00 03/02/2012 10:07

la crescita spirituale


 

 

Capitolo 1

 

 

L'ADORAZIONE:  IL DESIDERIO DI DIO PER NOI

 

 

 Sono in molti a conoscere Dio - ma fatevi questa domanda: Quanti fra quelli che Lo conosco, gioiscono in Dio? Forse il solo pensiero di poter gioire in Dio può giungervi come una sorpresa. Ecco come il Catechismo di Westminster espone questa convinzione:

 

Domanda: Qual è il fine principale dell'uomo?

Risposta: Il fine principale dell'uomo è glorificare Dio e gioire in Lui per sempre.

 

     Ma che relazione ha il gioire in Dio col nostro argomento dell' "ADORAZIONE"? Una relazione totale. Com'è possibile adorare qualcuno o qualcosa che non consideriamo pregevole - o degno di sacrificio e di lode? La parola stessa "ad - orare" implica una venerazione profonda. Che si tratti di denaro, di una meta nella vita, di un'altra persona... o di un dio pagano, l'oggetto deve suscitare in noi un sentimento di ispirazione, di soddisfazione, di godimento e di valore. La domanda relativa all'adorazione è: "Ne è degno?"

 

    Come cristiani riconosciamo che Dio è degno del nostro amore, della nostra lealtà e obbedienza. Ci uniamo a Giovanni in Apocalisse 4,11, nell'esprimere la dignità del nostro Dio:

 

"Tu sei degno, o Signore, di ricevere gloria, onore e potenza, perché Tu hai creato tutte le cose, e le hai create per la Tua gioia."

 

     Questo versetto non solo presenta il fatto che Dio è degno della nostra adorazione, ma rivela un altro fattore spesso trascurato dal pensiero umano: Dio ci ha creati perché vuole godere di noi, gioire in noi! Siamo stati creati proprio per questo, per la Sua gioia.

 

     Ma come arrivare a gioire in Dio e a fargli piacere? La maggior parte dei cristiani abbraccia le verità di Dio con l'apparente idea che esse si trovino in un contesto di sopportazione. Molti diranno: "Ti prego, intercedi per me affinché riesca a sopportare fino alla fine!" Quale perversione degli intenti di Dio nel creare l'uomo! Che piacere potrebbe mai ricevere nel guardare le Sue creature che "sopportano", fin quando Egli non dà loro qualcosa di cui riescano a gioire?

 

    Uno dei mezzi stabiliti da Dio per darci gioia e piacere è la via dell'adorazione. Egli ci ha fatti in modo da poter soddisfare questo desiderio, sia da parte Sua sia da parte nostra. La natura nuova che ci viene data al momento della nuova nascita è strutturata proprio a questo scopo. Ma siamo NOI ad avere la responsabilità di collaborare con Lui nello sviluppo e nella maturazione di quella natura nuova.

 

    Non appena mi resi conto di poter essere motivo di gioia per Dio, nacque in me il desiderio di diventare una persona che Gli procurasse gioia in ogni giorno della sua vita. La mia vita di preghiera subì allora una revisione: anziché formulare petizioni lunghe e dettagliate, le ridussi tutte ad una richiesta globale, onnicomprensiva: "Signore, fa che stamani... oggi... io sia un figlio che porti gioia al tuo cuore." Sono anche arrivato a vedere che Gesù viveva per dare gioia al Padre. Per questo poteva dire: "Colui che Mi ha mandato è con Me: il Padre non Mi ha lasciato solo, perché Io faccio sempre le cose che Gli sono gradite" (Gv. 8,29). Evidentemente Gesù sapeva ciò che faceva piacere al Padre.

 

    Ciò mi rese consapevole di quanto poco io sapessi su come compiacere Dio. Allora desiderai ardentemente conoscerLo meglio, per scoprire le cose che Gli procuravano piacere. Nel campo delle relazioni umane spesso diciamo: "Sto davvero bene con quel fratello da quando sono arrivato a conoscerlo." Si, è proprio questo un principio del godimento: quando arriviamo a conoscere un'altra persona, spesso scopriamo di avere interessi simili... si sviluppa una sensazione di benessere in sua compagnia... nasce la fiducia... ed eventualmente si forma una unità, motivo di gioia per entrambi.

 

    Una volta arrivati a capire che l'adorazione è motivo di gioia per Dio, e a conoscere Dio in una relazione più intima, ci ritroviamo a dire: "Mio Dio, non voglio adorarTi solo una volta ogni tanto, ma voglio diventare un adoratore." All'udire quel grido, Dio si metterà all'opera per soddisfare la richiesta.

 

 

ALCUNI FONDAMENTI PER L'ADORAZIONE

 

Ognuno di noi ha bisogno di imparare ad adorare Dio, perché l'adorazione non è innata. Il desiderio di adorare qualcosa o qualcuno al di fuori di noi stessi può essere una tendenza naturale dell'uomo; ma se vogliamo offrire un'adorazione accettabile e sperimentare la soddisfazione che ne deriva, è necessario imparare ad adorare. Tutte le arti richiedono discipline specifiche: se ne devono capire alcuni principi fondamentali, da accettare e da mettere in pratica. É vero che persone diverse possono trovare espressioni diverse di adorazione, ma tutti devono giungere alla presenza di Dio nel modo da Lui stabilito. 

   L'adorazione è un qualcosa che ci accade. É un'esperienza soggettiva. Parliamo delle "funzioni di adorazione" - che di solito includono canti, lode e lettura della Parola di Dio. Tutte queste cose possono portare all'adorazione - ma l'adorazione è molto più di ognuna di tali espressioni. Deve traspirare qualcosa nello spirito dell'uomo, ed egli saprà quando è giunto alla presenza di Dio.

 

   Per cercare di capire meglio le nostre risposte personali, presentiamo queste due figure:

 

      La persona n. 1 - Siete voi, l'adoratore.

La persona n. 2 - Siete sempre voi, l'uomo interiore che in voi controlla gli atteggiamenti, i desideri e gli impulsi del n. 1.

 

 

Supponete di essere ad un incontro di preghiera, e tutti sono chiamati ad alzarsi in piedi davanti al Signore per adorarLo col canto. Voi (il n. 1) potete alzarvi con gli altri, prendere il libro dei canti e unirvi al coro in ogni parola: "Vieni, adora, stirpe eletta..." - e tuttavia non ne risulterà uno iota di adorazione. Il vostro uomo interiore (il n. 2) può starsene a digrignare i denti e a dire: "Vieni, adora... Ma io non mi sento di adorare! Dio non è stato davvero troppo buono con me... stanotte ho dormito male... Franco non mi ha restituito le 100.000 lire che mi deve..."

 

    E mentre l'uomo n. 1 continua a cantare con gli altri - alzando perfino le mani nella lode, il n. 2 continua a restare ripiegato su se stesso..., depresso o nella ribellione.

 

    Per il n. 1 l'adorazione diventa spesso solo un'abitudine esteriore. Battere le mani ed alzarle verso il cielo può diventare semplicemente la manifestazione di un esercizio ritmico spirituale - l'adeguamento superficiale a ciò che sta facendo la folla. Ma quando anche il n. 2 adora, è sempre assai di più. L'adorazione é una risposta personale.

 

    La canzone: "Libera il mio spirito perché io possa adorarTi," esprime ciò che desideriamo raggiungere. La vera adorazione non é il risultato automatico della partecipazione ad un gruppo che si raduna; sebbene Dio possa servirsi dell'atmosfera di adorazione per riscaldare il n. 2, e abbattere le barriere che interferiscono con la libertà di spirito che si deve sperimentare per giungere alla presenza di Dio.

 

    Cominciate ad avvertire la differenza? Il canto ha lo scopo  di portare alla lode: offre espressioni alle emozioni. La lode, a sua volta, può introdurre all'adorazione. Mi accade tuttavia che talvolta, quando lodo il Signore, non mi senta affatto di adorarlo. So che Dio ci comanda la lode, e per questo Lo lodo. Ma so altrettanto bene che l'adorazione é una risposta che non si  può comandare. Deve essere spontanea per essere accettabile a Dio. Le azioni possono essere soggette al controllo dell'autorità esteriore; ma gli atteggiamenti sono sotto il controllo delle risposte interiori... Qui è l'uomo n. 2 a tenere le redini.

 

    Il Libro dei Salmi offre diverse intuizioni sull'atto di adorare. Il Re David, autore di gran parte dei Salmi, era conosciuto come un "uomo secondo il cuore di Dio." La capacità di lodare ed adorare era in lui un'arte sviluppata. Era cominciata quando pascolava le pecore sulle colline della Giudea, dove acquistò un'acuta consapevolezza della bontà e della grandezza di Dio. Perciò dovette superare molte difficoltà quando, ancora ragazzo, fu perseguitato dal Re Saul... fu chiamato ad andare in battaglia... ad assumere il governo di Israele... e quando cadde nel peccato e capì il proprio bisogno di purificazione. Furono tutte occasioni per cercare di accedere alla presenza di Dio.

 

   Una volta (Salmo 42,6) David gridò: "Perché ti rattristi, anima mia?" Parlava dell'uomo interiore (n. 2) - servendosi di quel meraviglioso meccanismo che Dio ha posto in ciascuno di noi e attraverso il quale corpo, anima e spirito possono comunicare tra loro ed influenzarsi a vicenda. David si rese conto che il suo spirito non se la sentiva di adorare - era sotto il controllo dell'anima. Si rivolse allora alla radice del problema, e lo sentiamo concludere (verso 12): "Ancora potrò lodarLo, Lui, salvezza del mio volto e mio Dio."

 

   Dio non ha stabilito che la vita cristiana sia vissuta sotto il dominio dell'anima dove emozioni, intelletto e ipocrisia possono governare. Egli desidera che ci costruiamo una disciplina in base a cui vivere in atteggiamento di costante comunione con Lui. Ma se quella relazione è possibile, perché non ne godiamo in maniera più costante? In realtà possono esservi macigni sul cammino, che vanno tolti. E vi sono abitudini ed atteggiamenti che è necessario coltivare. Dio ha prescritto alcune norme e regole che vanno affrontate prima di poter diventare ADORATORI. 

 

 

IMPEDIMENTI ALL'ADORAZIONE

 

 

Quali sono alcune delle cose che ci impediscono di offrire a Dio un'adorazione a Lui accettabile? Prendiamo lezione da alcuni adoratori del Vecchio Testamento - cercando di vedere cosa interferiva nella loro adorazione e come Dio ha risolto il problema. La storia si trova in Ezechiele 44, 4-16: Dio sta conversando col profeta sulle condizioni del tempio, la casa destinata all'adorazione:

 

(4) - Poi mi condusse per la porta settentrionale davanti al tempio. Guardai, ed ecco la gloria del Signore riempiva il tempio. Caddi con la faccia a terra."

 

    Notate due cose: a) Dio rese onore al tempio con la Sua presenza. Questa riempiva il tempio. b) Ezechiele sperimentò  l'adorazione genuina: vide la gloria di Dio e si prostrò davanti a Lui. Ciò include l'azione sia dell'Uomo n. 1 che del n. 2.

 

   (5) - "E il Signore mi disse: 'Figlio dell'uomo, sta attento, osserva bene e ascolta quanto Io ti dirò sulle prescrizioni riguardo al tempio e su tutte le sue leggi; sta attento a come si entra nel tempio da tutti gli accessi del santuario."

 

    Evidentemente ci sono istruzioni che è necessario conoscere e a cui dobbiamo obbedire riguardo all'adorazione. Dio avrebbe potuto dire: "Fermati, Osserva e Ascolta!" Egli Si prende cura di quanto accade nella Sua casa, che ve ne rendiate conto o no. "Osserva bene!"

 

   (6) - "Riferirai a quei ribelli, alla gente di Israele: Così dice il Signore Dio: troppi sono stati per voi gli abomini, o Israeliti!"

 

    Ricordate, le persone a cui Dio chiede che Ezechiele si rivolga sono il Suo popolo. Lo avevano riconosciuto e Gli appartenevano, e tuttavia troviamo che Egli denuncia la loro ribellione. Non può darsi che Dio abbia dei figli "buoni" e dei figli "cattivi," proprio come noi? E il vostro modo di trattare i figli non varia a seconda delle loro necessità individuali? Sentite cosa ha da dire Dio, riguardo a questi Suoi figli ribelli:

 

   (7) - "Avete introdotto nel Mio santuario figli stranieri, non circoncisi di cuore e non circoncisi di carne, perché stessero nel Mio santuario e profanassero il Mio tempio, mentre Mi offrivate il Mio cibo, il grasso e il sangue, rompendo così la Mia alleanza con tutti i vostri abomini."

 

   (8) - Non vi siete presi cura delle Mie cose sante, ma avete affidato loro, al vostro posto, la custodia del Mio santuario."

 

    Notate la frase "al vostro posto." Evidentemente questi adoratori pensavano che la casa di Dio fosse mantenuta innanzitutto per loro - non per Dio. E noi, ci siamo mai resi colpevoli dello stesso atteggiamento?

 

   (9) - "Così dice il Signore Dio: Nessuno straniero, non circonciso di cuore, non circonciso nella carne, entrerà nel Mio santuario, nessuno di tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti."

 

    É evidente che Dio è pienamente cosciente di chi "non Lo conosce." Egli ha stabilito alcuni prerequisiti inerenti l'adorazione e dobbiamo aderirvi, o affrontare la Sua disapprovazione.

 

   (10) - "Anche i Leviti, che si sono allontanati da Me nel traviamento di Israele e hanno seguito i loro idoli, porteranno per sempre la loro iniquità."

 

    L'ultima parola avrebbe potuto esser meglio tradotta con "inosservanza della legge." C'è una penalità per chi non aderisce alle richieste di Dio. I Leviti erano la tribù sacerdotale, separata dagli altri per portare il popolo all'atto della adorazione nella casa del Signore. Avevano disobbedito andando ad adorare altri idoli e ora eseguivano dei compiti nella casa del Dio dei loro padri. Abbiamo mai eretto idoli nella nostra vita, continuando a recarci alla casa di Dio, aspettandoci che Egli accetti la nostra adorazione? Dio ha detto: "Porteranno per sempre la loro iniquità." Noi porteremo la nostra.

 

   (11) - "Tuttavia, serviranno nel Mio santuario come guardie delle porte del tempio e come servi del tempio; sgozzeranno gli olocausti e i sacrifici per il popolo e staranno davanti ad esso pronti a servirlo."

 

     Non è interessante? Ai preti ribelli era permesso di servire il popolo. Dio riconosceva la necessità del ministero per la moltitudine, e per amore del Suo popolo Egli onora l'impegno di quelli che si dedicano al ministero - anche se possono svolgerlo vivendo nella condizione di "inosservanza della legge." Possiamo scoprire di trovarci nella stessa condizione - di fare cose che Dio non ci ha detto di fare - o persino di fare cose che ci ha detto di non fare - aspettandoci tuttavia che Egli sia soddisfatto della nostra adorazione!

 

   (12) - "Poiché lo hanno servito davanti ai suoi idoli e sono stati per la gente di Israele occasione di iniquità, perciò Io ho alzato la mano su di loro - parola del Signore Dio - ed essi sconteranno la loro iniquità."

 

   (13) - "Non si avvicineranno più a Me per servirMi come sacerdoti e toccare tutte le Mie cose sante nel luogo santissimo, ma sconteranno la vergogna degli abomini che hanno compiuti."

 

   (14) - "Affido a loro la custodia del tempio ed ogni suo servizio e qualunque cosa da compiere in esso."

 

    Le parole ME e MIO appaiono diverse volte in questi versetti. Dio Si prende personalmente cura di proteggere il modo di accostarsi all'adorazione: ME e MIO denotano la presenza reale di Dio. Egli non può accettare la trascuratezza o l'illegalità da parte di chi viene alla Sua presenza. Quegli uomini ribelli avevano il permesso di "servire come sacerdoti" - il popolo - MA NON DIO! E c'è una bella differenza! Quando Dio si ritira, l'adorazione se ne va - perché è una transazione a doppio senso.

 

   (15) - "Ma i sacerdoti Leviti figli di Zadoc, che hanno osservato le prescrizioni del Mio santuario quando gli Israeliti si erano allontanati da Me, si avvicineranno a Me per servirMi e staranno davanti a Me per offrirMi il grasso e il sangue: Parola del Signore Dio."

 

   (16) - "Essi entreranno nel Mio santuario e si avvicineranno alla Mia tavola per servirMi e custodiranno le Mie prescrizioni."

 

    Vedete la differenza tra "servirMi" e servire il popolo? Il secondo tipo di servizio può non comprendere affatto l'atto dell'adorazione, pur essendo un servizio svolto nel santuario. Solo a chi si avvicinava a Dio ed era concesso toccare i recipienti santi necessari all'adorazione, era dato di sperimentare l'adorazione.

    Intessuti in questo incidente troviamo tre principi fondamentali dell'adorazione:

 

1.             Dio è del tutto consapevole delle condizioni interiori di chi entra nella Sua casa per adorarLo

2.             Sia la condizione esteriore sia interiore portano una differenza nella capacità di adorare. La disobbedienza aperta, così come lo spirito ribelle, erigono barriere e l'adorazione ne rimane impedita. Tutti gli sforzi umani per giungere "con le proprie forze" alla presenza di Dio non approdano a nulla.

3    A una persona può essere concesso di servire come ministro per le necessità degli uomini, pur essendo personalmente tagliata fuori dall'esperienza dell'adorazione di Dio.

Tuttavia, senza l'adorazione lo spirito dell'uomo ben presto si avvizzisce, e non passerà molto prima che egli scopra che anche il desiderio di adorare se n'è andato.

 

    Osserva bene! Quando lo spirito di una persona è infettato dalla ribellione o dalla disobbedienza, la vera adorazione è impossibile.

 

     OSSERVA BENE! Uno è libero di servire la gente - distribuire opuscoli... pregare per i malati... costruire chiese... dare consulenze ... predicare - ma servire la gente non è lo stesso che servire Dio!

 

    Sì, Dio desidera che il Suo popolo entri nell'adorazione e ne gioisca. Ha messo cartelli segnaletici lungo il cammino che porta alla Sua presenza ed è stato generoso nel provvedere, per il piacere di quanti cercano e trovano questa via.

 

 

GIGANTI NELLA "TERRA"

 

 Giganti? Terra? Cosa hanno a che fare queste due parole con l'adorazione? Moltissimo.

 

Cominciamo dalla seconda parola. Nel considerare l'adorazione stiamo cercando di entrare in un campo - o in una terra, se preferite - dove la comunione e la comunicazione con Dio è un modo di vivere, anziché una questione della domenica mattina, o una faccenda occasionale. Potete già esservi resi conto che vi sono ostacoli da superare persino prima di poter anche solo vedere questa terra. É necessario che lo Spirito Santo ci apra gli occhi, per arrivare a comprendere il potenziale che Dio ha messo a nostra disposizione. Una volta giunti a vedere il Suo desiderio per noi, la prospettiva può produrre un'eccitazione tale da motivarci ad entrare in quella terra senza considerarne il costo. Ed è proprio ciò che Dio vuole! Quando avremo più fame e più sete di Lui, Egli sarà lì, pronto ad imbandire la tavola davanti a noi!

 

    E i giganti? Dei nemici formidabili stanno lì, pronti ad impedirci l'ingresso. Dio sa che ci sono, e ben presto lo scopriremo anche noi. Ezechiele 44, 4-16 ci ha rivelato in che modo Dio valuta e denuncia chi viene ad adorarlo con una considerazione scarsa o nulla della santità del Dio che presume di adorare... e il suo ridottissimo concetto sul desiderio profondo di Dio di avere una giusta relazione col Suo popolo. Cercheremo ora di capire ulteriormente in cosa consiste, agli occhi di Dio, una adorazione accettabile, assieme ad alcune delle cose che interferiscono con questo privilegio che ci appartiene.

 

    Dio ha creato l'uomo come corpo, anima e spirito. La Sua intenzione è che l'uomo debba dare gloria al Suo Creatore in ognuno di questi tre campi.

    Romani 12,1 parla della prima parte:

 

"Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro servizio spirituale."

 

     Efesini 1,18 parla all'intelletto, che risiede nell'anima:

 

"Possa Egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza Egli vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la Sua eredità nei santi."

 

     L'EREDITÀ di Dio tra i Suoi SANTI - coloro cioè che sono diventati Suoi figli accettando Gesù Cristo come loro Salvatore, assieme alla Sua vita e al Suo modo di vivere. Quali "santi," i nostri corpi sono l'espressione di questa nuova relazione. Lo stesso dicasi dell'intelletto. Dobbiamo dare gloria a Dio nel corpo, nell'anima e nello spirito.

 

     L'ADORAZIONE è uno dei modi principali per dare gloria a Dio. Adorare è la capacità di magnificare Dio con tutto il nostro essere. L'adorazione non riguarda solo lo spirito - ma ci coinvolge completamente. In ciascuno di noi vi è una "terra promessa" di vittoria, di gioia e di giusta relazione con Dio.

 

     Quando gli Israeliti furono pronti ad entrare nella loro terra promessa, Dio fece loro presente che vi avrebbero incontrato dei giganti. Non solo chiamò questi per nome, ma disse al Suo popolo come, dietro al Suo comando, li avrebbero vinti e avrebbero conquistato per se stessi la terra - a gloria di Dio.

 

     Deuteronomio 7, 1-2 ci presenta Mosè che si rivolge ai figli di Israele per parlare loro dei giganti che avrebbero incontrato sulla terra:

 

"Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti e te molte nazioni: gli Ittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei, i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te... "

 

         Chi sono i giganti della terra in cui cerchiamo di entrare e di gioire? Per nominarne solo alcuni:

rabbia, paura, malattia,

orgoglio, povertà, ribellione,

risentimento, indipendenza,

- e potremmo nominarne molti altri! Sono tutti nemici che ci impediranno di sperimentare l'adorazione secondo quanto Dio ha stabilito.

 

    Cosa faremo riguardo a questi giganti? In che modo fu comandato agli Israeliti di affrontare i loro nemici? Innanzitutto, fu detto loro che ogni palmo di terra conquistata sarebbe stato territorio contestato. Quindi fu loro detto che avrebbero avuto la vittoria "poco a poco." Non dovevano fare patti o alleanze coi nemici. Poi fu loro promessa la vittoria, se avessero proceduto secondo lo scopo di Dio, seguendo i Suoi comandi. Purtroppo non hanno mai conquistato tutti i nemici... né hanno mai vinto tutta la terra che avrebbe dovuto e potuto essere loro. Perché? La disobbedienza.

 

    Anche noi dobbiamo renderci conto che, non appena decideremo di entrare nella nostra "terra" personale, saremo sfidati dai giganti. Dobbiamo accettare il fatto che la vittoria potrà essere ottenuta solo "poco a poco." Non esiste la vittoria istantanea - e neppure il dono della maturità. Incontriamo e riconosciamo il Nemico N. 1 - e con l'aiuto di Dio conquistiamo questo gigante particolare. Può trattarsi della paura nella vostra vita, dell'ira in quella del vostro vicino. E non potrebbe darsi poi, che per aver conquistato un gigante, siamo portati a credere di avercela fatta? Sì, ma non molto tempo dopo vedremo il Nemico N. 2 apparire all'orizzonte. Che fare allora? Qual è la procedura da adottare? Un poco alla volta. Potremo mai stancarci in battaglia? Sì signori! Ma Dio darà riposo, incoraggiamento e soddisfazione durante il viaggio. Egli conosce la nostra debolezza e ci prepara all'incontro col prossimo gigante.

 

    Dio vuole che su questa terra viviamo una vita cristiana vittoriosa proprio in quei campi contesi. Vuole darci la vittoria nel cortile posteriore del diavolo. Possono esser necessari degli anni, ma Egli ci porterà da una vittoria all'altra, sempre con le armi da Lui scelte. Farà questo in proporzione alla misura in cui Lo ricercheremo. Chiama i giganti per nome... presenta la Sua strategia di battaglia e ci conduce alla vittoria.

 

   L'adorazione merita questa battaglia. I giganti dovranno essere abbattuti, sconfitti. La terra è nostra, se ne prenderemo possesso!

 

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