capitolo quinto GESÙ È LA SOLA VIA?

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:23

chiesa e rinnovamento

capitolo quinto


 

 

 

GESÙ È LA SOLA VIA?

 

 

Molte sono le ragioni che hanno portato i cristiani a scivolare nell'indifferentismo religioso e nel sincretismo, ma il problema centrale resta quello della verità. La vera domanda è: "Gesù è la sola via per giungere al Padre? Gesù, secondo quanto proclamano le Scritture e la Chiesa, è la sola via attraverso cui gli uomini possono essere salvati?"

 

            Per rispondere ad una domanda simile è necessario prima capire la natura della necessità che ha l'intera umanità di riconciliarsi con Dio. La Scrittura ci dice che il modo in cui Dio vede la situazione dell'uomo è diverso da come la vede l'uomo "naturale". Ci dice inoltre che la visuale di Dio è quella giusta. Ne consegue allora che l'atteggiamento appropriato da assumere davanti a Dio è quello del silenzio e dell'ascolto, al fine di poter ascoltare la Sua Parola ed apprendere la verità sulla nostra situazione e su come Dio ha provveduto in proposito. Se ci mettiamo quieti davanti a Dio per ricevere la Sua Parola, Egli ci rivelerà la natura della nostra situazione, il nostro bisogno di salvezza e come poterla ricevere.

 

            La Parola di Dio ci dice che la razza umana nella sua condizione "naturale" si trova in uno stato di costante ribellione contro Dio e le Sue vie. Le conseguenze negative di una tale condizione di peccato sono di vastissima portata. A causa di questo peccato e della ribellione, ora tutti gli uomini vivono un'esistenza "decaduta", soggetta alla malattia e, infine, alla morte e la nostra razza continua a commettere abomini contro lo Stesso Dio e contro i nostri simili. La Scrittura ci dice inoltre che un esercito di potenze malvagie, comandate da un genio del male, Satana, ha ottenuto l'accesso alla razza umana ed esercita un'influenza su di essa.

 

            La storia umana, quindi, è una storia in cui il male abbonda: avidità e paura; rabbia e ostilità; è una storia di omicidi di massa, di furti, inganni, fornicazioni, omosessualità, adulteri, oppressione, guerra, brutalità. La vernice della civilizzazione e delle soluzioni umane ai problemi non riesce a mascherare la sottostante tragedia e l'orrore della nostra esistenza decaduta.

 

            I fatti della nostra condizione ci costringono a porci alcune domande fondamentali: Cosa sarebbe necessario per superare il male che permise alla Germania civilizzata di assassinare milioni di ebrei? Che tipo di umanità è stata creata nelle moderne Unione Sovietica e Cina progressiste, attraverso la fame e la condanna a morte di decine di milioni dei loro cittadini? Cosa si potrebbe mai offrire al Creatore in riparazione delle centinaia di milioni di bambini assassinati nel grembo materno, o soffocati sul letto di nascita nel corso dell'intera storia della razza umana? E cosa per il doloroso sfruttamento dei poveri da parte dei ricchi e dei potenti, tanto spesso riscontrato in ogni periodo della storia? E che dire del doloroso sfruttamento del povero da parte del ricco e potente, così spesso palese in tutta la storia? Cosa mai potrebbe rimediare a un diabolico scambio nucleare?

 

            Anche se alcuni uomini e donne nel corso dei secoli hanno condotto una vita onesta, che ne è di tutti gli altri? Cosa della lode, della gratitudine e dell'adorazione dovute a Dio, che perfino tante persone virtuose si rifiutano di esprimere? Cosa delle malattie che colpiscono anche uomini giusti, e della morte che ci afferra tutti?

 

 

Gli elementi della salvezza

 

            Riflettendo sulla Parola di Dio, risulta chiaro che la salvezza di cui abbiamo bisogno include un certo numero di elementi specifici.

 

            1. - Deve includere il perdono per l'enormità dei peccati della razza umana, per la sua ribellione originale, fondamentale e continuata. Questo può venirci solo dal principale offeso - Dio Stesso: "Sappiamo che tutto quanto dice la legge è per coloro che si trovano sotto la sua autorità. Questo significa che ogni bocca viene messa a tacere e tutto il mondo è riconosciuto colpevole davanti a Dio" (Rom. 3,19). "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Rom. 3,23).

 

            2. - Il pentimento, col conseguente perdono, deve sempre essere accompagnato dalla restituzione. Il male fatto deve essere compensato. Le giuste richieste della Parola di Dio nella Genesi - "il momento che ne mangerai certamente sarai destinato a morire" (Gen. 2,17) - debbono essere pienamente soddisfatte. Queste parole riecheggiano anche in Romani 1,32: "Essi conoscono il giusto decreto di Dio che tutti coloro che fanno cose simili meritano la morte." Un decreto giusto ed eterno di Dio dichiara che la ribellione contro di Lui è giustamente punita con la morte fisica e spirituale. Le legittime richieste di questo decreto vanno soddisfatte. Se davvero dobbiamo essere riconciliati con Dio, le conseguenze del nostro peccato personale e collettivo vanno in qualche modo pienamente espiate.

 

            3. - Deve essere spezzato il potere esercitato sulla razza umana da Satana e dalle sue legioni infernali. L'uomo, con le sue sole forze, è incapace di affrontare e vincere colui a cui Gesù Si è riferito come il "principe di questo mondo" (Gv. 16,11) e che l'apostolo Giovanni ha descritto come colui che ha "tutto il mondo" sotto il suo controllo (1 Gv. 5,6).

 

            4. - Va stabilita la giustizia - una giustizia che in qualche modo raggiunga il passato, oltre la morte, per correggere millenni di oppressione e di ingiustizia. La giustizia deve occuparsi del fatto che i malvagi spesso prosperano alle spese dei giusti; del fatto che quanti furono i primi agli occhi del mondo spesso meritavano di essere gli ultimi. Salvezza e riconciliazione esigono che siano soddisfatti tutti gli aneliti dell'uomo per la giustizia.

 

            5. - Morte e malattia vanno conquistate. Il seme della morte ora connesso alla nostra natura va in qualche modo estirpato "Me sventurato! Chi potrà liberarmi da questo corpo in potere della morte?" (Rom. 7,24). La nostra natura, ora mortale e corruttibile, chiede a gran voce di essere resa, in qualche modo, immortale e incorruttibile.

 

            6. - Gli effetti del peccato sulla creazione fisica devono essere eliminati. "Sia maledetto il suolo per causa tua! Lavorando mangerai ciò che produce, per tutti i giorni della tua vita!" (Gen. 3,17). "La creazione è stata resa soggetta alla futilità - non per suo volere ma per volere di colui che una volta l'aveva sottomessa ... Sì, sappiamo bene che tutta la creazione geme e soffre ed è in agonia fino ad oggi" (Rom. 8,20;22).

 

            7. - Uomini e donne devono essere sottoposti a un cambiamento fondamentale nella loro natura per poter vivere in modo da compiacere Dio sia col desiderio, sia con la capacità di attuarlo.

            Il fatto che in Gesù Cristo, e solo in Lui, venga fornito all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per la salvezza, costituisce proprio l'affermazione unica del Cristianesimo. In Lui sono soddisfatte tutte le esigenze, e la Parola di Dio ci dice che attraverso l'Incarnazione, morte e risurrezione di Gesù, si è compiuta la salvezza della razza umana.

 

1.       Il peccato è perdonato:

 

"Come dunque la colpa di uno solo ha provocato la condanna di tutti gli uomini, così anche l'opera di giustizia di uno solo ha portato a tutti assoluzione e vita. Proprio come per la disobbedienza di un uomo solo tutti sono diventati peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti diventeranno giusti" (Rom. 5,18-19).

 

2.       L'espiazione è compiuta:

 

"Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Gesù Cristo. La legge dello Spirito, lo Spirito della vita in Cristo Gesù, vi ha liberati dalla legge del peccato e della morte. La legge era impotente a causa della sua debolezza dovuta alla carne. Dio poi ha mandato il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato quale offerta per il peccato, condannando con ciò il peccato nella carne, affinché le giuste richieste della legge si potessero adempiere in noi che viviamo, non secondo la carne, ma secondo lo Spirito" (Rom. 8,1-4).

 

3.       Il potere di Satana è vinto:

 

"Poiché dunque i figli sono uomini di sangue e carne, anch'Egli [Gesù] ne è diventato pienamente partecipe, affinché con la Sua morte Egli potesse sottrarre al diavolo, il principe della morte, il suo potere e liberare così quelli che per il timore della morte erano stati tenuti in schiavitù per tutta la vita" (Eb. 2,14-15).

 

"Chi commette peccato appartiene al diavolo, perché il diavolo è peccatore sin dal principio. Ora, il Figlio di Dio Si è rivelato proprio per distruggere le opere del diavolo" (1 Gv. 3,8).

 

4.       La giustizia è ristabilita:

 

"Poiché dunque tutto deve essere distrutto in questo modo, che tipo d'uomo non dovete essere voi! Che santità nella vostra condotta e devozione, nell'attesa dell'arrivo del giorno di Dio e cercando di affrettarlo! Per questo motivo, i cieli saranno distrutti dalle fiamme e gli elementi si fonderanno in una vampata. Ciò che attendiamo sono cieli nuovi ed una nuova terra sulla quale, secondo la Sua promessa, risiederà la giustizia di Dio." (2 Pt. 3,11-13)

 

5.       Morte e malattia sono conquistate:

 

"O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo pungiglione?" (1 Cor. 15,55).

 

6.       La maledizione è abolita dalla creazione fisica:

 

"La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Essa infatti è stata resa soggetta alla futilità, non per suo volere ma per volere di colui che l'aveva sottomessa; tuttavia non senza speranza, perché il mondo stesso sarà liberato dalla propria schiavitù alla corruzione e parteciperà alla libertà gloriosa dei figli di Dio. Sì, sappiamo che tutta la creazione geme ed è in agonia fino ad ora. Non solo, ma anche noi, sebbene abbiamo lo Spirito come primizia, gemiamo interiormente mentre attendiamo la redenzione dei nostri corpi." (Rom. 8,19-23).

 

7.       Le persone hanno una nuova nascita dallo Spirito di Dio e sono rese partecipi della natura divina.

 

"Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, voi che siete fuggiti da un mondo corrotto dalla concupiscenza." (2 Pt. 1,4).

 

            Tra la prima e la seconda venuta di Cristo alcuni di questi risultati della redenzione verranno sperimentati solo allo stadio iniziale. Ma tutto si realizzerà pienamente alla Sua seconda venuta. Già la risurrezione di Gesù e la nostra esperienza della Pentecoste convalidano le Sue affermazioni di essere l'Inviato di Dio; confermano la verità del Suo messaggio e della Sua missione e lo rendono possibile.

 

            Per questo è così importante la convinzione cristiana tradizionale e della Scrittura nella risurrezione fisica di Gesù. Come ha detto Paolo in 1 Corinzi 15,17: "Se Cristo non fosse risorto, la vostra fede sarebbe vana. Sareste ancora nei vostri peccati." La risurrezione è il segno che Gesù era davvero Chi affermava di essere. É la dimostrazione pubblica della verità da parte di Dio Padre che Gesù è davvero Colui che Egli ha inviato per compiere la riconciliazione tra Dio e l'uomo. La risurrezione è il segno che il sacrificio di Cristo sulla croce è stato accettato da Dio Padre come sacrificio davvero in grado di "togliere i peccati del mondo".

 

            Gesù come Figlio di Dio era pienamente Dio, e come Figlio dell'Uomo era pienamente uomo. Se fosse stato solo un grande leader religioso o un sant'uomo, la Sua morte non avrebbe avuto il valore espiatorio sufficiente a cancellare il debito dell'intera razza umana. In più, la Sua risurrezione è il segno di Dio Padre che Gesù era davvero ciò che affermava di essere, e che la Sua morte ha avuto realmente il valore espiatorio sufficiente a cancellare i peccati dei secoli, a spezzare la presa di Satana, a metter fine alla malattia e alla morte, a sollevare la maledizione dalla razza umana e dalla stessa creazione, a ricreare le persone e a stabilire la giustizia alla fine del tempo. Il corpo risorto di Gesù è quindi la garanzia della nostra risurrezione, e la certezza della nostra riconciliazione col Padre per mezzo della morte riparatrice di Suo Figlio. É anche l'assicurazione che la salvezza è compiuta. Solo Gesù fa fronte a tutte le condizioni. Solo la Sua vita, morte e risurrezione hanno il potere di espiare per le cliniche di Auschwitz e per quelle degli aborti di tutte le epoche.

 

 

Altre vie per giungere a Dio

 

            Quando ci dicono che ci può essere un'altra vie di riconciliazione con Dio, dovremmo rispondere a nostra volta con delle domande. Questa "altra via" risolve davvero in maniera efficace le vere esigenze della nostra condizione di uomini decaduti? Provvede all'espiazione del peccato, ci ottiene il perdono, vince la morte e Satana, stabilisce la giustizia e ricrea la razza umana? Paolo VI mise in evidenza che le religioni non cristiane si protendono verso Dio con le braccia tese verso il cielo. Trattandosi tuttavia di sforzi solo umani per giungere a Dio, non possono realmente ottenere una riconciliazione dell'uomo con Dio, né meritare il perdono delle offese. Come dice Gesù: "Certo morrete nei vostri peccati, se non arrivate a credere che IO SONO" (Gv. 8,24). É Dio stesso a dover agire. Non importa quanto sia grande lo sforzo umano, né quanto sia spirituale e fervente il suo tentativo: solo il sacrificio di Gesù sulla croce è stato giudicato accettabile da Dio Padre, quale base per la riconciliazione con Lui e per il perdono dei peccati.

 

            Oltre a chiedere se questa "altra via" per giungere a Dio sia davvero efficace, ci dobbiamo anche informare sull'autorità di chi l'ha stabilita, e da parte di chi vengono i suoi messaggeri. Se Gesù è il Messia e il profeta inviato da Dio, non dovremmo giustamente chiamare falsi messia o falsi profeti, tutti gli altri che rivendicano questo ruolo al posto Suo? Possiamo giustamente ammirare, ad esempio, le cose che abbiamo in comune con l'Islam: un codice morale simile, la fede nella vita nell'al di là e nel giudizio eterno, la venerazione per Maria. Ma dobbiamo anche rilevare che il profeta Maometto ha distorto le parole di Cristo ed ha cercato di soppiantarLo quale rivelazione ultima e definitiva di Dio. Dobbiamo anche ricordare che l'Islam è ostile al vangelo e al cristianesimo e che la via di Maometto ha impedito a circa 700 milioni di esseri umani di venire a Cristo. E infine, quale era lo spirito che ispirava Maometto? Lo Spirito Santo non poteva certo essere l'influenza dominante in una religione che rifiuta Cristo come Salvatore e Signore. Qual era allora lo spirito dominante delle sue ispirazioni?

 
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:24
  Talvolta si afferma che le religioni non cristiane del mondo sono provvidenzialmente dirette a preparare la rivelazione più piena di Dio nel cristianesimo. Questo fu sicuramente il caso del Giudaismo, ma gli Ebrei nel complesso hanno respinto la rivelazione piena di Dio in Cristo e si sono attenuti a ciò che Dio intendeva fosse una preparazione.

 

            É difficile considerare l'Islam come una preparazione al cristianesimo. É comparso sei secoli dopo Cristo come tentativo esplicito di soppiantare il cristianesimo e di negare l'identità e la funzione unica di Gesù nel piano di Dio. In realtà, l'Islam non ha preparato i suoi aderenti a diventare cristiani, ma in pratica ha consapevolmente cercato di rendere la loro conversione al cristianesimo il più difficile possibile.

 

            Il buddismo e l'induismo hanno preceduto il cristianesimo ma, nonostante quanto possano dire alcuni teorici ben intenzionati, non hanno avuto la funzione di "porta di accesso" al cristianesimo. Al contrario, i loro sistemi di pensiero e di adorazione rendono estremamente difficile non solo la conversione a Cristo, ma persino la comprensione delle Sue affermazioni.

 

            Mentre le religioni non cristiane del mondo indubbiamente contengono "barlumi di verità" e mostrano esempi impressionanti di dedizione e di devozione, il cristianesimo insegna che esse, come sistemi religiosi, non sono salvifiche. Gli individui al loro interno possono essere salvati se non hanno ascoltato il vangelo - e se sinceramente cercano Dio e vivono secondo la luce ricevuta. Questi individui non cristiani saranno salvati dalla misericordia di Dio e per il fatto che Cristo ha riconciliato l'uomo con Dio. Sul piano concreto della pratica e dell'adorazione religiosa tuttavia, le religioni non cristiane nella vita dei loro aderenti agiscono in massima parte in opposizione alle affermazioni di Cristo. Cercano di impedire ai loro aderenti di incontrare Cristo, o di risponderGli, con loro grave rischio eterno.

 

            L'esperienza religiosa di molti devoti non cristiani, in particolare degli aderenti alle religioni orientali, può essere spesso più sinistra. Una volta mi capitò di discutere sulla questione dell'esperienza religiosa pratica e quotidiana, con un maestro e studioso cristiano cresciuto in una devota famiglia indù prima di convertirsi, da ragazzo, al cristianesimo. Volevo sapere quale fosse l'esperienza di Dio da parte del devoto indù medio durante l'adorazione quotidiana. Mi rispose che, secondo lui, gran parte dell'adorazione dell'indù medio era costituita dal rozzo sforzo di propiziarsi le forze demoniache. Una parte normale della vita dell'indù consiste nell'offrire sacrifici per ottenere favori, esigere vendetta e sfuggire ai castighi. Il mio amico rilevò che i non indù che studiano l'induismo di solito ignorano la qualità primitiva e diabolica di quest'esperienza della religione fatta dalla gente comune. Di solito si concentrano sulla letteratura e sui sistemi filosofici indù che, secondo lui, erano un miscuglio di sincere intuizioni su Dio, sulla Sua natura e tentativi prevalentemente umani di capire Dio. In pratica, dichiarò, non sono insoliti l'adorazione di falsi dei e il sacrificio a potenze diaboliche.

 

            A questo punto è pertinente un riferimento al vangelo di Giovanni: "In verità io vi assicuro: Chiunque non entra nell'ovile dalla porta, ma vi si arrampica in qualche altro modo, è un ladro o un predone ... Io sono la porta" (Gv. 10,1; 6). Oppure, come ha detto Giovanni Paolo II di recente facendo eco a quelle parole di Gesù:

 

Notate bene. Gesù nel vangelo non dice forse di essere "la via, la Verità e la vita" (Gv. 14,6)? ... Si definisce la Via, cioè la strada maestra, quella che è insieme obbligatoria e saggia per quanti desiderano andare al Padre e raggiungere così la salvezza. Assomiglia certo all'immagine che ci presenta Gesù come Luce (Gv. 8,12) o come Porta (Gv. 10,7). Queste immagini si basano su un insegnamento sostanzialmente identico: è necessario camminare seguendo la via indicata da Gesù, illuminata da Gesù; o, più semplicemente, è necessario seguire Gesù.[1]

 

 

La necessità urgente di evangelizzare

 

            Quei cattolici che accentuano gli elementi lodevoli delle religioni non cristiane del mondo, ignorandone o negandone le inadeguatezze, vanno molto al di là delle intenzioni del Vaticano II. I Padri del Concilio hanno detto che mentre la Chiesa considera con "sincero rispetto" le altre religioni, "ella proclama e deve sempre proclamare Cristo, 'la via, la verità e la vita,' nel quale gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a Sé tutte le cose."[2] "Tutti devono essere convertiti a Lui quando viene fatto conoscere dalla predicazione della Chiesa. Tutti devono essere incorporati in Lui mediante il battesimo, e nella Chiesa che è il suo corpo."[3]

 

            Il Nuovo Testamento insegna con chiarezza che ogni nazione e cultura, ogni essere umano, anzi, l'intera creazione, deve sottomettersi a Cristo, sottomettersi alle Sue norme, diventare parte del Suo corpo ed essere da Lui presentata al Padre.[4] La Scrittura insiste che in Gesù si trova la rivelazione piena, finale e definitiva di Dio. Essa presenta Gesù come l'ultima opportunità per la razza umana, l'offerta definitiva di Dio.

 

"Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai nostri padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ci ha parlato per mezzo del Figlio Suo, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha prima creato l'universo. Questo Figlio è il riflesso della gloria del Padre, l'esatta rappresentazione dell'essere del Padre, e sostiene tutto con la potenza della Sua Parola. Dopo averci purificati dai nostri peccati, Si è seduto alla destra della Maestà nei cieli, tanto superiore agli angeli quanto il nome che ha ereditato è superiore al loro." (Eb. 1,1-4).

 

            Giovanni Paolo II oggi sta proclamando e riaffermando questa Parola di Dio nella Scrittura. In un discorso fatto ad un gruppo di vescovi provenienti dall'India, dove esistono pressioni forti per adattare il cristianesimo all'induismo, al buddismo e all'islamismo dell'India e dei paesi confinanti, egli ha riaffermato la necessità di proclamare Gesù quale unico Salvatore della razza umana:

 

Quindi, uno dei maggiori servizi che possiamo rendere al nostro popolo è quello di proclamare loro, incessantemente, "le inestimabili ricchezze di Cristo" (Ef. 3,8), indicando (loro) che il cristianesimo è un messaggio unico e originale di salvezza che si trova nel nome di Gesù Cristo, e solo nel Suo nome."[5]

 

Ad un altro gruppo di vescovi indiani disse parole simili:

 

Il messaggio che proclamiamo lo proclamiamo nel Suo nome - nel nome di Gesù, il Salvatore del mondo. La nostra è una proclamazione di salvezza in Lui - salvezza nel Suo nome. Questa verità è l'obiettivo esplicito dell'insegnamento apostolico, proclamato dall'apostolo Pietro sotto l'ispirazione dello Spirito Santo. E oggi il successore di Pietro desidera proclamarla di nuovo a voi, con voi e per voi e per la vostra gente: "Non c'è salvezza in nessun altro, perché non esiste altro nome sotto il cielo per mezzo del quale dobbiamo essere salvati" (Atti 4,12). Tutto il nostro ministero si svolge nel nome di Gesù. Il pentimento e il perdono dei peccati sono predicati nel Suo nome a tutte le nazioni (cf. Lc. 24,47). Noi stessi siamo stati lavati, santificati e giustificati nel nome del nostro Signore Gesù Cristo (cf. 1 Cor. 6,11). Mediante la fede abbiamo la "vita nel Suo nome" (Gv. 20,31).[6]

 

O ancora, in occasione di una Domenica Missionaria Mondiale il Papa proclamò:

 

San Paolo scrisse al suo discepolo Timoteo: "Dio desidera che tutti gli uomini siano salvati e che arrivino a conoscere la verità" (1 Tim. 2,4). La verità che salva è solo Gesù Cristo, il Redentore, il Mediatore tra Dio e l'uomo, l'unico e definitivo Rivelatore del destino soprannaturale dell'uomo... Infatti, se manca l'unità nella fede, chi e cosa viene proclamato? [7]

 

 

Il destino dei non cristiani

 

            Nel considerare il comando imperativo di Cristo di predicare il vangelo ad ogni creatura, sorge una domanda inquietante: quale sarà il destino di chi non ha mai ascoltato il vangelo, nonostante tutti i nostri sforzi?

 

            L'insegnamento della Scrittura sull'argomento è in gran parte contenuto nei primi due capitoli dell'Epistola ai Romani. Esso è ben riassunto e spiegato nel documento fondamentale del Concilio Vaticano II - La Costituzione della Chiesa.

 

     Possono raggiungere la salvezza eterna anche coloro che, senza loro colpa, non conoscono il vangelo di Cristo e della Sua Chiesa e che tuttavia cercano sinceramente Dio e, mossi dalla grazia, si sforzano per mezzo delle loro azioni di fare la Sua volontà per quanto essa è loro conosciuta mediante i dettami della coscienza. Né la divina Provvidenza nega l'aiuto necessario alla salvezza di quelli che, senza loro colpa, non sono ancora giunti ad una conoscenza esplicita di Dio, ma che si sforzano di vivere una vita buona, per merito della Sua grazia. Qualsiasi bontà e verità si trovi tra loro, è considerata dalla Chiesa come una preparazione al vangelo. Considera quelle qualità come dono di Colui che illumina tutti gli uomini perché infine possano avere la vita.

     Ma gli uomini assai spesso, ingannati dal Maligno, sono stati intrappolati in ragionamenti inutili ed hanno scambiato la verità di Dio per una menzogna, servendo le creature anziché il Creatore (cf. Rom. 1,21; 25). Oppure ve ne sono alcuni che, vivendo e morendo in un mondo senza Dio, sono esposti alla disperazione totale. Di conseguenza, al fine di promuovere la gloria di Dio e procurare la salvezza di tutti quegli uomini, memori del comando del Signore: "Predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc. 16,16), la Chiesa promuove scrupolosamente la propria opera missionaria.[8]

 

            É quindi possibile che, persone che non hanno mai ascoltato il vangelo, siano salvate, ma solo in determinate condizioni: che la loro ignoranza del vangelo non sia da attribuire a una loro colpa; che esse cerchino Dio con sincerità e che cerchino di corrispondere alla Sua volontà per quanto la conoscono, aiutate dalla Sua grazia. Il Concilio tuttavia - e la Scrittura - indicano realisticamente che di solito queste condizioni possono non essere soddisfatte. Di fatto, vaste porzioni della razza umana all'apparenza si trovano in condizione di schiavitù al peccato, ingannate da Satana e nel bisogno disperato della liberazione portata dal vangelo. Così, mentre è possibile che persone che non hanno mai ascoltato il vangelo si salvino per la grazia di Dio, e anche in quel caso in virtù della morte e risurrezione di Cristo, una cosa simile siamo ben lungi dal presumerla. L'ascolto del vangelo è di grande vantaggio per ognuno, ed è imperativo che quanti lo conoscono lo predichino agli altri.

 

            É in discussione la nostra obbedienza ad un comando esplicito e solenne di Cristo, ripetuto dagli apostoli e riaffermato dalla tradizione autentica della Chiesa attraverso i secoli. L'appigliarsi a ipotesi teologiche che si allontanano da questa obbedienza mette a repentaglio la nostra salvezza personale. Dopo aver fatto rilevare che Dio, nella Sua misericordia, dà una possibilità di salvezza a quanti non hanno ascoltato il vangelo, Paolo VI chiese: "E noi, possiamo guadagnarci la salvezza se per nostra negligenza, per paura o per vergogna... oppure come risultato di idee false, omettiamo di predicare il vangelo?"[9]

 

            Una mentalità che non aspiri alla conversione esplicita, che consideri l'opera missionaria cristiana principalmente ed esclusivamente quella di aiutare la gente a migliorare il loro destino di esseri umani o di aiutarli a diventare dei credenti migliori in religioni non cristiane - è solo una parodia del vangelo. Questa mentalità distorce grossolanamente il Vaticano II e tradisce la cecità verso l'essenza della Buona Novella di salvezza.

 

            Nelle affermazioni assolute di Cristo non c'è niente di cui vergognarsi. Non sono irragionevoli o sleali, come pare pensino oggi molti cristiani. Le affermazioni di Cristo sono misericordiose. Per loro mezzo, la straripante misericordia di Dio ci dona un salvatore capace di adempiere a tutto quanto è richiesto per la salvezza della razza umana. Rappresentano la verità misericordiosa, e dovremmo accoglierle con gioia.

 

            Lamentarsi che Dio non ci abbia dato un altro salvatore, o una dozzina di salvatori, o una scelta di salvatori, è non cogliere l'essenza della nostra vera situazione. Ribellarsi davanti all'affermazione che Gesù è il solo mezzo mediante il quale la razza umana può essere salvata è rischiare di perdere l'ultima chance per un nuovo inizio. La razza umana rifiutò la prima occasione di vivere un'esistenza di grazia. Il fatto di voler metter a confronto il nostro senso di ciò che è giusto e leale contro il senso di Dio di ciò che è giusto e leale, è il segnale della ribellione che richiede pentimento, della malattia che richiede guarigione. La Parola si è fatta carne ed ha abitato in mezzo a noi proprio a questo scopo - espiare la nostra ribellione, renderci possibile il pentimento e guarire la nostra condizione di uomini decaduti.

 

            Per il fatto che il dono di Dio in Cristo Gesù è talmente grande, e la redenzione che ci ha offerto è tanto perfettamente e potentemente appropriata, le conseguenze dell'accettare o respingere tutto ciò sono enormi: "Allora Egli disse loro: 'Andate in tutto il mondo e proclamate la buona novella a tutte le creature. Chi crederà ed accetterà il battesimo, sarà salvo; chi si rifiuterà di credere sarà condannato" (Mc. 16,15-16).

 

            La Scrittura e la tradizione della Chiesa non ci dicono tutto quello che ci piacerebbe sapere su come Dio tratterà gli esseri umani. Le Sue vie non sono le nostre. Non è necessario che la nostra curiosità su ogni cosa venga soddisfatta. Ma due cose sappiamo con assoluta certezza: che non vi è salvezza in nessun altro al di fuori di Gesù; e che noi abbiamo la responsabilità di predicare con chiarezza e fiducia questa buona novella ad ogni creatura.

 

 



[1] LOR (3 Dicembre, 1979), p. 16, discorso ai membri dell'Unione Italiana dei Docenti Secondari, 3 Novembre, 1979.

[2] Dichiarazione della Relazione della Chiesa alle Religioni Non Cristiane, 2, Documenti del Vaticano II, ed. Walter M.

Abbot, S.J., (New York: America Press, 1966), p. 662.

[3] Decreto sull'Attività Missionaria della Chiesa, 7, Documenti del Vaticano II, p. 593.

[4] Vedi, ad esempio, 1 Cor. 15,24-28; Ef. 1,9-10; Col. 1,15-20).

[5] LOR (18 Giugno, 1979), p.10, discorso a undici vescovi dell'India, 31 Maggio, 1979.  

[6] LOR (14 Maggio, 1979), p.9, discorso ai vescovi dell'India, 5 Maggio, 1979.

[7] LOR (26 Novembre, 1979), p.3, dalla messa per la Domenica Mondiale per le Missioni, 20 Ottobre, 1979.

[8] Costituzione Dogmatica della Chiesa, 16, Documenti del Vaticano II p. 35.

[9] Evangelii Nuntiandi, 80, (Washington D.C.: United States Catholic Conference Publications Office), p. 63, Ufficio

1976), p. 63.

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