capitolo sesto CRISTIANESIMO E AZIONE SOCIALE

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:25

chiesa e rinnovamento

capitolo sesto


 

 

CRISTIANESIMO E AZIONE SOCIALE

 

 

Per la Chiesa è sempre stata una sfida discernere e dirigere in modo adeguato la propria interazione con i modelli sociale, politico ed economico della società. Dal punto di vista storico, non sempre i cristiani hanno avuto quella solida prospettiva biblica, l'acuto discernimento spirituale e la sapienza pratica necessari a portare avanti con successo le relazioni della Chiesa con la società. Spesso la Chiesa, nelle sue relazioni, si è compromessa con lo stato e la con cultura contemporanea e anche oggi, come in passato, c'è un urgente bisogno di prospettiva, di discernimento e di saggezza. In molti luoghi queste cose sono clamorosamente assenti, o vengono ignorate di proposito.

 

          In molti paesi del mondo la leadership della Chiesa sta cercando di districarsi da un qualche tipo di allineamento con le forze politiche ed economiche. In alcuni casi si tratta di forze di destra, alcune delle quali brutali ed oppressive. Pare tuttavia che in questo procedimento alcuni membri del personale della Chiesa stiano contraendo nuove alleanze con le forze di sinistra, molte delle quali brutali ed oppressive quanto le tirannie di destra. Passare dalla complicità nell'oppressione con la destra alla complicità nell'oppressione con la sinistra non è certo uno scambio sapiente.

 

          Nell'Europa Occidentale e in Russia, per secoli la Chiesa è stata implicata - in una certa misura - nelle ingiustizie di quello che alcune volte era stato un "ancien regime" oppressivo. Quando giunsero i movimenti diretti a cambiare quelle iniquità, la Chiesa fu assai lenta nel sostenerli. Cinquant'anni dopo il Manifesto Comunista, verso la fine del diciannovesimo secolo, Papa Leone XIII scrisse la sua enciclica "Rerum Novarum", per cercare di affrontare alcuni di questi problemi sociali da una prospettiva cristiana.

 

          Una situazione simile sussisteva nel Terzo Mondo. Le potenze occidentali che colonizzarono questi paesi vi introdussero il cristianesimo, assieme ad un sistema coloniale spesso oppressivo e di sfruttamento. In molti di questi paesi la Chiesa si allineò, in modo del tutto naturale e traendone beneficio, con le potenze coloniali e l'élite del paese che collaborava con i sistemi coloniali. Quando quei sistemi coloniali si disintegrarono, l'allineamento della Chiesa con le élite politiche ed economiche che vi avevano collaborato le procurò un problema di credibilità. Talvolta è stato difficile considerare la Chiesa un organismo di diritto, difficile dissociarla dalle ingiustizie economiche e politiche dei poteri coloniali che l'avevano introdotta e instaurata.

         

          La Chiesa, in quei paesi del Terzo Mondo formati in prevalenza da cattolici nominali, si è trovata in una posizione particolarmente difficile. Qui aveva presieduto - spesso senza correggerla - ad una situazione sociale in cui i cristiani ricchi spesso prosperavano a spese di quelli poveri. Questo fatto lasciò un vuoto nella leadership, che le forze anticristiane fecero presto a riempire. Fecero presto anche a far notare e a sfruttare gli insuccessi e i fallimenti della Chiesa. Per diversi aspetti il Marxismo è servito alla Chiesa da pungolo e da stimolo per arrivare a distinguere il proprio ruolo e la propria missione unica e a differenziarlo dai sistemi politici, economici e sociali dominanti in cui deve vivere. Uno dei contributi positivi delle teologie della liberazione che riconoscevano apertamente il loro debito verso il Marxismo è stato proprio quello di aiutare la Chiesa a rendersi conto della facilità con cui il cristianesimo può riuscire a identificarsi con lo status quo in tutte le sue forze e debolezze.

 

          Dalla propria esperienza storica la Chiesa ha imparato alcune lezioni davvero necessarie. Essa cerca di evitare un'errata identificazione con lo status quo, sapendo che tale identificazione spesso implica il consenso a gravi ingiustizie istituzionali. Si è anche interessata di più ad esercitare una funzione di leadership nel tentativo di correggere l'ingiustizia. Tali sforzi sono spesso buoni per i loro meriti; riflettono altresì la consapevolezza da parte della Chiesa del pericolo di permettere che le iniziative per i cambiamenti sociali passino in mani non cristiane. Ha sviluppato un'imponente rete di insegnamento sociale che ha cercato di disegnare una "terza via" tra le deficienze sia del capitalismo classico che del comunismo classico; un insegnamento sociale ancora troppo poco conosciuto ed applicato. [1] Spesso tuttavia, tentativi frettolosi e sconsiderati di rendere efficienti queste lezioni hanno messo la Chiesa nella stessa posizione, sotto una forma diversa. Se in passato la Chiesa è stata spesso strumento della destra repressiva, oggi in molti paesi corre il rischio di diventare strumento della sinistra repressiva e anticristiana. [2]

 

          Vorrei considerare due aspetti di questo pericolo: in questo capitolo esaminerò l'esplicita infiltrazione Marxista della Chiesa in molti paesi, e nel prossimo l'influenza di un umanesimo secolare anticristiano. Entrambi questi sviluppi stanno provocando gravi danni alla Chiesa.

 

 

L'infiltrazione marxista della chiesa

 

          L'atteggiamento Marxista nei confronti della Chiesa non è un segreto. Lo stesso Marx, ed altri teorici comunisti, hanno scritto con chiarezza sulla Chiesa, e le loro idee e tattiche sono state messe in pratica negli stati marxisti dell'Europa orientale, in Africa, nei Caraibi e in Asia. In breve, i marxisti considerano la Chiesa come un nemico e un ostacolo alla rivoluzione. La Chiesa promette la sua lealtà ad un'autorità più alta dello stato marxista, e le sue analisi dell'importanza, della qualità e del metodo di cambiamento sociale ed economico differiscono dalle idee marxiste. Quando i marxisti non sono al potere, la loro strategia include il tentativo di screditare l'autorità della Chiesa: cercano di seminarvi disunione, di sovvertirla, di infiltrarvisi e di arruolarla per quanto possibile nelle cause marxiste, mirando sempre al giorno in cui sarà direttamente sotto il controllo marxista.

 

          I rivoluzionari marxisti che lottano per il potere hanno la peculiarità di offrire ai cristiani la libertà di adorazione; ma tale libertà nella pratica è definita in modo estremamente limitato. Una volta giunti al potere, i governi marxisti cercano sempre di controllare da vicino e di limitare la Chiesa. Impongono l'istruzione atea obbligatoria dei giovani e cercano di assicurarsi il controllo degli incarichi ecclesiastici. I cristiani subiscono una discriminazione, sono molestati, perseguitati e talvolta torturati e uccisi. L'obiettivo del marxismo è assicurarsi la definitiva scomparsa della Chiesa come forza davvero vitale e indipendente. Nella società marxista ideale, la Chiesa non esisterà più perché non esisteranno più le "paure e necessità superstiziose" degli uomini.

 

          Una tattica chiara sia nella teoria, sia nella pratica marxista è coltivare simpatizzanti all'interno della Chiesa. I marxisti cercano di identificare e di arruolare persone che potrebbero non accettare l'intero programma marxista, ma disposte a sostenerne le cause marxiste che promuovono la rivoluzione. In molti paesi questa tattica mira ai professionisti a tempo pieno della Chiesa: vescovi, preti, suore, frati, seminaristi e leader laici a tempo pieno. Questa tattica è progettata al fine di sovvertire la Chiesa e di portarla sotto il controllo marxista.

 

          Il primo passo di questo procedimento consiste nell'identificare quel personale ecclesiastico nell'ambito di una regione o di un paese che unisca la simpatia per i poveri a posizioni influenti - un accostamento cinico, ma efficace. Quei candidati alla "conversione" sono poi bombardati da appelli alla loro sensibilità umanitaria e cristiana. Viene loro chiesto di coinvolgersi in programmi di azioni dirette per i poveri, sponsorizzati dai marxisti. A quel punto vengono presentate le analisi marxiste delle cause alla radice dell'oppressione, presentate ed illustrate da "testimonianze" attentamente preparate, prelevate tra gli stessi poveri indottrinati di marxismo. Il personale ecclesiastico è quindi sollecitato ad agire, sulla base delle nuove convinzioni, a favore dei fronti sociali e politici controllati dai marxisti e dei loro programmi di "coscientizzazione". Infine, a dei leader fidati della Chiesa, conquistati a sufficienza all'interpretazione marxista della situazione sociale del loro particolare paese, viene chiesto di incanalare le risorse della Chiesa verso "la causa" - doni in denaro, l'uso di edifici e di macchine per la stampa, sostegno pubblico dei fronti e delle cause del partito. Le persone che hanno accesso alle pubblicazioni della Chiesa, gli autori dei discorsi per i vescovi, i responsabili dell'istruzione catechistica, dei percorsi di studio delle scuole e dei programmi di istruzione per adulti saranno assistiti nell'uso di questi organi per pubblicare articoli, materiale catechetico e documenti apparentemente cristiani, ma che daranno invece una mano alla causa marxista.

 

          Alcuni leader della Chiesa possono essere invitati a candidarsi a far parte dei membri del partito marxista, senza che venga loro esplicitamente richiesto di ripudiare la loro "fede" personale (finché questa non interferisce con la loro disponibilità a seguire, nella pratica, la linea del partito). Altri leader invece sono ritenuti preziosi come simpatizzanti al di fuori del partito. Ciò di solito dà loro una più vasta influenza all'interno della Chiesa, influenza su cui i comunisti potranno contare, da usarsi in determinati frangenti critici per far piegare la politica della Chiesa in una direzione favorevole al partito.

 

          I vescovi e quei leader della Chiesa che non possono essere conquistati né apertamente né segretamente alla causa marxista, si troveranno sotto pressione e dovranno restare in silenzio. Il personale in posizioni chiave della Chiesa criticherà i vescovi che non collaborano definendoli "reazionari", e sostenendo che "non prediligono i poveri". Lo scopo è costringere al silenzio e screditare quei leader della Chiesa. La passività dei leader neutrali e incerti nella Chiesa, infatti, è un vantaggio per il programma marxista.

 

          Esempi del successo di queste tattiche sovversive oggi abbondano nei paesi del Terzo Mondo. Ad un noto arcivescovo di un paese del Terzo Mondo, in uno dei suoi frequenti viaggi nei paesi sviluppati, durante un'intervista chiesero se era "Rosso". Rispose: "Non ho problemi con Marx, ma ne ho invece con i marxisti, perché fanno di Marx un assoluto." [3]

 

          Tutti i cristiani dovrebbero avere un problema con Marx. Lui e i suoi seguaci sono atei, ostili al cristianesimo e assolutamente secolari e materialisti nelle loro analisi della realtà. Possibile che dei leader della Chiesa come questo arcivescovo ignorino Marx? Oppure fanno simili dichiarazioni inconsapevoli delle conseguenze, trasportati dal gusto per la poesia o per una frase ben riuscita? Oppure, nell'interesse di veder prevalere la loro causa, ignorano le importanti verità nemiche dei loro desideri?

          Quella appena descritta non è solo un'idea nebulosa: è una strategia ben elaborata, applicata con successo in molti paesi. Il controllo da parte dello stato della Chiesa Ortodossa Russa è oggi dolorosamente evidente; essa è chiaramente sottomessa alla politica sovietica. Persino in quelle zone dell'Europa orientale in cui la Chiesa Cattolica dimostra ancora un po' di forza, essa subisce i continui tentativi di infiltrazione da parte dei marxisti allo scopo di sovvertirla. Fronti cristiani e cattolici, composti in molti casi da preti, spesso tenteranno di dividere la Chiesa in un particolare paese, collaborando con lo stato. Il Vaticano sta scoprendo di dover prestare la massima attenzione a quali vescovi nomina, perché in quei paesi dell'Europa orientale un gruppetto piccolo, ma significativo, di preti sono simpatizzanti o agenti marxisti. Ad alcuni membri del partito è stato perfino assegnato il compito di entrare in seminario e farsi preti. In Cina, una campagna sistematica per screditare i leader della Chiesa e seminare divisione tra le Chiese cristiane ha lastricato la via per il sopravvento dei Comunisti. [4] In Vietnam e in Nicaragua oggi non è chiaro se i catechisti e le autorità ecclesiastiche avranno la fermezza sufficiente per resistere ai tentativi di fare dell'istruzione cristiana uno strumento di indottrinamento marxista.

 

          Nel 1980 al sinodo dei vescovi di Roma, un vescovo americano parlò con diversi vescovi provenienti da paesi governati dai comunisti. Ecco qui una citazione abbastanza lunga della sua relazione di quelle conversazioni:

 

     Un vescovo mi ha parlato dell'atmosfera di paura, di subdola coercizione e di costante sorveglianza che deve subire. Le sue relazioni ai gruppi diocesani sono costantemente controllate da agenti governativi trapiantati all'interno della Chiesa. Ha detto che se io avessi dovuto fargli visita nel suo paese, avremmo dovuto progettare con molta prudenza dove incontrarci. 

     Un altro vescovo, uomo tranquillo e riflessivo, mi ha rivelato che alcuni dei sacerdoti, persino all'interno di casa sua e che condividevano i pasti con lui (nel momento in cui mi raccontava la storia stavamo pranzando insieme, e egli faceva dei cenni con la mano destra, e poi con la sinistra) devono la loro prima fedeltà al governo. Riferiscono al governo tutto quanto accade in diocesi, e in particolare i campi in cui vi sono delle difficoltà che il governo potrebbe sfruttare.

     Nella situazione virtuale di arresto domiciliare, egli non può parlare da nessuna parte senza il permesso. Gli è stato concesso di lasciare il paese per visitare l'Italia perché il governo desiderava servirsi di quell'occasione a scopi propagandistici.

     Sono stati arrestati dei seminaristi. Di conseguenza, molti si stanno preparando all'ordinazione in una specie di Chiesa clandestina. Egli ha sempre pronto un piccolo bagaglio, perché in qualsiasi momento si aspetta di essere arrestato. La sua posta è sempre controllata, perciò mi ha consigliato di non scrivergli direttamente...

 

          I laici al Sinodo hanno parlato del potere che il loro governo ha sui loro figli e sui loro giovani. Alcuni paesi cercano di conquistare in modo aggressivo la mente e il cuore dei bambini e dei giovani per distoglierli dalla fede cristiana servendosi di scuole, di attività giovanili e club. Contro i cattolici e gli altri credenti vengono praticate discriminazioni economiche e di impiego. 

          In alcuni paesi asiatici i laici stanno preparandosi al momento in cui ai preti non sarà più consentito svolgere il ministero. Si incoraggia la formazione di piccole case di fede composte da poche famiglie, sotto la guida di catechisti e di altri, per quando ai preti non sarà più concesso di esercitare il sacerdozio. Questo timore permea in particolare alcune Chiese dei paesi asiatici confinanti con le aree comuniste. [5]

 

          I cattolici che si trovano negli stati marxisti sono spesso perseguitati e tormentati, ma hanno il vantaggio di percepire il governo come nemico della Chiesa, determinato a distruggerla. Quando il nemico è chiaramente individuato come tale, la Chiesa può più facilmente rispondere al combattimento. La Chiesa cattolica in Polonia costituisce indubbiamente un esempio rilevante della Chiesa che si può dire si sia rafforzata sotto la persecuzione.

 

          Per contrasto, in molti paesi non comunisti del Terzo Mondo e dell'Europa occidentale la Chiesa affronta infiltrazioni più insidiose da parte dei marxisti, perché il processo di sovversione è nascosto alla vista. Spesso le autorità ecclesiastiche locali si occupano del problema con minore efficacia dei vescovi che si trovano sotto regimi apertamente marxisti.

          Ad esempio, molti preti francesi sono diventati apertamente fautori della visuale marxista, adottando non solo gli scopi, ma persino i metodi e la terminologia della lotta di classe. Un gruppo di ottantasette preti francesi, sia diocesani sia provenienti da ordini religiosi, hanno fatto appello a tutti i compagni del clero affinché si coinvolgessero nella "lotta di classe", mettendosi dalla parte degli "oppressi". Questo gruppo di sacerdoti, in risposta al consiglio di amici, laici e "rivoluzionari non cristiani, ansiosi per la conversione della Chiesa", ha formato un "collettivo" (veicolo standard del marxismo) che servirà da gruppo d'azione per assicurarsi l'aiuto nella lotta di classe di un sempre maggior numero di preti. [6]

 

          Quei cristiani che cercano di impegnare le risorse della Chiesa nel piano marxista della rivoluzione, spesso hanno perduto completamente la capacità di distinguere la caratteristica della missione cristiana e la sua incompatibilità con gli scopi ed i metodi marxisti. Padre Bernard Marchal, prete cattolico francese ed anche segretario della sezione locale del Partito Comunista, si è espresso in questo modo:

 

Non riesco a vedere perché dovrebbe essere assurdo e contraddittorio essere sia cristiano che comunista. Ma andrò oltre: non vedo alcuna contraddizione tra essere marxista ed essere un uomo che mette in questione la propria fede e il ministero ricevuto dalle mani di un vescovo. Oso persino chiedere, a me stesso e agli altri: se l'analisi marxista mi ha portato all'ateismo, questa evoluzione non potrebbe in realtà esprimere proprio la libertà del movimento di cui faccio parte, e non sarebbe tale libertà la vera libertà evangelica? [7]

 

          La straordinaria proposta di considerare l'ateismo come espressione della "libertà del vangelo" poteva solo provenire da qualcuno che ha completamente frainteso cos'è il vangelo, oppure che lo capisce, ma che lavora al fine di minarlo alla radice. Simili tentativi di piegare il linguaggio cristiano affinché diventi di sostegno a certe ideologie politiche, li troviamo diffusi nelle zone in cui operano i movimenti di liberazione.

 

          Il punto non è che i movimenti di liberazione nel complesso siano buoni o cattivi: sono quasi sempre un miscuglio. La Chiesa dei singoli paesi, ed i cristiani come individui, devono giudicare questi e tutti i movimenti politici alla luce dei principi cristiani, principi che per la nostra epoca sono stati chiaramente enunciati da Giovanni Paolo II.[8] Purtroppo, la Chiesa non sempre lo fa.

 

          Nei paesi del Terzo Mondo, dove l'eredità coloniale e la profondità dei problemi economici forniscono un terreno fertile ai tentativi marxisti, la situazione per la Chiesa è particolarmente difficile.

 

          In Messico, un notissimo pastore metodista messicano, direttore del Centro di Coordinamento per i Progetti Ecumenici (organizzazione sostenuta dal Consiglio Mondiale delle Chiese) ha annunciato di voler cercare un seggio come candidato del Partito Comunista presso la Camera dei Deputati in Messico. Ha dichiarato che "anche se diventasse atea, la Chiesa non può compiere ciò che il Vangelo richiede ai nostri giorni senza l'aiuto del marxismo." Il pastore, ripetendo uno dei dogmi marxisti, ha affermato di considerare Dio come una creazione umana, dichiarando di non aver disertato dalla fede, ma di aver "trovato la fede nella pratica politica della sinistra." [9]

 

          L'uso di termini come "vangelo" e "fede" per indicare qualcosa di completamente diverso dal loro significato cristiano ortodosso, è un elemento importante nel sovvertimento marxista del cristianesimo. Quando sentiamo gente che con la bocca pronunzia rassicuranti parole cristiane, dobbiamo sapere di cosa stanno realmente parlando. Qual è il contenuto del "vangelo" che professano? Oppure, chi è e qual è l'oggetto della loro "fede"?

 

          Questo pastore metodista-comunista pare abbia lavorato per anni all'interno della Chiesa in qualità di agente dell'infiltrazione marxista. Cercava di farla deviare dalla sua missione completa, per condurla a un obiettivo esclusivo, quello di aiutare le "classi oppresse". Uno dei personaggi alla guida del metodismo messicano ebbe questo da dire:

 

Per molti anni egli ha cercato di navigare su due correnti e di giocare due mani di carte. Ora si è strappato la maschera di ciò che pretendeva di essere, rivelando il suo vero volto. Sostenuto dal Consiglio Mondiale delle Chiese e dal Corpo Metodista per le Missioni, e finanziato dai "dollari imperialisti" ha svolto la parte dello strumento dell'infiltrazione marxista. [10]

 

          Il problema più grave per la Chiesa non sta nei marxisti che lasciano la Chiesa, ma in quelli che vi restano, in quelli che continuano a cercare di servire due padroni o, peggio ancora, solo quello sbagliato. È questo un vero problema pungente nell'America Latina. Alcuni preti e suore che conservano la forma esteriore del cristianesimo, usandone il linguaggio e celebrandone i rituali, sono ora ingaggiati in primo luogo in una rivoluzione secolare e materialista. Si servono dell'influenza della loro presenza cristiana esteriore per reclutare il sostegno della gente. In Nicaragua, paese in cui una giunta di sinistra è arrivata al potere attraverso una rivoluzione costata molte vite, un membro della giunta rivoluzionaria al governo ha pubblicamente riconosciuto l'importante ruolo di preti e suore cattolici. Ha affermato che essi hanno dato al popolo la fiducia per sostenere la rivoluzione:

 

I religiosi cattolici, uomini e donne, sono stati importantissimi per il successo della rivoluzione ... Penso che quei sacerdoti che hanno deciso di impegnarsi nella rivoluzione in Nicaragua abbiano avuto un ruolo importante. Hanno potuto servirsi della propria credibilità tra il popolo del Nicaragua. In quel paese la Chiesa Cattolica resta una vera potenza." [11]

 

          In questo paese particolare la Chiesa, negli anni passati, era alleata con un regime di destra. Un nuovo arcivescovo la spostò verso una posizione più moderata. Allora preti e suore di tendenze radicali presero parte attiva alla lotta armata, incoraggiando la gente a fare altrettanto. Se la precedente complicità della Chiesa con un regime di destra è difficilmente encomiabile, ora essa  corre il rischio di essere dominata da un governo di sinistra. Già al presente alcune delle sue politiche, delle sue istituzioni e parte del personale rischiano di essere sovvertiti a fini governativi. Ad esempio, parte del materiale catechetico stampato dopo la rivoluzione è scritto per presentare la rivoluzione stessa come adempimento della verità cristiana. L'illustrazione di copertina di uno di quei libri mostra la raffigurazione di un guerrigliero combattente, fucile alla mano, che emerge da un disegno del Cristo crocifisso. Alcuni sono persino arrivati a presentare la rivoluzione come l'adempimento della "seconda venuta" di Cristo, oppure come l'ingresso nel "regno di Dio".

 

          In situazioni di tumulto politico, l'uccisione di personale ecclesiastico è spesso usata allo scopo di far progredire la rivoluzione. Preti e suore morti vengono spesso proclamati "martiri", e la loro morte è usata per identificare l'impegno cristiano in una particolare causa politica. Quando fu assassinato l'arcivescovo Oscar Romero di El Salvador, la sua morte fu immediatamente usata da parte di molti come un'opportunità per chiamare a raccolta i cristiani a sostegno di un particolare "movimento di liberazione". Il sostegno di quel movimento veniva spesso presentato come la sola via, il solo modo di essere un vero cristiano. Padre Miguel D'Escoto, prete del Maryknoll, principale responsabile delle pubblicazioni Maryknoll fino a quando non diventò ministro degli esteri del Governo rivoluzionario del Nicaragua, sulla morte dell'Arcivescovo Romero ebbe questo da dire:

 

Possa il sangue versato dall'Arcivescovo Romero aiutarci a vedere con chiarezza che essere cristiano significa essere rivoluzionario. Ed essere rivoluzionario significa fare la rivoluzione. E fare la rivoluzione è lottare contro le inevitabili conseguenze dell'egoismo reazionario che ha motivato il violento assassinio del nostro grande amico Oscar Arnulfo Romero. [12]
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00martedì 7 febbraio 2012 18:25

Questo particolare movimento di liberazione può fare o non fare un miglior lavoro nel governare con giustizia ed efficacia, ma è un errore identificare il fatto di essere cristiano, con una particolare preferenza politica o con l'adesione o il sostegno di un partito politico particolare.

 

          Un vescovo cattolico di un altro paese dell'America Latina, uomo conosciuto per moderato, in un colloquio privato mi espresse il suo crescente disagio per i risultati dei programmi di "coscientizzazione" usati da molti preti e suore di quel continente. Tali programmi tentavano di sollevare la consapevolezza dei poveri riguardo alla propria situazione di "oppressi". Il vescovo riteneva che, in pratica, quei programmi parevano rimpiazzare qualunque fede, speranza ed amore autentici degli stessi poveri con l'odio e la lotta di classe. Egli riteneva che persino alcuni suoi compagni vescovi dell'America Latina erano arrivati a considerare il vangelo quasi esclusivamente in termini secolari e rivoluzionari. Esiste un problema particolarmente grave, affermò, riguardo alle suore che hanno la tendenza ad accettare ciecamente tutto quanto viene loro insegnato da alcuni preti orientati verso il marxismo, e che le stanno sistematicamente arruolando nella causa. Per di più, reclamò, alcuni membri di ordini religiosi lavorano senza impedimenti all'interno della Chiesa in qualità di agenti marxisti. I loro vescovi non li possono controllare ed i loro superiori li temono.

 

          Sebbene sia spesso presentata come un contributo "privo di valori" per la metodologia dell'istruzione, la "coscientizzazione" (conscientization) è spesso, in pratica e in teoria, strumento di indottrinamento politico. Di frequente i materiali sono scritti dalla prospettiva marxista e designati a fomentare l'odio e la lotta di classe. I materiali preparati e messi in circolazione dal Consiglio Mondiale delle Chiese, dietro l'ispirazione del precedente membro del personale Paulo Freire - forse il più noto proponente della "coscientizzazione" - nel loro contenuto sono spesso vistosamente ideologici. [13]

 

          Per ironia, alcune delle principali voci del Terzo Mondo in realtà non stanno facendo altro che ripetere gli echi di un'ideologia occidentale, il marxismo, che non si è sviluppata nel Terzo Mondo; un'ideologia che per molti versi è incompatibile con i profondi valori familiari e religiosi osservati dagli indigeni del Terzo Mondo e che continua a trovare il proprio centro mondiale nell'Unione Sovietica - una potenza coloniale ed imperiale straniera. É interessante notare che, proprio nei paesi del Terzo Mondo, i missionari europei ed americani hanno svolto un ruolo cospicuo nell'essere la "voce di chi non ha voce". Gran parte del personale indigeno della Chiesa del Terzo Mondo ha formato la propria "voce" presso le università europee. Camillo Torres per esempio, il prete colombiano ucciso mentre combatteva in una banda di guerriglieri, fece buona parte dei suoi studi a Louvain, in Belgio. Uno dei suoi compagni di studio a Louvain fu Gustavo Gutiérrez, un peruviano che è forse il più eminente dei teologi della liberazione che riconoscono apertamente la propria dipendenza da Marx e che sono propensi a vedere il regno di Dio sulla terra giungere nel veicolo di una rivoluzione marxista. [14]

 

          Vi sono i segni che verso questa imposizione di una ideologia mondiale del primo mondo si stia manifestando il risentimento proprio da parte di molti dei suoi supposti beneficiari. Al riguardo, può essere interessante una relazione apparsa su un giornale dell' Honduras. Comincia così:

 

"Residenti in disaccordo coi sacerdoti

perché questi parlano loro soltanto d marxismo"

 

Assai disgustati, perché i preti parlano loro unicamente di marxismo, i residenti di tre città, Macuelizo, Azacualpa e San Marcos stanno progettando di subentrare, nel corso della prossima settimana, nelle chiese di quelle città." [15]

 

          Come il pastore metodista messicano, molti di questi preti e suore sono sostenuti dai soldi raccolti in paesi più floridi come Stati Uniti, Olanda e Germania. Quel denaro è versato da fedeli, cattolici e protestanti, convinti di sostenere l'opera missionaria tradizionale. Si spaventerebbero al pensiero che i loro soldi talvolta aiutino a minare la fede.

 

          Il problema è che molti missionari dell'America Latina sono persino arrivati a definire la loro opera principalmente in termini di aiutare a provocare una rivoluzione secolare. Molti di loro non sono consapevolmente marxisti. Molti, forse la maggior parte, non sono neppure a conoscenza dei tentativi marxisti di infiltrarsi e sovvertire la Chiesa nei paesi in cui lavorano. Tuttavia, quando quei missionari si rivolgono alle agenzie europee ed americane che hanno opere missionarie finanziate in modo tradizionale, si mettono a discutere che è impossibile predicare il vangelo ai poveri se prima non avviene un cambiamento politico ed economico. Spesso le agenzie trovano l'argomento convincente, ed il denaro da loro offerto viene subito incanalato in programmi per una ulteriormente promozione delle rivoluzioni secolari di sinistra. A questo riguardo, la crescita del movimento della "comunità cristiana di base" è pieno di ambiguità. Ovviamente la Chiesa ha un disperato bisogno della proliferazione di vie popolari per sperimentare e vivere la vera comunità cristiana. Allo stesso tempo tuttavia, molte di queste comunità, almeno nell'America Latina, pare siano usate soprattutto come congegni per organizzare i poveri ad esercitare pressione la politica, anziché come vie per sviluppare una vita cristiana equilibrata in cui l'azione sociale trovi la sua giusta espressione. [16]

 

          L'affermazione che il cambiamento politico debba precedere l'evangelizzazione è ridicola. I protestanti evangelici e i pentecostali sono stati appagati da un successo eccezionale nel predicare la Buona Novella ai poveri dell'America Latina, spesso proprio nelle stesse baraccopoli in cui preti e suore cattolici secolarizzati insistono che è impossibile predicare il Vangelo ai poveri finché non arriva la rivoluzione. Quale risultato della conversione a Gesù, della potenza dello Spirito Santo e del potere di sostegno della Chiesa Cristiana, quei poveri sono meglio in grado di lavorare insieme per il cambiamento sociale. Il Cardinale Léon Joseph Suenens del Belgio già dal 1957, nel suo libro: "Il vangelo ad ogni creatura", mise in evidenza l'errore dell'affermazione: "non si può predicare il vangelo ai poveri se prima non si migliora la loro condizione economica". Ribadì quella posizione nel suo contributo al libro: "Rinnovamento Carismatico e Azione Sociale".[17]

 

          L'esplicita infiltrazione marxista nelle Chiese non si limita all'America Latina: altri paesi del Terzo mondo stanno subendo lo stesso assalto. In uno di questi, centinaia di preti e suore e perfino vescovi sono membri o simpatizzanti di movimenti del fronte marxista designati a capeggiare la rivoluzione. Molte delle organizzazioni nazionali e regionali per la "pace e giustizia" e per "l'apostolato sociale" del paese, sono controllate da membri o simpatizzanti dei fronti marxisti. Alcune di queste organizzazioni di "apostolato sociale" hanno messo a punto programmi più estesi di "rinnovamento" usati per "coscientizzare" (indottrinare) i cattolici in modo tale da indurli a sostenere la sperata rivoluzione. Sono state fondate organizzazioni di preti e suore, inclusa una per i più importanti superiori di ordini religiosi, per dare l'impressione di un forte sostegno ai programmi marxisti da parte della Chiesa. [18]

 

          Situazioni del genere hanno spronato Giovanni Paolo II a mettere in guardia contro il sovvertimento ideologico dell'istruzione religiosa e dell'insegnamento cristiano. Egli avverte del pericolo presente nella

 

tentazione di mescolare indebitamente l'insegnamento catechetico a considerazioni ideologiche aperte o mascherate, in particolare di tipo politico e sociale, oppure a scelte politiche personali. Quando tali opinioni hanno la meglio sul messaggio centrale da trasmettere, al punto di oscurarlo e di metterlo al secondo posto o persino di usarlo per promuovere i propri fini personali, la catechesi allora ne risulta radicalmente distorta. (La vera catechesi cristiana) va oltre ogni tipo di "messianismo" temporale, sociale e politico. Essa cerca di raggiungere la parte più intima dell'essere umano. [19]

 

          Oggi nella Chiesa molte persone hanno ceduto alla tentazione di sovvertire il vangelo con l'ideologia. Vediamo la "distorsione radicale" della verità cristiana e, piuttosto spesso, il messaggio evangelico bi base viene "oscurato", "messo al secondo posto" e usato per promuovere fini ideologici secolari estranei allo stesso vangelo.

 

 

 

 


[1] Per un breve resoconto di parte della linea principale del magistero sociale della Chiesa, vedi la mia "Prospettiva," nel New Covenant, Aprile 1982.

[2] Mentre oggi il pericolo maggiore pare sia l'identificazione del cristianesimo con l'ideologia di sinistra, per il passato, e

forse ancora per il futuro, il pericolo di identificarsi con le ideologie di estrema destra è stato e può tornare ad essere il

pericolo predominante. A questo riguardo vedi l'articolo di Dale Vree: "Politicized Theology," in Christianity

Confronts Modernity, ed. Kevin Perrotta e Peter Williamson (Ann Arbor, Mich.: Servant Books, 1981), pp. 57-78.

[3] Msgr. Helder Camara, citato da Nicolette Franck, "Msgr. Camara crea a Ginevra la "Sinfonia dei Due Mondi," La

Libre Belgique (8/9 Marzo, 1980), p. 28.

[4] Per un resoconto recente degli sforzi cinesi tesi a piegare oggi la Chiesa agli scopi dello Stato, vedi: "China and the

Church Today," (Settembre - Dicembre 1979), distribuito in Nord America dalla Partnership in Mission, 1564 Edge

Hill Rd, PA 19001.

[5] Vescovo Francis Stafford, "Synod Reflections IV," The Catholic Review (Baltimora: Md.) (31 Ottobre, 1980).

[6] Le monde (Parigi, Francia) (23 Maggio, 1979), p. 15.

[7] Citato dal Rev. Msgr. J.T. Ellis: "American Catholics in 1979," The Pilot (Boston, Mass.) (21 Settembre, 1979), p.9.

[8] Chiaramente, una delle maggiori preoccupazioni di Giovanni Paolo II è situare correttamente la costruzione di

un mondo più umano nel contesto delle verità cristiane fondamentali riguardanti Dio e l'uomo. Le sue tre prime

encicliche hanno apportato un contributo notevole nello stabilire un contesto ed enunciare principi che possono

indirizzare i cristiani a valutare la relativa idoneità dei vari programmi e sistemi politici. Ovviamente, anche quando i

principi siano stati bene enunciati, abbiano ricevuto adesione e siano stati impiegati per giungere a dei giudizi

politici, i cristiani sinceri e ben informati possono ancora trovarsi in disaccordo riguardo alla relativa idoneità di

vari accostamenti politici ed economici, i quali sono più relativi ed aperti al dibattito degli stessi principi. Tuttavia, ciò

che pare Giovanni Paolo II stia facendo nel fornire criteri per giudicare l'adeguatezza delle alternative politiche ha un

grande significato. Ha detto bene di recente lo scrittore religioso britannico Clifford Longley:

Siamo testimoni, io credo, della rinascita di un nuovo Umanesimo Cattolico, con la brillante sintesi di Giovanni Paolo della teologia cattolica e della filosofia dei diritti umani, ed il risultato è un criterio realmente cristiano per misurare il successo o il fallimento di questo o quel sistema politico.

   Esso specifica i fini, mentre lascia i mezzi agli economisti e ai politici, che sono gli esperti. Potrebbe essere o non potrebbe essere meglio, ad esempio, scioperare presto o tardi; gli scioperanti potrebbero essere o non essere avidi ed egoisti; gli operatori ospedalieri potrebbero essere insensibili, oppure essere disperatamente poveri, (The Catholic Herald [Londra, Inghilterra] [23 Febbraio, 1979]).

Vedi anche il contributo dei Vescovi Latino - Americani al riguardo, nei documenti di Medellin e Puebla.

[9] Raul Macin, citato da William Conard, "Liberation Theology to Leftist Politics," Christianity Today (8 Giugno,

1979), p. 61.

[10] Gonzalo Baez-Camargo, citato da W. Conard, p. 61.

[11] Moises Hassan, citato da Charles Roomey, "Revolution Gives Credit to Catholics," NCR (7 Dicembre, 1979), p. 6.

[12] NCR (4 Aprile, 1980), p. 22.

[13] Vedi, ad esempio, il "Conscientization Kit" pubblicato dal Consiglio Mondiale delle Chiese nel 1975.

 

[14] Gustavo Gutièrrez, A Theology of Liberation (Maryknoll, N.Y.: Orbis Books, 1973), p. 9.

[15] Tradotto dal: "Diario La Prensa" (San Pedro Sula) (19 Luglio, 1980).

[16] Vedi, Maryknoll, (Settembre 1981) pp. 15-21.

[17] L.J. Cardinal Suenens e Dom Helder Camara, Charismatic Renewal and Social Action (Ann Arbor, Mich.: Servant

Books, 1979).

[18] Le informazioni contenute in questo paragrafo provengono da documenti comunisti autentici giunti nelle mani delle

Guide al vertice della Chiesa in questo paese particolare. Per ovvii motivi ancora non possono essere pubblicati.

[19] Catechesi Tradendae VII, 52, LOR (12 Novembre, 1979), p. 8. A questo riguardo vedi anche la lettera del Superiore

Generale dei Gesuiti, Padre Pedro Arrupe, ai Superiori dei Gesuiti dell'America Latina, Origins (16 Aprile, 1981), pp.

690-93.

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