NONO CAPITOLO
CONOSCERSI PER CAMBIARE
Come potremmo vivere la Vita Eterna, se non risuscitiamo con Gesù?
Il Signore disse:
“Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue, ha la Vita Eterna” (Gv. 6,54).
Questo vale anche per noi, oggi, al presente:
“Chi mangia il Pane di Vita, oggi, vive di Vita Eterna” - ed è risuscitato in corpo ed Anima.
Questo è un Mistero di Fede!
E questa Fede, quando è vera e solida, ci spinge a rinunciare a tutte le cose per avere il Tutto, come diceva prima il Signore.
E possiamo essere certidi dover affrontare momenti difficili e spiacevoli, ma questi sono necessari per la nostra purificazione.
È necessario che giunga la sofferenza, il dolore o la Passione per giungere alla Resurrezione.
Questo, e non un altro, è il vero cammino del Cristiano.
Un giorno, durante la Comunione, mi disse:
“Ti laverò con il mio Sangue, ti sazierò completamente con tutto Me Stesso, perché voglio che tu sia talmente unita a Me, da AmarMi spontaneamente sulla Terra, in Cielo e ovunque Io Mi nasconda sotto le Speci del Pane e del Vino.
Vieni sempre al mio Fuoco, sono l’Eterno, l’Invincibile Amore, sono il tuo Dio…”.
Quel giorno, imparai un’altra cosa: nel darsi nella Comunione, Gesù ci dona il suo Spirito e lo fa effondendo l'Amore Evangelico, che Egli vuole manteniamo acceso nei nostri cuori.
Questo Amore non è terreno e limitato, ma Universale, come quello del Padre.
Egli, infatti, invia la pioggia e il Sole a tutti, sia ai Buoni che ai Cattivi, come dicono le Sacre Scritture, qualsiasi cosa facciamo.
È un Amore che non vive aspettando qualcosa dagli altri, perché prende sempre l’iniziativa, perché è il primo ad amare.
Si fa uno con tutti, per soffrire con noi, per gioire con ognuno di noi.
Un Amore che non è semplicemente sentimentale o a parole, ma è realtà evidente.
Tutti abbiamo bisogno che Gesù ci doni il suo Spirito.
Ci sono tante persone, soprattutto in quest’Epoca, che, talvolta, in conseguenza della loro poca Fede o per la scarsa conoscenza di Dio, soffrono infermità che inaridiscono lo Spirito e che impediscono la loro crescita spirituale.
Abbiamo bisogno dello Spirito Santo!
Chi accoglie lo Spirito di Dio entra in un processo di Conversione, che è quello di trasformare i “Credenti”… in Discepoli e i “Discepoli”… in Testimoni di Cristo Gesù.
Che tristezza vedere tante persone accorrere, puntualmente, alla Messa Domenicale ed essere spiritualmente inattive, come svuotate dal desiderio di crescere spiritualmente nella loro Fede!
Ah, se li vedeste, sprofondate in una passività allarmante, senza preoccuparsi non solo di migliorare la loro vita spirituale, ma anche incapaci di fare il Bene, come se il loro Spirito fosse infermo, sul punto di languire.
Come se ignorassero o non credessero che Gesù è venuto proprio perché l’Uomo riesca ad elevarsi al di sopra dei suoi limiti; é venuto per penetrare nell'intimo dell'Essere Umano e distruggere tutta la bruttezza vecchia e stantia (antiquata) che c'é dentro.
Come se non capissero che Gesù continua a stare tra noi, per far sì che ognuno fiorisca ciò che ha di mirabile e di bello, perché l’Uomo sia capace di allontanare da sé le catene del suo egoismo, che lo fa credere al centro del Pianeta, perché l’Uomo sia capace di sentirsi non solo figlio dell’Altissimo, ma anche fratello degli altri Esseri Umani.
E non dico che questa gente non sia in Grazia, questo no!
Di sicuro, la Grazia c’è, ma è inattiva, non si realizza…
Io credo che la conoscenza reale della Presenza di Gesù, nell’Eucaristia, deve spingerci ad abbandonarci completamente a questo Cristo, che vuole tirarci fuori dal deserto spirituale, perché Egli ci ha promesso di essere con noi fino all’ultimo giorno.
Abbiamo bisogno di riscaldare il nostro cuore con il fuoco dello Spirito Santo, per guarire i nostri scoraggiamenti.
Se la nostra Fede è debole, l’Eucaristia è la fonte che ci serve per alimentarla.
Nella Persona di Cristo troviamo sostegno per i nostri mali.
È il suo Contatto nella Comunione, il dialogo durante le ore di Adorazione Eucaristica, che liberano la nostra vita dagli effetti delle pericolose infermità spirituali.
Lì, dove c’è una delle Persone della Santissima Trinità, ci sono anche le altre Due.
È lì che dobbiamo Adorare, Ringraziare il Padre e ricevere il Santo Spirito!
Molti di noi sono pieni non di fuoco, ma di luci artificiali.
Invece, abbiamo bisogno di Luce vera, di Calore e di Fuoco di Dio, per esistere, per crescere, per accogliere, per comprendere, per trasformarci ed aiutare gli altri a percorrere questo cammino.
Dobbiamo chiedere a Lui, che parla nel silenzio dell’Anima, che ci dia uno Spirito di raccoglimento per comprendere ciò che Egli vuole da noi e la forza per farlo.
Diceva Gesù:
“… Chiedete allo Spirito Santo che vi abiti, perché sempre possiate riconoscere le Impronte di Dio, perché vi sveli il Piano grandioso che il Padre ha per ognuno di voi… perché lavori nei vostri cuori, chiudendoli a tutte le ambizioni meschine, alle apparenze, alla superficialità, alla vigliaccheria…
Ogni persona deve sapere sviluppare le proprie capacità.
E così, il vero discepolo, invece di fissare i difetti degli altri, impara a guardare i propri; deve, dunque, chiedere allo Spirito Santo che gli insegni a "dare frutto" nella sua vita personale, nella famiglia e nella Chiesa!”.
DECIMO CAPITOLO
LA MISERICORDIA DEL SIGNORE
Quattro anni fa, chiesi al Signore, se era sua Volontà, di potermi raccogliere nel giorno della “Divina Misericordia”, all'ora esatta delle tre del pomeriggio, in qualsiasi posto mi trovassi.
Sperimentai, quel giorno, alcune esperienze alle tre e anche prima, ma oggi voglio raccontare quanto mi è successo quest’anno.
Come tutti questi anni, cerco di prepararmi ben Confessata, sistemo tutte le mie cose, guardaroba e tutto, prima della "Domenica in Albis".
Questa volta, non è stato diverso, salvo l’immensa presenza del nostro Padre Fondatore, tra noi per motivi di salute.
Egli celebrò la Santa Messa, ancora convalescente, alle due e trenta del pomeriggio.
Giunti all’Offertorio, chiusi gli occhi, offrendo al mio Angelo l'offerta di me stessa, perché la portasse fino all’Altare, ma una Luce illuminò i miei occhi e la mia mente.
Tornai ad aprire gli occhi e vidi Gesù, il profilo di Gesù, la Figura sua della Divina Misericordia e i Raggi che uscivano dal suo Petto, che mi compivano con forza.
Ebbi un lieve sussulto, notato da Padre Renzo, che, più tardi, me lo disse.
Gesù parlò al mio cuore, chiedendomi di abbandonarmi a Lui.
Chiusi gli occhi e mi vidi davanti al Trono che Egli, tante volte, mi aveva permesso di vedere.
C'era qualcuno: un Essere pieno di Luce argentata e seppi che era Papà Dio.
Pensai:
“Sono morta!”.
E vidi Gesù, davanti a me, vestito come Gesù Misericordioso.
Subito, scoprii me stessa, avvolta da cerchi, come anelli rossi e bianchi, però spezzati, come un specie di fusto che mi ricopriva, ma sapevo che, sotto, ero nuda e cominciai a sentirmi male.
Ero piena di vergogna, perché temevo che Dio Padre se ne accorgesse.
Alzai gli occhi, cercando alla mia sinistra Gesù, ma davanti a me, verso destra, c’era un Essere, vestito di fuoco specialissimo, tra il rosso e il dorato; non mi spaventò, anzi, mi fece sentire molto bene.
E in quell’istante, mi resi conto… Egli mi stava presentando davanti Dio Padre, alla Santissima Trinità ed ero rivestita unicamente dai colori della Divina Misericordia…
Compresi che l’unico che può farci degni di essere presentati al Trono di Dio è la Divina Misericordia di Gesù e che, in Essa, dobbiamo rifugiarci!
Guardai quell’Essere pieno di Luce e riuscii a percepire i suoi Occhi, degli Occhi enormi, come quelli del mio Gesù, ma con uno sguardo di tenerezza sapiente, accorto amorevole, che mi invitava ad avere fiducia e a non temerLo.
Questo sguardo “sorrideva”, non potevo scorgere altro, tutto era Luce, però quegli Occhi, o meglio, quello sguardo, lo vedevo chiaramente.
Ripetei insieme a molte altre Voci:
“Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero”.
Lo ripetemmo per tre volte.
Una Voce molto dolce, che riconobbi in seguito come quella della mia Mammina Santa, disse:
“Santo Dio…” - e i miei occhi si volsero verso Papà Dio
Poi, la Verine ripetè:
“Santo Forte” - e i miei occhi si volsero l'Essere vestito di Fuoco, e quando la Madonna disse: "Santo Immortale", i miei occhi cercarono Gesù.
Questo significa:
Dio Padre… è il Santo
il Forte… è lo Spirito Santo
l’Immortale… è Colui che ha vinto la morte: Gesù…!
La mia mente si stava aprendo a delle cose che, indubbiamente, possono essere ben conosciute da un Sacerdote preparato, da una Religiosa, da un laico con Studi Religiosi, ma per noi laici delle plebe, per me, era una rivelazione.
Disse la Voce di Gesù, ma sapevo che era il Padre che mi parlava:
“Devi dire al Mondo di ripetere questa preghiera con la conoscenza che hai avuto ora”.
In quel momento, compresi che non ero “morta”, che il Signore mi dava altro tempo e che mi affidava una nuova Missione: preparare l’uomo, perché il suo incontro con Dio, all’ora della sua morte, sia rivestito della Divina Misericordia, dei Meriti infiniti di Gesù, poiché è questa l’unica Veste con cui possiamo presentarci davanti al Trono di Dio, per essere Giudicati…
Venni strappata, da lì, da una forza che mi assorbiva e mi vidi come fluttuante nel cielo (certamente è così che volano i paracadutisti): era un luogo con delle montagne ed io, lentamente, scendevo, attraversando le nubi, su una pianura.
Pensavo: “sicuramente è un posto freddo, dato che ci sono le montagne!”.
Mentre mi abbassavo, ci vedevo meglio: c’erano uomini e donne, più numerosi gli uomini, vestiti di nero, mano nella mano, uno accanto all’altro.
Durante la discesa, percepii una Forza che mi chiedeva di recitare quella preghiera e così l'iniziai:
“Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero”.
All’improvviso, alcune persone sparirono ed io salii un poco, ripetei nuovamente la preghiera e accadde la stessacosa.
Allora, cominciai a ripeterla una volta, poi un’altra volta e salivo, salivo, e le persone andavano scomparendo, fino a quando le persi di vista ed udii la voce del Sacerdote che continuava la Celebrazione.
Mi misi a piangere, non potevo farne a meno: da una parte provavo pena e dolore per aver lasciato quel maestoso luogo e quella Visione... dall'altra ero contenta, perché il Signore mi affidava un’altra Missione.
Appena la Celebrazione fu terminata, chiesi di recitare la “Corona della Divina Misericordia”, di fronte a Gesù Sacramentato e, quando ho ripetuto l’Invocazione “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero”, avveertii dentro di me che molte Voci si erano unite a noi, per accompagnarci.
Mi resi conto che la Visione che avevo avuto, sospesa nell’aria e con tutti quegli Esseri in basso, come se aspettassero qualcosa, era di Anime che stavano per morire e che aspettavano una preghiera.
Vi ho raccontato questo perché desidero chiedere a tutti voi di accompagnarmi nell'apostolato per i Moribondi, di ripetere ogni volta che vi ricordate, questa preghiera, presentando al Signore tutti i moribondi della giornata, affinché siano raggiunti dalla Grazia e dalla Misericordia di Dio, nel momento della loro morte e possano, così, unirsi alle nostre preghiere, per mezzo dei nostri e dei loro Angeli Custodi
E, a questi ultimi, chiederemo di recitarle all’orecchio di ogni Agonizzante, di fargliele ripetere almeno una volta, perché si possa salvare.
UNDICESIMO CAPITOLO
UN BALSAMO E DOLCI PROMESSE
Ci sono molti modi per incontrarsi con Dio, ma esiste un momento unico, privilegiato, nel quale possiamo, come non mai, nutrirci della sua Presenza, ed è quando siamo di fronte al Santissimo Sacramento.
Senza guardare niente altro che quella bianca Ostia, possiamo pregare ed entrare in rapporto diretto e profondissimo con Gesù.
Per questo, basta raccogliersi e cercare, nel silenzio, prima lo Spirito Santo di Dio, quella Fonte dentro di noi che comincia a far sgorgare, a poco a poco, l’Acqua Celeste: Gesù, che ci sta davanti, ma che poi entra in noi attraverso il suo Amore, la sua Tenerezza, le sue Parole o il suo Mormorio, finché la portata della Sorgente aumenta, arrivando a placare la nostra sete e a bagnare l’aridità dei nostri pensieri e sentimenti.
Così, possiamosentire finalmente Gesù, in totale unione con noi (in una vera Comunione), di modo che non siamo più "Lui ed io", ma “Tu in me ed io in Te…”.
Una sera, in cui le Immagini dei “tre Gesù” o della Santissima Trinità, in Tre Persone uguali, ritornarono alla mia mente e ricordavo la visione che ho già raccontato, Gesù parlò al mio cuore dall'Ostensorio:
“Quando dicevo:
“Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Nessuno viene al Padre, se non per mezzo di Me.
Se Mi conosceste, conoscereste anche il Padre.
Ma, ora, Lo conoscete e Lo avete visto…” (Gv. 14,6-7) - Io dissi che non è possibile conoscere Me senza conoscere anche il Padre, vedere l’Uno senza l’Altro, udire la mia Parola e contemplare le mie Opere, senza percepire le Parole e le Opere del Padre.
Quel dialogo con San Tommaso dovrebbe introdurvi in una prolungata Meditazione!
Dovrebbe, sotto la guida del mio Santo Spirito, portarvi a scrutare le profondità che hanno permesso, anche a molti Santi, di essere trasportati su altezze inaccessibili all’intelligenza umana: verso le cime vertiginose del Vangelo, che contiene tante vette!
Figli miei, mai linguaggio umano ha enunciato realtà così sublimi!
Io, con un linguaggio facile e perentorio (sicuro), ho pronunciato sentenze decisive; l’idioma (linguaggio) dell'uomo, tuttavia, ignora la loro pienezza.
Desidero che Mi conosciate, non come Mi conobbero, un giorno, i miei Apostoli, secondo la carne, ma con una spinta che vi faccia penetrare oltre le apparenze, perché possiate acquisire una Contemplazione appassionata, superiore alla conoscenza astratta e speculativa di molti Filosofi.
Coloro, che Mi vengono a trovare all'Altare, sappiano che stanno già posando i piedi nei giardini del Paradiso, poiché, come è vero che il Cielo arriva alla fine della vostra vita, è ancora più certo che più certo che questa è la vostra eredità, la quale, per Fede, vi assicura un trionfo certo nei vostri momenti di tribolazione e di dubbio”.
Un giorno, durante una Meditazione, pensavo a come è sconcertante la resistenza del Mondo alla Buona Novella, la dura opposizione al Messaggio di vita e di gioia… Sembrerebbe quasi che il rancore si accanisca contro l’Amore…
Allora, mi chiesi come ci si possa difendersi dall’Aggressore.
Quante volte urtiamo contro l’ignoranza e contro l’indifferenza che, spesso, sembrano peggiori dell’aggressione!...
Ci preoccupa pensare che, quando cerchiamo di avvicinare il Mondo all’Amore di Dio, anziché buoni risultati e successo, riceviamo solo persecuzioni e avvertiamo il pesante fardello del fallimento…
Sussultai nel sentire la Voce di Gesù, che rispondeva alle mia inquietudini:
“Attraverso questa unione, voglio insegnarvi a non abbandonarvi a simili avversità, né a vani lamenti, ma a far fronte, invece, all’odio del Mondo, con un atteggiamento di calma e di gioia, con un animo da vincitori.
E non temete, è stato e sarà sempre così!
Inoltre, gioite di più quando sarete maggiormente perseguitati, perché, ogni volta che il Mondo maltratta le sue vittime, queste avanzano nelle profondità della mia Scienza, crescono nell’intelligenza della Croce.
Voglio rendervi forti nella Fede e voglio che impariate ad amarMi sempre di più, attraverso le vostre visite, le vostre confidenze, i vostri dialoghi con Me, anche se, a volte, non li percepite come tali.
L’Anima, che tende ad essere retta, che è docile alla Grazia interiore, si apre pienamente alla Luce dello Spirito; non succede così alle Anime egoiste e non sincere.
Queste, imbevute dello loro scienza ed ostinate nel voler avere sempre ragione, hanno gli sguardi ottenebrati e fuggono la chiarezza della Fede: è il peccato delle Tenebre contro la Luce.
Quelle parole che Io dissi:
“Venite a Me…”, furono e sono dirette a tutte le Anime, senza nessuna eccezione, a tutti quelli che soffrono e portano pesi o traumi molto difficili da sopportare… sono le parole che promettono la consolazione più reale alle vostre sofferenze… il sostegno più efficace alle vostre responsabilità.
Sappiate, però, figli miei, che le responsabilità e le sofferenze, accettate come venute dalle Mani di Dio e viste con criterio soprannaturale, vi aprono le Porte del Cielo.
Tutto questo lo capite quando trascorrete del tempo in Adorazione, davanti a Me, perché Io parlo alla vostra Anima, sebbene la maggior parte delle volte non lo percepirete.
Da questi incontri, uscite con rinnovato vigore e con maggiori forze, per affrontare la vita, con tutti i suoi dolori e umiliazioni”.
In diverse occasioni, Gesù mi aveva rivelato che il cammino verso il Paradiso è difficile e pieno di rinunce... che la vita dell’uomo è una continua lotta e che la Porta del Cielo è stretta.
Invece, adesso, dalla sua Presenza Eucaristica, ci avverte che tutto questo si può trasformare in qualcosa di soave e di facile, “se lo viviamo in Lui, aiutati da Lui”.
In un’occasione, mentre guardavo uno dei nostri fratelli dell’Apostolato venire a visitare Gesù Sacramentato, il Signore mi spiegò che il primo beneficio di queste visite è l'ottenimento della sua Pace, e così ogni momento difficile delle nostre giornate può essere affrontato con serenità.
Disse che Egli ripaga, con innumerevoli benefici terreni e spirituali, l’Anima che risponde al suo Invito, all'Adorazione Eucaristica.
Riconobbi che, effettivamente, quella persona era molto cambiata da quando faceva visite al Santissimo Sacramento.
Ho potuto, veramente, constatare come una persona, solo andando a visitare Gesù, può vedere trasformarsi la propria vita.
All’improvviso, vidi questa persona come in un globo di luce e notai che, mentre pregava, questo cresceva, allargandosi e raggiungeva sua moglie e la sua famiglia.
Subito, apparve una macchina che correva ad alta velocità, si scontrava xontro qualcosa e rimaneva schiacciata, ma il guidatore ne usciva illeso, circondato da un alone un poco più chiaro di quello che avvolgeva la persona in preghiera, davanti al Signore.
Seppi, allora, che il Signore aveva voluto mostrarmi la protezione di Dio sugli Esseri che amiamo.
Così tanta importanza ha per Gesù la preghiera e la compagnia di un Essere Umano presso il Tabernacolo, che, come premio, Egli si prende cura dei suoi Cari e di tutto ciò che possiede.
Nel tardo pomeriggio di un Giovedì, in un’altra Cappella, un Sacerdote dirigeva l’Adorazione Eucaristica con i fedeli.
C’era abbastanza gente in Chiesa.
Io guardavo dall'esterno e vidi uscire dall'edificio un globo simile a quello descritto prima, ma con delle luci rosse e bianche, che roteava lungo la circonferenza della Cappella.
La gente pregava con il Sacerdote e quelle luci, come onde in espansione, si estendevano per circa un isolato e mezzo e poi, ancora di più, di più.
Diressi il mio sguardo verso un’altra direzione e notai due Cappelle, relativamente vicine l’una all’altra: da ognuna uscivano queste onde di colore bianco e rosso, che si espandevano fino ad unirsi con quelle dell’altra Cappella.
“Dio mio! - pensai - questo è il modo per proteggere una città e tutta la sua Comunità”.
Gesù venne in mio aiuto e mi disse:
“Scrivi queste promesse che, oggi, ti dico:
Io prometto all’Anima che, con frequenza, viene a visitarMi in questo Sacramento dell’Amore, di riceverla amorevolmente, insieme a tutti i Beati e agli Angeli del Cielo; che ogni sua visita sarà scritta nel Libro della sua Vita e le concederò:
1. Tutte le Grazie richieste davanti all’Altare di Dio, in favore della Chiesa, del Papa e delle Anime Consacrate.
2. L’eliminazione del Potere di Satana dalla sua persona e dai suoi cari.
3. La protezione speciale in caso di terremoti, di uragani e di altri disastri naturali, che potrebbero colpirla.
4. Sarà tenuta separata dal Mondo e dalle sue attrattive, che sono causa di perdizione.
5. L’elevazione dell’Anima, affinché desideri solo raggiungere la Santificazione, in vista della Contemplazione eterna del mio Volto.
6. La riduzione delle pene del Purgatorio dei suoi Cari.
7. La mia Benedizione per tutti i progetti materiali e spirituali che potrà intraprendere, se saranno per il Bene della sua Anima.
8. Riceverà la mia Visita, in compagnia di mia Madre, nel momento della sua morte.
9. Sentirà e capirà le necessità delle persone per le quali prega.
10. L’Intercessione dei Santi e degli Angeli, nell’ora della morte, per diminuire la pena temporale.
11. Che il mio Amore susciti Sante Vocazioni Consacrate a Dio, tra i suoi Cari ed Amici.
12. L’Anima, che conserverà una vera Devozione alla mia Presenza nell’Eucaristia, non si dannerà e non morirà senza i Sacramenti della Chiesa.
Ai Sacerdoti ed ai Religiosi, che propagheranno la Devozione all’Adorazione, farò ottenere molte Grazie speciali, il riconoscimento totale dei loro peccati e la Grazia per emendarsi.
Li aiuterò a formare Comunità di fedeli, devoti e santi, e riceveranno molti privilegi.
Prometto queste cose a tutti, a due sole condizioni, frutto dell'Amore sincero verso la mia Presenza Reale nell’Eucaristia, che sono assolutamente imprescindibili (irrinunciabili), per la realizzazione delle mie Promesse:
· Che lottino per conservare la dignità nei miei Altari.
· Che siano misericordiosi con il Prossimo”.
GIOVANNI PAOLO II
VICINO AL TRONO
Molto prima che iniziassero le Visioni inserite in questa piccola Opera, il Signore mi permise di vivere una cosa molto bella, che rivelai allora a pochissime persone.
Egli desidera che io trascriva, ora e qui, questa esperienza ed io obbedisco, perché so che Gesù ha certamente un motivo speciale per chiedermelo.
Era l’alba del 3 Aprile 2005.
Era da poco stata annunciata la morte di S.S. Giovanni Paolo II e per me è molto difficile descrivere i sentimenti che affollavano il mio cuore.
Ero davanti al Santissimo Sacramento, recitando tutta la Corona del Santo Rosario.
Giunsi al punto in cui si prega secondo le intenzioni del Santo Padre.
Lì, mi commossi e compresi cosa vuol dire rimanere orfani: sensazione che hanno provato milioni di Cattolici e che mi accompagnò tutti i giorni seguenti, fino alla Elezione di Sua Santità Benedetto XVI.
Ogni volta che recitavo il Rosario, dicevo:
“Dio mio, non abbiamo un Papa per cui pregare!”.
E so che ci saranno molte risposte, però questo era il mio sentimento.
Piansi molto.
In meno di due mesi, il mio Direttore Spirituale non era riuscito a starmi vicino, per obbedire al suo nuovo Mandato, dopo avermi guidata per più di otto anni e, adesso, il nostro Padre Spirituale, da me amato profondamente, rischiava di morire.
Guardai Gesù, chiedendo pietà per quel sentimento di solitudine, per quella sensazione di stare sospesa su una corda, che oscillava pericolosamente, poiché il Demonio sollevava un forte vento, molto nocivo.
Trascorsero diverse ore e già iniziava il giorno, quando, terminate le mie preghiere, vidi sparire la parete di fondo della Cappella e il lato sinistro si illuminò, attirando il mio sguardo.
Era la Vergine Santissima, vestita di bianco, con un lungo velo celeste chiaro e una Corona dorata, con molte luci simili a diamanti.
Era bella, maestosa, con quella dignità che sempre La caratterizza.
Mi disse, sorridendo dolcemente:
“Figlia, non piangere, il mio amato Figlio (il Papa) è già qui con Me!” - e guardava da una parte.
Alcuni passi dietro di Lei, in una Luce più viva, vidi il Santo Padre, Giovanni Paolo II, in piedi ed eretto, molto, ma molto più giovane, come appariva quindici o venti anni prima della sua morte, sorridente e vestito con una tunica di colore bianco, un mantello e qualcosa che spuntava da sotto il manto, all’altezza della vita, come un cingolo dorato.
Il suo volto era pieno di luce, sorridente, molto felice.
Sparì la Visione, che mi lasciò una grandissima gioia ed una pace immensa.
Nel vedere nuovamente Gesù Eucaristico davanti a me, Lo ringraziai con tutto il cuore per quel sublime regalo.
Sono convinta che, se abbiamo dei fratelli che stanno abbandonando la nostra Chiesa, ovviamente è perché non siamo dei Testimoni validi ai loro occhi.
E non possiamo esserlo, se ignoriamo il significato del profondo Amore di Gesù, che vuole abbassarsi fino alla nostra misera umanità, facendosi nutrimento spirituale e vivendo con noi nella Sacra Eucaristia.
Non c’è bisogno di leggere grandi Trattati, anche se questo dovrebbe essere l’ideale di ogni Cristiano, ma l’insegnamento eucaristico che ci ha lasciato Giovanni Paolo II è di un valore immenso, e anche ora Gesù ci ha fatto un altro regalo, permettendo che il suo Successore, l’attuale Papa, Benedetto XVI, sia un uomo dal cuore e dal pensiero profondamente radicati nell’Eucaristia.
Leggere quello che Essi hanno scritto e hanno detto di questo meraviglioso ed unico Sacramento, studiare la Parola di Dio e rimanere a meditarla, di tanto in tanto, davanti alla sua Divina Presenza, è sufficiente per comprendere ciò che significa vivere uniti ad un Dio che ti guarda da vicino, che ti ascolta, che ti parla, che ti bacia, che asciuga le tue lacrime e che ti sorride nei tuoi momenti felici.
Facciamo in modo di reagire e correre da Lui, prima che sia troppo tardi…
Abbiamo una sola vita, e non è una prova: è l’unica presentazione dell’Opera, che continua con la Vita Eterna.
Amato fratello, è giunto il momento di lasciarci!
Voglio che tu sappia che esiste una Comunità Eucaristica, che pregherà per te, per ognuno di voi, Lettori di questo “Scritto”, poiché, solo grazie a questi incontri con il Signore, è nato un “Istituto di Vita Consacrata”, che intercede, perché tutte queste testimonianze raggiungano molte altre testimonianze di vite sante, per la Gloria di Dio e il Bene della nostra Chiesa.
Voglio salutarti, con una preghiera di Colui che provò ogni sofferenza e ne uscì irrobustito e trionfante.
La sua Forza cresceva davanti al Tabernacolo e, con la mano amorevole di Maria, camminò fino alla Croce, guidando, come in Buon Pastore, tutto il Popolo di Dio.
Per Dio e per il Cielo non esiste né tempo, né distanza!
Per questo, ti invito: tu ed io, in questo momento, ci mettiamo alla Presenza di Gesù e di Giovanni Paolo II, per elevare insieme questa preghiera.
Dio sa che sarà fatta in piena comunione…
ORAZIONE DEL SERVO DI DIO
S.S. GIOVANNI PAOLO II
Signore Gesù, ci presentiamo davanti a Te, sapendo che ci chiami e che ci ami così come siamo.
Tu hai Parole di Vita Eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Figlio di Dio (Gv. 6,69).
La tua Presenza nell’Eucaristia è cominciata con il Sacrificio dell’Ultima Cena e continua come Comunione e Dono di tutto ciò che Sei.
Aumenta la nostra Fede!
Per Mezzo tuo e con lo Spirito Santo che ci comunichi, vogliamo giungere al Padre, per darGli il nostro “Sì”, unito al Tuo.
Con Te, possiamo già dire: “Padre nostro!”.
Seguendo Te, “Via, Verità e Vita”, vogliamo penetrare nell’apparente “silenzio” e “assenza” di Dio, squarciando la “Nube” del Monte Tabor, per ascoltare la Voce del Padre, che ci dice:
“Questo è il Figlio mio Prediletto, nel Quale Mi sono compiaciuto. AscoltateLo” (Mt. 17,5).
Con questa Fede, fatta di ascolto contemplativo, sapremo illuminare le nostre situazioni personali, così come i diversi settori della vita familiare e sociale.
Tu sei la nostra Speranza, la nostra Pace, il nostro Mediatore, Fratello, Amico.
Il nostro cuore si riempie di gioia e di speranza nel sapere che vivi, “intercedendo sempre per noi” (Cfr. Eb. 7,25).
La nostra speranza si traduce in fiducia, gioia di Pasqua e spedito cammino con Te verso il Padre.
Vogliamo sentire come Te e valorizzare le cose come Tu le valorizzi, perché Tu sei il Centro, il Principio e il Fine di Tutto.
Appoggiati a questa Speranza, vogliamo diffondere, nel Mondo, questa scala di Valori Evangelici, per la quale Dio e i suoi Doni salvifici occupano il primo posto nel cuore e nelle attitudini della Vita Consacrata.
Vogliamo Amare come Te, che dai la Vita e Ti comunichi con tutto ciò che Sei.
Vorremmo dire come San Paolo:
“La mia vita è Cristo” (Fil. 1,21).
La nostra vita non ha senso senza di Te!
Vogliamo imparare a “stare con chi sappiamo che ci ama”, poiché “con un così buon Amico, tutto si può soffrire”.
In Te, impareremo ad unirci alla Volontà del Padre, poiché nella preghiera “è l’Amore che parla” (Santa Teresa di Liseux).
Entrando nelle tue Intimità, vogliamo adottare decisioni e atteggiamenti che siano essenziali, decisioni durature, scelte fondamentali secondo la nostra stessa vocazione cristiana.
Credendo, Sperando e Amando, Ti Adoriamo con un semplice atteggiamento di presenza , silenzio ed attesa, che vuole essere anche riparazione, in risposta alle tue Parole:
“Rimanete qui e vegliate con Me” (Cfr. Mt. 26,38).
Tu superi la povertà dei nostri pensieri, sentimenti e parole.
Per questo, vogliamo apprendere ad adorare, ammirando il Mistero, amandolo così come è e tacendo, in un silenzio di amico e in una presenza di donazione.
Lo Spirito Santo, che hai infuso nei nostri cuori, ci aiuta ad esprimere quei “gemiti inesprimibili” (Cfr. Rom. 8,26), che si traducono in una disposizione semplice e di ringraziaamento, nel gesto filiale di chi si accontenta anche solo della tua Presenza, del tuo Amore e della tua Parola.
Nelle nostre notti fisiche e morali, se Tu sei Presente, ci ami e ci parli, ci può già bastare, anche se, molte volte, non sentiremo la consolazione.
Imparando questo, oltre l’Adorazione, saremo nella tua Intimità o nel “Mistero”.
Allora, la nostra Orazione si convertirà in rispetto verso il “Mistero” di ogni fratello e di ogni avvenimento, per introdurci nel nostro ambiente familiare e sociale, e costruire la Storia con questo silenzio attivo e fecondo, che nasce dalla Contemplazione.
Grazie a Te, la nostra capacità di silenzio e di Adorazione si convertirà in capacità di Amare e di Servire.
Ci hai dato tua Madre come nostra, perché ci insegni a Meditare e ad Adorare con il cuore.
Ella, ricevendo la Parola e mettendola in pratica, si fece la Madre più perfetta.
Aiutaci ad essere la tua Chiesa Missionaria, che sa Meditare, Adorando ed Amando la tua Parola, per trasformarla in vita e comunicarla a tutti i fratelli.
Amen.
Giovanni Paolo II