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Si conclude la difesa dei Patriarchi contro gli eretici.

25. 33. Stando così le cose, si è risposto più che abbastanza agli eretici, siano essi manichei o quanti altri rimproverano ingiustamente la poligamia ai Padri dell'Antico Testamento, ritenendo essere questa la prova per dimostrare la loro incontinenza. Essi al contrario devono convincersi che ciò che i Patriarchi facevano non andava contro natura, perché si univano alle loro donne non per lascivia ma per generare; non andava contro il costume, perché a quei tempi queste cose si facevano normalmente; non andava contro un precetto, perché nessuna legge lo proibiva: dunque non era peccato. Quelli poi che avevano rapporti illeciti è la stessa sentenza divina che li dichiara colpevoli nelle Scritture; oppure attraverso la lettura ci sono proposti perché li giudichiamo un esempio da evitare, non da approvare e da imitare.

Esortazione ai coniugati a non paragonarsi ai santi Padri.

26. 34. Dunque noi esortiamo con tutte le nostre forze i fedeli sposati a non giudicare temerariamente quei santi Padri in base alla propria debolezza, mettendo se stessi in paragone con se stessi 82, come dice l'Apostolo. Per questo non capiscono quante risorse possa avere l'animo che si dedica alla giustizia contro le passioni, per non soggiacere a tali tendenze carnali ed impedire che esse si spingano nei rapporti sessuali oltre la necessità della generazione, secondo quanto prescrivono l'ordine della natura, le usanze della morale e le norme della legge. Certo gli uomini interpretano malamente la condotta dei santi Padri perché essi stessi o scelsero le nozze per incontinenza o commettono eccessi nel matrimonio. Certo, sia gli uomini che le donne che restarono continenti dopo la morte dei rispettivi coniugi, sia le coppie che di comune accordo dedicarono a Dio la loro continenza, sappiano che a loro si deve una ricompensa più grande di quella che richiede la castità coniugale. Però non disprezzino le nozze dei santi Padri, paragonandole alla loro decisione; ma anzi senza esitare le antepongano ad essa, perché quelli si univano profeticamente, nell'unione non cercavano se non la prole, e nella prole stessa non intendevano altro che favorire la futura incarnazione di Cristo.

Coloro che fanno voto di restare vergini sono esortati all'umiltà.

26. 35. In particolar modo le nostre esortazioni sono rivolte ai giovani e alle fanciulle che dedicano a Dio la loro verginità; essi siano consapevoli di dover circondare il tempo della loro vita terrena di un'umiltà tanto più grande quanto più appartiene al cielo quello che hanno dedicato. Appunto è stato scritto: Quanto più sei grande, tanto più umiliati in tutte le cose 83. Dunque a noi spetta parlare della loro grandezza, a loro pensare a una grande umiltà. Dobbiamo escludere dunque il paragone con alcuni di quei santi che si sposarono e furono padri e madri: essi, benché non siano sposati, non sono superiori a loro, perché, se fossero sposati, non sarebbero neppure pari. Ma siano certi che superano assolutamente tutti quelli della nostra età che sono sposati o che hanno scelto la continenza dopo aver sperimentato il matrimonio; e li superano non di quanto Anna supera Susanna, ma di quanto Maria supera entrambe. Mi riferisco naturalmente solo a ciò che riguarda la santa integrità della carne: infatti chi non conosce gli altri meriti di Maria? Dunque questi giovani adottino i costumi che si accordano a una scelta tanto elevata ed avranno la completa sicurezza di una splendida ricompensa. Infatti sanno bene che essi stessi e tutti i fedeli, diletti ed eletti membri di Cristo, provenendo in gran numero da Oriente e da Occidente, risplenderanno di una luce di gloria diversa in proporzione ai loro meriti; ma il grande premio comune sarà di sedere a mensa nel regno di Dio con Abramo, Isacco e Giacobbe 84, i quali non per questa vita temporale ma per Cristo furono sposi e per Cristo furono padri.