. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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8 Correzione e Cambiamento

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2012 11:47
30/01/2012 18:07

Capitolo Quinto LA NATURA DELL’OBBEDIENZA

Capitolo Quinto

LA NATURA DELL’OBBEDIENZA

 

La formula di Dio è ancora la stessa

Le Invenzioni del Ventesimo Secolo! Quale scatola di Pandora apre questo pensiero! Non c'è volo d’immaginazione troppo elevato… degradazione troppo bassa... né campo troppo vasto... e niente di troppo microscopico.

Ø Descrizioni come 'istantaneo,' 'automatico,' 'pronto,' sono etichette che accettiamo ogni giorno e sulle quali facciamo ricerche. Le cose 'istantanee' variano dal purè alla possibilità di rivedere un dettaglio di un avvenimento sportivo che potrebbe esserci sfuggito a colpo d'occhio.

Ø Le cose 'automatiche' le troviamo in ogni campo della vita quotidiana: la sola gamma delle macchine automatiche distribuisce più merce di quanto possiamo immaginare. E i prodotti 'pronti' coprono il semplice e il complesso: cogli la tua occasione! Senza dubbio l'Ufficio Brevetti è un grande affare!

Con questa vasta esposizione di originalità e creatività, com'è che Dio, l'Autore di entrambe le cose, arriva con uno strano meccanismo che continua a funzionare con la stessa vecchia formula di sempre?

Ø L'obbedienza, lo strano meccanismo in questione, non arriva bene imballata, e con nessuna delle etichette menzionate qui sopra. Dio ha disegnato quel tipo particolare di merce, e ne ha i diritti d'autore.

Ø Non è istantanea né automatica - Dio, quindi, non ha fatto in modo che l'obbedienza fosse una cosa istantanea. Alcuni si danno da fare perché pensano, erroneamente, che un giorno apparirà all'orizzonte una palla di fuoco o un terremoto. Di conseguenza essi saranno dotati, dall'alto, di una protezione esteriore che farà deviare da loro le frecce infuocate della tentazione, oppure sarà installato in loro un termostato interiore, che verrà regolato ad una certa temperatura... e quindi... niente di cui preoccuparsi! Ma Dio non ha mai stabilito che l'obbedienza fosse automatica.

Ø Né sarà possibile che quel tipo di lavoro possa esser svolto da quattro sogni... tre visioni... o due angeli. A meno che uno degli angeli non appaia con una tavola in mano. Quella potrebbe servire allo scopo, per un po' di tempo.

Qui non ci sono cose "pronte" o confezionate . Non si può far bollire l'obbedienza in un unico recipiente: aggiungere poi un pizzico di questo, un po' di quello, tanto digiuno, una certa quantità di preghiera: poi mescolare bene il tutto, metterlo nel forno dell'avversità per un periodo di tanto e tanto tempo, ed ecco, il risultato finale è l'OBBEDIENZA, risultato garantito ogni volta!

I PRINCIPI

Lo scopo di questo studio è stabilire dei principi, NON dei metodi. Innanzi tutto,

Ø come sapere se siamo obbedienti o disobbedienti?

Prendiamo come esempio Giovannino. A tre anni è il cocco di mamma. I due incontrano un'amica in drogheria, e questa nota la crescita notevole del bambino dal loro ultimo incontro. Le sue parole gentili suscitano nella madre il desiderio di mostrare le dolci disposizioni del figlio:

- "Giovannino, sorridi alla gentile signora!" Occhiata minacciosa del piccolo.

- "Tesoro, sorridi alla signora!" La seconda richiesta proviene da denti serrati, e lo sguardo del "tesoro" è ancor più torvo.

Vedete, Giovannino era così caro e gentile finché non gli è stato dato un ordine, un comando!

Ø Quando una delle mie figlie aveva l'età di Giovannino, ci è accaduto qualcosa di simile. Lei aveva messo un giocattolo sullo scaffale dei soprammobili della mamma. Cercai di farle capire che doveva togliere quel giocattolo da lì, che non doveva restare sullo scaffale.

- Dopo vari tentativi falliti con: "Tesoro, togli il giocattolo dallo scaffale," decisi che forse non sapeva cosa volessi dire. Allora presi la sua manina e la misi sul giocattolo, con la stessa richiesta. Ancora nessuna risposta.

- Cominciai a capire che lei era del tutto consapevole del mio desiderio, proprio come era certa del suo! Iniziai allora un'altra linea di attacco, che produsse urla di un "No!" ben definito.

Ribellione a tre anni? Posso aggiungere che circa quarantacinque minuti dopo ha tolto il giocattolo.

I comandamenti sono istruzioni specifiche. Vengono dati da qualcuno che ha autorità, e ci si aspetta che siano obbediti.

Ø Spesso la gente si spaventa alla sola parola "comandamento," e dice di non essere più sotto la legge... che ne risulterà una schiavitù... e che tra questi confini fa capolino il legalismo. Ciò che è necessario capire è che

Ø Dio Si è sempre aspettato che osservassimo i Suoi comandamenti.

Ø Non si tratta di considerare SE dovremo osservarli o no... ma di COME li osserviamo: lo spirito nel quale li accettiamo e obbediamo è importantissimo.

I "Comandamenti" nel Nuovo Testamento

La parola comandamento è usata 71 volte nel Nuovo Testamento, e qualcuno ha calcolato che ci siano oltre mille comandamenti nei libri dell'intera Bibbia. Questo vi rende l'idea di dove vogliamo arrivare?

Ø Per conoscere la volontà di Dio dobbiamo ricercare i Suoi comandamenti. Misurando attentamente le nostre risposte con gli stessi possiamo valutare fino a che punto obbediamo. Ad esempio:

"Se Mi amate osservate i Miei comandamenti..." (Gv 1,21).

"Chi trasgredisce anche a uno solo di questi comandamenti..." (Mt 13,21).

"Osservate i comandamenti che vi abbiamo dati..." (2 Pt. 3,2).

"La circoncisione non conta nulla... ciò che conta è osservare i comandamenti di Dio" (1 Cor 7,9).

"Se diciamo di amarLo, e non osserviamo i Suoi comandamenti ..." (Ap 22,14).

Ø Non vi sembra che il Signore stia mettendo la responsabilità sulle nostre spalle? Ed è proprio così!

I PROCEDIMENTI

Impariamo prima dal Vecchio Testamento – Attingendo da Isaia 50, 4-7, cerchiamo di indagare su alcuni aspetti dell'obbedienza e di trarre alcune istruzioni pratiche.

4. "Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché al momento giusto io sappia come parlare allo sfiduciato: ogni mattina risveglia il mio orecchio perché io ascolti come chi è erudito.

5. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio ed io non mi sono ribellato, né Gli ho voltato le spalle.

6. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che Mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.

7. Perché il Signore Dio Mi aiuterà, e perciò non sarò confuso; per questo ho reso la Mia faccia dura come pietra, e so che non avrò da vergognarmi."

Ø Questi versetti includono una profezia commovente che riguarda il nostro Signore Gesù Cristo. Ma come ha potuto imparare, Gesù, questa preziosa lezione? La risposta la troviamo in Ebrei 5,8:

Ø "Sebbene fosse Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che soffrì." Soffrire? Un programma di addestramento davvero non troppo eccitante, non vi pare?

L’obbedienza NON è un dono – Non sarebbe meraviglioso se l'obbedienza ci venisse assicurata come "dono"? Se io, o chiunque altro, potessimo impartire questa preziosa capacità, si formerebbe una fila lunga da qui alla "venuta del regno" di gente desiderosa di ricevere questo ministero particolare.

Ø Perché non riconoscere ed accettare, una volta per tutte, il fatto che Dio, Creatore e Fattore del Cielo e della terra, ha fatto sì che l'obbedienza fosse qualcosa da apprendere?

Per tornare a Isaia, notate le prime tre parole:

- "Il Signore Dio." Qui Egli è il Maestro, e solo questo fatto dovrebbe attirarci nell'aula, anche se sulla porta sta scritta la biasimevole parola: "sofferenza." Guardiamo ora alla frase successiva:

- "Mi ha dato." Sì, c'è una ricompensa per chi si iscrive al corso. Con l'uso di buone tecniche propagandistiche, troviamo i risultati messi bene in mostra. Molti cartelloni parlano dei risultati che si possono aspettare coloro che accettano una certa occasione di imparare. Tuttavia il cartello: "Siediti al piano e tieni l'auditorio senza fiato," non promette che questo avverrà la prima volta che vi sedete al piano. Dio promette davvero dei risultati:

- "Mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia come..." Sapere come...! Ma è proprio questa la mèta di ogni campo dell'istruzione!

- Ed ecco un altro procedimento dai risultati sicuri: "ogni mattina." Ogni tipo di capacità si acquista in questo modo: mediante la RIPETIZIONE. Conquistare il giusto controllo del pianoforte... della macchina da scrivere... dell'automobile, richiede un "esercizio" costante.

- Dio ha predisposto che imparassimo l'obbedienza allo stesso modo: giorno dopo giorno. L'ieri e il domani non sono sulla Sua agenda. É un qualcosa che riguarda l' OGGI!

- OGGI abbiamo l'opportunità di obbedire al Signore. Non importa cosa intendete fare domani. Vivete la Parola: "Prendi ogni giorno la tua croce". É Gesù che parla. Vi ricorda qualcosa?

Un impegno quotidiano

Sono obbediente? – Se davvero cerchiamo una risposta alla domanda obbediente/disobbediente, ci è stata data una salvaguardia. Ogni sera, quando appoggio il capo sul cuscino per prepararmi a dormire, posso chiedermi: "OGGI, ho obbedito?"

Ø Dio ha posto provvidenzialmente le notti tra un giorno e l'altro, e questo non solo per permettere il riposo dalla stanchezza fisica, ma anche per il ristoro dello spirito.

Ø Possiamo ammettere l'errore, se è necessario, chiedere il perdono e accettarlo, e andarci a riposare la notte nella certezza che il nuovo giorno ci porterà nuove occasioni per obbedire.

Ø Oppure, se pensiamo di esser stati obbedienti, possiamo offrire lode e ringraziamento per una giornata nella quale abbiamo conosciuto la gioia di far piacere al Padre.

Ø Per quanto strano possa sembrarci, possiamo andare da una settimana all'altra, da un mese all'altro e persino da un anno all'altro senza trarre vantaggio da questa possibilità di inventario serale.

Ma mentre portiamo per le lunghe il desiderio di controllare la nostra obbedienza, l'obbedienza stessa sbiadisce per ridursi a degli standard determinati da noi stessi a riguardo delle nostre azioni.

Proseguendo col "foglio di istruzioni," notiamo che:

Ø "Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio…" L’ebraico originale dice: "Il Signore ha scavato nel mio orecchio." La capacità di ascoltare in maniera tale che ci porti a rispondere nel modo desiderato da Colui che parla, non è naturale. Va imparata.

Ø Di solito ascoltiamo ciò che NOI vogliamo dire, ma con Dio che "apre" il mio orecchio, mi esercito a riconoscere la Sua voce e ad anticipare i Suoi desideri.

Ø Quando non voglio ascoltare, sono in grado di "chiudere il contatto". Si tratta qui dello stesso tipo di azione che eseguiamo quando cambiamo un certo programma radio o televisivo. Facciamo bloccare il potere che abbiamo di ricevere la Parola di Dio, la Sua voce, i Suoi comandi, i Suoi servi.

Gesù ci ha parlato di "avere orecchi e non udire!" (Mc 8,18).

Obbedire = ascoltare in sottomissione – Guardiamo ora alcuni versetti che sottolineano il fatto che la parola obbedire significa "ascoltare in sottomissione," ovvero ascoltare in modo tale da provocare una risposta... ascoltare e sottomettersi!

Ø "I presenti furono presi da stupore e dicevano: 'Chi è mai costui al quale persino i venti e il mare obbediscono?'" (Mt 8,27).

Ø "Tutti furono meravigliati, tanto che si chiedevano tra loro: 'Chi ' mai costui? E che nuova dottrina è mai questa? poiché egli comanda con autorità persino agli spiriti immondi, e questi Gli obbediscono." (Mc 1,27).

Ø "Vedendo che avete purificato le vostre anime nell'obbedienza alla verità mediante lo Spirito." (1 Pt 1,22).

Un ultimo sguardo alla nostra selezione da Isaia:

Ø "... ed io non mi sono ribellato." Sta proprio qui la chiave, e in ultima analisi la responsabilità è nostra. Le lezioni possono essere programmate ed esposte alla perfezione – l'insegnante essere il più capace – e tuttavia lo studente può fare un fiasco completo!

Ø Io non mi sono ribellato. Ogni mattina possiamo dire: "Signore, apri il mio orecchio perché io possa ascoltare e concedimi uno spirito obbediente, perché io possa rispondere."

COME DIO HA PROVVEDUTO

Le due vie per imparare l’obbedienza

Dio ha istituito due vie lungo le quali possiamo imparare ad obbedire: quella attiva e quella passiva.

Ø Ricordate l'immagine dell'addestramento necessario per preparare i cani al servizio di polizia? Fido ha dovuto imparare allo stesso modo due comandi: "Vai!" e "Fermo!" Dopo aver fatto una corsa per raggiungere e riportare all'istruttore l'oggetto che egli aveva lanciato nel campo, il cercare di rimanere seduto a guardare quello stesso oggetto che pareva sollecitarlo a raggiungerlo, richiedeva uno sforzo incredibile.

Ø Per noi è la stessa cosa. Dio ha previsto due mezzi tramite i quali possiamo ascoltare in sottomissione: Un Suo comando del tipo: "Vai a fare... a dire... a dare..." Ma possiamo anche ricevere un altro tipo di comando: "Siedi tranquillo... fermati... aspetta... mettiti in disparte."

è La prima serie di comandi comprende una partecipazione attiva, poiché Egli opera tramite noi.

è La seconda serie, invece richiede che ci sottomettiamo mentre Egli opera su di noi. Il secondo caso può riguardare situazioni difficili da capire, ed io posso scoprire che voglio restarmene al di fuori.

Ø L'apprendimento è un processo che deve essere abbracciato volontariamente. Imparate ad obbedire!

Natura e carattere dell’obbedienza

Vorrei condividere con voi un'altra cosa che Dio ha provveduto ed ha fatto in questa classe. Non solo Egli ci ha dato il desiderio di obbedire, ma ci dona anche i mezzi con i quali possiamo compiere il Suo desiderio!

Ø Nel comprendere la natura e il carattere dell'obbedienza, dobbiamo renderci conto che la natura è "data", ma il carattere è "formato". La prima è innata: il secondo acquisito.

Ø Quando siamo nati a vita nuova, abbiamo ricevuto una nuova natura, la Sua. In quella natura era innato un desiderio incredibile di obbedire e di far piacere a Dio;

Ø ma quanto al COME SI FA, è tutta un'altra faccenda.

Ø Il desiderio di obbedire non è obbedienza. Quale esempio, prendiamo Gesù. Più avanti abbiamo accennato brevemente che sebbene Egli fosse il Figlio innocente di Dio, imparò l'obbedienza dalle cose che soffrì... (vedi Eb. 5):

7. Egli, nei giorni della sua vita terrena, dopo aver offerto preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva salvarlo dalla morte, fu ascoltato per il suo timore:

8. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che patì:

9. e reso perfetto, divenne l'autore della salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono."

La natura di Gesù era senza peccato, e dentro aveva il desiderio di fare la volontà del Padre Suo.

Ø Ma farlo richiedeva la Sua obbedienza, proprio come è richiesta a noi.

Ø Ogni volta che aveva l’occasione di obbedire Egli obbediva. Gesù ha detto: "Faccio solo ciò che il Padre mi dice di fare." Ciò accadde lungo una strada polverosa della Galilea, quando provvide ai bisogni di un mendicante cieco: "Figlio, mescola un po' di saliva col fango..." Accadde anche quando sentì Suo Padre che diceva: "Figlio, è ora che tu salga a Gerusalemme". Ed Egli rese la sua faccia dura come pietra, diretto a Gerusalemme.

è Qui Lo vediamo sulla via dell'obbedienza attiva.

è L’obbedienza passiva di Gesù – Guardatelo ora:

"Ho dato il mio dorso ai flagellatori... e le mie guance a quelli che mi strappavano la barba... Non ho nascosto il viso alla vergogna e allo sputo."

La seconda via, quella dell'obbedienza passiva, ha avuto ore di agonia! Tuttavia, la vita del nostro Signore Gesù Cristo si può ridurre a questo: Alla Sua capacità di ascoltare e di rispondere.

Ø Davvero poteva dire: "Faccio solo quello che il Padre mi dice di fare." L'obbedienza è stata elaborata dal Padre nel Figlio, giorno dopo giorno.

Si impara con l’esperienza - Per tornare a un'esperienza che molti di noi conoscono, permettetemi di raccontarvi la mia battaglia con la macchina da scrivere.

Ø Questo compito mi fu dato quand'ero in Marina. Battevo i tasti e mi lamentavo: "Come si può imparare a scrivere se ti danno un cartoncino sul quale non vi è scritta alcuna lettera? É la cosa più sciocca che io abbia mai visto." Ogni volta che battevo su quella macchina, continuavo a scrivere parole sbagliate.

Ø Con "forti grida e lacrime" ho perseverato, e d'un tratto quell'ordigno cominciò a suonare giusto: clic... clic... clic... e con mio grande stupore, cominciò a scrivere bene!

É così che si impara... si sbaglia... e poi si fa bene. Mattina dopo mattina, continui nell'impegno, e presto cominci a capire e a rispondere.

Ø Un ordine iniziale può essere questo: "Oggi metti nell'offerta i soldi del caffè." Tu obbedisci, e 20 anni dopo può chiederti di darGli un milione per un bisogno specifico.

Ø Poiché hai dato l'offerta piccola, sei in grado di ascoltare la Sua risposta negli anni successivi.

Alcuni, tuttavia, stanno ancora negando il caffè e perdendo le grazie di Dio.


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