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In cammino insieme allo Spirito Santo la via che conduce a Dio

TORNIAMO ALLE FONDAMENTA

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    MARIOCAPALBO
    00 26/03/2012 20:03
    John Blatter

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    TORNIAMO ALLE FONDAMENTA 

    John Blatter

     

     

    Titolo originale: Back To Basics

    Traduzione di Anna Maria Peselli

               Schema dell'insegnamento:

    - Fondamenta cristiane

    - Priorità dei cristiani

    -  Preghiera

    -  Studio

    -  Servizio

    -  Comunità

     

    Lo confesso, sono uno fanatico del calcio. A dire il vero sono fanatico per tutto l'anno: seguo le classifiche dal giorno dell'apertura fino ai mondiali e leggo tutte le cronache sportive, anche fuori stagione. Ovviamente, ho imparato moltissimo su questo sport e posso dire, senza scompormi, di aver appreso qualcosa applicabile anche alla vita spirituale.

        Ma non sono il primo né l'unico a trarre lezioni spirituali dall'atletica. Mi richiamo con orgoglio a Paolo, le cui lettere si riferiscono alle "corse," al "non dar pugni come a chi colpisce l'aria," ecc. Ai suoi tempi il calcio non esisteva, ma se ci fosse stato, ne avrebbe sicuramente tratto qualche sostanziosa lezione spirituale.  

        Prendiamo ad esempio il concetto delle fondamenta. Ogni anno negli allenamenti sportivi, all'inizio di stagione, i direttori delle varie squadre dicono ai giornalisti: "Ci dobbiamo concentrare sulle fondamenta, perché è da lì che si otterranno gli effetti più positivi per l'intera stagione." E ogni, anno nei campionati, i giocatori che lottano nelle partite dicono agli intervistatori: "Mi sto concentrando sulle fondamenta. Se ci riuscirò, tutto il resto andrà al posto giusto." I giochi perduti, i campionati mancati, le delusioni di ogni tipo, sono infallibilmente attribuite ad un errore nell'applicare le fondamenta.

     

    LE FONDAMENTA CRISTIANE 

    Anche la vita cristiana ha le sue fondamenta, altrettanto cruciali per il cristiano quanto la mossa giusta durante una partita. Prestare diligente attenzione alle fondamenta della vita cristiana è il modo migliore per vivere una vita efficace nel servire il Signore; perfino le nostre depressioni spirituali si possono spesso correggere tornando semplicemente alle cose basilari.

    Quali sono le fondamenta cristiane? Il riepilogo che preferisco è raffigurato nel semplice "diagramma della ruota" illustrato nel Seminario di Vita nello Spirito (Servant Books), e rappresentato qui sotto:

     Ogni ruota ha tre componenti: Il Bordo, la Parte Centrale, i Raggi.  

    • Il bordo è la parte della ruota che incontra la strada, affronta  le buche, i rilievi, gli stagni, le curve strette. Nel diagramma il bordo rappresenta la Vita Cristiana di ogni giorno, in cui cerchiamo di applicare la verità di Dio alle circostanze, spesso difficili, in cui ci troviamo.  

    • La parte centrale della ruota è il punto da cui emana la potenza diretta verso l'esterno, il bordo. In questo diagramma il Centro è il Signore Gesù Cristo e la potenza quella dello Spirito Santo.  

    Ed ecco infine i raggi:

    • la preghiera,

    • il servizio,

    • lo studio e

    • la comunità.  

    Due raggi: preghiera e studio, sono verticali e riguardano la relazione tra l'individuo e il Signore.

    Gli altri due - servizio e comunità - sono orizzontali e riguardano la relazione tra l'individuo e le altre persone.  

    Tali raggi sono i mezzi basilari attraverso cui la potenza di Dio può affluire nella nostra vita di ogni giorno. Quando sono tutti e quattro al loro posto, la vita cristiana è solida e ben basata; ma se uno o più raggi è rotto o mancante, andremo "fuori centro", e la nostra vita col Signore diventerà una cavalcata piuttosto confusa.

     LE PRIORITÀ DEI CRISTIANI 

      Per i cristiani convertiti da poco, quindi, la priorità principale deve essere quella di mettere saldamente a posto questi quattro raggi. Per i cristiani più maturi poi, che sperimentano qualche difficoltà nella relazione quotidiana col Signore, sarà bene accertarsi che tutti i raggi siano saldamente e fermamente collegati al Centro.  

    LA PREGHIERA

        La vita cristiana è, innanzitutto, una relazione personale tra noi e il Signore Gesù Cristo. Ovviamente è anche molte altre cose: una chiamata alla missione, un insieme di regole di vita, una ragione per amare gli altri; ma in primo luogo è una profonda relazione d'amore tra due persone: noi e il Signore. 

    La preghiera - o comunicazione con Dio - è il mezzo principale per stabilire e mantenere tale relazione. A mio avviso è il più importante dei fondamenti cristiani - il più "fondamentale" di tutti, se volete. É il raggio la cui assenza renderà più rapidamente instabile e ingovernabile la ruota.

    Quando sperimentiamo delle difficoltà nella vita cristiana, la prima cosa da chiedersi è: "Come va la mia vita di preghiera?" Quando la vita di preghiera si fa debole o difettosa, ho imparato che devo porvi rimedio prima di potermi aspettare la riuscita di altri "tentativi per riparare il guasto."  

    Una vita di preghiera efficace include tre principi importanti:

    La preghiera deve essere:

    - fedele;

    - guidata dallo Spirito Santo;

    - centrata su una relazione personale col Signore.  

    Fedeltà alla preghiera

    Alla preghiera dobbiamo essere fedeli e farne una priorità; dobbiamo farvi fronte adeguatamente tra le molte nostre altre responsabilità. Per la maggior parte di noi, il più delle volte essa dovrebbe costituire una attività quotidiana regolare. In molti casi ciò significherà programmare la preghiera: riservarle cioè un tempo speciale, in un luogo speciale protetto dalle distrazioni e dalle priorità meno importanti. Molti, nel tempo dedicato alla preghiera, trovano utile seguire uno schema regolare, assicurandosi di dedicarne una parte alla lode, al rendimento di grazie, alle petizioni, all'intercessione e all'ascolto del Signore.

    La preghiera nello Spirito

    La nostra preghiera deve anche essere guidata dallo Spirito Santo. Può capitare infatti che la "diligente osservanza" di un tempo di preghiera strutturato e programmato, possa rendere arida e meccanica la preghiera. Orari e strutture sono utili, ma spesso lo Spirito Santo ci chiederà di uscire dalla forma che ci siamo costruiti per guidarci a passare il tempo con il Signore in modi diversi. Dovremmo essere sempre aperti a tali sollecitazioni. Talvolta, variare deliberatamente la nostra routine contribuirà a scuoterci da un periodo di aridità.

     La relazione con Cristo

    La preghiera è un mezzo verso un fine, non un fine in se stesso. Il nostro scopo non è "pregare" e neppure "pregare bene," ma crescere nella relazione personale con il Signore. É questo il fattore equilibrante tra le strutture necessarie per mantenere la nostra fedeltà e la libertà necessaria per seguire lo Spirito Santo.

         Suppongo che siano state scritte più cose sulla preghiera che su qualsiasi altro argomento cristiano. Tutti abbiamo letto libri e articoli su come pregare, quando, dove e quante volte pregare. Può diventare una cosa schiacciante: se c'è tanto da sapere sulla preghiera, non meravigliamoci poi se qualche volta ci resta tanto difficile pregare!

         Benché questi argomenti siano tutti importanti, la preghiera in realtà è molto semplice: si tratta di amare Dio e di essere da Lui amati, di parlarGli e di permetterGli di parlarci.  

         Cosa c'è di tanto complicato in tutto ciò?  

         Proprio di recente, ho avuto un'esperienza che mi ha aiutato a capire questa verità. Negli ultimi tempi non ero stato troppo fedele alla preghiera quotidiana e una mattina mi sono svegliato deciso a "pregare bene." Ho riservato un'ora alla preghiera, mi sono diretto con decisione verso lo studio, ho chiuso la porta, mi sono seduto e ho cominciato a pregare.

              Niente.

              Imperterrito ho preso la Bibbia, sfogliandola da cima a fondo alla ricerca di un brano o di un Salmo che mi ispirassero, o del "Salmo giusto."

          Niente.  

                Forse devo cercare un altro posto - ho pensato. Sono salito in camera, ho chiuso la porta e subito mi sono distratto per dei fogli di lavoro lasciati la sera prima sul cassettone.

          Infine, con pia e calma disperazione, con un libro che prometteva di far sorgere una sete inestinguibile di preghiera, mi sono diretto verso la stanza degli ospiti, mi sono inginocchiato davanti al letto, ho aperto il libro e... mi sono addormentato profondamente. Mezz'ora dopo, al risveglio, sono dovuto uscire di corsa per recarmi al lavoro, in ansia per la mia incapacità a "pregare bene."  

          Ma quella stessa sera, dopo che mia moglie e i bambini se ne furono andati a letto, mi soffermai in soggiorno ad ascoltare un disco di musica cristiana... Il pensiero si elevò spontaneamente al Signore e prima che me ne rendessi conto e senza sforzo alcuno, mi ritrovai immerso in Lui per darGli tutto quello che avrei voluto dare quella mattina, e per ascoltarLo poi mentre mi rispondeva, con calma, nello Spirito.            

                Quel giorno imparai una lezione importante: Dio non abita nel mio studio o nella stanza degli ospiti, ma nel mio cuore.   

    LA PREGHIERA  

    1.      Decidete di passare ogni giorno un po' di tempo col Signore.   

    Una vita di preghiera quotidiana e fedele non può "capitare" come per caso: è necessario impegnarsi attivamente in quel compito

    2.     Sistemate bene i dettagli pratici: dove, quando e per quanto tempo.

    Se li lascerete "fluttuare," probabilmente anche il tempo della vostra preghiera quotidiana potrà fluttuare via. Su questo punto potrete ricevere aiuto dal libro di Ralph Martin, "Rapire il Regno: Aiuto pratico alla preghiera personale" (Ed. Paoline).                      

    3.      Per cominciare, adottate uno schema. Dedicate un po' di tempo alla lode e all'adorazione, alla petizione, all'ascolto del Signore.

    4.      Siate pronti a cambiare schema e a seguire le direttive dello Spirito. Lo schema o metodo è fatto per il tempo di preghiera e non viceversa. Sentitevi liberi di cambiarlo, a seconda delle esigenze del vostro cammino.   

    5.      Trovate un compagno per pregare. Fate in modo di pregare con un'altra persona di quando in quando, oppure chiedete ad un amico di controllare periodicamente la vostra fedeltà.

    6. Tenete un diario. Molti lo trovano utile per registrare le richieste di preghiera e poi annotare quando ricevono le risposte, e anche per scrivervi le parole personali che il Signore rivolge loro durante la preghiera.

    7. Fatelo. Il passo più importante è cominciare. I punti  opachi diverranno lucidi in un secondo tempo

     

    Nel mio desiderio profondo (o piuttosto ansia?) di "pregare bene," avevo dimenticato che lo scopo della preghiera era solo quello di stare col Signore. Lui era sempre rimasto lì, ma io mi ero preoccupato troppo della "preghiera" per notarLo! Spesso basta questo semplice spostamento di obiettivo: concentrarsi sulla preghiera anziché sul Signore, per impedire la vita di preghiera!

        

    LO STUDIO

     Ho qualche esitazione ad usare la parola "studio" per il secondo raggio della nostra ruota, perché a molti ricorda lunghe ore passate a grattarsi la testa e a riempirla di tante nozioni, dimenticate subito dopo aver passato l'esame. Studio significa sforzo arido, tedioso, non remunerativo - la cosa di cui siamo stati felici di liberarci quando abbiamo lasciato la scuola!  

        Ma lo studio è lavoro: è l'esercizio deliberato e concentrato dell'intelletto. Tuttavia non deve essere necessariamente arido e tedioso e può invece diventare remunerativo al massimo. In questo contesto, con "studio" non intendo riferirmi in primo luogo all'erudizione o all'impegno accademico, ma al più ampio processo di comprendere e capire più profondamente Dio e la Sua volontà per noi, allo scopo di poterlo poi amare e servire meglio.

        Nel suo libro: "Teologia e salute mentale," Frank Shield ha reso molto bene l'idea:  

    "A molti l'idea di far agire appieno l'intelletto nelle cose religiose risulta quasi repellente... Molti poi lo ritengono per lo meno non necessario - almeno per il laico - e magari pericoloso. Dicono che si può amare Dio senza un grande studio di dottrina. A conferma della loro tesi affermano poi che alcune delle persone più sante che conoscono sono ignoranti dal punto di vista culturale. Molti teologi non sono più santi del vecchietto che hanno visto recitare il rosario. Ma una tale idea è talmente zeppa di errori, che a malapena merita di essere confutata... Sarebbe un Dio davvero strano se potesse essere amato meglio da chi lo conosce di meno...

    Se un uomo può amare Dio pur conoscendo poco di Lui, Lo amerà molto di più conoscendolo di più: infatti, la conoscenza di ogni cosa nuova che Lo riguardi sarà un motivo nuovo per amarlo."  

    Studiamo, quindi, per conoscere meglio Dio e per amarLo di più. Ma come studiare Dio? Che mezzi abbiamo per scoprire più cose su di Lui?
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    MARIOCAPALBO
    00 26/03/2012 20:04

    Ne menzionerò tre:

    - La Scrittura;

    - La lettura spirituale; e

    - La predicazione e l'insegnamento.  

    La Bibbia:

    Dopo una vita di preghiera efficace, non vi è niente di tanto cruciale per il cristiano quanto una intensa immersione nella Scrittura. Non esiste altro studio che possa darci un nutrimento tanto ricco ed affidabile quanto quello della Bibbia. Quant'è buono il Signore ad averci dato un accesso così disponibile alla Sua rivelazione, al Suo pensiero, al Suoi piani! E che tragedia il fatto che tanto spesso non approfittiamo di questo grande dono!

        La prima tappa, ovviamente, consiste semplicemente nel leggere la Bibbia. Scegliete una traduzione che vi sia facilmente comprensibile (oggi ve ne sono anche in linguaggio corrente), trovatevi una poltrona comoda e cominciate a leggere.

    Il punto di  partenza per il cristiano sono i Vangeli: la storia della vita e dell'opera del Signore nostro Gesù Cristo. Poi potete leggere ciò che gli altri hanno detto di Cristo nel Nuovo Testamento, e in seguito esplorare il Vecchio Testamento, il prologo e il contesto dei Vangeli. Tutta la Scrittura, ha detto Paolo a Timoteo, "è ispirata da Dio ed è proficua per i figli di Dio" (cf. 2 Tm 3,16). Da dove cominciare è meno importante del fatto di cominciare.  

    La seconda tappa consiste in uno studio più concentrato di brani o argomenti scelti della Scrittura, e talvolta è utile farsi guidare da qualcuno che abbia già esplorato quel territorio. Abbiamo a disposizione una vasta gamma di materiale per lo studio della Bibbia, che va dalla meditazione quotidiana agli esercizi del tipo "domanda - risposta", fino ai commentari più sviluppati.

        Spesso tuttavia lo studio più proficuo della Bibbia è quello che facciamo da soli o con pochi amici. Fare semplicemente lo schema di un capitolo, elencandone i punti principali e scegliendo un'azione specifica da intraprendere in risposta a quell'insegnamento, può risultare più efficace della lettura del saggio di un esperto. Così facendo, svilupperemo in breve il nostro commentario personale della Scrittura, annotando tutto quanto il Signore ci ha insegnato attraverso la Sua Parola.  

    La terza tappa consiste nell'imparare a memoria alcune parti della Scrittura. Cambiare la dieta della mente passando dal sovraccarico di sensazioni provenienti dai mass media e anche dalle preoccupazioni personali, per pensare all'incrollabile verità della Parola di Dio, può avere effetti drammatici sulla nostra vita intellettuale e spirituale. Tutti conosciamo dei versetti della Scrittura che per noi hanno racchiuso lezioni importanti da parte di Dio. Affidarli alla memoria - impararli "a mente" - potrà di gran lunga moltiplicare il loro impatto sulla nostra vita.

    La lettura spirituale - Dopo aver letto ciò che Dio dice di Se Stesso, dovremmo anche leggere cosa dicono di Lui uomini e donne fedeli, sapienti, esperti o santi. Molti cristiani trovano che la lettura spirituale fatta regolarmente sia un ottimo complemento allo studio della Scrittura e alla preghiera quotidiana.  

         Ma cosa leggere? A questo proposito gli amici cristiani che fanno un cammino di crescita potranno darvi indicazioni assai utili, così come i molti libri e riviste validi esistenti. Duemila anni di storia cristiana hanno prodotto una miniera d'oro quanto a letture spirituali utili e solide. L'impegno ad avvalerci di quel tesoro sarà ampiamente ricompensato.  

    La predicazione e l'insegnamento - Possiamo accrescere la comprensione di Dio e delle Sue vie imparando da coloro che tra noi predicano e insegnano. Le omelie domenicali, gli insegnamenti agli incontri di preghiera, le cassette delle conferenze: tutte queste cose possono fornire una fonte continua di saggezza e di conoscenza.  

        Suggerisco di prendere appunti di quanto ascoltiamo ed  impariamo, per poterci poi rinfrescare la memoria sulle lezioni che ci sono state presentate.

     

    IL SERVIZIO  

     Il servizio può essere la parte più trascurata delle fondamenta cristiane. Talvolta infatti il cristianesimo viene presentato come il miglior programma per migliorare se stessi, e molti cristiani si occupano quasi esclusivamente del proprio sviluppo spirituale, a discapito del servizio dovuto a Dio e al Suo popolo, che viene invece trascurato.

        Gesù Cristo, mediante il Suo Spirito, opera in noi non solo per la crescita e lo sviluppo personale: vuole anche darci mezzi ed energia per svolgere un servizio efficace, vuole che ci rivolgiamo verso l'esterno, per agire tramite noi e influenzare il mondo affinché si orienti verso di Lui.  

    "Come se fossero fatti al Signore" - Molti di noi hanno già molte occasioni di servizio cristiano incorporate nella loro vita, pur non riconoscendole come tali: sono le semplici responsabilità di base della vita quotidiana. Essere marito, moglie, allevare figli, andare a lavorare, essere cittadini responsabili, membri fedeli della Chiesa, buoni vicini - tutti questi doveri di routine possono essere svolti "come se fossero fatti al Signore" (cf. Ef. 6,7) e diventare occasioni eccellenti per costruire il Regno di Dio.         

        La prima tappa è quindi quella di assumere una mentalità di servizio, di considerare l'intera vita come un dono per svolgere l'opera di Dio e i vari aspetti della vita come vie maestre per promuovere e far progredire il Suo Regno. Affrontata in questa prospettiva, la routine quotidiana cambia in modo incredibile.  

    L'Evangelizzazione 

    Oltre ad esser fedeli nelle responsabilità quotidiane, i cristiani sono anche chiamati a partecipare alla diffusione della Buona Novella di salvezza in Gesù Cristo.

    Tanto per cominciare, siamo tutti "testimoni" (cf. Atti 1,8). Testimone è colui che dà testimonianza di quanto ha sperimentato. Notate che siamo già testimoni: qui non si tratta di qualcosa che diventeremo o che sceglieremo di essere in alcune occasioni e non in altre. La nostra vita, le parole, l'esempio, danno a chi ci sta intorno una testimonianza continua dell'impatto che ha la fede sulla nostra vita. Non si tratta di chiedersi di essere testimoni o no, ma solo di essere un testimone buono o di nessun valore, un testimone efficace e che porta frutto o uno del tutto inefficace.  

         Oltre a ciò, ognuno può essere chiamato, di quando in quando, a "svolgere un compito di evangelizzazione" (vedi 2 Tim 4,5) e ad andare oltre la testimonianza silenziosa dell'esempio, per dire agli altri ciò che Gesù può fare per loro. Credo che ognuno di noi dovrebbe essere in grado di condividere, con semplicità e naturalezza, ciò che il Signore ha fatto nella sua vita e di farlo in modo tale da attirare gli altri alla vita di Cristo; e poi spiegare loro, in termini semplici, in cosa consiste la salvezza e la vita nuova offerta in Cristo a tutti gli uomini.  

         Infine, sebbene non tutti abbiano il dono di essere evangelizzatori nel senso pieno della parola (vedi Ef 4,11), tutti possiamo promuovere l'opera di evangelizzazione per mezzo della preghiera e del sostegno economico.  

    Le opere buone  

     "Perché siamo il Suo capolavoro, creati in Gesù Cristo per le opere buone che Dio ha preparato in anticipo perché potessimo compierle" (cf. Ef 2,10).  

         Mi piacciono tanto le biografie dei cristiani famosi, e ciò che più mi colpisce di questi uomini e donne di Dio è l'impronta che hanno lasciato nel mondo attraverso un servizio  impegnato.  

                Giacomo, nella sua lettera, rileva che una fede robusta si esprime inevitabilmente in opere di servizio: "Fratelli, a che serve se uno che non ha mai fatto un'opera buona dice di avere fede? Quella fede potrà forse salvarlo? Supponiamo che uno dei vostri fratelli o sorelle non abbia vestiti o non abbia da mangiare a sufficienza. Se gli dite: 'Arrivederci, stammi bene. Scaldati e mangia quanto vuoi', ma non gli date quel che gli serve per vivere, a che valgono le vostre parole? Così è anche per la fede: se non è accompagnata dalle opere buone, è morta" (cf. Gc 2,14-17). 

             Attraverso le chiese, i gruppi di preghiera e comunità o qualunque servizio o organizzazione valida che si trovi nella nostra zona, possiamo trovare una vasta gamma di opere buone che attendono di essere compiute dagli operai di Dio. Possiamo impegnarci a livello individuale, assieme ad altre due o tre persone, oppure come gruppo. Occorre discernimento per sapere quali delle opere buone disponibili sono quelle "preparate in anticipo" appositamente per noi, e saggezza per farle rientrare nei nostri già affollati programmi legittimi. Ma è chiaro che la chiamata a questo tipo di servizio attende molti di noi.

       

    LA COMUNITÀ 

    La parola "comunità" fornisce un concetto semplice per una realtà dai molteplici aspetti.

    In italiano ci serviamo della parola "comunità" quando vogliamo riferirci a gran parte delle cose che i cristiani fanno insieme: pregare, servire, passare del tempo insieme a scopo sociale. Qualunque sia la forma particolare che assume il termine usato, che si tratti di qualcosa di formale, di "spirituale" oppure di informale e "naturale," la comunità o gruppo di amici formato da cristiani è la concretizzazione di una realtà spirituale: apparteniamo alla stessa famiglia, siamo tutti membri dello stesso Corpo di Cristo.

         Qualcuno ha detto che il cristianesimo non è una attrezzatura per il "fai - da - te". Nessuno può avere la saggezza, o la forza, di riuscire nella vita cristiana, senza l'aiuto degli altri. Al momento del nostro impegno a seguire Gesù come nostro Signore, non diventiamo certo dei cristiani completi, né ci imbarchiamo in un processo che ci renderà tali in questa vita. Diventiamo piuttosto, per disegno divino, dei cristiani incompleti. Per sperimentare la pienezza della vita cristiana dobbiamo essere uniti ad altri.  

         Ricordo che una volta, da ragazzo, andai a visitare il negozio di un gioielliere che stava lavorando ad un bellissimo orologio da tasca. Sparse sul tavolo da lavoro c'erano una miriade di piccole molle, rotelline, rotelle ad incastro, e ciascuna era talmente delicata, precisa e apparentemente così perfetta in se stessa. Ma tutti quei pezzi, da soli, erano inutili; solo quando fossero stati messi dolorosamente insieme, con tutti gli equilibri e le tensioni adeguatamente regolate, sarebbero diventati utili.

              Così è la vita cristiana: ciascuno di noi è una parte piccolissima di una realtà tanto più grande e complessa di quella conosciuta. Possiamo diventare parti migliori - più pulite, più forti, meglio lavorate - di quanto ora siamo, ma da soli la nostra utilità non sarà che limitata. (Notate la distinzione: "di valore infinito" ma "di utilità limitata"). Solo quando un operaio esperto ci "incastrerà" insieme, diventeremo quello che siamo chiamati ad essere.

         Sono molti i modi di sperimentare la comunità cristiana. Qui ne menzionerò solo alcuni: 

    L'adorazione 

        Adorare Dio, nella sua essenza, è un'opera da fare insieme. Ognuno deve avere una vita personale di devozione, e tuttavia i nostri scorci di cielo rivelano "la voce di una grande moltitudine, simile al suono di molte acque, al rombo dell'oceano e al fragore di tuoni possenti. Gridava: Alleluja! Il Signore, il nostro Dio Onnipotente, regna. Rallegriamoci ed esultiamo, diamogli onore e gloria" (cf. Ap 19,6-7). Liturgie, conferenze, raduni e incontri di preghiera: sono tutte occasioni che ci permettono di pregustare la comunità di lode che ci attende.  

    Il sostegno reciproco  

         La decisione radicale di seguire Cristo cambia la nostra prospettiva e influenza enormemente il nostro modo di vivere. Abbiamo molto da imparare e molto da disimparare. Siamo diventati creature nuove, "lattanti in Cristo," con dentro di noi una vita nuova che va nutrita, una scintilla che deve diventare fiamma.

              Qualcuno ha osservato che il fuoco da campo brucia bene quando i ceppi sono insieme vicini, ma provate ad allontanarli, e ciascuno si spegnerà lentamente. Noi siamo allo stesso modo: il cuore "brucia in noi," ma dobbiamo essere uniti agli altri per impedire al fuoco di spegnersi.

    Incoraggiamento e correzione  

         Nei primi tempi in cui seguivo il Signore avevo tante strane nozioni sulla vita cristiana. Non so da dove venissero di preciso, ma sono certo che se avessi continuato a basarmi su di esse la mia crescita cristiana sarebbe stata molto più lenta e dolorosa. Accadeva spesso che una parola di aiuto da parte di un fratello o di una sorella chiarissero il mio pensiero, regolassero l'atteggiamento e raddrizzassero il cammino. "Il ferro affila il ferro," dicono i Proverbi, e "un uomo affila l'altro."  

         Questo affinarsi reciproco è una delle benedizioni e grazie che Dio ci dona nella comunità attraverso l'amicizia reciproca.  

    Il Servizio  

         L'incompletezza individuale non risulta mai più evidente di quando ci sforziamo a servire il Signore. Il Signore dà a ciascuno dei doni e delle opportunità di sevirLo, che però raggiungeranno la loro dimensione massima solo quando li uniamo a quelli di altri cristiani. Nessuno di noi è in grado di fare tutto, ma insieme possiamo fare tanto davvero.

    Un avvertimento: I cristiani hanno sempre posto una grande enfasi sulla comunità e hanno sviluppato una miriade di forme per esprimerla. Da qui può derivare la nozione che il nostro successo nella vita cristiana dipenda quasi tutto e unicamente dal "giusto tipo di comunità." Ma non esistono chiese perfette, né tanto meno gruppi di preghiera, di studio della Bibbia, di condivisione o di servizio che possano essere perfetti. Quando ci rendiamo conto che Dio opera attraverso le imperfezioni dei fratelli e sorelle proprio come attraverso le loro qualità migliori, saremo meglio in grado di ricevere le grazie che Egli ci riserva attraverso la comunità cristiana.  

             Dovrebbe essere ovvio che queste quattro fondamenta sono correlate tra loro, direi persino interdipendenti:

    •  Lo studio prepara al servizio e ispira la preghiera;

    •  Il servizio motiva la preghiera e la comunità.

    •  La comunità prepara il contesto per la preghiera, il servizio e lo studio;

    •   La preghiera alimenta e sostiene tutte le altre cose; e così via.

    Se ne manca una, inevitabilmente le altre ne soffriranno.  

            É ovvio inoltre, che se vogliamo provvedere adeguatamente a ciascuno di questi aspetti fondamentali, sarà necessario qualche sforzo. Preghiera e studio quotidiani, servizio regolare e comunità, tutti richiedono l'impegno e l'impiego di tempo ed energia. La vita cristiana è esigente e richiede il nostro sforzo migliore.  

        Ma ne vale la pena. Nessuno che abbia cercato di inserire queste fondamenta nella propria vita è rimasto deluso. Quando le usiamo e le applichiamo, Dio opera tramite esse e tramite noi. Qualcuno ha detto che se la vita cristiana è degna di essere vissuta, va vissuta eroicamente; se Gesù ha un qualche valore, vale tutto. Non tratteniamoci dal donarci a Lui e dal permetterGli l'accesso pieno al nostro cuore e alla nostra mente.  

               



    Pubblicato in origine da NEW COVENANT, P.O. Box 7009, Ann Arbor, MI 48107, U.S.A. Tradotto e stampato con permesso.