00 03/02/2012 10:10

la crescita spirituale

Capitolo 3

 

 

VIE MAESTRE VERSO L'ADORAZIONE

 

 

 Avevate capito che Dio ha stabilito l'adorazione quale via per rilasciare le grazie e ricchezze che ha pronte per i Suoi figli? La Sua Parola ci dice che è proprio questa la prospettiva in cui Dio considera l'adorazione. Quando anche noi giungeremo a considerarla nella stessa luce, assumerà dimensioni emozionanti, perché oltre a fornirci un mezzo per comunicare col nostro Creatore, scopriremo di diventare noi stessi canali per comunicare agli altri le Sue benedizioni.

 

    Considereremo ora la funzione della lode in relazione all'adorazione; lo scopo del sacerdozio, sia nel Vecchio sia nel Nuovo Testamento; e poi ci chiederemo cosa Si propone Dio nell'intraprendere preparativi tanto elaborati per portarci a diventare adoratori. Considereremo anche alcuni modi pratici affinché i desideri di Dio per noi producano un cambiamento nella nostra vita di ogni giorno. 

 

 

LA FUNZIONE DELLA LODE

 

        Per studiare la via della lode - fornitaci da Dio per introdurci in una vita orientata verso l'adorazione - ci uniamo al Re David mentre porta l'Arca dell'Alleanza a Gerusalemme. Il suo Salmo di ringraziamento ci viene riportato in 1 Cronache, 16. É una delle parti più belle della Scrittura sul nostro argomento dell'adorazione.

 

    I versetti da 1 a 6 descrivono alcuni degli accurati preparativi fatti da David mentre, con il suo popolo, si disponeva ad adorare. Alcuni sacerdoti avevano il compito di "celebrare, ringraziare e lodare il Signore Dio di Israele." Altri erano muniti di arpe, cetre, trombe e cembali, "... sempre davanti all'arca dell'alleanza di Dio."

 

    Nei versetti 8-15 leggiamo: "Ringraziate il Signore ... cantate in Suo onore... narrate a tutti i Suoi prodigi... ricordate i prodigi che Egli ha compiuto... ricordatevi sempre della Sua alleanza." Che lode!

 

    Poi David ricorda alcune delle opere di Dio in favore degli Israeliti (versetti 16-22). Questo è il primo passo introduttivo per parlare della grandezza di Dio oltre i confini del loro paese. (versetti 23-24).

 

    Ma cosa accade ora? David comincia a passare dalla lode all'adorazione. I versi 25-26 esprimono la dignità del loro Dio; i versi 27-29 portano la risposta: "...gloria ... onore ... forza ... e gioia alla Sua presenza." Queste grazie suscitano il desiderio di dare a Colui che tanto può e vuole benedire gli uomini.

 

    Arriviamo al punto (versi 30-35) in cui David fa appello alla natura intera perché si unisca all'adorazione: i cieli... il mare... i campi... gli alberi. A tutti chiede di unirsi alla lode e al ringraziamento!

 

    Il versetto 36 dimostra che David è riuscito a guidare tutto il popolo nella vera adorazione: "Sia benedetto il Signore, Dio di Israele, nei secoli eterni. E tutto il popolo rispose: Amen, sia lode al Signore!"

 

    Avete seguito il procedimento del passaggio dalla lode all'adorazione? Vedete che l'adorazione produce altra adorazione? É un'esperienza in continua ascesa: più uno viene a conoscere le gioie e i benefici dell'adorazione, più cercherà occasioni per adorare. E scoprite di voler stare con gli altri in questo ministero di adorazione; ma anche di voler stare da solo per aprire il vostro uomo interiore alla gloria e alla bontà di Dio. Scoprirete poi che Dio sta rispondendo alla vostra preghiera; state diventando adoratori. Ma ricordate che l'adorazione non è automatica: è un'arte da imparare.

 

 

LO SCOPO DEL SACERDOZIO

 

 Per aiutarvi a capire meglio lo scopo di Dio nell'adorazione torniamo ad un versetto particolare nel "rendimento di grazie" di David: 1 Cronache 16,29. Qui vengono introdotti due aspetti importantissimi dell'adorazione: "Date al Signore la gloria dovuta al Suo nome; presentatevi a Lui con offerte. Adorate il Signore nella bellezza della santità."

 

    Cosa significa presentarsi con offerte? Di solito pensiamo a "far passare il cestino delle offerte" oppure a "fare una colletta." Siamo inclini a riservare gli insegnamenti sulle offerte alle giornate dedicate a raccolte speciali. Ma qui non si sta parlando affatto di denaro - sebbene a volte possa essere incluso. Vogliamo considerare le offerte dal punto di vista del Nuovo Testamento. Ebrei 7, 11-19 ci aiuta a vedere la meta verso cui Dio ci sta portando.

 

    Se i sacerdoti ebrei e le loro leggi fossero stati in grado di salvarci, perché mai per Dio sarebbe stato necessario mandarci Cristo come sacerdote dell'ordine di Melchisedek, anziché mandare qualcuno dell'ordine di Aronne - lo stesso ordine di tutti gli altri sacerdoti?

 

    E quando Dio manda un nuovo tipo di sacerdote, va cambiata la Sua legge per permetterlo. Come tutti sappiamo, Cristo non apparteneva alla tribù sacerdotale di Levi, ma veniva dalla tribù di Giuda, che non era stata scelta per il sacerdozio; Mosè non aveva mai affidato loro quel compito. Possiamo così vedere chiaramente che il metodo di Dio è cambiato perché Cristo, il nuovo Sommo Sacerdote, venuto con l'ordine di Melchisedek, non è diventato sacerdote secondo la vecchia esigenza di appartenere alla tribù di Levi, ma sulla base di una potenza che affluisce da una vita che non può finire. Il salmista lo fa rilevare quando, parlando di Cristo, dice: "Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek."

 

    Sì, il vecchio sistema sacerdotale basato sulla discendenza familiare è stato annullato perché non ha funzionato: era debole ed inutile, e non serviva a salvare la gente: Non ha mai portato nessuno in un rapporto veramente giusto con Dio. Ora abbiamo una speranza assai migliore, perché Cristo ci rende accettabili a Dio ed ora possiamo avvicinarci a Lui."

 

    L'insegnamento centrale della lettera agli Ebrei è che Gesù è il nostro Sommo Sacerdote. Essendo ora questa la verità, deve essere anche vero che Dio ha fatto un cambiamento nello stesso sacerdozio. Al tempo della sua istituzione, sotto la direzione di Mosè, la Tribù di Levi era stata destinata da Dio al servizio sacerdotale della nazione. L'autore della lettera agli Ebrei rileva che, non essendoci mai stato prima un sacerdote della tribù di Giuda (da cui proveniva la discendenza terrena di Gesù), era evidente che il sacerdozio era stato cambiato. Non eliminato, ma cambiato. Dio operò il cambiamento per far sì che Lui e il Suo popolo potessero giungere ad una nuova relazione. Per mezzo del Leone di Giuda (Gesù) ora possiamo "avvicinarci a Dio," invece di avere un prete che sta davanti a Lui per conto nostro.

 

    Per cercare di capire meglio l'intenzione originale di Dio nel liberare il popolo ebreo dalla schiavitù e farne una nazione, consideriamo Esodo 19, 4-6:

 

"Avete visto ciò che ho fatto all'Egitto, e come vi ho sollevati su ali di aquila per portarvi fino a Me. Ora, se vorrete ascoltarMi e obbedire alla Mia voce, e osservare la Mia alleanza, voi Mi sarete preziosi tra tutti i popoli: perché Mia è tutta la terra.

Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste parole dirai agli Israeliti."

 

     Dio sta dicendo al Suo popolo: "Tu Mi appartieni. La priorità nella nostra relazione è l'adorazione." Dall'adorazione derivano il ministero, il servizio e la capacità di lasciarsi trasformare nella Sua immagine. Ma in primo luogo, l'intera nazione era chiamata a svolgere il ruolo di sacerdoti - una nazione santa.

 

     Lo scopo di Dio non è mai cambiato, sebbene lo sia il sacerdozio. Gli apparteniamo ancora e la priorità nella nostra relazione con Lui resta ancora l'ADORAZIONE. Ascoltate cosa dice 1 Pietro 2,5-9:

 

   (5) - "Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, la formazione di un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo."

 

   (9) - "Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio Si è acquistato perché proclami le lodi di Lui che vi ha chiamati dalle tenebre alla Sua ammirabile luce."

 

     L'Apocalisse (5,10) aggiunge queste parole all'argomento: "E ci hai costituiti per il nostro Dio re e sacerdoti, e regneremo sulla terra."

 

    I cristiani del primo secolo riconobbero la loro nuova relazione di fronte a Dio, e il cambiamento della loro vita fece sì che venissero riconosciuti come il "popolo della Via." Questa verità (quanto alla funzione qui intesa) venne oscurata quando la tradizione e l'insegnamento degli uomini prevalsero sulla semplicità della Via. All'epoca della Riforma, sotto la guida di Martin Lutero, vi fu una restaurazione di questa verità fondamentale - il sacerdozio del credente. Con tale apertura venne la responsabilità corrispondente: se siamo sacerdoti, abbiamo la responsabilità di offrire a Dio sacrifici spirituali. Non possiamo più essere solo spettatori, ma partecipanti.

        

    Vi è chiaro che, se davvero dobbiamo rispondere alla chiamata sacerdotale, non abbiamo alcuna scelta sull'argomento? Il popolo di Dio forma una nazione santa, e ognuno è chiamato ad agire. Ciò non significa che ognuno di noi sia in concorrenza col prete, col pastore e con i leader locali. Il sacerdozio è una funzione a cui Dio ha chiamato ciascuno di noi come individui. Questo Dio volle da Israele. Ma che successe?

        

    I profeti del Vecchio Testamento, parlando per conto di Dio, lo hanno ripetuto più volte: "Avete tanta religione... Vi riunite e offrite sacrifici, ma tutto quello che fate è solo frutto di movimenti esteriori... il vostro cuore non è affatto partecipe." E Dio aggiunse: "Non lo sopporto più. Istituirò un nuovo sacerdozio secondo l'ordine di Melchisedek, della tribù di Giuda. Avrò un sacerdozio nuovo e vi darò nuovi sacrifici da offrire."

 

    Nel Vecchio Testamento si trattava di sacrifici di tori e di capri. Nel Nuovo Testamento è il sacrificio della lode. Il sistema non è cambiato; ma sono cambiati i sacerdoti e il sacrificio. Ebrei 13,15 getta altra luce su quel cambiamento: "Per mezzo di Lui, dunque, offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto delle labbra..." 

 

    Ricordate il principio di Efesini  2,18? Il nostro Sommo Sacerdote è Gesù e per mezzo Suo giungiamo al Padre - per offrire il sacrificio di lode. Quel sacrificio è il frutto delle nostre labbra. Per mezzo di Gesù Cristo e con l'unzione dello Spirito Santo, assumiamo il posto giusto quali membri del sacerdozio. Ora abbiamo accesso al Padre: quando innalziamo la nostra lode, Dio risponde proprio come quando il fuoco cadde sui sacrifici offerti nel Vecchio Testamento.

 

    É importante esprimere in parole i sentimenti? Quante volte avete sentito qualcuno dire: "Il Signore sa che in fondo al cuore Lo amo." Ma come ve la cavate nelle relazioni interpersonali? Se qualcuno vi ama, non è facile esserne soddisfatti senza che quella persona ogni tanto ve lo dica, vero? Dio conosce il nostro cuore, è vero, ma vuol sentirci parlare del nostro amore. Il frutto delle nostre labbra é importante.

 

    A una mia amica (bella, sposata, intellettuale) restava difficile capire l'importanza di esprimere in parole il suo amore per il Signore. Insisteva nel dire di essere il "tipo tranquillo," e non vedeva la necessità di cambiare. Un giorno, adoperando l'aspirapolvere, lodava Dio "in cuor suo," ed Egli la interruppe dicendo: "Perché non ti esprimi ad alta voce?" Non essendoci nessuno intorno, pensò bene di provare. Una volta apertasi a fare il primo passo, si ritrovò a danzare intorno alla stanza a braccia alzate, con le parole di lode che le affluivano alla bocca ed una gioia in cuore mai sperimentata prima.

 

    Un'altra mia amica (una suora nera) mi raccontò della volta in cui stava stendendo gli abiti nel cortile. Stava lodando e adorando Dio sotto il cielo azzurro quando, d'un tratto, lo Spirito Santo scese su di lei e si ritrovò lei pure a danzare di gioia alla Sua presenza. Si, Dio risponde!

 

     Osea 14,33 ci dice:

"Preparate le parole da dire e tornate al Signore; diteGli: 'Togli ogni iniquità e accettaci con clemenza, e Ti offriremo il frutto delle nostre labbra."

 

   Il sacrificio originale, istituito da Mosè, richiedeva vitelli, tori, giovani agnelli e tortore o colombe. Questi tuttavia potevano venire offerti mentre il cuore era altrove. Dio aveva ripetuto più volte agli Israeliti di essere alla ricerca di un popolo che Gli sarebbe stato dinanzi dicendo: "Dio, ti offro il sacrificio della lode... il frutto delle mie labbra. Ti adoro, Signore." Era questo che Osea cercava di dire alla gente dei suoi giorni.

 

   A Dio non interessano in primo luogo le offerte materiali. Non possiamo "corrompere" Dio. Né rimane soddisfatto di semplici plausi e cerimonie religiose: Si aspetta di ascoltare il frutto delle nostre labbra. Vuole il nostro amore. Quale uomo sarebbe contento di esser sposato ad una donna che gli dicesse: "Sono una brava moglie. Ti cucino i pasti... mi occupo dei bambini... ti lavo i panni." ..Mentre per tutto il tempo era innamorata di un altro uomo. Il suo cuore era altrove!

 

 

MA DIO COSA CERCA?

 

Nel cercare di rispondere alla domanda: "Ma Dio cosa cerca?", vogliamo fissare con fermezza almeno due verità centrali nella nostra mente:

 

1.     Entrare in una esperienza o in una verità nuova comporta una nuova responsabilità.

      Ogni privilegio comporta questo obbligo, che ci piaccia o no. Ogni volta che arriviamo a capire un certo campo particolare, poi dobbiamo muoverci per metterlo davvero in pratica. É così che Dio ha progettato di far progredire la Sua opera: Egli esige da ciascuno di noi la responsabilità di passare ad altri le rivelazioni che Egli ci fa di Se Stesso. Se imparerete ad essere un adoratore, probabilmente Dio vi chiederà di adempiere a questo ruolo e di condividere con altri la vostra gioia. Può non essere oggi - ma Egli agisce secondo principi divini.

 

2.   Non possiamo lodare Dio liberamente finché non ci rendiamo conto che, come sempre, Egli ha in mente solo il nostro bene.

    Per molto tempo sono rimasto incuriosito da un Dio che Si aspettava la lode da ognuno. Se ne stava forse lassù, "seduto sul trono," in attesa che i Suoi sudditi Gli Si inchinassero e prostrassero dinanzi? Se dovessimo applicare una parola della psichiatria a un Dio simile, potremmo chiederci: "É un Dio ego-maniaco?" Sappiamo che non lo è, tuttavia dobbiamo considerare i motivi per cui Dio ha istituito il sacerdozio e i sacrifici.

 

    Dio non aveva bisogno dei tori, capri e tortore dei sacrifici del Vecchio Testamento, ma di vedere il cuore del Suo popolo nella giusta relazione col Suo. Solo allora avrebbe potuto essere stabilita l'amicizia, e solo allora Egli avrebbe potuto elargire tutte le grazie e le benedizioni di cui tanto voleva farli godere.

 

    Cosa fu che Israele non riuscì a dare a Dio? Erano meticolosi nell'osservare i giorni sacri e nell'eseguire le regole sui sacrifici. Ma la disobbedienza alle leggi morali di Dio, la scarsa considerazione dei fratelli e il disprezzo verso i profeti di Dio - tutto ciò impediva un'adorazione accettabile. Così Dio non poteva avere una relazione di amicizia con loro, né rivelare verità nuove. Non poteva conceder loro tutte le grazie che aveva promesso e che desiderava dare.

 

   Ma che dire dei nostri giorni? C'è qualche similitudine? Oggi vi sono più edifici adibiti a Chiese che in ogni altra epoca precedente della storia. ...e sulla carta, il numero dei membri che le frequentano è impressionante... le relazioni economiche dimostrano che le somme versate per scopi religiosi sono in aumento. Pare che tutte queste statistiche parlino di un popolo che adora Dio.

 

   Ma che dire del fatto che anche le statistiche del crimine sono in continua, vertiginosa ascesa? E del costante aumento dei divorzi? Sempre più donne ricorrono all'aborto... la morale si deteriora ... c'è una valanga di pornografia... rilassatezza nelle relazioni matrimoniali e nell'allevare i figli. É possibile dare la seguente valutazione della situazione attuale? Più religione e meno adorazione!

 

    É il momento di riconoscere che non si può adorare Dio e allo stesso tempo ingannare, mentire, rubare o convivere con la ragazza dietro l'angolo. Chi fa queste cose può anche riuscire ad andare regolarmente in Chiesa, fare regolarmente la sua offerta, cantare inni ed essere gentile con i vicini - ma non riuscirà ad adorare!

        

    Dio cerca, oggi, nella nostra generazione, la stessa cosa che cercava ai tempi in cui Osea proclamava: "O, Israele, ritorna al Signore tuo Dio..." É la stessa verità di quando Ezechiele scrisse: "Non si avvicineranno a Me per svolgere l'ufficio di sacerdoti." Scriveva le parole di Dio al Suo popolo depravato. Ricordate David, che in 1 Cronache 16,29 disse: "Adorate il Signore nella bellezza della santità."

 

    Ho scoperto per esperienza personale la verità di questo principio. Se parlo con asprezza... giudico con durezza... o perdo il controllo, la prima cosa che mi accade è che la capacità di adorare ne resta intaccata. Allora devo dire: "Fratello, sorella, mi perdoni? Mi devi perdonare!" E sapete perché? Perché il mio uomo interiore (N. 2) non potrà entrare nell'adorazione senza tener conto delle mie azioni nel campo delle relazioni personali. Ho commesso una trasgressione diretta e Dio sta correggendomi attraverso il canale di comunicazione designato - Spirito a spirito. Quando Egli ritira la consapevolezza della Sua presenza, l'adorazione è impossibile.

 

    Oggi Dio è all'opera per restaurare le giuste relazioni proprio come agli inizi. Il gioco si chiama "restituzione." Dio dice alla gente: "Confessi e restituisci quanto hai rubato... Vai a dire al tuo datore di lavoro dove sono andate a finire alcune merci... Chiarisci quella faccenda con tua moglie... Vai a dire ai tuoi genitori che ti dispiace..." Se obbediremo ai Suoi comandi, l'adorazione tornerà. Sono tutte dimostrazioni del testo che dice: "...così è lo Spirito Santo, che Dio ha dato a tutti quelli che Gli obbediscono" (Atti 5,32).

 

    Ecco la testimonianza di un uomo sul "trattamento" di Dio nella sua vita. Stava disponendosi ad adorare, quando Dio gli venne incontro a mezza strada per chiedergli: "Ricordi quando a dodici anni ... rubasti quell'anello?" Si, nonostante fossero passati più di trent'anni, si ricordava ancora dell'anello rubato alla gioielleria locale per farne un regalo di compleanno alla mamma. Ne seguì una visita alla gioielleria e la confessione.

 

    Potete chiedervi: "Ma fino a che punto Dio è pratico?" Fino al punto richiesto dalla vita di ogni giorno. Se esprimiamo il desiderio di diventare adoratori, Lui sa esattamente dove mettere il dito per giungere al punto di interferenza. Non è possibile occupare il giusto posto di sacerdoti e portargli il sacrificio della lode quando qualcosa in noi impedisce il flusso da Spirito a spirito. Il frutto delle nostre labbra va offerto da labbra purificate. Ricordate il grido di Isaia mentre contemplava Dio nella Sua gloria: "Ohimè! Io sono perduto! Perché un uomo dalle labbra impure io sono..." (Is 6,5). Si, Dio non Si è limitato ad offrirci una via per il traffico a due sensi, ma ci ha dato anche il modo di sapere quando stiamo violando le norme del traffico.

 

 

FAR FUNZIONARE IL TUTTO

 

Ora che le linee di comunicazione sono sgombre, che fare riguardo al sacrificio da portare? Osea 14,2 (3) si esprime così: "... Ti offriremo il frutto delle nostre labbra." Ebrei 13,15 ci dice cosa Dio Si aspetta da noi dopo l'istituzione del nuovo Sommo Sacerdote (Gesù): "... Offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto delle nostre labbra." Il sacrificio del Vecchio Testamento consisteva in vitelli. Nel Nuovo Testamento invece è il frutto delle nostre labbra - cioè la vera lode che viene dal cuore.

 

    Con quale frequenza si faceva il sacrificio al tempio? C'era il sacrificio del mattino e quello della sera. É un buon punto di partenza per un sacerdote del Nuovo Testamento, e cioè per la realtà di ogni vero cristiano. Iniziate il giorno presentandovi a Dio con il sacrificio mattutino della lode - proveniente dal cuore. É ciò che Dio si aspetta. Quando dico: "Signore Gesù, Ti amo..." la risposta è grandiosa - scende il fuoco! Come il fuoco scese sui vitelli offerti sull'altare, così il fuoco scende sul "frutto delle nostre labbra" quando sale a Lui. E risulta in una tale grazia che arriveremo a desiderare con ansia il momento del sacrificio della sera.

 

   Non passerà molto tempo prima di ritrovarci a fare una pausa "per l'offerta," anziché la solita pausa - caffè o lo spuntino, e diventerà il sacrificio delle 10.00 del mattino. L'interruzione delle 2.00 pomeridiane ci troverà a cercare ancora la Sua presenza; e ben presto l'ora di  pranzo ci darà il tempo per un incontro del primo pomeriggio. Non vedi che Dio ti ricompensa in una tal maniera che vorrai rispondere ad ogni possibile opportunità... e vedrai che la comunicazione è stabilita, che è diventata parte vitale della tua vita quotidiana? Il semaforo verde... la doccia... la lunga coda per aspettare il nostro turno ... ogni luogo può diventare un altare. E il sacrificio sale in continuazione...

 

   Scopro così, all'ora del sacrificio della sera, che mi sono discostato dalla solita preghiera di routine: "Dio, benedici la nonna e il nonno ... la zia Maria..." per ritrovarmi ad offrire lodi per la Sua bontà e per le benedizioni della giornata appena trascorsa. Da quella lode Dio mi porterà alla mente le persone e le situazioni per cui vuole che preghi. Mi trovo davanti a Lui nel mio ruolo di sacerdote, porto queste richieste e le offro a Dio. Sto alla Sua presenza nella funzione che Egli intendeva darmi: quella di sacerdote.

 

  Ci saranno occasioni in cui il Signore vi sveglierà alle 3 di notte. Con gli occhi sgranati Gli chiedete: "Sì, Signore, cosa vuoi?" Il sacrificio nel bel mezzo della notte? Naturalmente. Le necessità non si verificano in tutte le 24 ore? La vostra intercessione può liberare la risposta necessaria. Questo può farci tornare alla domanda: "Ma allora Dio è un ego-maniaco?" Si diverte ad interrompere la nostra routine quotidiana, e perfino l'intimità della notte? Oppure c'è uno scopo preciso in tutto ciò?

 

   Fui aiutato a vedere quest'altro scopo il giorno in cui il Signore mi disse: "Bob, non è che Io abbia bisogno di te - sei tu ad avere bisogno di Me."

   Allora in me si accese una luce! Dio è l'autore eterno dell'universo e non ha bisogno di niente. Ma ci ha strutturati in modo tale che siamo noi ad avere bisogno ed è Lui a dare. Questo ci porta alla Sua presenza e al punto di poter ricevere quanto vuole darci. 

 

   Vi siete mai trovati nella situazione in cui le necessità si erano accatastate al punto da non riuscire a vedere niente al di là ... né al di sotto o intorno alle stesse? Vi sarete chiesti: "Dio, ci sei da qualche parte in questi problemi?" Ricordate Paolo e Sila mentre si trovavano in prigione (Atti 16, 25-26), e la loro risposta? Si misero a pregare e a cantare le lodi a Dio! Anche Pietro e Giovanni si unirono nella lode quando si trovarono davanti alle autorità ebraiche per aver predicato nel nome di Gesù (Atti 4, 23-29): "Signore, Tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi..." Stavano uscendo dal loro piccolo mondo per entrare nel grande mondo di Dio... e scoprire che Egli era presente nelle loro difficoltà.

 

    Qualcuno viene a chiedermi preghiere. Le necessità sembrano schiaccianti. Che dire? Posso cominciare: "Signore, non ho proprio niente di mio da offrirTi. Ma Tu hai creato questo corpo... o quella famiglia... Tu conosci la situazione. Ti ringrazio per quanto ci hai promesso nella Tua Parola. So che sei il Creatore di ogni cosa..."

 

    Che sto facendo? Sto uscendo dal mio piccolo mondo per entrare in quello grande di Dio. Dio non ne ha bisogno, ma io si. Allora qualcosa si muove dentro di me, e non appena comincio a vedere il Dio Onnipotente, il fuoco scende! Il risultato è l'adorazione! E mi si apre davanti un mondo tutto nuovo.

 

    É ciò che Dio vuole. É adempiere al nostro ruolo di sacerdoti, come Dio lo intendeva. É quanto ci mette nella condizione di ricevere ciò che Dio vuole darci, perché conosce le nostre necessità.

 

     L'adorazione é il piano di Dio per l'uomo, per permettergli di attingere alla Sua potenza, per compiere la Sua opera.

 

     Adorare é comunicare con Lui e far progredire gli scopi del Suo regno. E le vie che Egli Stesso ha predisposto ci portano proprio a questo risultato. 

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