• li GLI ESORCISMI "Coloro che crederanno in me, nel mio nome scacceranno i demoni" Marco 16,17: questo potere che Gesù ha conferito a tutti i credenti conserva in pieno la sua validità. È un potere generale, basato sulla fede e sulla preghiera. Può essere esercitato da singoli e da comunità. È sempre possibile e non richiede nessuna autorizzazione. Precisiamo però il linguaggio: in questo caso si tratta di preghiere di liberazione, non di esorcismi. La Chiesa, per dare più efficacia a tale potere conferito da Cristo e per salvaguardare i fedeli da imbroglioni e maghi, ha istituito un apposito sacramentale, l'esorcismo, che può essere amministrato esclusivamente dai vescovi o dai sacerdoti quindi mai da laici che hanno ricevuto dal vescovo specifica ed espressa licenza. Così stabilisce il Diritto Canonico can. 1172 che ci ricorda anche come i sacramentali si avvalgano della forza d'impetrazione della Chiesa, a differenza delle preghiere private can. 1166, e come essi debbano essere amministrati osservando accuratamente i riti e le formule approvate dalla Chiesa can. 1167. 45 Ne consegue che solo al sacerdote autorizzato, oltre al vescovo esorcizzante magari ce ne fossero! spetta il nome di esorcista. E un nome oggi inflazionato. Tanti, sacerdoti e laici, si dicono esorcisti mentre non lo sono. E tanti dicono di fare esorcismi, mentre fanno solo preghiere di liberazione, quando non fanno addirittura magia... Esorcismo è solo il sacramentale istituito dalla Chiesa. Trovo equivoche e fuorvianti altre denominazioni. È esatto chiamare esorcismo semplice quello inserito nel Battesimo ed esorcismo solenne il sacramentale riservato agli esorcismi. Così si esprime il nuovo Catechismo. Ma trovo errato chiamare esorcismo privato o esorcismo comune una preghiera che non è affatto un esorcismo, ma solo una preghiera di liberazione, e che così deve essere chiamata. L'esorcista deve attenersi alle preghiere del Rituale. C'è però una differenza, rispetto agli altri sacramentali. L'esorcismo può durare pochi minuti come può protrarsi per varie ore. Perciò non è necessario recitare tutte le preghiere del Rituale, mentre invece se ne possono aggiungere tante altre, come il Rituale stesso suggerisce. Lo scopo dell'esorcismo è duplice. Si propone di liberare gli ossessi; tale aspetto viene messo in luce in tutti i libri sull'argomento. Ma, prima ancora, ha uno scopo diagnostico; e questo scopo viene troppo spesso ignorato. È vero che l'esorcista, prima di procedere, interroga la persona stessa o i familiari per rendersi conto se esistono o no le condizioni 46 per amministrare l'esorcismo. Ma è anche vero che mediante l'esorcismo ci si può rendere conto con certezza se c'è o no intervento diabolico. Tutti i fenomeni che si presentano, per quanto strani o apparentemente inspiegabili, possono trovare in realtà una spiegazione naturale. Anche l'assommarsi di fenomeni psichiatrici e parapsicologici non è un criterio sufficiente per la diagnosi. Solo per mezzo dell'esorcismo si ha la certezza di trovarsi
di fronte a un intervento diabolico o no. A questo punto è necessario addentrarci un po' in un tema che, purtroppo, non è neppure accennato nel Rituale ed è sconosciuto da tutti coloro che hanno scritto su tale argomento. Abbiamo affermato che l'esorcismo ha, prima di tutto, un effetto diagnostico, ossia di accertare la presenza o meno di una causa malefica dei disturbi o una presenza malefica nella persona. In ordine di tempo questo scopo è il primo che viene raggiunto e a cui si mira; in ordine d'importanza il fine specifico degli esorcismi è quello di liberare dalle presenze malefiche o dai disturbi malefìci. Ma è molto importante tener presente questa successione logica prima la diagnosi e poi la cura, per valutare rettamente i segni su cui l'esorcista si deve basare. E diciamo subito che rivestono molta importanza: i segni prima dell'esorcismo, i segni durante l'esorcismo, i segni dopo l'esorcismo, lo sviluppo dei segni nel corso dei vari esorcismi. 47 Ci pare che, sia pure indirettamente, il Rituale tenga un po' conto di questa successione dal momento che dedica una norma n. 3 a mettere in guardia l'esorcista affinchè non sia facile a credere ad una presenza demoniaca; ma poi dedica varie norme per mettere in guardia l'esorcista stesso dai vari trucchi che il demonio pone in atto per nascondere la sua presenza. A noi esorcisti pare giusto e importante che si stia attenti a non farsi gabbare da malati psichici, da fissati, da chi in sostanza non ha nessuna presenza demoniaca e nessun bisogno di esorcismi. Ma segnaliamo anche il pericolo opposto, che oggi è assai più frequente e quindi più da temere: il pericolo di non saper riconoscere la presenza malefica e quindi di omettere l'esorcismo quando invece è richiesto. Mi sono trovato concorde, con tutti gli esorcisti da me interpellati, nel riconoscere che mai un esorcismo non necessario ha fatto del male la prima volta e nei casi incerti, tutti facciamo uso di esorcismi assai brevi, pronunciati sottovoce, che possono essere confusi con semplici benedizioni. Per questo motivo non abbiamo mai avuto motivi di pentimento. Mentre invece abbiamo dovuto pentirci di non aver saputo riconoscere la presenza del demonio e di avere omesso l'esorcismo in casi in cui la presenza del demonio è emersa più tardi, da segni evidenti e quando tale presenza era assai più radicata. Ripeto perciò, circa l'importanza e il valore dei segni: ne bastano pochi e incerti perché si 48 possa procedere all'esorcismo. Se durante l'esorcismo si avvertono già altri segni, logicamente ci si dilungherà quanto si riterrà necessario, anche se il primo esorcismo viene amministrato con relativa brevità. È possibile che durante l'esorcismo non si manifesti nessun segno, ma che poi il paziente riferisca di averne avuto effetti in genere sono effetti benefici di sicura rilevanza. Allora si prende la decisione di ripetere l'esorcismo; e se gli effetti continuano, accade sempre che, prima o poi, si manifestino dei segni anche durante l'esorcismo. È molto utile osservare lo sviluppo dei segni, seguendo la successione dei vari esorcismi. Alle volte tali segni sono progressivamente in diminuzione: è un segnale di avviata guarigione. Altre volte i segni seguono un crescendo e una varietà del tutto imprevedibile: significa che sta affiorando interamente il male che prima rimaneva nascosto, e quando è affiorato tutto, solo allora incomincia a retrocedere. Dalle parole dette si capirà quanto è sciocco attendere a fare l'esorcismo che ci siano segni sicuri di possessione; ed è altrettanto frutto di totale inesperienza aspettarsi, prima degli esorcismi, quel tipo di segni che il più delle volte si manifesta soltanto durante gli esorcismi, o dopo di essi, o in seguito a tutta una serie di esorcismi. Ho avuto dei casi in cui sono stati necessari anni di esorcismi perché il male si manifestasse in tutta la sua gravita. È inutile voler ridurre la casistica in questo campo a modelli standard. Chi ha più
49 esperienza conosce sicuramente le forme più varie di manifestazioni demoniache. Ad esempio: è capitato a me e a tutti gli esorcisti che ho interpellato un fatto significativo. I tre segni indicati dal Rituale come sintomi di possessione: parlare lingue sconosciute, possedere una forza sovrumana, conoscere cose occulte, si sono sempre manifestati durante gli esorcismi e mai prima. Sarebbe stato del tutto da stolti pretendere che si verificassero quei segni in antecedenza, per poter procedere agli esorcismi. Aggiungiamo anche che non sempre si arriva a una diagnosi certa. Possono esserci casi di fronte a cui si resta perplessi. Anche perché, e sono i casi più difficili, talvolta ci si trova di fronte a soggetti che hanno contemporaneamente mali psichici e influenze malefiche. In questi casi è molto utile che l'esorcista sia coadiuvato da uno psichiatra. Più volte P. Candido chiamò il prof. Mariani, primario di una nota clinica romana di malattie mentali, ad assistere ai suoi esorcismi. E altre volte fu il prof. Mariani a invitare P. Candido nella clinica da lui diretta, per studiare ed eventualmente collaborare per certi suoi degenti. Mi fanno ridere certi saputelli teologi moderni, che affermano come una grande novità il fatto che certe malattie mentali possono essere confuse con la possessione diabolica. E così certi psichiatri o parapsicologi: credono di aver scoperto l'America con simili affermazioni. Se fossero un po' più istruiti saprebbero che i primi esperti a
50 mettere in guardia da questo possibile errore sono state le autorità ecclesiastiche. Fin dal 1583, nei decreti del Sinodo di Reims, la Chiesa aveva messo in guardia da questo possibile equivoco, affermando che alcune forme di sospetta possessione diabolica potevano essere semplicemente delle malattie mentali. Ma allora la psichiatria non era nata e i teologi credevano al Vangelo. Oltre alla diagnosi, l'esorcismo ha scopo curativo, di liberare il paziente. E qui incomincia un cammino che spesso è difficile e lungo. È necessaria la collaborazione dell'individuo, e questi molte volte ne è impedito: deve pregare molto e non ci riesce; deve accostarsi spesso ai sacramenti e molte volte non ce la fa; anche per recarsi dall'esorcista a ricevere il sacramentale deve talvolta superare impedimenti che
sembrano insormontabili. Per cui ha molto bisogno di essere aiutato e invece, nella maggioranza dei casi, non è compreso da nessuno. Quanto tempo ci vuole per liberare uno colpito dal demonio? Questa è proprio una domanda a cui nessuno sa rispondere. Chi libera è il Signore, che agisce con divina libertà, anche se certamente tiene conto delle preghiere, specie se rivolte con l'intercessione della Chiesa. In generale possiamo dire che il tempo occorrente dipende dalla forza iniziale della possessione diabolica e dal tempo intercorso tra questa e l'esorcismo. Mi è capitato il caso di una ragazza di 14 anni, colpita da pochi giorni, che sembrava furiosa: calciava, mordeva, graffiava. È bastato un
51 quarto d'ora di esorcismo per liberarla completamente; in un primo tempo era crollata a terra come morta, tanto da far venire in mente l'episodio evangelico in cui Gesù liberò quel giovane che gli apostoli non erano riusciti a liberare. Dopo pochi minuti di ripresa, correva per il cortile, giocando con un suo fratellino. Ma i casi così sono rarissimi, oppure si verifica nò se l'intervento malefico è molto leggero. Il più delle volte l'esorcista ha a che fare con situazioni pesanti. Perché ormai all'esorcista nessuno pensa più. Sottopongo un caso tipico. Un bambino manifesta segni strani; i genitori non approfondiscono, non ci danno importanza, pensano che crescendo tutto si metterà a posto. Anche perché i sintomi, inizialmente, sono lievi. Poi, con l'aggravarsi dei fenomeni, i genitori incominciano a rivolgersi ai medici: ne provano uno, poi un altro, sempre senza risultati. È venuta da me una ragazza di 17 anni che era già stata visitata nelle principali cliniche d'Europa. Infine, dietro il consiglio di qualche amico o sapientone, nasce il sospetto che non si tratti di un male dovuto a cause naturali, e viene suggerito il ricorso a qualche mago. E da questo momento il danno iniziale viene duplicato. Solo per caso, in seguito a chissà quale suggerimento quasi mai dovuto a sacerdoti..., si ricorre all'esorcista. Ma intanto di anni ne sono passati parecchi e il male si è sempre più "radicato". Giustamente il primo esorcismo parla di "sradicare e mettere in fuga" il demonio. A questo punto di esorcismi ce ne
52 vogliono molti, spesso per anni, e non sempre si giunge alla liberazione. Ripeto però: i tempi sono di Dio. Giova molto la fede dell'esorcista e la fede dell'esorcizzato; giovano le preghiere dell'interessato, della sua famiglia, di altri suore di clausura, comunità parrocchiali, gruppi di preghiera, in particolare quei gruppi che fanno preghiere di liberazione ; giova moltissimo l'uso degli appositi sacramentali, opportunamente usati per gli scopi indicati dalle preghiere di benedizione: acqua esorcizzata o almeno benedetta, olio esorcizzato, sale esorcizzato. Per esorcizzare acqua, olio, sale, non occorre un esorcista, ma basta un qualunque sacerdote. Bisogna però cercare uno che ci creda e che sappia che nel Rituale esistono queste specifiche benedizioni. I sacerdoti che sanno queste cose sono mosche bianche; i più non le conoscono e ridono in faccia al richiedente. Ritorneremo a parlare di questi sacramentali. Di fondamentale importanza la frequenza ai sacramenti e una condotta di vita conforme al Vangelo. Si tocca con mano la potenza del rosario e, in generale, del ricorso a Maria Vergine; molto potente l'intercessione degli angeli e dei santi; utilissimi i pellegrinaggi ai santuari, che spesso sono i luoghi scelti da Dio per la liberazione preparata dagli esorcismi. Dio ci ha elargito in sovrabbondanza i mezzi di grazia: dipende da noi farne uso. Quando i vangeli narrano le tentazioni di Cristo ad opera di Satana, ci dicono come sempre Gesù controbatta il demonio con una frase
53 della Bibbia. La Parola di Dio è di grande efficacia; ed è di grande efficacia la preghiera di lode, sia quella spontanea, sia in particolare quella biblica: i salmi e i cantici di lode a Dio. Pur con tutto questo, l'efficacia degli esorcismi impone all'esorcista tanta umiltà, perché gli fa toccare con mano il suo niente: chi opera è Dio. E sottopone sia l'esorcista sia l'esorcizzato a dure prove di scoraggiamento; i frutti sensibili sono spesso lenti e faticosi. In compenso si toccano con mano grandi
frutti spirituali, che aiutano in parte a comprendere perché il Signore permetta queste dolorosissime prove. Si procede nel buio della fede, ma consapevoli di camminare verso la luce vera. Aggiungo l'importanza protettiva delle immagini sacre, sia sulla persona, sia nei luoghi: sulla porta di casa, nelle camere da letto, nella stanza da pranzo o nel luogo più usuale in cui si riunisce la famiglia. L'immagine sacra richiama non l'idea pagana di un porta fortuna, ma il concetto di imitazione della figura rappresentata e di protezione che si invoca. Oggi mi capita spesso di entrare in case in cui sulla porta d'ingresso campeggia un bel cornetto rosso e, girando per benedire ogni stanza, di immagini sacre ne incontro ben poche. È un grave errore. Ricordiamo l'esempio di S. Bernardino da Siena che, a conclusione e ricordo delle sue missioni popolari, convinceva le famiglie a porre sulla porta di casa un medaglione con la sigla del nome di Gesù JHS, ossia: Jesus Hominum Salva tor, Gesù Salvatore degli Uomini.
54 Più volte ho toccato con mano l'efficacia delle medagliette portate addosso con fede. Se parlassimo anche solo della medaglia miracolosa, diffusa nel mondo in molti milioni di esemplari, dopo le apparizioni della Vergine a S. Caterina Labourè avvenute a Parigi nel 1830, e se parlassimo delle grazie prodigiose ottenute da quella semplice medaglietta, non finiremmo più. Vari libri ne trattano direttamente. Uno degli episodi più noti di possessione diabolica, riportato in vari libri per la documentazione storicamente esatta che ci ha tramandato i fatti, è quello riguardante i due fratelli Burner, di Illfurt Alsazia, che furono liberati con una serie di esorcismi nel 1869. Ebbene, un giorno, tra i tanti gravissimi dispetti del demonio, si sarebbe dovuta rovesciare la carrozza che trasportava l'esorcista, accompagnato da un monsignore e da una suora. Ma il demonio non potè attuare il suo proposito perché, al momento della partenza, era stata data al cocchiere una medaglia di S. Benedetto, a scopo protettivo, e il cocchiere se l'era messa devotamente in tasca. Ricordo infine i quattro paragrafi che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica agli esorcismi. Letti di seguito, offrono uno svolgimento ben collegato. Il n. 517, parlando di Cristo Redentore, ricorda le sue guarigioni e i suoi esorcismi. Il punto di partenza è ciò che Gesù ha fatto. Il n. 550 afferma che l'avvento del Regno di Dio segna la sconfitta del Regno di Satana; ven
55 gono riportate le parole di Gesù: "Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il Regno di Dio". È questo lo scopo finale degli esorcismi: con la liberazione degli indemoniati si dimostra la totale vittoria di Cristo sul principe di questo mondo. I due paragrafi seguenti richiamano il duplicesviluppo seguito dagli esorcismi: come una componente nel Battesimo e come potere di liberazione degli ossessi. Il n. 1237 ci ricorda che, poiché il Battesimolibera dal peccato e dalla schiavitù di Satana, inesso viene pronunziato uno o più esorcismi sulcandidato, che esplicitamente rinunzia a Satana. Il n. 1673 afferma che, con l'esorcismo, la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del Maligno e sia sottratto al suo dominio. L'esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dalle influenze demoniache. Rilevo l'importanza di questo paragrafo, che colma due lacune presenti nel Rituale e nel Diritto Canonico. Infatti non parla solo di liberare le persone, ma anche gli oggetti termine generico, che può comprendere case, animali, cose, conforme alla tradizione. Inoltre applica l'esorcismo non solo alla possessione, ma anche alle influenze demoniache.
56 I COLPITI DAL MALIGNO Una domanda che spesso mi sento rivolgere è se sono molti i colpiti dal maligno. In linea di massima penso che si possa ancora citare il parere del gesuita francese Tonquédec, noto esorcista: "C'è un grandissimo numero di infelici che, pur non presentando segni di possessione diabolica, ricorrono al ministero dell'esorcista per essere liberati dai loro patimenti: malattie ribelli, avversità, disgrazie di ogni specie. Gli indemoniati sono assai rari, ma questi infelici sono legioni". È un'osservazione ancora valida se si considera la grande differenza tra i veri colpiti e coloro che chiedono una parola sicura all'esorcista, circa l'accavallarsi dei loro guai. Ma oggi è necessario tenere conto di tanti fattori nuovi, che non esistevano quando il P. Tonquédec scriveva. Ed è per questi fattori che io ritengo e ho esperienza diretta che il numero dei colpiti è grandemente aumentato. Un primo fattore è la situazione del mondo consumistico d'occidente, in cui il senso materialistico ed edonistico della vita ha fatto perdere la
57 fede ai più. Credo che, soprattutto in Italia, una buona parte di colpa vada data al comunismo e socialismo, che con le dottrine marxiste hanno dominato in questi anni cultura, educazione, spettacolo. A Roma si calcola che alla messa domenicale vada sì e no il 12% degli abitanti. È matematico: dove cala la religione cresce la superstizione. Da qui il diffondersi, specie tra i giovani, delle pratiche di spiritismo, magia, occultismo. Con l'aggiunta di ricerca dello yoga, zen, meditazione trascendentale: tutte pratiche fondate sulla reincarnazione, sul dissolversi della persona umana nella divinità o, comunque, su dottrine inaccettabili da un cristiano. E non occorre più andare in India per mettersi alla scuola di un guru: lo si trova alla porta di casa; spesso con questi metodi, dall'apparenza innocua, si arriva a stati di allucinazione o di schizo frenia. Aggiungo il diffondersi a macchia d'olio di sètte, molte delle quali di diretto marchio satanico. La magia, lo spiritismo vengono insegnati da vari canali televisivi. Se ne trovano i libri pure nelle edicole, e il materiale per la magia viene diffuso anche con la vendita per corrispondenza. Aggiungo varie serie di giornali e di spettacoli dell'orrore, dove al sesso e alla violenza si aggiunge spesso un senso di perfidia satanica. C'è poi il diffondersi di certe musiche di massa che coinvolgono il pubblico fino all'ossessione. Mi riferisco in particolare al rock satanico. Se ne fa interprete
58 Piero Maniero nel suo libretto: Satana e lo stratagemma della coda Segno, editore Udine 1988. Invitato a parlare in alcune scuole superiori, ho toccato con mano la grande incidenza sui giovani di questi veicoli di Satana; è incredibile quanto siano diffuse nelle scuole superiori e inferiori varie forme di spiritismo e di magia. È ormai un male generalizzato, anche nei piccoli centri. Né posso tacere come troppi uomini di Chiesa si disinteressino totalmente di questi problemi, lasciando i fedeli esposti e senza difese. Ritengo che sia stato un errore togliere quasi interamente gli esorcismi dal rito del battesimo e sembra proprio che di questo parere fosse anche Paolo VI; ritengo un errore aver soppresso, senza sostituzione, la preghiera a S. Michele arcangelo, che si recitava alla fine di ogni messa. Ritengo soprattutto una carenza imperdonabile, di cui faccio carico ai vescovi, di aver lasciato che si spegnesse tutta la pastorale esorcistica: ogni diocesi dovrebbe avere almeno un esorcista in cattedrale; ce ne dovrebbe essere uno nelle chiese più frequentate e nei santuari. Oggi l'esorcista è visto come un essere raro, presso che introvabile; invece la sua attività ha un valore pastorale indispensabile, che affianca la pastorale di chi predica, di chi confessa, di chi amministra gli altri sacramenti. La gerarchia cattolica deve recitare fortemente il mea culpa. Conosco molti vescovi italiani; ne conosco solo qualcuno che abbia fatto esorcismi,
59che abbia assistito a esorcismi, che senta adeguatamente questo problema. Non esito a ripetere quello che ho pubblicato altrove: se un vescovo, dietro ad una seria richiesta non per la richiesta di uno squilibrato, non provvede personalmente o per mezzo di un sacerdote delegato, commette un peccato grave d'omissione. Così ci troviamo nella condizione di avere perso la scuola: in passato, l'esorcista pratico istruiva il neo esorcista. Ma tornerò su questo argomento. C'è voluto il cinema per ridestare interesse al tema. Radio Vaticana, il 2 febbraio 1975, ha intervistato il regista del film: L'esorcista, William Friedkin, e il teòlogo gesuita Thomas Bemingan, che agì da consulente durante le riprese. Il regista ha affermato di aver voluto narrare un fatto, traendo la trama da un romanzo che, a sua volta, narrava un episodio veramente accaduto nel 1949. Se poi si è trattato di vera possessione diabolica o no, il regista ha preferito non pronunciarsi e dire che era un problema per i teologi e non per lui. Il padre gesuita, alla domanda se quello è stato uno dei soliti film dell'orrore o qualcosa di diverso, ha optato decisamente per la seconda ipotesi. Basandosi sull'enorme impatto che il film ha avuto sul pubblico di tutto il mondo, ha affermato che, a parte certi dettagli spettacolari, il film trattava con molta serietà il problema del male. E ha risvegliato l'interesse per gli esorcismi, ormai dimenticati.
60 Come si può cadere nei disturbi straordinari del demonio? Prescindo dai disturbi ordinari, ossia dalle tentazioni che colpiscono tutti. Ci si può cadere colpevolmente o incolpevolmente, a seconda dei casi. Possiamo riassumere i motivi in quattro cause: per permissione di Dio; perché si è vittime di un maleficio; per uno stato grave e indurito di peccato; per frequenza a luoghi o persone malefiche. 1— Per permissione di Dio. Sia ben chiaro che nulla accade senza il permesso di Dio. E sia altrettanto chiaro che Dio non vuole mai il male, ma lo permette quando siamo noi a volerlo avendoci creati liberi e sa ricavare il bene anche dal male. Il primo caso che consideriamo ha la caratteristica che non interviene nessuna colpevolezza umana, ma c'è solo un intervento diabolico. Come Dio permette abitualmente l'azione ordinaria di Satana le tentazioni, dandoci tutte le grazie per resistere e ricavandone un bene per noi se siamo forti, così Dio può anche permettere talvolta l'azione straordinaria di Satana possessione o disturbi malefìci, per fare esercitare all'uomo l'umiltà, la pazienza, la mortificazione. Possiamo quindi richiamare due casi che già abbiamo preso in considerazione: quando c'è un'azione esterna del demonio che causa sofferenze fisiche tipo le botte e le flagellazioni subite dal Curato d'Ars o da P. Pio; o quando viene permessa una vera vessazione, come abbiamo detto riguardo a Giobbe, o a Paolo.
61 La vita di molti santi ci presenta esempi di questo tipo. Tra i santi della nostra epoca ne cito due beatificati da Giovanni Paolo II: don Calabria e suor Maria di Gesù Crocifisso la prima araba beatificata. In entrambi i casi, senza che ci fosse nessuna causa umana né colpa da parte delle persone colpite, né malefìci fatti da altri ci sono stati periodi di vera e propria possessione diabolica, in cui i due beati hanno detto e fatto cose contrarie alla loro santità e senza averne nessuna responsabilità, perché era il demonio che agiva servendosi delle loro membra. 2 — Quando .si subisce un maleficio. Anche in questo caso non c'è colpa da parte di chi è vittima di questo male; ma c'è un concorso umano, ossia c'è una colpa umana da parte di chi fa o di chi ordina ad un mago il maleficio. Ne parleremo più diffusamente in un capitolo a parte. Qui mi limito a dire che il maleficio è: nuocere ad altri attraverso l'intervento del demonio. Può essere attuato in tanti modi diversi: legatura, malocchio, maledizione... Ma diciamo subito che il modo più usato è quello della fattura; e aggiungiamo anche che la fattura è la causa più frequente che poi riscontriamo in coloro che sono colpiti dalla possessione o da altri disturbi malefici. Non so proprio come si possano giustificare quegli ecclesiastici che dicono di non credere alle fatture; e tanto meno posso spiegarmi come siano in grado di difendere i loro fedeli, se vengono colpiti da questi mali.
62 Qualcuno si meraviglia come mai Iddio possa permettere queste cose. Dio ci ha creati liberi e non
rinnega mai le sue creature, neppure le più perverse; poi alla fine tira le somme e da a ciascuno quello che ha meritato, perché ognuno sarà giudicato secondo le sue opere. Intanto possiamo usare bene della nostra libertà e ne abbiamo merito; possiamo usarne male e ne abbiamo colpa. Possiamo aiutare gli altri e possiamo danneggiarli con tantissime forme di sopraffazione. Per citare una delle più gravi: posso pagare un killer perché uccida una persona; Dio non è tenuto ad impedirlo. Così posso pagare un mago, uno stregone, perché faccia un maleficio contro una persona; pure in questo caso Dio non è tenuto ad impedirlo anche se, di fatto, molte volte lo impedisce. Ad esempio, chi vive in grazia di Dio, chi più intensamente prega, è assai più salvaguardato di chi non è praticante o, peggio ancora, di chi vive abitualmente in stato di peccato. Aggiungiamo infine una realtà che ripeteremo anche a suo tempo: il campo delle fatture e degli altri malefici è il paradiso degli imbroglioni. I casi veri sono una piccolissima percentuale rispetto alle falsità che regnano in tale settore. Questo terreno, oltre a prestarsi con grande facilità agli imbrogli, si presta anche moltissimo alle suggestioni, alle fissazioni delle menti deboli. Per cui è importante che stia in guardia l'esorcista, ma che stiano in guardia anche tutte le persone di buon senso. 63 3 — Uno stato grave e indurito di peccato. Ora tocchiamo la causa che, purtroppo, nei tempi in cui viviamo è in crescendo, per cui è in crescendo anche il numero delle persone colpite dal demonio. In radice, il vero motivo è sempre la mancanza di fede. Quanto più manca la fede, tanto più aumenta la superstizione; è un fatto per così dire matematico. Credo che il Vangelo ce ne presenti un esempio emblematico nella figura di Giuda. Era ladro; chissà quanti sforzi ha fatto Gesù per richiamarlo e correggerlo, ricevendone solo rifiuti e indurimento nel vizio. Finché giunse al colmo: "Quanto mi pagate se ve lo consegno? E gli fissarono trenta monete d'argento" Matteo 26,15. E così leggiamo quella frase tremenda, durante l'ultima cena: "E allora Satana entrò in lui" Giovanni 13,17. Non c'è dubbio che si sia trattato di una vera e propria possessione diabolica. Nello stato attuale di sfascio delle famiglie, ho avuto casi in cui le persone colpite vivevano stati matrimoniali disordinati, con l'aggiunta di altre colpe; mi sono capitate donne che più volte avevano commesso il delitto d'aborto, oltre ad altre mancanze; ho avuto casi di persone che, oltre a perversioni sessuali aberranti, commettevano colpe di violenza; e ho avuto vari casi di omosessuali che si drogavano e cadevano in altre colpe congiunte con la droga. In tutti questi casi, mi sembra quasi inutile dirlo, la via della guarigione inizia solo attraverso una sincera conversione. 4 — Frequenza a luoghi o persone malefiche. Con questa espressione ho inteso comprendere la pratica o l'assistenza a sedute spiritiche, a magia, a culti satanici o sètte sataniche che hanno il loro apice nelle messe nere, a pratiche d'occultismo... Frequentare maghi, stregoni; certi cartomanti. Sono tutte forme che espongono al pericolo di incorrere in un maleficio. Tanto più quando si vuole contrarre un legame con Satana: esiste la consacrazione a Satana, il patto di sangue con Satana, la frequenza a scuole sataniche e la nomina a sacerdote di Satana... Purtroppo, specie da quindici anni in qua, si tratta di forme in aumento, quasi in esplosione. Quanto al ricorso a maghi e simili, presento un caso molto comune. Uno ha un male ribelle ad ogni cura, oppure vede che tutte le cose che intraprende gli vanno storte; pensa di avere qualcosa di malefico che lo blocchi. Va da un cartomante o da un mago e si sente dire: " Lei ha una fattura ". Fin qui la spesa è poca e il danno è nullo. Ma spesso viene il seguito: "Se vuole che gliela tolga, occorre un milione", o più ancora. Nei molti casi che mi sono capitati ho saputo della cifra massima di 42 milioni. Se la proposta è accettata, il mago o il cartomante chiede qualcosa di personale: una foto, un indumento intimo, una ciocca di capelli, o qualche pelo, o un frammento d'unghia. A questo punto il male è compiuto. Che cosa ci fa il mago con gli oggetti richiesti? È chiaro: fa della magia nera. 65 Ci tengo anche a una precisazione. Molti ci cascano perché sanno che certe donnette "sono sempre in chiesa"; o perché vedono lo studio dei maghi tappezzato di crocifissi, di Madonne, di santini, di ritratti di P. Pio. Per di più si sentono dire: "Io faccio solo magia bianca; se venissi richiesto per magia nera, mi rifiuterei". Nell'uso corrente, per magia bianca si intende togliere le fatture; la magia nera è farle. Ma in realtà, come non si stancava di ripetere P. Candido, non esiste magia bianca e magia nera: esiste solo la magia nera. Perché ogni forma di magia è un ricorso al demonio. Così il malcapitato, se prima aveva un piccolo disturbo malefico ma facilmente non aveva nulla di questo tipo se ne torna a casa con un vero e proprio maleficio. Spesso noi esorcisti dobbiamo affaticarci molto di più a togliere l'opera nefasta dei maghi che a guarire il disturbo iniziale. Aggiungo anche che, molte volte, oggi come nel passato, la possessione diabolica può venire confusa con le malattie psichiche. Ho grande stima di quegli psichiatri che hanno la competenza professionale e il senso dei limiti della loro scienza e sanno onestamente riconoscere quando un paziente presenta sintomatologie non inquadra bili nelle malattie scientificamente riconosciute. Il prof. Simone Morabito, psichiatra a Bergamo, ha affermato di avere le prove che molti, ritenuti malati psichici, erano in realtà posseduti da Satana, ed è riuscito a guarirli con l'aiuto di alcuni 66 esorcisti vedi Gente, n. 5, 1990, pagg. 106 112. Conosco altri casi analoghi, ma su di uno in particolare desidero fermarmi. Il 24 aprile 1988 Giovanni Paolo II ha beatificato il carmelitano spagnolo P. Francesco Palau. È una figura molto interessante nel caso nostro, perché il Palau, negli ultimi anni di vita, si dedicò agli indemoniati. Aveva acquistato un ospizio in cui accoglieva i colpiti da malattie mentali. Li esorcizzava tutti: quelli che erano indemoniati guarivano; quelli che erano malati restavano tali. Fu molto avversato, naturalmente, dal clero. Andò allora a Roma due volte; nel 1866 per parlare di queste cose con Pio IX; nel 1870 per ottenere che il concilio Vaticano I ristabilisse nella Chiesa l'esorcistato come ministero permanente. Sappiamo come quel concilio fu interrotto; ma l'esigenza di ripristinare questo servizio pastorale resta urgente. Che la difficoltà di distinguere un indemoniato da un malato psichico sussista, è un fatto. Ma un esorcista esperto è in grado di capirlo più di uno psichiatra; perché l'esorcista tiene presenti le varie possibilità e sa rilevare gli elementi di distinzione; lo psichiatra, il più delle volte, non crede alla possessione diabolica per cui non tiene neppur conto della sua possibilità. Anni addietro P. Candido esorcizzava un giovane che, secondo lo psichiatra che lo aveva curato, era affetto da epilessia. Invitato ad assistere a un esorcismo, quel medico accettò. Quando P. Candido pose la 67 mano sul capo del giovane, questi cadde a terra, in preda a convulsioni. «Vede, padre: si tratta evidentemente di epilessia», si affrettò a dire il medico. P. Candido si chinò e rimise la mano sul capo del giovane. Questi si alzò di scatto e rimase in piedi diritto e immobile. «Fanno così gli epilettici?», chiese P. Candido. «No, mai», rispose lo psichiatra, evidentemente perplesso di fronte a quel comportamento. Inutile dire che gli esorcismi continuarono fino alla guarigione del giovane, che per anni era stato tartassato da medicine e da cure che lo avevano solo danneggiato. Ed è proprio qui che tocchiamo un punto delicato: nei casi difficili, la diagnosi richiede uno studio interdisciplinare, come accenneremo nelle proposte finali. Perché a fare le spese degli errori sono sempre i malati che, in non pochi casi, sono stati rovinati da cure mediche sbagliate. Apprezzo molto gli scienziati che, anche se non credenti, riconoscono i limiti della loro scienza. Il prof. Emilio Servadio, psichiatra, psicanalista e parapsicologo di fama internazionale, ha rilasciato interessanti dichiarazioni alla Radio Vaticana, il 2 febbraio 1975: «La scienza deve fermarsi di fronte a quello che i suoi strumenti non possono verificare e spiegare. Non si possono indicare esattamente questi limiti: non si tratta di fenomeni fisici. Ma credo che ogni scienziato consapevole sappia che i suoi strumenti arrivano fino a un certo punto e non oltre.
68 Riguardo alla possessione demoniaca posso solo parlare in prima persona, non a nome della scienza. Mi pare che in certi casi la malignità, la distruttività dei fenomeni abbia un aspetto talmente particolare, che veramente non si può più confondere questo tipo di fenomeni con quelli che lo scienziato, per esempio il parapsicologo o lo psichiatra, può verificare nei casi tipo polter geist o altro. Per usare un esempio, sarebbe come paragonare un ragazzino dispettoso a un sadico criminale. C'è una differenza che non si può misurare col metro, ma è una differenza che si può avvertire. In questi casi credo che un uomo di scienza debba ammettere la presenza di forze che non sono più governabili dalla scienza e che la scienza come tale non è chiamata a definire". 69 APPENDICE Paura del diavolo? Risponde S. Teresa di Gesù Contro le ingiustificate paure del demonio, riportiamo una pagina di S.Teresa d'Avila, tratta dalla sua Vita, capitolo 25, 19 22. È una pagina incoraggiante, a meno che non siamo noi ad aprire al demonio la porta.... "Se questo Signore è così potente, come so e vedo; se i demoni non gli sono che schiavi, come la fede non mi permette di dubitare, che male mi possono fare se io sono la serva di Dio; di questo Re e Signore? Piuttosto, perché non sentirmi così forte da affrontare l'inferno intero? Prendevo in mano una croce e mi sembrava che Dio me ne desse il coraggio. In breve spazio di tempo mi vidi così trasformata che non avrei temuto di scendere in lotta con tutti e gridavo loro: "Venite avanti ora, che, essendo io la serva del Signore, voglio vedere che cosa mi potete fare!". E parve che mi temessero veramente perché me ne rimasi tranquilla. D'allora in poi quelle 71 angustie non mi turbarono più, né ebbi paura dei demoni, tanto che quando essi mi apparivano, come avanti dirò, non solo non ne avevo paura, ma mi sembrava che l'avessero loro di me. Il sovrano Padrone di ogni cosa mi dette su di essi un tale impero che oggi non li temo più delle mosche. Sono così codardi, che nel vedersi disprezzati, si perdono il coraggio. Non assalgono di fronte se non coloro che vedono arrendersi facilmente, oppure quando il Signore lo permette affinchè le loro lotte e persecuzioni ridondino in maggiore vantaggio dei suoi servi. Piaccia a Sua Maestà che temiamo solo quello che è da temere, persuadendoci che ci può venire maggior danno da un solo peccato veniale che non da tutto l'inferno; il che è verissimo. Sapete quando i demoni ci fanno spavento? Quando ci angustiamo con le sollecitudini per gli onori, per i piaceri e per le ricchezze del mondo. Allora noi, amando e cercando quello che dovremmo aborrire, mettiamo nelle loro mani le armi con cui potremmo difenderci e li induciamo a combatterci con nostro immenso pregiudizio. Fa compassione pensarlo, perché basterebbe stringerci alla croce e disprezzare ogni cosa per amore di Dio, giacché il demonio fugge da queste pratiche, più che noi dalla peste. Amico della menzogna e menzogna lui stesso, il demonio non va mai d'accordo con chi cammina nella verità. Ma se vede che l'intelletto è offuscato, fa del suo meglio per accecarlo del tutto; e se si accorge che 72 uno è tanto cieco da riporre il proprio contento nelle cose del mondo, che sono futili e vane come i giucchi dei fanciulli, si convince di avere a che fare con un fanciullo, lo tratta come tale e si diverte ad assalirlo una e più volte. Piaccia a Dio che io non sia di costoro, ma che, sorretta dalla grazia, io ritenga riposo ciò che è riposo, onore ciò che è onore, piacere ciò che è piacere, e non il contrario. Allora farei le corna a tutti i demoni, che fuggirebbero spaventati. Non capisco le paure di chi grida "demonio! demonio!", mentre potrebbe gridare: "Dio! Dio!", e riempire l'inferno di spavento. Non sappiamo forse che i demoni non possono neppure muoversi senza il consenso di Dio? Che sono dunque questi vani timori? Per conto mio ho più paura di chi ne ha tanta del demonio, che non del demonio stesso; perché questi non mi può far nulla, mentre quelli, specialmente se confessori, gettano l'anima nell'inquietudine. Per causa loro ho passato diversi anni in così gravi travagli che ancora mi meraviglio d'esser riuscita a sopportarli. Sia benedetto il Signore che mi ha prestato il suo valido aiuto". 73
IL PUNTO DI PARTENZA Un giorno un vescovo mi ha telefonato per raccomandarmi di esorcizzare una certa persona. Come prima risposta gli dissi di provvedere lui a nominare un esorcista. Mi sentii controbattere che non riusciva a trovare un sacerdote che accettasse l'incarico. Purtroppo questa difficoltà è generale. Spesso i sacerdoti non credono in queste cose; ma se il vescovo offre loro di fare gli esorcisti, si sentono addosso i mille diavoli e rifiutano. Più volte ho scritto che si fa molta più rabbia al demonio a confessare, ossia a strappare al demonio stesso le anime, che a esorcizzare, che è sottrargli i corpi. E ancor più si causa rabbia al demonio a predicare, perché la fede germina dalla parola di Dio. Perciò un sacerdote che ha il coraggio di predicare e di confessare non dovrebbe avere nessun timore a esorcizzare. Leon Bloy ha scritto parole roventi contro i sacerdoti che si rifiutano di compiere esorcismi. Le riporto da // diavolo di Balducci, Piemme, pag. 233: «I sacerdoti non usano quasi mai il loro potere di esorcisti, perché mancano di fede 75 e hanno paura, in sostanza, di disgustare il demonio». Anche questo è vero; molti temono rappresaglie e dimenticano che il demonio ci fa già tutto il male che il Signore gli consente: non esistono con lui patti di non belligeranza! E l'autore continua: «Se i sacerdoti hanno perduto la fede al punto di non credere più al loro potere di esorcisti e di non farne più uso, ciò rappresenta un'orribile sventura, un'atroce prevaricazione, in seguito alla quale vengono irreparabilmente abbandonate ai peggiori nemici le pretese isteriche di cui rigurgitano gli ospedali». Parole forti, ma vere. È un diretto tradimento al comando di Cristo. Ritorno alla telefonata di quel vescovo. Gli h
o detto con franchezza che, se non trovava sacerdoti, era obbligato a provvedere lui personalmente. Mi sono sentito rispondere, con candida ingenuità: «Io? Non saprei da che parte incominciare». Al che ho ribattuto con la frase che disse a me P. Candido, quando mi trovai a iniziare: «Incominci col leggere le istruzioni del Rituale e reciti sul richiedente le preghiere prescritte». Questo è il punto di partenza. Il Rituale degli esorcismi inizia riportando 21 norme che l'esorcista deve osservare; non importa se queste norme sono state scritte nel 1614; sono direttive piene di saggezza, che potranno essere ulteriormente completate, ma che hanno tuttora pieno valore. Dopo aver messo in guardia l'esorcista perché non creda facilmente alla presenza del demonio 76 nella persona che si presenta, fornisce una serie di norme pratiche, sia per riconoscere se si tratta di un caso di vera possessione, sia per il comportamento che l'esorcista deve osservare. Ma lo sconcerto del vescovo "non saprei da che parte incominciare" è giustificato. Non ci si improvvisa esorcisti. Assegnare tale incarico a un sacerdote, è un po' come mettere in mano a una persona un trattato di chirurgia e poi pretendere che vada a eseguire operazioni. Tante cose, troppe cose, non si leggono nei testi, ma si imparano solo con la pratica. Per questo ho pensato di mettere per scritto le esperienze mie, dirette dalla grande esperienza di P. Candido, pur sapendo che riuscirò molto carente: altro è leggere altro è vedere. Ma scrivo ugualmente cose che non si trovano in nessun altro libro. In realtà il punto di partenza è un altro. Quando si presenta, o viene presentata da familiari o amici, una persona per essere esorcizzata, si incomincia con un interrogatorio volto a comprendere se ci sono motivi ragionevoli per procedere all'esorcismo, da cui solo può ricavarsi una diagnosi, o se tali motivi non ci sono. Per cui si incomincia a studiare i sintomi che la persona o i familiari denunciano, e anche le possibili cause. Si inizia con i mali fisici. I due punti più spesso colpiti sono la testa e lo stomaco, in caso di influenze malefiche. Oltre a mali di testa acuti e refrattari ai calmanti, può esserci, specie nei giovani, un'improvvisa chiusura allo studio: ragazzi 77 intelligenti e che non hanno mai avuto difficoltà a scuola, di colpo non riescono più a studiare e la memoria è ridotta a zero. Il Rituale riporta, quali segni sospetti, le manifestazioni più vistose: parlare correntemente lingue sconosciute o comprenderle se parlate da altri; conoscere cose lontane e nascoste; dimostrare una forza muscolare sovrumana. Come già dissi, ho riscontrato fenomeni di questo tipo solo durante le benedizioni così chiamo sempre gli esorcismi, non prima. Spesso vengono denunciati comportamenti strani o violenti. Un sintomo tipico è l'avversione al sacro: persone che cessano di colpo di pregare, mentre prima lo facevano; che non mettono più piede in chiesa, con sentimenti di rabbia; spesso bestemmie e violenza contro le immagini sacre. Quasi sempre si aggiungono comportamenti asociali e rabbiosi verso i familiari o gli ambienti che si frequentano. Si riscontrano poi stranezze di vario tipo. Inutile dire che, quando uno approda all'esorcista, ha già fatto tutti gli esami e le cure mediche possibili. Le eccezioni sono rarissime. Per cui l'esorcista non ha difficoltà a farsi dire il parere del medico, le cure fatte, i risultati ottenuti. L'altro punto spesso colpito è il collo dello stomaco, subito sotto lo sterno. Anche lì si possono verificare mali lancinanti e ribelli alle cure; una caratteristica tipica di cause malefiche si ha quando il male suole spostarsi: ora a tutto lo stomaco o agli intestini, ora ai reni, ora alle ovaie... senza 78 che i medici ne comprendano le cause e senza che si ottenga frutto con i farmaci. Abbiamo affermato che uno dei criteri di riconoscimento di possessione diabolica è fornito dal fatto che le medicine sono inefficaci, al contrario delle benedizioni. Ho esorcizzato Marco, colpito da una forte possessione. Era stato a lungo ricoverato e massacrato da cure psichiatriche, specie da elettro shoc, senza che desse mai la minima reazione. Quando gli fu ordinata la cura del sonno, gli hanno somministrato per una settimana dei sonniferi che avrebbero addormentato un elefante; lui non ha mai dormito, né di giorno né di notte. Camminava per la clinica con gli occhi sbarrati, come un ebete. Finalmente approdò all'esorcista e subito iniziarono i risultati positivi. Anche la forza straordinaria può essere un segno di possessione diabolica. Un pazzo in manicomio può essere tenuto fermo con la camicia di forza. Un indemoniato no; spezza tutto, anche catene di ferro, come il Vangelo dice dell'indemoniato di Cerasa. P. Candido mi narrò il caso di una ragazza magra e apparentemente debole; durante gli esorcismi, veniva a stento tenuta ferma da quattro uomini. Spaccò ogni legame, anche larghe cinghie di cuoio, con cui tentarono di legarla. Una volta, legata con grosse funi ad una lettiera di ferro, in parte ne ruppe i ferri e in parte li piego ad angolo retto. Molte volte il paziente o anche gli altri, se è colpita una famiglia sente strani rumori, passi 79 nel corridoio, porte che si aprono e si richiudono, oggetti che spariscono e poi riappaiono nei posti più disparati, colpi alle pareti o ai mobili. Chiedo sempre, per ricercare le cause, da quanto tempo sono iniziati i disturbi, se sono ricollegabili a un fatto concreto, se l'interessato ha frequentato sedute spiritiche, se si è rivolto a cartomanti o maghi e, in caso positivo, come si sono svolte le cose. È possibile che, dietro suggerimento di un qualche conoscente, siano stati aperti il cuscino o il materasso dell'interessato, e si siano trovati gli oggetti più strani: fili colorati, ciuffi di capelli, trecce, schegge di legno o di ferro, corone o nastri legati in modo strettissimo, pupazzi, forme di animali, grumi di sangue, sassi...; sono frutti sicuri di fatture. Se i risultati dell'interrogatorio sono tali da far sospettare l'intervento di una causa malefica, si procede all'esorcismo. Presento alcuni casi; naturalmente in tutti gli episodi che riporto modifico i nomi e qualsiasi altro elemento che potrebbe far riconoscere le persone. Per alcune benedizioni è venuta da me la sig.ra Marta, accompagnata dal marito. Venivano da lontano e con non poco sacrificio. Da molti anni Marta era in cura da neurologi, senza alcun vantaggio. Dopo alcune domande, vidi che potevo procedere all'esorcismo, anche se era già stata esorcizzata da altri, ma senza frutto. All'inizio cadde a terra e pareva priva di conoscenza. 80 r~ Procedendo nelle preghiere introduttive, ogni tanto si lamentava: "Voglio un vero esorcismo, non queste cose!". All'inizio del primo esorcismo, che incomincia con le parole: "Exorcizo te", si calmò soddisfatta; queste parole chiaramente le erano rimaste impresse dagli esorcismi precedenti. Poi incominciò a lamentarsi che le facevo male agli occhi. Tutti atteggiamenti non consoni ai posseduti. Quando ritornò le volte seguenti, non sapeva capire se il mio esorcismo le aveva prodotto qualche effetto o no. Per più sicurezza, prima di licenziarla definitivamente, la accompagnai una volta da P. Candido: dopo averle messo la mano sul capo, egli mi disse subito che lì il demonio non ci entrava. Era un caso per psichiatri, non per esorcisti. Pierluigi, di 14 anni, si presentava grande e grosso per la sua età. Non poteva studiare, era la disperazione degli insegnanti e dei compagni, con nessuno dei quali riusciva ad andare d'accordo; non era però violento. Una sua caratteristica: quando si sedeva per terra, con le gambe incrociate lui diceva che "faceva l'indiano", nessuna forza riusciva a sollevarlo, come se fosse diventato di piombo. Dopo varie cure mediche, prive di risultati, fu portato da P. Candido che incominciò a esorcizzarlo, riscontrando una vera possessione. Un'altra sua caratteristica: non era litigioso, ma con
lui la gente diventava nervosa, gridava, non dominava i propri nervi. Un giorno si era seduto a gambe incrociate sul pianerottolo della sua 81 casa, al terzo piano. Gli altri inquilini andavano su e giù per le scale, lo scuotevano perché se ne andasse di lì, ma lui non si muoveva. A un certo punto tutti gli inquilini del fabbricato si trovarono contemporaneamente per le scale, nei vari pianerottoli, e urlavano e gridavano come degli ossessi contro Pierluigi. Qualcuno chiamò la polizia; i genitori del ragazzo chiamarono P. Candido, che giunse quasi insieme ai poliziotti e si era già messo a chiacchierare col ragazzo per convincerlo a entrare in casa. Ma i poliziotti tre giovanotti ben piantati gli dissero: "Si scansi, reverendo; queste sono cose per noi". Quando cercarono di muovere Pierluigi, non lo spostarono di un millimetro. Stupiti e grondanti di sudore, non sapevano che cosa fare. Allora P. Candido disse loro: "Fate rientrare ognuno nel proprio appartamento"; e in un attimo si fece silenzio completo. Poi aggiunse "Voi scendete ora una rampa di scale e state a guardare". Fu obbedito. Infine disse a Pierluigi: "Sei stato bravo: non hai detto una parola e li hai tenuti a bada tutti. Ora rientra in casa con me". Lo prese per una mano e quello si alzò e lo seguì, tutto contento, dove lo aspettavano i genitori. Con gli esorcismi Pierluigi ebbe buoni miglioramenti, ma non la totale liberazione. Uno dei casi più difficili che ricordo è quello di un uomo, un tempo assai noto, che per molti anni fu benedetto da P. Candido. Andai anch'io a benedirlo a casa sua, da cui non si poteva muovere. Gli feci l'esorcismo; non disse nulla aveva un 82 demonio muto e non notai la più piccola reazione. Quando me ne andai, ci fu poi la reazione violenta. Accadeva sempre così. Era anziano e fu totalmente liberato appena in tempo per finire serenamente le ultime settimane di vita. Una mamma era affranta per le stranezze che notava in un suo figliolo: in certi momenti si arrabbiava con urla pazzesche, bestemmiava e poi, quando ritornava calmo, non ricordava nulla di questo suo comportamento. Non pregava e mai avrebbe accettato di farsi benedire da un sacerdote. Un giorno, mentre il figlio era al lavoro e, come al solito, era uscito indossando la sua tuta da meccanico, la madre fece benedire i vestiti con l'apposita preghiera del Rituale. Di ritorno dal lavoro, il figlio si tolse la tuta sporca e si rivestì senza nulla sospettare. Dopo pochi secondi si tolse i vestiti con furia, quasi se li strappò di dosso, e si rimise la tuta da lavoro senza dire nulla; non ci fu verso che indossasse più quei vestiti benedetti, distinguendoli bene dagli altri del suo piccolo guardaroba, che non erano stati benedetti. Questo fatto dimostrava ulteriormente la necessità di esorcismi su quel giovanotto. Due giovani fratelli ricorsero alle mie benedizioni, angustiati per malesseri di salute e per strani rumori in casa, da cui erano disturbati soprattutto a certe ore fisse della notte. Benedicendoli notai delle lievi negatività e diedi loro i consigli opportuni circa la frequenza ai sacramenti, la preghiera intensa, l'uso dei tre sacramentali 83 acqua, olio, sale esorcizzati, invitandoli a ritornare. Dall'interrogatorio risultò che questi inconvenienti erano incominciati da quando i loro genitori avevano deciso di prendere in casa il nonno, rimasto solo. Era un uomo che bestemmiava in continuazione, imprecava e malediceva tutto e tutti. Il compianto P. Tomaselli diceva che talvolta basta un bestemmiatore in casa per rovinare una famiglia con presenze diaboliche. Questo caso ne era una prova. Uno stesso demonio può essere presente in più persone. La ragazza si chiamava Fina; il demonio aveva annunciato che, la notte seguente, se ne sarebbe andato. P. Candido, pur sapendo che quasi sempre in questi casi i demoni mentono, si fece aiutare anche da altri esorcisti e volle la presenza di un medico. Alle volte, per tener stretta l'indemoniata, l'adagiavano su un lungo tavolo; lei si dimenava e ogni tanto cadeva a terra; ma nell'ultimo tratto della caduta, rallentava
come se una mano la sostenesse, per cui non si faceva mai male. Dopo aver lavorato invano tutta sera e metà della notte, gli esorcisti decisero di desistere. Il mattino dopo, P. Candido stava esorcizzando un bimbetto di 6 7 anni. E il diavolo dentro quel bambino incominciò a canzonare il padre: "Questa notte avete lavorato molto, ma non avete ottenuto nulla. Ve l'abbiamo fatta. C'ero anch'io!". Esorcizzando una bambina, P. Candido domandò al demonio come si chiamasse. "Zabulon", 84 rispose. Finito l'esorcismo mandò la piccola a pregare, davanti al tabernacolo. Venne il turno di un'altra bambina, pure posseduta e anche a questo demonio P. Candido chiese il nome. "Zabulon", fu la risposta. E P. Candido: "Sei lo stesso che stava nell'altra? Voglio un segno. Ti comando in nome di Dio di tornare in quella che è venuta prima". La bambina ha emesso una specie di ululato e poi di colpo si è zittita e si mostrava calma. Intanto i circostanti hanno sentito che l'altra ragazzina, quella in preghiera, proseguiva quell'ululato. Allora P. Candido ha imposto: "Torna qui di nuovo". Subito la bambina presente riprese il suo urlo, mentre l'altra riprendeva a pregare. In episodi come questo la possessione è evidente. Come è evidente da certe risposte profonde, specie date da bambini. A un bambino di 11 anni P. Candido ha voluto porre questioni diffìcili, quando in lui si rivelò la presenza del demonio. Lo interrogò: "Sulla terra ci sono dei grandi scienziati, delle altissime intelligenze che negano l'esistenza di Dio e la vostra esistenza. Tu che ne dici?". Il bambino rispose subito: "Macché altissime intelligenze! Sono altissime insipienze!". E P. Candido aggiunse, con l'intenzione di riferirsi ai demoni: "Ci sono altri che negano Dio coscientemente, con la loro volontà. Per te che cosa sono?". Il piccolo ossesso balzò in piedi con furore: "Sta' attento. Ricordati che noi abbiamo voluto rivendicare la nostra libertà anche davanti a 85 lui. Gli abbiamo detto di no per sempre". L'esorcista incalzò: "Spiegamelo e dimmi che senso ha rivendicare la propria libertà davanti a Dio, quando staccati da lui tu sei un nulla come sono un nulla io.
È come se nel numero 10 lo zero volesse emanciparsi dall'uno. Cosa diverrebbe? Cosa realizzerebbe? Io ti comando in nome di Dio: dimmi che cosa hai realizzato di positivo? Su, parla". Quello, pieno di livore e di paura, si contorceva, sbavava, piangeva in modo terribile, inconcepibile in un bimbo di 11 anni e diceva: "Non mi fare questo processo! Non mi fare questo processo!". Molti si chiedono se si può raggiungere la sicurezza di parlare col demonio. In casi come questi, non c'è dubbio. Un altro episodio. Un giorno P. Candido esorcizzava una ragazza di 17 anni, contadina, abituata a parlare in dialetto, per cui sapeva male l'italiano. Erano presentì altri due sacerdoti che, quando la presenza di Satana emerse fuori, non si stancavano di fare domande. P. Candido, mentre continuava a recitare le formule in latino, vi mescolò le parole in greco: "Taci, smettila!". Subito la ragazza si voltò verso di lui: "Perché comandi a me di tacere? Dillo piuttosto a questi due che continuano a interrogare!".
P. Candido ha inquisito tante volte il demonio in persone di tutte le età; ma ama riportare l'interrogatorio ai bambini, perché è più evidente che non danno risposte alla portata della loro età; perciò è più sicura la presenza del demonio. i 86 Un giorno ha chiesto a una ragazzina di 13 anni: "Due nemici, che durante la vita si sono odiati a morte e finiscono entrambi all'inferno, che rapporto hanno tra loro, dovendo stare insieme per tutta l'eternità?". Ecco la risposta: "Quanto sei stolto! Laggiù ognuno vive ripiegato su se stesso e dilaniato dai suoi rimorsi. Non esiste nessun rapporto con nessuno; ciascuno si trova nella solitudine più assoluta, a piangere disperatamente il male che ha fatto. È come un cimitero". 87 LE PRIME "BENEDIZIONI> È utile usare un linguaggio eufemistico con questo tipo di pazienti. Gli esorcismi li chiamo sempre benedizioni; le presenze del maligno, una volta accertate, le chiamo negatività. Ed è un vantaggio che le preghiere siano in latino. Tutto questo perché non si debbono usare linguaggi allarmistici, che potrebbero essere controproducenti, causando suggestioni ingannevoli. Ci sono di quelli che hanno la mania di avere un demonio; si può stare quasi sicuri che non hanno niente. Per la loro mente confusa, il fatto di ricevere un esorcismo può diventare una prova sicura che hanno un demonio; e nessuno glielo caverà più dalla testa. Quando non conosco ancora bene le persone, insisto nel dire che do una benedizione, anche se faccio un esorcismo; molte volte do semplicemente la benedizione del Rituale sui malati. Il sacramentale completo comprende ampie preghiere d'introduzione seguite da tre esorcismi veri e propri: sono diversi, complementari, e seguono una successione logica verso la liberazioNe.89 Non m'importa l'epoca in cui sono stati scelti nell'anno 1614; è un fatto che sono frutto di esperienza diretta, molto prolungata Chi li ha scritti Alcuino li ha ben sperimentati, soppesando la ripercussione che ogni frase aveva su persone indemoniate. C'è qualche piccola lacuna, a cui P. Candido ha subito rimediato; ed io con lui. Ad esempio, manca un richiamo mariano. In ognuno dei tre esorcismi lo abbiamo aggiunto, servendoci delle parole usate nell'esorcismo di Leone XIII. Ma sono inezie, dato che risalgono per lo più al IX e al X secolo. Ho già detto che l'esorcismo può durare pochi minuti o varie ore. La prima volta che si esorcizza una persona, anche se ci si accorge fin dall'inizio che presenta negatività, è meglio essere brevi: qualche preghiera introduttiva e uno dei tre esorcismi; in genere scelgo il primo, che da anche l'opportunità della sacra unzione. Il Rituale non ne parla, come non parla di tante altre cose che diremo; ma l'esperienza ci ha insegnato ispirandoci all'unzione che si fa nel rito del battesimo che è molto efficace l'uso dell'olio dei catecumeni alle parole: "Sit nominis lui signo famulus tuus munitus". Il demonio cerca di nascondersi, di non essere scoperto, per non essere cacciato via. Per cui può accadere che le
[Modificato da MARIOCAPALBO 17/09/2016 11:05]