00 01/02/2012 13:15

la crescita spirituale

Capitolo Settimo

 

 

 GUIDA ISTANTANEA 

 

 

Perché la moglie deve sottomettersi anche quando il marito non si cura di cercare le vie di Dio nel matrimonio?

Ø       Allora gli uomini sono dei privilegiati, che possono cavarsela pur comportandosi da irresponsabili?

Ovviamente no! Nel Libro Divino nessuno se la cava con niente. Dio intende correggere ogni marito proprio quanto vuole agire in ogni moglie.

 

Quando una moglie obbedisce a Dio sottomettendosi al marito, Dio può trattare direttamente con lui...

Ø       Avete mai sentito parlare di interferenze in una partita di calcio? Capite l'idea? Quando la moglie cerca di affrontare da sola il marito, con la sua disobbedienza interferisce nelle vie di Dio.

Ø       Il motivo di un tale ordine diventa chiaro se riconsideriamo la visione biblica del matrimonio.

Ø       Dio dice che intendeva prendere due opposti, un uomo e una donna, e farne una persona sola. Una persona sola ha un'unica testa, e la Bibbia dice chiaramente chi deve assumersi quel ruolo.

"Ma vorrei che sapeste che il capo di ogni uomo è Cristo, e il capo della donna è l'uomo; e il capo di Cristo è Dio." (1 Cor 11,3)

“Ma una cosa vorrei ricordarvi: che una moglie è responsabile verso il marito, il marito è responsabile verso Cristo, e Cristo verso Dio."

Questo ordine spiega perché Sara fu salva quando si sottomise al marito anche quando sbagliava.

Ø       Al di sopra di tutto c'è la responsabilità e l'amore di Dio per noi, che è come un ombrello  protettivo e una guida. Finché stiamo sotto quella copertura, sottomettendoci alla persona dataci come capo, siamo salvi.

 

Non c’è una unità istantanea

Abbiamo già detto che non esiste una "unità" istantanea. C'è tuttavia una "direzione" istantanea.

Ø       Il marito diventa capo della moglie al momento in cui pronunciano i voti.

Ø       Poi dobbiamo progressivamente diventare una unità, ma il marito non diventa progressivamente il capo: Dio li mette in quella posizione sin dall'inizio.

Ø       Spesso l'uomo non sa di essere il capo di sua moglie e della sua casa – altri  non agiscono come se lo fossero – ma ciò non cambia le disposizioni di Dio.

Ø       Moglie, non startene tranquilla ad aspettare che tuo marito diventi "spirituale" abbastanza da essere tuo capo: lo è già. Se agisci come se lo fosse, Dio avrà modo di portare alla sua attenzione la piena forza della responsabilità.

Nessuno può dire alla moglie: "Guarda che la Bibbia dice che mi devi obbedire," senza aver visto quanto segue: "Mariti, amate le vostre mogli!"

Ø       Ricordate cosa abbiamo detto prima? Si tratta un grande mistero, e Satana cerca di farlo restare tale!

Leggete le seguenti parole, dopo aver pregato, per capirle a fondo – infatti  sono scritte per essere capite.

"E ora, mariti, mostrate alle vostre mogli lo stesso tipo di amore che Cristo ha mostrato alla chiesa quando è morto per lei... É così che i mariti dovrebbero trattare le mogli, amandole come parte di se stessi. Poiché dato che ora un uomo e sua moglie sono una cosa sola, un uomo fa veramente un favore a se stesso ed ama se stesso amando sua moglie! Nessuno odia il proprio corpo, ma lo cura con amore, come Cristo cura il Suo corpo, la chiesa, di cui siamo parte... Perciò torno a ripetere, un uomo deve amare sua moglie come parte di se stesso, e la moglie deve rispettare profondamente il marito – obbedendogli, lodandolo e onorandolo. (Ef 5, 25-30)

"Voi mogli sottomettetevi ai vostri mariti, perché questo è ciò che Dio ha disposto per voi. E voi mariti dovete essere amabili e gentili con le mogli, non amari né rigidi verso di loro"  (Col 3, 18-19).

 

Cristo è il modello per i mariti. Non solo in  ciò che fa; ma in come lo fa. É ciò a cui Pietro si riferiva quando scrisse: "Ugualmente voi, mariti state con le vostre mogli..." (1 Pietro 3,7).

Ø       Proprio come i servi dovevano obbedire non solo ai padroni buoni ma anche a quelli perversi, come Cristo non ingiuriò quando fu ingiuriato, ugualmente le mogli dovevano sottomettersi ai loro mariti – buoni e cattivi – e ugualmente i mariti devono amare le mogli – non  solo quelle dolci e gentili – ma anche quelle noiose, egoiste e cattive.

Ø       É il primo comando, mariti! Amate come ama Cristo. Non rispondete quando siete stuzzicati. Non ricambiate quando siete punzecchiati. Amate chi non ha fiducia in voi, chi non vi capisce, chi vi combatte. Proprio così Pietro ha detto che i mariti debbono essere con le mogli. Ascoltate lo stesso versetto (1 Pietro 3,7) dalla Bibbia amplificata:

"Allo stesso modo voi, uomini sposati dovreste vivere rispettosamente con le mogli, riconoscendo con intelligenza la relazione matrimoniale..."

 

Una cosa sola

Quando per la prima volta mi resi conto che Dio stava cercando di fare di due personalità caparbie come Judy e me una persona sola, pensai: "Che meraviglia!"

Ø       Ma poi cominciai a capire meglio le intenzioni di Dio e finii col dire: "Aiuto! Sono il responsabile di mia moglie!" Come suo capo, ho una terribile responsabilità davanti a Dio.

Ø       Cristo era stato messo a capo della Chiesa e aveva ricevuto autorità su di essa. Allo stesso modo, dice la Bibbia, io sono stato messo come capo su mia moglie ed ho autorità su di lei.

Ai nostri giorni e nella nostra cultura dichiarazioni simili possono sembrare strane.

Ø       Con la liberazione della donna, calorosamente accolta da tanta gente, e con i fiumi di propaganda che promuovono quell'idea, con i giovani a cui si insegna a pensare allo stesso modo, agire allo stesso modo, a sembrare tutti uguali, pensando che il matrimonio sia un accordo tra due parti ugualmente indipendenti e responsabili, che significato avrà mai il Manuale del Produttore?

Ha resistito a secoli di idee altalenanti e continua a spiegare come dovrebbero andare le cose, e le conseguenze del non seguire quelle norme.

Ø       Nel matrimonio il principio della direzione o guida è fondamentale, e gran parte della confusione nelle famiglie moderne deriva proprio dalla violazione di questo ordine basilare.

Ø       Abbiamo visto le conseguenze di quando le mogli non rispettano l'ordine stabilito da Dio.

Ma ci sono gravi conseguenze anche per i mariti che non esercitano l'autorità posta da Dio su di loro.

 

Nel Libro dei Numeri, al capitolo 30, Mosè istruisce il suo popolo sull'argomento:

"Il Signore ha comandato che quando qualcuno fa una promessa al Signore, di fare o di smettere di fare qualcosa, quel voto non deve essere spezzato: la persona deve fare esattamente quanto ha promesso." (verso 1)

Mosè disse che questa norma doveva vincolare sempre i divorziati o i vedovi, sia uomini che donne, ad eccezione della figlia che viveva col padre o della moglie che viveva nella casa del marito:

 "...se il marito (o padre) viene a sapere del voto e non dice niente, esso è valido [e lei deve eseguirlo]; ma se rifiuta di accettarlo il primo giorno che ne sente parlare, esso non vale e Jahvé la perdonerà. Perciò il marito può (ha autorità) confermare o annullare il suo voto." (Vv. 10-13)

 

Ed ecco le conseguenze di un simile provvedimento:

"...ma se non dice niente per un giorno, lo ha accettato. Se attende più di un giorno per rifiutare il permesso al voto, [qualunque promessa lei abbia fatto], ricadrà su di lui – egli sarà responsabile." (vv. 14,15)

Questo principio stabilito migliaia di anni fa, è ancora valido. É ciò a cui Pietro e Paolo si riferivano duemila anni fa parlando di leadership, ed è valido ancor oggi per ogni marito.

Ø       Ciò significa che se vostra moglie torna a casa dicendo di aver promesso di insegnare il Catechismo, di cantare nel coro in chiesa o di cucinare la cena in parrocchia, e voi pensate che sia stata una promessa avventata, dovete dirglielo - nell' amore.

Ø       Potreste dire: "Cara, credo tu abbia promesso più di quanto puoi fare. A casa abbiamo bisogno di te."

Ø       Se lei risponde di aver fatto la promessa al Signore, potete rispondere che lo sapete, ma che il Signore non ne terrà conto perché voi siete il suo capo e le rifiutate il permesso!

Ciò significa esercitare la vostra autorità come Cristo l'ha esercitata su di noi. Ci dice cosa dobbiamo fare, ma è da notare che Egli non ci costringe mai ad obbedire.

Ø       Spetta ancora a noi la scelta tra obbedienza e ribellione, con tutte le conseguenze.

Ø       Il marito ha la responsabilità di dire alla moglie cosa fare, ma sta a lei obbedire. Se sceglie di ignorarlo, ne subisce le conseguenze.

L'autorità del marito non include il diritto di obbligare la moglie all'obbedienza. Sta qui la differenza tra un capo e un tiranno.

 

Le decisioni importanti

Nella maggior parte delle case oggi il marito può avere l'ultima parola nelle decisioni importanti, ma nelle cose ordinarie è la mamma il capo.

Ø       Chi sarà a decidere se Anna deve andare a scuola di ballo, e Giovanni far parte degli scout? Chi è di solito a pagare i conti e a firmare gli impegni al di sotto di certe cifre? Chi accetta un invito per uscire la sera o invita il prete a cena? Dal punto di vista del marito, può sembrare un modo facile di vivere.

Ø       La moglie può essere talmente brava ed efficiente nell'organizzare, risolvendo così bene ogni cosa, che il marito non ha che da acconsentire mugugnando da dietro il giornale. Essere capo non è facile, ed è possibile non desiderarlo, ma è essenziale se i due devono diventare una cosa sola nel matrimonio e se la famiglia deve maturare spiritualmente.

 

Nessun marito può diventare capo di sua moglie nel pieno significato della parola se non riconosce in Cristo il suo capo. Né potrà amare la moglie come Cristo ama noi se non si dona completamente a Cristo.

Ø       Più volte Paolo ha scritto che il mistero della vita cristiana è che Cristo vive in noi.

Ø       Per natura siamo egoisti, testardi e poco amabili, ad eccezione di quando ci fa comodo e ci conviene. Per arrivare ad amarci come dovremmo, dobbiamo rivolgerci a Cristo.

Può anche restarmi facile trattare con amore i vicini, gli amici o la gente che mi consulta;

Ø       ma quando sono a casa con una moglie che dimentica di stirare la camicia che volevo mettermi – o con i bambini che interrompono il mio studio, allora mi devo inginocchiare e confessare di non saper amare quelli che Dio mi ha dato.

Ø       A volte non so come esercitare l'autorità nell'amore, e tuttavia so che questa è la mia prima responsabilità verso Dio.

 

Sì, essere capo ha le sue esigenze. Ma tale ruolo deve precedere quello di leader nella comunità cristiana. Ascoltate cosa ha da dire Paolo in proposito:

"Ma bisogna che il vescovo (il sovrintendente, il supervisore) ...... non sia sposato che una sola volta .... Deve saper dirigere bene la propria famiglia e saper tenere i figli sottomessi con ogni dignità, esigendo in ogni modo il loro rispetto.

Se infatti uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? ... I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie"  (1 Timoteo 3,2-5; 12).

 

Ascoltate la seguente relazione di adattamenti familiari ad una certa "direzione" o guida. Solo dopo quindici anni di becchettamenti ed inciampi questi due sono arrivati a rendersi conto cosa voleva dire Dio riguardo alla "guida" e alla "sottomissione":

Marito – Entrambi eravamo testardi e volitivi. Dovevamo imparare a cedere: Io a Cristo e mia moglie 

me. Dovemmo chiedere a Dio di cambiare il nostro modo di pensare e di reagire.

-          Mia moglie voleva sottomettersi, ma era talmente abituata a mettere in discussione la maggior parte delle mie idee che la reazione era automatica. Ed io ero talmente abituato a prevenire quelle reazioni, che spesso non esercitavo la mia autorità perché onestamente volevo evitare il conflitto.

-          Tuttavia, lentamente imparammo a reagire a Cristo anziché l'uno all'altro.

Moglie – Ero diventata cristiana alcuni anni prima di mio marito e avevo assunto la leadership per la

guida spirituale dei figli, sia per la Chiesa che in casa.

-          Mi rendevo conto di usurpare l'autorità di mio marito in molti campi, ma un cambiamento tanto radicale era più facile a dirsi che a farsi.

-          Volevo disperatamente fare la cosa giusta, ma in me qualcosa reagiva quasi con violenza alle decisioni di mio marito. Sapevo di avere torto e di solito finivo per inginocchiarmi e piangere davanti a Dio.

-          Se mio marito mi diceva che non dovevo andare agli incontri di preghiera come avevo sempre fatto, piangevo e dicevo di credere che Dio voleva che ci andassi. In profondità sapevo che aveva ragione lui, ma cercavo comunque di influenzare le sue decisioni.

 

Marito – La parte più dura era vedere le lacrime di mia moglie.

Chiesi al Signore se davvero voleva che stessimo a casa dagli incontri di preghiera, e la direzione sembrava un chiaro "sì".

Fino ad allora la maggior parte delle nostre attività erano centrate sulla chiesa, ma ora, come famiglia, pareva che Dio ci volesse centrati su Cristo anche in casa.

Ero tentato a cedere alle lacrime di mia moglie, ma sapevo che se lo avessi fatto non avrei esercitato l'autorità affidatami da Dio.

Il punto di svolta arrivò una sera quando chiesi a mia moglie di non andare ad un certo gruppo di preghiera a cui era abituata ad andare tutti i mesi. Avevo pregato, e avevo capito che quella particolare sera non avrebbe dovuto andarci.

Reagì con notevole violenza e mi chiese se l'avrei obbligata a stare a casa. Le risposi che ovviamente non lo avrei fatto. Allora mi chiese di pregare per lei se ci fosse andata comunque. Le ripetei che io pregavo sempre per il suo bene, ma che preferivo ancora che non andasse senza il mio permesso.

Moglie – Ricordo il mio scatto: "Perché allora non me lo dai?"

E me ne andai di casa adirata. Mi dicevo che mio marito era solo sciocco e che si spingeva troppo in là.

-          Dapprima tutto sembrò come al solito – chiacchiere, cucito, rinfresco. Ma poi cominciai ad avvertire qualcosa di diverso, pur non riuscendo a capire cosa. Mi sentivo a disagio, come se fossi passata da un posto caldo e sicuro ad uno freddo e oscuro fuori di casa. Pareva che in realtà stessi ascoltando con freddezza la conversazione.

-          D'un tratto mi resi conto che la conversazione era diventata pettegolezzo sulla vita familiare di un comune amico. Mi contorcevo sulla sedia e non mi divertivo come al solito.

-          Me ne andai presto, ma non riuscii ad arrivare a casa presto come avrei voluto: avevo imparato una lezione preziosa. Disobbedendo a mio marito ero uscita dalla copertura protettiva dell'amore di Dio – e ciò era fuori ordine!

 

Si impara un poco alla volta

No, direzione e sottomissione non sono cose che si imparano una volta per tutte, così come la maturità cristiana non è un qualcosa che si raggiunge una volta per tutte.

Ø      Entrambe richiedono un contatto quotidiano con Dio. Perciò, il marito che si arrende a Cristo riceve un atteggiamento, un'autorità che non è mai abuso – una fermezza che è amore in azione – una forza che non viola mai chi è sotto l'autorità – proprio come Cristo non violenta mai la nostra personalità.

Ø      Questo tipo di autorità non si approfitta mai dell'altro.

Una donna che si arrende a Dio sottomettendosi al marito, scopre che ciò non porta mai a una vera perdita di libertà. Una moglie disse: "Più riesco a sottomettermi, maggiore è la libertà che sperimento."

Ø      Non si tratta solo di una intelligente acrobazia verbale religiosa, ma del modo in cui il procedimento deve funzionare.

Ø      Una locomotiva è libera di funzionare al limite del suo potenziale finché sta sui binari. Fuori da questi, è un attrezzo inutile. La vera liberazione per una donna ha luogo quando è libera di funzionare fino al pieno potenziale per cui è stata creata.

 

A questo riguardo voglio presentarvi un versetto istruttivo in tre traduzioni, 1 Pt 3,7:

-          "Ugualmente voi, mariti, abitate con loro secondo la vostra conoscenza ... " (KJV)

-          "Voi mariti, dovreste prendervi cura delle mogli, preoccupandovi delle loro necessità e onorandole come sesso più debole..." (LB)

-          “Ugualmente voi, mariti, dovreste cercare di capire le mogli con cui vivete, onorandole perché fisicamente più deboli...” (Phillips)

É chiaro dal contesto che quando Pietro parla di 'conoscere' le mogli si riferisce a due tipi di conoscenza – quella relativa alla relazione matrimoniale, e la conoscenza della moglie come persona e delle sue necessità.

Ø      Un errore comune dei mariti è che spesso non conoscono le necessità delle mogli, e di conseguenza non siamo capaci di amarle come desiderano.

Ø      Un giorno dal barbiere il mio sguardo fu attirato da una rivista. La presi per riempire il tempo dell'attesa, e notai il titolo: "Come riconoscere le donne affamate d'amore."

Ø      L'articolo parlava di donne affamate di sesso, ma la tragedia è che molte mogli sono affamate d'amore all'interno della relazione matrimoniale. Vorrebbero davvero saper amare i mariti come dovrebbero.

Ma Dio dà al marito la responsabilità dell'iniziativa in amore. Le mogli devono sottomettersi, e i mariti devono amare per primi. Interessante vero?

Ø      In 15 anni di ministero ho consigliato migliaia di coppie, e ho constato che la maggior parte delle donne impiega solo una piccola percentuale della loro capacità di amare. Sono chiuse in se stesse, in attesa che i mariti portino quella libertà che desiderano nel matrimonio.

 

Mariti, Dio ci dice di amare le mogli. Imparate a conoscerle. Ricordate le parole di Pietro:

Ø      Ugualmente ..." Dovete amarla anche con le sue cattive abitudini, (quando si dimentica di appaiare i calzini, vi cucina la stessa cosa per quattro giorni di seguito, si dimentica di fare il pieno di benzina). Amatela quando discute, quando si lamenta o piange per averla vinta.

Ø      Se ancora non capite le sue necessità, chiedete a Dio di mostrarvele, e ben presto scoprirete su di lei cose che non avreste mai pensato. Forse desidera che le prendiate la mano e passeggiate con lei intorno al caseggiato dopo cena, o che le massaggiate la schiena quando è stanca per aver badato ai bambini. Cose piccole o grandi – trovate cose che le parlino del vostro amore.

Ø      Vi rendete conto, vero, che non dovete amarle perché cambino? Ciò non è amore ma manipolazione! Le parole dette alle mogli sulla manipolazione valgono anche per i mariti. Se non cambia, dovete continuare ad amarla per quello che è, vostra moglie, e avete bisogno di lei.

Ø      Se lo farete, avrete molta più gioia di quando vi lamentavate e volevate che cambiasse. Amiamo perché è un comando di Dio.

Quando un marito comincia ad amare la moglie in quel modo, "secondo la conoscenza", in lei avviene qualcosa. Anche in lei sopraggiunge la stessa motivazione che si trova nel vostro amore, e ben presto vorrà essere il tipo di moglie che desiderate. Si ritroverà a voler essere per voi tutto ciò che le sarà possibile. Se farete dei passi, lei risponderà.

 

In precedenza abbiamo parlato della manutenzione e della tenuta in ordine di un'auto nuova.

Ø      Pensando alle risposte di una donna a un uomo, il paragone di "seminare e raccogliere," di coltivare un bel giardino, pare quanto mai appropriato.

Ø      Uomini, raccogliamo ciò che seminiamo. Se seminate trascuratezza nei suoi confronti, avrete presto il frutto della sua trascuratezza. Minacce e allettamenti non correggeranno la situazione. La durezza prolungata nel tempo darà un raccolto che si manifesterà in una atmosfera di disagio per tutta la casa. I bambini saranno i primi a rendersene conto e a soffrirne.

Ma se spargerete semi di desiderio profondo e di appagamento, il raccolto sarà assai diverso. Il prodotto è uguale a ciò che è stato seminato. Annaffiata, coltivata e riscaldata, lei diventerà più desiderabile che mai e

Ø      sarà felice di dire, assieme alla giovane Sulammita del canto di Salomone: "Io appartengo al mio diletto, e sono quella che egli desidera"  (7,10).