00 07/02/2012 12:07
capitolo ottavo

Capitolo Ottavo

 

 

GESÙ É VIVO

 

 

Gesù il vivente

 

Dovrai scoprirlo da solo, ovviamente. É un’esperienza. E una esperienza personale, ed è tutta centrata su Gesù Cristo, tuo Signore. Egli ora è vivo per te. Puoi dire: "Io conosco il Signore." Questa consapevolezza della presenza del Signore Gesù è resa possibile per mezzo della potenza dello Spirito Santo. Non Io puoi spiegare. Ma Lui è lì e tu lo sai. Ti ritrovi a par­lare con Lui. Qualche volta a voce alta. Nella tua stanza. Sul lavoro.

 

       Dici: Signore, Ti amo. Lode a Te, Signore Gesù! Oh Spirito Santo, grazie per il dono del mio Signore!

       Ora sai cos’è l’opera dello Spirito Santo: portarti nella vita del tuo Signore. 

 

Alla presenza del Signore che ti ama...

 

     Non avresti pensato che ti saresti sentito tanto a tuo agio alla presenza del Signore. Prima avevi sempre un senso di colpa quando pensavi a Lui. Era lì quando facevi qualcosa di sbagliato, per condannarti. Lo conoscevi più come un Signore che condan­na. Ma ora è così diverso. Persino nelle tue debolezze umane, persino nei tuoi errori e mancanze (perché ancora cadi, ancora sbagli) sai che Lui ti ama. E questo amore ti aiuta a rialzarti, a ricominciare, senza il sentimento di colpa, la depressione e lo scoraggiamento del passato. 

 

...anche con i tuoi peccati

 

     Forse ti meravigli di questo. Forse stai diventando negli­gente, troppo libero e superficiale verso il Signore? Ricordi le ore terribili, i giorni, le settimane e perfino i mesi in cui ti sei portato dentro il tuo senso di colpa? I tuoi tentativi di sfug­gire qualche volta a tutto questo, magari attraverso la con­fessione dei peccati, oppure solo pensando di dimenticare? Ma quella colpa, quella condanna di te stesso era sempre lì. Ti chiedevi persino se Dio ti avesse realmente perdonato. 

 

Libero da ogni condanna

 

      Ora sei liberato dalla condanna di te stesso. Ma è proprio vero?

Sì, è proprio vero. E ne troverai la conferma nella Parola di Dio. Prendi il Nuovo Testamento, e vai alla lettera di San Paolo ai Romani, Capitolo 8.

      Leggi il primo versetto di quel capitolo:

 

"Quindi non c’è con­danna per coloro che sono in Gesù Cristo."

 

      Rileggilo più volte. Quelli che sono in Gesù Cristo, significa quelli che sono in unione con Lui. Ora tu sei con Lui. Il batte­simo nello Spirito Santo ti porta in questa unione di grazia con Lui. Una delle gioie più grandi di questa unione è quella di essere liberi da ogni condanna. Tu sai, oh sì, Io sai bene, che sei sempre debole e peccatore. Ma sai che Lui è sempre con te per perdonare.

 

      "Vieni a me, ti dico, e Io ti darò pace." Nel suo amore c’è sempre pace, e luce, e verità. Non rimani più nelle spire dell'io, nell’oscurità e nella depressione. Ora Gesù è la tua forza, la tua speranza, il tuo tutto. Sai di non essere degno; non puoi rallegrarti in te stesso. Ma con Maria impari a gridare:

 

       "L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore."

 

Impari a pregare rallegrandoti in Dio, il tuo Salvatore. Preghi con tutto il tuo essere. Nella debolezza ti porterà forza. Nel fallimento, coraggio. Nella tristezza, gioia.

 

      Vedi, tanti cristiani vivono una vita di condanna di se stes­si. Anche quando si sono pentiti e hanno confessato i loro peccati, spesso non riescono a liberarsi dal peso del passato. Si arrendono allo spirito dell’autocondanna. E diventa come un cancro che lentamente li divora. Questo stanca ed esaurisce lo Spirito. Non puoi conoscere la gioia e la pace del Signore quando vivi in una stato di autocondanna.

 

      Conosco una suora che aveva vissuto in questo modo per molti anni. Pensava a sua madre, a come ella non era riuscita ad amarla. Ripensava a quanto ella fosse stata eccessivamente egoista, votata unicamente alla propria realizzazione in gioventù. Pensava al suo orgoglio e alla sua vanità, ed aveva così mancato di vivere all’altezza del proprio impegno religioso. La prima volta che le parlai, avvertii uno spirito di sconfitta, di falli­mento: un profondo complesso di inferiorità. Aveva influenzato tutta la sua vita. Era una persona molto capace, piena di ta­lenti, di doni creativi: musica, arte. Eppure, non poteva produr­re con efficacia, né mettere questi doni al servizio della comu­nità. Il suo spirito interiore era troppo esausto. Questo costan­te dibattito interiore la faceva a pezzi. Dio mi ama davvero? Mi ha perdonata? La nota dell'autocondanna le aveva fatto eco per tutta la vita. È una nota lugubre, che produce discordia e inquietudine. È persino responsabile della malattia fisica, del mal di testa, della stanchezza, della pressione, dell’ulcera. Para­lizza lo spirito, e ciò può portare ad una paralisi del corpo.

 

     Ora, se ti ritrovi a condannare ancora te stesso, sai che c’è qualcosa che non va. Questo non viene da Dio, dici, ma dal mio spirito umano. È la via vecchia, non la nuova. La vita nuova nello Spirito ti .porta fuori da questa cosa.

 

    La parola del Signore ti riscatta: Dio ha tanto amato il mondo da darci il Suo Figlio Unigenito per salvarlo.

    Senti la Sua voce: Non sono venuto per condannare.

    Signore, se Tu non mi condanni, perché dovrei navigare nel­la condanna di me stesso, e permettere così la sconfitta del Tuo piano per me? Tu vuoi che io abbia la Tua vita, e che l’abbia in abbondanza.