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Scritti dei Santi sull'adorazione

Santa Caterina da Siena 

" Spirito Santo,

vieni nel mio cuore,

per la Tua potenza tiralo a Te, Dio Vero.

Concedimi carità e timore.

Custodiscimi o Dio da ogni mal pensiero.

Inflammami e riscladami del Tuo dolcissimo amore,

acciò ogni travaglio mi sembri leggero.

Assistenza chiedo ed aiuto in ogni mio ministero.

Cristo Amore, Cristo Amore”  

 

 

Dal “Dialogo della Divina Provvidenza” 

(Caterina lo dettava il più delle volte sotto estasi)

La Provvidenza risponde alle domande che Caterina faceva

…"Carissima figlia, ti voglio illustrare innanzi tutto la dignità nella quale io li ho posti grazie alla mia bontà: dignità che oltrepassa l'Amore che Io ho avuto per tutte le altre mie creature facendole a mia immagine e somiglianza e tutte ricreandole alla Grazia nel Sangue del Figlio mio Unigenito, onde perveniste a grande elevazione per l'unione da me fatta della mia divinità con la natura umana. Questa elevazione è tanta che per essa voi avete maggiore eccellenza e dignità degli Angeli, poichè Io assunsi la natura vostra e non quella angelica!

Perciò, come dissi, Io, Dio, son fatto uomo e l'uomo Dio, per l'unione della mia natura divina nella vostra natura umana!

Questa è la grandezza data a tutte le creature dotate di ragione; ma fra queste ho eletto i miei ministri per la vostra salvezza, affinchè per mezzo loro vi fosse somministrato il Sangue dell'umile e Immacolato Agnello, l'Unigenito mio Figlio. A costoro ho dato di amministrare il Sole, donando loro il lume della scienza, il calore della divina Carità e il colore unito al calore ed alla luce, cioè il Sangue e il Corpo del Figlio mio! Questo Corpo è un Sole, perchè è una cosa sola con me, che sono il Sole vero. Tanto è unito a me, che l'Uno non si può separare nè dividere dall'Altro, come avviene del sole il cui calore è indivisibile dalla luce, e la luce dal calore, grazie alla loro perfetta unione! (...)

Io sono quel Sole, Dio Eterno dal quale procede il Figlio e lo Spirito Santo.

Dello Spirito Santo è proprio il fuoco; del Figlio è propria la Sapienza; in questa Sapienza i miei ministri ricevono un lume di grazia perchè somministrano questo stesso Lume con la Luce che ne proviene e con gratitudine per il beneficio ricevuto da me, Padre Eterno, seguendo la dottrina di questa Sapienza, l'Unigenito Figlio mio! Questo Lume ha in sè il colore della vostra umanità...(...)

A chi l'ho dato da amministrare? Ai miei ministri nel corpo mistico della santa Chiesa, affinchè aveste vita attraverso il dono del Suo Corpo in Cibo e del Suo Sangue in bevanda. (...)

E come il sole non può dividersi, così nella bianchezza dell'Ostia Io sono tutto unito: Dio e uomo! Se l'Ostia si spezzasse e fosse possibile farne migliaia di frammenti, in ciascuno è tutto Dio e tutto uomo, come ho detto! Come lo specchio può andare in frantumi, e tuttavia non si divide l'immagine che si vede in ogni suo pezzo, così anche dividendo questa Ostia non vengo diviso.

 … O figlia carissima, apri bene l'occhio dell'intelletto per contemplare l'abisso della mia Carità: non v'è creatura dotata di ragione che non si senta sciogliere il cuore per slancio d'amore vedendo, tra gli altri benefici ricevuti da me, quello che ricevete in questo Sacramento!
Con quale occhio, carissima figlia, tu e gli altri dovrete vedere e contemplare e toccare questo mistero? Non certo con il tatto e la vista corporea, perchè tutti i sensi del corpo sono inadeguati. Come puoi osservare l'occhio non vede altro che la bianchezza del Pane, così che le grossolane sensazioni del corpo vengono ingannate; ma non può essere ingannato il sentimento dell'anima purchè essa voglia; cioè, purchè essa non voglia privarsi da sè il lume della santissima fede a causa della sua infedeltà!

E' il sentimento dell'anima, dunque, quello che gusta, vede e tocca questo Sacramento! Con che occhio lo vede? Con l'occhio dell'intelletto, se in esso vi è la pupilla della santissima Fede! Quest'occhio vede in quella bianchezza "tutto Dio e tutto Uomo", la natura divina unita con la natura umana: il Corpo e l'anima e il Sangue di Cristo, Figlio mio Unigenito, l'anima unita al corpo e il corpo con l'anima uniti con la mia natura divina, senza distaccarsi da me.....

Ma non lo vede soltanto con l'occhio dell'intelletto, bensì anche con l'occhio del corpo, sebbene a causa del lume intensissimo l'occhio corporeo subito perda la capacità di vederlo, onde rimane solo l'occhio dell'intelletto!

Te lo mostrai perchè tu ne fossi più illuminata, in occasione della guerra che il demonio t'aveva fatto proprio a proposito di questo Sacramento; e anche per farti crescere nell'amore e nel lume della santissima Fede. Perciò sai che, recandoti in chiesa una mattina all'alba per assistere alla messa, essendo stata poco prima tormentata dal demonio, ti mettesti diritta davanti all'Altare del Crocifisso; intanto il sacerdote era venuto all'altare di Maria. E tu te ne stavi là a considerare il tuo difetto perchè temevi d'avermi offeso per la molestia a te arrecata dal demonio, e a contemplare l'ardore della mia Carità che ti aveva resa degna di partecipare alla Messa - sebbene ti reputassi indegna persino di entrare nel mio Tempio santo - allorchè il sacerdote giunse all'atto della consacrazione, tu alzasti gli occhi su di lui.

E mentre egli pronunciava le parole sante della consacrazione, Io mi manifestai a te; e tu vedesti uscire dal mio petto un lume, come il raggio esce dal disco del sole senza tuttavia staccarsene. Entro quel raggio di luce, strettamente ad esso unita, scendeva una colomba, e veniva a colpire l'Ostia in virtù delle parole della Consacrazione pronunciate dal mio ministro. Di fronte a ciò il tuo occhio corporeo non bastò a sopportare la luce, ma ti rimase solo l'occhio dell'intelletto, con il quale vedesti e gustasti l'abisso della Trinità, tutto Me, Dio e Uomo, nascosto sotto il velo della bianchezza. Tuttavia la luce e la presenza del Verbo che tu vedesti mentalmente sotto quella specie, non cancellavano la bianchezza del Pane, nè quel Pane era cancellato da Me, perchè non gli veniva tolta la bianchezza, nè il poterlo toccare e gustare!

Tutto questo ti fu mostrato dalla mia divina bontà, come ti ho detto. A chi rimase la capacità di vedere? All'occhio dell'intelletto con la pupilla della santissima Fede; così che il vedere spetta principalmente all'occhio dell'intelletto, in quanto questo non può essere ingannato.

Con l'occhio dell'intelletto dovete contemplare questo santissimo Sacramento!
E chi lo può toccare? La mano dell'Amore....l'Ostia si tocca per fede con la mano dell'Amore, perchè è con l'Amore che Io sono li presente tutto Dio e tutto Uomo, gratuitamente!

E chi lo può gustare? il gusto del santo desiderio. Il gusto del corpo sente il sapore del pane, e il gusto dell'anima sente Me, per mia somma bontà, tutto Dio e tutto uomo!

Vedi, dunque, come i sensi corporei vengono ingannati, ma non è ingannato il sentimento dell'anima: questa viene assicurata e illuminata in sè stessa, perchè l'occhio dell'intelletto ha visto e gustato con la pupilla della santissima fede.

E poichè vide, conobbe, e perciò lo tocca con la mano dell'Amore, poichè ciò che ha visto ora tocca, vive per amore e per fede! E con il gusto dell'anima, unito all'ardente desiderio, assapora la mia infuocata Verità.

Vedi, dunque, come dovete ricevere e contemplare questo Sacramento, non soltanto col sentimento corporeo, ma col sentimento spirituale, disponendo il sentimento dell'anima a riceverlo e a gustarlo, come ti ho detto.

…O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l'unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell'Unigenito Figlio! Tu. Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti.

Tu sei insaziabile; e l'anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.
Io ho gusto e veduto con la luce dell'intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura.

Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti.
Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore ed io creatura; ed ho conosciuto perché tu me ne hai data l'intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura.

O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell'anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità.

Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d'amore ti sei dato agli uomini.
Tu vestimento che ricopre ogni mia nudità. Tu cibo che pasci gli affamati con la tua dolcezza. Tu sei dolce senza alcuna amarezza. O Trinità eterna.


[Modificato da MARIOCAPALBO 24/09/2016 20:27]