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SUICIDIO : SCAPPATOIA FINALE Bob Mumford

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    MARIOCAPALBO
    00 06/02/2012 19:26

    SUICIDIO : SCAPPATOIA FINALE

    Bob Mumford

        

         Dove hai costruito la tua casa? 

         Dove Sulla Roccia o sulla sabbia?

     

    Una casa costruita sulla sabbia

    Molti conoscono già la parabola della casa costruita sulla sabbia (vedi Matteo 7, 24-27).

    Gesù ci ha insegnato che quando essa crollò, la caduta fu catastrofica. Sin dai tempi del catechismo ho visto crollare tante vite, proprio come se fossero fondate sulla sabbia.

    Ø La cosa strana è che molti erano credenti, persone cioè che avevano fatto il primo passo, quello che noi chiamiamo "ricevere Gesù come Signore e Salvatore personale."

    Quando una vita crolla è un fatto molto grave. Di solito "implode," piuttosto che "esplodere" – sprofonda verso l'interno, a conferma dell'insegnamento di Gesù.

    Ø Può crollare un matrimonio costruito sulla sabbia, così come un'azienda; entrambi i casi sono preceduti dal crollo, o sprofondamento, delle persone coinvolte.

    La storia poi è lì a ricordarci che anche un'intera civiltà può crollare, quando è costruita sulla sabbia.

    L'opzione del suicidio

    Vi sono diversi modi di reagire ad un crollo.

    1. Possiamo rispondere traendone una lezione e imparando da quella esperienza, oppure

    2. sfuggire a tutta quella situazione attraverso una "scappatoia."

    La scappatoia ultima è il suicidio. Quando una vita, un matrimonio o persino un'impresa di affari crollano, la scappatoia del suicidio rappresenta un’opzione spaventosa.

    Ø Ho sentito recentemente un "profeta" economico dire: "Se pensate che nel 1929 la gente si gettò dalle finestre, aspettate di vedere cosa accadrà nel 1999!"

    Ø All'udire quelle parole mi vennero i sudori freddi. Allora mi resi conto della mia grande responsabilità verso i lettori, e avvertii la necessità impellente di condividere con voi ciò che ritengo sia nel cuore di Dio riguardo a questa forma di scappatoia finale.

    Cos’è il suicidio?

    Dal punto di vista tecnico, il suicidio è togliersi la vita con malizia e premeditazione, mentre si è in possesso di tutte le facoltà mentali.

    Ø La chiesa primitiva lo chiamava "biothanatos," la cui libera interpretazione è "offrire a se stessi la morte o la violenza."

    Ø Ai nostri giorni il suicidio viene per lo più considerato una specie di pazzia temporanea.

    In realtà è assai più complicato della sua definizione. Ci è anche più vicino di quanto potremmo pensare.

    Ø Il cristiano infatti non è poi così immune dal suicidio quanto potremmo sperare – e non lo sono neppure i preti e i pastori, gli operatori cristiani o altri cristiani con fondamenta apparentemente solide.

    Esaminiamo ora più da vicino il suicidio e i motivi per cui la gente lo considera. Ovviamente si tratta di una scappatoia che la gente sconvolta ritiene possa portare un qualche grado di consolazione.

    Ondate di suicidi: perché – Di recente a Plano, Texas (U.S.A.), c'è stata un'ondata di suicidi di teenager che ha sorpreso non poco quella piccola e ricca cittadina. Alla fine erano morti sei teenager. Mentre il corteo del funerale si snodava per quella città che aveva tutti i segni del successo, la gente e i pastori devono essere rimasti completamente sconcertati davanti a quella situazione. Come potevano quei ragazzi esser rimasti sconvolti al punto di scegliere la morte?

    Ø Non molto tempo dopo i suicidi di Plano, vi furono altri cinque suicidi di teenager a Pelham, un rione di New York City, tutti commessi attraverso l'impiccagione o con un colpo di fucile.

    Ø La località era a molti chilometri da Plano e le circostanze erano completamente diverse, ma i sopravvissuti rimasero altrettanto sbigottiti e confusi.

    Più di recente, in un tragico incidente di cui sono personalmente a conoscenza, una giovane donna di 25 anni che pareva avesse tutto dalla vita, nel suo diario fece questa tragica dichiarazione:

    "É chiaro che deve essere come vuole Dio o a modo mio, e io insisto che sia a modo mio!" E quel pomeriggio si gettò sotto un treno.

    Havelock Ellis, psicologo e scrittore inglese vissuto a cavallo di questi due secoli, espone in modo succinto i problemi di questa scappatoia finale:

    Indubbiamente la prevalenza del suicidio è una prova del grado più alto di civiltà; significa che la popolazione sta caricando il proprio sistema nervoso e intellettuale fino al punto di massima tensione, e che talvolta gli sfugge di mano.

    Cerchiamo di capire

    Prevenire il suicidio

    Non sono un esperto nel campo dei suicidi, e confesso di aver affrontato con paura e tremore l'intero argomento.

    Ø Il problema umano, e quello del suicidio in particolare, è troppo complesso per accontentarsi semplicemente di un'unica risposta.

    Uno dei miei scopi nello scrivere sul suicidio in questo articolo è preventivo, e spero vivamente di fornirvi le armi per combatterlo.

    Ø Ripeto di non essere un esperto, ma so bene che nei momenti di crollo e di disperazione le verità sull'amore di Cristo, l'accettazione e il perdono, possono andare perdute.

    Ø Com'è possibile? Come può una persona che ha persino predicato, scritto e condiviso con gli altri la Buona Novella, togliersi la vita in un momento di disperazione?

    Ø Anni fa conobbi un ministro denominazionale quasi cinquantenne. Era gioviale, aveva successo e pareva che tutto gli andasse per il verso giusto. Poi, senza alcun preavviso, i giornali sbatterono la notizia del suo suicidio in prima pagina: si era impiccato nello sgabuzzino del portiere.

    Ø Un poco alla volta la storia venne a galla: pare stesse per venir fuori la sua relazione con una donna più giovane.

    Una vita e un ministero apparentemente costruiti su solida roccia, erano in realtà fondati sulla sabbia e stavano per crollare – o per lo meno fu quello il suo pensiero. In quel momento cruciale e decisivo della sua vita si trovò a tu per tu con l'opzione del suicidio – e la scelse.

    Chi sceglie il suicidio?

    La via del suicidio è dolorosa e confusa. L'individuo pare diventi una specie di sistema chiuso dall'interno, che odia la persona che vi sta dentro perché è debole, brutta, sbaglia sempre e si comporta sempre male.

    Ø La risposta consiste nell'imbastire un piano elaborato per eliminare se stessi. Alcuni arrivano persino a cominciare a mettere in atto il progettato suicidio, ma al momento di completarlo si fermano. Ad esempio potrebbero assumere una tale quantità di droga che li porti al limite dell'overdose.

    Ø Pare poi che alcuni siano portati a suicidarsi per il solo fatto di aver rivelato, in un momento di amicizia o di vulnerabilità, un segreto molto intimo: per loro il suicidio è preferibile alla disperazione di essere "scoperti" o "smascherati."

    Ø Altri ancora considerano il suicidio la scappatoia per uno stile di vita trasgressivo o empio, come l'omosessualità o l'incesto. Alcuni temono i ricatti o la pubblicità negativa. Altri poi sono stati feriti dagli atteggiamenti "religiosi" e farisaici proprio della chiesa a cui magari avevano chiesto aiuto.

    Così alla fine, la sola via che sembra loro aperta è il suicidio.

    Una strada in discesa

    Sono almeno quattro i passi della strada in discesa che porta ad una seria considerazione del suicidio, e questi includono:

    1. Il disprezzo di sé – Questo consiste nel parlare ed agire in modo negativo verso se stessi, nel disapprovarsi. Lo facciamo tutti in una certa misura, ma quando si oltrepassano i limiti, si arriva al passo n. due.

    2. L'auto-accusaL’accusatore è attivo giorno e notte per accusarci davanti a Dio. Il problema si intensifica quando siamo d'accordo con le sue accuse e indulgiamo nell'auto-accusarci. Questo ci porta al passo n. tre.

    3. L'autopunizione - Più ci disprezziamo e ci accusiamo, più ci sarà facile punirci. Tale punizione può assumere molte forme strane, di cui la più pervertita è il sadomasochismo. Col crescere della disperazione, aumenta anche il desiderio di auto-punirsi, che alla fine conduce al quarto passo.

    4. L'autodistruzione - Siamo arrivati al punto di convincerci che il mondo, la nostra chiesa, la nostra famiglia e il matrimonio se la caverebbero meglio senza di noi. É qui che i sentimenti suicidi e la progettazione di piani di suicidio diventano quasi inevitabili.

    Emile Durkheim nel 1951 scrisse un libro: SUICIDE, che tratta dettagliatamente e in modo definito questo argomento.

    Ø Pur non avendolo scritto da una prospettiva cristiana, le sue tesi ci suonerebbero familiari.

    Ø In poche parole, egli afferma che più siamo integrati con forza dal punto di vista sociale, e più pienamente partecipiamo alla vita,

    Ø più viene moderato il nostro individualismo e più è rafforzata la voglia di vivere.

    Egli scrive:

    "La percentuale dei suicidi è più bassa tra i cattolici che cercano di integrare la vita individuale in una vita collettiva. Le percentuali dei protestanti sono più alte e sono in relazione allo stato più elevato del loro individualismo."

    Ø Durkheim sottolinea quella che egli definisce "anomia," ovvero una quantità anomala o irregolare di "individualismo, innovazione o libero pensiero," che porta all'aumento della percentuale dei suicidi.

    Ciò viene messo in moto da tre categorie di situazioni:

    1. La mancanza di regole efficaci da parte della società, cioè di usanze, di etica, oppure di un sistema giudiziario efficace.

    2. La ricchezza improvvisa, che sconvolge l'ordine della vita e influenza in maniera avversa la sicurezza.

    3. Il divorzio, che risulta in suicidio più spesso per gli uomini che per le donne.

    Durkheim dice: "Maggiore è la densità della famiglia, più grande sarà l'immunità al suicidio individuale."

    L'applicazione per voi e per me

    Le statistiche dei suicidi

    Basta dare uno sguardo alla società occidentale per rendersi conto che la tendenza in salita della percentuale dei suicidi non potrà essere né sarà mai invertita da una maggiore istruzione o da aumentati aiuti finanziari.

    Ø É di vitale importanza riconoscere la spaventosa statistica che i suicidi avvengono in un gruppo di età che è minore di ogni altra epoca precedente; non possiamo ignorare il fatto che oggi vi sono ragazzini di dieci anni che spengono la propria vita.

    Quando Durkheim dichiara: "Maggiore è la densità della famiglia e più grande sarà l'immunità al suicidio individuale," ci mette in mano una chiave meravigliosa.

    Ø Osservatelo tra lo straordinario popolo degli Ebrei, che forma l'élite intellettuale di quasi ogni paese del mondo.

    Ø All’avvento dell'Illuminismo, le famiglie degli ebrei e la loro fede furono duramente attaccate. Migliaia e migliaia di ebrei si allontanarono dalla fede in Jahvè.

    q La pace della mente, che era stata la grande forza dell'ebreo credente, che amava e temeva Dio, andò perduta.

    q La nevrosi diventò una malattia che affliggeva quel popolo, così come l'alcolismo affliggeva i paesi "pagani" (gentili).

    q Negli ebrei nacque così la patologia dell'odio verso se stessi.

    E il suicidio, quasi inesistente tra gli ebrei dei periodi del pre-illuminismo, in alcuni luoghi salì a percentuali doppie o triple rispetto ai popoli "gentili" (pagani).

    Ø Non intendo dire che la famiglianaturale o spirituale – sia una panacea, ma sto cercando di applicare le intuizioni che abbiamo a disposizione per ricercare le cause che si trovano alla radice del suicidio.

    La realtà la troviamo meglio nella salutare comunione degli altri, per quanto dolorosa possa apparire sul momento.

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    MARIOCAPALBO
    00 06/02/2012 19:26

    Il desiderio di morte

    Dio e la pena di morte

    Discostiamoci per un attimo dall'argomento del suicidio per considerare un altro tema: la pena capitale.

    Ø Non desidero certo dibattere sulla pena di morte, ma solo dichiarare che, a mio avviso, la Bibbia fa insegnamenti chiari in proposito.

    Ø C'era la pena di morte per l'omicidio, per chi malediva un genitore, per il sequestro di persona, l'adulterio, l'incesto, il comportamento bestiale, la sodomia, l'omosessualità, la stregoneria, l'offerta di sacrifici umani, gli atti criminali incorreggibili, la bestemmia, il sacrificio a falsi dei e per diverse altre azioni illegali.

    Ø La morte di Cristo chiarisce che la penalità dovuta all'uomo che rifiuta la legge morale eterna di Dio è la morte senza remissione.

    Il metro della Legge

    Il metro su cui saremo misurati non è la lettura soggettiva della propria coscienza, o come noi ci sentiamo, bensì lo standard oggettivo della legge di Dio che misura tutti gli uomini senza alcuna parzialità, e che di conseguenza condanna le nostre scusanti.

    Ø La condotta che, consapevolmente o no, è contraria alle leggi stabilite da Dio, fa sì che una persona sia destinata o votata alla morte.

    Ø Essendosi comportata in modo degno di morte, la morte agisce moderatamente in quella persona.

    Ø Senza addentrarmi in troppi dettagli, il desiderio di morte come sindrome è quell'aspetto del giudizio di Dio che scende su di un individuo, una società o una nazione che si allontanano dalla Sua legge.

    Quando la società, ovvero il sistema giudiziario e i tribunali, si rifiutano di chiedere la pena di morte per comportamenti che la legge morale ha dichiarato meritevoli di tale pena, il desiderio di morte non se ne va.

    Ø In molti casi esso ricompare – sotto forma di psicosi, nevrosi, schizofrenia ed eventualmente di tendenze suicide.

    Mi rendo conto che questa è una interpretazione semplicistica, ma la sua verità dovrebbe risultare evidente a chi crede nella Bibbia.

    Le cause dietro al suicidio

    Se guardiamo alle cause che stanno dietro al suicidio, per chi si trovi sotto questo tipo di sentenza di morte queste fanno davvero della proclamazione del vangelo una Buona Novella.

    Ø Cristo è morto al tuo posto, perché la morte venne su tutti gli uomini. Considerando Lui come città-rifugio (vedi Numeri capitolo 35), non dovrete più restare sotto la sentenza di morte ma potrete avere la vita, e averla in abbondanza.

    Ø É questa la fiduciosa speranza e liberazione del credere.

    Ø L’assenza di questo messaggio o il suo rifiuto ci lascia sotto la sentenza di morte, e se è questo il caso, allora il pensiero del suicidio non è poi così strano o distante!

    Dio è l'autore della vita. Nessun uomo, né angelo, può dare la vita ad un altro.

    Ø Chiunque si prenda la vita di un altro senza l'autorità di Dio è un omicida – e ciò include il suicidio.

    Vi sono diversi tipi di omicidio di sé stessi che possiamo specificare qui sotto:

    1. Dipendenza e schiavitù verso religioni false ed esigenti. Ciò include l'auto-immolazione per dimostrare un punto o per assicurarsi una qualche giustizia sociale, il digiuno e la volontaria trascuratezza del corpo in modo tale da arrecare gravi danni alla vita, come ad esempio respingere cure e procedimenti medici quando sono necessari.

    - É anche interessante notare come in America sia in aumento il sacrificio umano.

    2. Porre termine alla propria vita con l'annegamento, un colpo di arma da fuoco, asfissia, droga o qualsiasi altro metodo.

    - Tutto ciò è considerato omicidio, a meno che la persona non risulti radicalmente pazza.

    3. Dipendenza da uno stile di vita che finisce nella morte, come l'abuso di alcool o la droga. Vi si dovrebbe includere anche l'ingordigia, la stravaganza, appetiti e passioni sfrenate.

    - Recenti ricerche indicano che le persone dedite all'alcol, alla droga o all'ingordigia, in quegli appetiti non riescono a frenarsi neppure quando i medici li avvertono che continuare potrebbe esser pericoloso per la loro salute.

    Per alcuni questo tipo di comportamento pericoloso è un vero e proprio desiderio di morte – come una forma codarda di suicidio.

    Come candidarsi al suicidio

    1. Non aprirti mai né confessa mai a nessuno i tuoi pensieri più intimi, le tue paure o i tuoi peccati – in specie quelli mai detti a nessuno. Credi che i peccati debbano esser confessati solo a Dio, anche se le tue confessioni private non ti hanno prodotto il sollievo o la liberazione che cercavi.

    2. Rifiuta sfide e obiettivi per la tua vita. Accertati che ogni volta che si cerca di stabilire una mèta questa sia mantenuta nel vago e resti confusa; non essere mai specifico (vedi Matteo 6,33).

    3. Passa la vita cercando di cambiare tutto e tutti fuorché te stesso (vedi Romani 14,10).

    4. Trova un comportamento, un atteggiamento o una malattia impossibili da diagnosticare clinicamente e nasconditi dietro di essi. In quel modo nessuno riuscirà a trovarti e allo stesso tempo perderai di vista la realtà. In fondo, anche David si comportò da pazzo (vedi 1 Samuele 21,13).

    5. Aderisci sempre strettamente alla tua convinzione che diventerai un cristiano "vero," cioè perfetto, morale e non ipocrita – proprio come tutti gli altri cristiani che conosci. Se poi non riesci ad essere un cristiano perfetto, deciditi a non essere affatto cristiano (vedi 1 Giovanni 1,9).

    6. Sii convinto che ogni cambiamento nella personalità e nel comportamento "deve venire da Dio, dallo Spirito Santo e dalle Scritture" senza alcuno sforzo significativo da parte tua.

    - Dopo tutto, se Dio non riesce a cambiarti, perché mai dovresti disturbarti tu? Per di più, in te ogni cambiamento richiede anni e anni, perché tu sei molto diverso da tutti gli altri (vedi Filippesi 2,12).

    7. Sentiti impegnato e fedele verso gli errori, le ferite e le ingiurie del passato. Una revisione zelante e un rimaneggiamento di tutti gli errori del passato ti aiuterà ad evitare nuovi problemi, le sfide presenti e la necessità di mète future. In fondo poi non sei in grado di affrontarle, perciò meglio vivere nel passato, dove Dio e quelli che ti amano non possono raggiungerti (vedi Filippesi 3,13).

    Stereotipi, cerotti e dissimulazione

    Offrire risposte valide

    Mentre cerco di offrire qualche risposta a quanti soffrono di tendenze suicide, vi prego di ricordare che ho davvero visto, consigliato e pregato per persone straziate da un vero tormento umano, e l'ho sperimentato io stesso.

    Ø Gli stereotipi, persino quelli biblici, sembrano tanto dolorosamente inadeguati alla persona la cui vita è sull'orlo del collasso. È inviperita contro la vita e le sue ingiustizie, sia vere che immaginarie. La collera, se incontrollata, diventa furore. La persona comincia a vivere con un desiderio di morte, pur essendo stata creata per vivere ed essere istintivamente attaccata alla vita.

    Ø Può darsi che il tasso dei suicidi sia più elevato tra chi sa come si dovrebbe comportare, ma non lo fa? La nevrosi è causata dal peccato inconfessato, sia che crediate in Dio e nella colpa o no.

    Ø Che vi piaccia o no, c’è una depressione ed una disperazione che sono il giudizio di Dio –(vedi Deuteronomio 28, 64-68).

    Come spiegare ad un cristiano individualista, di successo e orientato verso la felicità, che la vita può essere davvero dura?

    Ø É accettabile dire, ai nostri giorni di "pensiero positivo," che Dio ritiene uno spirito spezzato più bello di un robot religioso?

    Ø Mi permettete di dire che per voi potrebbe essere necessario vivere con alcuni errori della vostra personalità e con qualche imperfezione fisica? La parola di Dio per voi potrebbe essere l'adeguamento alla realtà, piuttosto che una improvvisa e gloriosa esperienza spirituale che vi farebbe diventare la persona della vostra fantasia.

    La società televisiva e la religione della TV potrebbero farci credere che da qualche parte vi sia una pillola o una preghiera capace di guarire tutto, di risolvere tutti i nostri problemi e di rimettere insieme la nostra vita!

    Ø Ma che vi piaccia o no, spesso Dio richiede un progresso doloroso ed insiste che, nel seguirLo, mettiamo un piede avanti all'altro, facendo un passo alla volta.

    Ø Se cadete con la faccia a terra, almeno siete diretti nella direzione giusta!

    Ø C’è una via d'uscita da quella prigione di disperazione che ha sbarre più forti del ferro. Potete uscire da quel "buco nero" – ma Egli insiste che lo facciate secondo la Sua Via, che veniate sulla Sua via.

    Ø Dovete affrontare il fatto che non tutte le terapie funzionano e che non tutte le preghiere vengono esaudite nel modo che vi aspettate.

    Le persone non soddisfano le aspettative. I cristiani possono essere, e spesso sono molto crudeli. Ma non potete darvi al partito dell’autocommiserazione personale.

    Si può ricominciare

    La verità di Dio

    So perfettamente bene che la verità di Dio può sembrare crudele ed esigente a chi vede crollare la propria vita.

    Ø Ma potete ricominciare, e confido che lo Spirito Santo porti queste parole attraverso il vostro dolore per produrre in voi la speranza biblica.

    Ø Una delle descrizioni più disperate che io abbia mai ascoltato di un essere umano è stata quella di un uomo che si definiva "anarchico nichilista che viveva di rifiuti." É davvero strano, ma anche a quella persona – o a persone come voi e me – attraverso tutta quella confusione Gesù Cristo arriva con un messaggio.

    Ø E anche se la prima volta non lo avete sentito e la vostra vita è crollata, potete ricominciare.

    Facciamo ora, con calma, i passi necessari:

    1. Dite a voce alta: La morte non mi è amica - è mia nemica!

    La morte ti dice: "Non è più necessario che tu rimanga coinvolto in questo mondo complicato e pieno di guai. Nessuno più esigerà da te qualcosa che non riesci a produrre. Sarai libero dalle ferite e dai fallimenti continui. Consolati al pensiero della morte, perché è questa l'ultima scappatoia!"

    - Ma Colui che è la vita dice: "Cristo nostro Signore non ha mai considerato la morte come una scappatoia, per quando dolorosa o pesante fosse diventata la Sua esistenza."

    - Colui che è la vita dice: "Vivi!" (vedi Ezechiele 16,6 e Giovanni 5,25). Egli infatti è il Signore della vita, e non dobbiamo osare disobbedirgli.

    Colui che è la vita dice: "Poiché io vivo, anche tu vivrai. Come io porto la Mia croce, porta anche tu la tua, ed essa ti condurrà alla pienezza della vita che stai cercando. Chi crede in Me non sarà svergognato!"

    2. Confessati, per quanto possa sembrarti spaventoso, doloroso o per quanto ti possa costare.

    Se hai confessato a Dio le tue mancanze senza averne ricevuto liberazione, cercati un prete, un pastore o un confidente e spalanca quella gabbia nascosta, lascia andare libera la bestia feroce che è in te!

    - Non ti rintanare e non menare il can per l'aia! Per quanto trasgressivo, empio e vergognoso tu possa essere, tira su tutto quanto e gettalo fuori!

    3. Cristo conosceva te, i tuoi errori e le tue inadeguatezze già prima di sceglierti.

    Ascolta: Gesù ha scelto TE, con i tuoi fallimenti e tutto il resto.

    - Se smetterai di rifiutare Lui e ciò che vuole darti, Egli è in grado di farti resistere e di farti andare avanti vittorioso (vedi Efesini 1,4).

    4. Accetta Gesù come tuo amico. Non sei uno schiavo ma un amico. Gli altri vanno e vengono, ma se consideri Gesù tuo amico, Egli Si aprirà a te come tale e ti dirà cosa sta facendo (vedi Giovanni 15,15).

    5. Una parte del tuo problema è l'egoismo. Gesù ti mostrerà come lavorare insieme a Lui e ti darà uno scopo autentico per la tua vita – per uscire dall'egoismo ed entrare del Suo piano per la tua vita (vedi 1 Corinzi 3,9).

    6. Se non sei mai stato battezzato in acqua, pensa a fare quel passo, e magari chiedi il battesimo per immersione.

    Se insisti, la maggior parte dei pastori o sacerdoti si adeguerà alla tua insistenza.

    - Spesso la fede nella morte di Cristo e l'esperienza di venire sepolto con Lui e di essere risorto a nuova vita ti libererà dal desiderio di morte e dalla disperazione e depressione.

    - Investiga sulla possibilità che il tuo problema sia causato da attività diabolica, e in quel caso vai da un ministro competente per la liberazione.

    - Queste non sono panacee, ma parti importantissime del tuo essere fondato in Cristo (vedi Romani 6, 1-8 e Matteo 4, 23-24).

    7. La liberazione ultima avverrà quando potrai conoscere ed incontrare il Padre del nostro Signore Gesù Cristo.

    L'accusatore ha cercato disperatamente di impedirci di conoscerlo.

    Ø Se hai intrapreso con determinazione i primi sei passi, ora puoi arrampicarti in grembo a Dio Padre.

    Ø Da quella posizione esprimiGli il tuo dolore più profondo, le tue delusioni e persino la tua sfiducia e la tua rabbia verso di Lui. Il Padre lo sa già.

    Poi, più importante di ogni altra cosa, fai quello che Lui ti dice (vedi Giovanni 17,3).

    CONCLUSIONE

    Talvolta, attraverso questa lettera e la cassetta mensile, ho come l'impressione di fornire cura pastorale a persone mai conosciute. Non è mio desiderio soppiantare il vostro leader, il pastore o il sacerdote, ma solo fornirvi un supplemento e rafforzare il popolo di Dio in ogni luogo.

    Ø Non esiste un rifugio ultimo dalla possibilità sempre in agguato del crollo, della disperazione o del potenziale del suicidio – al di fuori di una volontà che si è arresa a Dio.

    In aperto contrasto con la giovane donna che scrisse quel diario, ripetiamo ogni giorno, nella pratica e a voce alta, al nostro Padre celeste:

    "Sia fatta la tua volontà! Fai pure a modo Tuo!"

     

    Plumbine A Ministry of Integrity Communications  – by Bob Mumford, Vol. 7 n. 2 Marzo/Aprile 1985

    Bob Mumford  - C/o Lifechangers - P.O. Box 98088 - Raleigh, NC 27624, U.S.A. - Tel. 001 (800) 521-5676