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La mia preparazione alla Santa Comunione


Cracovia, 10.I.1938


Suor Maria Faustina Del Santissimo Sacramento


Congregazione  delle Suore della B.V.M. della Misericordia


Il momento più solenne della mia vita


è quello in cui ricevo la santa Comunione.


Per ogni santa Comunione sento un grande desiderio e per ogni santa Comunione ringrazio la Santissima Trinità. Gli angeli, se potessero provare invidia,  ci invidierebbero due cose: la prima - il fatto che possiamo ricevere la santa comunione;la seconda - le sofferenze.


1)                + Oggi mi preparo alla Tua venuta, come una promessa sposa che attende la venuta dello Sposo. Il mio promesso Sposo è un gran Signore. I cieli non riescono a contenerLo. I Serafini, che stanno accanto a Lui, velano il loro volto e ripetono incessantemente: Santo, Santo, Santo.


Questo gran Signore è il mio Sposo. Per Lui cantano i Cori, davanti a Lui si prostrano i Troni, di fronte al Suo splendore il sole sembra spento. E tuttavia questo gran Signore è il mio Sposo. O cuore mio, esci, non c’è tempo ormai, sta arrivando, è gia alla tua porta.


Gli vado incontro e L’invito nella dimora del mio cuore, umiliandomi profondamente davanti alla Sua Maestà. Ma il Signore mi alza dalla polvere e quale sposa m’invita a sedermi al Suo fianco ed a confidarGli tutto ciò che ho nel cuore. E io, incoraggiata dalla Sua bontà, chino il mio capo sul Suo petto e Gli parlo di tutto. Dapprima Gli parlo di ciò che non direi mai a nessuna creatura. Poi parlo delle necessità della Chiesa, delle anime dei poveri peccatori, di quanti hanno bisogno della tua [sic!] Misericordia. Ma il tempo passa presto. Gesù, debbo uscire per compiere i doveri che mi attendono. Gesù mi dice che c’è ancora un momento per salutarci. Un profondo sguardo reciproco e per un momento apparentemente ci separiamo, mentre in realtà non ci separiamo mai.


I nostri cuori sono continuamente uniti; benché all’esterno io sia presa da vari impegni, la presenza di Gesù mi mantiene senza alcuna interruzione in un profondo raccoglimento.


2)                + Oggi la mia preparazione alla venuta di Gesù è breve, ma contrassegnata da un amore travolgente. La presenza di Dio è penetrata in me ed infiamma il mio amore verso di Lui. Non c’è l’uso di alcuna parola, ma solo comprensione intima. M’immergo tutta in Dio per mezzo dell'amore. Il Signore si avvicina alla dimora del mio cuore. Ricevuta la Comunione ho quel tanto di presenza di spirito per tornare al mio inginocchiatoio. In quel medesimo istante la mia anima s’immerge / completamente in Dio e non so che cosa avvenga attorno a me. Iddio mi dà una conoscenza interiore della Sua  Essenza divina. Sono momenti brevi, ma penetranti. L’anima esce dalla cappella in un profondo raccoglimento e non è facile distrarla. In quelle circostanze è come se toccassi la terra con un piede solo. Durante il giorno nessun sacrificio è difficile o pesante. Ogni occasione provoca un nuovo atto d’amore.


3)                + Oggi invito Gesù nel mio cuore, come l’amore personificato. Tu sei l’amore in persona. Tutto il cielo è infiammato da te e si colma d’amore. E perciò la mia anima Ti desidera, come un fiore desidera il sole. O Gesù, affrettati a venire nel mio cuore, poiché vedi che come il fiore tende verso il sole, così il mio cuore anela a Te. Apro il calice del mio cuore per ricevere il Tuo amore. Appena Gesù venne nel mio cuore, la mia anima fu attraversata da un fremito di vita e di calore. O Gesù, prendi dal mio cuore il mio amore e versaci il Tuo amore. Un amore ardente e luminoso, che sappia sopportare i sacrifici, che sappia dimenticare completamente se stesso. Oggi la mia giornata è stata contrassegnata dal sacrificio….


4)                + Oggi mi preparo alla venuta del Re.Chi sono io e chi sei Tu, o Signore, Re della gloria e della gloria immortale? O mio cuore, lo sai chi è colui che oggi viene da te? Sì, lo so, ma stranamente non riesco a comprenderlo. Oh, se si trattasse solo di un re!… Ma è il re dei re, il Signore dei signori. Davanti a Lui trema ogni potenza ed ogni autorità. Ed è Lui che oggi viene nel mio cuore! Sento che si avvicina, esco ad incontrarLo e L’invito. Appena è entrato nella dimora del mio cuore, la mia anima è stata presa da un così profondo sentimento di ossequio che per il timore è svenuta cadendo ai Suoi piedi. 


Gesù le porge la mano e la fa benignamente sedere accanto a Sé. La tranquillizza: “Vedi, ho lasciato il trono del cielo per unirMi a te. Quello che vedi ora è appena un lembo e la tua anima già sviene d’amore, allora come si sbalordirà il tuo cuore quando Mi vedrai in tutta la Mia gloria? Ma voglio dirti che la vita eterna deve cominciare già su questa terra per mezzo della santa Comunione. Ogni santa Comunione ti rende più idonea a trattare familiarmente con Dio per tutta l’eternità”.


5)                Oggi non m’impegno per nessuna preparazione particolare. Non riesco a pensare, anche se sento molto. Attendo con ansia il momento nel quale Dio verrà nel mio cuore. Mi getto fra le Sue braccia e Gli parlo della mia inquietudine e della mia miseria. Manifestando tutto il dolore del mio cuore perché non riesco ad amarLo quanto desidero. Ricorro agli atti di fede, di speranza e di carità e così trascorro l’intera giornata.


6)                Oggi la mia preparazione è breve. Una fede forte e viva per poco non spezza il velo dell’amore. La presenza di Dio penetra nel mio cuore, come un raggio di sole attraverso il cristallo. Nel momento in cui ricevo Dio tutto il mio essere è immerso in Lui. Lo stupore e l’ammirazione s’impadroniscono di me nel vedere la grande Maestà di Dio abbassarsi fino a me che sono la miseria stessa. Dalla mia anima sgorga la gratitudine verso di / Lui per tutte le grazie che mi concede e specialmente per la grazia della santa vocazione al Suo servizio esclusivo.


7)                Oggi nella santa Comunione desidero unirmi a Gesù nel modo più stretto possibile mediante l’amore. Desidero così ardentemente Dio che mi sembra che non arriverò al momento in cui il sacerdote mi darà la santa Comunione. La mia anima quasi sviene per il desiderio di Dio. Quando L’ho Ricevuto nel mio cuore, il velo della fede si è strappato. Ho visto Gesù che mi ha detto: “Figlia mia, il tuo amore Mi ricompensa della tiepidezza di molte anime”. Dopo queste parole sono rimasta sola ed ho passato tutta la giornata in atti di ringraziamento.


8)                Oggi avverto nella mia anima un abisso di miseria. Desidero accostarmi alla santa Comunione come alla sorgente della Misericordia ed immergermi tutta in quell’oceano d’amore. Appena ho ricevuto Gesù, mi sono sprofondata tutta in Lui come un abisso di insondabile Misericordia e più sentivo di essere la miseria stessa, tanto più aumentava la mia fiducia verso di Lui. In questo abbassamento di me stessa ho passato tutta la giornata.


9)                Oggi la mia anima ha la disposizione di un bambino. Mi unisco a Dio come un bimbo si unisce al padre. Mi sento totalmente figlia di Dio.


Appena ricevuta la santa Comunione ho avuto una conoscenza più profonda del Padre Celeste e della Sua paternità nei riguardi delle anime.


Quest’oggi l’ho trascorso nell’adorazione della SS.ma Trinità. Ringrazio Iddio che si è degnato di accettarci come Suoi figli per mezzo della grazia.


10)            + Oggi desidero trasformarmi tutta in amore per Gesù ed offrirmi assieme a Lui al Padre Celeste.


Durante la santa Messa ho visto il Bambino Gesù nel calice. Mi ha detto“Dimoro così nel tuo cuore, come mi vedi in questo calice”.


Dopo la santa Comunione ho avvertito nel mio cuore i battiti del cuore di Gesù. Dato che da molto tempo ho la consapevolezza che la santa Comunione dura in me fino alla Comunione successiva, oggi per tutta la giornata, ho adorato Gesù nel mio cuore e L’ho pregato, affinché con la Sua grazia protegga i bambini dal male che li minaccia.


La viva presenza di Dio avvertita anche fisicamente, mi ha accompagnato tutto il giorno non disturbandomi affatto nell’esecuzione dei miei doveri.


11)            + Oggi la mia anima desidera manifestare a Gesù il suo amore in modo particolare. Appena il Signore è entrato nel mio cuore, mi sono gettata ai Suoi piedi come un bocciolo di rosa. Desidero che il profumo del mio amore salga incessantemente ai piedi del Tuo trono.


Vedi, Gesù, in questo bocciolo di rosa c’è tutto il mio amore per te, e non solo in questo istante nel quale il mio cuore arde come un fuoco, ma durante la giornata Ti darò la dimostrazione del mio amore con la fedeltà alla grazia divina.


Oggi, tutte le difficoltà e le sofferenze che mi capiteranno, le coglierò con sollecitudine e le getterò ai piedi di Gesù come boccioli di rosa. Non importa se la mia mano, anzi il mio cuore, sanguinerà….


12)            Oggi la mia anima si prepara alla venuta del Salvatore che è la bontà e l’amore personificato. Le tentazioni e le distrazioni mi tormentano e mi impediscono di prepararmi alla venuta del Signore. Per questo desidero più ardentemente riceverTi, o Signore, poiché so che quando verrai da me, mi libererai da questi tormenti. Se poi è Tua volontà che io soffra, fortificami per la lotta.


O Gesù, o Salvatore, che Ti sei degnato di / venire da me, allontana queste distrazioni, che m’impediscono di conversare con Te.


Gesù mi ha rispostoVoglio che tu sia come un combattente esperto nella lotta, che in mezzo al frastuono della battaglia sa dare ordini agli altri. Così anche tu, bambina Mia, in mezzo alle più grandi difficoltà sappi dominare te stessa e nulla ti allontani da Me, nemmeno le tue cadute”.


Oggi ho combattuto per tutta la giornata contro una difficoltà, che Tu, o Gesù, conosci…


13)            + Oggi il mio cuore vibra di gioia. Desidero tanto che Gesù venga nel mio cuore. Sono piena di desiderio, il mio cuore anelando a Te si accende di un amore sempre più forte.


Quando Gesù è venuto, mi sono gettata fra le Sue braccia come una bambina. Gli ho parlato della mia gioia. Gesù ha ascoltato le mie manifestazioni d’amore. Quando ho chiesto perdono a Gesù perché non mi ero preparata alla santa Comunione, ma avevo pensato di continuo al momento in cui avrei potuto finalmente dividere con Lui la mia gioia, Gesù mi ha detto: “La preparazione, con la quale Mi hai accolto oggi nel tuo cuore, è quella che gradisco di più. Oggi benedico questa tua gioia in modo particolare. Nulla in questo giorno turberà la tua gioia….”.


14)            + Oggi la mia anima si prepara alla venuta del Signore che può tutto. Egli può rendermi perfetta e santa. M’impegno molto per fargli una buona accoglienza, ma subentra subito una difficoltà. Come presentarGliela? L’ho risolta subito. Gliela presenterò così come me la detta il cuore. Quando ho ricevuto Gesù nella santa Comunione il mio cuore ha gridato con tutta la sua forza: “Gesù, trasformami in un’ostia. Voglio essere un’ostia viva per Te. Tu sei un gran Signore, sei l’Onnipotente, Tu mi puoi fare questa grazia. Ed il Signore mi ha risposto“Sei un’ostia viva, gradita al Padre Celeste, ma pensa: Che cosa è un’ostia? Una vittima, perciò….?!”.


O mio Gesù, comprendo il significato di ostia, comprendo il significato di vittima. Desidero essere un’ostia viva davanti alla Tua Maestà, cioè una vittima viva che arde ogni giorno in Tuo onore.


Quando le mie forze cominceranno a venir meno, sarà la santa Comunione a sostenermi e a darmi vigore. Per la verità ho paura di quel giorno in cui non riceva la santa Comunione. La mia anima attinge una forza straordinaria dalla santa Comunione.O Ostia viva, luce della mia anima!


15)            + Oggi la mia anima si prepara alla santa Comunione come ad un banchetto nuziale, nel quale tutti i commensali risplendono di una bellezza indicibile. Anch’io sono invitata a questo banchetto, ma non vedo in me quella bellezza, bensì un abisso di miseria. E siccome non mi sento degna di sedermi a quella tavola, m’infilerò sotto la tavola ai piedi di Gesù e mendicherò almeno le briciole che cadono sotto la tavola. Dato che conosco la Tua Misericordia, per questo mi accosto a Te, o Gesù, poiché verrà a mancare la mia miseria prima che si esaurisca la pietà del Tuo Cuore. Perciò in questo giorno fomenterò in me la fiducia nella Divina Misericordia.


16)            + Oggi la Maestà di Dio mi avvolge. Non riesco in alcun modo a reagire per prepararmi meglio. Sono presa e circondata totalmente da Dio. La mia anima s’infiamma del Suo amore. So soltanto che amo e sono amata. Questo mi basta. Procurerò durante la giornata di essere fedele allo Spirito Santo e di corrispondere alle Sue richieste. Cercherò di avere in me il silenzio interiore, per poter udire la Sua voce….


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Capitolo terzo

Necessità dell’Apostolato

LA DIVINA MISERICORDIA

E L’ADORAZIONE EUCARISTICA

 

Dal Diario di Santa Faustina Kowalska

9.VIII.1934. Adorazione notturna del giovedì. (Nella CSBVMM per consuetudine tutte le suore sane ogni giovedì sera, dalle 21 alle 22, facevano l’adorazione riparatrice, la così detta “ora santa”. Nel giovedì che precedeva il primo venerdì del mese, l’adorazione veniva protratta per tutta la notte, ma le suore facevano turni di un’ora). Ho fatto l’adorazione dalle undici alle dodici. Questa adorazione l’ho fatta per la conversione dei peccatori induriti, ma specialmente per quelli che hanno perduto la speranza nella Misericordia di Dio. Ho considerato quanto ha sofferto Dio e quanto è grande l’amore che ci ha dimostrato e noi non crediamo che Dio ci ama così.

O Gesù, chi comprende questo? Che dolore per il nostro Salvatore e con che cosa può convincerci del suo amore, se la Sua stessa morte non riesce a convincerci?

Ho pregato tutto il cielo ad unirsi a me per compensare il Signore dell’ingratitudine di certe anime. Gesù mi ha fatto conoscere quanto Gli è gradita la preghiera riparatrice. Mi ha detto: “La preghiera di un’anima umile ed amante placa l’ira del Padre Mio ed attira un mare di benedizioni”.

Finita l’adorazione, a metà strada verso la cella, fui circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrando chiaramente l’intenzione di sbranarmi. M’accorsi però che non erano cani ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: “Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi”.

Risposi: “Se questa è la volontà di Dio Misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi, poiché l’ho giustamente meritato, essendo la più misera delle peccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamente misericordioso”.

A queste parole risposero tutti insieme i demoni: “fuggiamo, perché non è sola, ma c’è con lei l’Onnipotente”. E scomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla strada, mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cella riflettendo sull’infinita ed insondabile Misericordia divina.

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LA PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo San Luca (2,35-48)

La vigilanza.- Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”.

Allora Pietro disse: “Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?”. Il Signore rispose: “Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore, assegnandogli il posto fra gli infedeli.

Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Dal Vangelo secondo San Giovanni (4,1-26)

La Samaritana.- Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni – sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe, suo figlio; qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: (Dammi da bere!), tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gli disse la donna: “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?”. Rispose Gesù: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”.

“Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire ad attingere acqua”. Le disse: “Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”. Rispose la donna: “Non ho marito”. Le disse Gesù: “Hai detto bene non hai marito; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Gli replicò la donna: “Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Gesù le dice: “Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Gli rispose la donna: “So che deve venire il Messia (Cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa”. Le disse Gesù: “Sono io, che ti parlo”.

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MEDITAZIONE

“Questo è il mio Corpo” e “Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue” (Luca 22.19-20) sono la spiegazione sufficiente della Transustanziazione, la Trasformazione del pane e del vino

nel Corpo e nel Sangue di Cristo.

Perciò Gesù Cristo è presente nella Santissima Eucaristia.

Il suo Sacrificio sull’Altare lo fa Agnello offerto al Padre per togliere i nostri peccati, e lo fa diventare il nostro nutrimento sacramentale nella Santa Comunione per renderci forti nella fede, nella speranza e nella carità, e diventa Dio con noi nel Santissimo Sacramento conservato per l’adorazione dei fedeli.

L’Adorazione è il tributo che equivale al sentimento di amore sviscerato, coraggioso, sicuro, risoluto, deciso, forte, carico, intenso, appassionato, impetuoso, riservato soltanto a Dio.

LaVenerazione è il sentimento di grande riverenza, rispetto e stima con il quale si invoca Dio e si prega per accedere a Lui ed alla sua Misericordia,

Gesù dice alla Samaritana che “È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”.

Nel Santissimo Sacramento noi non vediamo Gesù, non vediamo Dio nelle specie consacrate, ma Egli è presente lo adoriamo in spirito e in verità: perché la fede ci fa certi della sua presenza, e così ci apriamo ad accogliere la sua Misericordia, Egli dirà a noi, come alla Samaritana: “Sono io, che ti parlo”.  Coscienti di questo, consapevoli del dono della fede, che Dio stesso ci fa, dobbiamo diventare amministratori fedeli e saggi, il Signore ci metterà nelle condizioni di distribuire il cibo, cioè testimoniare la fede, la conoscenza di Dio, la sua grande Misericordia, e quindi diffusori della sua misericordia ad altri servi, perché anch’essi possano lodare Dio attraverso la sua Misericordia, per essere tutti di Dio, in attesa della sua venuta, pronti con la cintura ai fianchi, le lucerne accese ed essere chiamati beati.

Questo è ciò che ogni cristiano deve fare, adorare, adorare, adorare Dio, adorare la sua presenza nel Santissimo Sacramento, come santa Faustina per la conversione dei peccatori induriti, ma specialmente per quelli che hanno perduto la speranza nella Misericordia di Dio. Considerando quanto ha sofferto Dio e quanto è grande l’amore che ci ha dimostrato.

Se faremo così faremo la volontà di Dio, perché con la fede Dio ci ha dato moltissimo e ci ha fatto diventare suoi collaboratori e perciò  amministratori che devono essere fedeli e saggi.

Se invece agiamo solo per i nostri interessi e non secondo la sua volontà, riceveremo molte percosse.

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

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Dall’Insegnamento della Chiesa

Mediator Dei Lettera enciclica sulla Liturgia di Pio XII

4Adorazione dell’Eucaristia

107. Il nutrimento eucaristico contiene, come tutti sanno, “veramente, realmente e sostanzialmente il corpo e il sangue insieme con l’anima e la divinità di nostro Signore Gesù Cristo” (Conc. Trid., Sess.13, can.1); non fa quindi meraviglia se la Chiesa fin dalle origini ha adorato il Corpo di Cristo sotto le specie eucaristiche, come appare dai riti stessi dell’augusto Sacrificio, con i quali si prescrive ai sacri ministri di adorare il Santissimo Sacramento con genuflessioni e con inclinazioni profonde.

108. I sacri Concili insegnano che fin dall’inizio della sua vita, è stato trasmesso alla Chiesa che si deve onorare “con una unica adorazione il Verbo di Dio incarnato e la sua propria carne” (Conc.Constan.II, Anath. de Trib. Capit.;can9, collat. Conc.Ephes:, Anath. Cyrill.,can8; cfr. Conc.Trid., Sess. 13, can.6; Pius Vi, Const. Auctorem fidei, n.61) e sant’Agostino afferma: “Nessuno mangia quella carne, senza averla prima adorata”, aggiungendo che non solo non pecchiamo adorando, ma pecchiamo non adorando (cfr.Enarr.in Ps.98,9).

109. Da questi principi dottrinali è nato e si è venuto a poco a poco sviluppando il culto eucaristico della adorazione distinto dal santo Sacrificio. La conservazione delle sacre Specie per gli infermi, e per tutti quelli che venivano a trovarsi in pericolo di morte, introdusse il lodevole uso di adorare questo cibo celeste conservato nelle chiese. Questo culto di adorazione ha un valido e solido motivo. L’Eucaristia, difatti, è un sacrificio ed è anche un Sacramento; e differisce dagli altri Sacramenti in quanto non solo produce la grazia, ma contiene in modo permanente l’autore stesso della grazia. Quando, perciò, la Chiesa ci comanda di adorare Cristo nascosto sotto i veli eucaristici, e di chiedere a Lui i doni soprannaturali e terreni di cui abbiamo sempre bisogno, manifesta la fede viva, con la quale crede presente sotto quei veli il suo Sposo divino, gli manifesta la sua riconoscenza e gode della sua intima familiarità.

110. Di questo culto la Chiesa, nel decorso dei tempi, ha introdotto varie forme, ogni giorno certamente più belle e salutari, come, per esempio, devote ed anche quotidiane visite ai divini tabernacoli; benedizioni col Santissimo Sacramento; solenni processioni per paesi e città, specialmente in occasione dei Congressi eucaristici, e adorazione dell’augusto Sacramento pubblicamente esposto. Le quali pubbliche adorazioni talvolta durano per un tempo limitato, talvolta invece, sono prolungate per intere ore e anche per quaranta ore; in qualche luogo sono protratte per la durata di tutto l’anno, a turno, nelle singole chiese; altrove, poi si continuano anche di giorno e di notte, a cura di Comunità religiose, e ad esse spesso prendono parte anche i fedeli.

111. Questi esercizi di devozione contribuirono in modo mirabile alla fede e alla vita soprannaturale della Chiesa militante in terra, la quale, così facendo, fa eco, in certo modo, alla Chiesa trionfante che innalza in eterno l’inno di lode a Dio e all’Agnello “Che è stato ucciso” (Ap5,12; cfr.7,10). Perciò la Chiesa non solo ha approvato, ma ha fatto suoi e ha confermato con la sua autorità questi devoti esercizi, propagati dovunque nel corso dei secoli (cfr.Conc.Trid.,Sess.13.c.5etcan.6). Essi sgorgano dallo spirito della Liturgia; e perciò, qualora siano compiuti col decoro, la fede e la devozione richiesti dai sacri riti e dalle prescrizioni della Chiesa, certamente aiutano moltissimo a vivere la vita liturgica.

112. Né si deve dire che questo culto eucaristico provoca una erronea confusione tra il Cristo storico come dicono, che è vissuto in terra, e il Cristo presente nell’augusto Sacramento dell’altare, e il Cristo trionfante in cielo e dispensatore di grazie; si deve, anzi affermare  che, in tal modo, i fedeli testimoniano e manifestano solennemente la fede della Chiesa, con la quale si crede che uno identico è il Verbo di Dio e il Figlio di Maria Vergine, che soffri in croce, che è presente nascosto nella Eucaristia, che regna nel cielo. Così san Giovanni Crisostomo: “Quando te lo vedi presentare (il Corpo di Cristo), dì a te stesso: Per questo Corpo non sono più terra e cenere, non più schiavo, ma libero: perciò spero di avere il cielo e i beni che vi si trovano, la vita immortale, l’eredità degli Angeli, la compagnia di Cristo; questo Corpo, trafitto dai chiodi, dilaniato dai flagelli, non fu preda della morte… Questo è quel Corpo che fu insanguinato, trapassato dalla lancia, dal quale scaturirono due fonti salutari: l’una di sangue, l’altra di acqua… Questo Corpo ci diede e da tenere e da mangiare, il che fu conseguenza di intenso amore” (In1adCor24,4).

113. In modo particolare, poi, è molto da lodarsi la consuetudine secondo la quale molti esercizi di pietà entrati nell’uso del popolo cristiano si concludono col rito della benedizione eucaristica. Nulla di meglio e di più vantaggioso del gesto col quale il Sacerdote, levando il Pane degli Angeli, al cospetto della folla cristiana prostrata, e volgendolo intorno in forma di croce, invoca il Padre celeste perché voglia volgere benignamente gli occhi a suo Figlio crocifisso per amor nostro, e a causa di Lui che volle essere nostro Redentore e fratello, e per suo mezzo, effonda i suoi doni celesti sui redenti dal sangue immacolato dell’Agnello (cfr.1Pt1,19).

114. Procurate, dunque, venerabili Fratelli, con la vostra abituale, somma diligenza, che i templi edificati dalla fede e dalla pietà delle generazioni cristiane nel decorso dei secoli, come un perenne inno di gloria a Dio Onnipotente e come degna dimora del nostro Redentore nascosto sotto le specie eucaristiche, siano il più possibile aperti ai sempre più numerosi fedeli, perché essi, raccolti ai piedi del nostro Salvatore, ascoltino il suo dolcissimo invito: “Venite a me, voi tutti che siete tribolati ed oppressi, ed io vi ristorerò” (Mt11,28). Siano davvero i templi la casa di Dio, nella quale chi entra per domandare favori, si allieti di tutto conseguire (cfr.MissaleRom.,Coll.in Missa Ded.Eccl.) e ottenga la celeste consolazione.

115. Soltanto così potrà avvenire che tutta l’umana famiglia si pacificherà nell’ordine, e con mente e cuore concordi canterà l’inno della speranza, e dell’amore: “Buon Pastore, pane verace,- o Gesù, di noi pietà: - tu ci pasci, tu difendici; - facci tu vedere la felicità – nella terra dei viventi” (Missale Rom., Seq. Lauda Sion in festo SS:mi Corporis Christi).

 

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DALL’IMITAZIONE DI CRISTO

(L’imitazione di Cristo, è libro di teologia ascetica e mistica del tardo Medio Evo, maturato in ambiente monastico, tratta della perfezione della vita cristiana,  ed è il libro di Gesù più letto dopo la Bibbia).

La Grazia della devozione si acquista con l’umiltà

e con la rinuncia a se stesso

Parole dell’Amato

Tu devi cercare la grazia della devozione con insistenza, chiederla con vivo desiderio, aspettarla con pazienza e con fiducia, riceverla con gratitudine, conservarla con umiltà, cooperare con essa con zelo, e rimetterti a Dio per il tempo e per il modo della celeste visita, fino a che essa venga.

Tu devi, soprattutto, umiliarti, quando dentro di te senti poca o nessuna devozione, senza però abbatterti troppo e rattristarti eccessivamente.

Spesso Dio dà in un istante ciò che, per lungo tempo, ha negato; talvolta, dà alla fine ciò che al principio della preghiera ha differito.

Se questa grazia fosse accordata sempre subito e fosse lì pronta, conformemente al nostro desiderio, l’uomo, che è fragile, non saprebbe sostenerla.

Perciò, la grazia della devozione bisogna attenderla con salda speranza e con umile pazienza. Tuttavia, devi dare la colpa a te e ai tuoi peccati, quando non ti è data o ti viene tolta senza che tu comprenda il motivo.

Qualche volta, è una piccola cosa quella che impedisce o nasconde la grazia, seppur piccolo, e non piuttosto grande, si possa chiamare ciò che ostacola un bene così eccelso.

E se, piccolo o grande che sia, questo inciampo sarai riuscito ad allontanarlo e a superarlo del tutto, tu otterrai ciò che hai chiesto.

Infatti, appena ti sarai dato a Dio con tutto il cuore, senza cercare questo o quello secondo il tuo capriccio o il tuo volere, ma ti sarai rimesso interamente a Lui, ti troverai unito a Lui e tranquillo, perché nulla avrà per te gusto e piacere tanto, quanto ciò che piace al volere divino.

Chiunque, pertanto, con cuore semplice avrà innalzato la sua intenzione a Dio e si sarà spogliato d’ogni affetto disordinato o dell’avversione per qualsiasi creatura, sarà nelle migliori condizioni di ricevere la grazia e sarà degno del dono della devozione.

Infatti, il Signore versa la sua benedizione là, dove avrà trovato vasi vuoti.

E quanto più perfettamente uno rinuncia alle cose di quaggiù e più muore a se stesso con il disprezzo di sé, tanto più presto viene in lui la grazia, tanto più abbondantemente affluisce in lui e tanto più in alto ne solleva il cuore liberato da ogni cosa.

Allora, egli vedrà e sarà nell’abbondanza “e sarà raggiante ed il suo cuore s’allargherà in Dio” (Is60,5), perché la mano di Dio è con lui, che si è rimesso totalmente e per sempre alla sua Volontà.

“Ecco, così sarà benedetto l’uomo” (Sal127,4) che cerca Dio con tutto il suo cuore e non invano ha ricevuto la sua vita.

Ricevendo la Santa Eucaristia, egli merita la grande grazia d’essere unito a Dio, perché non mira alla propria devozione ed alla propria consolazione, ed invece, di là d’ogni devozione e consolazione, mira alla gloria e all’onore di Dio.

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