. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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8 Correzione e Cambiamento

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2012 11:47
30/01/2012 18:00

2 Capitolo Secondo IL GRANDE PECCATO

COME SAPERE

SE OSPITO IN ME UNO SPIRITO DI RIBELLIONE?

Come sapere se sono un ribelle? Per lealtà e giustizia, è bene esporre dei metodi che ci aiutino a determinare se siamo dei ribelli o meno.

Ø Alcuni di noi sono entrati nella chiesa combattendo. Magari siamo cresciuti in un ambiente che ha fatto sviluppare in noi un atteggiamento ribelle; o forse, negli anni di formazione, abbiamo imparato a combattere per farci strada nella vita, convinti che quello fosse il solo modo di cavarsela nel mondo.

- Quando poi abbiamo incontrato Gesù, abbiamo preso quegli atteggiamenti e li abbiamo santificati – giustificandoli con dei versetti della Bibbia – per continuare a procedere a tutto vapore dicendo:

- "Toglietevi di mezzo voi! Io vado a servire Gesù! Non mi importa ciò che fate voi, io vado avanti comunque!" Parlo per esperienza, e proprio qui sta la prova che:

"Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore" (Mt 15,18). Riuscite a cogliere la differenza tra condotta e atteggiamento?

La "ribellione nella Bibbia

L’esame della parola "ribellione" nella Bibbia può risultare in un'esperienza davvero illuminante ed esplosiva per la mente.

Ø Degli avvertimenti contro tale atteggiamento e dei risultati di chi continua in quella direzione è cosparsa tutta la storia del popolo di Israele.

Ø Ecco due casi particolari che ci aiuteranno a capire questa condizione e l'immenso dolore che provoca al cuore di Dio:

1. Isaia 1,2: "Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di Me... L'asino conosce la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il Mio popolo non comprende."

2. Zaccaria 7,11: "Ma essi hanno rifiutato di ascoltarMi, Mi hanno voltato le spalle..." Riuscite ad immaginare questa situazione?

Ø Chi ha dei bambini conosce molto bene questo tipo di reazione. Cercate di parlare a uno di loro: "Tesoro, ho qualcosa da dirti..." e quello si allontana da voi adirato. Si tratta di un atteggiamento!

Ø L’atteggiamento è qualcosa di più profondo della condotta: scende fin nelle fibre del vostro essere. La traduzione letterale della risposta del popolo di Israele ai tentativi di Dio di parlargli suona così: "Non verremo più da Te. Siamo noi i signori!

Sono proprio un ribelle? L’esempio di Saul

Come base della nostra ricerca per rispondere alla domanda: "Sono un ribelle?" useremo una scena drammatica che coinvolge il profeta Samuele e il Re Saul, che troviamo in 1 Samuele 15, 17-31:

17. "Samuele cominciò: 'Quando eri piccolo ai tuoi stessi occhi (è un atteggiamento), non sei stato fatto capo delle tribù di Israele, e il Signore non ti ha consacrato Re di Israele?

18. Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e ti aveva detto: (Ora si tratta di un comandamento, e i comandamenti del Signore sono sempre chiari): 'Va', distruggi completamente ( vota allo sterminio) quei peccatori degli Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti.

19. Perché dunque non hai obbedito alla voce del Signore, ma ti sei precipitato sulle spoglie e hai fatto il male agli occhi del Signore? (Abbiamo qui l'atto di disobbedienza di Saul).

20. E Saul disse a Samuele: "Ma io ho obbedito alla parola del Signore (tenete bene in mente questa risposta), e ho camminato per la via sulla quale Egli mi ha inviato e ho fatto prigioniero Agag, re di Amalek, e ho sterminato gli Amaleciti.

21. Ma il popolo (questa è la seconda risposta da ricordare) ha preso il bottino, le pecore e gli armenti, le primizie di ciò che avrebbe dovuto essere completamente distrutto, per sacrificarle al Signore tuo Dio a Galgala.

22. Samuele esclamò: 'Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è più del grasso degli arieti."

Espedienti umani per disobbedire - É tanto più facile anche oggi, come lo fu per Saul nella sua situazione, portare "olocausti e sacrifici" anziché obbedire al chiaro comando del Signore.

Ø Frequentare la Chiesa, presiedere i vespri, aiutare nell'acquisto di un nuovo organo, provvedere ai libri dei canti: tutto questo richiede assai minor sacrificio di quanto in realtà non lo richieda l'obbedienza diretta ad un chiaro comando del Signore.

Ø Questo in particolare quando il comando richiede la rinuncia a qualcosa che ci è caro, anche quando sappiamo che quella cosa è espressa violazione della Sua volontà.

Ø Un giorno Dio decise di mettermi alle strette. Mi pareva di avere davanti il Mar Rosso, le montagne ai due lati e il Faraone che si avvicinava minaccioso alle calcagna. Piangevo e gridavo, e il Signore mi disse: "Bob..." "Sì, Signore?", mi lamentai. "Quando hai finito di piangere e di gridare, che ne diresti di obbedire?"

Mi aveva colto in flagrante!

23. "Perché peccato di stregoneria è la ribellione, e iniquità e idolatria la testardaggine. Perché hai rigettato la parola del Signore, Egli ti ha rigettato come re." (è il giudizio!).

La ribellione è un atteggiamento! Perché Dio non Si è limitato a perdonare Saul?

Ø Riuscite a vedere come in questo caso la disobbedienza di Saul rivelava il suo atteggiamento ribelle?

Ø Dio ci dà un comando e noi disobbediamo; se riconosciamo la disobbedienza e chiediamo a Dio di perdonarci, Egli lo fa, perché ancora NON c'è in noi un atteggiamento ribelle.

Ø Ma il persistere della disobbedienza porta all'atteggiamento di ribellione, ed è questo il punto in cui diventa necessario fermarsi, guardare e ascoltare.

Ø Una delle cose che ho imparato su Dio è che dopo una prima disobbedienza, la seconda volta che Egli dà un comando la Sua voce si fa più debole. Posso pensare che il Signore mi abbia perdonato, tuttavia la volta successiva può giungermi solo un comando sussurrato.

Ø Ho scoperto che quando la voce i Dio si fa più tenue nel dare comandi, significa che se ne sta andando e non che noi ce la siamo cavata! Dio ha un Suo modo di portarci riconoscere e di rivelarci gli atteggiamenti sbagliati!

Ulteriori sviluppi della Ribellione – Forse possono non piacervi le parole:

Ribellione... è Stregoneria...è Demonizzazione.

Ø Oggi nel mondo c'è un risveglio della stregoneria e paesi pagani hanno già avuto i loro revival di questo tipo.

Ø Qual è il male che sta alla radice di tutto ciò? Perché mai la gente si rivolge all'astrologia e all'occulto in quantità così schiacciante? Perché le università offrono corsi accreditati sull'argomento?

Ø La verità è questa: non appena veniamo a trovarci in un atteggiamento di ribellione, apriamo l'intera natura interiore del nostro essere ad ogni specie di attività demoniaca. Questo vale per i nostri figli e per l'intera società contemporanea.

La ribellione non è forse stata la nota-chiave della nostra società, su sempre maggior scala?

Ø Fu questo che accadde nella vita di Saul? Quest'uomo chiamato da Dio, unto. al quale furono presentate tutte le opportunità di servire il suo popolo in quei tempi, cosa fece sviluppare in se stesso col suo atteggiamento disobbediente e ribelle?

Ø Il risultato finale fu la demonizzazione e poi, alla fine, il suicidio!

Anche ai nostri giorni c'è un notevole risveglio del suicidio. La maggior parte delle persone che intraprendono questa via preferisce rinunciare alla vita piuttosto che obbedire. Tanto è forte lo spirito di ribellione!

24. "Saul disse allora a Samuele: "Ho peccato per aver trasgredito al comando del Signore (Saul sapeva benissimo di aver disobbedito) e ai Suoi ordini; perché ho temuto il popolo e ho ascoltato la sua voce.

25. Ma ora, ti prego, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché io possa adorare il Signore.

26. Ma Samuele rispose a Saul: "Non posso ritornare con te, perché tu hai rigettato la Parola del Signore e il Signore ha rigettato te, perché tu non sia più re di Israele. (Notate che l'anima di Saul non era perduta per l'eternità. Qui si tratta di un giudizio: essere respinto dal posto di responsabilità al quale era stato chiamato).

27. Samuele si voltò per andarsene, ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che gli strappò.

28. Samuele gli disse: "Oggi il Signore ha strappato da te il regno di Israele e l' ha dato a un altro migliore di te.

29. Inoltre, la Forza di Israele non mentisce né può pentirSi (ricrederSi), perché Egli non è uomo per pentirSi.

30. Saul chiese: "Ho peccato, sì; ma onorami, ti prego, davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me perché io possa adorare il Signore tuo Dio".

Quanto mi interessa l’opinione degli altri? Abbiamo qui un modo per giudicare se siamo dei ribelli o no:

Ø Di cosa si preoccupava Saul? Nientemeno che dell'opinione pubblica!

Voleva andare in Chiesa ancora una volta, perché la gente non venisse a sapere della sua situazione. Samuele acconsentì, ma avrebbe potuto aggiungere: "Questo non cambierà proprio niente!"

31. "Samuele ritornò con Saul, e questi adorò il Signore."

 

STA A VOI DECIDERE

Dopo aver letto la storia di Saul potete chiedervi:

Ø "Come posso capire se la mia disobbedienza appartiene a uno dei quattro primi peccati: errori (inavvertenze), peccati segreti (peccati che non vedo), presunzione (orgoglio), dominio (potere); oppure se non si tratta dell'atteggiamento di ribellione? Proprio questo è necessario scoprire.

Ø La nostra epoca è caratterizzata dall'uso di acronimi (abbreviazioni formate dalle prime lettere di nomi e titoli per risparmiare tempo): IBM, ENEL, ATAF e altri.

Ø Permettetemi di darvi un'altra sigla da aggiungere al vostro elenco: S.R.P., che sta per: Spazzatura Religiosa trasformata in Parole).

Ø Queste lettere hanno un ruolo quando dovete determinare se siete un ribelle o no. Se gettate intorno a voi S.R.P., allora è meglio che provvediate a compilare una lista di controllo e che vi diate da fare!

I quattro atteggiamenti possibili - Quando vi trovate davanti ad una vostra disobbedienza e Dio mette la "pietra dell'offesa" proprio sul vostro sentiero, avete la possibilità di scegliere tra quattro atteggiamenti, proprio come Saul. Consideriamoli più da vicino, per trovare delle risposte alla domanda: "Sono un ribelle?"

1. Non ammettere la disobbedienza - Cosa rispose Saul quando Samuele gli fece la domanda al versetto 19: "Perché non hai ascoltato la voce del Signore? Cominciò subito a emettere un po' di S.R.P.... : "Ma io ho obbedito."

Ø Qualcuno può venire a dirmi: "Fratello Bob, non capisco perché sono tanto malato. La mia casa è immersa nel caos... il matrimonio va a rotoli... tutto è in uno stato di immensa confusione." "Hai obbedito al Signore?" gli chiedo. "Oh, sì! Osservo i comandamenti da quando ero ragazzo!"

"Mai fatto niente di sbagliato?"

"Mai. Oh no, non io!" Vi suona familiare questo tipo di risposta?

2. Attribuire la colpa agli altri - La seconda risposta è quasi identica: altra S.R.P. Solo che questa volta Saul tenta un altro meccanismo di evasione: "É stato il popolo!" Invece di ammettere: "Io non ho obbedito," egli continua ad evadere ed incolpa qualcun altro.

Ø Mi chiedo cosa avrebbe fatto Dio se Saul fosse stato abbastanza uomo da ammettere: "Sai, ho disobbedito e in me c'è uno spirito ribelle. Un tempo ero umile, ma ora non lo sono più. Samuele, ho bisogno di aiuto!"

3. "Non sono in grado di farlo" – La terza scelta è quella che conduce al punto di non ritorno. La prima cerca di aggirare l'ostacolo, la seconda incolpa qualcun altro, ma qui la persona dice: "Non sono in grado di affrontare tutto ciò."

Ø Non è tragico che a volte preferiamo tornare indietro, piuttosto che ammettere di aver sbagliato? Ed insistiamo: "Il Signore è stato troppo duro con me. Non posso continuare ad essere Suo discepolo, è troppo difficile."

Ø La vostra ribellione rimane intatta, niente può toccarvi. Non avete intenzione di cambiar modo di vivere e Dio non può spezzare quel nucleo di ribellione che sta al centro del vostro essere e che sta dandovi fastidi tanto seri.

Ricordate: il peccato è quello che fate, ma

la ribellione è il risultato di quello che siete.

4. Riconoscere la ribellione e voler cambiare - Abbiamo infine la quarta scelta: quella di essere spezzati e di dire: "Mio Dio, stai guardando un ribelle. Signore, ho bisogno di aiuto e voglio che Tu spezzi questa cosa dentro di me, questa cosa che esalta se stessa contro la Tua volontà."

Quando raggiungerete questo atteggiamento, Dio dirà: "Va bene, ti aiuterò Io!"

Il Re David si pente della sua ribellione

Per avere un esempio classico della quarta scelta, prendiamo un incidente tratto dalla vita di Re David, l'uomo scelto per sostituire il Re Saul dopo che questi era stato rigettato da Dio.

Ø Volete sapere cosa penso di David? Che egli fosse ribelle proprio quanto Saul. Ma quale differenza quando si trovò davanti alla "pietra dell'offesa" che Dio gli mise dinanzi!

Ø David aveva uno spirito forte. Aveva ciò che la gioventù moderna chiamerebbe "sangue vero nelle vene!" Quando voleva qualcosa, la otteneva!

Ø David voleva Betsabea – Ricordate quando salì sul terrazzo e guardando giù vide la bella Betsabea? La sua reazione immediata fu: "Penso che mi piacerebbe averla per me. Cercate di sapere chi è e portatemela." Era re e otteneva quasi tutto quello che voleva.

Ø Ma Dio non permise che se la cavasse per il peccato di aver preso la moglie di un altro uomo e di averle fatto uccidere il marito. E come Samuele mise Saul di fronte alla sua disobbedienza, Dio usò un altro profeta per mettere di fronte a David l'enormità del suo peccato.

Il confronto col peccato - Ascoltate Nathan che racconta a David la parabola dell'uomo ricco che aveva tante pecore e armenti e che prese l'unico agnellino dell'uomo povero (2 Samuele, 12).

Ø L'ira di David fece scintille davanti a quell'ingiustizia ed egli gridò; "Chi è quell'uomo? Gli farò tagliare la testa!"

Ø Da qui si rivela qualcosa dello spirito di David. E quando Dio gli fece rivelare la verità: "Sei tu quell'uomo. Poiché hai disprezzato il comando del Signore di non fare il male davanti a Lui..." Che fece poi, David?

Il grande Re David fece la quarta scelta. Niente S.R.P. qui. Scelse di essere spezzato e disse: "Dio, hai ragione, sono io quell'uomo!" Avrebbe potuto offrire a Dio cinquecento tori per il peccato commesso, ma il nucleo della ribellione sarebbe rimasto intatto.

E noi, insisteremo con le scappatoie?

Cosa facciamo davanti a un peccato? É mai possibile che, trovandoci davanti ad esso, cerchiamo di soddisfare noi stessi dicendo: "Il Sangue di Gesù ci ha purificati da ogni peccato,"

Ø mentre non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare a quel peccato particolare?

Ø Possiamo anche dire: "Voglio solo essere perdonato, ma non voglio cambiare."

Ø Qui non si tratta solo di chiedere perdono di un atto peccaminoso, bensì di spezzare quell'abitudine.

Ø La vita cristiana non è una serie interminabile di perdoni, ma una serie di cambiamenti.

Ø Non è alla sola disobbedienza che si deve provvedere: è una questione di atteggiamento, che è più profondo del peccato.

Una traduzione del Salmo 51,19 che ci fa capire qualcosa di quanto qui è coinvolto, dice: "Uno spirito contrito è sacrificio a Dio." E cioè:

"Il sacrificio, per Dio, è un'anima in cui il male sia stato stritolato."

Ø Ma è il male ad essere stritolato, non l'anima o lo spirito.

Ø Ho visto persone sotto il "trattamento correttivo" di Dio che avevano l'aspetto della più completa sconfitta. Erano come ripiegate su se stesse e svuotate, completamente prive di qualsiasi gioia e vitalità.

Ø Alla domanda: "Come te la cavi?" potevano rispondere: "Aspetto solo di andare in cielo... la vita si accanisce troppo contro di me... presto il Signore mi toglierà da tutto questo."

Ø Vi rendete conto che anche questa è una forma di S.R.P.? Cercare di dare l'impressione di essere maturi può talvolta costituire uno schermo fumogeno per la verità alla quale Dio sta lavorando, nel tentativo di spezzare in noi il nucleo di uno spirito ribelle.

Dio vuole uno spirito spezzato …

Torniamo per un attimo all'illustrazione iniziale e riconsideriamo il cane poliziotto nel suo allenamento.

Ø Mentre osservavo l'addestramento, una cosa mi colpì profondamente: Ciò che non doveva succedere era che lo spirito del cane non poteva essere spezzato.

Ø Se il cane se ne fosse uscito con la coda fra le gambe e le orecchie ciondoloni quando l'istruttore gli diceva: "Vai a prendere il portafogli!" che razza di testimonianza sarebbe stata per il prodotto finale: un cane obbediente e ben addestrato? Dio non vuole questo neppure da noi.

Ø Uno spirito spezzato non è certo quello che dice: "Oh, Signore, non farlo di nuovo!" Non deve riflettere l'immagine di una vita piena di autocommiserazione, o che si diletti in lamenti e proteste. L'atteggiamento del "povero me" non è che S.R.P.

Ø Deve esserci invece un atteggiamento che manifesti la gioia, la lode e la fiducia nelle opere di Dio.

… e la nostra obbedienza

Quando il Signore dice: "Seduto!", o "Corri!", o "Fermo!", ho imparato che devo fare quello che mi chiede! Orecchie ritte! La vita è meravigliosa! Sia gloria a Dio! Ho anche imparato, quando Lui mi dice: "Girati a pancia in su!" a non ringhiare ma a fare quanto mi ha chiesto. Non potete picchiare un cane in quella posizione!

Ø Altre due lezioni che ho imparato sono:

1. Più obbedisco e più la mia gioia è completa;

2. Ogni volta che me ne vado per i fatti miei, poi mi trovo nei guai.

Dobbiamo ricordare, in questo nostro apprendere, che Dio continuerà ad amarci in maniera stabile, ma che ci correggerà a giudicherà a seconda del bisogno.

Ø Può essere necessario che Egli ci tolga un dono di servizio per darlo ad un altro, proprio come fece nel caso di Saul e David. La volontà e l'opera di Dio andranno avanti anche se a volte i Suoi servi devono essere "messi al pascolo" a causa della loro disobbedienza o ribellione.

Ø David, dopo esser stato "spezzato", è stato un uomo diverso, e il Salmo lo attesta. Ascoltatelo mentre dice:

"Signore, canterò la misericordia e il giudizio: a Te canterò ... Servite il Signore con gioia; venite con canti alla Sua presenza... Certo felicità e misericordia mi accompagneranno tutti i giorni della mia vita, ed abiterò per sempre nella casa del Signore!"

É questo il risultato in vista del quale il Signore continua ad operare su di noi. Egli desidera avere un popolo che possa dire, da un cuore traboccante d'amore e di gratitudine:

è "Gioisco nel fare la Tua volontà, o Dio."

Abbiamo visto che è possibile sapere che siamo dei ribelli, oppure se siamo "innocenti dal grande peccato."


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