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Il Verbo si è fatto carne significa: il Verbo si è fatto uomo.

21. 23. Meno ancora sono da ascoltare coloro che dicono che il solo corpo umano è stato assunto dal Verbo di Dio e così interpretano ciò che fu detto: E il Verbo si fece carne 55, così che dicono che quell’uomo non ha avuto o l’anima o alcunché di umano se non la sola carne. Errano molto, né intendono che è stata nominata la sola carne proprio in ciò che è stato detto: Il Verbo si fece carne, perché agli occhi degli uomini, per i quali è avvenuta tale assunzione, poté apparire la sola carne. Infatti, se è assurdo e particolarmente indegno che quell’uomo non abbia avuto uno spirito umano come prima abbiamo dimostrato, quanto più assurdo e indegno che egli non abbia avuto né spirito né anima ed abbia avuto soltanto ciò che anche nelle bestie è più vile e più basso, cioè il corpo. Dalla nostra fede dunque si escluda questa empietà, e crediamo che l’uomo intero e perfetto sia stato assunto dal Verbo di Dio.

Gesù Cristo è nato da una donna.

22. 24. Non dobbiamo prestare ascolto a coloro che dicono che nostro Signore ha avuto un corpo tale e quale apparve nella colomba, che Giovanni Battista vide discendere dal cielo e fermarsi su di Lui come segno dello Spirito Santo. Così infatti tentano di persuadere che il Figlio di Dio non è nato da una donna, perché se bisognava mostrarsi agli occhi degli uomini, dicono, poté assumere un corpo così come lo Spirito Santo. Infatti anche quella colomba non nacque da un uovo, dicono, e tuttavia poté apparire agli occhi degli uomini. A costoro bisogna rispondere, prima di tutto, ciò che ivi leggiamo che lo Spirito Santo apparve in forma di colomba a Giovanni 56, dove leggiamo che Cristo nacque da una donna 57. E non bisogna in parte credere al Vangelo e in parte non credere. Donde infatti credi che lo Spirito Santo sia apparso in forma di colomba, se non perché lo hai letto nel Vangelo? Dunque anch’io credo che Cristo sia nato da una vergine perché l’ho letto nel Vangelo. Il motivo per cui lo Spirito Santo non è nato da una colomba, come Cristo da una donna, dimostra che lo Spirito Santo non era venuto a liberare i colombi, ma a significare agli uomini l’innocenza e l’amore spirituale, che visibilmente è stato raffigurato sotto l’apparenza di colomba. Invece, nostro Signore Gesù Cristo che era venuto a liberare il genere umano e procurare la salvezza e agli uomini e alle donne, non disprezzò i primi, perché assunse il sesso maschile, né le seconde, perché nacque da una donna. A ciò poi si aggiunge un grande mistero, che, poiché per mezzo di una donna la morte era caduta su di noi, per mezzo di una donna la vita risorgesse in noi, in modo che il diavolo vinto fosse sconfitto riguardo all’una e all’altra natura, cioè femminile e maschile, poiché esso (il diavolo) si rallegrava della rovina di entrambi i sessi. Minor pena sarebbe stata per il diavolo, se ambedue i sessi fossero stati liberati in noi, senza essere stati liberati anche per mezzo di ambedue i sessi. Non vogliamo però dire che solamente Gesù Cristo abbia avuto un vero corpo, e che lo Spirito Santo sia apparso ingannevolmente agli occhi degli uomini, ma crediamo ambedue quei corpi veri corpi. Come non era necessario che il Figlio di Dio ingannasse gli uomini, così non conveniva che li ingannasse lo Spirito Santo; ma a Dio onnipotente, che creò dal nulla la creatura universale, non era difficile formare un vero corpo di colomba senza l’aiuto di altri colombi, come a Lui non fu difficile formare un vero corpo nel grembo di Maria senza seme virile: in quanto la natura corporea obbedisce al comando e alla volontà del Signore e per formare un uomo nelle viscere di una donna e per formare una colomba nello stesso mondo. Ma gli uomini stolti e gretti non credono che si possa fare da parte di Dio onnipotente quello che essi non possono fare, o che giammai videro nella loro vita.

Il Figlio di Dio ha patito per noi.

23. 25. Non dobbiamo ascoltare coloro che pertanto vogliono obbligarci ad annoverare il Figlio di Dio tra le creature, per il fatto che ha patito. Dicono infatti: se ha patito, è mutevole, e, se è mutevole, è una creatura, in quanto la sostanza divina non può essere mutevole. Anche noi conveniamo con costoro e che la sostanza divina è immutabile e che la creatura è mutevole. Ma altro è essere creatura, altro è assumere la creatura. L’Unigenito Figlio di Dio che è la Potenza e la Sapienza di Dio 58 e il Verbo per cui tutto è stato fatto59, perché non può assolutamente mutare, assunse l’umana creatura che, caduta, si degnò sollevare e, invecchiata, rinnovare. Né per la sua passione Egli è stato cambiato in peggio, ma piuttosto, mediante la risurrezione, l’ha cambiata in meglio. Né per questo si deve negare che il Verbo del Padre, cioè l’Unigenito Figlio di Dio, per cui tutto è stato fatto, sia nato ed abbia patito per noi. Infatti diciamo pure che i martiri hanno patito e sono morti per il regno dei cieli, né tuttavia le loro anime sono state uccise nella loro passione e morte. Dice infatti il Signore: Non temete quelli che uccidono il corpo ma non possono far nulla all’anima 60. Come dunque diciamo che i martiri hanno patito e sono morti nel corpo che portavano senza uccisione o morte dell’anima, così diciamo che il Figlio di Dio ha patito ed è morto nell’umanità che portava senza alcun cambiamento o morte della divinità.

Il corpo del Signore è risuscitato.

24. 26. Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che il corpo del Signore non è risuscitato, tale e quale fu deposto nel sepolcro. Se non fosse stato il medesimo, Egli non avrebbe detto dopo la sua risurrezione ai discepoli: Palpate e vedete, poiché lo spirito non ha ossa e carne, come vedete che io ho 61. È infatti sacrilego credere che il Signore nostro, essendo Egli stesso la Verità, abbia mentito in qualche cosa. Né ci turbi ciò che è scritto, che a porte chiuse improvvisamente apparve ai discepoli 62 e in modo da negare che quello sia stato un corpo umano, perché vediamo che l’entrare a porte chiuse sia contro la natura di questo corpo. Tutto è possibile a Dio 63. È chiaro che camminare sulle acque 64 è contro la natura di questo corpo. E tuttavia non solo lo stesso Signore vi camminò prima della passione, ma vi fece camminare anche Pietro 65. Così dunque anche dopo la sua risurrezione fece quello che volle del suo corpo. Se poté prima della passione glorificarlo come lo splendore del sole 66, perché non avrebbe potuto anche dopo la passione portarlo a tanta sottigliezza da Lui voluta in un istante, così da poter entrare attraverso le porte chiuse?

Gesù Cristo è asceso al cielo.

25. 27. Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che nostro Signore non abbia portato con sé in cielo quello stesso corpo e ricordano ciò che è scritto nell’Evangelo: Nessuno sale in cielo, se non colui che è disceso dal cielo 67, e dicono che il corpo, poiché non è disceso dal cielo, non è potuto salire in cielo. Non si rendono conto perché il corpo non è salito in cielo. Il Signore è salito; il suo corpo non è salito, ma è stato elevato in cielo, elevandolo Colui che è salito. Se, per esempio, qualcuno discende nudo da una montagna, e disceso si riveste e rivestito sale nuovamente, giustamente diciamo: nessuno sale se non chi è disceso; e non consideriamo la veste che egli ha sollevato con sé, ma noi diciamo solamente che lo stesso che si è rivestito è salito.

Gesù Cristo è assiso alla destra del Padre.

26. 28. Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che il Figlio non siede alla destra del Padre. Dicono: forse che Dio Padre ha il lato destro e sinistro come i corpi? Neppure noi pensiamo questo di Dio Padre. Dio infatti non è circoscritto o limitato da alcuna forma di corpo. Ma la destra del Padre è la perpetua felicità che è promessa ai santi, come la sinistra di Lui assai giustamente è detta la miseria perpetua che è inflitta agli empi, in modo che si capisce che in Dio stesso non c’è la destra e la sinistra, ma nelle creature, nel modo come abbiamo detto. Così anche il corpo di Cristo, che è la Chiesa, dovrà essere nella stessa destra cioè nella stessa beatitudine, come dice l’Apostolo, in quanto Egli risuscitò anche noi e ci fece sedere insieme con Lui nei cieli 68. Sebbene il nostro corpo non sia ancora lì, tuttavia la nostra speranza è già di là. Perciò anche lo stesso Signore dopo la risurrezione comandò ai discepoli, che trovò mentre pescavano, di gettare le reti nella parte destra 69. Fatto ciò, presero pesci che erano tutti grandi, significando così i giusti, ai quali è promessa la destra (la felicità). Ciò significa quello che anche disse nel giudizio, che gli agnelli li avrebbe posti alla sua destra, i capretti invece alla sua sinistra 70.

Il giorno del giudizio.

27. 29. Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che non verrà il giorno del giudizio e ricordano quello che nel Vangelo è scritto: "Colui che crede in Cristo non sarà giudicato; chi invece non crede in Lui è già stato giudicato" 71. Dicono: se anche colui che crede non verrà in giudizio e colui che non crede è già stato giudicato, dove sono quelli che Egli giudicherà nel giorno del giudizio? Non si rendono conto che le Scritture si esprimono in tal modo da introdurre il tempo passato al posto del futuro. Ciò che l’Apostolo disse di noi, come sopra dicemmo, non è ancora accaduto, che cioè ci ha fatto sedere insieme con Lui negli spazi celesti 72, ma poiché certissimamente avverrà, così ci è stato detto come se già sia accaduto. Così anche lo stesso Signore disse ai discepoli: Tutte le cose che ho udito dal Padre mio, le ho fatte conoscere a voi 73, e poco dopo dice: Io ho molte cose da dirvi, ma per adesso voi non le potete comprendere 74. Quale la ragione dunque per cui aveva detto: Tutte le cose che ho udito dal Padre mio le ho fatte conoscere a voi, se non perché quello che avrebbe fatto certissimamente per mezzo dello Spirito Santo, lo disse come se lo avesse già fatto? Così dunque quando sentiamo: Chi crede in Cristo non verrà in giudizio intendiamo che non verrà alla dannazione. Si dice infatti giudizio invece di dannazione, come dice l’Apostolo: Chi non mangia non giudichi colui che mangia 75, cioè non pensi male di lui. Anche il Signore dice: Non giudicate affinché non siate giudicati 76. Non infatti egli ci toglie l’intelligenza del giudizio, allorquando anche il Profeta dice: Se veramente amate la giustizia, giudicate rettamente, o figli degli uomini 77, e lo stesso Signore dice: Non giudicate secondo il vostro modo di vedere, ma giudicate con giusto giudizio 78. Ma in quel passo in cui proibisce di giudicare, ci ammonisce di non condannare alcuno il cui pensiero non ci è chiaro o non sappiamo quale sarà in futuro. Così dunque quando disse: Non verrà a giudizio, disse cioè che non verrà a condanna. Chi poi non crede, è già giudicato, volle dire che è già condannato per la prescienza di Dio, il quale sa quello che attende i non credenti.

Lo Spirito Santo.

28. 30. Non dobbiamo ascoltare quelli che dicono che lo Spirito Santo, che nel Vangelo il Signore promise ai discepoli, sia entrato o nell’apostolo Paolo o in Montano e Priscilla, come dicono i Catafrigi o in non so qual Manete o Manicheo, come affermano i Manichei. Costoro sono così ciechi che non capiscono le Scritture così manifeste; oppure tanto dimentichi della loro salvezza che non le leggono assolutamente. Chi, dopo averle lette, non capirebbe particolarmente nel Vangelo ciò che, dopo la resurrezione del Signore, è stato scritto per insegnamento del Signore: Io mando il dono promesso dal Padre mio a voi; voi dunque rimanete qui in Gerusalemme finché non sarete rivestiti di potenza dall’alto 79. E negli Atti degli Apostoli, dopo che il Signore si fu allontanato in cielo dagli occhi degli Apostoli, trascorsi dieci giorni, nel dì della Pentecoste, essi non si accorgono molto chiaramente che era venuto lo Spirito Santo; ed essendo loro a Gerusalemme, come prima li aveva esortati, li riempì, così che parlavano in più lingue. Infatti le diverse genti che erano presenti, ciascuna di quelle, che li ascoltavano, li capivano nella propria lingua 80. Ma codesti uomini ingannano quelli che, trascurando la fede cattolica e la stessa propria fede che è manifesta nelle Scritture, non vogliono imparare, e, ciò che è più grave e doloroso, vivendo con negligenza nella Chiesa cattolica, prestano attentamente l’orecchio agli eretici.

La Chiesa è universale.

29. 31. Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che la santa Chiesa cattolica non è diffusa nel mondo, ma pensano cioè che fiorisce nella sola Africa, nella parte di Donato. In questo modo si dimostrano sordi contro il Profeta che dice: Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato: chiedilo a me e ti darò tutte le genti come tua eredità, e i confini della terra come tuo possesso 81. E molti altri passi che sono stati scritti e nei libri dell’Antico e in quelli del Nuovo Testamento, affinché molto apertamente dichiarino che la Chiesa di Cristo è diffusa su tutta la terra. Se obiettiamo loro ciò, dicono che queste cose si erano già compiute tutte prima che ci fosse la parte di Donato, ma che poi tutta la Chiesa è perita, e pretendono che sono rimasti i resti di essa nella parte di Donato. O lingua superba e nefanda! Falso, ma vivessero in modo da custodire in seguito almeno la pace fra loro! Ora essi non si accorgono che già nello stesso Donato si è compiuto ciò che è stato detto: Con la stessa misura con cui voi misurerete, a voi sarà misurato 82. Come infatti ha tentato di dividere Cristo, così egli stesso dai suoi è diviso con scissione quotidiana. A ciò si riferisce quello che disse Cristo: Chi di spada ferirà, di spada perirà 83. La spada, che in quel passo è presa in senso peggiorativo, significa la lingua malefica e causa di discordie, con cui allora quell’infelice ha percosso ma non ucciso la Chiesa. Infatti il Signore non disse: chi ucciderà con la spada, morirà di spada; ma chi si servirà della spada, morirà di spada. Dunque egli ha percosso la Chiesa con la sua lingua litigiosa, dalla quale ora egli stesso è colpito, affinché del tutto vada in rovina e muoia. E tuttavia l’apostolo Pietro aveva pure fatto ciò non per superbia, ma per amore del Signore, sebbene per amore naturale. Pertanto, ammonito, ripose la spada. Donato, invece, neppure vinto l’ha fatto. Come quando col vescovo Ceciliano egli discusse la sua causa alla presenza dei vescovi, che egli stesso aveva richiesto, nulla poté provare di quelle cose che aveva proposto; e rimase nel suo scisma così che morì della sua stessa spada. Il popolo di lui, quando non ascolta i Profeti e l’Evangelo, in cui con somma chiarezza è scritto che la Chiesa di Cristo è diffusa tra tutte le genti, e ascolta invece gli scismatici che non cercano la gloria di Dio ma la propria, abbastanza chiaramente dimostra che è schiavo e non libero e porta tagliato l’orecchio destro. Pietro infatti, sbagliando per amore del Signore, tagliò l’orecchio destro ad un servo, non già ad un uomo libero. Da ciò è chiaro che coloro che sono feriti dalla spada dello scisma sono servi dei loro carnali desideri e non sono ancora portati nella libertà dello Spirito Santo, tanto che ormai non confidano nell’uomo e non ascoltano ciò che è destro, cioè che la gloria del Signore si è divulgata dappertutto per mezzo della Chiesa cattolica, ma ascoltano l’errore sinistro dell’umana superbia. Ma tuttavia, poiché il Signore dice nel Vangelo che, quando sarà predicato il Vangelo fra tutte le genti, verrà la fine 84; in che modo costoro dicono che ormai tutte le altre genti hanno perduto la fede e la Chiesa è rimasta nella sola parte di Donato, mentre è chiaro che, da quando questa parte è stata tagliata dall’unità, alcune genti hanno creduto e che ancora ve ne sono altre che non hanno creduto, alle quali non si cessa ogni giorno di predicare il Vangelo? Chi non si meraviglia che vi può essere qualcuno che vuol essere detto cristiano e si scaglia contro la gloria di Cristo con tanta empietà, da osare dire che tutti i popoli, i quali ancora accedono alla Chiesa di Dio e credono subito nel Figlio di Dio, vanamente agiscono perché non li battezza qualche donatista? Senza dubbio gli uomini rigetterebbero ciò e senza aspettare li abbandonerebbero, se veramente cercassero Cristo, se amassero la Chiesa, se fossero liberi, se conservassero integro il loro orecchio destro.

Nel riconciliare i peccatori la Chiesa cattolica si mostra vera madre.

30. 32. Non dobbiamo ascoltare coloro i quali, sebbene non ribattezzino alcuno, tuttavia si sono tagliati fuori dall’unità e hanno preferito piuttosto chiamarsi Luciferiani anziché Cattolici. Essi agiscono rettamente per il fatto che capiscono che il battesimo di Cristo non si deve ripetere. Si accorgono che il Sacramento della santa purificazione non trae la sua origine da nessun luogo se non dalla Chiesa cattolica; ma i tralci tagliati conservano quella forma che essi avevano ricevuto sulla stessa vigna prima di essere tagliati. Questi infatti sono coloro di cui l’Apostolo dice: Essi hanno l’apparenza della pietà, ma rinnegano la virtù di essa 85. Infatti la grande virtù della pietà è la pace e l’unità, perché Dio è uno solo. Questa virtù essi non posseggono, perché furono tagliati fuori dall’unità. Pertanto se alcuni di loro ritornano alla Chiesa cattolica, non ripetono la forma della pietà che già hanno, ma ricevono la virtù della pietà che non hanno. Con molta chiarezza l’Apostolo insegna che i rami tagliati possono di nuovo inserirsi, se non hanno perseverato nell’incredulità 86. Noi non riproviamo che i Luciferiani capiscano ciò e non ribattezzino: ma il fatto che essi stessi abbiano voluto recidersi dalla radice chi non riconosce essere una cosa detestabile? E ciò che è più grave è che quel che ad essi è dispiaciuto nella Chiesa cattolica fa parte veramente della santità cattolica. In nessun luogo infatti debbono mettersi tanto in evidenza le viscere di misericordia quanto nella Chiesa cattolica, in modo che come vera madre non insulti con la superbia i figli peccatori, né le sia difficile perdonare a quelli già corretti. Infatti non senza ragione tra tutti gli Apostoli, Pietro personifica la Chiesa cattolica: infatti a questa Chiesa sono state date le chiavi del regno dei cieli, quando furono date a Pietro 87. E quando a lui si dice, a tutti si dice: Mi ami tu? Pasci le mie pecore 88. La Chiesa cattolica dunque deve perdonare volentieri ai figli una volta corretti e confermati nella pietà; poiché vediamo che allo stesso Pietro, che la impersonava, venne concesso il perdono, e quando aveva dubitato nel mare 89, e quando per debolezza umana aveva richiamato il Signore dalla sua passione 90, e quando aveva tagliato l’orecchio del servo con la spada 91, e quando aveva negato tre volte lo stesso Signore 92, e quando infine era caduto nella simulazione superstiziosa 93; e vediamo poi che egli corretto e confermato era giunto alla gloria della passione del Signore. Pertanto dopo la persecuzione che era avvenuta per opera degli eretici ariani, dopo che la pace che la Chiesa cattolica possiede nel Signore, fu ridata dai principi secolari, molti vescovi che in quella persecuzione avevano dato il loro consenso alla perfidia degli Ariani, corretti, decisero di ritornare alla Chiesa cattolica, condannando sia ciò che avevano creduto, sia ciò che avevano finto di credere. La Chiesa cattolica ricevette costoro nel suo seno materno, come Pietro ammonito per mezzo del canto del gallo dopo il pianto della negazione, oppure come lo stesso Pietro dopo la stolta simulazione, corretto per mezzo della voce di Paolo. I Luciferiani, accogliendo con superbia la carità della madre e criticandola con empietà, poiché non si rallegrarono che Pietro si era pentito dopo il canto del gallo 94, meritarono di cadere insieme con Lucifero 95, che sorgeva insieme con l’aurora.

Il potere della Chiesa di rimettere tutti i peccati. La legittimità delle seconde nozze.

31. 33. Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che la Chiesa di Dio non possa rimettere tutti i peccati. Pertanto quei miseri, mentre non comprendono che la pietra è in Pietro, e non vogliono credere che le chiavi del regno dei cieli 96 furono date alla Chiesa, essi stessi le hanno perdute di mano. Costoro sono quelli che condannano come adultere le vedove, se passano a nuove nozze, e vanno dicendo che essi sono più puri della dottrina apostolica 97. Se costoro volessero conoscere il loro vero nome si chiamerebbero mondani, anziché mondi. Non volendo correggersi, infatti, se hanno peccato, nient’altro hanno scelto che dannarsi con questo mondo. A coloro ai quali negano il perdono dei peccati, essi non custodiscono quel po’ di salute, ma sottraggono la medicina agli ammalati, e costringono le loro vedove ad essere bruciate dalle passioni, non permettendo loro di risposarsi. Non si debbono ritenere più prudenti di Paolo apostolo, il quale volle piuttosto che esse si sposassero, anziché essere bruciate dalle passioni 98.

La risurrezione della carne.

32. 34. Non dobbiamo ascoltare coloro che negano la futura risurrezione della carne e si appellano a ciò che dice l’apostolo Paolo: La carne e il sangue non possederanno il regno di Dio 99, non comprendendo ciò che dice lo stesso Apostolo: È necessario che questo corpo corruttibile si rivesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si rivesta di immortalità 100. Quando ciò avverrà, non sarà più carne e sangue, ma corpo celeste. Anche il Signore promette ciò quando dice: Non si mariteranno, né prenderanno moglie, ma saranno uguali agli angeli di Dio 101. Non vivranno infatti per gli uomini ma per Iddio, quando saranno diventati uguali agli angeli. La carne e il sangue saranno cambiati e diventeranno corpo celeste e angelico. E i morti risusciteranno incorruttibili e anche noi saremo cambiati 102, in modo che è vero il fatto che la carne risorgerà, ed è anche vero il fatto che la carne e il sangue non possederanno il regno di Dio 103.

Amiamo il Cristo e sconfiggeremo il diavolo.

33. 35. Nutriti con il latte di questa semplicità e sincerità di fede, noi ci nutriamo in Cristo e quando siamo ancora piccoli non desideriamo gli alimenti dei grandi, ma cresciamo con nutrimenti molto salubri in Cristo, mentre progrediscono i buoni costumi e la giustizia cristiana, nella quale la carità di Dio e del prossimo è perfetta e ben salda; in modo che ciascuno di noi trionfi, in se stesso, nel Cristo di cui si è rivestito, sul diavolo nemico e i suoi angeli 104. La perfetta carità non ha né la cupidigia del secolo, né il timore del secolo, cioè né la cupidigia per accaparrarsi le cose temporali, né il timore di perderle. Attraverso queste due porte entra e regna il nemico, il quale deve essere cacciato prima col timore di Dio e poi con la carità. Dobbiamo pertanto desiderare una chiarissima ed evidentissima conoscenza della verità tanto più ardentemente, quanto più ci accorgiamo di progredire nella carità e avere il cuore purificato dalla sua semplicità, in quanto proprio attraverso l’occhio interiore si vede la verità: Beati i puri di cuore, dice il Signore, perché essi vedranno Dio 105. In questo modo radicati e fondati nella carità possiamo comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità; sapere l’altissima scienza della carità di Cristo, per essere riempiti di tutta la pienezza di Dio 106, e dopo queste battaglie col nemico invisibile, poiché per quelli che vogliono e amano il giogo di Cristo è soave e il suo fardello è leggero 107, possiamo meritare la corona della vittoria.


1 - 2 Tm 4, 7-8.

2 - Cf. 1 Cor 1, 24.

3 - Cf. Gv 1, 1. 3.

4 - Gv 12, 31.

5 - 1 Tm 6, 10.

6 - Gv 16, 33.

7 - Col 2, 15.

8 - Gn 3, 14. 19.

9 - Mt 25, 41.

10 - Ef 6, 12.

11 - Sal 17, 14.

12 - Sal 8, 9.

13 - Mt 6, 26.

14 - Ef 6, 12.

15 - Ef 5, 8.

16 - Ef 6, 12.

17 - Ef 2, 2.

18 - Ef 6, 12.

19 - Fil 3, 20.

20 - 1 Cor 9, 26-27.

21 - 1 Cor 11, 1.

22 - 2 Cor 2, 14.

23 - Cf. Col 2, 15.

24 - Gn 1, 31.

25 - Rm 5, 3-5.

26 - 1 Cor 15, 51.

27 - 1 Cor 15, 52.

28 - Mt 10, 29.

29 - Mt 6, 26. 28.

30 - Mt 10, 30.

31 - 1 Cor 9, 9.

32 - Mt 25, 21.

33 - 2 Cor 5, 6.

34 - Cf. Sal 33, 9.

35 - Cf. 2 Cor 1, 22; 5, 5.

36 - Sal 1, 3.

37 - Sal 35, 8-10.

38 - Sal 41, 2.

39 - Rm 1, 3.

40 - Gv 1, 3.

41 - Sap 2, 23.

42 - Cf. Sap 1, 1.

43 - Gv 1, l 4.

44 - Lc 1, 32.

45 - Cf. Mt 21, 31.

46 - Is 7, 9.

47 - Cf. Rm 11, 36.

48 - Cf. 1 Cor 1, 24.

49 - Gv 1, 1. 3. 14.

50 - Mt 5, 37.

51 - 2 Cor 1, 19.

52 - Gv 1, 14.

53 - 1 Tm 2, 5.

54 - Gv 1, 1. 3.

55 - Gv 1, 14.

56 - Cf. Mt 3, 16.

57 - Cf. Mt 1, 20.

58 - 1 Cor 1, 24.

59 - Gv 1, 3.

60 - Mt 10, 28.

61 - Lc 24, 39.

62 - Cf. Gv 20, 26.

63 - Cf. Mt 9, 28.

64 - Cf. Mt 14, 25.

65 - Cf. Mt 14, 29.

66 - Cf. Mt 17, 2.

67 - Gv 3, 13.

68 - Ef 2, 6.

69 - Cf. Gv 21, 6-11.

70 - Cf. Mt 25, 33.

71 - Cf. Gv 3, 18.

72 - Ef 2, 6.

73 - Gv 15, 15.

74 - Gv 16, 12.

75 - Rm 14, 3.

76 - Mt 7, 1.

77 - Sal 57, 2.

78 - Gv 7, 24.

79 - Lc 24, 49.

80 - Cf. At 2, 1-11.

81 - Sal 2, 7-8.

82 - Mt 7, 2.

83 - Mt 26, 52.

84 - Cf. Mt 24, 14.

85 - 2 Tm 3, 5.

86 - Cf. Rm 11, 23.

87 - Cf. Mt 16, 19.

88 - Gv 21, 15.

89 - Cf. Mt 14, 30.

90 - Cf. Mt 16, 22.

91 - Cf. Mt 26, 51.

92 - Cf. Mt 26, 70-74.

93 - Cf. Gal 2, 12.

94 - Cf. Mt 26, 75.

95 - Cf. Is 14, 12.

96 - Cf. Mt 16, 19.

97 - Cf. 1 Tm 5, 14.

98 - Cf. 1 Cor 7, 9.

99 - 1 Cor 15, 50.

100 - 1 Cor 15, 53.

101 - Mt 22, 30.

102 - 1 Cor 15, 52.

103 - Cf.1 Cor 15, 50.

104 - Cf. Col 2, 15.

105 - Mt 5, 8.

106 - Ef 3, 17-19.

107 - Cf. Mt 11, 30.