00 01/02/2012 10:35

 crescita spirituale

Capitolo nono

 

 

Capitolo nono

 

 

STRAPPARE LE CAMBIALI

 

Un vecchio risentimento – Un giovane studente francese stava osservando due inglesi che sbarcavano al porto di Calais. Prima che questi si rendessero conto di cosa li avesse colpiti, il ragazzo li caricò dal molo, respingendoli entrambi in acqua.

Ø Non troppo compiaciuti da quel gesto inospitale, gli uomini uscirono arrampicandosi dall'acqua e si avvicinarono al ragazzo: "Ma cosa stai cercando di fare? É così che accogliete i visitatori nel vostro paese? Una bella sculacciata potrebbe insegnarti un po' di belle maniere! Ma perché hai fatto una cosa simile?"

Ø E il ragazzo di rimando: "Questo è per aver messo Giovanna d'Arco sul rogo!"

"Ma è successo cinquecento anni fa!" replicarono i due sorpresi.

"Si, ma io l' ho saputo solo stamattina," rispose il giovane.

Ø Le barzellette sulle nazionalità sono bandite da casa mia (non mi è permesso raccontarle). Tuttavia, per imparare qualcosa su certe pericolose debolezze umane, tale umorismo ha un valore davvero redentivo. Come il ragazzo dell'aneddoto,

Ø la gente è portata a nutrire a lungo risentimenti reciproci. Le nazioni possono nutrire per secoli amari ricordi di rivalità passate; gli individui possono farlo per anni. In ogni caso, il risentimento è una pratica poco salutare, che va a detrimento di tutti coloro che vi sono coinvolti.

Risentimenti e vendette

I risentimenti sono una grave pietra d'inciampo nella vita cristiana. Il fatto di tenere sempre presenti le offese di qualcuno, pensando al modo di ripagarli, crea in noi un continuo drenaggio di energie spirituali.

Ø L'amarezza ci impedisce di ricevere la potenza del Signore e blocca la liberazione dal problema che ci affligge.

Ø Effetto-boomerang - Il risentimento produce un effetto-boomerang: solo di rado riusciamo a danneggiare chi ci ha offeso più di quanto abbiamo danneggiato noi stessi.

- Più duramente cerchiamo di restituire il male a qualcuno, più siamo noi a restarne feriti.

- Mentre la mente si protende alla ricerca della vendetta, l'amarezza penetra in noi, immergendo i suoi enormi tentacoli nelle profondità del nostro essere.

- Di giorno il nostro tempo è divorato da fantasie di vendetta, mentre di notte perdiamo il sonno per i sentimenti feriti.

Il risentimento è un verme spirituale che si nutre a nostre spese; e troppo spesso siamo noi a voler nutrire questo parassita.

La vendetta, poi, può sembrare talmente ragionevole! Non ci vuole molto a persuadersi di avere ottimi motivi per restituire il colpo.

Ø Maria, quattro anni, corre in lacrime da papà e si lamenta: "Papà, papà, Tommy mi ha picchiata senza motivo!" Il saggio padre risponde: "Digli che è meglio che abbia un motivo."

Ø Il prossimo attore sulla scena è proprio Tommy, cinque anni, che spiega al papà perché ha picchiato Maria: era stata lei a colpirlo per prima. Come i bambini di questa scenetta fin troppo familiare, spesso abbiamo ottime ragioni per restituire colpi alla gente che ci maltratta.

Spesso abbiamo pienamente ragione, e secondo il principio della giustizia puramente umana, la gente che ci offende dovrebbe pentirsi e fare ammenda per il danno provocato.

La Misura della Misericordia

Il metro "giusto"? - Se un tale comportamento può anche avere senso ad un certo livello, per noi che siamo su un livello diverso può essere fatale.

Ø Se può essere ragionevole misurare gli altri col metro di una giustizia rigida, lo è ugualmente usare lo stesso metro per noi stessi.

Ø Se il Signore ci avesse chiesto di pagare il debito accumulato dai nostri peccati, ad ognuno di noi sarebbe costato la vita; e la morte sarebbe stata per noi solo la giusta punizione. Che altro avremmo potuto aspettarci?

Ma il Signore si è servito di una misura diversa: una misura di misericordia. Non è rimasto sconcertato dai nostri peccati, e davanti all'interminabile inventario dei nostri errori - offese dirette contro la sua Persona - ha mandato il Figlio Suo ad una morte ignominiosa, per cancellare il nostro debito verso di Lui.

Ø "Mentre eravamo ancora deboli, al momento stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto, sebbene forse per un giusto qualcuno potrebbe anche affrontare la morte. Ma Dio dimostra il suo amore per noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (cf. Rom. 5, 6-8).

Ø Anziché esigere il pagamento di quanto gli dovevamo, il Signore ci ha perdonati. Paolo dice che il Signore "ha cancellato il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce" (Col. 2,14).

Liberi di perdonare e di obbedire

Se vogliamo che il Signore ci liberi dal nostro errato modo di agire, dobbiamo a nostra volta liberare gli altri dai torti che ci hanno fatto.

Ø É proprio ciò che chiediamo quando recitiamo il Padre nostro e, istruiti dallo stesso Gesù, preghiamo il Padre di riversare su di noi la stessa misura di perdono che noi abbiamo concesso agli altri.

Ø Se finora siamo stati avari nel perdonare, faremmo meglio ad affrettarci a diventare più generosi. Dovremmo anche capire le conseguenze del recitare il Padre Nostro: non vogliamo certo impegnarci ad una misura gretta di perdono e di misericordia ogni volta che diciamo: "E perdona a noi i nostri peccati COME noi perdoniamo chi ha peccato contro di noi"!

Se ospitiamo crucci, risentimenti o amarezze contro gli altri, il Nuovo Testamento ci ordina di accantonarli:

Ø "Scompaia da voi ogni amarezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece gentili gli uni verso gli altri, affettuosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato voi in Cristo" (cf. Ef. 4,31).

È come emettere una cambiale - Quando intratteniamo il risentimento verso qualcuno, è come se affermassimo di avere un diritto contro di loro.

Ø In pratica, emettiamo una CAMBIALE spirituale a loro debito e teniamo conti precisi, progettando di riscuotere fino all'ultimo centesimo.

Ø Nel nostro libro contabile conserviamo CAMBIALI contro i genitori (per aver litigato tra loro ed averci manipolati); contro fratelli e sorelle (per averci sminuiti e aver ottenuto una maggiore attenzione dai genitori, o almeno così ci è parso); contro il coniuge (per la mancanza di rispetto e per essere diverso da come pensavamo). Abbiamo CAMBIALI contro amici, vicini, collaboratori, conoscenti e così via.

Ma se davvero vogliamo sperimentare la libertà, dobbiamo cancellare tutti quei debiti e comportarci con quelle cambiali come ha fatto Dio con le sue (Col. 2,14).

Liberarsi dal Risentimento

Come fare? – C'è un modo pratico per liberarsi dal risentimento:

1. Fare un elenco di tutte le persone verso le quali nutriamo risentimenti, cominciando da quelle più vicine: genitori, coniuge, fratelli, sorelle e figli, e procedere da quel punto. Potremmo elencare ciascun nome su un pezzetto di carta separato e poi strappare una ad una quelle cambiali.

2. Poi perdoniamoli uno alla volta, per quanto ci possano aver offeso.

Ø Magari possono esserci una o due cambiali che sentiamo di non riuscire a strappare, perché la ferita è troppo grande.

Ø Proviamo a considerare questa situazione: Sally è la maggiore di quattro figlie, e suo padre ha divorziato dalla madre dopo venticinque anni di matrimonio infelice. Le altre sorelle si sono messe dalla parte della mamma, e con ottime ragioni.

- Solo Sally è riuscita a perdonare il padre. Le altre provano verso di lui un amaro risentimento e la loro vita comincia a manifestare i segni pericolosi di quella radice di amarezza.

- Ognuna ha chiesto consiglio a Sally, sapendo che lei ha raggiunto la pace su quello scottante argomento, ma quando lei dice di perdonare il padre, ognuna risponde: "Non potrò mai arrivare a fare una cosa simile.

- Che ALTRO posso fare, Sally? Ti prego, aiutami!"

Ma finché non avranno perdonato il padre, non c'è nient'altro che quelle giovani possano fare. Il loro risentimento è un blocco che non può essere ignorato.

Ø Le sorelle di Sally stanno facendo un errore assai comune: pensano che il perdono sia qualcosa che SI SENTE, anziché qualcosa che SI FA.

- Se aspettano di "sentirsi" di perdonare il padre, probabilmente porteranno quella cambiale fino alla tomba. Il fatto di sentirsi di perdonare qualcuno può essere un aiuto, ma se questo non avviene, dovremmo procedere e perdonare in ogni caso.

- Una volta stracciata la cambiale, i sentimenti verso quella persona miglioreranno. Attraverso la potenza del perdono, molte persone hanno finito per trovare piacevole qualcuno che pensavano di dover odiare per sempre.

Atti unilaterali - L'atto di stracciare una cambiale di solito è unilaterale, e da parte nostra liberiamo le persone che ci hanno offeso.

Ø Con quel gesto, affermiamo di non pretendere più quanto riteniamo esse ci debbano.

Ø Strappare le cambiali non significa recarsi da ogni persona verso cui proviamo risentimento e dirle: "Ti perdono per la volta in cui mi hai fatto questo," oppure, "Non ce l' ho più con te per questo."

Ø Di solito accantonare risentimento e amarezza è qualcosa che avviene in privato, tra me e il Signore. Il procedimento, tuttavia, può anche suggerire passi che servono a riparare relazioni interrotte, e dovremmo essere aperti a una tale prospettiva, quando ci sembrano giusti. Parlare di quello che pensiamo di fare con una persona di cui abbiamo fiducia, può evitarci qualche grosso sbaglio.

Il Signore ci dà la grazia di perdonare e di farlo con generosità, e dovremmo cominciare a farlo subito, strappando tutte le cambiali che teniamo in serbo; e non solo questo: dovremmo anche ripetere regolarmente il procedimento.

Ø A questo punto possiamo aggiungere la sesta parte della nostra strategia per essere liberati dalle influenze della carne:

Accantonare ogni risentimento, amarezza e cruccio.

Tutte queste cose sono altrettanti ostacoli alla libertà spirituale e ci impediscono di sperimentare la potenza di Dio nella nostra vita.

[Modificato da MARIOCAPALBO 01/02/2012 10:37]