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Consiglio

Il dono della Fortezza di cui abbiamo riconosciuto la necessità nell'opera di santificazione del cristiano, non sarebbe sufficiente per assicurare questo grande risultato, se il divino Spirito non avesse preso cura di unirlo ad un altro dono, che lo segue e che previene da ogni pericolo. Questo nuovo beneficio consiste nel dono del consiglio. La Fortezza non si potrebbe lasciare abbandonata a se stessa; le è necessario un elemento che la diriga. Il dono della Scienza, non potrebbe esserlo, perché, se illumina l'anima sul suo fine e sulle regole generali della condotta che deve tenere, non porta una luce sufficiente sulle applicazioni speciali della legge di Dio e sulla direzione della vita. Nelle diverse situazioni in cui potremmo essere posti, nelle decisioni che potremmo aver bisogno di prendere, è necessario che sentiamo la voce dello Spirito Santo, ed è per mezzo del dono del Consiglio che questa voce divina arriva fino a noi. Ella ci dice, se vogliamo ascoltarla, ciò che dobbiamo fare e ciò che dobbiamo evitare; ciò che dobbiamo dire e ciò che dobbiamo tacere; ciò che possiamo conservare e ciò cui dobbiamo rinunziare. Per mezzo del dono del Consiglio, lo Spirito Santo agisce sulla nostra intelligenza, nello stesso modo che, col dono della Fortezza, agisce sulla nostra volontà. Questo dono prezioso deve essere applicato durante tutta la nostra vita, perché continuamente ci dobbiamo decidere per un partito o per l'altro; e deve essere causa di una grande riconoscenza verso lo Spirito divino, il pensiero che Egli non ci lascia mai abbandonati a noi stessi, finché siamo disposti a seguire la direzione che ci imprime. Quanti agguati può farci evitare! quante illusioni può distruggere in noi! quante realtà ci fa scoprire! ma, per non perdere le sue ispirazioni, bisogna che ci salvaguardiamo dalle attrattive naturali che, troppo spesso, influiscono sulle nostre decisioni: dalla temerità che ci trascina secondo il piacere delle passioni; dalla precipitazione che ci rende troppo solleciti nel giudicare e nell'agire, anche quando non abbiamo ancora visto che un lato delle cose; e, finalmente, dall'indifferenza che fa sì che noi decidiamo a caso, per timore di affaticarci nella ricerca di ciò che sarebbe per il meglio.
Lo Spirito Santo, col dono del Consiglio, strappa l'uomo a tutti questi inconvenienti. Corregge la natura così spesso eccessiva, quando non è apatica. Mantiene l'anima attenta a ciò che è il vero, a ciò che è buono, a ciò che le è veramente vantaggioso. Le insinua questa virtù, che è il complemento ed il nutrimento necessario per far sviluppare tutte le altre; intendiamo dire la discrezione, di cui ha il segreto, per mezzo della quale le virtù si conservano, si armonizzano e non degenerano in difetti. Sotto la direzione del dono del Consiglio, il cristiano non ha nulla da temere; lo Spirito Santo prende su di sé la responsabilità di tutto. Che importa, dunque, che il mondo condanni o critichi, che si stupisca o si scandalizzi? Il mondo si crede saggio; ma non ha il dono del Consiglio. Per questo accade spesso che le risoluzioni prese sotto la sua ispirazione, portano ad un fine ben diverso da quello che si era proposto. E doveva essere così; poiché è ad esso che il Signore ha detto "non quali i miei pensieri sono i pensieri vostri, né quale la vostra condotta è la mia" (Is 55, 8).
Domandiamo, dunque, con tutto l'ardore del nostro desiderio, il dono divino che ci preserverà dal pericolo di guidarci da noi stessi. Ma comprendiamo pure che questo dono non abita che in coloro che lo stimano abbastanza, per rinunciare a se medesimi in sua presenza. Se lo Spirito Santo ci trova staccati dalle idee umane, convinti della nostra fragilità, si degnerà di essere il nostro Consiglio, mentre se ci credessimo savi di fronte ai nostri occhi, ritirerebbe la sua luce e ci lascerebbe a noi stessi.

Non vogliamo che ci accada questo, o divino Spirito! Per esperienza sappiamo troppo che non ci è di vantaggio correre i rischi della prudenza umana, e abdichiamo sinceramente, di fronte a Te, le pretese del nostro spirito, così pronto ad abbagliarsi e a farsi delle illusioni. Conserva e degnati di sviluppare in noi, in piena libertà, questo dono ineffabile che ci hai concesso nel Battesimo: sii per sempre il nostro Consiglio: "Facci conoscere le tue vie, e insegnaci i tuoi sentieri. Dirigici nella Verità e ci istruisci; poiché è da te che ci verrà la salvezza, ed è per questo che noi ci attacchiamo alla tua condotta (Sal 118). Noi sappiamo che saremo giudicati su tutte le nostre opere e su tutte le nostre intenzioni; ma sappiamo anche che non avremo niente da temere finché saremo fedeli alla tua guida.
Staremo, dunque, attenti "ad ascoltare ciò che dice in noi il Signore nostro Dio" (Sal 84, 9), lo Spirito del Consiglio, sia che egli ci parli direttamente sia che ci rimandi allo strumento che avrà scelto per noi.
Sii dunque benedetto, Gesù, che ci hai inviato lo Spirito per essere la nostra guida, e benedetto sia questo divino Spirito, che si degna di darci sempre la sua assistenza, e che le nostre resistenze passate non hanno allontanato da noi!

 

·         Il dono del consiglio

Questo dono dello Spirito, altrettanto necessario ai discepoli di Cristo, riguarda pure una particolare illuminazione della mente; tuttavia, a differenza dei tre doni precedenti, i quali si muovono su un terreno prevalentemente speculativo (anche se la sapienza ha innegabili aspetti pratici), il dono del consiglio opera esclusivamente in sede di ragion pratica. Questa particolare luce soprannaturale non è quindi ordinata al conoscere ma all'agire. Ma perché è necessario un dono dello Spirito per illuminare la ragion pratica? La risposta è semplice: l'ambito delle decisioni e della vita pratica è il campo su cui si combatte la battaglia del compimento della volontà di Dio. E la luce della ragione naturale, da sola, non è sufficiente a indicarmi "il meglio pratico" nel quadro della perfezione cristiana. In sostanza: se devo realizzare un bene umano (vale a dire: l'acquisto di una casa, la legalità nella professione, il metodo educativo per i figli..) può bastarmi la luce della mia ragione naturale, accompagnata dalle competenze e dall'esperienza; ma se devo realizzare un bene soprannaturale (vale a dire: realizzare le aspettative della volontà di Dio per me, qui e ora), la luce della mia ragione naturale non può più bastarmi. Ecco che il Signore mi dà ciò che manca al mio quoziente intellettivo, infondendomi il dono soprannaturale della ragion pratica: il consiglio. Si tratta di un dono che, al pari degli altri, nessuno può conseguire, se Dio non lo elargisce graziosamente: "A Dio appartiene il consiglio" (Gb 12,13). Anche questo dono è prerogativa divina, nel senso che non è in dotazione della natura umana in quanto tale. Il consiglio è un dono che si aggiunge alla ragione umana. Chi non lo possiede non può rispondere alle esigenze quotidiane della volontà di Dio, perché non è interiormente diretto da Dio. Al massimo egli potrà individuare il bene umano e regolarsi su di esso in base al loro buon volere, ma la perfezione cristiana, ovviamente, è ben altro. Chi ha il dono del consiglio è guidato da Dio nelle circostanze piccole e grandi della vita pratica, e perciò egli non agisce bene, ma agisce santamente: "Mi guiderai con il tuo consiglio" (Sal 73,24); "Benedico il Signore che mi ha dato consiglio" (Sal 16,7); "Il Signore dirigerà il consiglio del saggio" (Sal 39,7).
Per ottenere il dono del consiglio, al pari di tutti gli altri doni soprannaturali, occorre una precisa disposizione: "L'uomo accorto acquisterà il dono del consiglio" (Prv 1,5); insomma, i doni di Dio non possono essere elargiti a chi non si dispone a riceverli.

Consiglio

"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto."(Rm. 12,2)
Il dono del consiglio ci fa attuare il proposito di vivere secondo il Vangelo nelle situazioni concrete : ci ispira scelte conforme alla volontà di Dio, ci aiuta a risolvere i problemi della condotta personale.
E' una specie d'intuizione soprannaturale che aiuta a giudicare prontamente e sicuramente ciò che conviene fare e decidere, senza esitazioni e dubbi, anche nei casi difficili.
Lo Spirito ci mette in piena sintonia con Dio e ci fa realizzare il proposito di vivere secondo la sua volontà, e viene in aiuto della nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare.
Occorre essere docili, sottomessi alla mozione dello Spirito, cioè non ostacolarne l'azione: il dono del consiglio richiede alcune disposizioni fondamentali tra cui un profondo sentimento della nostra impotenza ed incapacità, che solo può attirare lo Spirito di Dio ad agire in noi. E' necessaria anche la semplicità e la retta intenzione che ci libera da riguardi e considerazioni umane e ci indirizza con purezza di cuore a Dio.