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In cammino insieme allo Spirito Santo la via che conduce a Dio

Discernimento degli spiriti

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    MARIOCAPALBO
    00 28/08/2012 19:13
    Di Padre Fio Mascarenhas

    Di Padre Fio Mascarenhas, SJ

    La parola "spirito" fa riferimento a due diversi tipi di forze motivazionali. Lo spirito di un individuo si esprime nella sua inclinazione interiore a compiere il bene o il male, e si manifesta con una regolarità tale che deve essere considerato una caratteristica propria della persona. D'altro canto è possibile che un individuo cada sotto l'influenza di uno spirito estrinseco alla sua personalità, che può venire sia da Dio che dal Diavolo. Il "discernimento degli spiriti" ha appunto il compito di giudicare se un determinato atto o serie di atti siano originati dallo Spirito Santo, dallo spirito diabolico o dallo spirito umano.

    Esistono due tipi di discernimento degli spiriti (DS): quello acquisito e quello infuso.

    Il DS acquisito è complementare alla direzione spirituale ordinaria e può essere approfondito da chiunque lo voglia esercitare servendosi di strumenti appropriati.

    Il DS infuso è invece un dono carismatico che viene concesso da Dio solo a determinate persone.

    Il DS acquisito è assolutamente indispensabile per un direttore spirituale o per il responsabile di un gruppo di preghiera, poiché esso è fondamentale per capire quali sono gli spiriti che allontanano da Dio e quando invece interviene lo Spirito Santo che conduce l'uomo a Dio. I mezzi attraverso i quali si acquisisce l'arte de DS sono:

    La preghiera , che è il mezzo più importante.

    Lo Studio . I responsabili dovrebbero acquistare familiarità con i principi generali della teologia spirituale contenuti nella Bibbia, negli scritti dei maestri di vita spirituale e nelle vite dei santi. È necessario inoltre che abbiano una comprensione profonda e diffusa delle diverse "scuole" di spiritualità.

    L'esperienza personale . Se da un lato è vero che ogni persona ha dei tratti e delle caratteristiche uniche, è altrettanto vero che esiste anche un cammino comune a tutti, e che chi non ha una approfondita conoscenza di se stesso difficilmente comprenderà gli altri. Inoltre, se un responsabile non ha raggiunto un certo grado di virtù e di dominio di sé, sicuramente non sarà capace di capire la condizione dei fratelli che deve guidare.

    Tipi di spiriti

    Esistono tre principali tipi di spiriti: lo Spirito Santo , lo spirito diabolico e lo spirito umano . Lo Spirito di Dio ci rende sempre inclini al bene e opera in noi direttamente o attraverso cause secondarie; il diavolo ci porta sempre verso il male usando i suoi poteri o esercitando su di noi l'attrattiva per le cose del mondo; lo spirito umano può condurci sia verso il bene che verso il male, a seconda dell'intenzione della persona a seguire la retta ragione o i desideri egoistici . Poiché le diverse inclinazioni naturali sono moralmente indifferenti, esse possono essere indirizzate sia verso il bene che verso il male, e la grazia non solo non distrugge la natura ma anzi la perfeziona e la rende soprannaturale, mentre il diavolo si serve della debolezza umana e degli effetti del peccato originale per raggiungere i suoi obiettivi malvagi.

    Vi sono poi dei casi in cui, in una determinata azione, interagiscono in noi diversi tipi di spiriti, e, anche quando su un atto predomina lo Spirito Santo, non ne consegue necessariamente che i movimenti anteriori e posteriori ad esso siano altrettanto soprannaturali. Movimenti puramente naturali, coscienti o inconsci, possono rendere l'azione meno pura. Lo Spirito di Dio potrebbe, ad esempio, ispirarmi a digiunare regolarmente, ma il mio spirito potrebbe indurmi a digiunare in modo simbolico così da perdere ogni beneficio spirituale del digiuno; il diavolo potrebbe invece influenzarmi a strafare o a prolungare il mio digiuno per diversi giorni a danno della mia stessa salute.

    Lo spirito divino

    Alcune caratteristiche generali sono:

    Verità. Se una persona continua a sostenere opinioni dichiaratamente contrarie alla verità rivelata, all'insegnamento infallibile della Chiesa o alla teologia comprovata, alla filosofia o alla scienza, bisogna dedurne che essa è ingannata dal diavolo o vittima di un'immaginazione eccessiva o di un ragionamento fallace.

    Docilità. Chi è guidato dallo Spirito Santo accetta con pace profonda il consiglio e il parere dei fratelli che esercitano un'autorità su di lui, manifestando sentimenti di umiltà e di nascondimento.

    Discrezione . Lo Spirito Santo rende la persona discreta, prudente e attenta in tutto ciò che intraprende. Nulla è precipitoso, frivolo, esagerato o impetuoso; tutto è ben equilibrato, edificante, calmo e pacifico.

    Pace. La persona sperimenta una serenità profonda e stabile nella profondità del proprio spirito.

    Purezza delle intenzioni. Cerca solo la volontà e la gloria di Dio in tutto ciò che vive e non nutre alcun interesse umano né motivazione dettata dall'amor proprio.

    Pazienza nella sofferenza. Sopporta con animo sereno qualsiasi sofferenza senza curarsi di trovarne la causa o di comprendere se sia giusta o meno.

    Semplicità. Assieme alla veridicità e alla sincerità, la semplicità non manca mai in chi è mosso dallo Spirito. Non vi è in lui alcuna duplicità, arroganza, ipocrisia o vanità, attegiamenti questi suscitati dal diavolo.

    Libertà di spirito. Innanzitutto la persona non è attaccata a nessuna cosa creata, neanche ai doni di Dio, e riceve tutto dalle mani di Dio come dono, con gratitudine e umiltà, nella consolazione come nella prova. Chi invece dimostra una ostinata inflessibilità è animato solo dall'amor proprio e assume un atteggiamento contrario a quello appena esposto.

    Lo spirito umano

    Esiste un combattimento costante tra la grazia e lo spirito umano, il quale, ferito dal peccato, è fortemente incline all'amor proprio. Lo spirito umano tende sempre a soddisfare il piacere personale, è amico del piacere e nemico della sofferenza. Cerca sempre tutto quello che è compatibile con il suo temperamento, i suoi gusti, i suoi capricci personali o la soddisfazione del suo amor proprio. Non vuole sentire parlare di umiliazioni, penitenza e rinuncia, anzi, vuole solo successi, onori, applausi e svaghi.

    Lo spirito diabolico

    In genere l'influenza diablica è limitata alla semplice tentazione, sebbene talvolta il diavolo concentri il suo potere su un individuo attraverso l'ossesione diabolica o addirittura la possesione (uno studio dettagliato in materia esulerebbe dall'argomento trattato in questa sede). I segni che la contraddistinguono sono:

    Spirito di falsità. Il diavolo è il padre della menzagna, ma nasconde astutamente l'inganno velandolo con false verità, fenomeni pseudo-mistci, ipocrisia, simulazione e doppiezza.

    Curiosità morbosa. Caratterizza chi cerca avidamente gli aspetti esoterici dei fenomeni mistici o è affascinato dall'occulto o dal soprannaturale.

    Confusione. Ansia profonda depressione, disperazione, mancanza di fiducia e scoraggiamento sono caratteristiche croniche che si alternano alla presunzione, alla vana sicurezza e ad un ottimismo infondato.

    Ostinazione. Disobbedienza e durezza di cuore.

    Costante indiscrezione. E spirito di irrequietezza. Questi stati d'animo caratterizzano chi tende agli eccessi nel praticare esercizi di penitenza o attività apostoliche e trascura i propri obblighi primari prediligendo altri tipi di lavori.

    Spirito di orgoglio e di vanità. Queste persone sono molte ansiose di pubblicizzare i doni ricevuti da Dio e le loro esperienze mistiche.

    Impazienza nella sofferenza. E risentimento ostinato.

    Passioni incontrollate. E forte inclinazione alla sensualità, attaccamento eccessivo alle consolazioni sensibili, particolarmente nella preghiera.

    Le regole del discernimento secondo San'Ignazio da Loyola

    S. Ignazio ha indubbiamente ricevuto da Dio un particolare carisma di discernimento. Alla fine del suo libro sugli esercizi spirituali, aggiunge alcune pagine estremamente preziose sui criteri da adottare nel discernimento degli spiriti. Qui riprenderemo solo le più importanti che verranno esposte in forma molto sintetica.

    1. "Alle persone che vanno di peccato in peccato, il nemico propone sempre nuovi piaceri e godimenti, perché essi persistano e crescano nei loro vizi ". S. Ignazio intende dire che lo spirito del Male agisce in un determinato modo con quelli che gli appartengono e in un altro con coloro che non gli appartengono. Se quelli che gli appartengono lui li conferma nel male mediante nuove proposte di peccato, quelli che appartengono a Cristo lui li porta fuori strada proponendo il bene, ma, come abbiamo detto, un bene non richiesto da Dio e quindi falsificato.

    2. " E' proprio del cattivo spirito rimordere, rattristare, creare impedimenti, turbando con false ragioni affinché non si vada avanti ". Fin dall'inizio delle regole, siamo messi in guardia da un inganno tremendo: tutti i pensieri che vengono in mente, e che possono essere anche credibili o persuasivi, non devono essere accettati come veri se producono gli effetti che sono propri dello spirito del Male: senso di colpa, tristezza, impedimenti, turbamenti.

    3. "E' proprio dello spirito buono dare coraggio, forza, consolazioni, lacrime, ispirazioni e pace, rendendo facili le cose e togliendo ogni impedimento, affinché si vada avanti nel bene operare ". Se i pensieri sono accompagnati da questi fenomeni, allora si può essere tranquilli di non cadere nell'inganno del diavolo. Anzi, S. Ignazio raccomanda anche vivamente di non prendere mai decisioni quando il proprio animo non ha le caratteristiche dell'opera dello Spirito, perché il rischio che la decisione sia ispirata dal male è in agguato. Al contrario, prima di prendere una decisione importante occorre attendere che nell'animo passi ogni forma di turbamento e ritornino la pace e la consolazione dello Spirito.

    4. S. Ignazio specifica anche che i fenomeni interiori generati dallo Spirito di Dio lui li racchiude in una sola parola: "consolazione". Con questo termine S. Ignazio intende lo stato di calma e di pacificazione interiore e, di conseguenza, l'assenza di ogni ombra o turbamento, che vengono solo dal Maligno. Inoltre, specifica che le lacrime che provengono dallo Spirito non sono lacrime di tristezza ma lacrime che danno un senso di liberazione e accendono la persona a nuove decisioni di servizio a Dio, al Vangelo e all'uomo. La "consolazione" comporta anche un senso di elevazione verso Dio, un gusto delle cose spirituali e l'aumento intensivo delle virtù teologali.

    5. Il contrario della consolazione è la "desolazione". Con questa parola Ignazio sintetizza tutti i fenomeni che la vicinanza del Maligno produce nell'animo umano, e li elenca così: oscurità dell'anima, turbamento, inclinazione alle cose terrene, sfiducia, mancanza di speranza e di amore, tiepidezza, pigrizia e tristezza.

    6. " In tempo di desolazione non si facciano mai mutamenti, ma si resti saldi e costanti nei propositi e nelle decisioni che si avevano nel tempo della consolazione ". Questa regola è la diretta conseguenza di quanto è stato affermato prima: se l'anima è in stato di turbamento, ciò significa che non è sotto l'influsso dello Spirito di Dio ma sotto il suo contrario, e se non è sotto l'influsso dello Spirito di Dio, tutti i pensieri che nascono in quello stato, per quanto possano essere convincenti nelle loro argomentazioni, sono tuttavia illuminati dalla luce menzognera e dalla suggestione di Satana, E QUINDI NON AFFIDABILI. Per questo, solo al ritorno della consolazione interiore, si potrà tornare ad avere fiducia nei propri pensieri.

    7. Cosa fare nel tempo della "desolazione"? S. Ignazio vi dedica la regola 319: " Gioverà molto reagire intensamente contro la stessa desolazione, restando per esempio più tempo nella preghiera e nella meditazione, soffermandosi nell'esame di coscienza e protraendo, secondo che sarà meglio, qualche tipo di penitenza ". Ci sembra molto chiaro il principio di fondo: S. Ignazio intende dire che, nello stato di desolazione, la cosa peggiore che si possa fare è quella di credere ai contenuti che Satana suggerisce nelle sue potenti suggestioni e non reagire coi mezzi che la Chiesa ha messo a nostra disposizione: la preghiera, la meditazione della Parola, la penitenza.

    8. ATre sono le cause del perché ci troviamo desolati: la prima è la nostra lentezza nella crescita spirituale, la seconda è dovuta al fatto che Dio vuole mostrarci praticamente quello che siamo senza la sua Grazia, la terza perché una medicina contro l'orgoglio e la superbia spirituale lla regola 322 S. Ignazio risponde alla domanda circa la motivazione per la quale Dio lascia per qualche tempo un battezzato in balìa della desolazione: " ".

    9. Ignazio dedica anche alcune considerazioni alla strategia tenuta da Satana nel tentare l'uomo, e lo fa con paragoni tratti dalla vita quotidiana. Innanzitutto dice che il Maligno somiglia a coloro che fanno la voce grossa coi deboli, ma si indeboliscono dinanzi ai forti: " E' proprio del nemico indebolirsi, perdersi d'animo e indietreggiare con le sue tentazioni quando la persona che si esercita nelle cose spirituali si oppone con fermezza alle sue tentazioni. Ma se, al contrario, la persona comincia ad avere timore o a perdersi d'animo nel fronteggiare le tentazioni, non c'è sulla faccia della terra bestia più feroce di lui ". Molto spesso, quindi, Satana gioca le sue carte da bravo illusionista per ingenerare nel nostro animo lo scoraggiamento. Non c'è niente che gli torni più utile, visto che lui può aumentare la sua forza nella misura in cui diminuisce la resistenza del battezzato nel combattimento spirituale. Quando ci fa credere di avere la situazione in pugno è invece il segno della sua debolezza: appunto perché percepisce il suo indebolimento, fa in modo che la persona si perda d'animo, così da recuperare il terreno perduto precedentemente nella lotta.

    10. E ancora nella regola 326: " Il nemico si comporta come un falso amante che vuole restare nascosto; infatti, come il falso amante desidera che le sue parole e i suoi progetti restino segreti, mentre al contrario gli dispiace molto se vengono portati alla luce, così agisce lui. Quando il nemico della natura umana esercita la sua suggestione, e suggerisce le sue menzogne a un'anima retta, vuole e desidera che siano accolte e tenute in segreto, mentre gli dispiace molto se questa le scopre al suo confessore o ad altra persona spirituale ". Qui siamo certamente a un punto cruciale del discernimento. La chiusura nei confronti del confessore, o la tendenza a nascondere determinati pensieri che pure hanno un peso, è un "segno" preoccupante che la persona deve leggere nella valutazione di se stessa. Di solito, alla suggestione che afferra il pensiero, si accompagna anche una strana ripugnanza ad aprirsi col pastore. Spesso, basta aprirsi, superando se stessi anche con fatica, per constatare subito che la suggestione svanisce rapidamente nel nulla appena si comincia ad aprire bocca.

    11. Regola 327: " Come il capitano di un esercito, dopo avere piantato la tenda di comando e osservato le postazioni o la posizione di un castello, lo attacca dalla parte più debole, così il nemico della natura umana, circondandoci, esamina tutte le nostre virtù e ci attacca dove ci trova più deboli ". Altra regola di importanza somma. Occorre conoscere i propri lati deboli nel cammino di fede, perché è lì che Satana ci attacca. Quindi è lì che dobbiamo vigilare. Se lasciamo sprovviste di difese le zone più deboli del nostro castello interiore, ci troveremo ben presto il nemico in casa


    Il discernimento degli spiriti e i Padri della Chiesa

    di Thomas Spidlik

    Discernimento degli spiriti

    La Bibbia presenta all'uomo delle scelte, a cui egli non può sottrarsi (Gn 2,17; 12,4 ecc.) Queste scelte vengono però ostacolate; infatti contro la voce divina, misteriosa, un'altra voce si fa sentire, quella del peccato, di Satana, anch'essa misteriosa. Come discernere l'una dall'altra? Testimoniare la voce di Dio è stato il compito dei profeti, e i libri sapienziali sono stati scritti proprio per insegnare a distinguere la voce della sapienza da quella della follia, la voce dei giusti da quella degli empi. Nelle epistole del Nuovo Testamento figura esplicitamente l'espressione «discernimento degli spiriti» (1Cor 12,10; lGv 4,1).

    Questo problema non cessa di occupare un posto di primo piano nella letteratura spirituale. Origene discute attentamente della diversa ori­gine degli spiriti capaci di agire in noi. Antonio e i monaci semplici in Egitto ne parlano in modo più concreto, descrittivamente; al con­trario l'insegnamento di Evagrio è sistematico. Le regole fondamentali formulate da Cassiano sono le più complete del suo tempo, e dopo di lui Diadoco di Foticea, che combatte le dottrine messaliane, dà grande spazio alla problematica del discernimento tra le vere e false consolazi­ni e desolazioni. Continuando questa tradizione, in tempi più" recenti, Teofane il Recluso interpreta le regole riprendendo il testo di L. Scupoli.


    Discernimento come dono di Dio, arte spirituale e frutto di esperienza


    Per san Giovanni l'esperienza spirituale è un'«unzione»; uno stato di luce (lGv 2,20.27). Secondo Diadoco di Foticea lo Spirito Santo è la «lampada» di questa scienza spirituale. Per Paisij Velickovskij il discernimento è «la comprensione spirituale data da Dio».

    L'esperienza del discernimento è dunque inseparabile dalla pratica dei comandamenti, dalla carità (cfr. lGv 2,3; Fil 1,9). Antonio ha det­to: «E' necessaria molta preghiera e ascesi affinché, dopo aver ricevuto dallo Spirito il carisma del discernimento degli spiriti, si possa conoscere ciò che concerne ciascuno dei demoni...».

    La conoscenza degli spiriti, inoltre, è frutto di lunga osservazione: «Dopo una lunga osservazione (metà polles katatereseòs) - dice Evagrio - abbiamo riconosciuto questa differenza tra i pensieri angelici, i pensieri umani e quelli che vengono dai demoni». I demoni si rivelano infatti per il loro comportamento, per la frequenza e il modo dei loro attacchi, ma soprattutto per i pensieri che ispirano. Si può acquistare un «senso» speciale, un'intuizione spirituale, fino a diventare capaci di riconoscere un cattivo pensiero «dal cattivo odore caratteristico dei demoni»

    Le regole psicologiche» a seconda del modo di agire degli spiriti


    Se Evagrio distingue soprattutto le diverse categorie di pensieri che i demoni suggeriscono all'uomo, Antonio osserva invece soprattutto gli stati psicologici prodotti dall'azione degli spiriti nell'anima. Il grande discorso di Antonio enuncia la


    Regola d'oro del discernimento:

    Le buone aspirazioni fanno nascere «una gioia inesprimibile, il buon umore, il coraggio, il rinnovamento interiore, la fermezza dei pensieri, la forza e l'amore per Dio»; le altre, invece, portano con sé «paura dell'anima, turbamento e disordine dei pensieri, tristezza, odio contro gli asceti, acedia, afflizione, ricordo dei parenti, timore della morte e infine desideri cattivi, pusillanimità per la virtù e disordine dei costumi».


    Più tardi questa regola è stata semplificata in un assioma: Quidquid inquietat est a diabolo. Evagrio parla di «stato pacifico» e di «stato turbato». In seguito gli autori si resero però conto del fatto che distinguere una «consolazione» da una «desolazione» non è sufficiente a discernere la loro origine: il demonio è infatti un ingannatore. «Quando il nostro intelletto incomincia a sentire la consolazione dello Spirito Santo - nota Diadoco - allora anche Satana consola l'anima con un sentimento di finta dolcezza, nel riposo della notte, quando si soccombe all'influenza di un sonno leggerissimo».

    A ben guardare già l'istruzione di Antonio non si limitava a parlare di gioia o, al contrario, di tristezza, ma sottolineava piuttosto la contrapposizione più sottile fra katàstasis e akatastasìa. Si potrebbe, dunque, dire che le manifestazioni angeliche sono «secondo natura», mentre quelle demoniache turbano l'ordine naturale, che è buono.

    Anche se il demonio prende la forma di un angelo di luce (2Cor 11,14), con la farsa apparenza di luce», «dimena gentilmente la coda», lo si riconosce tuttavia dalle opere, dall'effetto che produce sull'immagine di Dio nell'anima, ed è questo il criterio decisivo del discernimento fra «stato pacifico» e «stato turbato».

    In particolare si esortano i monaci a fare attenzione ai punti deboli delle loro virtù, oppure all'immoderazione nella loro ascesi. «Quando, nella loro lotta contro i monaci, i demoni sono impotenti, allora si ritirano un pò osservando quale virtù è negletta in quel momento, ed è li che fanno subito irruzione per fare a pezzi l'anima disgraziata». Spingendo l'ascesi all'esagerazione, i demoni cercano di «distoglierci da ciò che può essere fatto e di costringerci a fare ciò che è impossibile».

    [Modificato da MARIOCAPALBO 28/08/2012 19:44]
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    MARIOCAPALBO
    00 28/08/2012 19:15
    Regole per il Discernimento degli Spiriti (Dagli esercizi Spirituali di S. Ignazio)

    Regole per il Discernimento

    degli Spiriti

    (Dagli esercizi Spirituali di S. Ignazio)

    Per far trionfare il regno di Dio è necessario innanzi tutto comprendere a fondo le realtà in cui siamo immersi. Il mondonon è altro che la rappresentazione di due forze in conflitto tra loro: Dio, che vuole salvo ogni uomo, e Satana, che vuole impedire tale evento e che quindi cerca con ogni mezzo di ingannare, fuorviare l'uomo, allontanandolo dalla Verità di Dio.

    Regole per percepire e comprendere, fin dove è possibile, le diverse disposizioni prodotte nell'anima: le buone, perché possano essere accettate; le cattive, perché possano essere respinte. Queste regole sono più adatte alla

    Prima Settimana:

    1. - Il nemico è abituato a proporre piaceri apparenti a quelle persone che di solito vanno peccato mortale in peccato mortale. Fa loro immaginare piaceri e godimenti sensuali, per trattenerle con sé con sempre maggior facilità e accrescere i loro vizi e peccati. In queste persone lo spirito buono agisce in maniera contraria alle ispirazioni del nemico, risvegliando la coscienza ad un senso di rimorso tramite il retto giudizio della ragione.

    2.  - Il contrario della prima regola accade a quanti cercano sinceramente di purificarsi dai loro peccati, mentre procedono di bene in meglio al servizio di Dio nostro Signore. In quel caso Infatti, lo spirito cattivo è solito provocare tristezza ed ansietà, creare ostacoli basati su falsi ragionamenti, impedendo all'anima di progredire ulteriormente. Lo spirito buono ha la caratteristica di incoraggiare e rafforzare, consolare, produrre lacrime, ispirazioni e pace, di facilitare le cose togliendo gli ostacoli affinché l'anima possa progredire ulteriormente nelle opere buone.

    3. - La consolazione spirituale - Chiamo consolazione quando l'anima è stimolata da un moto interiore che la infiamma d'amore per il suo Creatore e Signore, quindi non potrà amare, in se stessa, nessuna cosa creata sulla faccia della terra, ma solo il Creatore di tutte le cose. É consolazione anche quando si spargono lacrime ispirate dall'amore del Signore, sia che si tratti di dolore dei peccati, sia per la passione di Cristo nostro Signore, oppure per qualunque altro motivo direttamente collegato al Suo servizio e alla Sua lode. Chiamo infine consolazione qualunque aumento di fede, speranza e carità, e ogni gioia interiore che richiami ed attragga verso le cose celesti e la salvezza della propria anima, ispirandole pace e quiete in Cristo nostro Signore.

    4. Chiamo desolazione tutto quanto è contrario alla terza regola, come l'oscurità dell'anima, il tormento della mente, l'inclinazione ad amare le cose terrene, l'inquietudine derivante da molti disturbi e tentazioni che portano alla perdita della fede, della speranza e della carità. É pure desolazione quando l'anima si trova completamente apatica, tiepida, triste e separata dal suo Creatore e Signore. E come la consolazione è il contrario della desolazione, così i pensieri che hanno origine dalla consolazione sono opposti a quelli derivanti dalla desolazione.

    5. In tempo di desolazione non si dovrebbero mai fare dei cambiamenti, ma restare fermi e saldi nelle risoluzioni e decisioni che ci hanno guidato prima della desolazione, o alle decisioni osservate nella consolazione precedente.

    q Infatti, come lo spirito buono ci consola e ci guida nella consolazione,

    q lo spirito cattivo guida e consiglia nella desolazione.

    Seguendo i consigli del secondo spirito, non troveremo mai la retta via per una giusta decisione.

    6. - Sebbene quando ci troviamo nella desolazione non dovremmo cambiare le decisioni prese in precedenza, sarà vantaggiosissimo intensificare la nostra attività contro la desolazione. Lo si può fare insistendo di più sulla preghiera, sulla meditazione, sui frequenti esami di coscienza e aumentando in modo adatto la nostra penitenza.

    7. - Chi si trova nella desolazione, dovrebbe considerare che nostro Signore, per metterlo alla prova, lo ha lasciato con le proprie forze naturali per resistere alle diverse agitazioni e tentazioni del nemico. Egli può resistere con l'aiuto divino, sempre disponibile anche se non lo percepisce chiaramente. Sebbene il Signore abbia ritirato da lui il grande fervore, l'amore ardente e la grazia intensa, gli ha tuttavia lasciato grazia sufficiente per la salvezza eterna.

    8. Chi si trova nella desolazione deve sforzarsi di perseverare nella pazienza, che è contraria alle vessazioni giunte su di lui. Dovrebbe anche considerare che presto la consolazione tornerà, e lottare con diligenza contro la desolazione, secondo quanto spiegato nella sesta regola.

    9. Vi sono tre motivi principali per cui ci troviamo nella desolazione:

    1. Perché siamo tiepidi, pigri, negligenti negli Esercizi Spirituali per cui, per nostra colpa, viene ritirata da noi la consolazione spirituale.

    2. Dio può metterci alla prova per misurare la nostra validità e il progresso fatto al Suo servizio e nella lode quando restiamo senza le generose ricompense della consolazione e delle grazie speciali.

    3. Egli vuole darci una vera conoscenza e comprensione, affinché possiamo davvero renderci conto che non rientra nel nostro potere conquistare o trattenere la grande devozione, l'amore ardente, le lacrime o qualunque consolazione spirituale, ma che tutto ciò è puro dono di grazia da parte di nostro Signore. Né Dio vuole che diciamo nostro quanto appartiene agli altri, permettendo all'intelletto di erigersi in uno spirito di orgoglio o di vanagloria, attribuendo a noi stessi la devozione o altri aspetti della consolazione spirituale.

    10. - Una persona che si trova nella consolazione dovrebbe pensare a come si condurrà nella desolazione che seguirà, e costruire così una forza nuova per quel periodo.

    11. - Una persona che si trovi nella consolazione dovrebbe procurare di umiliarsi e abbassarsi il più possibile. Dovrebbe ricordarsi quanto poco egli vale in tempo di desolazione, quando non ha la grazia della consolazione. D'altra parte, la persona che si trovi nella desolazione dovrebbe ricordare che, per resistere a tutti i suoi nemici, può fare molto usando la grazia sufficiente che ha, e attingendo forza dal suo Creatore e Signore.

    12. - Il nemico agisce come una donna, giacché è debole di fronte alla forza, ma forte se ha la sua volontà. Poiché è natura di una donna litigare con un uomo e perdere coraggio e fuggire quando l'uomo si dimostri forte e determinato, allo stesso modo se l'uomo perde coraggio e fugge, la rabbia, lo spirito di vendetta e l'ira della donna cresceranno oltre ogni limite. Similmente, rientra nella natura del nostro nemico diventare impotente, perder coraggio e fuggire non appena una persona che vive la vita spirituale resta coraggiosamente salda davanti alle sue tentazioni, facendo esattamente l'opposto di quanto egli suggerisce. Se al contrario la persona comincia a fuggire e a perdere coraggio nel combattere la tentazione, nessuna bestia feroce sulla terra sarà più feroce del nemico della nostra natura umana che persegue nelle sue cattive intenzioni con sempre crescente malizia.

    13. - Il nemico agisce anche come un falso amante che desideri restare nascosto e che non vuol essere rivelato. Perché quando questo uomo ingannevole fa la corte a qualche figlia di buon padre o alla moglie di un onesto marito, vuole che le sue parole e suggestioni siano tenute segrete. Gli dispiace assai se la ragazza rivela al padre, o la moglie al marito, le sue parole di inganno e le sue depravate intenzioni, perché allora sa che i suoi piani non hanno possibilità di riuscita. Allo stesso modo, quando il nemico della nostra natura umana tenta l'anima giusta con le sue astuzie ed inganni, vuole e desidera che questi vengano tenuti segreti. Quando sono rivelati a un confessore o a una persona spirituale che capisca quelle menzogne e perversi disegni, il nemico prova grande dispiacere perché sa che, una volta scoperti i suoi ovvii inganni, non potrà riuscire nei suoi infami disegni.

    14. -  Il comportamento del nemico somiglia anche a quello di una guida militare che desidera conquistare e saccheggiare l'oggetto dei suoi desideri. Come il comandante di un esercito installa le tende, studia la forma e le difese di una fortezza e quindi l'attacca nel punto più debole, allo stesso modo il nemico della nostra natura umana studia da ogni lato le nostre virtù teologiche, cardinali e morali. Dove ci trova più deboli e bisognosi riguardo alla salvezza eterna, ci attacca e ci assale.

    Seconda Settimana:

    Le regole che seguono serviranno per un maggiore discernimento degli spiriti, e sono più applicabili alla seconda settimana.

    1. - É caratteristica di Dio e dei Suoi angeli portare all'anima felicità vera e gioia spirituale, liberandola dalla tristezza e dai disturbi provocati dal nemico. Rientra nella natura del nemico combattere tale gioia e consolazione spirituale proponendo (apparentemente) motivi seri, astuzie e continui inganni.

    2. - É caratteristica di Dio dare all'anima solo consolazione senza cause precedenti, poiché Egli può entrare nell'anima, lasciarla e agire su di lei attirandola pienamente all'amore della Sua Maestà Divina. Dico senza cause precedenti, ossia senza la conoscenza di nessun oggetto dal quale tale consolazione potrebbe derivare all'anima, grazie ai propri atti di intelletto e di volontà.

    3.  - Quando vi è una causa precedente, sia l'angelo buono sia quello cattivo possono consolare l'anima, ma per scopi diversi. L'angelo buono interviene per far progredire l'anima, affinché possa crescere verso una maggiore perfezione; il maligno consola per lo scopo opposto, per portare l'anima verso i propri cattivi disegni e perversioni.

    4. - Il maligno ha la caratteristica di trasformarsi in angelo di luce e di agire inizialmente con l'anima, ma alla fine di agire per se stesso. All'inizio suggerirà pensiero buoni e santi, conformi alle disposizioni di un'anima giusta; poi, poco a poco, cercherà di raggiungere i propri fini attirando l'anima nei suoi nascosti inganni e perversi disegni. 

    5. - Dobbiamo prestare costante attenzione al corso dei nostri pensieri e se all'inizio, verso la metà o verso la fine, sono sempre buoni e rivolti verso ciò che è davvero giusto, è segno che sono ispirati dall'angelo buono. Se il corso dei pensieri suggeriti finisce in qualcosa di male, o che ci distrae, oppure in qualcosa di meno buono di quanto ci eravamo proposti in precedenza; oppure se questi pensieri indeboliscono, inquietano o disturbano l'anima distruggendo la pace, la tranquillità e la quiete precedente, è chiaro segno che provengono dallo spirito cattivo, il nemico del nostro progresso e della nostra salvezza eterna.

    6. - Quando il nemico della nostra natura umana è stato scoperto e riconosciuto dai suoi inganni e dai cattivi fini verso cui ci porta, è bene che la persona che è stata tentata esamini poi il corso dei buoni pensieri che gli sono stati suggeriti. É bene che consideri come sono iniziati, e come il nemico è riuscito poco a poco a farla cadere dallo stato di dolcezza e di gaudio spirituale di cui godeva, fino a portarla verso il suo perverso disegno. Con l'esperienza e la conoscenza così acquisite e rivelate, ci si potrà meglio guardare in futuro dagli inganni abituali del nemico.

    7. - In quanti progrediscono spiritualmente, l'azione dell'angelo buono è gentile, dolce e leggera, come goccia d'acqua che entri in una spugna. L'azione dello spirito cattivo è dura, rumorosa e reca disturbo, come goccia d'acqua che cade su una pietra. In quelle anime che vanno di male in peggio, l'azione di questi due spiriti è invertita. La causa di questa differenza di azione è la disposizione dell'anima, che è contraria o simile a quella degli spiriti menzionati sopra. Quando la disposizione dell'anima è contraria a quella degli spiriti, essi entrano in lei portando disturbo e rumore, per cui saranno facilmente rivelati. Quando invece le disposizioni dell'anima e degli spiriti sono simili, questi ultimi entrano in silenzio, come uno che entra in casa propria attraverso una porta aperta.

    8. - Quando la consolazione è senza cause precedenti, pur non essendovi inganno perché procede unicamente da Dio, come è stato detto prima, la persona spirituale che la riceve dovrebbe considerarla con grande vigilanza e attenzione. Dovrebbe distinguere il momento esatto di tale consolazione dal periodo che la segue, durante il quale l'anima continua nel fervore e avverte il favore divino e gli effetti che seguono la consolazione passata. Spesso in quel periodo successivo l'anima fa vari progetti e risoluzioni non direttamente ispirati dal Signore: possono risultare dalle sue riflessioni, dalle abitudini o in seguito ai suoi concetti e giudizi e possono venire sia dallo spirito buono sia da quello cattivo. É quindi necessario un accurato esame, prima di approvarli e di metterli in pratica.

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    MARIOCAPALBO
    00 28/08/2012 19:18
    astore Lirio Porrello IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI
    Oratore: Pastore Lirio Porrello


    IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI



    Ora, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza riguardo ai doni spirituali. 1Corinzi 12:1


    Redazione a cura di Delia Dammone



    L’invito pressante dell’apostolo Paolo ai Corinzi è rivolto a ciascuno di noi e ci ricorda che Dio, come un Padre amorevole, vuole ammaestrarci, vuole darci la conoscenza e la sapienza.

    Dio vuole che questo sia un anno di crescita spirituale per la Sua chiesa: che ogni credente diventi un discepolo (una persona cioè che si lascia disciplinare, che si lascia cambiare, che ubbidisce alla Parola del Signore) e che ogni discepolo diventi un ministro (cioè una persona coinvolta nel servire gli altri).



    Tutti dobbiamo comprendere quali sono i doni che Dio ci ha dato ed impegnarci con zelo a praticarli per l’edificazione del corpo di Cristo.Tutti dobbiamo essere utili alla causa del Signore. Tutti dobbiamo avere, come Gesù, l’attitudine del servo.

    Matteo 20:28 Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».

    Dobbiamo crescere, diventare maturi nella fede. Quando siamo bambini, sono gli altri che si occupano di noi; così, quando si è bambini nella fede, sono gli altri, più maturi spiritualmente, che si mettono al nostro servizio; ma, man mano che cresciamo, dobbiamo desiderare di servire, noi, gli altri; questa è la normale crescita del cristiano.



    Oggi la Parola di Dio ci ammaestra ancora sui doni dello Spirito, che sono la manifestazione della Grazia di Dio, gli strumenti che Egli ci dona per metterli a servizio degli altri, per far conoscere a tutti l’amore che Dio ha per noi.

    1Corinzi 12:7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utilità comune. 8 A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; 9 a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti;



    Il tema di oggi è, in particolare, il discernimento degli spiriti, che è il dono minore tra i doni di rivelazione, mentre il dono maggiore è la parola di sapienza (che riguarda il futuro) e quello intermedio la parola di conoscenza (che riguarda il passato e il presente).

    Il discernimento degli spiriti è, fra i tre doni di rivelazione, il minore, perché ha un raggio d’azione inferiore, in quanto è limitato solo alla sfera degli essere spirituali.

    Ma cerchiamo di definire che cosa è il discernimento degli spiriti: è l’abilità soprannaturale che permette di vedere nel mondo dello spirito; attraverso questa abilità il credente può vedere angeli, demoni, e discernere la condizione dello spirito umano sia nel bene che nel male.

    Questo dono era prevalente nel ministero dei profeti nell’A. T., che venivano chiamati appunto “veggenti” perché potevano vedere quello che altri non vedevano, perché vedevano nel mondo dello spirito.



    Che cosa significa “discernere”? Significa distinguere, percepire, differenziare, comprendere con chiarezza. Questo dono ci apre le porte del mondo spirituale, ci permette di scorgere, dietro certe manifestazioni o attività della nostra vita, manifestazioni di demoni o interventi angelici.

    Efesini 6:12 poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti.

    Se Dio ci dà il discernimento degli spiriti in manifestazione, possiamo scoprire per tempo le macchinazioni degli spiriti del male e, con l’autorità che ci viene da Gesù, cacciarli via e annullare le loro opere.



    Come si può lottare contro un nemico che non si vede? Come si può trovare una soluzione a problemi di cui non sappiamo distinguere la vera causa? Dobbiamo pregare Dio perché ci conceda questo discernimento per proteggere noi stessi e gli altri dagli attacchi del nemico.

    Come può il Signore darci questa rivelazione, questo discernimento? Vari sono i modi attraverso cui Dio può operare in noi: visioni, sogni, parole di conoscenza, sensi spirituali.

    Capita talvolta che, mentre preghiamo per una persona, una visione ci illumini sulle sue reali condizioni e sul modo opportuno per aiutarla. Se però non siamo sensibili alla voce dello Spirito, corriamo il rischio si sottovalutare quella rivelazione e di non tenerne conto, perdendo l’opportunità di lasciarci usare dallo Spirito per il bene dei fratelli.



    Un giorno il pastore, pregando per una sorella, vide attorno a lei un’ombra nera, ma non cercò di dare una spiegazione alla cosa. Successivamente la sorella si ammalò e per sei mesi fu colpita da febbri continue, che si credevano causate da un’infezione, ma poi si scoprì che erano determinate da un cancro. Dovette subire un intervento demolitivo e guarì, ma se si fosse per tempo accertata la natura del male, dando retta alla rivelazione del Signore, si sarebbe potuto estirpare il male all’origine e risparmiare il successivo intervento demolitivo.

    Preghiamo il Signore di renderci sensibili alla voce dello Spirito!

    È opportuno a questo punto specificare, per inciso, che il discernimento degli spiriti non è la stessa cosa del discernere il bene dal male. Questo tipo di discernimento infatti non è un dono dello Spirito, ma è frutto dell’esperienza, della maturità, della conoscenza della Parola di Dio.

    Ebrei 5:13 Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino; 14 il cibo solido invece è per gli adulti, che per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male.



    Chi è maturo nella fede ha le facoltà (i sensi spirituali) più esercitate a distinguere se una cosa è buona o cattiva. C’è un valido sistema per distinguere: tutto ciò che ti avvicina a Dio è da Dio, tutto ciò che ti allontana da Dio non è da Dio. Se, quando fai certe cose ti senti lontano da Dio, ti senti in colpa, è il tuo spirito che ti avverte. L’esperienza ti aiuta a distinguere le cose giuste da quelle sbagliate; chi è inesperto invece cade più facilmente nelle trappole del nemico.

    Gli anziani, più esperti, devono usare la loro esperienza per ammaestrare i giovani; l’esperienza degli anziani mescolata all’energia dei giovani diventa una bomba contro il male, a servizio del bene.



    Ma torniamo al discernimento degli spiriti che ci apre gli occhi sulle cose spirituali. Il mondo ignora totalmente la realtà spirituale; la gente crede solo a ciò che vede, tocca, sente, non riconosce altro mezzo di conoscenza se non l’esperienza sensoriale.

    Ma quante cose non si vedevano fino a poco tempo fa, come batteri, virus, ed ora si vedono grazie ai microscopi! Ovviamente batteri e virus esistevano anche prima, ma poiché non si vedevano, se ne ignorava l’esistenza.

    Dio non si vede, eppure tutte le cose che si vedono provengono da Lui. Dio è Spirito, si può avvertire la Sua presenza, ma non si può vedere. Dio è onnipresente ma non in manifestazione ovunque. Anche gli angeli sono spiriti e possiamo vederli solo attraverso i sensi spirituali, attraverso gli occhi dello spirito.

    Ebrei 1:14 Non sono essi tutti spiriti servitori, mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza?

    La parola angelo in greco significa messaggero; gli angeli infatti sono messaggeri mandati da Dio per aiutarci, per liberarci da pericoli. Anche Gesù, dopo le tentazioni nel deserto, fu servito e confortato dagli angeli. Non dobbiamo però pregare gli angeli, dobbiamo pregare solo Dio.



    Negli Atti degli Apostoli troviamo numerose testimonianze di interventi angelici in aiuto degli apostoli: Pietro liberato dalla prigione, Paolo salvato dal naufragio insieme a tutti gli altri passeggeri. Gli angeli vengono inviati da Dio per proteggere i credenti, hanno le lance per combattere contro gli spiriti delle tenebre, costituiscono l’esercito di Dio con carri e cavalli di fuoco. Anche oggi, nelle riunioni di credenti, alcuni possono distinguere con gli occhi dello spirito la presenza protettrice degli angeli.



    Nel mondo spirituale ci sono quindi Dio e gli angeli, ma ci sono anche Satana e gli spiriti maligni, e possiamo vederli quando Dio ci dà il discernimento spirituale.

    Per quanto riguarda gli uomini, il loro spirito si divide in spiriti rigenerati e spiriti non rigenerati. Lo spirito umano rigenerato, cioè quello nato di nuovo che ha accettato Gesù come Salvatore e Signore, è passato dal regno delle tenebre a quello della luce.

    Lo spirito umano non rigenerato è ancora nelle tenebre e non si rende conto del proprio stato finché il Signore non lo illumina e gli fa comprendere la sua condizione.



    Guardiamo un esempio di discernimento dello spirito umano nel Vangelo di Giovanni.

    Giovanni 1:47 Gesù vide venirgli incontro Natanaele e disse di lui: «Ecco un vero Israelita, in cui non c'è inganno».

    Gesù non aveva mai parlato con Natanaele, tuttavia, quando lo vede, sa discernere il suo spirito, vede che il suo cuore è sincero e leale.

    Anche l’apostolo Pietro mostra di saper discernere lo spirito umano quando, rimproverando Simone, un mago che si era convertito al cristianesimo, ma non si era ancora del tutto purificato, tanto che voleva dare del denaro agli apostoli per poter acquisire il potere di trasmettere lo Spirito Santo con l’imposizione delle mani, gli dice di vederlo <>, e lo esorta ad implorare il perdono di Dio.

    Atti 8:23 Poiché io ti vedo essere nel fiele di amarezza e nei legami d'iniquità».

    Saper leggere nel cuore umano, smascherare dei propositi malvagi, può aiutare un fratello a rendersi conto della sua condizione e spingerlo a ravvedersi.



    Il discernimento degli spiriti può servire anche a sventare le macchinazioni del diavolo per screditare i credenti.

    Atti 16:16 Ora, mentre andavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e che, facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17 Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava, dicendo: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza». 18 Ed essa fece questo per molti giorni; ma Paolo, infastidito, si voltò e disse allo spirito: «Io ti comando nel nome di Gesù Cristo di uscire da lei». E lo spirito uscì in quell'istante.

    Quando la giovane schiava indovina per più giorni va proclamando alla folla che gli apostoli sono servi dell’Iddio Altissimo, Paolo comprende che la ragazza è ispirata da uno spirito di divinazione che vuole screditare gli apostoli facendoli apparire una stessa cosa con un’indovina. Infastidito Paolo ordina allo spirito di uscire dalla ragazza, e lo spirito esce all’istante.



    Si può avere discernimento anche attraverso sogni in cui Dio ci rivela che dietro una determinata situazione c’è l’opera di un demone. Una volta svegli dobbiamo agire e cacciare lo spirito nel nome di Gesù.

    Come pure Dio può manifestare la presenza di spiriti del male tramite visioni, odori pestilenziali o sensazioni di freddo percepite spiritualmente. Uno spirito può essere rivelato anche attraverso una parola di conoscenza, come vediamo in Luca 13:11.12, in cui Gesù vede spiritualmente che la donna è legata da uno spirito di infermità che l’affligge da 18 anni e, pronunciate parole di fede, la libera.



    Guardiamo ora un esempio di discernimento degli spiriti nell’Antico Testamento.

    2Re 6:17 Poi Eliseo pregò e disse: «O Eterno, ti prego, apri I suoi occhi, perché possa vedere». L'Eterno allora aperse gli occhi del giovane e questi vide; ed ecco il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco, tutt'intorno ad Eliseo.

    Il servo del profeta Eliseo è preoccupato perché vede la casa del padrone circondata dall’esercito nemico, ma Eliseo prega Dio perché gli apra gli occhi e gli faccia vedere l’esercito celeste schierato in loro protezione, pieno di cavalli e di carri di fuoco.



    Nei momenti difficili non scoraggiamoci, ma preghiamo Dio di aprirci gli occhi e farci vedere l’esercito di angeli accampato intorno a noi, che combatte assieme a noi.

    Dio non abbandona i suoi servi; se tu lo servi Egli ti onora. Gli angeli del Signore si accampano intorno a quelli che temono il Signore e li liberano.

    Eliseo fu una benedizione per il suo popolo, perché, vedendo nel mondo dello spirito, riuscì a vincere il nemico e a fargli ammettere la superiorità del Dio d’Israele.

    Egli usava i doni ricevuti dallo Spirito per il bene comune, senza mai sfruttarli per il proprio interesse, anzi condanna il suo avido servo che cerca di trarre vantaggio personale dalle facoltà del padrone (2Re 5:2). Smascherato, il servo non si giustifica, non chiede perdono, ed Eliseo deve emettere una sentenza di giudizio contro di lui; le conseguenze del peccato ricadranno su di lui e su tutta la sua discendenza, saranno colpiti dalla lebbra.

    Tutti quelli che sono bramosi di beni materiali, sono pronti a mentire, a fare compromessi pur di arricchirsi, il loro cuore non è libero davanti a Dio, sono lebbrosi nello spirito. Come il servo di Eliseo, ci sono persone che stanno in luoghi dove lo Spirito Santo opera, dove c’è il risveglio, ma non cambiano il proprio cuore. Beati quelli che si piegano al Signore con tutto il cuore e Lo servono con gioia.



    L’apostolo Giovanni ci incoraggia a discernere gli spiriti.

    1Giovanni 4:1 Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo.

    Ci sono spiriti che si travestono sotto forma di religiosità ed ingannano le persone facendo credere che basta partecipare al culto domenicale per essere salve. Ci sono persone che hanno forma di pietà, ma hanno rinnegato la potenza. Ci sono persone che pur frequentando la chiesa non sono nate di nuovo, non hanno accettato Gesù con tutto il cuore, sono falsi fratelli. Chi vede il loro comportamento, in contrasto con la Parola di Dio, ne rimane scandalizzato e si allontana, perché con la loro cattiva testimonianza hanno gettato fango su tutta la chiesa.

    Dobbiamo imparare a provare gli spiriti e a discernere se vengono da Dio. Se un uomo fa opere buone, è buono, se fa cose cattive è cattivo. Un albero si riconosce dai suoi frutti, ma come per gli alberi non possiamo vedere subito i frutti e dobbiamo aspettare il momento giusto, così per gli uomini dobbiamo attendere con pazienza i frutti per poterli giudicare con sicurezza.



    Pietro ci insegna come mettere a servizio degli altri i doni che abbiamo ricevuto.

    1Pietro 4:10 Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio

    Dobbiamo bramare i Suoi doni perché Dio ci mostra il Suo amore attraverso di essi e dobbiamo metterli a servizio degli altri per far conoscere l’amore di Dio per gli uomini.



    Come nella nostra vita quotidiana prima di fare qualsiasi cosa la pensiamo nella nostra testa e programmiamo mentalmente le nostre azioni, così anche nella nostra vita spirituale dobbiamo usare l’immaginazione. Immaginiamo di avere i doni tanto desiderati, prestando fede alla Parola di Dio che dice che ciascuno di noi ha ricevuto manifestazioni dello Spirito per l’utilità comune. Immaginiamo di usare questi doni per il bene della Chiesa. Se credi che Dio ti abbia dato dono di guarigioni, immagina d’imporre le mani sugli infermi e che questi guariscano. Immagina te stesso che preghi nella tua cameretta e ricevi da Dio una visione, un discernimento, una rivelazione, un’interpretazione di lingue, una profezia.

    Dio vuole darci questi doni, segno del Suo amore.

    Dice Paolo: se Dio ha dato il Suo Figlio, ciò che aveva di più caro, ti darà anche altre cose. Egli vuole che noi esprimiamo l’amore che abbiamo per gli altri attraverso i doni che Lui ci ha dato. Noi non diamo del nostro, ma di quello che viene dal Signore, il dono più bello e più puro che possiamo fare. Quando lo Spirito Santo prende l’iniziativa, dobbiamo lasciarci usare e fare fluire in noi i doni dello Spirito, affinché si manifestino.



    Diciamo: << Signore, io sono pronto per ricevere manifestazioni dello Spirito Santo, sono pronto a ricevere sogni, visioni, parole di conoscenza, intuizioni per comprendere quello che c’è nel mondo spirituale>>.

    Quando le circostanze sono avverse lottiamo consapevoli che la nostra lotta non è contro carne e sangue, ma contro principati e potestà, dominatori di questo mondo di tenebre, forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti.

    Se discerniamo uno spirito d’infermità perché Dio ce lo rivela, agiamo secondo la Sua Parola, ordiniamogli di andarsene nel nome di Gesù.

    Il nemico non si rivela a noi, e un nemico invisibile è più difficile da combattere, ma quando Dio ce lo rivela, tutto diventa più facile.

    Quando Dio ci apre gli occhi dello spirito sugli attacchi del nemico, mettiamo protezione, preghiamo. Soprattutto chi è adulto nella fede, conosce la Parola, ha fatto esperienza, preghi per chi è ancora bambino nella fede e ancora non comprende le cose dello spirito e non ha discernimento, affinché Dio lo protegga dalle opere del diavolo, distruggendole.

    Diventiamo più coscienti del mondo spirituale. Mettiamoci a disposizione dello Spirito e Dio

    ci ricompenserà con la Sua gioia.
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    MARIOCAPALBO
    00 28/08/2012 19:21
    CRITERI DI DISCERNIMENTO CIRCA I CARISMI STRAORDINARI
    CRITERI DI DISCERNIMENTO CIRCA I CARISMI STRAORDINARI

    Il Concilio Vat.II (LG 12) parla di carismi(doni) ordinari e di carismi straordinari. Fanno parte dei carismi straordinari anche le apparizioni della Beata Vergine Maria, locuzioni interiori, messaggi : di questo vogliamo parlare in questo articolo. Molti autori hanno trattato il problema del discernimento dei carismi straordinari, ricordiamo ora solo R.Laurentin, M.Zerboni, A. Tanquerey, A. Royo Marin (1)

    Procediamo per ordine cercando di dare un quadro generale del problema .

    I - ESISTENZA DEI CARISMI STRAORDIMNARI

    Il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato da Giovanni Paolo II nel 1992, che è la sintesi ufficiale della dottrina della Chiesa, al numero 799 così definisce i carismi straordinari: “Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un'utilità ecclesiale ordinati come sono all'edificazione della Chiesa , al bene degli uomini e alle necessità del mondo.”

    Nella S.Scrittura si parla di carismi straordinari, soprattutto nelle lettere di S.Paolo (cfr 1 Cor 14,4-5.12.18-19.26-33).

    Nella storia della Chiesa sempre ci sono state delle persone con carismi straordinari, per esempio quasi tutti i fondatori di ordini religiosi o di opere ecclesiali avevano carismi straordinari : S. Benedetto, S.Francesco, S.G.iovanni Bosco, P.Pio.....

    Oggi assistiamo ad una fioritura di carismi straordinari. La profezia di Gioele, citata da S.Pietro nel discorso di Pentecoste si può applicare anche ai nostri giorni : “...i vostri giovani avranno visioni...”(At 2,17).

    II - CRITERI DI DISCERNIMENTO

    S.Giovanni nella sua prima lettera ci invita a fare un discernimento prima di credere alle rivelazioni private (apparizioni, locuzioni interiori, messaggi) :” Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo”( 1 Gv 4,1).

    Gesù ci dà la regola fondamentale(2) per riconoscere i veri carismatici :” Ogni albero si giudica dal suo frutto”(Lc 6,44).

    S.Paolo ci invita a fare discernimento circa le rivelazioni private e i carismi straordinari, evitando i due estremi : credere a tutti senza un esame approfondito e l'altro estremo : rifiutare tutto senza prendere in considerazione niente, cioè ci indica la via dell'equilibrio :”Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”(1 Tess 5,19-21).

    Il Concilio Vat II al n. 12 della LG dice:”E questi carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adattati e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione”.

    Il Papa Giovanni Paolo II ha dedicato l'udienza del mercoledì 24.6.92 a questo tema. I criteri di discernimento che il Papa ci insegna li possiamo così riassumere: 1) La concordanza con la fede della Chiesa in Gesù Cristo; 2)La presenza dei frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace; 3)La conformità con l'autorità della Chiesa e accettazione delle sue direttive(cfr Osservatore romano del 25.6.92).

    Il Catechismo della Chiesa Cattolica tratta dei carismi e del loro discernimento nei nn.799-800-801.

    III - IMPORTANZA DEI CARISMI STRAORDINARI

    S.Paolo in Ef 2,20 ci dice: “...edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”, cioè ci vuole insegnare che la componente ‘profetico-carismatica' è presente assieme alla componente ‘apostolica' nel fondamento stesso della Chiesa, fondata da Gesù Cristo.

    Il Papa Giovanni Paolo II nel messaggio rivolto al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali riunito a Roma per la Pentecoste del 1998, sottolinea come “ non c'è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica , di cui i movimenti sono un'espressione significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo”( Avvenire del 28.5.98,p.17). Così dicendo il Papa interpreta il testo di Ef 2,20 e lo applica anche alla Chiesa di oggi: cioè vuol dire che la componente profetico-carismatica, coessenziale alla struttura della Chiesa, è rappresentata oggi soprattutto da persone con carismi straordinari, alcune delle quali hanno fondato anche dei movimenti ecclesiali.

    Per capire l'importanza delle apparizioni, basta pensare a quanto siano state importanti le

    apparizioni di Gesù Risorto agli Apostoli.

    Dalle apparizioni di Gesù Risorto S.Paolo ha ricevuto tutta la forza per la sua missione e la luce per le sue lettere.

    Nella storia della Chiesa le apparizioni della Beata Vergine Maria hanno avuto un valore enorme: basti pensare a Fatima, Lourdes, Guadalupe, ecc... e negli ultimi decenni quasi in ogni nazione c'è stata un ‘apparizione della Beata Vergine Maria.

    Non studiare i carismi straordinari è un errore grave e se crediamo a quello che dice ogni giorno la TV, perché non credere a quello che dicono i carismatici, che il Signore chiama “suoi confidenti “, che hanno dedicato la loro vita a Dio, con grande fede e amore e vivono spesso nella povertà e talvolta sono anche perseguitati?

    IV - NORME DI DISCERNIMENTO CIRCA LE APPARIZIONI MARIANE

    Il P. Carlos Ignacio Gonzalez nel trattato di Mariologia (3) dice che la Chiesa nel dare il giudizio sulle apparizioni mariane esamina i seguenti aspetti: 1)La credibilità del veggente; 2) che il veggente non sia vittima di illusione involontaria; 3)i segni che il messaggio viene da Dio; 4) se il contenuto del messaggio concorda con la Rivelazione e promuove la vita cristiana e la fede.

    V - NORME DI DISCERNIMENTO CIRCA LE LOCUZIONI INTERIORI

    S.Giovanni della Croce chiama locuzioni, o parole soprannaturali formali, quelle parole distinte che lo spirito riceve non da sé , ma da un'altra persona, talora stando raccolto, talora no.(Salita del Monte Carmelo : cap.26, n.2).

    Il Tanquerey così le definisce:” Le locuzioni o parole soprannaturali, sono manifestazioni del pensiero divino intese dai sensi esterni o interni o direttamente dall'intelletto”(4).

    Un'anima carismatica che aveva il dono delle locuzioni interiori così le descriveva:”Esse sono parole chiarissime, avvertite dalla persona che le riceve come se nascessero dal cuore , e che, collegate fra loro, formano un messaggio”(F.C.).

    Per quanto riguarda le norme per discernere le locuzioni ci sono gli scritti dei grandi mistici(S.Giovanni della Croce, S.Teresa d'Avila, S.Ignazio, S.Caterina da Genova e da Siena) e numerosi trattati di teologia spirituale, come quelli di A.Tanquerey e di A.Royo Marin.

    VI - CARISMI STRAORDINARI E S. SCRITTURA

    La S.Scrittura , essendo “Parola di Dio”, è molto più importante delle Rivelazioni private. Le Rivelazioni private, anche se non aggiungono nuove verità, tuttavia sono di aiuto per comprendere in profondità numerosi testi biblici, sono cioè esplicitazioni di testi biblici e ‘chiavi ermeneutiche'.

    Gesù dice dello Spirito Santo :”Egli mi glorificherà , perché prenderà del mio e ve lo annunzierà”(Gv 16,14), cioè lo Spirito Santo svilupperà ciò che Gesù ha già detto e lo Spirito Santo viene a noi e guida la Chiesa attraverso doni gerarchici e doni carismatici(cfr L.G. n.4).

    VII -CRITERI NUOVI CIRCA I CARISMI STRAORDINARI DI OGGI

    Sono necessari, oltre ai criteri già enunciati, anche criteri nuovi, per fare discernimento dei carismi straordinari di oggi: 1) per comprendere infatti la verità e l'importanza di ogni singolo fatto carismatico, è necessario considerarlo nell'insieme degli altri carismi straordinari(come se componessero un ‘mosaico');2) è necessario tener presente che i carismatici attuali hanno una missione verso la Chiesa e il mondo; 3) infine tener presente che quando i carismatici attuali parlano della ‘fine dei tempi', non parlano della fine del mondo, ma di un passaggio da questa civiltà senza Dio ad una civiltà fondata su Dio; 4)inoltre è più che mai attuale la regola data da S.Paolo in Cor 14, 32-33:”Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti”. Tenendo presente che i profeti nel linguaggio biblico sono coloro che hanno ricevuto rivelazioni da parte di Dio e parlano a Nome di Dio ed hanno anche il dono di scrutare i cuori (come P.Pio) e che anche oggi ci sono carismatici, già vagliati, con questo dono di leggere nel cuore e nel pensiero delle persone, è prudente e talvolta doveroso consultare tali persone(come dice Renata Maria più avanti nell'articolo:Regole per i carismatici), perché riescono a vedere e a conoscere quello che c'è nel cuore delle persone : ciò che il più preparato dei teologi e il più santo dei Vescovi non riescono a vedere e a conoscere, senza tale dono; 5) Infine è necessario e doveroso, prima di dare un giudizio positivo o negativo su una persona che dice di avere carismi straordinari, di ascoltare direttamente tale persona : ciò lo chiede sia in Codice di Diritto Canonico, sia il Codice di Diritto Civile.

    VIII -CARISMI STRAORDINARI E MAGISTERO DELLA CHIESA

    Il teologo può fare un discernimento preliminare, ma la parola definitiva in questo campo spetta al Magistero della Chiesa. I Presbiteri, associati al ministero del Vescovo, possono fare molto, soprattutto aiutare i carismatici , anzi il Vat II nel decreto riguardante i Presbiteri dice che i sacerdoti devono valorizzare i carismi dei laici :” Sapendo discernere quali spiriti abbiano origine da Dio, essi devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici, devono ammetterli con gioia e fomentarli con diligenza”(P.O. n.9).

    CONCLUSIONE

    Tutti i sacerdoti sappiano accogliere le persone dotate di carismi straordinari e ascoltarle con pazienza e amore, correggerli se è necessario e infine valorizzare i contenuti dei messaggi nella pastorale. Così facendo si avrebbe subito un rinnovamento nella Chiesa e accogliendo la Potenza dello Spirito Santo donata attraverso i carismi straordinari, i lontani ma soprattutto coloro che sono andati a finire nelle sette, ritornerebbero alla Chiesa Cattolica.

    NOTE CIRCA L'ARTICOLO I CRITERI DI DISCERNIMENTO :

    (1) R.LAURENTIN, Quando Dio si manifesta, Roma, 1993

    M.ZERBONI, Bentornati carismi, Udine 1998

    A. TANQUEREY, Compendio di teologia ascetica e mistica, Roma 1927

    B. ROYO MARIN, Teologia della perfezione cristiana, Roma 1987

    (2) R.LAURENTIN, o.c., p.15.

    (3) C.I.GONZALEZ, Mariologia, Casale Monferrato,1988,p.309.

    A.TANQUEREY, o.c., n.1494.
    APPENDICE
    I PROFETI DI OGGI

    I profeti di oggi sono i carismatici attuali , cioè coloro che hanno dei carismi straordinari, in particolare coloro che ricevono apparizioni del Signore e della Madonna, messaggi da Dio, locuzioni interiori. Questi fenomeni mistici sono chiamati, nella Chiesa, ‘rivelazioni private”, che in realtà non sono ‘private', perché hanno finalità pubbliche, essendo rivolte a tutta la Chiesa e a tutto il mondo.

    S.Paolo in Ef 2, 20 dice : “…edificati sopra il sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”.

    Il Papa Giovanni Paolo II rivolgendosi al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, interpreta questo testo e lo applica alla Chiesa attuale e dice: “…non c'è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono un' espressione significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù”(Cfr ‘Avvenire' 28.5.98,p.17).

    Ora la componente profetico – carismatica, che è sempre esistita : nell'Antico Testamento, nel Nuovo e durante tutta la storia della Chiesa, oggi è rappresentata soprattutto da persone con carismi straordinari, che ricevono messaggi da Dio come spiegato sopra.

    Il Papa Giovanni Paolo II vuole dire che è necessario tener conto della componente profetico-carismatica della Chiesa, che è, secondo lui, “coessenziale alla costituzione divina della Chiesa”.

    Sempre il Santo Padre ha parlato in due sue Catechesi del mercoledì (vedi per esempio mercoledì 24.6.1992) dei criteri di discernimento dei carismi straordinari, in modo dei messaggi dei carismatici, così da valorizzarli e diffonderli. A questo proposito Parola di Dio attraverso S. Paolo (cfr 1 Tess 5, 19-21) dice : “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”. Quindi il disprezzo dei messaggi dei carismatici, il nasconderli, il proibire che siano diffusi è chiaramente contro la Volontà di Dio espressa nella Sacra Scrittura, che è tutta una Rivelazione di Dio dall'inizio alla fine. Il compito dei PROFETI DI OGGI CON I LORO MESSAGGI, CHE SI RIVOLGONO A TUTTA LA CHIESA E AL MONDO INTERO , è quello soprattutto di esplicitare i testi della Bibbia, in modo particolare dell'Apocalisse e poi di preparare la Venuta Intermedia di Gesù e il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 66 dice:”Anche se la Rivelazione (pubblica) è compiuta, non è però completamente esplicitata” (cioè appieno spiegata, compresa, sviluppata).. Gesù dice a proposito dello Spirito Santo: “Quando però verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera…Egli Mi glorificherà, perché prenderà del Mio e ve lo annunzierà” (Gv 16,13-14).

    Infine il P.Gabriele ROSCHINI, nel libro “ La Madonna negli scritti di Maria Valtorta”, Isola del Liri, 1973, p. 13 dice : “I nostri grandi mistici , cioè persone con carismi straordinari(n.d.r.), coi loro scritti, non vanno sottovalutati.

    Dio, Padre nostro, ci ha parlato e continua a parlarci non solo per mezzo dei Profeti, non solo per mezzo di Cristo suo Figlio (Sapienza infinita, Parola incarnata), non solo per mezzo degli Apostoli ed Evangelisti (negli scritti canonici), non solo per mezzo della Chiesa e del suo Capo visibile, il Romano Pontefice, non solo per mezzo dei suoi ‘Dottori'; ma ci ha parlato e continua a parlarci anche per mezzo dei mistici, ossia per mezzo di coloro che Egli ha arricchito di doni straordinari , dei cosiddetti carismi “.

    PAROLA DEL PAPA
    “LO SPIRITO DEL SIGNORE RISORTO NON HA TERMINATO DI PARLARE”
    IL PAPA GIOVANNI PAOLO II AI VESCOVI D'EUROPA

    (Cfr Osservatore Romano, 29 Novembre 1991)

    “Lo Spirito del Signore Risorto non ha terminato di parlare. Come afferma l'Apostolo Giovanni, colui che crede (cf Gv 14, 12). Non tutto è stato rivelato e ciò che saremo non è stato ancora reso noto : l'uomo è continuamente sollecitato dallo Spirito (cfr 1 Gv 3,2; Gaudium et Spes, 41). Lasciamoci guidare, pertanto, da questo Spirito.

    Non è forse questo che il mondo contemporaneo aspetta maggiormente? Non necessita forse di questo l'uomo alle soglie del terzo millennio? E poiché – come dice S. Paolo - (cf Eb 13, 14), egli avverte la necessità di ancorare sempre più la propria esistenza a Cristo”.