Vero e falso umanesimo cristiano
Storicamente l'umanesimo secolare ha sempre sfidato il cristianesimo. Che si tratti dell'umanesimo dei greci e dei romani, di quello del Rinascimento, dell'età dell'Illuminismo o del secolarismo radicale dei nostri tempi, l'umanesimo secolare non è mai stato amico del cristianesimo. Gli umanisti secolari hanno considerato il cristianesimo tanto oppressivo quanto irriguardoso verso l'uomo in questo mondo. Sono fondamentalmente ostili all'autorità contenuta nel cristianesimo - la stessa Parola di Dio e l'insegnamento dei leader della Chiesa. Quando cercano di rimodellare il cristianesimo in modo da renderlo compatibile con le cause umaniste, essi attaccano le sorgenti della sua autorità.
In tutte le epoche i cristiani hanno sempre contrastato questi attacchi alla Chiesa mettendo in rilievo la verità profonda di come in realtà il cristianesimo sia "per" l'uomo. Questa linea di pensiero, detta umanesimo cristiano, ha dato notevoli contributi all'opera dell'apologetica e dell'evangelizzazione. Gli umanisti cristiani hanno enfatizzato che il cristianesimo è "per" l'uomo e non contro di lui, che incoraggia il completo sviluppo delle persone e la realizzazione del completo potenziale dell'uomo. Gli umanisti cristiani sostengono che la realizzazione dell'uomo è proprio ciò che Cristo è venuto a portare a termine, e che seguire fedelmente la via indicata da Cristo porterà alla vera realizzazione della razza umana.
Oggi assistiamo ad una rinnovata enfasi sull'umanesimo secolare ed in risposta, anche ad un corrispondente approfondimento delle intuizioni dell'umanesimo cristiano autentico. Gli ultimi papi, incluso quello attuale, hanno accentuato come la razza umana si realizzi solo tramite il vangelo, e che solo Gesù Cristo libera gli uomini dalla schiavitù del peccato, permettendo loro di vivere come il popolo che Dio intendeva al momento della creazione. Tali umanisti cristiani permettono all'uomo moderno di percepire il valore e la bellezza del vangelo, e ciò fa sì che esso sia predicato con maggiore efficacia. L'umanesimo cristiano rimedia anche allo squilibrio che si era profondamente insinuato in un certo pensiero della Chiesa, talvolta avvertito come ostile ai valori umani autentici e a quanto di sostanzialmente buono vi è nella creazione.
Papa Giovanni Paolo II ha delineato con chiarezza il contenuto di un umanesimo cristiano autentico. Al suo centro deve esserci la comprensione ferma e chiara che gli esseri umani possono essere "se stessi", "raggiungere il loro potenziale" e diventare "pienamente umani" solo in quanto diventano creature nuove "in Cristo", nate di nuovo dall'acqua e dallo Spirito. Ogni altra cosa, sottolinea il papa, finirà in un disastro:
L'uomo che desideri capire interamente se stesso... deve, con tutta la sua irrequietezza ed incertezza, e persino con tutta la sua debolezza e il suo peccato, la sua vita e la sua morte, avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in Lui con tutto il proprio essere; per trovare se stesso deve "appropriarsi" ed assimilare l'intera realtà dell'Incarnazione e della redenzione. [22]
Per Giovanni Paolo II la più grande tragedia della storia umana non sta in nessun particolare problema economico, sociale o politico; sta invece nel fatto che "Gesù Cristo non è conosciuto, e quindi amato." [23] Egli considera l'inquietudine e il disastro della nostra epoca in termini di verità fondamentali che l'uomo deve riconoscere: la razza umana è decaduta ed ha bisogno di un redentore. Dio ha agito in modo da procurargli la salvezza mediante Gesù Cristo. Tale salvezza va accettata con la risposta umana del pentimento, della fede e del battesimo.
Tuttavia, oggi nella Chiesa l'umanesimo cristiano esemplificato dal papa è spesso frainteso e distorto Alcuni che affermano di essere "umanisti cristiani", in realtà si servono del linguaggio cristiano ma sotto l'influenza dell'umanesimo secolare ne distorcono il significato. Considerate ad esempio il "Credo" riesaminato, usato realmente nella liturgia eucaristica da una parrocchia cattolica:
- Credo nell'uomo ed in un mondo in cui è bene che tutta l'umanità viva; ed è compito nostro creare un mondo simile.
- Credo nella parità dei diritti per tutti gli uomini, nell'amore, nella giustizia, nella fratellanza e nella pace.
- Devo sempre comportarmi in base a queste credenze...
- E credo nella risurrezione, qualunque cosa significhi. Amen.
Spesso è difficile selezionare gli elementi di conflitto e di confusione che distorcono l'autentico umanesimo cristiano. Considerate ad esempio queste riflessioni sul significato del Vaticano II, da parte di un eminente personaggio del cattolicesimo americano:
Una volta, non troppo tempo fa, ci gloriavamo del nostro potere e della nostra importanza. Quali americani cattolici, pensavamo di essere all'avanguardia nell'impegno della Chiesa col mondo moderno. Durante il Concilio siamo stati abbastanza ingenui da credere che, attingendo alla nostra eredità americana di libertà personale e di democrazia politica, avevamo da offrire un valido contributo per la chiesa universale... È comprensibile che a seguito del Vaticano II talvolta abbiamo perso quella fiducia ... Disillusi, ci siamo allontanati troppo in fretta dal precedente liberalismo ed americanismo, per assumere idee ed approcci al cambiamento che avevano una scarsa o nessuna base nell'esperienza pastorale e politica dei cattolici americani ... Abbiamo perduto quel senso di scopo e di missione che la nostra fede profonda nella promessa dell'America ci aveva da tempo donato. Abbiamo lasciato cadere la bandiera di un cattolicesimo democratico, progressivo e liberale, e ancora non l'abbiamo raccolta.
Credo sia giunto il momento di tornare a raccogliere quella bandiera - la bandiera di un umanesimo cristiano autentico, l'apostolato dei laici, la missione sociale della chiesa, e tutte le verità della "proposta americana", come la chiamò John Courtney Murray. Dobbiamo riconquistare buona parte della fiducia ottimistica nell'impresa umana, nella ragione, nella democrazia, nel progresso sociale che aveva informato l'umanesimo preconciliare e che ha trovato il suo punto finale nella 'Gaudium et Spes' [Vaticano II]. [24]
Questa dichiarazione è un miscuglio confuso di elementi contraddittori: alcuni concetti del Concilio sono combinati a idee come "la libertà personale," "la democrazia politica," "un cattolicesimo democratico progressivo e liberale", e "la fiducia ottimistica nell'iniziativa umana, nella ragione, nella democrazia e nel progresso sociale." La dichiarazione ricorda quell'infondato ottimismo nell'iniziativa umana che è la fede umanista secolare.
Pare che oggi, in vasti settori della Chiesa, quell'ottimismo secolare abbia sostituito la speranza cristiana originale. La speranza cristiana autentica è basata e ancorata in Cristo, che ora si trova "alla destra del Padre", e che tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. La sola speranza, quindi, per la razza umana è che gli uomini si pentano e credano nella buona novella, e siano uniti alla comunità di Cristo, la Chiesa. Separatamente da Cristo, il progresso non solo è illusorio; spesso può anche essere un'altra manifestazione della ribellione contro Dio e contro il Suo piano. Come tale Dio lo giudicherà, ma non lo approverà.
Un'altra distorsione dell'umanesimo cristiano è la confusione intorno alla teoria di essere "completamente umani." Oggi i cristiani sostengono che è possibile essere "completamente umani" senza Cristo, e che essere completamente "umani" - qualunque cosa significhi - sia già essere cristiani.
Ecco come un teologo espone la situazione rappresentata da questa opinione:
Se lo scopo della Chiesa è fornire l'esperienza della comunità e le occasioni per celebrare quell'esperienza, e se scopriamo che anche altra gente, al di fuori della Chiesa, sperimenta e celebra la comunità, perché allora dovremmo preoccuparci della loro relazione con la Chiesa, o persino con lo stesso Cristo? [25]
Un'espressione rilevatrice di questo aspetto "dell'umanesimo cristiano" si trova nella seguente dichiarazione fatta da un prete cattolico americano, direttore per il suo ordine dell'impegno di evangelizzazione con i media. Questo prete è anche presidente dell'Istituto Culturale per l'Istruzione della Famiglia Umana, organizzazione che aggiudica un "Premio per le Azioni Umanitarie."
Dio vuole la nostra umanizzazione. Vuole la nostra crescita, la realizzazione, il fiorire completo della nostra umanità. É questo il senso centrale della missione di Gesù, ed anche la preoccupazione dell'evangelizzatore autentico. I valori cristiani e quelli umani convergono e si rafforzano a vicenda. Ogni volta che aiutiamo gli esseri umani nostri compagni a capire meglio cosa significhi essere umani, li sfidiamo ad assumersi la responsabilità della propria vita e ad affermare la loro dignità, a esercitare in maniera responsabile la loro libertà, protestando davanti alle condizioni sociali ingiuste e protendendosi, nell'amore, gli uni verso gli altri, facciamo proprio quello che fece Gesù. Riveliamo la Sua presenza continua, costruiamo il Suo regno, predichiamo la Sua buona novella. Allora noi stiamo evangelizzando." [26]
Il primo punto da rilevare in questa dichiarazione riguarda l'eccessiva ambiguità del linguaggio. Un simile rimaneggiamento del vangelo per adattarlo al gergo corrente rende lo stesso vangelo un ostaggio per l'umanesimo contemporaneo. La nostra cultura secolare definisce i termini come "crescita e realizzazione" e "il fiorire completo della nostra umanità." Facendone uso, il prete rischia di portare i suoi ascoltatori a leggere nella sua dichiarazione qualcosa che non intendeva dire. E inoltre, come possono quei termini riuscire a comunicare adeguatamente gli aspetti del pentimento, della morte al peccato e del rinnegamento di sé, tutte parti integrali del vangelo?
Ma questa dichiarazione ha più problemi della sola ambiguità del linguaggio: è una dichiarazione totalmente inadeguata di umanesimo cristiano autentico. Senza alcuno sforzo di immaginazione, è vero dire che "ogni volta che aiutiamo gli esseri umani nostri compagni a capire meglio cosa significhi essere umani" facciamo ciò che fece Gesù. Ma l'interpretazione cristiana di cosa significhi essere umani deve includere per forza la Caduta nel peccato, la necessità del pentimento, il perdono del peccato, la libertà dai lacci del diavolo, la nuova nascita in Cristo e la Chiesa. Se su questi punti restiamo nel vago, come nella formulazione qui sopra, la predicazione della Buona Novella allora diventa teoricamente identica alle direttive del Manifesto Umanista.
La missione della chiesa
I vangeli umanista e marxista esercitano un potente richiamo sull'immaginazione dell'uomo: promettono la redenzione senza il Redentore, la salvezza dalle stesse mani dell'uomo. Molte organizzazioni ed istituzioni cristiane e cattoliche si sono talmente indebolite nel modo di intendere, vivere e proclamare il vangelo cristiano, al punto che il vangelo di salvezza marxista e umanista riesce a spazzar via il vangelo cristiano, o ne subordina il linguaggio ai propri fini. Settori notevoli della Chiesa stanno predicando una salvezza, che non avviene per mezzo della croce di Gesù Cristo ma delle parole dell'uomo: attraverso la lotta di classe e la rivoluzione armata; la salute psicologica, oppure mediante il progresso sociologico, economico e politico. Sebbene forse sia ancora evidente la pietà cattolica o un sapore di cattolicesimo, oggi nella vita e nelle istituzioni cattoliche spesso predomina un'idea umanista o marxista della realtà. L'immagine di un cristianesimo e di un cattolicesimo autentici in alcuni luoghi si è talmente assottigliata che delle personalità cristiane di rilievo fanno regolarmente dichiarazioni che tradiscono una profonda mancanza di comprensione delle verità cristiane fondamentali. Un famoso teologo ha così riassunto una domanda sollevata da molti cristiani che lavorano per la giustizia sociale:
Se lo scopo della Chiesa è perseguire la pace e la giustizia sociale, e se scopriamo che al di fuori della Chiesa vi sono già molte persone coinvolte in quella lotta, e magari in maniera più efficace della Chiesa, perché dovremmo preoccuparci della loro relazione con la Chiesa, o perfino con lo stesso Cristo?[27]
Questa mentalità mette in rilievo gran parte della confusione che si manifesta nelle presenti distorsioni del vangelo. É troppo inadeguato descrivere che lo scopo della Chiesa è la semplice realizzazione umana temporale o il raggiungimento della pace terrena e della giustizia sociale, per quanto importanti queste cose siano nella sua missione globale. Come si è espresso il teologo tedesco Walter Kasper:
Una loro importante caratteristica [dei miracoli di Gesù] è l'assenza di qualunque tentativo pianificato o metodico di migliorare il mondo. Gesù non guarì sistematicamente tutti i malati, né cacciò tutti i demoni; dette solo dei segni isolati che non si possono separare dal contenuto globale della Sua opera, il messaggio della venuta del Regno di Dio. A Gesù non interessa un mondo migliore, ma secondo il Suo messaggio, l'uomo e il mondo possono diventare davvero realmente umani solo quando hanno Dio come loro Signore. Qualunque altra cosa non sarebbe umana, ma condurrebbe a sforzi sovrumani e, molto facilmente, a risultati inumani." [28]
Oppure, come si esprime in un saggio Avery Dulles, il teologo gesuita americano:
La Chiesa non esiste per aiutare nessun gruppo particolare, "abbiente" o "non abbiente" che sia, a raggiungere i propri interessi specifici. Esiste unicamente in virtù del Regno di Dio, e per servire il regno deve invitare tutti, persone e collettività, al pentimento e alla conversione. Non soddisfatta della mescolanza di potere e di ricchezza da effettuarsi con la rivoluzione sociale, la Chiesa aspetta con ansia la totale trasformazione dell'uomo e del creato, che si compirà con la potenza di Dio. Talvolta può esser richiesta una mescolanza delle risorse terrene, ma a lungo andare ciò non porterà a realizzare la giustizia, se i cuori umani non saranno rinnovati dalla grazia di Dio in Gesù Cristo. [29]
Chiunque abbia un intendimento anche solo rudimentale della fede, arriva a capire perché dovremmo preoccuparci della relazione degli esseri umani con Cristo e con la Chiesa. Ciò che spaventa è che molti cristiani - persino leader con ruoli importanti nel controllo delle istituzioni ed organizzazioni ecclesiastiche - pare rivelino confusione riguardo a questa comprensione fondamentale. A causa di questo stato di cose, vasti segmenti dell'impegno missionario della Chiesa si trovano nello scompiglio e il loro frutto permanente è incredibilmente scarso.
[1] Sebbene negli Stati Uniti l'ideologia Marxista non sia predominante, non conta proprio nulla il fatto che alcuni
elementi della leadership, coinvolti a collaborare coi cattolici di lingua spagnola negli USA, si adoperino per
smuovere le cose in quella direzione. Un partecipante alla Conferenza sulla "Teologia nelle Americhe" tenuta a Detroit
nell'estate del 1980, mi documentò che un prete ispanico aveva dichiarato pubblicamente che le forze politiche
"progressive" dovrebbero usare un linguaggio che faccia sentire la Chiesa a proprio agio e, una volta persuasa
quest'ultima ad appoggiare la rivoluzione, allora anch'essa potrà essere distrutta, e non ci sarà più bisogno di teologi. Un
minuzioso resoconto di questa conferenza è apparso sul numero del 15 Agosto della NCR.
Di nessun valore è anche la proposta da parte di un gruppo di Gesuiti americani, apparsa sul National Jesuit News (Febbraio 1871, pp. 6-7). Parla della necessità di "costruire una strategia sociale rivoluzionaria esplicitamente neomarxista e maoista per la Società di Gesù... Per attuare fondatamente questo ruolo, la Società di Gesù deve purgarsi della propria coscienza borghese e identificarsi col proletariato, riconoscendo che solo il proletariato, quale negazione vivente del monopolio avanzante del capitalismo e quale soggetto della storia, può raggiungere una conoscenza sociale giusta e obiettiva - il proletariato conosce e nello stesso tempo costituisce la società. É a questo punto che siamo vicinissimi a capire il mistero della provenienza proletaria di Gesù."
[2] Un'analisi concisa, ma penetrante, dell'"umanesimo secolare" è apparsa sull'edizione del Luglio 1979 della rivista
Columbia, in un articolo del Dr. James Hitchcock dal titolo: "The Secular Sickness".
[3] "II° Manifesto Umanista", The Humanist (Settembre/Ottobre 1973), p. 4.
[4] James Hitchcock, Catholicism and Modernity (New York: Seabury Press, 1979), p. 96.
[5] Catechesi Tradedae, VII, 52, LOR (12 Novembre, 1979), p. 8.
[6] NCR (25 Gennaio, 1980), p. 3f.
[7] Ibid.
[8] Citato da Mary Bader Papa, "ERA: Catholics Debate its Effects..." NCR (28 Dicembre, 1979), p. 16.
[9] Vedi, ad esempio: "Is There an ERA-Abortion Connection?" di Jim Lackey, The Pilot (24 Ottobre, 1980), p.1;
"Profile News," di Sally Greene, National Catholic Register (12 Ottobre, 1980).
[10] Citato da M. Papa, p. 16.
[11] Notre Dame Magazine (Ottobre 1979).
[12] Notre Dame Magazine (Febbraio 1980), p. 5
[13] Eugene Kennedy, "Friendship, The Mysterious Bond," Notre Dame Magazine (Ottobre 1979), p. 10 segg.
[14] Patricia O'Brien, "Women Friends," Ibid., p. 13.
[15] Kevin Lamb, "Journeys of an Ex-Viking," Ibid., p. 41.
[16] Rev. Theodore Hesburg, C.S.C. "A Priest in the Land of the Dragon," Ibid., p. 25.
[17] "Les Jésuites mettent en cause la "société de la consommation," La Libre Belgique (18 Settembre, 1979).
[18] P. John McNeill, S.J., autore di The Church and the Homosexual (Mission, Kans.: Sheed, Andrews, and McMeel,
1976), è stato in prima linea nella guida di Dignity. P. Bill Callahan, S.J. del Quixote Center a Washington, D.C., è stato
in prima linea nell'impegno per ordinazione delle donne (vedi nota 16, Capitolo Undicesimo), Capitolo Otto.
[19] "Project 1: The Jesuit Apostolate of Education in the U.S.: Some Options," pubblicato dal personale della Conferenza
dei Gesuiti del Nord America, pp. 123-26.
[20] I genitori, turbati dalle condizioni di molte università e college cattolici, mi chiedono spesso se conosco qualche
istituzione affidabile dove poter mandare i figli. Pare vi sia un risveglio cattolico che si sta manifestando nella
formazione di nuovi College cattolici saldamente radicati nella fede, ma finora non ne ho fatta l'esperienza personale.
Un'università cattolica che posso caldamente raccomandare è l'Università di Steubenville, situata a Steubenville, Ohio,
e gestita da un gruppo di Francescani.
[21] La Libre Belgique "Dossier Special" (15 Settembre, 1979), p. 3.
[22] Redemptor Hominis, 10, LOR (19 Marzo, 1979), p.6.
[23] LOR (9 Aprile, 1979), p. 10, omelia alla Stamperia Poliglotta del Vaticano, 30 Marzo, 1979.
[24] Fr. John Egan, citato in Catholic Trends (28 Aprile, 1979), pp. 2-3.
[25] P. Richard McBrien, "Essays in Theology," The Catholic Transcript (Hartford, Connecticut) (21 Luglio, 1978). Qui
P. McBrien esprime chiaramente una posizione assunta da alcuni, senza rivendicarla come propria.
[26] Ellwood Kieser, C.S.P., "Evangelization Through Electronics," America (6 Maggio, 1978). p. 359.
[27] P. Richard McBrien, The Catholic Transcript (21 Luglio, 1978). Di nuovo, con questa formulazione McBrien non si
identifica personalmente. .
[28] 28. Walter Kasper, Jesus The Christ (New York: Paulist Press, 1976), p. 96.
[29] Avery Dulles, S.J., "Unmasking Secret Infidelities: Hartford and the Future of Ecumenism," Against the World, For
the World, ed. Peter L. Berger e Richard J, Neuhaus (New York: Seabury Press, 1976), p. 55.