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Codex Purpureus Rossanensis del IV-V sec.d.c.
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MARIOCAPALBO
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08/04/2013
12:44
La perla del Museo Diocesano d'Arte Sacra, conservata e custodita gelosamente è rappresentata dal famoso: "Codex Purpureus Rossanensis", così chiamato per distinguerlo dagli altri frammenti di codici antichi conservati a Parigi, Londra e Vienna. Rimasto per secoli nascosto nel tesoro della Cattedrale, è tornato alla luce della cronaca nei primi dell' 800 quando fu segnalato per la prima volta nel 1846 dal giornalista napoletano Cesare Malpica, per poi essere definitivamente scoperto dal mondo scientifico nel 1879 ad opera di due studiosi tedeschi, Oscar von Gebhardt e Adolf Harnack. In realtà si tratta di un prezioso evangelario, simbolo dell'arte miniaturistica e calligrafica di origine mediorientale, esempiato probabilmente tra il IV ed il VI sec. d.c. e che arrivò a Rossano tra il IX ed il X sec. In pergamena color porpora, da cui "purpureus", è un unicum per l'ampiezza, giacchè si compone di 188 fogli per un totale di 376 facciate, scritte in oro e argento in lettere greche onciali, oggi detta maiuscola biblica e per il contenuto, poiché accanto al testo che consta: parte dell'Epistola di Eusebio a Carpano, il Vangelo di S. Matteo e parte del Vangelo di S. Marco, vi sono 14 splendide tavole miniate a tutta pagina con scene e personaggi del Vangelo,
disposte in una continuità esclusivamente visuale. In particolare esse rappresentano: la resurrezione di Lazzaro; L'ingresso di Gesù in Gerusalemme; Il colloquio con i sacerdoti nel tempio; La parabola delle dieci vergini; L'ultima cena e la lavanda dei piedi; La comunione degli apostoli; Cristo nel Getsemani; Titolo a piena pagina delle tavole dei canoni; Lettera di Eusebio a Carpiano; La guarigione del cieco nato; La parabola del buon samaritano; Il processo di Cristo davanti a Pilato, con il rimorso e il suicidio di Giuda; La scelta fra Gesù e Barabba; Ritratto di Marco. Attualmente, dalla teca blindata è possibile ammirare le due tavole miniate che riproducono la parabola del buon samaritano ed il processo di Cristo davanti al Pilato con il rimorso ed il suicidio di Giuda e che allo scadere dell'anno di esposizione saranno sostituite da altre pagine scelte all'interno del Codex secondo un sistema di alternanza che tiene conto soprattutto dei criteri tutelativi e conservativi. L’unicità e antichità del manoscritto ne fanno indubbiamente un documento di valore inestimabile riuscendo a catalizzare l'attenzione e l'interesse dei visitatori e degli studiosi di tutto il mondo
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