai a causa di questo mezzo d’espressione sono:

1. LA MORMORAZIONE: che di solito è contro Dio. I figli d’Israele vi si dedicavano molto... "Non capisco perché Dio ci abbia portati quaggiù nel deserto... moriremo tutti... e sarebbe meglio, comunque, tornare in Egitto." Forse siamo più abituati ad ascoltare questo tipo di risposta: "Pago la decima... ogni domenica vado in Chiesa..."

2. LA CRITICA: Questa è diretta per lo più contro i compagni di fede: "Cantano troppo a lungo … a voce troppo alta … perché hanno acceso il condizionatore? … le camicie rosse non vanno bene in chiesa…"

3. LE LAMENTELE: Sono cugine di secondo grado dello spirito di critica. Non è difficile sviluppare uno spirito di lamentela, una volta che ci intratteniamo nella critica. Siete mai usciti di casa, un giorno, e tutto vi sembrava rosa, fin quando non vi siete imbattuti in una persona che sa solo lamentarsi? Non vi ci è voluto molto per cominciare a chiedervi come avevate potuto pensare che tutto andasse bene!

Ø Ricordate che non vi sono regole che possano governare lo spirito che si proietta nella mormorazione... nella critica... nelle lamentele.

"Le meditazioni del mio cuore" – Sono l'altra frase del Salmo 19,14, che inoltre dice: "É proprio qui che nascono e vengono alimentate le "parole della mia bocca."

Ø La parola "meditazione" è bella e significa, alla lettera, "rimuginare." É la stessa parola usata quando si parla di un bovino che rumina, "rimugina", e dà l'idea di un qualcosa che è stato inghiottito, che viene riportato su per essere goduto ancora una volta.

Ø In un incontro ascoltiamo qualche verità nuova: poi, tornando a casa, la riportiamo alla mente e ce la ritroviamo al mattino successivo al risveglio.

Ø Ma c'è un ciclo inverso al vantaggio di rivivere una verità nuova: C'è quella ragazza graziosa che mi stava davanti ... immergo la sua immagine nei profondi recessi dei miei più intimi pensieri... e prima che me ne renda conto, eccola di nuovo a galla.

Ø Quello che spingo giù ha modo di risalire a galla e di ripresentarsi alla mia mente.

Ø É un campo privo di regole, ed è proprio qui che Dio vuole entrare per fare un'opera di pulizia completa. Marco 7, 21-23 ci dice: "Dal cuore procedono... i cattivi pensieri... l'avidità... l'inganno... l'orgoglio."

LA GUERRA E LE ARMI

Siamo in guerra! Vi rendete conto che siamo tutti attivamene impegnati in una vera e propria guerra spirituale? Siete consapevoli di quali siano i nemici... e di come Dio ha provveduto, perché noi potessimo combattere questa battaglia? Ci saranno qui d'aiuto due passi della Scrittura:

2 Corinzi 10, 3-6:

"In realtà, noi viviamo nella carne (il corpo fisico terreno) ma non combattiamo secondo la carne. Infatti, le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di abbattere le fortezze: (abbattere tutti i pensieri e gli intenti del cuore... tutte queste immaginazioni possono essere messe sotto controllo!). Distruggendo i falsi ragionamenti e tutto ciò che si oppone orgogliosamente (ogni cosa alta) alla conoscenza di Dio, e rendendo ogni pensiero prigioniero dell’obbedienza a Cristo (oppure, affinché ascoltiamo in sottomissione a Cristo... che sia Lui a regnare sulle nostre facoltà mentali), essendo pronti a punire ogni disobbedienza."

L’inizio dell’opera correttiva di Dio - Quando sarà possibile a Dio "occuparsi" di quelle persone e circostanze che ritenete siano la causa dei vostri guai?

Ø Solo quando avrà avuto la possibilità di occuparsi (nel senso di correggere e risolvere) le meditazioni del vostro cuore... quando le parole della vostra bocca saranno l'espressione di un cuore purificato...

Ø Solo allora Dio potrà cominciare a "correggere" quel pastore... quel genitore... quel marito e quella moglie che pare siano il vostro blocco stradale.

Mi ha fatto tanto bene imparare che non appena riesco a permettere che Dio Si prenda cura di ME, Egli è poi in grado di cambiare le circostanze e le persone, là dove è necessario.

Anche 2 Timoteo 2, 24-26 getta luce su questa battaglia:

"Il servo del Signore non deve essere litigioso, (con la donna che mi lavorava accanto, anche se preleva il caffè dalla caffettiera senza rimettercene altro, ed occupa il mio posto-macchina quando al mattino viene a lavorare), ma gentile con tutti, atto ad insegnare, paziente, mite, che istruisce coloro che si oppongononella speranza che Dio conceda loro il pentimento e riconoscano la verità; e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha imprigionati perché facessero la sua volontà (questo è ciò che potremmo chiamare un prigioniero spirituale di guerra)."

Prigionieri di guerra - Riuscite a vedere che esistono i prigionieri spirituali di guerra? I "catturati"... gli intrappolati per incidenti e le fatalità?

Ø Il prigioniero spirituale di guerra è colui che viene tenuto schiavo dalla condizione del proprio cuore. Può parlare di gioia ... gridare più forte e studiare più di chiunque altro... ed essere prigioniero di uno spirito interiore che gli impedisce la gioia e la libertà vere.

Ø La persona che si rifiuta di permettere a Dio di correggere in lui quei campi dove non esistono regole, non conoscerà mai la liberazione da quella cupidigia che gli fa desiderare di rubare... non sperimenterà mai la libertà da quell'occhio bramoso che fa del comando: "Non commettere adulterio" una barriera al vero compimento della nostra nuova natura che Dio ci ha dato.

Da quando ho cominciato a sperimentare una misura di questa libertà nello spirito d’obbedienza, ho scoperto che non parlo più a briglie sciolte come prima.

Ø Più mi assoggetto a questo spirito, meno ho da dire. Non c'è più bisogno di stare alla pari con i bugiardi, né di raccontare frottole: "Ho preso un pesce di 7 chili..." Scompare tutto il bisogno di gloriarsi e vantarsi!

Come assicurarci la libertà, dopo esser stati prigionieri spirituali di guerra?

Ø Non certo per mezzo del potere umano. Dio non ha mai inteso che vivessimo la nostra vita secondo quel metodo: se ci proviamo, Dio ci condurrà attraverso la Scuola del Fallimento. E mentre lo guarderemo dalla nostra posizione di sconfitti, Lo sentiremo dire: "Se verrai per la Mia via, troverai la risposta. La Mia via ha in sé la capacità di cui hai bisogno: la capacità dello Spirito di Dio."

La sola via - Vi siete resi conto che il cristianesimo è la sola via che vi dice cosa fare e che poi vi dà la capacità di farlo?

MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 18:09

INCONTRO E ABILITAZIONE

La fonte della potenza – Per esaminare più da vicino la fonte della potenza di cui Dio ci ha dotati, leggiamo Romani 8, 9-15:

09. "Voi però non vivete nella carne, ma nello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. (Paolo fa poi una dichiarazione che potrebbe esser messa tra parentesi). Ma se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non Gli appartiene.

10. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato; ma lo Spirito è vita a causa della rettitudine.

11. Ma se lo Spirito di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Gesù dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo dello Spirito che abita in voi.

12. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne, per vivere secondo la carne.

13. Poiché se vivrete secondo la carne morirete; se invece, tramite lo Spirito, mortificherete le azioni del corpo, vivrete.

14. Tutti quelli, infatti, che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.

15. E voi non avete ricevuto uno spirito che vi rende schiavi, che vi fa di nuovo vivere nella paura; ma avete ricevuto lo spirito di adozione, per mezzo del quale gridiamo: Abba, Padre!"

"LO SPIRITO DI CRISTO" - Mentre leggevo questo libro di Andrew Murray, mi si è fatta viva dentro una bella distinzione del ministero dello Spirito Santo. Uno studio accurato del brano di Scrittura riportato qui sopra rivela una differenza nell'opera dello Spirito Santo.

Ø Si tratta dello stesso Spirito, MA: lo Spirito di Cristo e lo Spirito di Dio hanno un ministero diverso. Sappiamo che Dio non spreca le parole, né le usa a sproposito; possiamo quindi procedere su questa certezza.

Ø Quando per la prima volta incontriamo "Gesù – Persona", Lo incontriamo come

1. Agnello di Dio: "Ecco l'Agnello di Dio, venuto a togliere i peccati del mondo" (Gv 2,29).

2. Battezzatore nello Spirito: "...Egli è Colui che battezza nello Spirito Santo" (Gv 1,33).

Quando incontriamo Gesù quale Agnello di Dio, siamo rigenerati e lo Spirito Santo scende a fare un'opera nella nostra vita. Assumiamo la natura di Cristo (Egli mi impartisce una natura nuova).

- Con quella natura giunge nel mio spirito un grido fortissimo che dice: "Signore, voglio fare la Tua volontà!" Scopro così che ora ho il desiderio di fare la volontà di Dio, ma mi sfugge il modo in cui posso assicurarmi la capacità di farla veramente.

Lo Spirito Santo in Gesù

Considerate Gesù a dodici anni: sta nel tempio e parla ai saggi di quell'epoca. Quando Sua madre Lo rimprovera per aver indugiato nel tempio anziché ritornare a Nazareth con la famiglia, Egli dice:

Ø "Madre, ma non capisci? Qualcosa in Me sta operando per dirMi che Io devo fare le cose di Mio Padre."

Dopo molti anni di silenzio, ecco Gesù che arriva al Giordano per essere battezzato da Giovanni Battista: sta per essere lanciato nell'opera di obbedienza, nel compimento del Suo ministero.

Ø Mentre Egli sta nel Giordano, Dio parla a Giovanni e gli dice: "Colui sul quale vedi scendere lo Spirito di Dio..."

Ø Capite che lo Spirito di Cristo stava nell'acqua (cioè la natura di Cristo);

Ø ma lo Spirito di Dio scende su di Lui. E non appena Egli esce dall'acqua, dice:

"Lo Spirito del Signore è su di Me... per liberare i prigionieri... per aprire gli occhi ai ciechi... per guarire i malati..."

Ø É lo Spirito di Cristo a darvi la vita. Porta con Sé il desiderio che Dio ci ha reso possibile fare la Sua volontà, ed ha provveduto in proposito (Filippesi 1,19).

Ø Ma poi sul credente scende lo Spirito di Dio e lo rende capace di fare quella volontà di Dio che gli è nata dentro.

Lo Spirito ricevuto da Paolo – e da noi …

Considerando la vita dell'Apostolo Paolo, mi sono chiesto:

Ø "Dio, che aveva mai quell'uomo che gli permetteva di essere lapidato, gettato fuori dalla città, e poi poteva rialzarsi e, ferito e battuto, tornare immediatamente nella stessa situazione?

Ø Non aveva solo il desiderio di fare la Tua volontà, ma anche la capacità di farla!"

Ø In seguito ho scoperto che Dio, non solo aveva dato a Paolo il potere di fare questo, ma aveva messo lo stesso potere a disposizione di tutti noi. Atti 1,8 ci dice: "E sarete Miei testimoni, dopo che la potenza dello Spirito Santo sarà discesa sopra di voi."

L'ingresso nel Regno e la capacità di progredire nella vita del Regno sono entrambe opere dello Spirito.

Ø Lo Spirito di Cristo ci porta una natura nuova e poi

Ø lo Spirito di Dio scende su di noi per dare energia a quel desiderio che in noi grida di voler fare la volontà di Dio. Eleva il desiderio al regno dell'attualizzabile, dell'agibile, di ciò che può essere compiuto.

Ø L'accento non è più solo sul nostro voler fare la volontà di Dio, ma sul farla effettivamente. Molte persone vogliono sinceramente fare la volontà di Dio, ma ne manca loro il potere.

Ø Battezzati nello Spirito - Nelle istruzioni di Paolo ad una delle Chiese primitive, riguardo a questo potere fornito da Dio (I Cor 14,2 e 4), troviamo la conferma di questo principio che ce ne rende capaci. Vi prego di cercare di capire che

il Battesimo nello Spirito Santo NON era allora (e non lo è neppure oggi) in primo luogo uno "strumento di potenza." Questo dono inestimabile non va considerato SOLO come un qualcosa che ci dà la capacità di "fare segni e miracoli." La include, è vero, ma in esso vi è molto di più!

Ø Il Battesimo nello Spirito Santo è quell'unzione che ci dona la capacità di fare la volontà di Dio. Ci è stato dato per metterci in grado di far fronte alle richieste del Padre! Il mio Padre celeste mi dice:

Ø "Vai a parlare in Nuova Zelanda!" La mia risposta a quel comando è: "Dio, non posso farlo. Non so cosa dire!" Ma viene la Sua rassicurazione: "Sarò con te. Il Mio Spirito sarà su di te e Io ti darò l'unzione per fare tutto ciò che ti ho richiesto."

Pregare in "nello Spirito"

Ascoltiamo ancora Paolo mentre parla di ciò che Dio ha provveduto per noi affinché potessimo assicurarci questa potenza (1 Cor 14, 2):

"Perché chi parla in una lingua sconosciuta non parla agli uomini, ma a Dio: infatti nessuno lo capisce, mentre nello Spirito egli dice cose misteriose."

Ecco la preghiera in "altre lingue" che sale dall'intimo del figlio di Dio. Essa giunge fino al trono di Dio, ed è una preghiera che io non oserei mai dire, se pregassi nella mia lingua.

Ø Può darsi, infatti, che io dica: "Dio, non vedi questa bocca ribelle che non vuole sottomettersi? Ti prego, Signore, fa’ qualcosa in proposito!" Probabilmente non avrei mai il coraggio di fare una richiesta simile di mia spontanea volontà.

E ancora (versetto 4):

"Chi parla in una lingua sconosciuta edifica se stesso..."

É egoistico essere "edificati"? Logicamente no, anzi, è necessario. É possibile che vi si chieda di aiutare gli altri, e che invece voi stessi abbiate tanti problemi da non poter aderire? Quando ho imparato a pregare nello Spirito, questo mi mette in grado di alzarmi e fare ciò che Dio mi ha chiesto.

Ø Perché mai Gesù è stato battezzato nello Spirito? Ecco la risposta: "Lo Spirito del Signore è su di Me per liberare i prigionieri... aprire gli occhi ai ciechi..."

L'oggetto qui è l'unzione, quella capacità cioè di fare ciò che Dio comanda.

DODICI PASSI SU QUESTA STRADA

Prima di mettere a fuoco ciò che Dio ha provveduto per metterci in grado di fare la Sua volontà, dovete notare che Egli non ci chiede mai qualcosa per la quale non ci abbia prima dato l'unzione.

Ø Leggiamo attentamente quell'unica frase che accompagna le gesta miracolose di questi giganti della fede:

è Ma lo Spirito di Dio scese su Gedeone ...

è Lo Spirito di Dio scese su Abramo...

è Lo Spirito di Dio scese su Sansone...

è Lo Spirito di Dio scese su Paolo...

è Lo Spirito di Dio scese su Pietro..."

è Quello stesso Spirito viene riversato su ogni generazione perché possa far fronte alle richieste del Padre.

1° – La nostra esperienza iniziale la chiameremo rigenerazione, o salvezza, nuova nascita...

Incontriamo l'Agnello di Dio, e

- la nostra abitazione interiore viene ripulita...

- riceviamo una natura nuova che si chiama lo Spirito di Cristo e che è la stessa natura di Gesù (Gv 1,20).

2° – Il Battesimo in acqua – Secondo il Nuovo Testamento a quell'esperienza dovrebbe seguire il battesimo in acqua,

- per la liberazione dall'uomo vecchio e la nascita dell'uomo nuovo (Atti 2,38).

3° – Poi riceviamo il battesimo dello Spirito Santo, cioè

- lo Spirito di Cristo che ci mette in grado, se capito ed usato nel modo giusto, di fare la volontà di Dio.

- Ci muoviamo nel regno del "Desidero fare" per scoprire che Dio ci ha concesso di "poter fare" (Atti 2,30).

4° – Il dono delle lingue – Capite e fate vostra la capacità di

- adorare e lodare in altre lingue.

- Mantenete libera e scorrevole la vostra volontà, perché lo Spirito di Dio ci è dato per edificarci, costruirci (I Cor 14,2;4).

5° – Imparare una nuova disciplina – Riconoscete che

- l'obbedienza, come la sottomissione, è una disciplina.

- É qualcosa che si impara, e non viene spontaneamente (Eb 5,8).

6° – Affrontate un giorno alla volta. – Riconoscere i propri limiti.

- Non arrivate mai al punto in cui sentite di poter dire: "Gloria a Dio. Guardate questo servo obbediente!"

- Sarebbe un chiedere guai!

7° – Ascoltate attentamente ogni istruzione. Controllatela con le vostre tre guide:

- la Parola di Dio, lo Spirito e l'autorità sopra di voi.

- Chiedete una "ripetizione" se lo ritenete necessario: Dio farà sempre onore ad una simile richiesta. (Isaia 50,4).

8° – Obbedite - Una volta ricevute le istruzioni, obbedite nel miglior modo possibile; e ricordate:

- il fallimento è parte della lezione. Talvolta ci può esser stato dato un compito che ci sovrasta, e quando ci muoviamo per obbedire scopriamo che è più di quanto riusciamo ad affrontare.

- Questa è l'occasione di Dio per venire ad istruirci con qualche "addestramento sul lavoro." Non esitate mai ad invocarLo quando vi imbattete in un ostacolo: è proprio ciò che Egli Si aspetta: che Lo supplichiate di intervenire in vostro aiuto. (Atti 26,19).

9° – Le nostre resistenze - Se avvertite in voi anche la più leggera resistenza interiore,

- accertatevi con cura di affrontarla, in modo che venga spezzata.

- Una volta incontrata quella resistenza interiore che si eleva contro la volontà di Dio, è vostra responsabilità riconoscerla e trattarla finché non sperimentate la pace. (Rm 6,17).

10° – Fate attenzione alle voci frettolose, urgenti, esigenti.

- Ogni cosa che abbia questa natura è sospetta. Ho notato che

- Dio inizia sempre in tempo utile affinché io arrivi al momento giusto nel posto giusto.

- Ogni volta che ho partecipato ad un programma precipitoso per Gesù, poi tutto è precipitato! Guardatevi dall'eccessivo zelo nell'obbedire, coltivate invece lo spirito di obbedienza. (Col 3,15).

11° – Importanza dell’atteggiamento - Ricordate che non è l'esperienza passata che conta, ma l'atteggiamento presente.

- Dio non permette mai che le obbedienze passate costituiscano una piattaforma per la continuazione dell'unzione.

- Quando verrà a cercare i "grappoli," non si accontenterà delle sole "foglie." (Rm 7,14).

12° – Esaminate il vostro stile di vita per scoprire

- se il vostro progresso consiste in una serie continua di fratture,

- oppure se siete stati spezzati da Dio e state camminando nell'umiltà e nell'obbedienza, mentre in voi cresce l'ascolto interiore e lo spirito che risponde (Sal 40,6).

Dio non ha mai previsto, né intendeva che la vita cristiana fosse una serie continua di "fratture" e di "crisi."

Ø Egli ha predisposto questi dodici passi affinché potessimo procedere con fiducia nella normale crescita da Lui ordinata.

Ø Mentre camminiamo con Lui in umiltà ed apertura e diventiamo sempre più sensibili, non solo al peccato, ma anche ad ogni accenno di ribellione, vedremo diventare sempre più stabile la nostra vita, ed avremo la gioia di salpare nelle acque aperte dell'amicizia.

L'amicizia con Dio e con i fratelli è lo scopo per cui siamo stati creati!

Quando siamo liberati dal Grande Peccato, ci ritroviamo a godere e a servire la Natura e lo Spirito di Obbedienza.

Ø Lo Spirito di Obbedienza, che opera nel profondo dello spirito umano, produce gioia e frutto nella vita cristiana di ogni giorno.

Ø É questa la libertà di cui Gesù ci ha parlato quando ha detto: "... Se continuerete nella mia parola, allora sarete veramente miei discepoli: conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi." (Gv 8, 31-32).

Il passaporto verso la libertà: è questo il risultato finale di chi riesce ad appropriarsi della Natura e dello Spirito di Obbedienza.

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