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«FRANCESCO? IL PAPA DELLA MISERICORDIA CHE NON CEDERA' SULLA DOTTRINA»

A Vatican Insider parla il cardinale peruviano Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima. “Questo pontefice è un mistico ma è anche un uomo di governo”

ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
CITTÀ DEL VATICANO 28 MARZO 2013
Un mistico. Una persona con una profonda spiritualità e vicino alla gente. Ma anche un uomo di governo, autonomo e che non sfugge davanti alle decisioni. Il cardinale peruviano Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima, traccia la personalità di Papa Francesco. In quest’intervista con Vatican Insider, il cardinale analizza l’elezione del primo vicario di Cristo “venuto dalla fine del mondo”.

Com’è maturata l’elezione del Papa latinoamericano?

“C’era una grande inquietudine tra i cardinali sul fatto che il successore di Benedetto XVI fosse un latinoamericano; si trattava di una specie d’idea fissa presente anche fra i cardinali statunitensi. Tra loro è nato un sentimento “anti-italiano” del quale non saprei indicare l’origine e che non condivido, ma questo spirito si è esteso anche tra le porpore italiane. Questo aspetto, unito al peso dei cattolici in America Latina, hanno reso facile la ricerca di un cardinale proveniente da questa regione”.

Perché l’hanno eletto?

“Lui è un uomo di poche parole, semplice e con una profonda spiritualità. Tutti noi scopriremo, lentamente, la sua capacità di contemplazione e il suo spirito quasi mistico. E’ anche provvisto di una personalità molto forte: è un uomo capace di prendere decisioni, autonomo, d’azione e che – al contempo - ha sempre amato l’essenziale della vita. Credo che prenderà delle decisioni, che porterà la Chiesa sulla via della preghiera. Lui è fatto così e lo dimostrerà. Questo per quanto riguarda i gesti, ma a livello dottrinale credo che avremo una continuità con Giovanni II e Benedetto XVI”.

Dunque, saprà scegliere bene?

“Penso di sì; pregheremo per lui. Prenderà le decisioni, ma ha bisogno ancora di tempo; non farà, però, delle rivoluzioni”.

In tanti lo vedono come un rivoluzionario…

“Non bisogna appropriarsi del Papa secondo schemi ideologici; lui è assolutamente al di là. Ha lanciato l’idea di una Chiesa povera e per i poveri, ma non si può interpretare dentro una cornice ideologica come quella, ad esempio, della teologia della liberazione. Vorrebbe dire ridurre un uomo con un’enorme capacità intellettuale e il cui amore verso Cristo lo riporta alle prime fonti dello spirito cristiano”.

Alcuni critici dicono che nei suoi gesti c’è l’intento di “desacralizzare” il papato: è così?

“Non bisogna confondere la naturalità del Papa nel tratto con la gente e la sua responsabilità come vicario di Cristo. Penso che lui abbia molto chiari questi due diversi livelli. Non vuole desacralizzare, è soltanto semplice nei gesti. Non è facile essere imprigionato da una serie di protocolli dinanzi ai quali si può arrivare a dire: “Non toglietemi la libertà!”. Lui è un uomo profondamente libero e con l’aiuto di tutti proseguirà per la strada giusta. La gente vuole, oltre la vicinanza del Papa, il ministero del Pontefice”.

La sua elezione avrà anche un peso politico in America Latina?

“Il Papa ha già detto ai giornalisti che la missione della Chiesa non è politica. Non c’è dubbio che la Chiesa in America Latina è parte della nostra cultura, ma a volte ci sono dei movimenti politici che cercano di separare il popolo dalle sue tradizioni. Sono i politici che, talvolta, cercano di strappare la radice cattolica dei nostri popoli. La presenza del Papa ci deve portare una maggiore responsabilità e una gioia quando vediamo l’attuale reazione dei politici di fronte a questo Pontefice”.

Quando Giovanni paolo II è stato eletto, la sua sola presenza ha provocato alcuni timori nella classe politica della Polonia. In America Latina ci saranno personaggi di alto livello a tremare?

“Non dobbiamo dire ai politici di avere paura. Anzi, direi, oggi dobbiamo difendere il patrimonio di fede che esiste in America Latina. Il Papa lo farà, ne sono sicuro. Difenderà la famiglia, il matrimonio tra uomini e donne, il diritto della Chiesa all’istruzione religiosa. Rafforzerà quella riserva spirituale che rappresenta la nostra regione di fronte alle tendenze secolari e ostili, che cercano solo lo scontro. Francesco esige molta coerenza; se tu preghi e credi nei sacramenti, come puoi rubare? Come puoi abbandonare tua moglie, mentire, uccidere? Il Papa saprà ribadirlo con una misericordia enorme e un linguaggio diretto e credibile”.

Ci sarà un grande tour per l’America Latina?

Io l’ho già invitato in Perù, ma capisco che non è ancora il momento di ricevere una risposta. Adesso, dopo Pasqua, dovrà formare la sua squadra e poi deciderà se viaggiare o meno. Possiamo dire, però, che quest’elezione inattesa mette sul tavolo degli elementi nuovi: l’autenticità nella fede, la mistica, il non avere paura. Con l’aiuto di tutti, Francesco potrà essere una benedizione per la Chiesa; insieme alla gioia latinoamericana c’è la nostra responsabilità nell’aiutarlo a compiere la sua missione.

vatican insider