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4- di Terry Law LANCIAMO LE NOSTRE ARMI - ANGELI IN AZIONE-TAGLIATE LA TESTA AL VOSTRO GIGANTE

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2011 12:22
15/12/2011 12:19

di Terry Law 

 

Parte  1ª

LANCIAMO LE NOSTRE ARMI 

 

 

Come usare l'artiglieria spirituale per distruggere il nemico

 

            Negli ultimi 18 mesi il Signore, attraverso svariate circostanze, mi ha dimostrato la potenza della lode e dell'adorazione. E non solo ho potuto constatarne gli effetti dietro la Cortina di Ferro, permettendo allo Spirito di Dio di agire su vasti gruppi di ascoltatori comunisti, ma anche nella mia stessa vita, dove la lode e l'adorazione mi hanno aiutato a superare il dolore e la disperazione sperimentati in un periodo di tragedia personale. Sono convinto, per averlo sperimentato e visto con i miei occhi, che se seguiremo la Parola di Dio, vedremo la potenza della lode e dell'adorazione in un modo mai visto prima nella storia della Chiesa.

 

         Nel 1972 ricevetti una lettera dalla Polonia che invitava il mio gruppo musicale, il Living Sound, a esibirsi in una grande università di Cracovia. Capii che era la volontà di Dio che ci andassimo, ma arrivati a Cracovia scoprii che erano stati fatti due terribili errori:

 

1.      Ad invitarci non erano stati gli studenti, ma i leader della Gioventù Comunista Polacca per la Polonia meridionale.

2.      Essi pensavano che il Living Sound fosse un gruppo americano di Rock-and-Roll, e ci avevano prenotati per cantare ad un banchetto per la raccolta di fondi presso la Sede del Partito Comunista.

 

         Pensai che fosse la fine del mondo. Eravamo prenotati per due concerti quella sera, e quando entrammo in uno di questi, ci trovammo di fronte trecento giovani, tutti con distintivi comunisti, che si aspettavano un concerto rock.

 

Condividere il Vangelo

 

         E così il Living Sound, che conosceva solo la musica del Signore, cominciò a cantare.

         Eseguimmo tre canzoni, e l'uditorio si faceva inquieto. Qualcosa dentro di me gridava, e sapevo che era lo Spirito Santo che mi sollecitava a parlare a quella folla. Ma quando aprii la bocca, rimasi anch'io sorpreso da ciò che ne uscì.

 

q         Dissi a quei giovani che Marx e Lenin non avevano la Via.

q         Dissi che esisteva una sola Via, e che si chiamava Gesú Cristo.

q         Spiegai loro cosa Dio aveva fatto nel mondo inviando Gesù e feci un breve accenno al significato del Vangelo, ciò che esso poteva fare nella loro vita e come il Signore aveva cambiato e trasformato la mia vita quando avevo riposto la mia fiducia in Gesù come mio Salvatore.

 

         Dopo aver finito, uscii dal palcoscenico e mi ritrovai nelle grinfie di due giovanotti che, afferratomi sotto le ascelle, mi scortarono in una stanza dove ero atteso dai leader del partito.

 

         "Chi ti ha mandato?" mi chiesero. "C'è di mezzo la CIA, vero?"

         Passai i successivi 45 minuti ad ascoltare i loro insulti ed improperi contro di me, con la minaccia di rinchiudere in prigione l'intero gruppo.

 

         Tuttavia erano imbarazzati per l'errore, e non volevano annullare quel concerto che aveva lo scopo di raccogliere fondi. Decisero allora che avremmo continuato a suonare, ma a me era proibito parlare ancora.

         Ovviamente non mi scomodai a spiegare cosa sarebbe stato in grado di fare il Signore con la sola grazia scaturita dalla musica.

 

Una risposta miracolosa

 

         Quando tornai nell'uditorio non mi fu possibile sollecitare il gruppo in nessuna direzione, così non feci altro che rimanere in piedi sul retro del palcoscenico ad osservare il miracolo che si stava compiendo. Mentre guardavo, lo Spirito discese con forza su cantanti e suonatori, ed essi cominciarono a piangere e ad alzare le mani per adorare il Signore. Continuò così per 20 minuti: la potenza di Dio nella stanza era talmente forte che il gruppo si dimenticò totalmente dell'audience, e non fece che cantare un concerto a Dio.

 

         Dopo che si fu spento il canto finale, ci fu un periodo di silenzio assoluto. Poi l'audience si alzò in piedi e cominciò ad applaudire battendo le mani a suon di musica, in risposta all'unzione dello Spirito Santo in quella stanza. Ma Dio non aveva ancora finito.

         Dopo il concerto ci siamo intrattenuti fino alle 3.30 del mattino per portare la gente a Gesù Cristo. Avevo cominciato ad assaporare cosa intendeva fare il Signore per mezzo della lode e dell'adorazione.

 

         Mi fece vedere ancora di più su questo potere alcuni anni dopo, quando i sovietici ci invitarono a cantare a Mosca. Uno dei giovani editori della Pravda, la rivista per la gioventù, disse ai membri del gruppo che potevano esercitarsi presso lo studio della Televisione Centrale, al centro di Mosca, dove era prenotato un altro gruppo che però non arrivò mai.

         A Mosca c'era un solo studio: il Centro Televisivo per l'intera Unione Sovietica, gestito dai Comunisti.

 

         Giunto allo studio, il gruppo cominciò ad esercitarsi e poco dopo i produttori uscirono dai loro uffici per chiedere se potevano registrare il concerto. Radunarono nello studio un'audience di circa 500 persone (i più importanti gruppi jazz e rock del paese, i principali compositori, i membri del balletto Bolshoi, artisti e poeti). Davanti a quel gruppo il Living Sound cantò nove cori carismatici in russo, mentre i membri del gruppo, con le mani alzate, adoravano il Signore.

         In tutto l'uditorio la gente piangeva. L'intero evento fu catturato da quattro cineprese televisive che lo trasmisero a circa 200 milioni di persone in tutta l'Unione Sovietica.

 

Le armi della nostra battaglia

 

         Allora non ce ne rendemmo conto, ma

q         in quei raduni comunisti stavamo davvero combattendo contro delle fortezze,

q         e per mezzo della potenza della lode e dell'adorazione le abbiamo abbattute, in modo che quella gente ha potuto ascoltare e rispondere al messaggio di Gesù.

 

         Da allora siamo arrivati a riconoscere che esistono molte fortezze, innanzi tutto nel regno dei sistemi di pensiero e delle filosofie, che possono legare la gente.

         Tale legame può manifestarsi in molti modi: malattia, inganno, peccato, oppure idolatria politica, giusto per menzionarne alcuni.

 

         L'intera natura della guerra spirituale consiste nell'abbattere i sistemi di pensiero (le fortezze che si trovano nella mente delle persone), sia che si tratti di comunismo, di altre ideologie, di inganno o di immoralità. Dice la Bibbia:

 

"Poiché le armi della nostra battaglia non sono carnali,

ma hanno la potenza divina di abbattere (distruggere) le fortezze;

con esse noi distruggiamo le speculazioni (ragionamenti, immaginazioni)

ed ogni cosa elevata(3)che esalti se stessa contro la conoscenza di Dio,

e (noi) prendiamo ogni pensiero per assoggettarlo all'obbedienza di Cristo" (2 Cor 10, 4-5).

 

         Se dobbiamo affrontare le fortezze, è necessario usare delle armi. Efesini 6 parla delle armi difensive del credente.

         Ma ci sono anche tre armi offensive che ogni credente dovrebbe usare.

 

Le armi offensive

 

1.     La prima arma che Dio ha dato al credente è la Parola di Dio.

Le Parole di Dio sono in realtà i Suoi pensieri, e la Bibbia dice che sono pensieri viventi, rapidi, potenti, più taglienti di una spada a due tagli, che penetrano e dividono l'anima dallo spirito, le giunture e le midolla. Le Parole di Dio hanno anche la capacità di discernere i pensieri e gli intenti del cuore (vedi Eb 4,12).

 

Quando prendiamo le parole e i pensieri di Dio e li mettiamo a confronto con quelli del diavolo, veniamo in contatto con una potenza incredibile, che apre la via ai miracoli.

 

         Ho visto quella potenza operare in gruppi comunisti ed anche nel mio ministero in tutto il mondo, provocando l'allontanamento della malattia e la guarigione della gente, mentre la Parola di Dio è predicata con potenza.

 

2.     La seconda arma del credente è il Nome di Gesú.

        Alcuni relegano quel nome al ruolo di sottoscrizione delle loro preghiere, ma quando ci troviamo al fronte ed abbiamo bisogno di autorità, è allora che possiamo vedere la potenza di quel Nome.

        

L'origine di tale potenza sta in ciò che quel Nome rappresenta. Sta per tutto ciò che è stato compiuto sulla Croce.

è Quando esercitiamo il potere del Nome di Gesù per sostenere la lotta contro una fortezza e

è siamo profondamente convinti del potere di quel Nome, la fortezza deve cadere. Per questo Gesù ha detto ai discepoli:

 

"Questi saranno i segni che seguiranno i credenti: nel mio nome scacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano i serpenti; e se berranno veleni, questi non faranno loro del male; porranno le mani sui malati e questi guariranno" (Mc 16, 17-18).

 

Il potere è nel Nome.

 

3.     La terza arma del credente è il Sangue di Gesù.

        Dal punto di vista teologico, il sangue è innanzitutto difensivo, perché ci purifica e ci prepara alla battaglia. Ma in Apocalisse 12,11 è menzionata una sua caratteristica offensiva, là dove Giovanni scrive sulla guerra nei cieli dicendo che i credenti "la vincono per mezzo del sangue dell'agnello e della parola della loro testimonianza".

        

Questo si chiama combattere le fortezze in maniera offensiva, usando la potenza racchiusa nel sangue di Gesù.

q         Quando mi reco in un paese comunista contando sul potere vittorioso del sangue di Gesù, vedo cadere le fortezze.

q         Dobbiamo riportare il sangue nella nostra teologia, nella predicazione e nei canti, perché è la potenza di Dio per aiutarci a vincere le fortezze.

 

Lanciare razzi

 

         Poiché la Parola di Dio, il sangue e il Nome di Gesù sono le nostre armi, dobbiamo imparare a lanciarle. Sono arrivato a riconoscere quattro "razzi di lancio" spirituali, e la loro incredibile forza e potenza hanno cambiato il mio ministero.

 

a)     La preghiera è il primo razzo lancia-armi; è il mezzo per puntare le armi sulle fortezze.

        La preghiera raggiunge la sua massima potenza quando, come un razzo armato di testata da guerra, porta un'arma con sé. Quando, nella preghiera, cominciamo a concentrarci sulle armi: la Parola di Dio, il Nome di Gesù e il Sangue, l'impatto che ne risulta è enorme e vediamo avverarsi risultati davvero incredibili. Scopriamo inoltre nella nostra preghiera una vitalità e una potenza nuove.

 

b)     Il secondo razzo di lancio spirituale è la testimonianza.

        In Polonia ho potuto constatare l'effetto della mia testimonianza su quei giovani, che rimasero colpiti da quanto mi era successo.

        è La testimonianza deve consistere solo in questo: dire come il Signore ha cambiato la vostra vita.

        è Non è necessario essere un predicatore per fare una testimonianza: ogni credente può farla, perché le armi danno alla testimonianza il potere.

 

c)     La predicazione è il terzo razzo di lancio.

        Predicare la Parola di Dio, il Nome e il Sangue può, alla lettera, distruggere le fortezze.

        è La Scrittura dice che la Parola di Dio non torna mai vuota: compie sempre ciò per cui è stata mandata (vedi Isaia 55,11). Per questo possiamo vedere le manifestazioni della potenza di Dio nei raduni e funzioni in cui la predicazione ha l'unzione dello Spirito ed è potente.

 

d)     Il quarto razzo - lode e adorazione - è una miniera d'oro che la Chiesa non ha ancora pienamente intercettato.

        è I primi tre razzi sono lanciati individualmente, ma la lode e l'adorazione raggiungono la forza massima quando hanno luogo in un ambiente comunitario. Quando il corpo di Cristo si raduna e si muove in un'atmosfera di lode e di adorazione, portiamo avanti una guerra spirituale ad un livello che la maggior parte di noi raramente ha sperimentato.

 

Il crogiolo della vita

 

         Queste armi e questi razzi sono il piano di battaglia che il Signore mi ha mostrato per la GUERRA SPIRITUALE. Ne ho imparato l'efficacia attraverso una terribile tragedia ed un punto arido della mia vita.

         Il 28 Settembre 1982 mi avvertirono per telefono che mia moglie era stata uccisa in un incidente d'auto a Tulsa, Oklahoma. Non so descrivere il mio dolore. Mentre tornavo immediatamente a casa in aereo, dicevo al Signore che non sarei più stato sul pulpito a predicare: volevo interrompere il ministero. Nel mio spirito c'erano una tale ferita ed una tale barriera di rabbia, che quasi per un mese mi fu impossibile rivolgermi a Dio. Avevo letto tutti i libri giusti, conoscevo tutta la teologia necessaria, ma ora mi trovavo nel crogiolo.

 

         Andò avanti così per quasi un mese, finché il mio amico Oral Roberts mi chiamò nel suo ufficio. Lui e la moglie sapevano cosa stavo passando perché avevano perso il figlio Ronney due mesi prima. Per due ore abbiamo pianto, pregato e parlato insieme del Signore. Proprio quando stavo per andarmene, Oral mi disse: "Terry, voglio che tu vada a casa, ti inginocchi e lodi il Signore."

 

         "Non posso Oral", gli risposi. "Non posso neppure parlargli. Ho messo ogni giorno allo sbaraglio la mia vita per Lui, e questo proprio non è leale. Non posso vivere senza di lei."

         "Terry," mi disse lui con amore e comprensione nella voce, "vai a casa e loda il Signore."

 

Rendere grazie a Dio in ogni cosa

 

         Quella sera misi la sveglia per l'alba e al mattino provai a pregare. Non avevo mai affrontato una battaglia simile in vita mia. Il primo quarto d'ora passato in ginocchio mi parve interminabile. Quando dissi: "Ti lodo, Padre", c'erano in me una tale aridità e una tale morte che mi sentii un ipocrita. Quella mattina lo stesso diavolo mi si sedette accanto per dirmi: "Law, sei un bugiardo. Non intendi dire le parole che pronunci con le labbra."

         A questo punto imparai la differenza tra:

 

q       rendere grazie a Dio "in" ogni cosa e

q       rendere grazie a Dio "per" ogni cosa.

 

è Molta gente ringrazia Dio per ogni cosa, ma non è Dio ad averci dato ogni cosa. Anche il diavolo e' all'opera, e col suo agire cerca di distruggerci.

 

         In quel momento, in ginocchio, imparai cosa significa ringraziare Dio "in" ogni cosa. E in mezzo a quel dolore totale, incessante, continuai a lodarlo.

 

         Su di me scese lo spirito di profezia e pronunziai la più forte preghiera di guarigione che io abbia mai fatto per qualcuno in vita mia, ed era per me stesso. La guarigione non si completò in un momento, ma al mattino dopo ero ancora in ginocchio a lodare Dio, e continuai a farlo per due mesi.

 

         Poi una mattina, durante una di queste sessioni di lode, il Signore mi disse qualcosa che non capii: "Ti porterò a introdurre la gente alla guarigione e alla liberazione, attraverso la lode e l'adorazione." Non sapevo cosa volesse dire: non avevo mai pensato che la gente avrebbe potuto guarire attraverso la potenza della lode!

 

Centrati sulla lode

 

         A questo punto ricordai l'esperienza in Polonia e mi resi conto che quei giovani erano rimasti colpiti dalla lode e dalla adorazione: fu proprio questo ad aprirli a ricevere la potenza del Dio Onnipotente.

         Cominciai a capire cosa Dio stava dicendo:

 

Possiamo vedere che la potenza di Dio ha un impatto su un'intera congregazione, semplicemente guidandoli a lanciarsi nella lode e nell'adorazione come atto di GUERRA SPIRITUALE.

 

         Ho obbedito a quanto il Signore mi ha detto e abbiamo cominciato a cambiare il nostro ministero e a centrarlo sulla lode. Nell'incontro successivo abbiamo sperimentato i risultati che si ottengono mettendo in moto la lode e l'adorazione.

 

         Abbiamo visto guarigioni, liberazioni, gli occhi dei ciechi aprirsi, gli zoppi camminare. E ogni volta che ci centriamo sulla lode in questo modo, vediamo risultati simili.

 

Risultati immediati - quando i leader sono vittoriosi nello Spirito

 

         Nell'autunno scorso cantammo in una Cattedrale Cattolica in Polonia. Laggiù la gente non aveva mai lodato ad alta voce in Chiesa, né aveva mai cantato in coro. Ma non appena entrarono nella lode e nell'adorazione, videro le manifestazioni della potenza di Dio. In quella funzione guarirono due ciechi; un'escrescenza della dimensione di una mela scomparve dalla gola di una ragazza e una donna che da anni non poteva chinarsi fu in grado di toccare il pavimento.

 

         Anche noi possiamo avere quella manifestazione della potenza di Dio, sia durante la preghiera personale che negli incontri. Anziché limitarci a lodare Dio a metà, solo per abitudine, possiamo concentrarci sul Signore e abbattere le fortezze per mezzo della lode.

         Attraverso la lode e l'adorazione possiamo

q       lanciare le nostre armi e vedere la guarigione,

q       possiamo confondere il diavolo,

q       vedere la gente che nasce al regno di Dio. (Ciò implica la realtà, e non solo la "supposizione" della nuova nascita nello Spirito).

q       E assistere alla manifestazione della Sua vita.

 

 



Profilo di Terry Law  - Presidente del Living Sound, gruppo musicale missionario, ha svolto opera di evangelizzazione in dozzine di nazioni in tutto il mondo. E' stato 14 volte in Polonia, 7 nella Unione Sovietica e numerose volte in altri paesi del blocco sovietico. Il Living Sound è tornato successivamente in Polonia dove Law doveva incontrare Lech Walesa, ex-leader di Solidarnos.

  Law si sente anche chiamato ad essere strumento di unità all'interno del Corpo di Cristo. Nel 1980, su richiesta di Papa Giovanni Paolo II, Terry Law e il Living Sound hanno svolto il loro ministero davanti a migliaia di persone in piazza San Pietro, presso la Città del Vaticano.

  Law formò il primo complesso del Living Sound nel 1969, in risposta ad una visione divina. Oggi vi sono quattro gruppi che svolgono il ministero in tutto il mondo. Laureato presso l'Università Oral Roberts, oggi Law è membro del corpo dirigente della scuola. Abita con la famiglia a Tulsa, Oklahoma.

 New Wine, Agosto 1984 - Terry Law, presidente del Living Sound, organizzazione evangelica che svolge il ministero attraverso la musica, attraverso una serie di tre articoli condivide con noi la posizione della lode e dell'adorazione nella guerra spirituale. In questo primo articolo ci parla delle armi che abbiamo a disposizione e di come dobbiamo usarle.

(hupsoma = cosa elevata; CEI = baluardo)


15/12/2011 12:21

ANGELI IN AZIONE
ANGELI IN AZIONE
di Terry Law 

 

Parte  2ª

  ANGELI IN AZIONE  

 

 

Quando, nella guerra spirituale, usiamo le armi della lode e dell'adorazione, Dio invia un esercito in nostro aiuto.

 

Revisione della lezione precedente

            Nel primo articolo ho affrontato il problema delle armi della nostra battaglia, il fatto che queste sono potenti e che con esse possiamo abbattere le fortezze.

è Ho detto che le fortezze sono quei pensieri che legano, e che sono stabilite e governate da PRINCIPATI E POTENZE.

è Credo che quando Satana fu cacciato dalla presenza di Dio, stabilì una posizione di comando nei cieli da dove, lui e i suoi agenti, conducono azioni nefande per cercare di minare e controllare la nostra vita. E questo lo fa attraverso un sistema di pensieri.

 

         Le armi dateci da Dio per combattere contro questi pensieri sono davvero potenti. Esse sono: la Parola, il Nome e il Sangue. Queste tre armi, poste da Dio nelle mani del credente, sono le forze più potenti e possenti a disposizione dell'umanità.

         Credo che stia per giungere un risveglio nel quale la Chiesa comprenderà e riuscirà ad applicare la potenza di tali armi, e inizierà ad usarle per organizzare una potente offensiva contro il diavolo e i suoi accoliti.

 

         Finora abbiamo anche esplorato i quattro veicoli di lancio dati da Dio ad ogni credente per attivare le nostre armi contro il diavolo, e cioè:

 

- la preghiera,

- la testimonianza,

- la predicazione e

- la lode e l'adorazione.

 

Sono i razzi di lancio che trasportano la Parola, il Nome e il Sangue, per abbattere le fortezze del nemico.

 

         Il cristianesimo è una questione di lancio di razzi, ed è proprio qui che entra in campo il significato del credente.

è Infatti, non sarà Dio a lanciare i razzi. Egli, infatti, ha dato l'incarico alla Chiesa (come popolo di Dio), cui ha affidato le armi dicendo:

"Ora te le farò usare per portare a termine l'opera. Io appoggerò quello che farai, ma non sarò Io a farlo per te."

 

Sta a noi, la Sua Chiesa, erigerci con le Sue armi per fare esattamente quanto Dio ha designato nel Suo piano. É una transazione spirituale davvero eccitante, ed è profondamente significativo che le azioni del credente influenzino ciò che accade nei cieli.

 

Guerra nei cieli

 

         Apocalisse 12 è un brano eccitante ed illuminante della Scrittura sul nostro ruolo in ciò che avviene nei cieli.

 

"Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il dragone: il dragone e i suoi angeli combattevano, ma non prevalsero e non vi fu più posto per essi in cielo. E il dragone, il serpente antico chiamato diavolo e Satana, che inganna il mondo intero, fu cacciato via; fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:

 

'Ora è venuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza e l'autorità del Suo Cristo: poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. MA ESSI LO HANNO VINTO per mezzo del SANGUE DELL'AGNELLO e della PAROLA DELLA LORO TESTIMONIANZA, e non hanno amato la vita, fino ad esser disposti a morire." (cf. Ap 12, 7-11)

 

L'effetto della lode e dell'adorazione

 

         In questo brano, che ritengo parli di un evento a venire, ha luogo una battaglia tra Michele e i suoi angeli contro il dragone e i suoi angeli. Michele e i suoi angeli hanno vinto, mentre Satana e le sue truppe sono state cacciate dal cielo. Ma la Scrittura dice inoltre che i credenti hanno vinto Satana per mezzo del Sangue, usando l'arma di lancio della testimonianza. Il sangue è stato la potenza e l'arma usata; la parola della loro testimonianza è stata il razzo di lancio che ha portato il sangue al punto di attacco. Vedo qui un esempio di quanto credo accada nei cieli tramite la nostra lode e adorazione.

 

         Quando usiamo le nostre armi ed i razzi di lancio spirituali, accade che in qualche modo, nell'economia di Dio, cominciamo ad influenzare l'attività degli angeli. Qui sto trattando un argomento delicato e voglio esser chiaro nel dire che non credo che noi possiamo mai dare ordini agli angeli: essi ricevono dal Padre le istruzioni. Ma ritengo che sia il Padre stesso ad allertarli, e quando la Chiesa comincia ad affrontare i problemi usando i principi della guerra spirituale, a quegli angeli è permesso di collaborare con i credenti nel portare a compimento gli scopi divini di Dio.

 

La condizione di Dio: Egli attende un'azione da parte nostra

 

         In quel passo dell'Apocalisse sono stati gli angeli a sconfiggere, a cacciar via, a buttare giù, ma lo hanno fatto in collaborazione con una Chiesa che operava sui principi della guerra spirituale. Fu la Chiesa a lanciare il potere del Sangue per mezzo della sua testimonianza; e quando ciò è accaduto, gli angeli hanno detto: "Diavolo, sei finito. La Chiesa ha preso le sue responsabilità. Ora noi ti cacceremo via."

 

         Dio avrebbe potuto cacciare il diavolo dal cielo in qualunque momento. Voleva farlo. Ma non lo farà finché noi, la Sua Chiesa, arriviamo al punto nella guerra spirituale di decidere che per noi è importante trovarci nella potenza del Sangue, e mediante la parola della nostra testimonianza, collaborare con l'eterno piano sovrano di Dio per estromettere Satana.

         Dio aspetta che i credenti si muovano secondo il Suo piano, in modo che poi gli angeli possano aiutarci ad abbattere le fortezze nei cieli.

 

         Daniele è un'ottima illustrazione di come gli angeli si muovono quando un uomo agisce secondo i principi della battaglia spirituale. Daniele, prigioniero in Babilonia, cominciò a leggere ciò che diceva Geremia sulla nazione di Israele:

"Se non ti pentirai, Babilonia ti invaderà. Sarete fatti prigionieri e schiavi e passerete settant'anni prigionieri nella terra di Babilonia." (vedi Ger 25, 1-11).

 

         Quando Daniele lesse gli scritti di Geremia, le parole gli balzarono fuori dalla pagina. "Controllò il calendario" e scoprì che quello doveva proprio essere il settantesimo anno. Così scrisse:

 

"Nell'anno primo del suo regno io, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia, nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni" (Dn 9,2).

 

La persona che agisce

 

         Quando dal libro vide che era giunto il momento della fine del dominio babilonese, Daniele non se ne stette comodamente seduto ad aspettare che si verificasse quell'evento. Si mise piuttosto all'opera per essere partecipe della realizzazione di quella profezia:

1.     Si pentì davanti a Dio, vestendosi di sacco e di ceneri.

2.     Quindi iniziò un periodo di digiuno e di preghiera.

 

         Non appena Daniele si rese conto che era giunto il momento in cui era necessario fare qualcosa, si inginocchiò e disse: "Dio, tu hai detto che sarebbe accaduto, ma io non me ne starò qui seduto ad aspettare. Farò parte di ciò che lo farà accadere."

         La persona che intercede, digiuna, serve e sta in ascolto di Dio perché vuole essere coinvolta nei suoi scopi, è proprio quella che Dio coinvolgerà in ciò che sta facendo nella nostra generazione. É proprio così, e quanto farà quella determinata persona avrà un impatto nei cieli.

 

         Possiamo constatarlo nella vita di Daniele. Dopo aver iniziato il periodo di preghiera e di digiuno, immagino che rimase alquanto scoraggiato e che dicesse: "Signore, sono passati 21 giorni e non è successo niente. Cosa c'è che non va?"

 

         A quel punto apparve l'angelo Gabriele:

"Non temere, Daniele: dal primo giorno in cui ti sei disposto a comprendere, facendo penitenza dinanzi a Dio, le tue parole sono state ascoltate ed io sono venuto per le tue parole." (Dn 10.12).

 

La perseveranza di Daniele

 

         Daniele aveva pregato, ricordando al Signore: "La Parola del Dio di Geremia è scritta nel libro. Io mi baso sulla Tua parola e Tu ci riporterai a casa."

 

         Il primo giorno in cui fece questa preghiera, le sue parole giunsero in cielo e Dio disse: "Ecco il Mio uomo. Lo farò perché Me lo chiede nella preghiera." Fu proprio la preghiera il veicolo di lancio della Parola di Dio.

 

         Qui vediamo che quando gli angeli si muovono con gli uomini, lo fanno sui principi della guerra spirituale.

         Quando il popolo di Dio osserva quei principi, ciò libera gli angeli permettendo loro di fare ciò che Dio vuole. Gabriele disse:

 

"Il Principe del regno di Persia mi si è opposto per 21 giorni; però Michele, uno dei capi dei principi, è venuto ad aiutarmi ed è rimasto là con i re di Persia" (Dn 10,13).

 

         Gabriele aveva cercato di arrivare da Daniele col suo messaggio, ma era stato impedito per 21 giorni dal malvagio principe di Persia. Daniele tuttavia, continuò a lanciare l'arma, puntandola in alto per distruggere il potere del principe di Persia.

         La Persia era il principale blocco stradale che impediva ad Israele di tornare a casa e il principe di Persia, la fortezza che stava dietro la nazione, doveva essere vinto dall'uomo in collaborazione con gli angeli, perché gli scopi di Dio potessero essere portati a termine.

 

         Poiché Daniele non smise di pregare, venne infine il momento in cui Dio disse a Michele: "Scendi giù e prenditi cura di quel principe." E Michele, il capitano degli eserciti del Signore, scese giù liberando Gabriele perché potesse recarsi da Daniele.

 

         Ma non fu Michele a rovesciare la situazione, bensì l'uomo che agiva secondo i principi della guerra spirituale; fu lui a permettere il completamento di quell'opera. Daniele non si arrese. Se lo avesse fatto, Gabriele avrebbe potuto non riuscire mai a passare. Ma egli non mollò la presa.

         La stessa cosa vale oggi per noi: É proprio attraverso il nostro coinvolgimento nella battaglia spirituale che siamo in grado di partecipare efficacemente a ciò che Dio sta facendo, e di sciogliere gli angeli di Dio perché ci aiutino.

 

Il piano di battaglia di Iacaziel

 

         Un'altra illustrazione del principio dell'azione dell'uomo che influenza l'attività nei cieli è descritta in 2 Cronache 20, dove Israele stava per essere invaso da potenti eserciti stranieri. Quando il messaggero entrò di corsa nella sala del trono di Re Giosafat per dirgli che tre eserciti potenti, provenienti da Ammon, Moab e dal Monte Seur, stavano arrivando per invadere e distruggere Israele, la Scrittura dice che "Giosafat ebbe paura" (vv. 2-3). Nulla getta più terrore su una nazione della parola invasione.

 

q         Ma anche in quel momento Giosafat si dispose a cercare il Signore, radunò Israele e proclamò un digiuno pubblico.

q         Poi cominciò a pregare dichiarando la grandezza di Dio e cominciò ad entrare nella lode.

 

"Allora lo Spirito del Signore ...fu su Iacaziel, figlio di Zaccaria, proprio in mezzo all'assemblea..." (v. 14).

 

         Lo Spirito del Signore viene spesso nei momenti difficili, ma sempre nei momenti di lode e di rendimento di grazie.

 

         Il piano di battaglia che venne da Iacaziel è stupefacente, ed è un esempio di come Dio combatterebbe se fosse in noi. Egli disse:

 

"Non temete e non spaventatevi davanti a questa grande moltitudine; perché la battaglia non è vostra, ma è di Dio. Domani scendete contro di loro... Non avrete bisogno di combattere in questa battaglia: disponetevi in ordine e state fermi, e vedrete con voi la salvezza del Signore." (vv. 15-17)

 

         Il piano di battaglia che emerse da questa lode fu che i cantori sarebbero usciti davanti all'esercito lodando e adorando Dio, e che Dio si sarebbe preso cura del resto.

 

Il nemico cade

 

         Giosafat si consultò col popolo e nominò i cantori che dovevano cantare le lodi di Dio. Uscendo avanti all'esercito, dovevano dire: "Sia lode al Signore, la Sua misericordia è eterna!" Il verso 22 dice: "E quando cominciarono a cantare e a lodare, il Signore tese degli agguati."

 

         Permettetemi di farvi una domanda: Come fece il Signore a tendere un'imboscata a quegli eserciti? Io credo che lo abbia fatto con gli angeli. Credo che gli angeli inviati da Dio abbiano fatto l'opposto di quello che fa il diavolo. Devono aver bisbigliato alle orecchie degli Ammonniti: "Guardate quei Moabiti. Non appena volgerete loro le spalle, vi colpiranno dal di dietro. E quei tipi dal Monte Seir poi, sono peggio dei Moabiti!"

         Ciascuno di quei tre eserciti deve aver deciso: "Bene, sarà meglio che prima elimini gli altri due eserciti." Quando ebbero finito, l'esercito di invasori si era totalmente auto-distrutto.

 

         Sono convinto che gli angeli di Dio abbiano seguito le istruzioni di Dio, ma che non avrebbero potuto farlo fin quando gli uomini non avessero cominciato a cantare e a lodare Dio. Ciò accadde solo quando il Suo popolo cominciò ad esercitare i principi della guerra spirituale, usando la potenza della lode e della adorazione. Quando il popolo obbedì, Dio disse ai Suoi angeli: "Bene, il mio popolo sta facendo quello che ho detto e agisce secondo i principi giusti. Intromettetevi nell'azione e fate piazza pulita."

 

Conclusione

 

         É stupefacente rendersi conto che la nostra lode porta a vittorie e superamenti su nei cieli, sollecitando l'attività angelica a portare a termine il piano di Dio. Ma in che modo, a livello pratico, tutto ciò riguarda ognuno di noi?

         Significa che quando affrontate una situazione apparentemente senza speranza, come Giosafat, e siete circondati da "eserciti che avanzano" da ogni parte, la vostra lode e adorazione può significare la differenza tra la sconfitta e la vittoria personale.

         Oppure potete essere come Daniele, che attende l'adempimento di una promessa di Dio che per un qualche motivo tarda a realizzarsi; la vostra preghiera diligente può essere il fattore che innalza la scala verso la vittoria nella battaglia celeste che si sta svolgendo. Se state affrontando circostanze di questo genere, perché non impegnarvi proprio ora per vedere la vittoria di Dio nella vostra vita attraverso la potenza della lode e della adorazione?

 

         Il fatto che il nostro coinvolgimento abbia influenza su nei cieli, riflettendosi sulla attività degli angeli, dovrebbe incoraggiare ognuno di noi. Ma al di là del livello personale, ha ramificazioni potenti in ciò che Dio sta per fare con l'intera Chiesa nei giorni a venire.

         Dio vuole che la Chiesa sia partecipe all'esecuzione del Suo piano sulla terra. Gli angeli di Dio attendono di poter fare la volontà di Dio, ma non si muoveranno finché la Chiesa non si alzerà con le sue armi. E quando verrà quel momento ultimo, e noi crederemo e la Chiesa rimarrà salda nella potenza dei suoi armamenti, dichiarando il potere del Sangue contro le porte degli inferi e contro lo stesso diavolo, vedremo nei cieli una vittoria che stabilirà sulla terra gli scopi eterni di Dio.

 

 Testimoni della potenza

della lode e dell'adorazione

 

Relazione del personale

 

Attraverso l'adorazione un'assemblea sperimenta la potenza guaritrice di Dio.

 

         Leggere in che modo la lode e l'adorazione possano mettere i cristiani in contatto col regno del soprannaturale è una cosa, ma tutt'altra cosa è vederlo accadere.

         La serie di New Wine sul ruolo della lode e dell'adorazione nella guerra spirituale è stata predicata quest'estate da Terry Law in forma di seminario di tre giorni, col coinvolgimento del personale delle riviste New Wine e Integrity Communications.

         Nella sessione da cui è stato ripreso questo secondo articolo abbiamo avuto l'occasione di sperimentare personalmente la straordinaria potenza soprannaturale di Dio nella lode e nella adorazione condivise da Terry Law nei suoi insegnamenti.

 

         Il messaggio fu il preludio di un servizio di guarigione. Ma in quel servizio, anziché imporre le mani su ciascuno individualmente, Law ci introdusse in un periodo di lode e di adorazione durante il quale chiese al Signore di mandare la guarigione a chi ne aveva bisogno.

 

         Molte delle persone coinvolte hanno affermato che quel periodo di adorazione è stato più gioioso e più carico di potenza soprannaturale di qualunque altra cosa mai sperimentata in precedenza. Vi presentiamo la relazione dell'esperienza di una donna:

 

"Mentre adoravo e lodavo il Signore, alzai lo sguardo e vidi un angelo seduto sull'intelaiatura di una delle finestre del pulpito. Nel dubbio per quanto vedevo, chiusi gli occhi e ricominciai a lodare Dio. Dopo un minuto circa li riaprii, e questa volta l'angelo si librava sul pulpito. Era alto circa 2 metri, con un lungo abito fluente di un bel colore bianco-argenteo. Sebbene capelli e viso fossero dello stesso colore, riuscivo a distinguerne i lineamenti.

Mentre lo guardavo, si voltò verso di me con espressione che pareva dire: 'Guarda cosa stiamo per fare!' Poi lui e diversi altri angeli cominciarono a librarsi per tutta la stanza. Scendevano e poi salivano fino al soffitto, per poi tornare a scendere sfiorando i membri dell'assemblea che lodavano il Signore. Li osservai per un paio di minuti, e mentre si libravano su di noi ero impressionata del fatto che gioivano con noi che gioivamo in Dio. Dopo l'adorazione ci fu una profezia che diceva che in quella lode avevamo toccato il cuore di Dio, ed io sapevo con certezza che Egli mi aveva benedetta aprendomi gli occhi dello spirito affinché vedessi quegli angeli."

 

         Un'altra donna, che ignorava questa visione, disse di aver udito, durante il canto di lode, voci angeliche unirsi a noi nell'adorazione.

 

         Dopo l'adorazione, Law chiese a chi era guarito di accertarsi di esserlo davvero, e di venire poi a fare la testimonianza. Decine di persone si affollarono nella zona intorno al podio per parlare delle loro guarigioni. Una ragazza con problemi di vista ad un occhio disse di aver visto Gesù che durante la lode e l'adorazione veniva verso di lei, le imponeva le mani sugli occhi e la guariva. Law controllò quella guarigione tenendo in mano una pagina stampata a una certa distanza da lei: la lesse con facilità, cosa che prima non avrebbe potuto fare.

 

         Ma la guarigione più sensazionale fu quella di un bambino di due anni con un tumore: la madre disse che non aveva mai fatto più di qualche passo incerto. E mentre ella piangeva, mise il bambino in piedi e l'uditorio scoppiò in un applauso quando questi camminò avanti e indietro.

 

         Tutto il seminario ci ha ricordato che la nostra lode e adorazione toccano qualcosa nel regno soprannaturale, molto al di là della nostra comprensione - un fatto che dovrebbe incoraggiarci a impegnarci nella lode e dell'adorazione ad un livello molto più profondo del nostro attuale coinvolgimento.

         Durante l'ultima sessione una profezia sfidò l'uditorio a non avere paura di entrare in questa forma profonda di adorazione, perché in realtà è la porta di accesso alla sala del trono del Re. Abbiamo quindi il privilegio e l'incarico di dire col Salmista:

 

"Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate la gloria del Suo nome, rendete gloriosa la Sua lode. Benedite o popoli il nostro Dio e fate risuonare dovunque la Sua lode" (Sal 65, 1-2; 8).

 

Quando glorifichiamo Dio in questo modo, ciò avrà un impatto nei cieli e saremo testimoni di un numero sempre crescente di dimostrazioni della Sua potenza nella vita nostra e in quella di coloro con cui abbiamo relazione.



 (New Wine - Settembre 1984)


15/12/2011 12:22

TAGLIATE LA TESTA AL VOSTRO GIGANTE
di Terry Law 

 

Parte  3ª

TAGLIATE LA TESTA AL VOSTRO GIGANTE

 

 

Come David uccise Golia, anche noi possiamo conquistare i "giganti" che dobbiamo affrontare.        

La battaglia di David e Golia, in 1 Samuele capitolo 17, è sempre stato uno dei miei brani preferiti. É eccitante descrivere come la fede nel cuore di questo giovinetto lo aiutò a vincere il più grande campione militare dei suoi tempi. Ma in questo messaggio c'è una domanda che continuava a martellarmi nella testa:

 

"Da dove ha preso, un adolescente, una fede di quella portata? E se ha fatto una cosa simile ai tempi del Vecchio Testamento, cosa possiamo fare noi oggi? É possibile scoprire alcuni principi nella sua vita ed applicarli alla nostra, in modo da produrre lo stesso tipo di vittoria quando affrontiamo i giganti della nostra vita?"

 

         Credo di sì, e sono convinto che Dio abbia fatto in modo che la storia di David fosse inserita nel Vecchio Testamento affinché noi potessimo trarne ed impararne i principi di guerra spirituale che poi ci metteranno in grado di combattere, in questo 20° secolo, le nostre battaglie.

 

Preparati da Dio

 

         Un giorno, rileggendo il capitolo che precede la storia di David e Golia, trovai la risposta a quella tormentosa domanda e finalmente riuscii a capire da dove proveniva la fede di David. La risposta dipendeva dal luogo in cui Dio lo aveva fatto crescere. Quando Samuele venne ad ungerlo re, egli era fuori a pascolare il gregge - non esattamente il luogo in cui la gente si aspetterebbe di trovare un re. Ma cosa accadde nel periodo in cui David era con le pecore? Veniva preparato da Dio a quanto lo attendeva in futuro.

 

         Credo di sapere come deve essersi sentito. In Canada, da giovane predicatore, percorrevo 100 chilometri la settimana per prendermi cura come pastore di un gruppetto di 25 anime. Mi impegnavo in preghiere e digiuni, cercando il volto di Dio e dicendogli che bramavo portare il Suo messaggio a folle intere, vederle liberate per mezzo della Sua grande potenza. Ma dovevo essere fedele là dove Dio mi aveva posto e continuare a servirLo in quella minuscola Chiesa. Era il modo in cui Dio mi preparava.

 

         Allo stesso modo David, che Samuele aveva appena unto come futuro re di Israele, era ancora là a prendersi cura delle pecore, cercando di obbedire al Signore, nell'attesa di diventare il prossimo re di Israele. Deve essergli stato oltremodo difficile eccitarsi per quella unzione a re, perché non c'è nulla di più esasperante che pascolare un gruppetto di stupide pecore. Eppure mentre era lì, David stava facendo qualcosa: si preparava ad essere usato da Dio.

 

David impegnato nella lode

 

         Mentre si trovava a pascolare, David passava il tempo a suonare l'arpa. Forse ha scritto alcuni dei suoi salmi più grandiosi da ragazzo, badando alle pecore. Credo che più di ogni altra cosa, in quel periodo preparatorio Dio stesse rivelando al cuore del ragazzo i principi della lode e dell'adorazione e la priorità che queste dovevano avere nel suo cuore.

 

         Per scoprire la sostanza di un uomo, guardate a ciò che scrive, perché sono quelli i principi che lo rendono quello che è. Nel Salmo 61,8 David espone la chiave di questa sua grande fede e del suo coraggio:

 

"Canterò lode al Tuo nome per sempre, per eseguire giorno per giorno i miei voti."

 

         David stava scoprendo i principi della guerra spirituale esaminati nei due articoli precedenti di questa serie: l'arma che usò fu il nome di Dio, e lo lanciava con canti o lodi.

         Quando dice: "per eseguire i miei voti," afferma di essersi impegnato a lodare Dio ogni giorno della sua vita, e di aver fatto della lode una disciplina spirituale.

 

         Arriva il momento in cui dobbiamo assumerci l'impegno di lodare.

q       La lode è importante proprio quanto lo studio della Bibbia,

q       la Scrittura imparata a memoria e la preghiera.

        

         In realtà non possiamo progredire nella preghiera se prima non comprendiamo la lode. Quando lodiamo Dio, entriamo alla Sua presenza - dove Egli ci vuole. Ed è proprio lì che, inevitabilmente, avverranno i miracoli. La chiave per una fede che produca grandi miracoli - come per David - sta nella lode, perché questa è l'atto ultimo di fede.

 

         La fede più grande che io abbia mai esercitato è stata subito dopo la morte di mia moglie, quand'ero adirato con Dio, ferito e distrutto dal dolore. In mezzo a quello strazio, mi sforzai di dire: "Benedirò il Signore, Lo loderò." Non ricordo altri momenti nella vita in cui una fede simile, altrettanto pura, mi abbia portato al punto di obbedire anche senza il coinvolgimento dei sentimenti. Questa è fede. Ed è stato solo dopo aver raggiunto quel punto che il Signore mi ha introdotto in un ministero mondiale.

 

Golia sfida Israele

 

         Quando ancora si trovava nei campi, David si preparò attraverso la lode a Dio; e raggiunse il punto di essere finalmente pronto all'azione proprio nel momento in cui Israele era coinvolto in una guerra totale coi Filistei. I fratelli maggiori di David, Eliab, Abinadad e Shammah, erano lontani da casa da 40 giorni per combattere con gli eserciti di re Saul; allora il padre, Jesse, mandò il giovane David a portar loro del formaggio e qualche altra provvista. Nello stesso istante in cui egli trovò uno dei fratelli sul campo di battaglia, d'improvviso restarono entrambi raggelati da uno dei rumori più profani mai sentiti in vita loro.

 

         L'uomo che aveva lanciato l'assordante grido di battaglia era l'orgoglio del campo filisteo, Golia di Gath, un gigante che non era certo un guerriero comune. Quando parlò, Israele stette ad ascoltare:

 

"Scegliete un uomo tra voi che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e di uccidermi, noi saremo vostri servi; ma se sarò io a prevalere su di lui e a ucciderlo, allora voi sarete nostri servi, e ci servirete... Oggi ho lanciato una sfida contro gli eserciti di Israele. Datemi un uomo, perché possiamo combattere insieme." (1 Sam 17, 8-10).

 

Una risposta sorprendente

 

         Giacché il re Saul e i suoi uomini si limitavano a guardare con occhi fisici le gigantesche dimensioni di Golia, come dice la Bibbia, essi erano comprensibilmente "costernati," (v. 11). Ma ricordate il messaggio dei due articoli precedenti, i principi della battaglia spirituale esposti in 2 Cor 10,4:

 

"Le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma potenti per mezzo di Dio per abbattere le fortezze."

 

         David aveva capito quel principio della guerra spirituale. Quando, assieme al fratello, si trovò in cima alla collina ad osservare quella massa d'uomo che era Golia, rispose in modo da sorprendere il fratello: "Chi è mai quel filisteo incirconciso che si permette di sfidare gli eserciti del Dio vivente?" (1 Sam 17,26).

 

         David poteva parlare così perché era accaduto qualcosa nel suo spirito. Aveva fatto un voto di lode che lo metteva in una stretta relazione col suo Signore. Aveva incorporato la lode nel suo spirito, rimanendo alla presenza di Dio mentre badava alle pecore, e la lode aveva prodotto qualcosa nel suo spirito. Quando una persona si avvicina a Dio in quel modo, poi parlerà in maniera diversa.

 

         Eliab tuttavia ne fu imbarazzato! Nessuno riesce a far scoppiare la bolla della fede meglio di qualche membro della famiglia. Ti dirà: "Chi pensi di essere, giovincello? Sappiamo noi i pasticci che hai combinato la settimana scorsa. Non metterci addosso il peso di questa faccenda della fede!"

 

David non torna indietro

 

         Ma nonostante il rimprovero di Eliab, David non si tirò indietro. Si rivolse a un'altra persona e ripeté la domanda: "Ma chi pensa di essere questo filisteo incirconciso?"

 

         La notizia raggiunse finalmente Saul, che fece chiamare David presso la sua tenda. E lì, davanti a tutte le guide militari della nazione, David parlò: "Non permettete che il cuore di nessuno si senta scoraggiato per causa sua: il tuo servo andrà a combattere contro questo filisteo" (v. 32). La fede del ragazzo si manifestava in ogni cosa che diceva.

 

         Ma Saul non si lasciò impressionare. Si mise a ridere e dicendogli che era solo un ragazzo, che non poteva combattere contro un gigante che faceva il guerriero da quand'era giovane.

         Anche ora David non si tirò indietro, e non avendo altre scelte, con riluttanza Saul lo mandò a combattere Golia. Posso immaginare la scena in cui gli Israeliti si aspettavano di vedere il valoroso guerriero scelto per combattere il loro peggiore nemico. Aspettavano con ansia che si sollevasse il lembo della tenda per rivelarne l'identità. Immaginate il loro disappunto quando ne uscì David in tutta la sua gloria: altezza un metro e mezzo, un ragazzino ricciuto che diceva: "Dov'è il gigante? Portatemi da lui!"

 

         Ma la loro delusione deve esser stata perfino maggiore quando, avviandosi verso il campo di battaglia, David si fermò presso un ruscello a raccogliere le sue armi: cinque pietre lisce. Poi cominciò a muoversi sul campo di battaglia.

         Non aspettò che fosse il nemico a venire verso di lui, ma fu lui a correre verso il nemico; il che dimostra dove sta l'iniziativa. Quando abbiamo fede, quando ci muoviamo nella fede e nell'adorazione, non stiamo ad aspettare che siano le avversità ad attaccarci: siamo noi ad attaccarle per primi.

 

         David si mise a correre verso Golia, che pieno d'ira gridava: "Sono forse un cane, che mi vieni incontro con dei bastoni?" (v. 43).

 

         La risposta di David fu la chiave di tutta la sua strategia di battaglia:

 

"Tu vieni a me con la spada, lo scudo e il giavellotto, ma io vengo a te nel nome del Signore."

 

         Golia, con le migliori armi militari, era venuto a distruggere il ragazzo, ma David aveva imparato ad avere accesso ad un'arma assai più potente: il nome di Dio. La lode gli aveva insegnato ad affrontare le fortezze e a vincere i demoni, e quando arrivò il gigante, lo affrontò col Nome.

         Si mise una mano in tasca, ne tirò fuori una pietra liscia e cominciò a far roteare la fionda attorno alla testa. Golia fu immediatamente abbattuto; David gli tagliò la testa e la portò trionfante nella tenda di Saul. Così David, un semplice pastorello arrivato sul campo di battaglia per portare provviste ai fratelli maggiori, finì con l'uccidere il più terribile nemico di tutto Israele.

 

Esprimere ad alta voce la propria fede

 

         All'inizio di questo articolo ho esposto una domanda che da anni mi sconcertava: da dove ha tratto, David, la propria fede; e se la usava per abbattere le fortezze ai tempi del Vecchio Testamento, perché non potremmo farlo anche noi, oggi? Dio mi ha mostrato che David traeva la propria fede dalla lode, e che questa fonte è anche a nostra disposizione. Credo fermamente - per averlo sperimentato nella mia vita - che applicando alle nostre battaglie il principio di David sulla guerra spirituale, saremo condotti alla vittoria sui giganti che dobbiamo affrontare.

 

1      Il primo passo intrapreso da David nella conquista del gigante nella sua vita fu quello di parlarne, di esprimere le sue intenzioni.

Perfino quando Golia tuonò col suo vocione, David rispose nella fede: "Chi crede di essere questo filisteo incirconciso?" E quando Saul disse: "Non sei che un ragazzino!" David rispose ancora con fede: "Non si abbatta il vostro cuore; andrò e lo combatterò:"

         E ancora, quando Golia disse: "Sono forse un cane che vieni a me con dei bastoni?" David rispose nella fede: "Tu vieni a me con spada e scudo, ma io vengo a te nel nome del Signore." Il ragazzo parlava in quel modo perché aveva trascorso tanto tempo col Signore a lodarLo, ed aveva capito come funziona la guerra spirituale di Dio.

 

         Spesso diciamo di non avere fede per qualcosa. Ma se facessimo della lode una priorità nella nostra vita, la fede in noi balzerebbe fuori con tutta naturalezza. É stato così per David, e può esserlo anche per noi.

 

Agire secondo la nostra fede

 

2      Il secondo passo è agire secondo la fede che abbiamo; fare cioè quello che abbiamo detto.

Dirlo infatti non basta: David andò un passo oltre, e lo fece. Solo quando agiremo secondo la nostra fede riceveremo ciò di cui abbiamo bisogno, perché la fede opera in questo modo. Moltissima gente, ad esempio, aspetta che Dio li renda testimoni per Gesù, ma in Atti 1,8 sta scritto:

"Riceverete potenza quando lo Spirito Santo scenderà su di voi; e sarete Miei testimoni."

 

         Nel mondo naturale la potenza arriva prima dell'azione, ma in quello soprannaturale giunge con l'azione. Non riceveremo mai una riserva di potenza da immagazzinare per poi renderci testimoni; ma se andremo a testimoniare, avremo il potere di farlo. La potenza arriva nel corso dell'azione.

 

         Quando condivisi il Vangelo dietro la Cortina di Ferro, cominciai semplicemente ad aprire la bocca e a parlare. Se mi trovavo sotto un interrogatorio del KGB, non mi arrivava una grande potenza. Ma quando nella mia debolezza cominciavo a parlare, proprio in quella debolezza il potere dello Spirito Santo si innalzava dentro di me e Dio mi rendeva testimone. É questo il significato di Atti 1,8. La ragione dell'invio dello Spirito Santo non è solo perché noi ottenessimo delle grazie personali, ma perché dovremo essere testimoni.

 

3.     Il terzo passo intrapreso da David fu quello di dimostrare, di dare testimonianza.

Riportò a Saul la testa di Golia per dimostrare alla propria nazione ciò che Dio aveva fatto per loro. Oggi in molte Chiese manca un incontro di testimonianze, mentre quello può essere uno dei raduni più necessari nella vita della Chiesa. La Chiesa dovrebbe essere il luogo in cui la gente può arrivare dopo una settimana di guerra e di lotta con i giganti, dove la nostra battaglia può ispirare qualcun altro ad eccitarsi davanti alla prospettiva di annientare il proprio gigante. In un servizio di testimonianza e di ringraziamento c'è qualcosa che fa smuovere la fede.

 

Impegnarsi nella lode

 

         Ciascuno di noi ha un gigante nella propria vita con scritto sopra il nostro nome - che si tratti di malattia, di un membro non salvato della famiglia, di difficoltà finanziarie o di qualche altro problema che appare grande quanto il Golia che torreggiava sugli Israeliti. Con l'aiuto di Dio potete mozzare la testa al vostro gigante ed essere efficaci come David quando uccise Golia.

         La chiave sta nel seguire il Suo principio-base sulla battaglia spirituale: impegnarsi quotidianamente nella lode a Dio.

 

         Dovete essere diligenti nell'uso di quest'arma potente. Se farete come David, sarete in grado di balzare sul campo di battaglia e marciare coraggiosamente fino al vostro gigante, per sconfiggerlo.

 

q       Volete impegnarvi davanti a Dio a lodare ogni giorno il Suo nome? Volete impegnarvi ad ascoltare Dio, a trovare un posto tranquillo, un posto speciale o qualunque posto in cui il Suo Spirito possa ispirarvi alla lode?

q       Volete impegnarvi a lodare ogni giorno il nome dell'Altissimo Dio, e attraverso quella lode entrare nella guerra spirituale e muovervi contro le fortezze?

 

Se desiderate prendervi questo impegno con Dio, vi prego di fare la seguente preghiera a conclusione di questa serie di articoli:

 

Carissimo Padre Celeste,

 

         Vengo a Te nel nome di Gesù. Vengo con la fragilità della mia carne, con i miei problemi ed i miei peccati e Ti chiedo perdono. Chiedo di essere purificato dal Sangue di Gesù e in questo momento Ti affido la mia vita.

         Sarò un uomo o una donna di lode. Il mio desiderio sarà quello di lodarti ogni giorno. Il Tuo Nome sarà sulle mie labbra. Innalzerò il Tuo Nome davanti ai pagani, ai non credenti. Ti renderò gloria o mio Dio, e lo farò nel Nome di Gesù.

         Ti ringrazio per la grazia e per la forza del Tuo Spirito Santo nel ricordarmi ed aiutarmi ad osservare questo impegno di lodarTi. Sono convinto che vedrò con i miei occhi la manifestazione della potenza di Dio nella mia famiglia e nella mia Chiesa. Credo che avrò un impatto sulla mia città, sul mio Stato e sul mio paese e che ci saranno ripercussioni che influenzeranno il mondo a motivo della mia lode, del mio impegno a innalzare il Tuo nome.

         Donami la Tua benedizione e la tua potenza, affinché io possa vincere i giganti che ogni giorno devo affrontare. Ti lodo nel nome di Gesù. Amen.


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