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crescita spirituale

Capitolo terzo

 

 

I PROBLEMI DA AFFRONTARE

 

Se il metodo della legge, adottato per vivere la vita cristiana, non ha il potere di portarci alla conformità perfetta con le vie del Padre né di liberarci da tutti i nostri problemi, esso presenta tuttavia un vantaggio particolare:

Ø riesce a dimostrare che la persona si trova davanti ad un nemico più grande di lei e che, di qualunque cosa si tratti, non riuscirà a cavarsela da sola. Imparare una verità simile è una lezione validissima e può persino meritare qualche periodo di fiducia in se stessi, se poi riusciremo a imparare bene la lezione.

Ø I problemi che incontro nella vita cristiana possono portare alla distruzione o alla liberazione. Se ne sono vinto o se soccombo, mi portano alla distruzione. Ma se li affronto in maniera adeguata, possono portarmi alla liberazione.

Infatti, ogni ostacolo che incontro nel vivere un cristianesimo autentico può essere per me sia un'occasione di grazia, sia l'opportunità di acquisire maggiore saggezza sulle manovre del nemico.

Chiamiamo gli "ostacoli" per nome

Gli ostacoli alla vita cristiana hanno origine da un complesso di fonti che hanno una interrelazione tra loro, e nessuna di queste si sottometterà all'addomesticamento della sola autorità umana.

Ø La Scrittura le descrive come forze spirituali potenti, legate in una cospirazione determinata a distruggere l'umanità. I loro nomi tradizionali sono: MONDO, CARNE, DIAVOLO.

Ø Di recente, influenzati da una corrente moderna di pensiero, molti cristiani hanno sbadatamente perduto quel sano senso di timore davanti a questi mortali nemici.

Ø Ma se è vero che non dovremmo disprezzare i vantaggi della saggezza umana, è altrettanto vero che non dovremmo neppure permettere alle correnti mode intellettuali di accecarci alle realtà spirituali, a proposito delle quali Dio afferma che, se non staremo costantemente all'erta, saranno causa di gravi danni per noi.

Quale metodo migliore, allora, per distruggerci, se non quello di convincerci che il peccato, il mondo, la carne e il diavolo non sono altro che sottoprodotti metafisici delle culture primitive in cui è stata composta la Scrittura, e che quindi non sono certo cose reali, e tanto meno pericolose? Allora potremmo cullarci in una resa senza aver neppure provato a combattere!

Il Mondo Come Nemico

Un luogo inospitale - Il mondo, come lo definisce la Scrittura, è un luogo inospitale per l'umanità. La Scrittura infatti dichiara che il mondo si oppone al Padre e che l'amicizia col mondo fa di un uomo un nemico di Dio.

Ø "Non amate il mondo," ha scritto Giovanni, "né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, le bramosie (dal greco 'epithumia') della carne, le bramosie degli occhi e la superbia della vita, non sono del Padre, ma del mondo" (cf. 1 Gv. 2, 15-16).

Ø Giacomo è persino più preciso: "Non sapete che l'amicizia (dal greco 'philia') col mondo è inimicizia con Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio" (cf. Gc. 4,4). Parole davvero dure per molti cristiani contemporanei.

Ø Alcuni non vogliono ammettere che il "mondo" possa essere nemico presupponendo, erroneamente, che tale termine si riferisca all'intera creazione.

Ma lo stesso Creatore che ci ha messi in guardia contro il "mondo", ha dichiarato che ogni cosa da lui creata è BUONA, e allora il mondo creato non è un nemico.

Solo "servizio sociale"? - Vi sono cristiani che per amore verso il genere umano si dedicano ad un servizio generoso per migliorarne le condizioni di vita, ma allo stesso tempo diventano alquanto sprezzanti all'idea che il mondo possa esserci nemico.

Ø Farebbero meglio a recuperare la tradizionale cautela nei confronti del mondo perché altrimenti, in nome del secondo grande comandamento, possono ritrovarsi a servire sotto i vessilli del nemico!

Ø Corrono il rischio di infatuarsi di un vangelo la cui principale priorità è diventata una priorità secolarizzata.

Il "mondo" a cui si riferiscono gli avvertimenti biblici citati non è quello della creazione o del regno della natura; né indica semplicemente gli affari dell'uomo, le sue conquiste o l'umanitarismo.

Ø Il "mondo" nemico dell'uomo è la società umana non redenta, quell'aggregato di uomini e donne che non servono il Signore.

Ø Il "mondo", quindi, consiste in quelle relazioni, pratiche, abitudini e progetti di tutti quei milioni di persone che restano legati all'impero delle tenebre, del peccato e della morte. E non è certo un posto sicuro dove i cristiani possano aggirarsi senza precauzioni: è un ambiente che ci allontana da Dio.

Ø Inconsciamente ne cogliamo le vie attraverso l'imitazione, l'influenza sociale, l'istruzione e i mezzi di comunicazione.

Ø Studi ed indagini, ad esempio, indicano che i cristiani immersi nel nostro ambiente secolare contemporaneo non si comportano in modo diverso dai non cristiani in problemi come l'aborto e i rapporti prematrimoniali.

Pare che il loro comportamento e le loro opinioni siano influenzati più dalle pressioni dei gruppi che frequentano e dal notiziario della sera che non dal Vangelo di Cristo e dalla Chiesa. Assomigliano a quei pedoni che passano per una via vicina a dove si sta svolgendo una parata: senza rendersene conto, camminano alla cadenza dei tamburi.

Il mondo è una fonte notevole dei problemi sperimentati da molti cristiani.

Ø Le condizioni della società in cui viviamo sono ideali per promuovere le difficoltà emotive;

Ø il tono della conversazione spesso è prevalentemente critico e negativo; raramente capita che la gente si incoraggi a vicenda, e le manifestazioni d'affetto sono scarse o nulle.

Ø Sul lavoro o nei gruppi dobbiamo guardarci da chi potrebbe servirsi di noi per scavalcarci e raggiungere così i propri obiettivi.

Questo modo di agire è la materia prima di cui sono intessuti i problemi connessi con la paura, l'insicurezza, l'ansia e la scarsa stima di sé.

Il Fattore Peccato

La forza che nel mondo opera per distogliere l'uomo da Dio è il peccato. Con la parola "peccato" non intendo riferirmi solo a singole azioni sbagliate, ma al peccato come forza potente, obiettiva. Infatti è proprio questo il significato inteso da Paolo nella sua lettera ai Romani:

"Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Non sia mai! Al contrario, io non avrei mai conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; infatti non avrei saputo niente della bramosia se la legge non avesse detto: "Non desiderare," non bramare. Ma il peccato, trovando occasione nel comandamento, scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è morto. Un tempo io vivevo senza la legge, ma quando venne il comandamento, il peccato ha preso vita e io sono morto; lo stesso comandamento che prometteva la vita, per me è risultato essere morte. Il peccato infatti, trovando occasione nel comandamento, mi ha ingannato e per mezzo di esso mi ha dato la morte" (cf. Rom. 7, 7-12).

Qui il peccato non è il singolo atto di concupiscenza, e neppure l'insieme di molte azioni sbagliate.

Ø Paolo lo considera una condizione obiettiva: una realtà che opera sull'uomo - che si avvantaggia dei comandamenti, servendosene per distruggerci.

Ø In questo caso particolare il peccato, che Paolo considera una sostanza spirituale, opera sull'uomo alla stregua di una Sirena della mitologia greca, allettandolo e attirandolo, con melodie incantate, sulle rocce dell'errore e, infine, verso la morte.

Ø Il peccato riassume in sé l'alienazione da Dio dell'umanità irredenta. Costituisce quindi uno stato continuo di guerra: creatura contro Creatore.

Ø Questo spiega il motivo per cui il solo sforzo umano - il cristianesimo basato sulla forza di volontà, ad ogni livello - non potrà mai risolvere in maniera definitiva il problema che dobbiamo affrontare.

Ø Quando l'esperto giocatore di baseball sostituisce un principiante che ha commesso tre errori, e poi egli stesso farà l'errore fatale per la perdita della partita, i compagni di gioco si lamenteranno dicendo che il novellino aveva talmente imbrogliato il gioco che nessuno avrebbe potuto porvi rimedio.

Nel mondo, su più ampia scala, esiste lo stesso tipo di situazione: il peccato ha talmente complicato le cose che a noi resta impossibile raddrizzarle col solo nostro potere.

Influenza della Mente Nemica

Cosa c’è dietro: Non si tratta solo di un qualche dislocamento accidentale della nostra relazione col Signore: il modo in cui il peccato opera nel mondo non è certo casuale.

Ø La Scrittura afferma che Satana, che si è auto-nominato di Dio e dell'uomo, dirige da padrone ogni sforzo contro l'opera di Dio sulla terra: "Il vostro avversario, il diavolo," ci avverte Pietro, "come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare" (1 Pt. 5,8).

Ø Paolo si rivolge agli Efesini con queste parole: "Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera nei figli della disobbedienza (dal greco 'apeitheia'). Nel numero di quei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi, un tempo, con le passioni della carne, seguendo le voglie del corpo e della mente; quindi eravamo per natura figli dell'ira (dal greco 'orge'), come il rimanente dell'umanità" (cf. Ef. 2, 1-3).

Ø Giovanni si esprime in maniera succinta: "Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno" (1 Gv. 5,19).

Una idea nebulosa di Satana - Se inavvertitamente abbiamo permesso che questo nemico personale si sbiadisse in una vaga nebbia, che rappresenta una forza cattiva impersonale e imprecisata, dovremmo correggere l'errore.

Ø Il Nuovo Testamento dimostra che la guerra spirituale condotta da Gesù non era un caso di bene contro male, di forze impersonali in guerra tra loro, ma di Dio contro Satana.

Ø Sin dall'inizio del ministero Gesù esercitò l'autorità del Padre contro degli spiriti cattivi "personali", chiamando i demoni per nome e scacciandoli.

Alla fine Gesù, la vittima innocente, vinse la morte strappando il potere a Satana, il suo nemico personale.

L'odierna riduzione del male ad una sorta di leggenda è una mossa quanto mai astuta: quale metodo migliore, per il diavolo, per cogliere gli esseri umani alla sprovvista, che evaporarsi nella sottile atmosfera della discussione teologica?

Ø Satana è l'architetto di un impero grandioso, eretto in opposizione al regno di Dio sulla terra.

Ø Ha radunato un vasto esercito di servitori, sia spirituali che umani, dispiegandoli in varie posizioni per raggiungere i suoi scopi.

Ø Egli dirige l'intero sistema del mondo, integrando le forze del peccato e della morte. Assieme ai suoi eserciti di angeli caduti, tesse abilmente le sue trame di inganno per irretire gli sfortunati esseri umani, che spera di distruggere.

Ø Tra le sue armi più efficaci rientrano le tentazioni - che abbagliano le vittime, allettandole - e le menzogne che hanno parvenza di verità.

Ø Confusione, dubbio e ansietà sono frecce mortali nella sua faretra. Satana, il sedicente dominatore del nostro destino, è un nemico con cui non si può scherzare.

Nessun essere umano, armato solo della propria forza o volontà - eccetto Gesù Cristo - è per Satana un avversario.

La Sconfitta Finale di Satana

La croce di Gesù Cristo ha assicurato a Satana la sconfitta finale.

Ø Egli tuttavia indugia ancora cercando, con qualsiasi mezzo, di coinvolgere quanti più esseri umani possibile nella sua sconfitta.

Ø Come un immenso ragno, vorrebbe servirsi del suo pungiglione per ridurci ad una sottomissione passiva per poi divorarci a piacimento: è questo infatti lo scopo specifico del nemico nei nostri confronti.

Dopo il riepilogo finale della storia umana, che i cristiani aspettano per la Seconda Venuta di Cristo, il diavolo si nutrirà in eterno di coloro che furono abbastanza pazzi da seguirlo.

Il mondo, il peccato e il diavolo hanno gettato tanti, penosi ostacoli sul nostro cammino. Ma prima di attribuire interamente a loro la colpa dei nostri problemi, dobbiamo ammettere di avere dentro di noi qualcosa che è incline a collaborare col nemico.