00 12/09/2016 13:31

Risultati immagini per Maria, donna gestante
Maria, donna gestante

«Rimase con lei circa tre mesi. Poi tornò a casa sua». Il Vangelo stavolta non dice se vi tornò «in fretta», come fu per il viaggio di andata. Ma c'è da supporlo.Da Nazaret era quasi scappata di corsa, senza salutare nessuno. Quell'incredibile chiamata di Dio l'aveva sconvolta. Era come se, improvvisamente, all'interno della sua casetta si fosse spalancato un cratere e lei vi camminasse sul ciglio in preda alle vertigini. E allora, per non precipitare nell'abisso, si era aggrappata alla montagna. Ma ora bisognava tornare. Quei tre mesi di altura le erano bastati per placare i tumulti interiori. Vicino a Elisabetta aveva portato a compimento il noviziato di una gestazione di cui cominciava lentamente a dipanare il segreto. Ora bisognava scendere in pianura e affrontare i problemi terra terra a cui va incontro ogni donna in attesa. Con qualche complicazione in più. Come dirglielo a Giuseppe? E alle compagne, con cui aveva condiviso fino a poco tempo prima i suoi sogni di ragazza innamorata, come avrebbe spiegato il mistero che le era scoppiato nel grembo? Che avrebbero detto in paese?
Sì, anche a Nazaret voleva giungere in fretta. Perciò accelerava 1'andatura, quasi danzando sui sassi. Oltretutto, su quei sentieri di campagna vi si sentiva sospinta come dal vento, di cui, però, le foglie degli ulivi e i pampini delle viti non lasciavano percepire la brezza, nell'immota calura dell' estate di Palestina.
Per placare il batticuore, che pure tre mesi prima non aveva provato in salita, si sedette sull' erba.
Solo allora si accorse che il ventre le si era curvato come una vela. E capì per la prima volta che quella vela non si issava sul suo fragile scafo di donna, ma sulla grande nave del mondo per condurla verso spiagge lontane.
Non fece in tempo a rientrare in casa, che Giuseppe, senza chiederle neppure che rendesse più esaurienti le spiegazioni fornitegli dall'angelo, se la portò subito con sé.
Ed era contento di starle vicino. Ne spiava i bisogni. Ne capiva le ansie. Ne interpretava le improvvise stanchezze.
Ne assecondava i preparativi per un natale che ormai non doveva tardare.
Una notte, lei gli disse: «Senti, Giuseppe, si muove». Lui, allora, le posò sul grembo la mano, leggera come battito di palpebra, e rabbrividì di felicità.
Maria non fu estranea alle tribolazioni a cui è assoggettata ogni comune gestante. Anzi, era come se si concentrassero in lei le speranze, sì, ma anche le paure di tutte le donne in attesa. Che ne sarà di questo frutto, non ancora maturo, che mi porto nel seno? Gli vorrà bene la gente? Sarà contento di esistere? E quanto peserà su di me il versetto della Genesi: «Partorirai figli nel dolore»?
Cento domande senza risposta. Cento presagi di luce. Ma anche cento inquietudini. Che si intrecciavano attorno a lei quando le parenti, la sera, restavano a farle compagnia fino a tardi. Lei ascoltava senza turbarsi. E sorrideva ogni volta che qualcuna mormorava: «Scommetto che sarà femmina».

Santa Maria, donna gestante, creatura dolcissima che nel tuo corpo di vergine hai offerto all'Eterno la pista d'atterraggio nel tempo, scrigno di tenerezza entro cui è venuto a rinchiudersi Colui che i cieli non riescono a contenere, noi non potremo mai sapere con quali parole gli rispondevi, mentre te lo sentivi balzare sotto il cuore, quasi volesse intrecciare anzi tempo colloqui d'amore con te. Forse in quei momenti ti sarai posta la domanda se fossi tu a donargli i battiti, o fosse lui a prestarti i suoi.Vigilie trepide di sogni, le tue. Mentre al telaio, risonante di spole, gli preparavi con mani veloci pannolini di lana, gli tessevi lentamente, nel silenzio del grembo, una tunica di carne. Chi sa quante volte avrai avuto il presentimento che quella tunica, un giorno, gliela avrebbero lacerata. Ti sfiorava allora un fremito di mestizia, ma poi riprendevi a sorridere pensando che tra non molto le donne di Nazaret, venendoti a trovare dopo il parto, avrebbero detto: «Rassomiglia tutto a sua madre».
Santa Maria, donna gestante, fontana attraverso cui, dalle falde dei colli eterni, è giunta fino a noi l'acqua della vita, aiutaci ad accogliere come dono ogni creatura che si affaccia a questo mondo. Non c'è ragione che giustifichi il rifiuto. Non c'è violenza che legittimi violenza. Non c'è programma che non possa saltare di fronte al miracolo di una vita che germoglia.Mettiti, ti preghiamo, accanto a Marilena che, a quarant' anni, si dispera perché non sa accettare una maternità indesiderata. Sostieni Rosaria che non sa come affrontare la gente, dopo che lui se n'è andato lasciandola col suo destino di ragazza madre. Suggerisci parole di perdono a Lucia che, dopo quel gesto folle, non sa darsi pace e intride ogni notte il cuscino con lacrime di pentimento. Riempi di gioia la casa di Antonietta e Marco che non risuonerà mai di vagiti, e di' ad essi che 1'indefettibilità del loro reciproco amore è già una creatura che basta a riempire tutta 1'esistenza.
Santa Maria, donna gestante , grazie perché, se Gesù l'hai portato nel grembo nove mesi, noi ci stai portando tutta la vita. Donaci le tue fattezze. Modellaci sul tuo volto. Trasfondici i lineamenti del tuo spirito.Perché, quando giungerà per noi il dies natalis, se le porte del Cielo ci si spalancheranno dinanzi senza fatica, sarà solo per questa nostra, sia pur pallida, somiglianza con te.

Risultati immagini per Maria, donna accogliente
Maria, donna accogliente

La frase si trova in un testo del Concilio, ed è splendida per dottrina e concisione, Dice che, all' annuncio dell' angelo,
Maria Vergine «accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio»,Nel cuore e nel corpo.Fu, cioè, discepola e madre del Verbo. Discepola, perché si mise in ascolto della Parola, e la conservò per sempre nel cuore. Madre, perché offrì il suo grembo alla Parola, e la custodì per nove mesi nello scrigno del corpo. Sant'Agostino osa dire che Maria fu più grande per aver accolto la Parola nel cuore, che per averla accolta nel grembo.Forse, per capire fino in fondo la bellezza di questa verità, il vocabolario non basta. Bisogna ricorrere alle espressioni visive. E allora non c'è di meglio che rifarsi a una celebre icona orientale, che raffigura Maria col divin Figlio Gesù in scritto sul petto. È indicata come la Madonna del segno, ma potrebbe essere chiamata la Madonna dell' accoglienza, perché con gli avambracci levati in alto, in atteggiamento di offertorio o di resa, essa appare il simbolo vivo della più gratuita ospitalità.Accolse nel cuore.Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio; ma non si sentì per questo ridotta al silenzio. Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla gerrninazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore, ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima; ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.Accolse nel corpo.Sentì, cioè, il peso fisico di un altro essere che prendeva dimora nel suo grembo di madre. Adattò, quindi, i suoi ritmi a quelli dell'ospite. Modificò le sue abitudini, in funzione di un compito che non le alleggeriva certo la vita. Consacrò i suoi giorni alla gestazione di una creatura che non le avrebbe risparmiato preoccupazioni e fastidi. E poiché il fì-utto benedetto del seno suo era il Verbo di Dio che si incarnava per la salvezza dell'umanità, capì di aver contratto con tutti i figli di Eva un debito di accoglienza che avrebbe pagato con cambiali di lacrime.
Accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio.Quella ospitalità fondamentale la dice lunga sullo stile di Maria, delle cui mille altre accoglienze il Vangelo non parla, ma che non ci è difficile intuire. Nessuno fu mai respinto da lei. E tutti trovarono riparo sotto la sua ombra. Dalle vicine di casa alle antiche compagne di Nazaret. Dai parenti di Giuseppe agli amici di gioventù di suo figlio. Dai poveri della contrada ai pellegrini di passaggio. Da Pietro in lacrime dopo il tradimento a Giuda che forse quella notte non riuscì a trovarla in casa...

Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascondendo ci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell'Eden. Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce.

Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo tempi difficili, in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra porte blindate e sistemi di sicurezza. Non ci fidiamo più l'uno dell'altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti.Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dalla trincea degli egoismi corporativi. Sfascia le cinture delle leghe. Allenta le nostre ermetiche chiusure nei confronti di chi è diverso da noi. Abbatti le nostre frontiere: le frontiere culturali, prima di quelle geografiche. Queste ultime cedono ormai sotto 1'urto dei popoli" altri" , ma le prime restano tenacemente impermeabili. Visto allora che siamo costretti ad accogliere gli stranieri nel corpo della nostra terra, aiutaci perché possiamo accoglierli anche nel cuore della nostra civiltà.

Santa Maria, donna accogliente, ostensorio del corpo di Gesù deposto dalla croce, accoglici sulle tue ginocchia quando avremo reso lo spirito anche noi. Dona alla nostra morte la quiete fiduciosa di chi poggia il capo sulla spalla della madre e si addormenta sereno. Tienici per un poco sul tuo grembo, così come ci hai tenuti nel cuore per tutta la vita. Compi su di noi i rituali delle ultime purificazioni. E portaci, finalmente, sulle tue braccia davanti all'Eterno.Perché solo se saremo presentati da te, sacramento della tenerezza, potremo trovare pietà.

Risultati immagini per Maria, donna del primo passo
Maria, donna del primo passo

Debbo chiederlo agli specialisti. Non riesco a spiegarmi, infatti, perché mai quella parola del testo greco, che a me sembra così densa di allusioni, non sia passata nella traduzione italiana.Mi spiego. Quando, al primo capitolo del suo Vangelo, Luca dice che, partito l'angelo da Nazaret, «Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta la città di Giuda», nel testo originale, dopo la parola Maria, c'è un participio: anastàsa.Letteralmente significa: "alzàtasi". E potrebbe essere una locuzione stereotipa: uno di quei tanti termini ripetitivi, cioè, che nei nostri discorsi fanno da mastice tra un racconto e l'altro. Se fosse così, data la sua insignificanza espressiva, l'omissione nel testo italiano si giustificherebbe in pieno.Ma, a ben guardare, la parola anastàsa ha la stessa radice del sostantivo anàstasis, il classico vocabolo che indica l'avvenimento centrale della nostra fede e, cioè, la risurrezione del Signore. Sicché potrebbe essere tradotta tranquillamente con "risorta".E allora, tenuto conto che Luca rilegge l'infanzia di Gesù alla luce degli avvenimenti pasquali, è proprio fuori posto sospettare che la parola anastàsa sia qualcosa di più di uno stereotipo inespressivo? È rischioso pensare che voglia alludere, invece, a Maria come simbolo della Chiesa "risorta" che, in tutta fretta, si muove a portare lieti annunzi al mondo? È un po' troppo affermare che sotto quella parola si condensi il compito missionario della Chiesa la quale, dopo la risurrezione del Signore, ha il compito di portare nel grembo Gesù Cristo per offrirlo agli altri, come appunto fece Maria con Elisabetta?La butto lì.Una conclusione, comunque, mi sembra evidente: che, anche se la parola anastàsa non ha quella pregnanza teologica di cui ho parlato, sta, però, a sottolineare per lo meno una cosa: la risolutezza di Maria.È lei che decide di muoversi per prima: non viene sollecitata da nessuno. È lei che s'inventa questo viaggio: non riceve suggerimenti dall' esterno. È lei che si risolve a fare il primo passo: non attende che siano gli altri a prendere l'iniziativa.Dall'accenno discretissimo dell'angelo ha avuto la percezione che la sua parente doveva trovarsi in serie difficoltà. Perciò, senza frapporre indugi e senza stare a chiedersi se toccava a lei o meno dare inizio alla partita, ha fatto bagagli, e via! Su per i monti di Giudea. «In fretta», per giunta. °, come traduce qualcuno, «con preoccupazione».Ci sono tutti gli elementi per leggere, attraverso questi rapidi spiragli verbali, lo stile intraprendente di Maria. Senza invadenze. Stile confermato, del resto, alle nozze di Cana, quando, dopo aver intuito il disagio degli sposi, senza esserne da loro pregata, giocò la prima mossa e diede scacco matto al Re.Aveva proprio ragione Dante Alighieri nell'affermare che la benignità della Vergine non soccorre soltanto colui che a lei si rivolge, ma «molte fìate liberamente al domandar precorre».

Santa Maria, donna del primo passo, ministra dolcissima della grazia preveniente di Dio, "àlzati" ancora una volta in tutta fretta, e vieni ad aiutarci prima che sia troppo tardi. Abbiamo bisogno di te. Non attendere la nostra implorazione. Anticipa ogni nostro gemito di pietà. Prenditi il diritto di precedenza su tutte le nostre iniziative.Quando il peccato ci travolge, e ci paralizza la vita, non aspettare il nostro pentimento. Previeni il nostro grido d'aiuto. Corri subito accanto a noi e organizza la speranza attorno alle nostre disfatte. Se non ci brucerai sul tempo, saremo incapaci perfino di rimorso. Se non sarai tu a muoverti per prima, noi rimarremo nel fango. E se non sarai tu a scavarci nel cuore cisterne di nostalgia, non sentiremo più neppure il bisogno di Dio.

Santa Maria, donna del primo passo, chi sa quante volte nella tua vita terrena avrai stupito la gente per aver sempre anticipato tutti gli altri agli appuntamenti del perdono. Chi sa con quale sollecitudine, dopo aver ricevuto un torto dall'inquilina di fronte, ti sei "alzata" per prima e hai bussato alla sua porta, e l'hai liberata dal disagio, e non hai disdegnato il suo abbraccio. Chi sa con quale tenerezza, nella notte del tradimento, ti sei" alzata" per raccogliere nel tuo mantello il pianto amaro di Pietro. Chi sa con quale batticuore sei uscita di casa per distogliere Giuda dalla strada del suicidio: peccato che non l'abbia trovato. Ma c'è da scommettere che, dopo la deposizione di Gesù, sei andata a deporre dall'albero anche lui, e gli avrai composte le membra nella pace della morte.Donaci, ti preghiamo, la forza di partire per primi ogni volta che c'è da dare il perdono. Rendici, come te, esperti del primo passo. Non farci rimandare a domani un incontro di pace che possiamo concludere oggi. Brucia le nostre indecisioni. Distoglici dalle nostre calcolate perplessità. Liberaci dalla tristezza del nostro estenuante attendismo. E aiutaci perché nessuno di noi faccia stare il fratello sulla brace, ripetendo con disprezzo: tocca a lui muoversi per primo!

Santa Maria, donna del primo passo, esperta come nessun altro del metodo preventivo, abile nel precedere tutti sulla battuta, rapidissima a giocare d'anticipo nelle partite della salvezza, gioca d'anticipo anche sul cuore di Dio. Sicché, quando busseremo alla porta del Cielo, e compariremo davanti all'Eterno, previeni la sua sentenza. "Àlzati" per l'ultima volta dal tuo trono di gloria, e vieni incontro a noi. Prendici per mano, e coprici col tuo manto. Con un lampo di misericordia negli occhi, anticipa il suo verdetto di grazia. E saremo sicuri del perdono.Perché la felicità più grande di Dio è quella di ratificare ciò che hai deciso tu.

Risultati immagini per Maria, donna missionaria
Maria, donna missionaria

Gli esperti assicurano che si tratta del testo mariano più antico del Nuovo Testamento, Si trova nel capitolo quarto della Lettera ai Galati: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna…,».È un passo che esprime, pur nella sua sobrietà, una suggestione incomparabile, non solo perché ci parla di stagioni ormai mature per la redenzione, ma anche perché, con quel «nato da donna», ci fa capire due cose molto importanti: il radicamento dell'Eterno sul ceppo dell'umanità, e il radicamento di Maria nel progetto salvifico di Dio.Ciò che, però, personalmente mi colpisce di più in questa frase non è tanto l'esplicita affermazione della maternità divina di Maria, quanto il fatto che ella, fin dal suo timidoingresso iniziale sul vasto proscenio biblico, compare accanto a un missionario. Sì, perché Gesù Cristo è presentato in questo testo come il grande inviato da Dio. Il verbo "mandò", infatti, è il termine tipico per indicare la missione, qualifica il Figlio, in modo chiarissimo, come l'apostolo del Padre.E allora, non vi sembra splendido che Maria, per affacciarsi sulla veranda della storia della salvezza, abbia scelto di esibirsi in pubblico per la prima volta strettamente associata al grande missionario, quasi per significare che il tratto fondamentale della sua figura materna è quello della missionarietà?Certo, nel Vangelo si trovano tanti passi che manifestano più concretamente la funzione missionaria di Maria. Basterebbe pensare alla visita presso la cugina Elisabetta. Sembra quasi che la Vergine si muova sotto la spinta dello stesso verbo che ha sollecitato l'angelo Gabriele a portare a Nazaret il lieto annunzio: «fu mandato».«Missus est Angelus Gabriel a Deo...». Fu mandato!Troppo forte l'urto di quel verbo: non essendosi esaurito con la discesa dell'angelo sulla terra, ha scaricato il rimanente dinamismo su Maria, che si è messa in viaggio verso le alture di Giudea.Fu mandata anche lei, insomma. All'origine della sua trasferta, c'è ancora una volta il tipico verbo missionario. Lei ha obbedito a quell'impulso. E, portando Cristo nel grembo, è divenuta il primo ostensorio di lui, ha inaugurato le processioni del Corpus Domini, ed è andata a portare annunci di liberazione ai parenti lontani.A questo e ad altri passi si potrebbe pensare ogni volta che si parla di Maria come messaggera della buona novella. A mesembra, però, che, volendo scorgere la dimensione missionaria di lei, non ci sia episodio biblico che possa pareggiare la pregnante forza teologica di quel suo esordio accanto a Cristo, così come viene delineato nella Lettera ai Galati.

Santa Maria, donna missionaria, concedi alla tua Chiesa il gaudio di riscoprire, nascoste tra le zolle del verbo mandare, le radici della sua primordiale vocazione. Aiutala a misurarsi con Cristo, e con nessun altro: come te, che, apparendo agli albori della rivelazione neotestamentaria accanto a lui, il grande missionario di Dio, lo scegliesti come unico metro della tua vita.Quando essa si attarda all'interno delle sue tende dove non giunge il grido dei poveri, dàlle il coraggio di uscire dagli accampamenti. Quando viene tentata di pietrificare la mobilità del suo domicilio, rimuovila dalle sue apparenti sicurezze. Quando si adagia sulle posizioni raggiunte, scuotila dalla sua vita sedentaria. Mandata da Dio per la salvezza del mondo, la Chiesa è fatta per camminare, non per sistemarsi.Nomade come te, mettile nel cuore una grande passione per l'uomo. Vergine gestante come te, additale la geografia della sofferenza. Madre itinerante come te, riempila di tenerezza verso tutti i bisognosi. E fa' che di nient'altro sia preoccupata che di presentare Gesù Cristo, come facesti tu con i pastori, con Simeone, con i magi d'Oriente, e con mille altri anonimi personaggi che attendevano la redenzione.

Santa Maria, donna missionaria, noi ti imploriamo per tutti coloro che avendo avvertito, più degli altri, il fascino struggente di quella icona che ti raffigura accanto a Cristo, l'inviato speciale del Padre, hanno lasciato gli affetti più cari per annunciare il Vangelo in terre lontane.Sostienili nella fatica. Ristora la loro stanchezza. Proteggili da ogni pericolo. Dona ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei poveri i tratti della tua verginale tenerezza. Metti sulle loro labbra parole di pace. Fa' che la speranza con cui promuovono la giustizia terrena non prevarichi sulle attese sovrumane di cieli nuovi e terre nuove. Riempi la loro solitudine. Attenua nella loro anima i morsi della nostalgia. Quando hanno voglia di piangere, offri alloro capo la tua spalla di madre.Rendili testimoni della gioia. Ogni volta che ritornano tra noi, profumati di trincea, fa' che possiamo attingere tutti al loro entusiasmo. Confrontandoci con loro, ci appaia sempre più lenta la nostra azione pastorale, più povera la nostra generosità, più assurda la nostra opulenza. E, recuperando su tanti colpevoli ritardi, sappiamo finalmente correre ai ripari.

Santa Maria, donna missionaria, tonifica la nostra vita cristiana con quell' ardore che spinse te, portatrice di luce, sulle strade della Palestina. Anfora dello Spirito, riversa il suo crisma su di noi, perché ci metta nel cuore la nostalgia degli «estremi confini della terra». E anche se la vita ci lega ai meridiani e ai paralleli dove siamo nati, fa' che ci sentiamo egualmente sul collo il fiato delle moltitudini che ancora non conoscono Gesù. Spalancaci gli occhi perché sappiamo scorgere le afflizioni del mondo. Non impedire che il clamore dei poveri ci tolga la quiete. Tu che nella casa di Elisabetta pronunciasti il più bel canto della teologia della liberazione' ispiraci 1'audacia dei profeti. Fa' che sulle nostre labbra le parole di speranza non suonino menzognere. Aiutaci a pagare con letizia il prezzo della nostra fedeltà al Signore. E liberaci dalla rassegnazione.


[Modificato da MARIOCAPALBO 12/09/2016 14:51]