capitolo settimo INFLUENZA DELL'UMANISTA SECOLARE SULLA CHIESA

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:27

chiesa e rinnovamento

capitolo settimo

INFLUENZA DELL'UMANISTA SECOLARE

 

SULLA CHIESA

 

 

 

Il vangelo è manomesso ed eroso non solo nei paesi dove gli agenti marxisti con le loro ideologie si infiltrano nella Chiesa e la sovvertono, ma anche negli Stati Uniti e nell'Europa Occidentale. Qui il pensiero e il comportamento di molti cristiani - inclusi molti preti, suore e persino vescovi - è influenzato radicalmente non tanto dal marxismo, quanto da una raccolta di ideologie anticristiane conosciute col nome di "umanesimo secolare".[1]

 

          Dal punto di vista puramente umano, l'accelerata scristianizzazione avvenuta più o meno negli ultimi trent'anni negli Stati Uniti e in gran parte dell'Europa Occidentale può essere attribuita a molti fattori, e vorrei attirare l'attenzione su due di questi. In primo luogo, il benessere e l'istruzione superiore sempre più secolarizzata hanno contribuito ad accrescere la tiepidezza e l'indifferenza sia morale che religiosa da parte di molti cristiani, e questo sia nella Chiesa cattolica, che nelle più importanti denominazioni protestanti. Secondo, un gruppo relativamente piccolo e ben informato di umanisti secolari anticristiani impegnati, ha riportato uno straordinario successo nel conquistare il controllo di istituzioni ed organizzazioni del potere e nel cambiare sia le leggi nazionali sia la mentalità della gente, affinché queste riflettessero i loro scopi.

 

          L'umanesimo secolare ha gran parte delle caratteristiche di una religione. [2] Parlando in generale, gli umanisti secolari mettono l'uomo al centro di ogni cosa, separato da Dio. La maggior parte degli umanisti secolari ha una fede profonda - e per un cristiano profondamente ingenua - nella perfettibilità dell'uomo grazie ai propri sforzi. Contrariamente ad ogni evidenza, ritengono che l'uomo stia progredendo verso una società più umana. Sono convinti del verificarsi di un ulteriore progresso non appena l'uomo si scuoterà di dosso i ceppi delle credenze morali e religiose. Un altro dogma del credo dell'umanista secolare è l'idea che uomini e donne dovrebbero essere liberi di agire in qualunque modo desiderino, limitati solo dalla vaga restrizione: "purché non ferisca nessun altro".

 

          Un ottimo metodo per cogliere il sapore religioso dell'umanesimo secolare è leggere il "II° Manifesto Umanista", la dichiarazione delle convinzioni umaniste scritta nel 1973 da un gruppo di intellettuali umanisti. Quel documento fornisce una intuizione sull'ottimismo e sulla fede malfondati che l'uomo secolare deve possedere per credere nella propria capacità di "realizzare se stesso". In sintesi, il "II° Manifesto Umanista" dà una straordinaria testimonianza della testardaggine dell'uomo e della sua resistenza alla Buona Novella e ad una accurata percezione della stessa realtà.

 

          Il primo Manifesto Umanista, pubblicato nel 1933 da intellettuali influenti, proclamava la capacità dell'uomo di perfezionare se stesso, sia a livello individuale che come società. Descriveva il cristianesimo come un ostacolo al progresso, perché distrae l'umanità dalle opere reali e a portata di mano, dandogli speranze illusorie. Nel 1933 gli umanisti notarono molti segni incoraggianti che l'umanità stava davvero facendo straordinari progressi sociali, politici ed economici. La prefazione al secondo Manifesto, pubblicato nel 1973, riveste della miglior facciata possibile gli orrori dei quarant'anni successivi:

 

 

Sono passati quarant'anni dall'apparizione del Primo Manifesto Umanista (1933). Gli eventi accaduti da allora fanno ritenere quella precedente dichiarazione davvero oltremodo ottimistica. Il nazismo ha dimostrato le profondità della brutalità di cui il genere umano è capace. Altri regimi totalitari hanno soppresso i diritti umani senza por fine alla povertà. Qualche volta la scienza ha portato il male, oltre al bene. Gli ultimi decenni hanno dimostrato che si possono combattere guerre inumane nel nome della pace. Gli inizi di stati polizieschi, persino in società democratiche, la vasta espansione dello spionaggio governativo ed altri abusi di potere da parte delle élite militari, politiche e industriali, e il proseguimento di un razzismo inflessibile, tutti presentano una prospettiva sociale disuguale e difficile. In molte società la richiesta di eguali diritti da parte delle donne e di gruppi minoritari, costituisce davvero una sfida per la nostra generazione.

 

Di fronte ad uno scenario tanto squallido, gli umanisti del 1973 propongono un salto di "fede":

 

     Nell'approssimarci al ventunesimo secolo, tuttavia, ci è necessaria una concezione positiva e fiduciosa. Anche la fede, proporzionata al progresso della conoscenza, è necessaria. Davanti alla scelta tra disperazione e speranza gli umanisti, in questo II° Manifesto Umanista, rispondono con una dichiarazione positiva per i tempi di incertezza.

     Come nel 1933, gli umanisti continuano a credere che il teismo tradizionale - e in particolare la fede in un Dio che ascolta le preghiere, che si presume ami le persone e si prenda cura di loro, che ascolti e comprenda le loro preghiere e sia in grado di fare qualcosa per loro - sia una fede non provata e antiquata. Un salvazionismo che si basi su una semplice dichiarazione solenne, appare ancora ugualmente dannoso, poiché distoglie la gente con false speranze di un cielo a venire. Le menti ragionevoli guardano ad altri mezzi per la sopravvivenza. [3]

 

          Il "II° Manifesto Umanista" esclude il cristianesimo ritenendolo non scientifico. Eppure, col pretesto che "è necessaria una concezione positiva e fiduciosa", dichiara di credere nella capacità dell'uomo di perfezionare se stesso e di risolvere i problemi del mondo senza Dio. Questa asserzione porta tutte le caratteristiche di un credo religioso senza un qualsiasi fondamento scientifico. In realtà, l'evidenza mette in scena ogni giorno che l'umanesimo secolare è illusorio. Eliminato il cristianesimo come opzione, le alternative sono la disperazione e la fede cieca. Gli umanisti optano per la fede cieca, che però si basa non sulla Parola di Dio, ma su un pio desiderio.

 

          Infatti, l'umanesimo secolare non è affatto fondato su basi scientifiche. É piuttosto una "fede" basata sul rifiuto di Dio e sull'affermazione dell'autonomia dell'uomo. Indubbiamente, questa è proprio la dinamica di base che sta dietro al peccato originale dell'uomo, caduto nell'oscurità e nel disastro. Non ha la possibilità di riparare le conseguenze di quella caduta, ma ne assicura la continuazione.

 

          Gli umanisti secolari considerano il cristianesimo ortodosso come un nemico ed un ostacolo ai loro programmi. Poiché la Chiesa non può essere immediatamente distrutta, alcuni umanisti secolari adottano la stessa strategia dei marxisti: cercano di sovvertire la Chiesa. Cercano di convincere i suoi leader ad appoggiare un programma umanista secolare che alla fine porterà alla cessazione della Chiesa. Proprio come i marxisti fondano organizzazioni di copertura per assicurarsi il sostegno cristiano alle cause marxiste, così gli umanisti secolari instaurano dei fronti per adescare il sostegno religioso. I gruppi cattolici, ad esempio, che appoggiano l'aborto, fungono da organizzazioni di copertura. Per di più, proprio come i marxisti, gli umanisti secolari tentano di screditare l'autorità ecclesiastica e di dividere i cattolici dai loro pastori e dal papa.

 

          Consapevolmente impiegano tattiche tese a spezzare la volontà di resistenza della Chiesa e a renderla inefficace. Fanno tentativi particolari per ottenere il controllo dei mezzi chiave di comunicazione nella società in generale e anche all'interno della Chiesa. È una strategia che sta funzionando: i media secolari hanno poco rispetto delle autorità ecclesiastiche, e di questa influenza risentono persino le pubblicazioni cattoliche.

 

          Le tattiche umanistiche secolari hanno un percorso ormai familiare. Dapprima viene fatta una richiesta affinché una società prevalentemente cristiana "tolleri" ciò che appare un comportamento deviante. Quindi si esercitano pressioni affinché quel comportamento deviante sia situato allo stesso livello dei valori cristiani tradizionali. Gli umanisti secolari dimostrano che una società pluralistica non può fare altrimenti. Quindi cercano di far apparire normale il comportamento deviante, e di far invece apparire anormale quello regolato da valori cristiani - una minaccia per la società pluralistica. L'ultimo passo consiste spesso nell'usare il sistema legale per proteggere l'immoralità e minare quello che i cristiani hanno sempre considerato il comportamento giusto. Un noto storico cattolico ha fatto notare qual è il ruolo dei mezzi di comunicazione in quest'intero processo:

 

Il presunto impegno dei media nel "pluralismo" alla base è una specie di truffa. Il vessillo del pluralismo è sollevato per conquistare la tolleranza di nuove idee fino a quel momento inaccettabili alla maggioranza. Una volta raggiunta la tolleranza, l'opinione pubblica viene sistematicamente manipolata, dapprima per forzare uno stato di uguaglianza tra vecchio e nuovo, quindi per asserire la superiorità del nuovo sul vecchio. Lo stadio finale è spesso il totale discredito, e talvolta persino l'interdizione, di quanto era prima ortodosso. [4]

 

            Questa tappa finale è ora in corso di attuazione negli Stati Uniti e in molte zone dell'Europa Occidentale. Il sostegno legale e della società verso il matrimonio così come è stato vissuto nella tradizione giudaico cristiana, è ridotto a brandelli. L'istruzione è usata come strumento di indottrinamento umanistico secolare. Con la scomparsa delle leggi a sostegno della moralità cristiana e col severo restringersi dello spazio una volta assegnato ai cristiani nella società, possiamo vedere i primi segni di leggi punitive e di pressione sociale contro i cristiani. Stanno per essere attaccati perfino i diritti di vivere liberamente la vita cristiana e di educare i propri figli secondo i principi cristiani.

 

          In Svezia ad esempio, una nuova legge considera l'esercizio della disciplina verso i figli un reato da parte dei genitori, anche quando non è di tipo corporale. Sempre in Svezia, è stata proposta un'altra legge che permetterà ai bambini di "divorziare" dai genitori. Negli Stati Uniti si sta provvedendo a richiedere che i programmi obbligatori di educazione sessuale nelle scuole pubbliche presentino anche, come "scelte di vita" valide, il sesso prematrimoniale, l'omosessualità e la masturbazione. Alcuni aspetti di questi programmi incoraggiano la sperimentazione sessuale, chiedendo ai bambini di fare "il gioco delle parti" nei diversi tipi di comportamento sessuale. In alcune scuole gli omosessuali attivi hanno conquistato il diritto di insegnare ai bambini e perfino di presentare in modo positivo il loro stile di vita.

 

 

L'umanesimo secolare nella chiesa

 

 

          Oggi il vuoto creato dall'attacco all'autorità, all'adeguatezza della Scrittura e alla tradizione della Chiesa ha lasciato aperta la via permettendo che una mentalità umanista secolare pervadesse la vita del popolo cristiano. L'invito dell'umanista secolare a realizzare se stessi, a raggiungere la felicità individuale e a mettere la propria fiducia nell'inevitabilità del progresso umano, esercita oggi un forte ascendente sulla mente di molti cristiani.

 

          Per molti cristiani il desiderio della felicità e del successo "nel mondo" è diventato la forza motrice della vita. Possono anche andare in Chiesa, ma il credo che in realtà modella la loro vita non è quello che recitano la domenica, ma il credo umanista secolare. Un dogma fondamentale di questo credo mondano è il diritto a perseguire la "felicità" individuale alle spese di molti valori che stanno al centro del vivere cristiano - ad esempio, la fedeltà agli impegni, il servizio verso gli altri, il sacrificio di se stessi per il bene comune ed anche per il proprio.

 

          La rapidità e la facilità con cui i cattolici nel complesso raggiungono le percentuali di divorzi e di aborti della società in generale, dimostra quanto quest'indottrinamento sia arrivato in profondità. Quante volte negli anni recenti i cattolici, di fronte a situazioni che richiedevano una dolorosa scelta morale (riguardante, ad esempio, il divorzio, l'aborto, la fornicazione, l'adulterio, l'attività omosessuale), si sono sentiti ripetere il seguente ritornello: "Tu meriti di essere felice." "E ti succederà.."  "É impossibile pensare di vivere tanto irrealizzati." "Devi essere te stesso." Meriti di risposarti." "Non soffocare la tua capacità di essere felice." "Pensa a te stesso." "Non ti conformare alle aspettative degli altri." O, peggio ancora: "Dio non vuole che tu sia irrealizzato." "Se Dio ti ha dato quei desideri, certo vuole che tu li esprima." "La Chiesa ha cambiato modo di pensare." "Sii un cristiano adulto, decidi da solo." "Devi fare quello che ti sembra giusto."

 

          La situazione è ancor più tragica perché molte persone ed istituzioni all'interno della Chiesa sostengono attivamente la causa umanistica secolare. Molte di queste continuano a considerarsi cristiani sinceri, e magari pregano ancora e frequentano regolarmente i sacramenti, ma il loro cuore è soprattutto dedito a fare della Chiesa uno strumento per realizzare determinati obiettivi umanistici secolari. Tali obiettivi per alcuni sono il socialismo, i diritti dei gay o il femminismo. Per altri si tratta di "salvare le balene", di "pace e giustizia", del "disarmo" o ancora, in favore della "libertà di scelta." Solo in secondo luogo - se mai - considerano importante il portare tutti gli uomini al pentimento esplicito, alla conversione, alla fede e ad essere incorporati nella nuova società che è il corpo di Cristo. Ovviamente, su alcuni problemi particolari l'azione sociale cristiana autentica può anche coincidere con alcune posizioni umaniste secolari, ma in un contesto totalmente diverso ed in maniera tale da rispettare la totalità del messaggio cristiano di salvezza.

 

          La Scrittura dice: "Dov'è il tuo tesoro, lì sta il tuo cuore" (Mt. 6,21). Alcune cause "etiche" secolari hanno conquistato il cuore dei cattolici moderni al punto che, come ha avvertito Giovanni Paolo II, essi "prelevano la parte migliore del messaggio centrale da trasmettere, al punto di oscurarlo e di metterlo al secondo posto o perfino di usarlo per promuovere i propri fini." [5]

         

          Talvolta i leader della Chiesa appoggiano cause che in sostanza possono essere ostili al cristianesimo, magari perché peccano di ingenuità e di ignoranza riguardo a ciò che è veramente in gioco. L'ingenuità può spiegare perché in America alcuni leader della Chiesa hanno offerto con entusiasmo il sostegno della Chiesa ad alcune cause socialmente popolari nella società americana.

 

          Ad esempio, il vescovo presidente di un Comitato Statunitense di Vescovi sulle Donne nella Società e la Chiesa, ha deposto di recente a favore dell'Emendamento per i Pari Diritti, nonostante i vescovi americani avessero deciso di rimanere neutrali sul problema. Il vescovo, deponendo solo "come individuo", disse ad un comitato del Congresso: "Ritengo sia davvero necessario assicurare il passaggio dell'ERA (Equal Rights Amendment) affinché tutti possiamo sentirci sicuri in fondo al cuore che le donne non sono cittadini di seconda categoria. Ed è persino più importante che siano le stesse donne a saperlo." [6]

 

          Il vescovo affermò che era "assolutamente essenziale" separare la questione dell'aborto da quella dell'Emendamento per i Pari Diritti. La sua spiegazione fu che: "L'ERA riguarda solo le cose condivise sia dagli uomini che dalle donne, e poiché gli uomini non possono avere bambini, l'ERA non si occupa dell'aborto." Negò inoltre che l'emendamento avrebbe potuto intaccare quello che egli definiva: "un campo specialissimo, la relazione personale tra marito e moglie." [7]

 

          Senza entrare in una discussione dettagliata sui meriti dell'Emendamento per i Pari Diritti, alcuni commenti sulla testimonianza del vescovo li possiamo fare. Il Professor John Noonan, professore di legge presso l'Università di California a Berkeley ed esperto sulle questioni legali riguardanti l'aborto, ritiene che l'aborto e l'ERA siano strettamente collegati:

 

Il problema principale riguardo all'ERA e all'aborto è che l'ERA verrebbe interpretato da giudici federali che, in un gran numero di casi, hanno mostrato grandissima simpatia per l'ideologia dell'aborto. Con quest'emendamento in vigore, quei giudici potrebbero arrivare fino, diciamo, ad obbligare la sovvenzione dell'aborto. I cattolici simpatizzanti dell'ERA pare leggano l'emendamento come fosse sospeso nell'aria, in maniera astratta e senza sensibilità verso la grande battaglia politica attualmente in corso sull'aborto, e anche senza rendersi conto che la maggior parte del potere giudiziario federale è formata da membri di quello che si può ben descrivere come un partito a favore dell'aborto. Credo sarebbe un grave errore dare a questo partito un nuovo strumento legale con cui promuovere la causa dell'aborto." [8]

 

Il Professor Noonan aveva dato il suo avvertimento, così la corte che governa lo stato del Massachusetts, e che ha una legge di stato ERA, ha potuto verificare le sue predizioni che la magistratura avrebbe usato il concetto ERA per proteggere ed estendere la pratica dell'aborto [9]

 

          Il vescovo non parve del tutto logico nell'affermare che l'ERA non avrebbe influenzato le relazioni tra marito e moglie. Quando gli chiesero come mai molti suoi colleghi vescovi si opponevano all'ERA, rispose che alcuni temevano che l'ERA avrebbe cambiato il ruolo del marito e della moglie. "Ma a mio avviso", disse il vescovo, "ritengo che un cambiamento ci sarà comunque." [10]

 

          Questo rilievo illustra un atteggiamento comune ed inquietante nella Chiesa: la Chiesa stessa farebbe meglio a salire sul carro della banda, perché la società moderna sta andando inevitabilmente verso una certa direzione. Quel vescovo riuscì a contemplare allegramente una legge che poteva avere ripercussioni profonde sulle relazioni basilari tra marito e moglie, senza considerare a fondo, a quanto pare, le verità naturali e cristiane riguardanti questo campo. E lo fece in parte col pretesto che questa è la direzione inevitabile della cultura moderna.

 

          Se ingenuità ed ignoranza stanno dietro ad alcune delle posizioni prese da alcuni cattolici moderni, dietro ad altre può esservi l'orgoglio. Certi segmenti della Chiesa moderna pare siano dominati dal desiderio di essere tenuti in alta considerazione dal mondo secolare, governato dai media secolari accademici e governativi. Al fine di conquistare tale accettazione, i cristiani sono portati a tacere sempre di più riguardo alle proprie convinzioni e ad agevolare quanto sostiene il mondo secolare. In questo processo, si insinua una cecità spirituale, e la Chiesa è indotta, con l'inganno, a sostenere cause secolari ostili a Dio e distruttive per il Suo popolo. Talvolta si avverano le parole della Scrittura che dicono: "É considerato nemico di Dio se sceglie di essere amico del mondo" (Gc. 4,4).

 

          Dovunque troviamo i segni di questo deterioramento. Le università cattoliche pare siano colpite in modo particolarmente pesante. Essendosi dedicate alla "eccellenza accademica" - ovviamente di per sé una cosa buona - e alla conquista dell'approvazione delle istituzioni secolari, le università cattoliche cominciano a chiedersi quale sia ora la loro identità unica e specifica. I loro tentativi per definire un'identità cattolica mancano spesso di sostanza. Di identità cattolica si parla quasi esclusivamente come di un qualcosa che permetta la formazione di laureati umanistici sensibili all'etica, in grado di portare una dimensione etica da rappresentare nelle loro occupazioni. Che una cosa simile accada realmente è poco dimostrato. Cosa più preoccupante, dichiarazioni simili ignorano gli aspetti specificamente cristiani della vita: cioè la redenzione mediante la morte e risurrezione di Gesù e le implicazioni del vangelo per l'evangelizzazione. Senza questo fondamento esplicito, le università cattoliche sono alla deriva. Riaffermano la loro identità cattolica in termini etici virtualmente identici alla saggezza etica convenzionale delle ideologie contemporanee.

 

          Considerate ad esempio un numero di 'Notre Dame Magazine', la rivista degli studenti di una università cattolica statunitense che aspira ad essere la migliore università cattolica del mondo. [11]  É istruttivo leggere una breve critica del suo tono e contenuti.

 

          Nel complesso la rivista trasuda quella visione sentimentale e vagamente etica del cattolicesimo, oggi caratteristica di molti cattolici "aggiornati". Uno degli articoli spiega in che modo venga concesso il ruolo di docente universitario ai membri di questa università. Il criterio non include alcuna considerazione della vita e delle credenze cattoliche del professore, né della loro mancanza, ma riguarda solo l'insegnamento, la ricerca e il servizio presso l'università. (Una edizione successiva della rivista riferiva che l'ottantasei percento della facoltà affermava che nelle decisioni riguardanti i ruoli e le promozioni, le credenze cattoliche non dovevano essere prese in considerazione. Il sessantadue percento affermava che non dovrebbe costituire un fattore nella scelta delle assunzioni presso la facoltà.) [12]

 

          Un altro articolo su "Friendship" era stato scritto da un prete che aveva abbandonato il ministero per sposarsi. [13] L'articolo successivo sulle "Amicizie femminili" fu scritto dalla moglie divorziata di un precedente membro della facoltà. Ecco come l'autrice inizia l'articolo:

 

Alcuni anni fa eravamo seduti sulla spiaggia di Michigan City, il mio amico ed io e parlavamo, come facciamo spesso, di tutti i cambiamenti della nostra vita in continuo riadattamento: il nostro divorzio, i bambini, le nostre idee, il lavoro e i nostri uomini. [14]

 

          Un altro articolo offre il profilo di un laureato di questa università che ha avuto successo nella promozione del football. Casualmente, affermò di essere già al suo secondo matrimonio, senza dare altre spiegazioni. [15]

 

          In quel numero sono anche messi in evidenza alcuni estratti del giornale del famoso sacerdote presidente di questa università, che ha visitato la Repubblica Popolare Cinese in qualità di capo di una delegazione delle Nazioni Unite che preparava una conferenza su Scienza e Tecnologia. Nel suo giornale, almeno negli estratti pubblicati, fa un tentativo estremamente debole e sfuocato di considerare il viaggio con una prospettiva cristiana. Non fa parola della redenzione e dell'evangelizzazione, e termina con questo fiacco desiderio: "Suppongo che nel mondo vi sia speranza di pace, se in un modo o nell'altro riusciremo a liberare l'impulso umano fondamentale di lavorare insieme per la pace e per la giustizia, in un mondo che ha un disperato bisogno di entrambe." [16]

 

          Una prospettiva completamente cristiana riterrebbe che tale "impulso umano fondamentale" potrà essere liberato solo se certe realtà - il peccato, Satana e la Caduta nel peccato, la morte sacrificale di Cristo sulla croce, la sua risurrezione, la Pentecoste, il pentimento, la fede e il battesimo - sono chiaramente capite e vissute. Ma in nessun punto degli estratti del giornale, né per questo in nessun'altra parte della rivista, sono chiaramente espresse queste verità.

 

          Uno dei sistemi educativi cattolici più autorevoli nel mondo è la rete di scuole, collegi e università dei Gesuiti. Molti critici, sia all'interno che all'esterno delle scuole, dubitano che queste istituzioni riescano a produrre cattolici ferventi ed apostolici. Uno degli scettici è Padre Pedro Arrupe, superiore generale dell'ordine dei Gesuiti, che ha confessato con disappunto come i laureati abilitati dai Gesuiti non erano riusciti ad esercitare un'influenza apostolica nel loro ambiente. Un recente incontro internazionale di rappresentanti dei laureati presso i Gesuiti ha sottolineato la secolarizzazione di gran parte del pensiero cattolico contemporaneo. Le principali decisioni dell'incontro riguardavano le cause etiche secolari dominanti: giustizia economica e sociale, la corsa agli armamenti, la società del consumismo, e così via. Questi argomenti, ovviamente, meritano un attento esame da parte dei cattolici, ma l'assenza di un contenuto specificatamente cristiano è davvero preoccupante. [17]

 

          In verità, l'ordine dei Gesuiti nell'insieme è infestato dai tentativi di alcuni membri di reinterpretare il cristianesimo quasi esclusivamente in termini di cause etiche secolari, talvolta in disaccordo col Vangelo. Un problema corrispondente è il silenzio tra molti Gesuiti riguardo alla redenzione e all'evangelizzazione diretta. I Gesuiti americani erano nella leadership dei gruppi cattolici facenti pressione per la tolleranza dell'omosessualità attiva e dell'ordinazione delle donne. [18] E pare che questi non siano soltanto incidenti isolati, ma parte di un quadro più vasto tra alcuni Gesuiti influenti che ritengono che il cristianesimo debba essere piegato al servizio degli scopi umanistici secolari. Un documento dei Gesuiti americani ad esempio, propose nel modo seguente alcuni "Obiettivi per Coloro ai Quali Insegniamo":

 

          1.       I laureati Gesuiti devono essere tecnocrati umanistici altamente qualificati.

          2.       Capaci e promettenti, esperti del mondo tecnologico, che hanno integrato la tecnologia nella propria personalità.

3.              Che hanno sperimentato, in maniera effettiva ed efficace, la creazione e l'evoluzione dell'uomo come cosa bella, intelligibile e morale.

          4.       Che hanno sviluppato la facilità e l'abitudine di esaminare le loro credenze, convinzioni ed impegni alla luce di pensatori più maturi, dei loro pari e dei grandi sistemi di valori dell'umanità.

          5.       I quali - dove fattibile - conoscono bene Gesù Cristo, Gli sono fedeli e (dove ciò è appropriato) sono fedeli alla Sua Chiesa. [19]

 

Padre Arrupe, incoraggiato da Giovanni Paolo II, ha ordinato una revisione in tutto il mondo dello stato di salute spirituale e dottrinale dell'ordine. La preoccupazione di Giovanni Paolo II per i Gesuiti era condivisa da Paolo VI e da Giovanni Paolo I. Nell'autunno del 1981 Papa Giovanni Paolo II intervenne direttamente nei problemi che affliggevano i Gesuiti, sospendendo alcuni aspetti della loro costituzione e nominando un delegato personale per assumerne il compito.

 

          Nel campo dell'istruzione superiore le istituzioni dei Gesuiti e di Notre Dame non sono le sole ad avere permesso che il loro tesoro si macchiasse - Molti altri collegi e università cattoliche sono influenzati allo stesso modo. [20]

         

          La sovversione ideologica del vangelo prende direzioni diverse nei diversi paesi. La sua direzione in un paese particolare è determinata dalla natura delle correnti ideologiche prevalenti. Negli Stati Uniti il vangelo di salvezza e di pentimento è trasformato dall'ottimismo sentimentale della psicologia "egoistica" e dall'infondata speranza dell'umanesimo secolare. In Europa, con la sua forte sinistra marxista, all'umanesimo secolare sono combinati elementi della retorica marxista.

          In Francia ad esempio, i Giovani Lavoratori Cristiani da molti anni promuovono, in modo consapevole ed esplicito, la lotta di classe su linee marxiste. Nel 1979 un congresso di diciotto organizzazioni giovanili del Belgio promise come traguardo per quell'anno di "organizzare a livello nazionale una vasta campagna d'azione contro il condizionamento e l'oppressione della gioventù." [21] I gruppi rappresentati a questo congresso hanno anche promesso di "combattere campagne di solidarietà con i popoli oppressi del mondo", e "di combattere contro la discriminazione." Tali gruppi hanno anche promesso di "lavorare per la pace", "di fornire l'occasione per lo sviluppo completo della propria personalità" e "di impegnarsi nella protezione dell'ambiente."

          Se molti di questi valori meritano davvero il sostegno cristiano, centrarsi esclusivamente su di essi, come invece si fa spesso, significa trascurare i contributi davvero unici del cristianesimo, cioè il suo messaggio completo di salvezza in Gesù Cristo, che include la fede, il pentimento e l'incorporazione nella Chiesa.

 
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:27

Vero e falso umanesimo cristiano

 

 

          Storicamente l'umanesimo secolare ha sempre sfidato il cristianesimo. Che si tratti dell'umanesimo dei greci e dei romani, di quello del Rinascimento, dell'età dell'Illuminismo o del secolarismo radicale dei nostri tempi, l'umanesimo secolare non è mai stato amico del cristianesimo. Gli umanisti secolari hanno considerato il cristianesimo tanto oppressivo quanto irriguardoso verso l'uomo in questo mondo. Sono fondamentalmente ostili all'autorità contenuta nel cristianesimo - la stessa Parola di Dio e l'insegnamento dei leader della Chiesa. Quando cercano di rimodellare il cristianesimo in modo da renderlo compatibile con le cause umaniste, essi attaccano le sorgenti della sua autorità.

 

          In tutte le epoche i cristiani hanno sempre contrastato questi attacchi alla Chiesa mettendo in rilievo la verità profonda di come in realtà il cristianesimo sia "per" l'uomo. Questa linea di pensiero, detta umanesimo cristiano, ha dato notevoli contributi all'opera dell'apologetica e dell'evangelizzazione. Gli umanisti cristiani hanno enfatizzato che il cristianesimo è "per" l'uomo e non contro di lui, che incoraggia il completo sviluppo delle persone e la realizzazione del completo potenziale dell'uomo. Gli umanisti cristiani sostengono che la realizzazione dell'uomo è proprio ciò che Cristo è venuto a portare a termine, e che seguire fedelmente la via indicata da Cristo porterà alla vera realizzazione della razza umana.

 

          Oggi assistiamo ad una rinnovata enfasi sull'umanesimo secolare ed in risposta, anche ad un corrispondente approfondimento delle intuizioni dell'umanesimo cristiano autentico. Gli ultimi papi, incluso quello attuale, hanno accentuato come la razza umana si realizzi solo tramite il vangelo, e che solo Gesù Cristo libera gli uomini dalla schiavitù del peccato, permettendo loro di vivere come il popolo che Dio intendeva al momento della creazione. Tali umanisti cristiani permettono all'uomo moderno di percepire il valore e la bellezza del vangelo, e ciò fa sì che esso sia predicato con maggiore efficacia. L'umanesimo cristiano rimedia anche allo squilibrio che si era profondamente insinuato in un certo pensiero della Chiesa, talvolta avvertito come ostile ai valori umani autentici e a quanto di sostanzialmente buono vi è nella creazione.

 

          Papa Giovanni Paolo II ha delineato con chiarezza il contenuto di un umanesimo cristiano autentico. Al suo centro deve esserci la comprensione ferma e chiara che gli esseri umani possono essere "se stessi", "raggiungere il loro potenziale" e diventare "pienamente umani" solo in quanto diventano creature nuove "in Cristo", nate di nuovo dall'acqua e dallo Spirito. Ogni altra cosa, sottolinea il papa, finirà in un disastro:

 

L'uomo che desideri capire interamente se stesso... deve, con tutta la sua irrequietezza ed incertezza, e persino con tutta la sua debolezza e il suo peccato, la sua vita e la sua morte, avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in Lui con tutto il proprio essere; per trovare se stesso deve "appropriarsi" ed assimilare l'intera realtà dell'Incarnazione e della redenzione. [22]

 

          Per Giovanni Paolo II la più grande tragedia della storia umana non sta in nessun particolare problema economico, sociale o politico; sta invece nel fatto che "Gesù Cristo non è conosciuto, e quindi amato." [23] Egli considera l'inquietudine e il disastro della nostra epoca in termini di verità fondamentali che l'uomo deve riconoscere: la razza umana è decaduta ed ha bisogno di un redentore. Dio ha agito in modo da procurargli la salvezza mediante Gesù Cristo. Tale salvezza va accettata con la risposta umana del pentimento, della fede e del battesimo.

 

          Tuttavia, oggi nella Chiesa l'umanesimo cristiano esemplificato dal papa è spesso frainteso e distorto Alcuni che affermano di essere "umanisti cristiani", in realtà si servono del linguaggio cristiano ma sotto l'influenza dell'umanesimo secolare ne distorcono il significato. Considerate ad esempio il "Credo" riesaminato, usato realmente nella liturgia eucaristica da una parrocchia cattolica:

 

          - Credo nell'uomo ed in un mondo in cui è bene che tutta l'umanità viva; ed è compito nostro creare un mondo simile.

- Credo nella parità dei diritti per tutti gli uomini, nell'amore, nella giustizia, nella fratellanza e nella pace.

- Devo sempre comportarmi in base a queste credenze...

- E credo nella risurrezione, qualunque cosa significhi. Amen.

 

          Spesso è difficile selezionare gli elementi di conflitto e di confusione che distorcono l'autentico umanesimo cristiano. Considerate ad esempio queste riflessioni sul significato del Vaticano II, da parte di un eminente personaggio del cattolicesimo americano:

 

     Una volta, non troppo tempo fa, ci gloriavamo del nostro potere e della nostra importanza. Quali americani cattolici, pensavamo di essere all'avanguardia nell'impegno della Chiesa col mondo moderno. Durante il Concilio siamo stati abbastanza ingenui da credere che, attingendo alla nostra eredità americana di libertà personale e di democrazia politica, avevamo da offrire un valido contributo per la chiesa universale... È comprensibile che a seguito del Vaticano II talvolta abbiamo perso quella fiducia ... Disillusi, ci siamo allontanati troppo in fretta dal precedente liberalismo ed americanismo, per assumere idee ed approcci al cambiamento che avevano una scarsa o nessuna base nell'esperienza pastorale e politica dei cattolici americani ... Abbiamo perduto quel senso di scopo e di missione che la nostra fede profonda nella promessa dell'America ci aveva da tempo donato. Abbiamo lasciato cadere la bandiera di un cattolicesimo democratico, progressivo e liberale, e ancora non l'abbiamo raccolta.

     Credo sia giunto il momento di tornare a raccogliere quella bandiera - la bandiera di un umanesimo cristiano autentico, l'apostolato dei laici, la missione sociale della chiesa, e tutte le verità della "proposta americana", come la chiamò John Courtney Murray. Dobbiamo riconquistare buona parte della fiducia ottimistica nell'impresa umana, nella ragione, nella democrazia, nel progresso sociale che aveva informato l'umanesimo preconciliare e che ha trovato il suo punto finale nella 'Gaudium et Spes' [Vaticano II]. [24]

 

          Questa dichiarazione è un miscuglio confuso di elementi contraddittori: alcuni concetti del Concilio sono combinati a idee come "la libertà personale," "la democrazia politica," "un cattolicesimo democratico progressivo e liberale", e "la fiducia ottimistica nell'iniziativa umana, nella ragione, nella democrazia e nel progresso sociale." La dichiarazione ricorda quell'infondato ottimismo nell'iniziativa umana che è la fede umanista secolare.

 

          Pare che oggi, in vasti settori della Chiesa, quell'ottimismo secolare abbia sostituito la speranza cristiana originale. La speranza cristiana autentica è basata e ancorata in Cristo, che ora si trova "alla destra del Padre", e che tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. La sola speranza, quindi, per la razza umana è che gli uomini si pentano e credano nella buona novella, e siano uniti alla comunità di Cristo, la Chiesa. Separatamente da Cristo, il progresso non solo è illusorio; spesso può anche essere un'altra manifestazione della ribellione contro Dio e contro il Suo piano. Come tale Dio lo giudicherà, ma non lo approverà.

 

          Un'altra distorsione dell'umanesimo cristiano è la confusione intorno alla teoria di essere "completamente umani." Oggi i cristiani sostengono che è possibile essere "completamente umani"  senza Cristo, e che essere completamente "umani" - qualunque cosa significhi - sia già essere cristiani.

 

          Ecco come un teologo espone la situazione rappresentata da questa opinione:

 

Se lo scopo della Chiesa è fornire l'esperienza della comunità e le occasioni per celebrare quell'esperienza, e se scopriamo che anche altra gente, al di fuori della Chiesa, sperimenta e celebra la comunità, perché allora dovremmo preoccuparci della loro relazione con la Chiesa, o persino con lo stesso Cristo? [25]

 

          Un'espressione rilevatrice di questo aspetto "dell'umanesimo cristiano" si trova nella seguente dichiarazione fatta da un prete cattolico americano, direttore per il suo ordine dell'impegno di evangelizzazione con i media. Questo prete è anche presidente dell'Istituto Culturale per l'Istruzione della Famiglia Umana, organizzazione che aggiudica un "Premio per le Azioni Umanitarie."

 

Dio vuole la nostra umanizzazione. Vuole la nostra crescita, la realizzazione, il fiorire completo della nostra umanità. É questo il senso centrale della missione di Gesù, ed anche la preoccupazione dell'evangelizzatore autentico. I valori cristiani e quelli umani convergono e si rafforzano a vicenda. Ogni volta che aiutiamo gli esseri umani nostri compagni a capire meglio cosa significhi essere umani, li sfidiamo ad assumersi la responsabilità della propria vita e ad affermare la loro dignità, a esercitare in maniera responsabile la loro libertà, protestando davanti alle condizioni sociali ingiuste e protendendosi, nell'amore, gli uni verso gli altri, facciamo proprio quello che fece Gesù. Riveliamo la Sua presenza continua, costruiamo il Suo regno, predichiamo la Sua buona novella. Allora noi stiamo evangelizzando." [26]

 

          Il primo punto da rilevare in questa dichiarazione riguarda l'eccessiva ambiguità del linguaggio. Un simile rimaneggiamento del vangelo per adattarlo al gergo corrente rende lo stesso vangelo un ostaggio per l'umanesimo contemporaneo. La nostra cultura secolare definisce i termini come "crescita e realizzazione" e "il fiorire completo della nostra umanità." Facendone uso, il prete rischia di portare i suoi ascoltatori a leggere nella sua dichiarazione qualcosa che non intendeva dire. E inoltre, come possono quei termini riuscire a comunicare adeguatamente gli aspetti del pentimento, della morte al peccato e del rinnegamento di sé, tutte parti integrali del vangelo?

 

          Ma questa dichiarazione ha più problemi della sola ambiguità del linguaggio: è una dichiarazione totalmente inadeguata di umanesimo cristiano autentico. Senza alcuno sforzo di immaginazione, è vero dire che "ogni volta che aiutiamo gli esseri umani nostri compagni a capire meglio cosa significhi essere umani" facciamo ciò che fece Gesù. Ma l'interpretazione cristiana di cosa significhi essere umani deve includere per forza la Caduta nel peccato, la necessità del pentimento, il perdono del peccato, la libertà dai lacci del diavolo, la nuova nascita in Cristo e la Chiesa. Se su questi punti restiamo nel vago, come nella formulazione qui sopra, la predicazione della Buona Novella allora diventa teoricamente identica alle direttive del Manifesto Umanista.  

 

La missione della chiesa 

 

          I vangeli umanista e marxista esercitano un potente richiamo sull'immaginazione dell'uomo: promettono la redenzione senza il Redentore, la salvezza dalle stesse mani dell'uomo. Molte organizzazioni ed istituzioni cristiane e cattoliche si sono talmente indebolite nel modo di intendere, vivere e proclamare il vangelo cristiano, al punto  che il vangelo di salvezza marxista e umanista riesce a spazzar via il vangelo cristiano, o ne subordina il linguaggio ai propri fini. Settori notevoli della Chiesa stanno predicando una salvezza, che non avviene per mezzo della croce di Gesù Cristo ma delle parole dell'uomo: attraverso la lotta di classe e la rivoluzione armata; la salute psicologica, oppure mediante il progresso sociologico, economico e politico. Sebbene forse sia ancora evidente la pietà cattolica o un sapore di cattolicesimo, oggi nella vita e nelle istituzioni cattoliche spesso predomina un'idea umanista o marxista della realtà. L'immagine di un cristianesimo e di un cattolicesimo autentici in alcuni luoghi si è talmente assottigliata che delle personalità cristiane di rilievo fanno regolarmente dichiarazioni che tradiscono una profonda mancanza di comprensione delle verità cristiane fondamentali. Un famoso teologo ha così riassunto una domanda sollevata da molti cristiani che lavorano per la giustizia sociale:

 

Se lo scopo della Chiesa è perseguire la pace e la giustizia sociale, e se scopriamo che al di fuori della Chiesa vi sono già molte persone coinvolte in quella lotta, e magari in maniera più efficace della Chiesa, perché dovremmo preoccuparci della loro relazione con la Chiesa, o perfino con lo stesso Cristo?[27]

 

          Questa mentalità mette in rilievo gran parte della confusione che si manifesta nelle presenti distorsioni del vangelo. É troppo inadeguato descrivere che lo scopo della Chiesa è la semplice realizzazione umana temporale o il raggiungimento della pace terrena e della giustizia sociale, per quanto importanti queste cose siano nella sua missione globale. Come si è espresso il teologo tedesco Walter Kasper:

 

Una loro importante caratteristica [dei miracoli di Gesù] è l'assenza di qualunque tentativo pianificato o metodico di migliorare il mondo. Gesù non guarì sistematicamente tutti i malati, né cacciò tutti i demoni; dette solo dei segni isolati che non si possono separare dal contenuto globale della Sua opera, il messaggio della venuta del Regno di Dio. A Gesù non interessa un mondo migliore, ma secondo il Suo messaggio, l'uomo e il mondo possono diventare davvero realmente umani solo quando hanno Dio come loro Signore. Qualunque altra cosa non sarebbe umana, ma condurrebbe a sforzi sovrumani e, molto facilmente, a risultati inumani." [28]

 

Oppure, come si esprime in un saggio Avery Dulles, il teologo gesuita americano:

 

La Chiesa non esiste per aiutare nessun gruppo particolare, "abbiente" o "non abbiente" che sia, a raggiungere i propri interessi specifici. Esiste unicamente in virtù del Regno di Dio, e per servire il regno deve invitare tutti, persone e collettività, al pentimento e alla conversione. Non soddisfatta della mescolanza di potere e di ricchezza da effettuarsi con la rivoluzione sociale, la Chiesa aspetta con ansia la totale trasformazione dell'uomo e del creato, che si compirà con la potenza di Dio. Talvolta può esser richiesta una mescolanza delle risorse terrene, ma a lungo andare ciò non porterà a realizzare la giustizia, se i cuori umani non saranno rinnovati dalla grazia di Dio in Gesù Cristo. [29]

 

Chiunque abbia un intendimento anche solo rudimentale della fede, arriva a capire perché dovremmo preoccuparci della relazione degli esseri umani con Cristo e con la Chiesa. Ciò che spaventa è che molti cristiani - persino leader con ruoli importanti nel controllo delle istituzioni ed organizzazioni ecclesiastiche - pare rivelino confusione riguardo a questa comprensione fondamentale. A causa di questo stato di cose, vasti segmenti dell'impegno missionario della Chiesa si trovano nello scompiglio e il loro frutto permanente è incredibilmente scarso.

 


[1]  Sebbene negli Stati Uniti l'ideologia Marxista non sia predominante, non conta proprio nulla il fatto che alcuni

elementi della leadership, coinvolti a collaborare coi cattolici di lingua spagnola negli USA, si adoperino per

smuovere le cose in quella direzione. Un partecipante alla Conferenza sulla "Teologia nelle Americhe" tenuta a Detroit

 nell'estate del 1980, mi documentò che un prete ispanico aveva dichiarato pubblicamente che le forze politiche

"progressive" dovrebbero usare un linguaggio che faccia sentire la Chiesa a proprio agio e, una volta persuasa

quest'ultima ad appoggiare la rivoluzione, allora anch'essa potrà essere distrutta, e non ci sarà più bisogno di teologi. Un

minuzioso resoconto di questa conferenza è apparso sul numero del 15 Agosto della NCR.

     Di nessun valore è anche la proposta da parte di un gruppo di Gesuiti americani, apparsa sul National Jesuit News (Febbraio 1871, pp. 6-7). Parla della necessità di "costruire una strategia sociale rivoluzionaria esplicitamente neomarxista e maoista per la Società di Gesù... Per attuare fondatamente questo ruolo, la Società di Gesù deve purgarsi della propria coscienza borghese e identificarsi col proletariato, riconoscendo che solo il proletariato, quale negazione vivente del monopolio avanzante del capitalismo e quale soggetto della storia, può raggiungere una conoscenza sociale giusta e obiettiva - il proletariato conosce e nello stesso tempo costituisce la società. É a questo punto che siamo vicinissimi a capire il mistero della provenienza proletaria di Gesù."

[2] Un'analisi concisa, ma penetrante, dell'"umanesimo secolare" è apparsa sull'edizione del Luglio 1979 della rivista

Columbia, in un articolo del Dr. James Hitchcock dal titolo: "The Secular Sickness".

 

[3] "II° Manifesto Umanista", The Humanist (Settembre/Ottobre 1973), p. 4.

[4] James Hitchcock, Catholicism and Modernity (New York: Seabury Press, 1979), p. 96.

[5] Catechesi Tradedae, VII, 52, LOR (12 Novembre, 1979), p. 8.

[6] NCR (25 Gennaio, 1980), p. 3f.

[7] Ibid.

[8] Citato da Mary Bader Papa, "ERA: Catholics Debate its Effects..." NCR (28 Dicembre, 1979), p. 16.

[9] Vedi, ad esempio: "Is There an ERA-Abortion Connection?" di Jim Lackey, The Pilot (24 Ottobre, 1980), p.1;

"Profile News," di Sally Greene, National Catholic Register (12 Ottobre, 1980).

 

[10] Citato da M. Papa, p. 16.

[11] Notre Dame Magazine (Ottobre 1979).

[12] Notre Dame Magazine (Febbraio 1980), p. 5

[13] Eugene Kennedy, "Friendship, The Mysterious Bond," Notre Dame Magazine (Ottobre 1979), p. 10 segg.

[14] Patricia O'Brien, "Women Friends," Ibid., p. 13.

[15] Kevin Lamb, "Journeys of an Ex-Viking," Ibid., p. 41.

[16] Rev. Theodore Hesburg, C.S.C. "A Priest in the Land of the Dragon," Ibid., p. 25.

[17] "Les Jésuites mettent en cause la "société de la consommation," La Libre Belgique (18 Settembre, 1979).

[18]  P. John McNeill, S.J., autore di The Church and the Homosexual (Mission, Kans.: Sheed, Andrews, and McMeel,

1976), è stato in prima linea nella guida di Dignity. P. Bill Callahan, S.J. del Quixote Center a Washington, D.C., è stato

in prima linea nell'impegno per ordinazione delle donne (vedi nota 16, Capitolo Undicesimo), Capitolo Otto.

[19] "Project 1: The Jesuit Apostolate of Education in the U.S.: Some Options," pubblicato dal personale della Conferenza

dei Gesuiti del Nord America, pp. 123-26.

[20] I genitori, turbati dalle condizioni di molte università e college cattolici, mi chiedono spesso se conosco qualche

istituzione affidabile dove poter mandare i figli. Pare vi sia un risveglio cattolico che si sta manifestando nella

formazione di nuovi College cattolici saldamente radicati nella fede, ma finora non ne ho fatta l'esperienza personale.

Un'università cattolica che posso caldamente raccomandare è l'Università di Steubenville, situata a Steubenville, Ohio,

e gestita da un gruppo di Francescani.

[21] La Libre Belgique "Dossier Special" (15 Settembre, 1979), p. 3.

[22] Redemptor Hominis, 10, LOR (19 Marzo, 1979), p.6.

[23] LOR (9 Aprile, 1979), p. 10, omelia alla Stamperia Poliglotta del Vaticano, 30 Marzo, 1979.

[24] Fr. John Egan, citato in Catholic Trends (28 Aprile, 1979), pp. 2-3.

[25] P. Richard McBrien, "Essays in Theology," The Catholic Transcript (Hartford, Connecticut) (21 Luglio, 1978). Qui

P. McBrien esprime chiaramente una posizione assunta da alcuni, senza rivendicarla come propria.

[26] Ellwood Kieser, C.S.P., "Evangelization Through Electronics," America (6 Maggio, 1978). p. 359.

[27] P. Richard McBrien, The Catholic Transcript (21 Luglio, 1978). Di nuovo, con questa formulazione McBrien non si

identifica personalmente. .

[28] 28.    Walter Kasper, Jesus The Christ (New York: Paulist Press, 1976), p. 96.

[29] Avery Dulles, S.J., "Unmasking Secret Infidelities: Hartford and the Future of Ecumenism," Against the World, For

the World, ed. Peter L. Berger e Richard J, Neuhaus (New York: Seabury Press, 1976), p. 55.
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