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capitolo 5

Capitolo quinto

 

 

Gesù Cristo, Signore dei tuoi tesori

 

 

SE stai seguendo fedelmente la luce che ti porta nella Signoria assoluta di Gesù, scoprirai presto che Egli vuole che tu Lo costituisca Signore di tutti i tuoi tesori.

            Replicherai: Ebbene, cos'è mai questo? Io non ho tesori.

            Sì che li hai. Sono le cose che possiedi.Puoi non possederne molte. Puoi essere come l'eremita nella sua nuda cella, che ha solo la campana, il libro e la candela: Quelli sono i suoi tesori. Qualunque cosa sia, grande o piccola, di valore o meno, è parte della tua vita e tu devi decidere chi ne sarà il Signore: tu o Gesù Cristo.

            Vuoi dire che devo rinunziare a tutto?

            Non ho detto questo. Hai bisogno della casa, della macchina e delle altre cose che hai. Ma ora devi decidere chi le possiede veramente, chi è il Signore di ciò che possiedi: tu o Gesù Cristo.

            Fa differenza?

            Una differenza enorme. Se decidi che è roba tua, ci attacchi sopra il tuo marchio e il tuo sigillo. Cominci a tesorizzarla. Cominci a sentire che non sai come faresti a meno di lei. Ed è possibilissimo che, col crescere e rafforzarti sempre più, il tuo desiderio di possesso cominci a dominarti. Finisci con l'essere posseduto proprio da quelle cose alle quali sei attaccato. Non sei più una persona libera. Sei schiavo dei tuoi stessi tesori. Cominci a preoccupartene. Allora fai un'assicurazione più forte. E il possesso di un piccolo tesoro ti porta alla bramosia di possederne un altro.

            Ora comincio ad intuire. Ma tutto questo mi preoccupa. Se non posso possedere quello che ho, e se non è giusto che io voglia avere di più, mi si confondono le idee.

            Allora non mi hai capito. In primo luogo, mi dici che ti preoccupa. Vediamo di che si tratta. Tante persone non entrano nella piena Signoria di Gesù Cristo perché pensano che Lui voglia rovinarle - togliere loro le cose che hanno, privarli di quanto hanno ottenuto col duro impegno, ridurli in povertà.

 

 

La libertà di Gesù

 

            Ma non è questo il punto. Gesù Cristo è venuto a liberarci, ad introdurci nella libertà piena dei figli di Dio. È venuto a liberare i prigionieri. Tanta gente è tenuta prigioniera dalle cose che possiede e dal desiderio che ha di continuare a possedere. Un uomo poverissimo, a modo suo, può essere prigioniero dei pochi e miseri oggetti che ha nel suo tugurio proprio quanto un ricco può essere schiavo della propria limousine, dello yacht o della villa. Un grande santo una volta disse: Che importanza ha se ciò che ti tiene legato a terra è un filo o una corda? Sei sempre tenuto giù in basso.

            Gesù Cristo non vuole che siamo tenuti in basso, prigionieri di chiunque, e tanto meno di qualsiasi cosa. Fare di Gesù il Signore di tutto quello che abbiamo e di tutto quello che ci occorre significa entrare in una grande libertà di Spirito. Ci dà molto sollievo. Non siamo più tenuti prigionieri da niente, che si tratti di uno spillo o di un chiodo, di una casa o un bungalow, di una fabbrica che possediamo o di un negozio di falegnameria.

 

 

Possedere è spesso essere posseduti

 

            Se vuoi che Gesù sia il Signore dei tuoi tesori, hai bisogno della luce dello Spirito Santo perché ti guidi nella parola viva del Vangelo. In primo luogo, hai bisogno di una nuova mentalità, di un modo nuovo di pensare alle cose materiali. Se sei stato attaccato alle cose per la maggior parte della tua vita, costruendo castelli in aria per una casa più grande, una macchina più potente, una piscina su un cortile più grande, allora non sarà facile. Il tuo desiderio profondo di possedere cose migliori e più grandi si ribellerà contro una cosa simile. Devi arrivare a vedere tutto ciò attraverso la luce dello Spirito Santo, altrimenti non ti sarà possibile cambiare rotta. Regole e formule non funzionano. Non si tratta di quanto darai a Dio e di quanto potrai tenere per te.

 

            Ho conosciuto della brava gente che si sentiva in dovere di pagare la decima, praticamente costretta a ciò dalle vibranti parole di un qualche predicatore entusiasta, e che poi, poco a poco, ha smesso di farlo. Non puoi proclamare che Gesù è il Signore dei tuoi tesori, non puoi pagare la decima, né dare ai poveri o condividere ciò che possiedi, se non hai la luce dello Spirito Santo a guidarti, e la fede e l'amore che quella luce ispira.

            Un mio amico milionario, che si sentiva depresso perché accusato di essere uno di quei cinquanta capitalisti che non fanno abbastanza per i poveri e per gli affamati del mondo, disse: Qualcuno potrebbe dirmi cosa dovrei fare? Ho una fondazione di opere di beneficenza. Il mio nome è su una dozzina di edifici che ho donato: ospedali, costruzioni per università. Cosa pensano che debba fare? È sbagliato il fatto che io abbia diverse case e tutte le cose per le quali ho lavorato?

            Questo era un uomo buono, ed era sinceramente depresso. Tuttavia, pur seguendo da molti anni il metodo di vita cristiano e cercando di adempiere gli obblighi della Chiesa, non era giunto alla luce piena del Vangelo. I suoi procedimenti materiali, tutte le sue belle case, le scuderie e i canili, avevano cominciato ad opprimerlo. Avrebbe dovuto rinunciarvi? Come avrebbe potuto fare?

            Non puoi dire a un uomo come quello: Devi rinunciare ad alcune di queste cose. Hai troppo. Molti nel mondo hanno troppo poco. Alcuni sono senza casa; tu ne hai sei. Alcuni hanno fame e sete; ogni giorno il tuo pranzo è un banchetto, e solo i tuoi spuntini quotidiani potrebbero nutrire una famiglia per una settimana.

            Tutto questo è vero. Ma dirgli cosa dovrebbe fare non gli darà il potere di farlo.

 

            Dove sta il tuo cuore, lì è il tuo tesoro. Lo ha detto Gesù.

            Se il tuo amore è nell'industria, nell'alta finanza e nella vita lussuosa, un sermone morale sul dar via una buona parte di tutto ciò non riuscirà a fartelo fare. E se egli dà via qualcosa, in modo che alcuni possano essere nutriti e vestiti, gli effetti non dureranno a lungo. Paolo colpì duramente nel segno quando disse: Posso dar via tutto quello che ho, e dare persino il mio corpo perché sia bruciato, ma se non ho amore, non mi servirà a niente (1 Corinzi 13,3).

            C'è un numero incredibile di persone che stanno attaccate come matte ai loro averi, e che mettono a tacere la loro coscienza malconcia riempiendo cesti di roba usata per i poveri e facendo un assegno di quando in quando per le carità personali (sempre accertandosi della deduzione dalle tasse; e, dopo tutto: Se non diamo via qualcosa, se lo prenderà il governo).

            Questo tipo di donazione non aiuta davvero a risolvere il problema del mondo. Il problema del mondo è che niente ha successo come il successo. Il problema del mondo è l'orgoglio della vita, l'orgoglio del denaro e dei bei mobili, dei bei vestiti eleganti. Il problema del mondo è il disprezzo dei poveri e la rispettabile tolleranza e condiscendenza verso di loro.

            Dopo tutto, dice il bravo cristiano, il Signore non ha detto: I poveri li avrete sempre con voi… Perché allora eccitarsi tanto per i non abbienti? Chi ha, se lo goda, e chi non ha, cerchi di cavarsela.

 

 

Schiavi delle ricchezze, piccole e grandi

 

            E molte brave persone mancano di giungere alla Signoria assoluta di Gesù Cristo perché non hanno avuto abbastanza coraggio da aprirGli il cuore, per la paura che ciò significasse aprire il portafoglio e anche il conto in banca. Non hanno aspirato alla luce più profonda dello Spirito Santo e al Battesimo dell'amore, che fa sì che i fratelli che hanno fame e sete, e i figli nudi e l'uomo nella cella 22 diventino Gesù Cristo affamato e assetato, Gesù Cristo nudo, Gesù Cristo in prigione.

            Avevo fame e Mi avete dato da mangiare … avevo sete e Mi avete dato da bere … ero nudo e Mi avete vestito …

            Vedi, è l'amore di Gesù, e l'amore per il tuo prossimo motivato da Gesù, che deve essere alla radice di ogni tuo dare. Altrimenti non sarai d'aiuto a cambiare il mondo. Starai solo trattando con questioni di coscienza.

 

            Gesù ha detto:

            Nessun servo è schiavo di due padroni; odierà l'uno e amerà l'altro; sarà leale verso l'uno a dispetto dell'altro. Non potete servire entrambi, Dio e il denaro (Luca 16,13).

            Forse ricordi questo passo. Molto probabilmente lo hai sentito in un'altra traduzione.

            Non puoi servire entrambi, Dio e mammona.

            Ora la parola mammona rende meglio l'idea del semplice dire denaro.

            Vedi, Mammona è il falso dio delle ricchezze e dell'avarizia. Quando diciamo mammona, pensiamo alle ricchezze quasi come ad un oggetto di adorazione: alla ricchezza come a un male, non perché sia un male in se stessa, ma perché facilmente ci deruba del nostro amore verso Dio, e in maniera subdola sottrae a Lui il nostro cuore, a Lui che solo è il nostro tesoro. Il nostro è un Dio geloso. Ci ha creati dal Suo amore eterno perché potessimo conoscere per sempre il Suo amore e le vere ricchezze della Sua presenza.

 

Il cuore diviso: una tragedia

 

La tragedia di molta brava gente è che cerca di servire Dio con un cuore diviso. Non vogliono certo rinunziare a Dio, ma non vogliono neppure rinunziare a qualcos'altro. Così finiscono a mezza strada tra Dio e mammona. Non entrano mai nella pienezza della luce e della gioia promessa da Gesù Cristo Stesso. Non puoi essere pienamente riempito della Sua gioia e della Sua pace se contemporaneamente cerchi di riempirti la casa, il conto in banca, la cantina. La pace e la gioia promesse d Gesù sono destinate a coloro che entrano pienamente nel Suo Regno, e non con un piede solo, mentre tengono l'altro al di fuori. Per questi motivi Egli disse:

Quant'è difficile per la gente ricca entrare nel Regno di Dio! È molto più difficile che un ricco entri nel Regno di Dio, che un cammello passi dalla cruna di un ago (Luca 18,24-25).

Se capisci questo, sai che Gesù non sta condannando una volta per tutte le ricchezze e i ricchi. Dice però che è difficile che la gente ricca si avvicini a Dio e abbia la gioia del Suo Regno. Dopotutto, se te la spassi allegramente nel Regno dell'Oro, è probabile che tu non voglia essere troppo infastidito dal Regno di Dio. In realtà, può darsi che tu non voglia essere disturbato affatto, né pensarci sopra.

Perché quel regno appartiene ai poveri.

Beati voi, o poveri; il Regno dei Cielo è vostro!

Beati voi che avete fame; sarete saziati (Luca 6,20-21°).

Preoccuparsi del Regno di Dio è preoccuparsi dei poveri e degli affamati. Prima col cuore, perché li amiamo; poi col denaro, se siamo in condizioni di aiutarli. Ma se ci preoccupiamo solo di mammona, anche se di un mammona piccolo e grazioso, allora non possiamo stare saldi con due piedi nel Suo Regno. Se non impariamo cosa significhi fare di Lui il Signore dei nostri tesori, rischiamo di dover affrontare una condanna terribile:

Ma come sarà terribile per voi che ora siete ricchi; avete avuto una vita facile! Come sarà difficile per voi che ora siete sazi: ve ne andrete con la fame!

Ti sento dire: Grazie a Dio, non ho la vita facile e anche il mio conto in banca è scoperto. Ti avevo detto che non avevo molto.

Ma potresti dire: Signore, Ti ringrazio perché non ho molto. E di quello che ho, faccio Te il Signore.

Vedi, non si tratta in primo luogo di quello che hai o non hai, ma del tuo atteggiamento verso quelle cose, e se fai Gesù Signore di quelle cose o meno. Molti poveri sono pieni di cupidigia e vivono con l'avaro desiderio di essere ricchi, e col cuore pieno di odio verso i ricchi. Gesù non parlava certo di loro quando disse:

 

 

Poveri secondo lo Spirito

 

            Beati voi, poveri: il Regno di Dio è vostro!

            Ciò di cui Gesù parla riguarda innanzitutto il nostro modo di pensare ai nostri tesori, il posto che diamo loro nella nostra vita e il modo in cui li amiamo. Se ho un pezzo di pane, sono pronto a volerlo dividere con amore col mio fratello che non ne ha nemmeno una briciola? E se non ho pane, ho ancora l'atteggiamento di gratitudine e di speranza verso Dio, che provvederà a me, oppure provo gelosia e risentimento verso quelli che ne hanno?

 

 

Gesù, Signore di tutto ciò che possiedi

 

            Non puoi fare veramente Gesù il Signore di tutto quello che hai, Signore dei tuoi tesori, se prima la tua mente non penetra il Suo modo di pensare e il tuo cuore il Suo modo di amare. Questo comporta un cambiamento radicale del tuo modo di pensare, e una vita radicale d'amore. Un modo radicalmente diverso di pensare perché possiedi una casa e d'improvviso puoi dire: Tu la possiedi!

            Un modo radicale d'amare perché ti apre il cuore verso il prossimo che ha bisogno, sia che abiti al di là della strada sia in qualche angolo di Bombay. Il tuo amore eccessivo per le cose può trattenerti spesso dall'amare un altro che ha un bisogno estremo del tuo aiuto. Eppure queste cose passano e finiscono, mentre l'amore è duraturo. Come scrive il poeta Patrick Korby:

            Ho posseduto molte cose; ho amato troppe cose che se ne sono andate per sempre,

            che se ne vanno per sempre…

 

 

La parabola del ricco folle

 

            Nella parabola del ricco folle scoprirai come la pensa Gesù sull'intero argomento delle ricchezze, grandi o piccole che siano. Ascolta:

            Un uomo tra la folla gli disse: Maestro, dì a mio fratello di dividere con me la proprietà che nostro padre ci ha lasciato (Luca 12,13).

            Ecco qui un uomo preoccupatissimo della proprietà. Lui e suo fratello non riescono a mettersi d'accordo. È evidente che devono esserci stati degli alterchi in famiglia su ciò che appartiene all'uno o all'altro. È sempre la solita storia. La divisione della proprietà crea divisione tra i fratelli. Quest'uomo probabilmente pensò che Gesù avesse la risposta e l'autorità per risolvere il caso. Comunque sia stato, sappiamo che lui aveva ascoltato Gesù e trovati giusti i Suoi insegnamenti.

            Quest'uomo è leale, e giusto; Gli chiederò di mettere una parolina buona a mio favore e di ordinare a mio fratello di dividere la proprietà.

            Dev'essere stato questo il pensiero che lo ha spinto ad andare da Gesù per chiederGli aiuto.

            Gesù gli rispose: Uomo, chi mi ha dato il diritto di giudicare, o di dividere la proprietà tra voi due?

            E proseguì per dire a tutti: State attenti e guardatevi da ogni tipo di avidità, perché la vera vita di un uomo non è costituita dalle cose che possiede, non importa quanto ricco egli sia (Luca 12,14-15).

 

            Che te ne pare? Potresti dire: Un bel colpo: e l'uomo che si preoccupava dei suoi diritti di proprietà deve esser rimato sbalordito. Gesù gli dice di punto in bianco che non è venuto per essere un legislatore delle proprietà reali, un giudice dei problemi di proprietà. Non è venuto per questo genere di cose. Poi mette in chiaro il motivo della Sua venuta: per indicare chiaramente in cosa consiste la vera vita di un uomo. E quella vera vita non è fondata sulle cose che possiede, chiunque egli sia. Non puoi trovare la tua vera vita semplicemente nel denaro o nelle cose acquistabili col denaro. Stai attento perciò: nella tua piccola capanna puoi diventare tanto avido per un dollaro quanto il milionario nel suo castello per il prossimo grosso affare.

            Gesù Si è distolto dall'uomo per rivolgersi alla folla. La folla intera aveva bisogno di ascoltare queste cose. L'uomo e suo fratello non erano i soli. Ciascuno ha qualche tipo di problema riguardo al denaro, alla proprietà, anche se le sole cose che possiede sono gli abiti che indossa. E se le sole cose che possiede sono i suoi abiti, il problema del denaro e delle proprietà può risiedere dentro di te a motivo dell'avidità e del desiderio di avere di più, di essere all'ultima moda o di seguire le nuove tendenze dell'ambiente. Per questo Gesù ha raccontato all'uomo e all'intera folla questa parabola:

 

            Un uomo ricco possedeva una terra che produceva ottimi raccolti. Cominciò a pensare fra sé: Non ho un posto dove mettere tutti i raccolti. Che posso fare? Ecco cosa farò: demolirò i miei granai e ne ricostruirò di più grandi, nei quali immagazzinerò i cereali e tutte le altre merci. Poi dirò a me stesso: Uomo fortunato! Hai tutte le cose buone che ti servono per molti anni. Prendi la vita con calma, mangia, bevi e divertiti! (Luca 12,16-19).

            Fermiamoci qui per arrivare a conoscere quest'uomo ricco, che è davvero un arrivato. È ricco, e il suo problema attuale è trovare il posto per immagazzinare il raccolto sovrabbondante. Ha dei granai, e molti. Ma ora gli sembrano piccoli. Perché non demolirli e ricostruirne di veramente grandi? Basteranno per tutta la vita. E mentre li costruisce mentalmente, il pensiero di un vita facile, la dolce vita, lo culla. Alleluia per i raccolti più grandi, per i granai più grandi e per una vita più grande! Ma ora proseguiamo con la parabola.

            Ma Dio gli disse: Tu, folle! Stanotte dovrai rinunciare alla vita: chi otterrà allora tutte queste cose che ti sei tenuto per te? (Luca 12,20).

            E Gesù concluse:

            Così va la dolce vita: la vita facile, il mangiare e bere, e i raccolti più grandi in granai più grandi. Sai, se guardi a questo in modo solo umano, quasi ti ci ribelli contro. Accumulare ricchezze per se stessi è follia, egoismo.

 

 

Se doni a Lui tutto, sei libero!

 

            Ma è davvero duro? No, quando Gesù è il Signore dei tuoi tesori. Qualunque cosa tu possieda ora o in futuro è sotto la Sua Signoria. Non sei come l'uomo che si è tenuto tutto per sé. Saprai come possedere ed usare qualunque cosa tu abbia. Saprai quanto tenere e quanto dare via. Che tu tenga o dia via, sarà fatto nell'amore per la Sua gloria. I tuoi tesori non ti domineranno più. Li hai trasferiti a Gesù, il loro Signore.