capitolo quindicesimo UNITÀ, DIVISIONE E LA SPADA DELLO SPIRITO

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:49

chiesa e rinnovamento

capitolo quindicesimo

UNITÀ, DIVISIONE

 

E LA SPADA DELLO SPIRITO

 

 

 

Negli anni recenti siamo arrivati a vedere che la maggior parte delle divisioni storiche tra le Chiese Cristiane sono state provocate da pressioni che provenivano dal mondo, e in particolare da pressioni di tipo politico ed economico e dall'opera di Satana. Tali divisioni non sono state in primo luogo "guidate dallo Spirito." Papi, patriarchi e leader delle varie denominazioni hanno riconosciuto che tutte le parti in causa nelle divisioni esistenti tra le Chiese Cristiane condividono la responsabilità di quelle stesse divisioni. Ci siamo resi conto dell'impatto del ruolo svolto dai problemi della comunicazione, dalle incomprensioni e malintesi e dall'orgoglio, e siamo determinati al massimo a non provocare ulteriori divisioni o a perpetuare in eterno quelle già esistenti.

 

            Questo lodevole obiettivo tuttavia, ha portato alcuni leader delle Chiese a ricercare l'unità "ad ogni costo" - persino al costo dell'infedeltà alle verità cristiane centrali. Tale tendenza è emersa all'interno del più vasto movimento ecumenico, così come all'interno di Chiese particolari, inclusa la Chiesa Cattolica.

 

            Il Consiglio Mondiale delle Chiese, l'associazione centrale del più vasto movimento ecumenico, è stato caratterizzato dalla tendenza tra i suoi membri a minimizzare le differenze riguardanti la verità cristiana esistente in mezzo a loro, a favore della possibilità di collaborare nel campo sociale e politico. L'enfasi sulla "pluralità di espressioni della fede cristiana" ha talvolta portato a far conciliare metodi contraddittori di interpretare la verità cristiana che si escludevano a vicenda. Talvolta l'immagine della Chiesa viene proiettata come una raccolta di persone con credenze diverse - incluse quelle che si attengono ad interpretazioni ortodosse e non ortodosse della verità di base - ma unite nell'adesione a particolari valori economici e politici.

 

            La mancanza in alcune Chiese di un sicuro fondamento di verità verso cui la Chiesa Cattolica ha dedicato la maggior parte del suo impegno ecumenico, ha portato alcuni analisti cattolici a consigliare una nuova messa a fuoco sull'impegno ecumenico. Avery Dulles, un prominente teologo cattolico coinvolto nell'impegno ecumenico, ha lanciato un avvertimento contro quella che egli chiama "infedeltà segreta" - il profondo adattamento alla cultura secolare contemporanea che ora caratterizza molte Chiese impegnate nei dialoghi ecumenici ufficiali:

 

Il movimento ecumenico ufficiale, così com'è rappresentato dal Consiglio Mondiale delle Chiese e da molti consigli regionali e locali, ha largamente rinunziato al compito di affrontare il nuovo paganesimo. L'ecumenismo teologico, così com'è rappresentato dalle consultazioni bilaterali, si è concentrato su problemi dottrinali speciali sorti dalle divisioni dell'undicesimo e sedicesimo secolo. Nessuna di queste due correnti principali dell'ecumenismo manifesta alcun segno di rivolgersi all'imponente, problema posto a tutte le Chiese, dalle rampanti filosofie dell'immanentismo, dall'umanesimo, del secolarismo, dello psicologismo e sociologismo nella nostra epoca - un movimento convergente che non lascia spazio al trascendente, fatta eccezione per una specie di "esperienza" psicologica "record".[1]

 

            James Hitchcock, altro eminente pensatore cattolico, avverte che in molte delle maggiori Chiese protestanti l'erosione della fede ortodossa può richiedere un cambiamento della strategia ecumenica cattolica. La Chiesa cattolica, egli dice, forse dovrebbe prestare maggiore attenzione al segmento pentecostale ed evangelico del cristianesimo mondiale. L'esplorazione di quanto cattolici e protestanti evangelici hanno in comune sulla dottrina di base potrebbe risultare in una collaborazione più proficua per contrapporsi all'insidia della verità di base, oggi in atto nelle maggiori Chiese cristiane e nella società in generale.

 

     Il vero compito ecumenico, che presenta sia le maggiori difficoltà sia, probabilmente, le più grandi ricompense, consiste nell'iniziare le esplorazioni con i gruppi protestanti chiamati in genere evangelici. Qui si trovano le difficoltà maggiori, perché questi gruppi prendono molto sul serio le loro credenze e non arriveranno a facili compromessi. Tuttavia, proprio qui si possono anche trovare le maggiori soddisfazioni...

     In mancanza di veri accordi dottrinali, questo nuovo tipo di dialogo ecumenico potrà essere particolarmente fecondo nei termini di una rinvigorita influenza cristiana nei confronti della cultura americana - l'insistenza che le credenze ed i principi morali cristiani siano trattati con rispetto e che sia loro dato il dovuto peso nella formulazione della politica pubblica.[2]

 

            Harry Blamires, un commentatore anglicano, oggi vede nel cristianesimo un nuovo allineamento che trascende tutte le vecchie divisioni. Egli sostiene che quasi tutte le maggiori Chiese sono divise in due settori: quelle che si attengono alla fede biblica secondo l'interpretazione dei suoi punti fondamentali fatta attraverso i secoli, e quelle che vogliono "conformarsi" e "reinterpretare" il cristianesimo, per metterlo al servizio delle cause e delle ideologie contemporanee. Egli rileva che si potrebbe sviluppare una nuova situazione ecumenica in cui, ai cristiani di molte Chiese assai diverse, potrebbe essere possibile sostenersi ed incoraggiarsi a vicenda nella battaglia in difesa del nucleo centrale della verità cristiana.

 

Oggi noi cristiani, provenienti da qualsiasi esperienza confessionale, persino all'interno delle nostre associazioni cristiane siamo circondati da secolarizzatori attivi del pensiero e della vita. Al fine di radunare attraverso le barriere denominazionali tutti coloro che si sono impegnati totalmente, è indispensabile un riallineamento all'interno dei loro sistemi intellettuali, a favore delle implicazioni di una fede la cui centrale elettrica sta oltre il tempo e il cambiamento. Esso deve radunare queste persone in una resistenza di tipo falansterio (gruppo di persone unite da uno scopo comune) ad ogni movimento che miri a sradicare la fede dalle sue basi eterne e a derubarla della sua essenza soprannaturale. In qualunque opera buona noi cristiani possiamo coinvolgerci - e più sono e meglio è: non vi è problema al riguardo - noi le intraprendiamo trasportati da una marea di ispirazione e di zelo che sommerge le ben note pietre miliari della misura secolare; perché la sua origine e la sua sorgente è un costato ferito.[3]

 

            A partire dal Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha posto l'enfasi sull'unità, e si è impegnata ufficialmente a ricercarla presso le Chiese cristiane divise. Allo stesso tempo essa ha chiarito che quest'unità desiderata, voluta da Cristo, deve basarsi su un'adesione comune alla Sua verità. L'insistenza che l'unità fosse basata sulla verità ha incontrato ostilità da parte di molti cristiani che vorrebbero offuscare la distinzione tra Chiesa e mondo, per servirsi del cristianesimo quale vago fautore di unità, in un miscuglio sincretistico di religioni del mondo al servizio delle ideologie politiche. Nei capitoli precedenti di questo libro abbiamo visto fino a quale profondità si estende questo dispendio di energie e in quale modo esplicito viene perseguito.[4]

 

            É importante vedere con chiarezza che la verità non solo unisce, ma divide. La verità unisce quelli che vi aderiscono e divide i suoi seguaci da quelli che la rifiutano. Nel cristianesimo vi sono divisioni affatto necessarie e che dovremmo far di tutto per evitare - divisioni fondate su malintesi ed incomprensioni e sulla cattiva comunicazione, sulle opere della carne, le influenze del mondo, e sulla strategia del maligno. Eppure, se non dobbiamo arrenderci all'infedeltà alcune divisioni sono necessarie. Noi che condividiamo parte della responsabilità per il futuro del cristianesimo, e più in particolare della Chiesa Cattolica, dobbiamo rendercene conto.

 

            In ogni generazione, la presentazione fedele di Gesù Lo mostra come "segno di contraddizione" (Lc 2,3), una pietra d'inciampo (! Cor 1,23; 1 Pt 2,11), l'occasione per la "caduta e la risurrezione di molti" (Lc 2,34). Gesù è venuto sia per unire che per dividere la razza umana. La volontà di Dio è che tutti si salvino, ma alcuni, e forse molti, possono rifiutare la volontà di Dio: queste persone saranno divise per sempre da Dio e da quanti Gli obbediscono.

 

            Mantenere oggi nella Chiesa gli standard di moralità e di fede conformi alla Scrittura, in ogni campo della sua opera e della sua vita, è una responsabilità solenne, non facilmente adempibile e tuttavia giudicata severamente. La salvezza del mondo dipende dal fatto che siano fedelmente portate a compimento. Il dolore della disunione è inferiore a quello dell'infedeltà.

 

            Come ho cercato di rendere chiaro in questo libro, oggi nella Chiesa Cattolica vi è una grave crisi di verità, una crisi che colpisce proprio le sue fondamenta al centro del messaggio evangelico di salvezza e di redenzione. É arrivato il momento in cui "la spada dello Spirito, la parola di Dio" compia la sua opera. "Più tagliente di una spada a due tagli", la Parola di Dio deve essere proclamata, e deve ricevere una risposta. Quando ciò accadrà si produrranno divisioni; nel nostro cuore la spada dello Spirito dividerà il vero dal falso, l'impuro dal puro; la stessa cosa accadrà nelle nostre famiglie, parrocchie, seminari, diocesi e relazioni ecumeniche.

 

            Abbiamo bisogno di essere ancora una volta lavati, "purificati" (Gv 15,3), "consacrati alla verità" (Gv 17,17) per mezzo del ministero potente della parola di Dio, proclamata nella sua purezza e nella sua potenza. Allora potremo vedere restaurata la nostra relazione con Dio e con i fratelli, e sarà proprio questo a rivelare al mondo in modo reale ed autentico che Gesù è venuto dal Padre, che Egli contiene in Sé le parole di vita e che è proprio Lui la porta per entrare in cielo.

 

            Mentre è proclamato Gesù ed è annunziata la Parola di Verità nella potenza dello Spirito Santo, coloro che risponderanno sperimenteranno una pace e un'unità profonda. Tuttavia, chi continuerà nella disobbedienza soffrirà divisioni, guerre e ostilità. L'ostilità rivolta contro i seguaci di Dio si farà sempre più profonda e feroce. Nel frattempo tuttavia, aumenteranno lo splendore e il potere della luce, della potenza e della gloria del suo corpo. Ciò che per errore era tenuto separato tornerà ad essere unito, e ciò che per errore era unito sarà separato. Vedremo la verità della descrizione di Ireneo dell'umanità come formata da due razze distinte, con destini divergenti per l'eternità. Ogni uomo o donna sceglierà una di queste due forze opposte. Chi si è raccolto sotto la bandiera di Cristo sarà più sicuro della propria identità e del motivo per cui sta lavorando; forse sarà la stessa cosa per quelli che si sono radunati sotto la bandiera di Satana.

 

            Per descrivere i due gruppi di persone che esisteranno alla venuta del Signore, la Scrittura si serve dell'immagine di due donne: una prostituta, la "puttana di Babilonia" - ribelle, incapace di sottomettersi, orgogliosa e lussuriosa, esecutrice di ogni follia, seduttrice degli empi, persecutrice di Cristo e del suo Corpo, "ubriaca del sangue dei santi" (Ap 17,18). L'altra, una sposa, è "pura e radiosa," pronta ad incontrare lo sposo che è Cristo il Signore (Ap 21). É un'immagine della Chiesa, purificata e resa santa, che realizza la promessa e la preghiera di Maria, ella stessa immagine e prefigurazione del nostro destino, colei la cui progenie - Gesù - promessa da tanto tempo nella Genesi, doveva schiacciare la testa a Satana. E Gesù lo ha fatto. E lo farà.

 

            Negli anni a venire, tutte le nostre decisioni personali contribuiranno al risultato di quanto si sta dispiegando nella Chiesa e nel mondo. Sulla nostra fedeltà, il nostro coraggio, la nostra obbedienza a Cristo nostro Signore, alla Sua Parola e alla sua Chiesa si fondano gli sviluppi di conseguenze enormi.

 

            In un discorso ad un gruppo di responsabili della formazione di seminaristi, Giovanni Paolo II ha indicato ciò che egli ritiene ci aspetti negli anni a venire. Mentre le sue parole erano rivolge in modo specifico ai rettori di seminari, io credo che possano essere applicate a tutti noi; ho indicato questo nelle mie aggiunte parentetiche. Le seguenti parole riassumono in modo succinto il messaggio di questo libro:

 

     In una parola, la prima priorità dei seminari [la Chiesa] è oggi quella di insegnare la Parola di Dio in tutta la sua purezza ed integrità, con tutte le sue esigenze e la sua potenza. La Parola di Dio - e solo la Parola di Dio - è la base di ogni ministero, di ogni attività pastorale, di ogni azione sacerdotale [cristiana] ....

     Negli anni a venire noi tutti dobbiamo lavorare alla purificazione della Chiesa, secondo il Vangelo, e seguendo le direttive del Concilio Vaticano Secondo. Così facendo, speriamo di offrire al Salvatore la Sua Chiesa - santa e degna del Suo amore: una Chiesa in cui moltissimi giovani [moltitudini] sono imbevuti del ministero di Cristo e, basando la loro vita sulla Sua Parola, danno se stessi nella generosa preparazione al Suo ministero.[5]

 

Che davvero si realizzino queste parole!

 

 



[1] Avery Dulles, S.J., "Unmasking Secret Infidelities," Against the World For the World, ed. Peter L. Berger and

Richard J. Neuhaus (New York: Seabury Press, 1976), p. 59.

[2] James Hitchcock, Catholicism and Modernity' (New York: Seabury Press, 1979), p. 231.

[3] Harry Blamires, "The Uprooting of Christianity", Pastoral Renewal (Ottobre 1979), p. 32.

[4]  Vedi le discussioni precedenti su questo argomento al Quarto Capitolo.

[5] LOR (12 Marzo, 1979), p. 10, discorso ai rettori dei seminari Inglese, Scozzese e Maltese, 3 Marzo, 1979.

 
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