secondo giorno

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MARIOCAPALBO
00lunedì 1 dicembre 2014 19:49
Vigili ed operosi in attesa della venuta di Cristo


LUNEDÌ





"Quando Cristo verrà e busserà alla porta
ci trovi vigilanti nella preghiera,
operosi nella carità fraterna ed esultanti nella lode".
(Colletta, Lun. I di Avvento)
La venuta di Cristo nella storia e, in modo particolare, nella nostra vita non è prevedibile: non si può calcolare. Pertanto è necessario essere sempre pronti così da non farsi sorprendere. Quei servi che, nella preghiera e nell’attesa vigilante, avranno svolto il proprio dovere di servi, senza arrogarsi la presunzione di sostituirsi al proprio Padrone, otterranno il riconoscimento di una condizione di beatitudine e godranno di una particolare predilezione del Signore (Cf Lc 12, 37-38).
 
Dalle "Esposizioni sui Salmi" di Sant’Agostino Vescovo (En. in ps. 120, 3)
Vigili ed operosi in attesa della venuta di Cristo
 
Siete certamente persuasi che l’ora del Signore viene come un ladro di notte. Se il padrone di casa sapesse l’ora in cui il ladro viene, in verità vi dico, non permetterebbe certo che la parete della sua casa venisse sfondata (Mt 24, 43). Voi osservate: Ma se la sua ora viene come il ladro, chi potrà sapere quando verrà? Se non sai a che ora viene, sta’ sempre desto affinché, non sapendo l’ora in cui viene, ti trovi sempre pronto alla sua venuta. Anzi, il non conoscere l’ora della sua venuta mira forse proprio a questo: a farti stare sempre pronto. Se quel padrone di casa fu sorpreso dal giungere improvviso dell’ora, fu perché si trattava – almeno così è presentato – di un padrone superbo. Non voler essere un padrone e l’ora non ti prenderà alla sprovvista. Ma cosa dovrò essere?, chiederai. Una persona come quella descritta nel salmo: Io sono povero e dolente (Sal 68, 30). Se sarai povero e dolente, non sarai un padrone che l’ora, venendo repentina, sorprenderà e repentinamente abbatterà. Padroni di questo tipo sono tutti coloro che, facendo assegnamento su se stessi e le proprie cupidigie, diventano gonfi d’orgoglio, anche se poi finiscono con lo squagliarsi nelle delizie di questo mondo. Essi si innalzano a danno degli umili e maltrattano i santi, che hanno compreso essere stretta la via per la quale si va alla vita (Mt 7, 14). Gente siffatta verrà colta di sorpresa da quell’ora, somigliando nella loro vita a quei tali che vivevano all’epoca di Noè. Ne avete udita or ora la descrizione fatta dal Vangelo. Dice: La venuta del Figlio dell’uomo sarà come ai giorni di Noè. Mangiavano, bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, piantavano vigne, costruivano case, fino a che Noè non entrò nell’arca e venne il diluvio che li disperse tutti (Mt 24, 37-39; Lc 17, 26-27). Che dire? Andranno davvero tutti in rovina coloro che fanno queste cose? Coloro che si maritano o prendono moglie? Coloro che piantano vigne o costruiscono case? No, ma vi andranno coloro che tali cose sopravvalutano, che le preferiscono a Dio e per esse sono disposti a offendere disinvoltamente Dio. Diametralmente opposti sono coloro che di tutte queste cose o non si servono per nulla o se ne servono come persone non asservite ad esse. Fanno assegnamento più sull’Autore dei doni ricevuti che non sulle cose ricevute in dono; e, quanto alle cose in se stesse, vi vedono un tratto della sua misericordia che viene a consolarli. Per cui non si appagano dei doni per non precipitare lontano dal Donatore. Persone di questo genere non saranno prese alla sprovvista dal giungere di quell’ora, che sarà come il giungere di un ladro. A loro diceva l’Apostolo: Voi non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno vi abbia a sorprendere come un ladro, poiché siete tutti figli della luce e figli del giorno (1 Ts 5, 4-5).

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