00 01/02/2012 09:57

 crescita spirituale

Capitolo primo

 

PROBLEMI CHE NON SE NE VANNO

 

 

Mia figlia Elaine di 12 anni ama moltissimo i cavalli, e proprio di recente ha concluso questo patto con me: cavalcare in cambio dello studio del violino. Lei non lo sa, ma la mia reazione naturale all'ascolto dei suoi esercizi di violino è un punto a suo favore. Ovviamente i cavalli da noi sono argomento frequente di conversazione: "Credo che il cavallo di Ruth," sentii Elaine dire a sua madre, "sia per sette ottavi arabo." Proprio in quel momento per la cucina passava suo fratello che, imitando alla perfezione il tono di voce e la cadenza della sorella, pigolò con cattiveria: "Credo che Elaine sia per sette ottavi un gambero." La mia povera moglie scoppiò in una risata prima di riuscire a darsi un contegno.

Dispetti di questo genere nella mia famiglia sono un problema ricorrente, e il giovanotto da cui è uscita la frase appena citata è maestro in quell'arte. Pare fatto di quel materiale che produce tipi come Bob Hope, famosi, è vero, per le loro frasi negative, ma oltraggiosamente divertenti.

Ø Il nostro giovane commediante tuttavia, dopo molte lezioni e qualche... plauso da parte dei genitori - sculacciate sul posteriore - è arrivato a considerare la sua tendenza a punzecchiare gli altri un vero e proprio problema.

Ø Molte volte ha deciso di smetterla, ma invariabilmente è tornato a scivolare ferendo qualcuno di noi. "Papà, ho il problema di essere dispettoso, vero?" Mi chiese un giorno. "Cerco di smettere sai, ma non ci riesco. É come se in me ci fosse qualcosa che mi fa continuare a far dispetti."

Mio figlio non è il solo a trovarsi in queste condizioni: ci sono infatti molti cristiani con problemi che non riescono a risolvere, e talvolta questi spuntano proprio dopo che la persona ha sperimentato un vero rinnovamento spirituale.

Ø Che terribile ironia: essere ripieni di Spirito Santo ed afflitti da problemi apparentemente insolubili!

Vi è forse un solo cristiano che non abbia mai fatto eco al lamento di mio figlio: "Cerco di smettere, ma c'è qualcosa in me che mi fa continuare ad essere così!"?

Un campionario di problemi

I problemi dei cristiani rientrano in numerose categorie. La maggior parte della gente ha difficoltà emotive come: ira, autocondanna, paure, desideri incontrollabili, etc. Molti poi hanno colpe o debolezze nel carattere che vanno cambiate. E tutti sono peccatori. Consideriamo i seguenti esempi, presi dalla vita reale:

Esempio n. 1:

Ira e ansietà. Tom e Sally, entrambi membri attivi di una chiesa-comunità, sono sposati da due anni. Prima del matrimonio e presi individualmente, erano considerati due giovani cristiani-modello; tuttavia quei bravi ragazzi hanno dovuto affrontare un difficilissimo periodo di adattamento alla vita coniugale. Spesso i cambiamenti più importanti della vita – come il matrimonio – fanno apparire problemi che fino a quel momento erano rimasti celati sotto la superficie.

Ø Sally, sempre attivissima nei gruppi parrocchiali, considerava egoistico il desiderio del marito di volerla tenere in casa più a lungo: ciò la privava del suo ministero.

Ø Per di più, la tendenza di Tom a prendere decisioni improvvise, insieme alla sua facile irritabilità, intimorivano Sally al pensiero della loro relazione futura.

Non ci volle molto perché tali preoccupazioni si gonfiassero al punto di diventare vere e proprie ansie.

Ø Tom, piuttosto capriccioso di carattere e con un vecchio problema di irritabilità (provate a chiederlo a sua madre!), interpretò le difficoltà di Sally con il proprio decisionismo impulsivo: una critica ingiustificata.

Ø Ma si sentiva pressato dalla resistenza di lei a restare in casa più a lungo. Il risultato? La sua irritabilità peggiorò al punto di accendere discussioni frequenti tra di loro.

I due sposini si resero conto di avere dei problemi e cercarono di porvi rimedio. Non vi riuscirono: qualcosa impediva loro di cambiare.

L'irritabilità di Tom e l'ansia di Sally sono esempi di problemi emotivi.

Pare che i cristiani moderni abbiano più problemi di questo genere di quanti non ne avessero i cristiani di epoche precedenti, ad esempio dei tempi del Nuovo Testamento.

Ø La nostra società meccanizzata ci costringe ad attribuire un grande valore all'intimità

Ø e i sentimenti rientrano tra le parti più intime di noi stessi. Tutto l'ambiente circostante ci prepara a prestare un'attenzione squisita a come ci sentiamo.

Ø Ma più presteremo attenzione alle emozioni e alle sensazioni, più scopriremo - o ci creeremo - dei problemi.

Vi prego di non fraintendermi: come cristiani non siamo certo tenuti a prendere a modello gli stoici, che cercavano di liberarsi dai sentimenti. Dovremmo invece modellarci su Gesù e sui suoi discepoli, cercando di fare tutto CON i sentimenti: arrabbiarci, piangere ai funerali e saltare di gioia.

Va tuttavia riconosciuto che la tendenza moderna a SEGUIRE i sentimenti e le sensazioni ci crea un esercito di problemi.

Esempio n. 2:

Le dipendenze. Probabilmente ognuno di noi conosce qualcuno che ha dovuto lottare per liberarsi dalla dipendenza dall'alcool o dalla droga. Un altro tipo subdolo di dipendenza, che oggi affligge molti cristiani, è l'abitudine a guardare la TV. Giacomo, assicuratore, padre di tre bambini e membro fedele di un gruppo cristiano maschile di servizio, ha quel tipo di dipendenza. Negli anni precedenti aveva preso l'abitudine di accendere il televisore ogni volta che la moglie saliva di sopra per accudire il bambino. A volte è rimasto 'accalappiato' da spettacoli talmente stupidi, passando fino a due ore ipnotizzato davanti a quella scatola elettronica.

Ø La moglie ha cominciato a sentire la mancanza di quei momenti di intimità che prima avevano insieme, ma pare che Giacomo non riesca a staccarsi da quel nuovo passatempo.

Ø L'abitudine di Giacomo a guardare la TV può apparire innocua, ma in realtà è il tipo di attaccamento che confina con l'idolatria.

Ø La dipendenza abituale da mezzi di comunicazione, cibo, sesso o da qualsiasi altra cosa, include di solito un grado di devozione quanto mai improprio, e ciò che all'apparenza è innocente può, alla radice, confinare col peccato grave.

Nel caso di Giacomo, quella dipendenza apparentemente innocua può presto svilupparsi in una rottura delle relazioni con la moglie e con la famiglia.

Esempio n. 3:

La curiosità. Maria è incaricata dell'accoglienza presso gli uffici del servizio sociale di consulenza familiare della sua contea. Quel lavoro le dà accesso a pratiche confidenziali che trattano nei dettagli i casi seguiti dall'ufficio dei consulenti. Quel tipo di lavoro richiede che ella si occupi di quelle pratiche, ma assai di rado che le esamini in profondità. Tuttavia, lei fa proprio questo.

Ø Fin da bambina Maria è sempre stata molto curiosa sulla vita personale degli altri e ha letto la corrispondenza altrui sin da quando aveva quindici anni.

Ø Ora avverte un forte impulso ad esplorare le pratiche sul lavoro; e più indulge in quel desiderio, più esso sembra crescere.

Ø Maria prende sul serio la propria fede cristiana, ma la curiosità è per lei un problema serio, e pur avendo ricercato l’aiuto del parroco, finora non è riuscita a superare il difetto.

Ø Tale curiosità è un desiderio disordinato che può avere le sue radici in qualche peccato grave, come l'invidia o l'orgoglio.

Ø E può portare a peccati ancor più gravi, quali l'inganno (nascondere le proprie tracce), o la diffamazione (dire agli altri cosa ha scoperto).

L'incapacità di controllare quella tendenza è un problema caratteristico dei cristiani.

Esempio n. 4:

Le fantasie sessuali. Marco è direttore artistico presso un'agenzia pubblicitaria. Assieme alla moglie Anna, è alla guida di un programma di arricchimento per il matrimonio cristiano. I periodici che deve consultare per quel lavoro artistico contengono spesso fotografie suggestive, ed egli ammette di indugiarvi sopra. Nei viaggi d'affari, talvolta si concede di passare una serata da solo nella camera di un motel a leggere una rivista pornografica, e da diversi anni ormai la sua mente è imbottita di fantasie sessuali.

Ø Spesso egli cerca di giustificare un simile comportamento con la scusa che quella promiscuità mentale intensifica il rapporto sessuale con Anna, ma nei momenti di maggiore obiettività ammette che non è vero.

Ø Dato inoltre che tali "meditazioni" spesso sfociano nella masturbazione, non è riuscito a persuadersi che quelle fantasie siano giuste e ritiene quindi di avere un problema dal quale non riuscirà mai a liberarsi.

Ø Di per sé il desiderio sessuale non è un problema: è un dono del Creatore, impiantato in noi per legarci ai Suoi scopi per l'umanità. É cosa buona, e neppure le tentazioni sessuali (perfino le più esplicitamente pornografiche) sono esattamente dei problemi, a meno che non permettiamo loro di controllarci.

Ø Le tentazioni sessuali, come del resto ogni altra tentazione, sono il desiderio di fare qualcosa che Dio ha messo fuori legge. Resistere può essere difficile e la lotta necessaria a tale scopo può essere chiamata problema,

Ø ma la tentazione sessuale di per sé non è un problema: lo è invece la nostra risposta.

Quando è che i pensieri sessuali diventano peccato? Un giorno un sacerdote cattolico chiese a un giovane in confessionale: "Negli ultimi tempi ti sei intrattenuto con pensieri impuri?" Al che il giovane rispose: "Oh no, Padre; sono loro ad aver intrattenuto me, ad avermi divertito!"

Ø I pensieri sessuali sono un male solo se vi indulgiamo sopra, permettendo loro di intrattenerci con piaceri sessuali sostitutivi.

Ogni cristiano deve affrontare questo tipo di desideri e per molti, prima o poi, essi diventano l'inizio di un problema.

Inventario dei problemi più comuni

Nel Nuovo Testamento troviamo diversi elenchi che si riferiscono ai problemi gravi originati dalla carne. Dovremmo restarne impressionati, perché tali elenchi non sono destinati ai pagani, ma ai cristiani. Il Signore sapeva che i suoi figli sarebbero stati tentati a peccare e per questo ci ha avvertiti in anticipo:

"Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordie, gelosia, ira, egoismo, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Circa queste cose vi avverto, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio." (cf. Gal 5, 19-21).

La Bibbia non presenta tali elenchi per distruggerci, ma per metterci in guardia. Spesso ci sentiamo intrappolati dai nostri problemi, ma il Signore vuol farci sapere che abbiamo un aiuto a disposizione.

Qui sotto presentiamo un elenco dettagliato e attuale dei problemi che i cristiani devono affrontare, e mi aspetto che la maggior parte dei lettori li conosca almeno in parte per averli sperimentati personalmente:

- Adulterio (Incluso il desiderio sessuale, anche solo nel cuore, verso una persona e l'avventurarsi in "amicizie spirituali" in contraddizione con l'impegno coniugale o con lo stato di persone nubili)

- Amarezza (intrattenere rancori, rifiutarsi di perdonare)

- Ambizione

- Arroganza

- Autocondanna

- Autocommiserazione

- Avidità, cupidigia

- Colpa

- Competitività (opporsi sempre agli altri)

- Comportamento omosessuale

- Contese

- Critica

- Curiosità (indiscrezione, mettersi sempre in mezzo)

- Depressione

- Diffamazione

- Dipendenza (da alcool, droga, cibo, mass media, sesso, gioco, ecc.)

- Disperazione (la rinunzia a Dio e a se stessi)

- Dubbio (su Dio, sugli altri e su se stessi)

- Eccesso di spiritualità (evitare le responsabilità umane con la scusa di essere "spirituali")

- Essere dispettosi

- Essere possessivi

- Essere profani, irriverenti, blasfemi, sacrileghi

- Fantasie (sogni ad occhi aperti, perdita del contatto con la realtà, commettere peccati per procura)

- Furto

- Gelosia

- Ghiottoneria (abituale eccesso di cibo)

- Grettezza e bassezza (il contrario della generosità, crudeltà)

- Idolatria (adorare falsi dei – attaccamento eccessivo a persone, cose o attività di ogni tipo)

- Impudicizia

- Inaffidabilità

- Indipendenza (tagliarsi fuori dagli altri, insistere sulle proprie preferenze e gusti)

- Invidia

- Ira (perdita di controllo, repressa o espressa in maniera peccaminosa)

- Irresponsabilità

- Irritabilità

- Litigiosità

- Manipolazione

- Masturbazione

- Materialismo (attaccamento alle cose)

- Negatività

- Noia

- Odio

- Orgoglio (mettersi sempre al primo posto, fare paragoni con invidia)

- Paure

- Pettegolezzo

- Pigrizia

- Pornografia

- Preoccupazione

- Presunzione (non contare su Dio e avere una fiducia irrealistica in se stessi)

- Ribellione

- Risse

- Sesso prematrimoniale

- Slealtà

- Tendenze suicide

- Timidezza

- Truffa

- Ubriachezza (ed eccitarsi con le droghe)

- Variabilità d'umore (seguire i propri sentimenti)

- Vendetta

- Volgarità.

Se nella vostra vita riconoscete alcuni di questi problemi, non scoraggiatevi: tutti abbiamo la tendenza a sentirci a disagio quando sbagliamo.

Ø Ma il dolore per le azioni sbagliate è cosa buona solo se si basa sul fatto che abbiamo offeso Dio, perché in questo caso potremo abbandonare il vecchio modo di agire.

Ø Il dolore per amore del dolore è di per sé un'offesa, e solo il pentimento che porta al cambiamento può far piacere a Dio.

Avete mai provato a cercare di cambiare e a sperimentare un completo fallimento? Somigliate a mio figlio, che non riesce a smettere di far dispetti: "Qualcosa dentro di me continua a farmi agire in quel modo!"

Se avete problemi che non se ne vanno, il Signore può darvi tutto l'aiuto che vi serve e la Scrittura ci presenta come essere liberati da quei problemi.

Questo studio si propone appunto di esporre, in termini assai pratici, tale strategia. Nel prossimo capitolo discuteremo il metodo più comune dei cristiani di affrontare i problemi: quello che non funziona mai.