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crescita spirituale

Capitolo quarto

 

PROBLEMI CHE NON SE NE VANNO

LA QUINTA COLONNA

 

Abbiamo nemici esteriori formidabili, e i problemi che come cristiani dobbiamo affrontare ogni giorno sono ampiamente rintracciabili nelle loro attività.

Ø Ma ad essere onesti, dobbiamo ammettere che una parte notevole del nostro problema proviene anche dal nostro intimo.

Ø Il mondo, il peccato e la carne ci inducono a fare cose che odiamo: ci impediscono di obbedire alla legge di Dio e di forgiare la nostra vita secondo i suoi principi.

Ø L'esperienza tuttavia ci dice che qualcosa dentro di noi collabora coi nemici, opponendosi al nostro desiderio di seguire il Signore.

Di solito sappiamo cosa è giusto e in genere odiamo ciò che è male. Cosa ci induce, allora, a fare proprio le cose che odiamo? La parola usata in alcune traduzioni della Scrittura per definire questo qualcosa è: CARNE.

"Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. Ma orientare la mente sulla carne è morte, mentre orientarla sullo Spirito è vita e pace. Infatti la mente orientata sulla carne è ostile a Dio; non si sottomette alla Sua legge, e neanche lo potrebbe. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete nella carne, ma nello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi" (cf. Rom 8, 5-9).

"Voi infatti, fratelli, siete chiamati alla libertà. Tuttavia non usate questa libertà come pretesto per vivere secondo la carne, ma attraverso l'amore siate servi gli uni degli altri. ... Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non gratificate i desideri della carne; i desideri della carne infatti sono contrari allo Spirito e i desideri dello Spirito sono contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, per impedirvi di fare quello che vorreste" (cf. Gal 5,13; 16-17;).

"Io, fratelli, sinora non ho potuto rivolgermi a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho nutrito con latte, non con un cibo solido, perché non eravate pronti ad esso; e neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Infatti, dal momento che c'è tra voi gelosia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate come uomini comuni?" (cf. 1 Cor. 3, 1-3).

In ciascuno di questi tre brani la parola CARNE viene usata per indicare quell'elemento che fa parte del nostro essere e che ci impedisce di obbedire alla legge di Dio, o che ci coinvolge in errori ed azioni ingiuste verso gli altri.

Cosa la Carne NON E'

Quando il Nuovo Testamento parla della componente umana che in noi fa resistenza alla legge di Dio, si serve della parola greca trascritta con sarx.

Ø Alla lettera essa significa "corpo", e qualche volta la Bibbia la usa in quel senso. In alcune traduzioni poi la parola carne viene usata per riferirsi semplicemente al corpo umano.

Ø Tuttavia, quando il Nuovo Testamento si riferisce alla nostra predisposizione al peccato definendola carne, dovremmo capire che non intende il nostro corpo fisico.

Ø Il Nuovo Testamento insegna che è la CARNE, non il corpo, che ci porta a peccare.

Il fatto poi che la carne agisca sull'intelletto non ne è che una conferma.

Ø In Galati, capitolo 5, sono catalogate tra le opere della carne: immoralità, impurità, licenziosità, idolatria, stregoneria, inimicizia, litigio, gelosia, ira, egoismo, dissenso, spirito di parte, invidia, ubriachezza e gozzoviglie.

Ø Tutte queste cose, incluse quelle con una componente sessuale o emotiva, sono radicate nella mente.

Ø Lo stesso Gesù ci ha insegnato che: "Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le calunnie" (cf. Mt 15, 18-19).

Non è certo il corpo fisico a tentarci a fare quegli errori, ma la carne che agisce nei nostri pensieri e desideri.

La Carne NON è solo la Sessualità

I cristiani confondono spesso la CARNE con la SESSUALITÀ. Tuttavia quando il Nuovo Testamento ci insegna qualcosa sulla carne, non intende i desideri sessuali.

Ø Ciò non significa che la carne non ci induca a commettere anche peccati sessuali: può perfino arrivare a distorcere la nostra sessualità; ma la carne in sé non si identifica con il desiderio sessuale. Il sesso nella vita cristiana può funzionare nel modo giusto, ma la "carne" di cui parla Paolo non lo potrà mai.

Ø Dio ha dato il desiderio sessuale agli esseri umani perché collaborino con lui nel formare nuove famiglie, le particelle elementari della nuova umanità. Usata entro i limiti stabiliti dal Signore, la sessualità non porta al peccato ma al bene, ed esercitando saggezza e vigilanza i cristiani possono impedire alla carne di manipolarli in espressioni sessuali inaccettabili a Dio.

Il Nuovo Testamento non mette la CARNE neppure sullo stesso piano delle emozioni.

Ø Anche questo è un errore facile per i cristiani immersi in una cultura che si concentra proprio sulle emozioni quasi fin al delirio.

Ø Sebbene la carne sia distinta dalle emozioni, essa può avere un ruolo importante nelle difficoltà emotive dell'individuo. Negli esempi citati nel primo capitolo l'irritabilità di Tom, l'ansia di Sally e la curiosità di Maria sono tutti problemi emotivi fortemente influenzati dall'opera della carne.

Ma se la carne non è il corpo, non il desiderio sessuale e neppure le emozioni, cos'è mai ciò che dentro di noi ci rende tanto inclini al peccato?

La Quinta Colonna

Permettetemi di prendere in prestito dalla guerra moderna un esempio che possa aiutarci a capire la natura della carne.

Ø Verso la fine della Guerra Civile Spagnola, che fu preludio alla Seconda Guerra Mondiale, la città di Madrid era l'ultima roccaforte delle forze repubblicane fedeli che si opponevano agli eserciti del Generale Franco. Contro la città assediata marciavano quattro colonne di truppe, e furono le forze di Franco a prevalere.

Ø Ma secondo i cronisti che riferirono sulla battaglia, tale conquista fu assicurata dall'esistenza di una "quinta colonna" all'interno delle mura della città, che si adoperò per aprire le porte al nemico che avanzava.

Oggi il termine "Quinta Colonna" significa il nemico all'interno che collabora con i nemici esterni. Essa prende i contatti col nemico che avanza, ne sposa la causa dall'interno della città, spalanca le porte all'attacco e collabora nell'assalto che porta alla sconfitta.

Il Nuovo Testamento descrive la CARNE come una quinta colonna che opera dentro di noi per portarci sotto l'influenza dei nostri nemici esterni.

Ø Il peccato è all'opera nel mondo che ci circonda, è un nemico che si propone di conquistarci. Se non ci fosse la carne ad operare in noi dal di dentro, prendendo contatti col peccato, saremmo molto meno vulnerabili!

Ø La carne assume la causa del peccato persuadendoci che esso è attraente, persino irresistibile; spalanca le nostre difese e poi scorta il nemico all'interno.

Questo nemico dentro di noi si collega con quello che sta al di fuori, e il frutto della loro unione è una azione sbagliata o un problema che potrà giustamente essere chiamato "opera della carne".

Nel libro di Tolkien, "Le Due Torri", il Re Teoden e tutto il suo regno sono stati ridotti quasi all'impotenza dall'influenza di Linguadiverme, un consigliere traditore che in realtà serviva un nemico.

Ø Questo nemico all'interno è riuscito ad erodere il coraggio e la speranza del vecchio re in carica, fin quasi a persuaderlo a rinunziare all'aiuto e ai consigli che gli venivano dal buon mago Gandalf e dai suoi compagni.

Ø Quando la nostra mente si orienta verso la carne, ne riceve lo stesso tipo di guida che Linguadiverme dette al re Teoden.

La carne si oppone agli aiuti e ai buoni consigli, alla grazia e all'insegnamento che vengono da Dio: "I desideri della carne, infatti, sono contrari allo Spirito e i desideri dello Spirito sono contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, per impedirvi di agire come vorreste" (cf. Gal. 5,17).

L'Uomo Vecchio

Possiamo definire la carne anche come un insieme di tendenze cattive operanti dentro di noi.

Ø Queste cattive inclinazioni sono l'eredità raccolta dall'uomo vecchio. Paolo si serve di questo termine per riferirsi alla nostra partecipazione alla natura irredenta dell'uomo caduto.

Ø Tutti infatti sappiamo riconoscere l'uomo vecchio dalle sue tendenze: si è allontanato da Dio; è incline al male, e il male è incline a lui; è sempre pronto a commettere qualche misfatto, senza stancarsene mai ed è sempre insoddisfatto.

- Debole davanti agli allettamenti del peccato, diventa forte, e persino testardo, quando si tratta di resistere alla correzione.

Ø "Servizio" e "correzione" sono parole che vanno oltre la sua capacità di intendere. Lo scopo della sua vita è "realizzare se stesso," un concetto che l'uomo vecchio capisce molto bene.

Ai Colossesi Paolo dice: "Vi siete infatti spogliati della vecchia natura con le sue azioni e vi siete rivestiti della natura nuova, che si rinnova nella conoscenza, ad immagine del suo Creatore" (cf. Col 3, 9-10).

Ø Egli dice loro, alla lettera, che si sono spogliati dell'uomo vecchio per rivestirsi dell'uomo nuovo.

Ma di quell'uomo vecchio nei Colossesi devono esser rimaste delle tracce vive ed attive, poiché nello stesso passo Paolo comanda loro di smetterla con i peccati della carne: immoralità, impurità, ira, malizia, diffamazione e il parlare folle.

L'uomo vecchio è tenace, e anche quando decidiamo di spogliarcene per rivestirci di Cristo le sue cattive tendenze continuano ad influenzarci. Si aggira intorno a noi ed è necessario continuare a ripetere il procedimento.

Ø Paolo guida gli Efesini a spogliarsi dell'uomo vecchio e a rivestirsi del nuovo, anche se erano cristiani da tanto tempo, per cui c'era da aspettarsi che l'uomo vecchio fosse morto e sepolto: "Spogliatevi della vostra vecchia natura [uomo] che appartiene al vostro precedente modo di vivere e che è corrotta da voglie e desideri ingannevoli; siate rinnovati nello spirito della mente e rivestitevi della natura [uomo] nuova, creata a immagine di Dio in vera rettitudine e giustizia" (cf. Ef 4, 22-23).

La carne è il residuo dell'uomo vecchio in noi. Esso indugia allo scopo di causarci dei problemi - se noi glielo permettiamo.