00 23/02/2015 14:17
Gesù: E va bene. Chiedi quello che vuoi. Quando uno ha concesso una cosa, chiede le altre cose. Che cosa vuoi? Cerca qualche altra cosa.

Natuzza: L'ospedale.

Gesù: Chiedilo a Maria. Maria chiede queste cose. Lei li chiede a me, tutti uniti facciamo quello che vuoi. Niente vuoi?

Natuzza: E che vi cerco? Non mi viene in mente niente.

Gesù: Vuoi la chiesa? Questo è scontato.

Natuzza: E allora se è sicuro me ne posso venire contenta.

Gesù: Sì, come no! Te l'ha promesso la Madonna? Lei mantiene sempre le promesse. Il padre è un po' duro, ma la mamma è umile, è tenera e concede. Dormi tranquilla, perché io non solo per quanti sono i piselli, li mando in paradiso. Tu sai che non sono un giustiziere. Ti ho detto sempre che uso la mia bontà, la mia misericordia. Faccio giustizia, per man­dare tutti all'inferno?

Natuzza: Pure a me.

Gesù: Che c'entri tu. Non ti potrei mandare, sarei un papà ingrato. Ma io voglio bene a tutti, non a te sola.

Natuzza: E di me che ve ne fate! lo non voglio esse­re salva da sola. Voglio salvi tutti!

Gesù: E sì, vuoi stare in compagnia.

Madonna: Ti voglio bene. Gesù ti ha dato tanti do­ni, tu li sai utilizzare. Gesù i doni li dà a tutti, però li dovete mettere a disposizione con umiltà. Il Signore mantiene le promesse. Avrete gioie. Muovetevi, muovetevi e fate le cose in fretta.

Natuzza: Madonna mia, siete contenta dei Cenacoli?

Madonna: Moltiplicateli! I Cenacoli sono la ripara­zione delle bestemmie, dei peccati che si fanno gior­no per giorno.

Natuzza: Come?

Madonna: Parlando. Se voi non parlate come si moltiplicano?

Natuzza: Madonna mia, l'ospedale per i malati...

Madonna: Bella figlia, tu cerca, perché Gesù ti con­cede. Per quello che tu dai a lui, lui al doppio dà a te.

Natuzza: Che dà a me? Pare che io mi corico nel­l'ospedale?

Madonna: Ti corichi, ti corichi, anche nell'ospedale, per sorvegliare gli ammalati.

Gesù si riposa nei cuori che lo amano

Mi ha toccato il piede e mi ha detto:

Gesù: Non ti vorrei mettere questo chiodo, come l'hanno messo a me allora. Purtroppo non solo allora, ma giorno per giorno con questo chiodo, col pec­cato, mi feriscono il cuore. Tutto il mondo, ma parti­colarmente i sacerdoti. E questo mio cuore è addolo­rato. Mi sono immolato sulla croce per i peccatori. Li voglio salvi. Tu stessa, che sei una della terra, che non sei uno spirito, che sei un corpo dolorante dici: "Voglio soffrire, per salvare il mondo, anche 100 an­ni di purgatorio". Soffri tu che ti sei offerta per amo­re degli uomini, figurati io che sono il padre di tutto il mondo! Li sopporto e li perdono perché sono padre di misericordia, perché sono amore. È per amore, che ho dato il mio corpo, che mi sono immolato sul­la croce. Giorno per giorno, ora per ora, momento per momento il mio cuore è straziato. Nessuno capi­sce queste cose. Figlia mia, pochi siete quelli che ca­pite e allora mi appoggio a voi. Mi riposo sempre quando mi invochi e quando mi chiami. Io mi riposo in te, non perché mi risparmi il dolore, perché il do­lore per gli uomini ce l'ho sempre, ma perché tu mi accompagni come quando un'amica ti chiede una parola di conforto e tu gliela dai. E così mi conforto io, mi appoggio sul tuo cuore. Lo so che soffri, ma figlia mia soffriamo insieme.

Natuzza: Gesù, sono felice che soffro con voi; vor­rei soffrire io, ma non voi.

Gesù: Figlia, se non soffrivo, non ti facevo soffrire. Anch'io ho bisogno della tua compagnia. Mi devo appoggiare a qualcuno, sì o no? Che dici tu? Tu senti il desiderio di raccontare le tue cose, le pene del cuo­re, senti il bisogno di sfogarti. Come la gente si sfoga con te, anch'io sento la necessità di parlare a tutto il mondo perché voglio la sua salvezza.

La “sete” di Gesù

Gesù: Ciao, figlia dell'anima mia! Oh amore per il mondo, io ti amo! Forse ti dispiace che ti uso per il bene degli altri? Però non vorrei che soffrissi tanto, non vorrei! Ma la tua sofferenza è un mio dono. Non dire che sono egoista, voglio il tuo appoggio e il tuo amore. Come tu hai amore per un figlio, io ce l'ho per tutto il mondo. Guarda quanta è grande la soffe­renza! E se tu ce l'hai per un figlio che soffre, imma­gina me che soffro per tanti figli. Quando soffri e ti faccio una carezza, sei gioiosa, però divento anche triste perché ti do dolore. Ma il dolore serve a tante cose. Tu sei un parafulmine. Io scelgo tanti paraful­mini, ma tu hai la volontà e sei la più forte, perché tu vai in cerca e dici sempre che hai sete di sofferen­ze per amore degli altri. E quando desideri un bic­chiere d'acqua, tu lo desideri per salvare un'anima e per salvare il corpo di una persona. Tu dici: "Signo­re, voglio un bicchiere d'acqua". È così la sofferenza. Non ti rammaricare, ti amo e ti voglio bene. Sempre ti sto vicino. Tu mi senti, mi ascolti, mi vedi, hai tutte queste gioie. Queste gioie non li posso dare a tutti. A chi non mi consola, a chi non mi conosce, a chi non mi ama, a chi mi insulta non posso dare la stes­sa gioia.

Natuzza: Signore, qual è la gioia? Che mi hai man­dato figli sani?

Gesù: No, non è questa sola la vera gioia. La gioia più bella è che io ho sete di anime e tu me le conqui­sti e me le porti con la sofferenza, con l'umiltà, con la carità e con l'amore. Tu hai un amore grande per­ché te lo trasmetto. Ricordati che quando sono pre­sente tu non senti dolore, senti gioia; hai qualunque dolore fisico, ma non marale nè spirituale perché io riposo in te e tu riposi in me.

Insegnamenti di Gesù

Gesù: Il mondo non è luce, è tenebre perché i pec­cati aumentano sempre di più. Grazie alla Madonna, grazie a te che lavorate molto e parli sempre della Madonna e di me, grazie a questi Cenacoli, la pre­ghiera un po' è aumentata. Ma a confronto dei pec­cati la preghiera non è sufficiente, andrebbe moltipli­cata almeno 40.000 volte per la riparazione dei pec­cati e per rallegrare il mio cuore, per dare gioia a te e gioia a tutte le anime buone.

Natuzza: Signore, siete bello!

Gesù: Io mi sono innamorato dell'anima tua.

Natuzza: E chi mi ha creato l'anima?

Gesù: Io. Ti ho scelta quando eri nel grembo di tua madre e ti ho fatta come ho voluto.

Natuzza: E come mi avete voluta?

Gesù: Ti ho voluta umile, caritatevole, piena d'amo­re, piena di gioia e piena di carità, per confortare il prossimo. Ma io a tutti ho dato qualcosa, ma non ri­spondono, sono come i figli scapestrati in famiglia. Mi insultano. Non mi conoscono? Li voglio bene lo stesso. Amo pure quelli che mi insultano, pure quelli che non mi conoscono. Voglio bene a tutti.

Natuzza: Ecco qual è la misericordia vostra Gesù. Avete detto che se ci danno uno schiaffo dobbiamo porgere l'altra guancia. Io sono la prima a non farlo.

Gesù: Eppure quanti schiaffi hai preso. Tu non capi­sci cosa vuol dire schiaffo. Che cosa hai capito per schiaffo, che davvero ti menano in faccia? Lo schiaffo è l'insulto.

Natuzza: Ancora non l'avevo capito.

Gesù: E quando le capisci le cose, quando arrivi qua?

Natuzza: Forse sì.

Gesù: E qua nessuno ti insulta. Uno schiaffo lo puoi prendere come scherzo, invece un insulto è uno schiaffo vero. Accettateli questi schiaffi e offriteli. Se li offrite avete grandi meriti, se non li offrite avrete la mortificazione due volte, di quello che vi insulta e anche di quell'altro che vi tenta. Se uno lo dà a voi, e voi lo date a lui, peccate l'uno e l'altro. Invece accet­tate lo schiaffo e offritelo per mettere pace. Anche se lo schiaffo non lo dimenticate almeno vi mettete la pace nel cuore. Questi della terra sono persone catti­ve, egoiste. Ogni 100 ce n'è una che mette pace, perché ama me e sa che quando non c'è pace io sof­fro. Dove non c'è pace, non c'è Dio! Invece altri di­cono: "Non mi faccio prendere per cretino. Tu me ne hai dato uno, io te ne do 100", e si vendicano perché si sentono colpiti nell'orgoglio. L'orgoglio non è buono, la superbia non regna e se regna non dura. Perché non dura? Per volere mio. Nessuno sopporta e offre. Invece chi tace e offre, ha meriti e io li ricompenso.

Le consolazioni di Gesù

Natuzza: Gesù, quante cose potevo fare e non le ho fatte.

Gesù: Quello che non hai fatto prima lo fai oggi, quello che non fai oggi, lo farai domani.

Natuzza: Che vuol dire?

Gesù: Puoi fare di là. Di là puoi pregare, perché non ti manca il tempo e non c'è chi ti disturba. Gesù: Tu muori di passione e un'altra non mi sfiora manco con il pensiero. Io non esisto per questa. Soffro non per me stesso, ma soffro per lei che non sa che ci sono. Perché non deve avere questa gioia che hai tu? A qualcuna tu gliela trasmetti, eppure, dopo un giorno, dopo due, dopo un mese, per una stupi­daggine, le passa l'amore, le passa la gioia, le passa tutto. Non è vero amore, come non lo è per un mari­to dato a forza, a cui sfugge l'amore da un momento all'altro. Ma l'amore mio non sfugge, perché io amo tutti alla stessa maniera e voglio che questo amore sia trasmesso per il bene vostro, per il bene delle ani­me, per costruire un mondo nuovo. Ma nessuno ci pensa. Tutti dicono: "Ci ha castigato Dio". No, io non castigo, do qualche prova, mi servo di qualche prova per recuperare il bene delle anime. Beata quel­la che è scelta. E chi scelgo io? Scelgo una persona che può offrire, che veramente mi conosce nel fondo del cuore. E la scelgo come un parafulmine. Non posso scegliere una a cui do una prova e poi si dan­na del tutto. E allora che sono vendicativo? Sono Dio di misericordia. Io vi aiuto, vi proteggo, nella soffe­renza vi sono vicino. Ve l'ho detto, bussate ed io vi apro, perché nel mio cuore c'è posto per tutti. Per­ché vi allontanate dal mio cuore?

Natuzza: Signore ti vorrei amare per chi non ti ama, ti vorrei pregare per chi non ti prega, vorrei soffrire per chi non accetta la sofferenza, vorrei sof­frire per chi non ha la forza di soffrire. Vorrei che tu perdonassi e mi dessi una sofferenza. Perdona tutto il mondo! A me non importa che sto per 100 anni in purgatorio, basta che porti tutti in paradiso! Signore, prego per chi non prega. Perdonami se prego poco, dovrei pregare di più.

Gesù: Tutte le azioni buone sono preghiera, il lavoro è preghiera, le parole che dici sono preghiera. Tu consoli il mio cuore per chi non me lo consola, fai al doppio di quei pochi che mi consolano.

L’amore di Gesù

Gesù: Anima mia, mi aspettavi?

Natuzza: Signore, vi aspetto sempre.

Gesù: Non sono sempre presente? Alcune volte mi vedi, altre volte mi senti nel pensiero. Alcune volte ti parlo di presenza, altre volte ti parlo al cuore. Tu al cuore non lo credi, ma alla presenza sì.

Natuzza: Non lo credo al cuore, perché mi può par­lare il diavolo.

Gesù: Il diavolo non ti parla perché ha paura.

Natuzza: Finalmente! L'avete impaurito?

Gesù: Lo scanso. E poi tu hai la forza di volontà e come ti ha insegnato la Madonna dici: "Gesù, vieni in mio aiuto". Io sono sempre pronto. Non aiuto te sola, ma tutti quelli che mi cercano e anche quelli che non mi cercano. Chi vuole non si arrende. Tu vuoi perdere un figlio? No. Vedi come ti amareggi?

Io sono amareggiato per tutto il mondo. Non ti cre­dere che qualcuno ha una gioia e dice: "Grazie, Si­gnore, della gioia che mi hai dato". No. Si prendono la gioia e sono contento perché per quella gioia non bestemmiano. Mi dispiace perché dopo perdono la ragione e mi insultano. Però ad un figlio che ti insulta non gli stai sempre vicino? Lo stesso faccio io.

Gesù: distribuite l’amore

Gesù: Se guardi la tua mano ci sono io con le mani aperte, in segno proprio di risorto, con gli apostoli che mi guardano.

Gesù ha posto la sua mano sul mio ginocchio di­cendo:

Tu sei il legno della mia croce. Io del tuo corpo ne ho fatto il legno per appoggiarmi. Soffri con me. Figlia, tu soffri, però quando sai che con la tua sofferenza abbiamo salvato 10 anime, 20 anime, tu sei consola­ta, ti passa il dolore, non conti quello che hai soffer­to. Nessuno può capire queste cose meglio di te. Ma non le vuoi capire?

Natuzza: Non mi rendo conto se le capisco.

Gesù: Come non ti rendi conto. Se viene qualcuno che dice improperi, idiozie, che vive in peccato e poi piange e si pente? Manco questo capisci?

Natuzza: Voi dite che lo capisco?

Gesù: Certo! Non c'è gioia se non c'è il dolore. Pri­ma c'è il dolore, poi viene la gioia. Con la tua soffe­renza abbiamo salvato tante anime.

Natuzza: Signore, vorrei descrivere la vostra bellez­za, il vostro amore, la vostra intelligenza, la vostra gioia quando parlate, la gioia che mi trasmettete.

Gesù: Distribuite l'Amore.

Natuzza: Gesù, come posso distribuirlo, mi posso mettere con tutti a fare la predica io, una povera ignorante. Voi mi dovevate dare l'intelligenza, il sen­so da quando ero bambina, così mi restava l'abitudi­ne di predicare, di descrivere come siete bello e che siete pieno di amore.

Gesù: Non solo pieno d'amore, ma pieno anche di misericordia. Ricordati questa parola, che è la parola più importante: io sono pieno di misericordia. Ho misericordia per tutti e tu diglielo! Anche per quelli che non mi conoscono. Per questo vi dico di distri­buire l'amore. Questo è l'amore: carità per gli altri, misericordia per gli altri. Uno deve sempre dire qual­che parola anche per quelli che non credono. Non è che tu gli devi dire di credere per forza. Gli devi par­lare, come un racconto, come una favola. Qualcuno riflette e ci pensa. Ecco così voi dovete distribuire l'a­more, parlate sempre che Dio è buono, pieno di amore e di misericordia. Pregate e parlate.

Gesù: preparati che andiamo a slvare 1.000 anime!

Gesù: Preparati perché salviamo 1000 anime.

Natuzza: Gesù mio, Gesù mio!

Gesù: Questa è la caduta più brutta. Mi è venuto un dolore forte al ginocchio da svenire

Calmati, tu dici che vuoi 100 anni di purgatorio per salvare il mondo. Ne salviamo mille per una caduta! Questa è l'ultima caduta, però è la più forte.

Natuzza: Nonostante il dolore che avevo, mi è ve­nuto da ridere nel vedere come lo diceva

Gesù: Tu sorridi?

Natuzza: Certo! Se salviamo 1000 anime altro che sorrido!

Gesù: Ah... sei proprio assetata della sofferenza! Vedi che è più forte.

Natuzza: Se voi siete Gesù e permettete che mi arri­vi questa sofferenza mi dovete dare anche la forza.

Gesù: Certo! Quando non ti ho dato forza? Ti sei la­mentata qualche volta? La forza te l'ho data sempre. Prima che tu fossi nata, queste cose le ho preparate, però giorno per giorno ti ho dato la forza. L'hai fatta sempre la quaresima. Certo ci sono giorni belli e ci sono giorni brutti. Tu che dici che sono brutti questi?

Natuzza: No.

Gesù: E parla! Perché stai muta?

Natuzza: Parlate voi per me, perchè non ce la faccio.

Gesù: Ce la fai, se lo voglio io, ce la fai!

Natuzza: E allora me lo fate per dispetto, Gesù mio, per non farcela?

Gesù: Ce la fai!

Natuzza: Non voglio niente, la salvezza del mondo.

Gesù: Quello che voglio io! Io voglio un'altra cosa? Io ho sete di anime, io ho sete di amore, perché io distribuisco l'amore e lo voglio distribuito da chi si appoggia a me. Tu ti sei appoggiata e io mi sono ap­poggiato a te. Ho trovato la giusta ragione.

Natuzza: Quale?

Gesù: Perché non ti ribelli.

Natuzza: E come faccio a ribellarmi con voi Gesù?

Gesù: Eppure c'è gente che si ribella.

Natuzza: O Signore mio bello, o Gesù mio, ma non vi conosce la gente! Io che vi conosco e mi sono in­namorata di voi, non mi posso ribellare. Quando uno vuole bene non si ribella.

Gesù: Hai visto? Voglio bene a tutti, non allo stesso modo perché non mi rispondono. Quale mamma, o quale padre non vuole bene ad un figlio che è scape­strato? Anzi gli vuole più bene per maturarlo.

Natuzza: Ed io sono matura?

Gesù: Sì!

Natuzza: E chi mi ha maturato se non ho padre, non ho mamma? Nessuno mi fatto una lezione.

Gesù: Le lezioni te le faccio giorno per giorno. Tu le apprendi e io sono contento. Perciò ti uso.

Natuzza: Ah... allora apposta non vi vogliono be­ne? Perché li usate.

Gesù: No, ma loro non lo sanno che li uso. Io una persona la uso quando è disponibile, sorridente.

Natuzza: Allora approfittate perché sorrido!

Gesù: No, tu sei assetata di amore, di sofferenze e pure di gioia. Tutte queste cose te le ho date sempre, sino alla fine te le do. Perché una non deve essere contenta solo quando viene in cielo e si abbraccia con me, deve essere contenta anche sulla terra. Tu sei contenta. Se soffri e se non soffri sei sempre con­tenta. Ti ricordi qualche giorno felice? Solo quando vedi me.

Natuzza: Signore, perché quando vedo voi?

Gesù: Perché sei innamorata.

Natuzza: E mi potevo innamorare da piccola?

Gesù: E perché i piccoli non si innamorano? I picco­li quando gli portano i giocattoli sono felici e conten­ti, accarezzano lo zio, accarezzano la mamma. Sono felici e contenti. Così sei felice tu. Ti ho cresciuta, nel dolore e nella gioia. Perché parli di padre e di mam­ma? Perché io non sono un padre e una mamma? La volevi più bella? Lo volevi più bello? E perché so­no brutto? Io ti ristoro. Povera figlia mia, non vorrei farti soffrire, ma tu hai la gioia per me e la gioia per­ché salviamo le anime.

Natuzza: Io l'ho guardato e poi sono crollata.

Gesù: Riposati, riposati.

Gesù: Quando comunichi la gioia ognuno pensa: "Se questa è gioiosa perché non devo diventare gioioso?". Si converte. A me piace la conversione delle anime. È una cosa bella distribuire l'amore. C'è gente che attinge l'amore, lo comunica e fa un'e­spansione agli altri amici, a quelli che conosce. Molti­plicate l'amore. Moltiplicate i Cenacoli. Quello che piace alla Madonna piace a me. È una cosa bellissi­ma! È una catena d'amore che porta anime. lo di co­sa vado in cerca? Delle anime. La Madonna ha detto questo pure per consolare il mio cuore.

Gesù: Mi aspettavi?

Natuzza: Non a quest'ora, Signore. Vi aspettavo prima. Pensavo che non venivate e che sareste venu­to domani.

Gesù: Non ti ricordi? Vengo sempre martedì. La pri­ma volta che ti hanno misurato la corona era di mar­tedì.

Natuzza: Signore, ma siete arrabbiato forse con me?

Gesù: Non arrabbiato, dispiaciuto, ma non per te. Io faccio la mia parte per farti soffrire. Ma questa soffe­renza è necessaria. Per ogni spina salviamo cento anime. Non è che io me la tolgo per dartela, perché soffro sempre per i peccati del mondo, però, stando­mi vicino mi aiuti, mi punge di meno, perché la metà la prendi tu. Offrila per i peccatori del mondo che mi fanno tanto soffrire. È vero che aumentano le pre­ghiere, ma aumentano anche i peccati perché l'uo­mo è sempre scontento, è incontentabile, vuole sem­pre di più con la malvagità, con il peccato. Questo mi addolora. A me piace una persona quando vuole di più, quando fa il sacrificio per guadagnarselo, non quando deruba l'amico, il fratello, approfitta di lui per farsi i miliardi, i milioni, i palazzi. No, questo mi dispiace, mi addolora, come mi addolorano i sacrifici che fanno fare a quegli innocenti per vendere la dro­ga, per guadagnare. Mi addolorano. Ecco perché le spine ci pungono. E cerco aiuto alle anime che mi sono scelto. Lo so che soffrono. A te dovrei dare una corona di brillanti perché mi hai dato tutta la vita. A me hai dato il cuore, ma agli uomini la sofferenza di lunghi anni.

Natuzza: Signore agli uomini? No, non è vero che agli uomini, io l'offro a voi.

Gesù: L'offri a me per salvare i peccatori. Io li voglio salvi perché per ognuno di loro mi toglie una spina.

Natuzza: Signore, per tutte le spine che date a me sulla testa sono pochi gli uomini che salvate!

Gesù: Non è vero. Per ogni spina ne salvo migliaia, perché tu l'offri con tutto il cuore. Se fosse un'altra a quest'ora mi avrebbe rinnegato, ma a te l'amore, con tutte le spine, aumenta, perché da quando sei nata sei stata sempre, io per te e tu per me, l'amore eter­no. Non si può annullare l'amore. L'amore si annulla quando è un uomo della terra che sbaglia; allora l'a­more sfugge, eppure qualche pizzico resta. Ma non è l'amore che ho io per te. Non per te sola, ma per tutto il mondo, pure per i figli scapestrati e grandi peccatori e peccatrici. L'amore ce l'ho per tutti. So­no loro che non hanno amore per me. Ogni mille ne trovo una e mi appoggio. Voglio essere consolato, tu mi consoli con tutta la sofferenza e con tutto l'amore. Amami sempre, perché io amo tutto il mondo. Vedi, quando tu mi porti una persona, ho una gioia gran­de. L'amore mio è grande per tutto il mondo. Vedi come dici tu? Ogni chicco, anche di piselli, tu dici, voglio un'anima. Perché la vuoi quest'anima anche se non ti appartiene? Tu mi leggi il cuore. La scuola che ti ho fatto ti è rimasta impressa. Ho sete di ani­me. Anche tu hai la sete. Io ho la sete e tu hai l'arsu­ra, perché mi vuoi vedere contento.

Natuzza: Chi non vuole vedere contento un padre?

Gesù: Io sono padre e madre. C'è chi è innamorato del papà e non della mamma, c'è chi è innamorato della mamma e non del papà. Io mi sono fatto padre e mamma perché l'amore mio è grande per il mon­do. Distribuitelo questo amore, fatelo capire quanto siete innamorati di me. Anche quelli che ti stanno vicino parlano di me, attingono qualcosa. Anche se non hanno lo stesso amore apprendono qualcosa. Io predico al loro cuore, il loro cuore non risponde per­ché non è aperto a me, ma alle cose della terra, pen­sano che non devono mai lasciarle. Si lascia tutto, solo me non possono lasciare, perché li aspetto e non li lascio. Come dite? Non ti mollo. Ed io sono lo stesso, non vi lascio perché un padre, una madre, non possono lasciare mai i figli.

Natuzza: Gesù, volevo andare a scuola. Se c'era mio padre credo che mi mandava.

Gesù: Ma non ti serve la scuola. Non voglio anime scienziate.

Natuzza: E pare che l'anima mia è scienziata? L'ani­ma mia non la conosco nemmeno io come ce l'ho fatta.

Gesù: Non ti preoccupare, ce l'hai fatta bene perché te l'ho creata io.

Natuzza: Gesù, ma voi non l'avete creata solo a me, a tutti l'avete creata. Avete creato il corpo e l'anima voi. E allora perché dite che ce l'hanno tutti il papà? C'è a chi muore e non ce l'ha.

Gesù: Ed a te non è morto tuo padre? Io sono vivo ancora, vedi, io sono vivo per sempre. Per tuo padre tardi o presto arrivava l'ora di morire. Che ti poteva dare tuo padre? Quello che ti insegnavo io, non te lo insegnava tuo padre. Ci sono tanti papà che insegna­no la cattiveria ai loro figli, dicono: "Se quello ti dà una botta, dagliene dieci, difenditi a pugni e a calci!" Non gli dicono: "Difenditi con l'amore, con la calma, con la carità, con la gentilezza". Ecco, questo è un vero papà? Il papà vero sono io e voglio questo amo­re, voglio che ognuno di voi pensi a quello che fa.

Natuzza: Signore, non dite così, voi amate tutti, voi amate pure i delinquenti.

Gesù: Sì. Se un padre è giusto va ad incontrare il fi­glio per portarselo in casa. Se è un padre sballato, di­ce: "Lasciatelo perdere". Quanti padri e mamme but­tano via il proprio figlio, perché fa errori, invece di abbracciarlo, di riaccoglierlo, di essere di esempio. E quanti si difendono l'uno con l'altro, padre e figlio, e dicono: "Tu non le hai fatte queste cose prima di me?'. Che cos'è questo? Un esempio cattivo. Come si recuperano i figli? Con l'amore, con la gioia, con la tenerezza.

Natuzza: Signore, mi distruggo a pensare queste co­se, però tanto bene non le capisco.

Gesù: Te le dico in parole povere per poterle com­prendere, ma tu non ti rendi conto di quello che di­co, non per l'intelligenza, perché come le dico le ca­piscono anche le galline, ma perché sei emozionata. Dopo 70 anni ancora ti emozioni. Perché, sono un papà rigoroso?

Natuzza: No, Gesù, siete troppo buono e forse se mi trattavate rigorosamente stavo attenta ed appren­devo di più.

Gesù: E che cosa volevi fare? Ti volevi sotterrare? Già ti ho sotterrato io con tutto questo corpo flagella­to. Non ti basta così? Come hai sete d'amore hai se­te di sofferenza. L'amore è una cosa, la sofferenza è un'altra. Tu non dici mai basta.

Natuzza: Gesù, e se voi me la cercate ve la posso negare! È come una che viene a casa mia e mi chie­de un pezzo di pane, io gli do due pezzi di pane. Voi quando venite mi dite: "Accetta questa sofferenza che convertiamo 1000 anime", io dico: "Signore, fa­te al doppio che facciamo 2000 anime", perché ho sete come ce l'avete voi. Quando voi dite: "Salviamo le anime", io ho interesse di salvare prima l'anima mia, perché non voglio andare all'inferno, poi tutto il mondo, però in tutto il mondo voglio pure i miei pa­renti.

Gesù: La sai lunga tu. E perché io salvo il mondo e lascio fuori i tuoi parenti? Pure per consolarti!

Natuzza: Gesù, non mi consolo se salvate gli altri?

Gesù: Sì, come no. Hai chiesto 100 anni di purga­torio, non ti bastano? Ne vuoi 200?

Natuzza: Basta che salvate tutto il mondo pure 1000.

Gesù: Ma stai zitta! Non ne chiedere. Non ti è basta­ta una sofferenza di una vita! Da quando eri nel grembo di tua madre hai sofferto. Ti sei resa conto di soffrire quando eri di cinque, sei anni, il perché non l'hai mai capito. Manco che io te lo dicevo a canzone, che ti ho scelto io. Adesso hai capito che ti ho scelta?

Natuzza: Solo per la sofferenza, Signore, mi avete scelta?

Gesù: No, anche per le gioie.

Natuzza: Con la gioia sopporto la sofferenza, per­ché voi sapete che vi amo veramente più dei miei fi­gli e più della mia vita.

Gesù: Sicuro, perché tu l'hai messa a disposizione per i peccati del mondo.

Poi ha alzato la mano per benedire

Natuzza: Gesù non ve ne andate. Adesso vi chiedo io consolazione.

Gesù: E che vuoi che sto sempre con te? Ma io so­no sempre con te, ma non lo vuoi capire? Non mi senti? Sei sorda di orecchio, ma di cuore no. Il cuore sente e palpita ed io ce l'ho grande e l'ho fatto gran­de pure a te. C'è posto per tutti nel mio cuore, an­che per te, per la sofferenza e per gli uomini.

Oh anima mia, non tremare! Parla che ti rispondo.

Natuzza: Tagliatemi la lingua perché mi inquieto, perché faccio dispiacere tanta gente.

Gesù: E perché dici queste cose? Non è vero niente che le fai dispiacere. Tu fai una cosa: le scuoti. An­che se in quel momento si sentono offesi, poi rifletto­no e dicono che avevi ragione. Sai che cosa dicono? Non che vedi me, non che vedi la Madonna, ma: "Questa donna che dice queste cose è ispirata".

Natuzza: Gesù, adesso vi faccio una domanda, ho una curiosità.

Gesù: E parla, parla!

Natuzza: Alcune volte il sacerdote in chiesa dice: "Nessuno ha visto Gesù". Io penso: lo l'ho visto. Al­lora non è vero? Sono una pazza? Ma vi ho visto ve­ramente? Vi sto vedendo? O sono pazza? Ho qualco­sa negli occhi?

Gesù: Tu mi vedi veramente. Quelli che veramente mi amano mi vedono con il cuore, ma non con gli occhi. Gli occhi te li ho creati apposta. Vedi che ogni tanto Padre Pio ti insulta? Perché gli occhi tuoi sono differenti da quelli degli altri.

Natuzza: Perché hanno il cristallo fatto male o per­ché ho sofferto per la malattia agli occhi? Perché?

Gesù: No, ho voluto io che gli occhi tuoi dopo tanti dolori e tante sofferenze, vedessero tante cose, deb­bano essere accompagnati anche con il ristoro e la bellezza. Tu non le vedi le sofferenze con gli occhi? Le vedi. Ti vedi come sei martorizzata? Tu sei in un frullatore che ti frulla, tu sei in un macinino che ti stringe, tu sei in un calcara di fuoco che ti brucia. Non le vedi queste cose, non le senti? Anche con i tuoi occhi vedi le cose belle. Vedi i peccati, vedi qual­che persona che pecca e ti addolora. Come vedi quella devi vedere anche le cose che ti danno piace­re, che ti danno gioia.

Natuzza: Gesù mio, altri due giorni sono rimasti.

Gesù: Per te tutta la vita è stata Quaresima. Non ti sei arresa mai ed ora alla fine ti arrendi? No, non ti arrendere perché sono pronto a dare conforto a chi soffre, particolarmente a te.

Natuzza: Perché a me? Perché ho la lingua lunga, parlo troppo? Ve l'avevo detto di tagliarmela. Voi non avete voluto.

Gesù: La lingua serve per parlare, non te la taglio. Se ti avessi tagliato la lingua, per quante volte me lo stai chiedendo, avresti perso non tu ma io tante ani­me. E così, con questa linguaccia lunga, come dici tu, me ne hai portate ancora migliaia ed Io questo vo­glio. Tu mi hai detto: "Gesù, fino all'ultimo giorno, fatemi dire qualche parola a chi bussa alla mia por­ta". Belle promesse che fai! Io mantengo sempre le promesse, tu non le mantieni. Già giorno per giorno dici: "Signore, fatemi morire perché io non servo più a niente".

Natuzza: A cosa servo Gesù? Proprio a niente.

Gesù: Pure che guardi con gli occhi, servi. Quando viene una persona, prima ti guarda gli occhi e poi ri­flette nel cuore.

Natuzza: Gesù, ma li rimprovero?

Gesù: È da tempo che ti dico di parlare forte e non hai voluto, ma ogni volta che dici qualche parola dici che li bastoni. Dopo che li hai rimproverati, in quel momento non è che parlano male, ma fanno qualche giudizio che non è giusto. Quando ritornano dopo un'ora, due ore la pensano diversamente perché quella rimproverata li scuote. Tu dici che è una basto­nata, ma quella è una parola d'ordine per toccare il cuore. Io te li metto in bocca le parole, tu dici che so­no bastonate, ma non sono bastonate, sono richiami all'attenzione per la loro anima. E quante me ne hai portate! Per questo Io sono felice. Ti amo e ti voglio bene. Non farti scrupoli per queste sciocchezze, per­ché queste sono parole sensate.

Natuzza: Non capisco.

Gesù: Ogni tanto ti sento dire che la parola tua è strumento. E che strumento è? Non sei buona a nulla.

Natuzza: Oh, Gesù mio, ve lo dico sempre che non sono buona a nulla, che sono un verme, che sono uno straccio, che sono pure una schifosa. Ve l'ho detto sempre. Ora me lo ripetete Voi, è la verità.

Gesù: E tu la giri come vuoi, la sai lunga.

Natuzza: Gesù, io...

Gesù: Ti dico io cosa vuoi dire: che mi giudicavi in modo diverso. Io sono Gesù, non mi puoi giudicare. Io giudico e perdono, tu se giudichi, non perdoni.

Natuzza: Voi non scherzatemi, non prendetemi in giro pure con le ferite.

Gesù: Ti faccio una carezza. Ecco cosa dici tu: "Bel­la carezza di Gesù!".

Natuzza: No, non dico "bella carezza". Dico: "Ahia", non vorrei dirlo, perdonatemi.

Gesù: Anche la sofferenza è un mio dono per con­quistare le anime. Ci sono stati uomini che si sono sentiti male per tre giorni. Uomini che per due, tre notti non hanno preso sonno pensando a queste feri­te. Pensando alle ferite, pensano a me, prima non mi pensavano. Quanti, che non mi conoscevano, si sono riconciliati con me, adesso mi conoscono.

Natuzza: Signore mio, è vero che quelli che vi cono­scono vi insultano? Allora altri insulti vi ho portato.

Gesù: La bestemmia è uno sfogo. Non perdono le cose più stolte, il male che fanno a quegli innocenti.

Natuzza: O Gesù, ora mi sconfortate, se dite che non perdonate! Abbiamo detto sempre che dovete perdonare a tutti.

Gesù: E mi comandi?

Natuzza: Non vi comando, ma il vostro cuore è pie­no di misericordia, non li può condannare.

Gesù: Figlia, tu non le vedi queste cose, perché la televisione la vedi poco, ma Io, che sono Gesù, vedo la terra bagnata di sangue, i cadaveri sono come la spazzatura, sottosopra, le mamme addolorate che piangono per i loro figli, i figli che piangono per le loro mamme e per i loro padri morti. Chi piange per i figli e chi piange per i genitori. Ecco, sono persone che non lo fanno per caso e, secondo te, si possono perdonare? Ma questi lo fanno di proposito per il potere. Il potere non deve essere su questa terra, il po­tere deve essere in Paradiso. Questi non conoscono Me e non conoscono nemmeno le creature che sof­frono la fame; non solo non gli danno da vivere, ma li uccidono per gusto, per piacere.

Natuzza: Basta, sono stanca.

Gesù: È giusto. Però devo dirti queste cose per i tuoi figli.

Natuzza: Per i figli di tutto il mondo, che mi appar­tengono come appartengono a Voi. Tutto quello che appartiene a Voi, appartiene a me.

Gesù: Come ti ho detto all'inizio, quando hai inco­minciato qui? Non hanno avuto la mamma i tuoi fi­gli? A qualcuno gli viene la gelosia, però non ti ho fatto per i tuoi figli. Io, quando eri nel ventre di tua mamma, ho fatto questa scelta: tu dovevi essere la mamma di tutti quelli che ti avvicinano, di quelli che conosci e di quelli che non conosci, devi essere la mamma di tutti. Quando non ti volevi sposare, io ti dissi: "Accetta il compito, perché fai una cosa e l'al­tra, ti impegni per tutto e per tutti", e tu fino ad oggi l'hai fatto, hai consolato il mio cuore.

Natuzza: Signore mio, non potevate scegliere qual­cuno per insegnarmi a leggere e scrivere?

Gesù: E che vuoi diventare dotta? I dotti non li ac­cetto, Io accetto ignoranti come te. Tu dici di essere ignorante, ma sei sensibile a due cose, pure a dieci cose, ma a due in particolare: all'amore ed alla soffe­renza. Ti ho regalato l'umiltà, la carità e l'amore per gli uomini.

Natuzza: E solo per gli uomini?

Gesù: No, dico uomini per dire tutti. Questo te l'ho regalato. Con questo regalo che ti ho fatto, ho con­quistato milioni e milioni di anime.

Natuzza: Va bene, il regalo l'avete fatto a me, ma io il regalo non gliel'ho regalato agli altri; nemmeno lo sapevo che era un regalo. Mi comporto così perché è la mia natura e la mia ignoranza può creare tanti problemi.

Gesù: L'umiltà non guarda ignoranza, la carità non guarda ignoranza, l'amore non guarda ignoranza. Io guardo il cuore, perché nel tuo cuore c'è posto per tutti, come nel Mio. Ogni tanto dici: "Ho un cuore malato grande come una mucca".

Natuzza: Si, è vero.

Gesù: In questo cuore quante persone ci sono? Dim­mi.

Natuzza: Io non lo so, nel mio cuore ci sono i miei figli, li ho partoriti io.

Gesù: No, nel cuore tuo vanno tutti. Ti piace che di­cano che ti vogliono bene, che ti fanno una carezza, che pregano per te, che ti stanno vicino. Non sei contenta di questo? Questo regalo te l'ho fatto. Non sei grata a Me?

Natuzza: Si, Gesù mio, me ne avete fatti regali, però il regalo più bello è che vi posso vedere, perché altrimenti...

Gesù: Che vuoi dire con altrimenti?

Natuzza: Non lo so.

Gesù: E non fingere che lo sai.

Natuzza: O Gesù mio, mi volete prendere in giro?

Gesù: No, non ti prendo in giro. Tu vuoi dire che il regalo più brutto che ti ho fatto, è darti la sofferenza perché il tuo corpo è in un mulino a vento. Il vento che ti soffia sono Io, però il corpo è frullato. Allora il regalo più brutto è questo, una grande sofferenza? Guarda, una volta sola mi hai detto: "Vorrei essere degna di morire in croce come Voi". E più croce di questa! Da vita sei sempre in croce, perché ogni per­sona che viene ti porta il suo fardello e con la tua sensibilità, ti prendi sempre le sofferenze degli altri, solo che hai la mia gioia, perché mi vedi sempre che ti sorrido, che ti faccio una carezza, che ti dico belle parole. Tu vedi nella televisione le sofferenze del prossimo. Anche queste ti fanno soffrire, non solo le piaghe. Queste sono le vere piaghe, i dolori delle persone perché tu sai che affliggono il mio cuore. Io soffro e voglio essere consolato. Ho scelto tante ani­me affinchè facessero da parafulmine per i peccati, ma anche per consolare il Mio cuore.

Natuzza: Cosa ve ne fate di un'ignorante come me?

Gesù: Potrei parlare di grande scienza agli scienziati, ma non a te. Mi servo dei mezzi umili per fare del be­ne agli uomini. Non mi posso servire dello scienziato, perché, già per natura e per dono Mio, ha l'intelli­genza per l'esercizio del bene.

Natuzza: O Gesù, non potevate darmi l'intelligenza? Qualcosa di bello l'avrei fatta.

Gesù: E più bella di questa! Gli scienziati non mi ve­dono, gli scienziati non parlano e nemmeno il loro cuore aprono a Me. Ecco perché restano intrappolati nel peccato, perché, senza di Me, non possono fare nulla. Se mi chiamano, Io rispondo, perché sono sempre accanto a loro, accanto a voi tutti. Non fac­cio differenza di razza o tra un ignorante ed un intelli­gente. Sto vicino a tutti, però voglio essere chiamato e se non mi conoscete, provate a conoscermi e ve­drete che sono contento e vi piacerà anche quello che vi suggerisco.

Natuzza: Gesù, quest'anno mi avete regalato una bella cosa.

Gesù: E parla, parla. So che vuoi dire.

Natuzza: Nelle quaresime passate, per due tre setti­mane non sono mai venuta a Messa. Quest'anno vengo a Messa, mi faccio la comunione e sono più contenta, penso che apposta supero le sofferenze.

Gesù: Che dici, che dici.

Natuzza: Questo mi dice il cuore e questo vi dico per ringraziarvi.

Gesù: Tu la Messa la vivevi lo stesso pure se non ve­nivi. Tu devi dire, ogni mattina: "Signore ti offro il mio corpo dolorante, questo è il mio corpo, queste sono le mie ferite, questi sono i miei dolori e le mie sofferenze, le offro a Te". Questa è Messa. Non co­me quel prete che meccanicamente dice: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue". Se tu te ne ac­corgi, qualche volta, pensano altrove e si distraggo­no, perché il diavoletto anche nella Messa bussa al loro cuore. Quando eri bambina ti facevo una carez­za e ti dicevo: "Buono figlia, buono figlia". E tu per abitudine la ripeti a tutti: "Buono figlia, buono figlia". Un'altra cosa che dici mi piace: "Arrivederci signora, andate in pace", perché gli auguri la pace.

Gesù: Accompagnami al Calvario, la malvagità del­l'uomo ci fa soffrire.

Natuzza: Signore, questo mi addolora, perché vedo Voi addolorato.

Gesù: Non ti addolorare, offri il tuo dolore, anche il dolore è un dono che ti ho dato.

Natuzza: Signore, come vorrei morire al vostro po­sto.

Gesù: Ma tu muori ogni giorno, muore solo il tuo corpo, ma il tuo spirito mai.

Natuzza: Signore, vorrei essere degna di morire sul legno della croce, essere inchiodata come voi, vorrei avere questa gioia.

Gesù: Perché non sei sul legno della croce? Tu ci sei sempre, da quando sei nata fino ad oggi. Mi hai sem­pre accompagnato con gioia nell'anima, pur avendo il dolore e la sofferenza sul corpo . Questo mi confor­ta, tu ti appoggi con me sul legno della croce ed io mi appoggio sul tuo cuore. Lo so che sei afflitta da tante angosce, dalle angosce del mondo. Ci sono fa­miglie che sono distrutte ed a Me danno tante pene e dolori perché invece di concentrarsi nella fede, si concentrano nel peccato. Se uno ha un dispiacere deve pure dire: "Mi riconcilio con Dio" e chiedere con umiltà: "Signore, dammi una mano". Ma non la vogliono una mano, si prendono più facilmente la mano della tentazione. Non vivono di gioia, di spirito di Dio, ma dello spirito del demonio.

Amore mio, quanto ti amo, quanto ti voglio bene. Tu sei stata sempre nel mio cuore, mi hai dato tutto, l'a­nima, il corpo. Non mi posso lamentare di te. Sei tu che ti lamenti, non proprio ti lamenti, ti accusi. Non hai niente da rimproverarti, perché hai fatto sempre quello che ti ho detto, hai risposto sempre alle mie domande, hai risposto sempre alle sofferenze che ti ho chiesto. Per essere amata, una deve rispondere. Amo tutto il mondo e sempre ho dolore e pena nel mio cuore, perché lo vedo sempre vivere nel pecca­to. Io mi sono immolato sulla croce per tutto il mon­do, particolarmente per le anime consacrate, perché propongono e non mantengono. Dicono che fanno il voto e non è vero, perché sono falsi, come quelli che vanno a messa e dicono di essere con Dio. Tante volte è un'apparenza. Sono sepolcri imbiancati, vo­gliono apparire ma non fanno quello che è giusto, sfruttano il popolo, sfruttano l'amico nella necessità. Così, figlia mia, fanno con me. Stanno anni senza conoscermi e poi nel momento del bisogno mi cono­scono come un amico qualsiasi per uno due giorni. Ma non voglio l'amicizia temporanea, voglio l'amici­zia per sempre, perché li voglio salvi con me in Para­diso. Mi fanno oltraggi, mi insultano, non sanno dire una parola buona al fratello o alla sorella, si compor­tano come se non si conoscessero. Questo mi dispia­ce. Distribuite amore invece di odio! Siete abituati al­l'odio, ma l'odio non l'accetto, accetto l'amore per il prossimo. Figlia mia, tu hai dato tanto amore e quan­te angustie, quante contrarietà hai avuto! Ti ho inse­gnato il perdono e tu hai perdonato sempre.

Natuzza: Signore, sono incosciente, forse apposta perdono. Se mi prendono con un bastone, dopo due giorni mi passa e perdono lo stesso, dico che quella persona ha avuto un momento d'ira, era piena di do­lore e non pensava a quello che diceva. Allora dico: "Signore, per amore tuo perdono".

Gesù: Tu dici questo e sono contento, altrimenti mi addoloravo pure con te.

Natuzza: O Signore, ho fatto tante mancanze, ma se ve la pigliate, perdonatemi, datemi il purgatorio che mi merito e l'accetto. Vi amo e Vi voglio bene. Voi dite che mi amate pazzamente, ma io vi amo quanto mi amate voi, forse non vi so dimostrare l'a­more che volete. Accettatemi per come sono, una povera ignorante, una povera stupida; anche la mia stupidità accettatela.

Madonna: Figlia mia, è una vita intera che soffri e continui a soffrire. La sofferenza è un dono del Si­gnore.

Natuzza: Anche questi doni fà il Signore, la soffe­renza?

Madonna: Tutto fà il Signore e tutto predispone pri­ma del tempo.

Gesù: (abbracciandomi) Accetta questa sofferenza per le anime consacrate, particolarmente per i sacer­doti, perché li voglio salvi. Se non mi consoli tu, chi mi consola? C'è qualcun'altro? Conosci qualcuno?

Natuzza: Pare che io vi dico belle cose? Vorrei dirvi belle parole, però ogni volta che cerco di dirvele, mi mordo la lingua, perché o non ho il coraggio o pen­so che voi potete prenderla a male.

Gesù: E che sono un uomo della terra? Le persone della terra se la prendono, non io. Puoi dire quello che vuoi. Voglio consolato perché voglio queste ani­me salve. Offri questa sofferenza ed io li salvo.

Tutti i peccatori mi feriscono il cuore.

Natuzza: Imploro la vostra misericordia.

Gesù: Riposati, stai tranquilla perché li salvo. Ti con­solo perché tu mi hai sempre consolato.

Natuzza: Grazie, Gesù.

Gesù: Hai sofferto molto, posso dire basta? Tu mi hai detto una volta che vuoi fare la morte sulla croce. Non per una sola volta l'hai fatta, la stai facendo ogni giorno, da quando sei nata. Non sei contenta?

Natuzza: Si, io sono contenta per Voi.

Gesù: Le vuoi queste anime salvate come le voglio io? Lo so che è giusto e devo dire basta, perché non posso usarti fino all'ultimo giorno. Ti ho usato per lunghi anni, ora posso dire basta?

Natuzza: Dico sì solo quando lo direte Voi, altrimen­ti non lo dirò mai. Dite che volete essere consolato con queste sofferenze e sono sempre pronta.

Gesù: Trasmetti la gioia e falla trasmettere a tutti, chi non ce l'ha l'acquista.

Gesù: Risuscita con me. Vorrei che tutto il mondo ri­suscitasse dal peccato. Il corpo può avere sofferenze, ma l'anima se si perde è un dolore per loro e anche per me. Figlia mia, è tutto passato? È tutto finito se­condo te? Non è finito, non è passato. I peccati ci sono sempre e tu la sofferenza ce l'hai sino all'ultimo giorno. Accettala, offrila come sai tu. Tante anime mi hai portato e quante te ne capitano me ne porti. La sofferenza è un dono mio per salvare le anime e per essere un parafulmine dei peccati. Questa matti­na gioisci?

Natuzza: Sì, Signore, gioisco.

Gesù: Perché sono resuscitato? Io sono sempre risu­scitato, però la pena delle anime che si perdono mi fa soffrire sempre. Le anime che vanno in cerca di Me trovano conforto, altrimenti cadono come le fo­glie dell'albero in autunno.

Natuzza: Signore salvateli! Me l'avete promesso! Adesso vi ritirate la parola?

Gesù: No, io mantengo sempre le mie promesse. Tu sai che sono misericordia, carità, amore, ma ogni tanto faccio giustizia.

Natuzza: Giustizia non ne fate, fate sempre carità, per un'anima vi siete immolato sulla croce.

Gesù: No per un'anima, per milioni di anime, ma par­ticolarmente per i consacrati. Io sono misericordioso e tu me la chiedi continuamente questa misericordia.