00 21/09/2012 13:15

QUINTO GIORNO - MEDITAZIONE V. Cuore pietoso di Gesù

E dove mai possiamo trovare un cuore più pie­toso e più tenero del Cuore di Gesù, che abbia avuta maggior compassione delle nostre miserie? Questa pietà lo fece scendere dal cielo in terra. Questa gli fece dire ch'egli era quel buon pastore venuto a dar la vita per salvare le sue pecorelle. Egli per ottenere il perdono a noi peccatori, non perdonò a se stesso, e volle sacrificarsi sulla cro­ce, per soddisfare con la sua pena il castigo a noi dovuto. Questa pietà e questa compassione gli fa dire anche al presente: Io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua con­dotta e viva (Ez 33, 11).

Uomini, dice, poveri figli miei, perché vi vo­lete dannare, fuggendo da me? non vedete che separandovi da me, voi correte alla morte eter­na? lo non voglio vedervi perduti; abbiate fidu­cia; e quando volete tornare a me, ritornate e ri­cupererete la vita.

Questa pietà gli fa anche dire ch'egli è quel padre amoroso che benché si veda disprezzato dal figlio, se quello ritorna pentito egli non sa discacciarlo, ma teneramente l'abbraccia e si scor­da di tutte le ingiurie ricevute: Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata (Ez 18, 22).

Non fanno così gli uomini; questi, ancorchè perdonino, sempre ritengono la memoria dell'of­fesa ricevuta e si sentono mossi a vendicarsi; e se non si vendicano perché temono Dio, almeno provano sempre una gran ripugnanza a conversa­re e trattenersi con quelle persone che li hanno vilipesi.

Ah Gesù mio, tu perdoni ai peccatori pentiti e non ricusi in questa terra di darti loro nella san­ta comunione in questa vita, e tutto nell'altra in cielo per mezzo della gloria, senza ritenere alcu­na minima ripugnanza e tenerti abbracciata quell'anima, che ti ha offeso, per tutta l'eternità. E dove può trovarsi un cuore più amabile e più pietoso del tuo, o mio caro Salvatore?

Affetti e preghiere

Cuore pietoso del mio Gesù, abbi pietà di me: Gesù dolcissimo, abbi pietà di me. Te lo dico ora, e tu dammi la grazia di dirtelo sempre: Gesù dolcissimo, abbi pietà di me. Prima che io ti of­fendessi, o mio Redentore, io certamente non me­ritavo nessuna delle tante grazie che mi hai fatto. Tu mi hai creato, tu mi hai donato tanti lumi: tutto senza merito mio. Ma dopo che ti ho offe­so, non solo io non meritavo favori, ma ho me­ritato il tuo abbandono e l'inferno. La tua pietà ha fatto che tu mi aspettassi e mi conservassi in vita quando io già stavo in tua disgrazia. La tua pietà mi ha illuminato ed invitato al perdono: essa mi ha dato dolore dei miei peccati, essa il desiderio di amarti; ed ora spero già per la tua pietà di stare in grazia tua.

Deh! non lasciare, o Gesù mio, di continuare ad usarmi pietà. La misericordia che ti domando è che mi dia luce e forza di non esserti più ingra­to. No, amor mio, non pretendo che mi abbia a perdonarmi se io ritorno a voltarti le spalle; que­sta sarebbe presunzione che t'impedirebbe d'usar­mi più misericordia. E qual pietà io dovrei più aspettare da te, se ingrato di nuovo disprezzassi la tua amicizia e mi separassi da te? No, Gesù mio, io ti amo e ti voglio sempre amare. E que­sta è la misericordia che spero e cerco da te: Non permettere che io mi separi da te.

Ne prego anche te, o madre mia Maria, non permettere che io mi abbia a separare più dal mio Dio.

 

SESTO GIORNO - MEDITAZIONE VI. Cuore liberale di Gesù Cristo

E' proprio delle persone di buon cuore il de­siderare di far contenti tutti, e specialmente i più bisognosi ed afflitti. Ma dove potrà mai trovarsi una persona di più buon cuore di Gesù Cristo? Egli, perché è bontà infinita, ha il sommo desi­derio di comunicare a noi le sue ricchezze: Presso di me c'è ricchezza e onore, sicura benessere ed equità per dotare di beni quanti mi amano (Prv 8, 18. 21). Egli a questo fine si è fatto povero, dice l'Apostolo, per fare noi ricchi: Da ricco che era, si è fatto povero, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà (2 Cor 8, 3). A que­sto fine ancora ha voluto restarsene con noi nel SS. Sacramento, dove in ogni tempo sta con le mani piene di grazie, come fu veduto dal padre Baldassare Alvarez, per dispensarle a chi viene a visitarlo. A questo fine inoltre egli si dona tutto a noi nella santa comunione, facendo con ciò in­tendere che non saprà negarci i suoi beni, mentre giunge a darci tutto se stesso: Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? (Rm 8, 32). Sicché nel Cuore di Gesù noi troviamo ogni bene, ogni grazia che deside­riamo (cfr 1 Cor 1, 5). Ed intendiamo che al Cuore di Gesù noi siam debitori di tutte le gra­zie ricevute: della Redenzione, della vocazione, dei lumi, del perdono, dell'aiuto a resistere nelle tentazioni, della sofferenza nelle cose contrarie; sì, perché senza il suo soccorso non potevamo far niente di bene: Senza di me non potete far nulla (Gv 15, 5).

E se per il passato dice il Signore, voi non ave­te ricevuto più grazie, non vi lagnate di me, la­gnatevi di voi che avete trascurato di cercarmele. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete (Gv 16, 24). Oh com'è ric­co e liberale il Cuore di Gesù per ognuno che a lui ricorre: Ricco verso tutti quelli che l'invo­cano (Rm 10, 12). Oh! le grandi misericordie che ricevono le anime che sono attente a chiedere aiuto a Gesù Cristo! Dice Davide: Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi ti invoca (Sal 85, 5). Andiamo dunque sem­pre a questo Cuore, domandiamo con confidenza, ed otterremo tutto.

Affetti e preghiere

Ah Gesù mio, non ti è ripugnato di dare per me il sangue e la vita, ed io ripugnerò di darti il misero mio cuore? No, mio caro Redentore, io te l'offro tutto, tutta ti dono la mia volontà; accettala tu e disponila al tuo piacere. Io non ho nè posso niente, ma ho questo cuore donatomi da te, del quale nessuno può privarmi: posso es­ser privato delle robe, del sangue, della vita, ma non già del cuore.. Con questo cuore io posso amarti, con questo io voglio amarti.

Deh! insegnami tu, o mio Dio, la perfetta di­menticanza di me stesso; insegnami ciò che deb­bo fare per giungere al tuo puro amore, del quale tu per tua bontà me ne hai ispirato il de­siderio. Io sento in me una volontà risoluta di piacerti; ma per eseguirla, da te aspetto e do­mando l'aiuto. A te tocca, o amante Cuore di Gesù, di render tutto tuo il mio povero cuore, che per il passato è stato a te così ingrato, e per sua colpa privo del tuo amore. Deh! questo mio cuore sia tutto acceso per te, come il tuo è acceso per me. Fa' che la mia volontà sia tutta unita alla tua, sicché io non voglia se-non quello che vuoi tu e da ogg'innanzi la tua santa volontà sia la regola di tutte le mie azioni, di tutti i pensieri, e di tutti i desideri miei. Io spero, Signore, che non mi negherai la grazia per eseguire questa mia risoluzione che io faccio oggi ai tuoi piedi, di abbracciare con pace quanto di me e delle mie cose tu disporrai, così nella mia vita, come nella mia morte.

Beata te, o Maria immacolata, che avesti il cuo­re sempre e tutto uniforme al Cuore di Gesù! Deh impetrami tu, madre mia, che per l'avvenire altro io non voglia nè desideri se non quel che vuole Gesù e vuoi tu.

 

SETTIMO GIORNO - MEDITAZIONE VII. Cuore grato di Gesù

E' così grato il Cuore di Gesù, ch'egli non sa vedere alcuna minima nostra opera fatta per suo amore, alcuna minima parola detta per sua glo­ria, alcun buon pensiero deliberato di suo com­piacimento, senza darne a ciascuno la sua mer­cede. Egli inoltre è così grato, che rende sempre il centuplo per uno. Gli uomini che son grati, se ricompensano alcun beneficio loro fatto lo ricom­pensano una volta; si tolgon, come suol dirsi, l'obbligazione e poi non ci pensano più. Gesù Cristo non fa così con noi: ogni nostro buon atto, compiuto per dargli gusto, non solo centu­plicatamente lo ricompensa in questa vita, ma nell'altra lo ricompensa infinite volte, in ogni mo­mento, per tutta l'eternità.

E chi sarà così trascurato che non faccia quanto può per contentare questo Cuore così grato? Ma, oh Dio, come attendono gli uomini a compia­cere Gesù Cristo? Dirò meglio, come possiamo noi essere così ingrati con questo nostro Salva­tore? Se egli non avesse sparsa che una sola goc­cia di sangue, una lacrima sola per la nostra sa­lute, pure noi gli saremmo infinitamente obbli­gati; poiché questa goccia e questa lacrima sa­rebbe stata d'infinito valore appresso Dio per ottenerci ogni grazia. Ma Gesù ha voluto impie­gare per noi tutti i momenti della sua vita, ha donato a noi tutti i suoi meriti, tutte le sue pene, le ignominie, tutto il sangue e la vita; sicché non una, ma infinite obbligazioni abbiamo noi d'amarlo. Ma, ohimè, noi siamo grati anche colle bestie: se un cagnolino ci dimostra qualche se­gno d'affetto, par che ci costringa ad amarlo; e poi come possiamo esser così ingrati con Dio? 1 benefici di questo Dio sembra che con gli uomi­ni mutino natura e diventino maltrattamenti, mentre invece di gratitudine e d'amore non ri­portano che offese ed ingiurie.

Illumina, o Signore, questi ingrati a conoscere l'amore che tu loro porti

Affetti e preghiere

O amato mio Gesù, ecco ai tuoi piedi l'ingra­to. Io sono stato ben grato colle creature, sola­mente con te sono stato un ingrato. Con te dico, che sei morto per me e non hai avuto più che fare per mettermi in obbligo d'amarti. Mi consola e mi dà animo l'avere che fare con un Cuore di bontà e di misericordia infinita, che si protesta di scordarsi di tutte le offese di quel peccatore che si pente e lo ama.

Caro mio Gesù, per il passato io ti ho offeso, ti ho disprezzato: ma ora ti amo più d'ogni cosa, più di me stesso. Dimmi quel che vuoi da me, che tutto son pronto a farlo con la tua grazia. lo credo che tu mi hai creato, tu hai dato il san­gue e la vita per amor mio: credo ancora che per me sei restato nel SS. Sacramento; te ne rin­grazio, amor mio; deh non permettere che io di tanti benefici e testimoni del tuo amore, te ne sia più ingrato per l'avvenire. Legami, stringimi al tuo Cuore, e non permettere che io nella vita che mi resta abbia da darti più disgusto ed ama­rezze. Basta, Gesù mio, quanto ti ho offeso, ora ti voglio amare.

Oh ritornassero gli anni miei perduti! Ma no, che quelli non tornano più e poca sarà la vita che mi resta; ma, o sia poca o sia molta, mio Dio, il tempo che mi rimane a vivere tutto lo voglio spendere in amar te, sommo bene, che meriti un amore eterno ed infinito.

Maria madre mia, non permettere che io ab­bia da essere più ingrato al tuo Figlio; prega Gesù per me.

 

OTTAVO GIORNO - MEDITAZIONE VIII. Cuore di Gesù disprezzato

Non v'è pena maggiore, ad un cuore che ama, di vedere disprezzato il suo amore; e tanto più quando i contrassegni dimostrati di questo amore sono stati grandi, ed all'incontro è grande l'in­gratitudine. Se ogni uomo rinunziasse a tutti i suoi beni e se ne andasse a vivere in un deserto, a cibarsi d'erbe, a dormir sulla terra, a macerarsi con le penitenze, ed in fine si facesse trucidare per Gesù Cristo; qual compenso renderebbe alle pene, al sangue, alla vita che il Figlio di Dio ha dato per suo amore? Se noi ci sacrificassimo ogni momento alla morte, certamente neppure ricom­penseremmo in minima parte l'amore che Gesù Cristo ci ha dimostrato nel darsi a noi nel SS. Sacramento.

Un Dio, mettersi sotto le specie di poco pane e farsi cibo d'una sua creatura! Ma, oh Dio, qual è la ricompensa e gratitudine che rendono gli uo­mini a Gesù Cristo? Qual'è? Maltrattamenti, di­sprezzo delle sue leggi e delle sue massime, in­giurie tali che non le farebbero a un loro nemi­co o loro schiavo o peggior villano della terra. E possiamo noi pensare a tutti questi maltratta­menti che ha ricevuto e riceve tuttora Gesù Cri­sto e non sentirne pena? E non cercare col no­stro amore di compensare l'amore immenso del suo Cuore divino che sta nel SS. Sacramento, ac­ceso del medesimo amore verso di noi, e desi­deroso di comunicarci i suoi beni e di donarci tutto se stesso, pronto a riceverci nel suo Cuore sempre che andiamo a lui? Colui che viene a me non lo respingerò (Gv 6, 37).

Abbiam fatto l'abitudine a sentir nominare Creazione, Incarnazione, Redenzione: Gesù nato in una stalla, Gesù morto in croce. Oh Dio, se sapessimo che un altro uomo ci avesse fatto alcu­no di questi benefici, non potremmo far di meno di amarlo! Solo Iddio par che abbia, diciam così, questa mala sorte cogli uomini, che non avendo più che fare per farsi da loro amare, non può giungere a questo intento; e invece d'essere ama­to si vede vilipeso e posposto. Tutto nasce dalla dimenticanza che hanno gli uomini dell'amor di questo Dio.

Affetti e preghiere

O Cuore del mio Gesù, abisso di misericordia e d'amore, come a vista della bontà che mi hai usata e della mia ingratitudine, io non muoio e non mi struggo di dolore? Tu, Salvator mio, do­po avermi dato l'essere, mi hai dato tutto il tuo sangue e la vita, abbandonandoti alle ignominie ed alla morte per amor mio; e di ciò non conten­to, hai inventato il modo di sacrificarti ogni gior­no per me nella santa Eucaristia, non ricusando

di esporti alle ingiurie che dovevi ricevere - e che già tu prevedevi - in questo Sacramento d'amore.

O Dio, come posso vedermi poi così ingrato a te senza morir di confusione? Ah Signore, metti fine alle mie ingratitudini con ferirmi il cuore del tuo amore e farmi tutto tuo. Ricordati del sangue e delle lacrime che hai sparse per me e perdonami. Deh! non siano perdute per me tante tue pene.

Ma tu, benché m'abbia veduto così ingrato ed indegno del tuo amore, non hai lasciato d'amar­mi ancor quando io non ti amavo e neppure de­sideravo che tu mi amassi; quanto più, dunque, io debbo sperare il tuo amore ora che non voglio nè sospiro altro che amarti ed esser amato da te? Deh! contenta appieno questo mio desiderio; dirò meglio: questo desiderio tuo, perché sei tu che me lo dai.

Fà che questo giorno sia il giorno della mia totale conversione, sicché io cominci ad amarti per non cessare mai più d'amare te, sommo be­ne. Fà che io muoia, in tutto, a me stesso, per non vivere che per te e per ardere sempre del tuo amore.

O Maria, il tuo cuore fu quell'altare beato, sempre acceso dal divino amore; madre mia cara, rendimi simile a te, prega il tuo Figlio, che gode di onorarti col non negarti niente di quanto gli domandi.

 

NONO GIORNO - MEDITAZIONE IX. Cuore fedele di Gesù

Oh quanto è fedele il bel Cuore di Gesù Cri­sto con coloro che chiama al suo santo amore! Colui che vi chiama è fedele (1 Ts 5, 24).

La fedeltà di Dio porge a noi la confidenza di sperar tutto, ancorché non meritiamo niente. Se abbiam scacciato Dio dal nostro cuore, apria­mogli la porta ed egli subito entrerà secondo la promessa fatta: Se qualcuno mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Ap 3,20).

Se vogliamo grazie, domandiamole a Dio in nome di Gesù Cristo, ed egli ci ha promesso che le otterremo: Se chiedete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà (Gv 16, 23). Se siamo tentati confidiamo nei suoi meriti, ed egli non permetterà che i nemici ci combattano oltre le nostre forze (Cfr 1 Cor 10, 13). Oh quanto è meglio trattar con Dio, che cogli uomini! Quan­te volte gli uomini promettono e poi mancano, o perché mentiscono nel promettere, o dopo la promessa mutano volontà? Dio non è un uomo da potersi smentire, dice lo Spirito Santo; non è un figlio d'uomo da potersi pentire (Num 23, 19). Iddio non può essere infedele nelle sue promesse, perché egli non può mentire essendo la stessa verità; nè può mutar volontà, perché tutto ciò che vuole è giusto e retto. Ha promesso dunque di ricevere ognuno che a lui viene, di dare aiuto a chi glielo domanda, di amare chi l'ama, e poi non lo farà? Forse egli dice e poi non fa? (Num 23, 19).

Oh fossimo fedeli con Dio com'egli è fedele con noi! Noi per il passato quante volte gli ab­biam promesso d'esser suoi, di servirlo e d'amar­lo; e poi l'abbiamo tradito, e licenziandoci dalla sua servitù ci siamo venduti per ischiavi al de­monio! Deh preghiamolo che ci dia fortezza per essergli fedeli in avvenire. Oh beati noi se sa­remo fedeli con Gesù Cristo in quelle poche cose che ci comanda! Egli sarà ben fedele nel rimu­nerarci con premi troppo grandi; e ci farà sen­tire ciò che ha promesso ai suoi servi fedeli: Be­ne, servo buono e fedele, sei stato fedele nel po­co ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone (Mt 25, 21).

Affetti e preghiere

Caro mio Redentore, oh foss'io stato fedele can te come tu sei stato fedele con me! Ogni vol­ta che io ho aperto il mio cuore, tu sei entrato a perdornarmi ed a ricevermi nella tua grazia: sempre che ti ho chiamato tu sei accorso ad aiu­tarmi. Tu sei stato fedele con me, ma io sono stato troppo infedele con te, ti ho promesso di servirti, e poi tante volte ti ho voltato le spalle; ti ho promesso il mio amore, e poi tante volte te l'ho negato: come se tu, mio Dio che mi hai creato e redento, fossi men degno di esser amato, che le creature e quei miseri miei gusti per cui ti ho lasciato.

Perdonami, Gesù mio. Conosco la mia ingra­titudine e l'abborrisco. Conosco che tu sei bontà infinita, che meriti un infinito amore specialmen­te da me che dopo tante offese da me ricevute tu hai tanto amato.

Povero me se mi dannassi! Le grazie che mi hai fatto e i contrassegni dell'affetto speciale che mi hai dimostrato sarebbero, oh Dio, l'inferno del mio inferno. Ah! no, amor mio, abbi pietà di me; non permettere che io torni a lasciarti e che poi, dannandomi come meriterei, io avessi a con­tinuar nell'inferno a pagare con ingiurie e odio l'amor che tu mi hai portato.

Dehl Cuore innamorato e fedele di Gesù, in­fiamma il misero mio cuore affinché arda per te come tu ardi per me. Gesù mio, al presente mi pare che ti amo, ma ti amo poco; fà che ti ami assai e che ti sia fedele fino alla morte. Questa grazia ti cerco insieme alla grazia di continuare sempre a cercartela. Fammi morire prima ch'io ti abbia di nuovo a tradire.

O Maria, madre mia, aiutami ad esser fedele al tuo Figlio.