capitolo ottavo L'INSIDIA ALLA MORALITÀ SESSUALE

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:36

chiesa e rinnovamento

capitolo ottavo


 

L'INSIDIA ALLA MORALITÀ SESSUALE

 

           

La moralità cristiana sgorga dalle verità fondamentali della creazione e della salvezza comunicate dagli insegnamenti della Scrittura e della Chiesa. Una volta screditate tali verità, o spogliate della loro autorità, anche la moralità viene spostata dal suo fondamento sicuro e messa alla deriva a "dialogare" con la cultura moderna.

 

            La Scrittura dice chiaramente che esiste un legame profondo tra la conoscenza e l'adesione alle verità cristiane di base e il vivere una vita di rettitudine morale. La sorgente della rettitudine è Gesù, e a quanti credono in Lui e osservano la Sua Parola Egli dà la capacità di vivere rettamene per mezzo della potenza dello Spirito Santo.

 

            Il primo capitolo dell'Epistola ai Romani fa rilevare il collegamento esistente tra il respingere le verità fondamentali su Dio, la cecità spirituale e il comportamento morale perverso. Considerate attentamente questo brano: è la chiave per capire perché oggi nel mondo - e nella Chiesa - vi è decadimento e confusione riguardo alle verità fondamentali. 

 

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni spirito irreligioso e perverso degli uomini che, nella loro perversione, impediscono la verità. Infatti, quanto di Dio può essere conosciuto è loro chiaro; Egli stesso l'ha reso chiaro ... Essi sono dunque inescusabili, perché pur conoscendo sicuramente Dio, non lo hanno glorificato come Dio né gli hanno reso grazie; si sono resi stolti con speculazioni inutili, e il loro cuore insensibile è stato oscurato. Mentre si dichiaravano sapienti sono diventati folli ...

Perciò Dio li ha abbandonati alle loro voglie di pratiche impure; si sono impegnati nella reciproca degradazione dei loro corpi, quegli uomini che hanno scambiato la verità di Dio per una menzogna ed hanno adorato e servito la creatura anziché il Creatore - sia Egli benedetto per sempre, amen!

  Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno scambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura, e gli uomini, rinunziando al rapporto naturale con le donne, si sono accesi di passione gli uni per gli altri. Hanno commesso atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la penalità che si addiceva alla loro perversità. E poiché non hanno ritenuto opportuno riconoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balia del loro senso depravato, e commettono ciò che è indegno. Sono colmi d'ogni sorta di cattiveria, di malizia di avidità, di cattiva volontà, d'invidia, di omicidio, di litigio, di inganno e di scaltrezza. Sono diffamatori e maldicenti, odiano Dio e sono insolenti, altezzosi, ingegnosi nel fare il male e ribelli verso i genitori. Si vedono in loro uomini senza coscienza, lealtà, affetto, e senza pietà. E pur conoscendo il giusto decreto di Dio che tutti quelli che fanno cose simili meritano la morte, essi non solo le fanno, ma approvano chi le fa! (Rm 1,18-19; 20-22; 24-32).

 

            Paolo mette in evidenza la connessione esistente tra il rifiuto di riconoscere Dio e di ubbidirgli e la successiva degenerazione della moralità. La falsa adorazione, l'orgoglio della propria sapienza e la futile speculazione provocano la cecità spirituale. Ciò assoggetta l'uomo agli stimoli degradanti e distruttivi della sua natura caduta - in particolare nel campo del sesso, di espressioni particolarmente perverse della sessualità inclusa l'omosessualità, ma anche nella ribellione e in una generale mancanza di lealtà di e dignità umana. Le persone precipitate in una simile cecità spirituale e decadimento morale non solo commettono esse stesse gravi peccati, ma incoraggiano gli altri a fare altrettanto.

 

            Questo passo tratto da Romani descrive con notevole accuratezza la nostra situazione odierna. Di particolare interesse è il collegamento esistente tra il respingere la verità di Dio e la sessualità disordinata. La nostra identità sessuale di maschi e femmine è una dimensione fondamentale del modo in cui Dio ci ha creati. Così, il rifiuto di Dio risulta logicamente nel respingere anche l'umanità creata a immagine di Dio - maschio e femmina. La ribellione dell'uomo moderno contro Dio è oggi straordinariamente espressa nella ribellione contro l'identità sessuale iniziale che Dio ci ha dato. Il crescente numero di uomini e donne che oggi soffrono di disturbi e risentimenti verso la propria identità sessuale, e che cercano di renderla indistinta o di negarla, è una testimonianza straordinaria del collegamento esistente tra il respingere Dio e il respingere la nostra umanità creata ad immagine di Dio. Il campo della moralità sessuale non è ovviamente l'unico campo importante della moralità cristiana che oggi subisce un attacco, ma in questi tempi si tratta di un attacco particolarmente intenso, e che si può dire ci influenzi quasi tutti. Per questi motivi, vorrei dedicare questo capitolo ad un'analisi approfondita dell'attacco in questo campo.

 

            Se il rifiuto della verità può provocare il decadimento morale, la Scrittura insegna che può funzionare anche nel senso inverso: un disordine morale già esistente in precedenza può essere la causa che induce la gente a respingere la verità, per il solo fatto che vogliono continuare nella loro perversità:

 

Il giudizio di condanna è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce perché le loro azioni erano malvagie. Tutti quelli che praticano il male odiano la luce; non si avvicinano ad essa, perché temono che le loro azioni sarebbero messe allo scoperto" (Gv 3,19-20).

 

            Il solo modo in cui uomini e donne possono essere davvero "se stessi" e sperimentare il pieno potenziale della loro natura creata è quello di vivere in Gesù Cristo, con Lui e per mezzo di Lui. Egli è l'essere umano perfetto, la fonte di guarigione, di restaurazione e di realizzazione degli esseri umani. Un umanesimo che inizi respingendo Gesù, finisce inevitabilmente col respingere anche l'uomo e col tradire la razza umana, dapprima in maniera selettiva, come nell'aborto in molti dei nostri paesi, o nell'eliminazione degli ebrei nella Germania Nazista, ma alla fine in un'oppressione totalitaria di tutta la vita e nel crollo della civiltà. Il solo umanesimo autentico è quello esplicitamente cristiano.

 

            La Parola di Dio è chiara: conoscere Dio e vivere una vita di santità sono cose intimamente collegate alla disposizione sostanziale del nostro "cuore" verso Dio. Quando le verità cristiane fondamentali vengono negate o messe in dubbio, ne segue inevitabilmente il rifiuto della vita di santità e di moralità che tali verità esigono, richiedono e rendono possibile.

 

            Oggi vediamo questo nell'affannosa ricerca da parte di molti cristiani del canone all'interno del canone, del magistero dentro il magistero, del teologo "illuminato", del confessore "sensibile". Ciò accadeva anche ai tempi del Nuovo Testamento. Paolo avvertì Timoteo di restare saldo contro quelli che cercavano "maestri" e "insegnamenti" che si adattassero alle loro fantasie:

 

Ti incarico di predicare la parola, di continuare in questo incarico che ti sia conveniente o meno - correggendo, rimproverando, esortando - insegnando sempre e senza perder mai la pazienza. Perché verrà il tempo in cui la gente non tollererà più la sana dottrina, ma seguendo i propri desideri si circonderà di maestri che solleticheranno le loro orecchie. Smetteranno di ascoltare la verità per vagare nelle loro favole. (2 Tm 4,1-4)

 

            Oggi, tragicamente, alcuni teologi e maestri cristiani possono esser chiamati solo falsi maestri. Inducono i cristiani a peccare e, in alcune situazioni, arrivano persino a considerare il peccato una virtù.

 

 

La sessualità umana

 

 

            Un libro dal titolo: "Sessualità Umana" dà una straordinaria evidenza di come oggi, nella Chiesa, venga sovvertita l'autentica moralità cristiana.[1] Questo studio è particolarmente significativo poiché è stato fatto su incarico della Società Teologica Cattolica americana e pubblicato col suo consenso, anche se il contenuto del libro non è stato necessariamente appoggiato dalla società nel suo complesso. Tutti gli autori avevano - e continuano ad avere - posizioni di responsabilità nei seminari cattolici e nelle facoltà si teologia. Dopo estese verifiche, riguardo a questo scritto, quattro anni dopo la prima pubblicazione non ho trovato nessuna indicazione che qualcuno degli autori abbia ritrattato la sostanza delle proprie idee proposte in questo studio. Il libro fu pubblicato da una casa editrice cattolica gestita da un ordine religioso cattolico. É stato tradotto e pubblicato in altri paesi e continua ad essere largamente usato.

 

            Lo studio asserisce che gli insegnamento della Scrittura, della tradizione e della Chiesa sulla moralità sessuale non possono più essere sufficienti a guidare il comportamento sessuale. Il libro dichiara che, poiché l'uomo moderno si trova ad affrontare situazioni nuove, ed ora conosce molte più cose sulla sessualità di quante non ne conoscessero gli autori della Scrittura, questa diventa solo una delle fonti di immissione delle decisioni morali. Un'altra fonte è costituita dalle scoperte degli "esperti" contemporanei nelle scienze sociali. E dato che la Scrittura e la sua interpretazione e spiegazione autoritaria nella tradizione e nell'insegnamento della Chiesa non sono più sufficienti, sostengono gli autori, l'uomo moderno ha bisogno di una nuova serie di principi per giudicare la moralità del comportamento sessuale.

 

            Quindi gli autori procedono a formulare tali principi.

 

Riteniamo sia giusto chiedersi se un comportamento sessuale specifico realizzi certi valori favorevoli alla crescita creativa e all'integrazione della persona umana. Tra questi valori vorremmo selezionare i seguenti come valori particolarmente significativi:

 

(1) Valori che liberano l'ego. ...

(2) Che arricchiscono gli altri. ...

(3) Onesti ...

(4) Fedeli. ...

(5) Socialmente responsabili. ...

(6) Che servono alla vita. ...

(7) Gioiosi. ...

 

Dove queste qualità prevalgono, si può essere ragionevolmente certi che il comportamento sessuale che li ha prodotti sia integro e morale ... Centrandosi sui molti, splendidi valori della sessualità nel suo complesso ed evitando le categorizzazioni assolute di atti sessuali individuali isolati, si può arrivare ad un metodo assai più sensibile e responsabile di valutare la moralità di partner sessuali o di espressioni sessuali.[2]

 

            Si ha immediatamente il sospetto che tali criteri non siano poi tanto dei" principi morali", quanto degli slogan ambigui che si servono del gergo della scienza sociale moderna. Tali principi, usati in maniera "creativa" e premeditata, riescono praticamente giustificare qualunque comportamento sessuale, perfino quello che la Scrittura e la tradizione considerano chiaramente peccaminoso. Considerate, ad esempio, come gli autori trattano l'adulterio. Dopo una revisione dei motivi per cui i confessori o i consulenti possono disapprovare le relazioni adulterine, gli autori affermano:

 

Questi fatti tuttavia non escludono la possibilità che, talvolta, si possano presentare delle eccezioni, quando per le persone coinvolte tali relazioni possono essere davvero "creative" ed "integrative", e diventare quindi moralmente accettabili. Nel giungere a conclusioni simili nei casi particolari è tuttavia obbligatoria un'estrema cautela.[3]

 

            Con questa scappatoia è possibile giustificare quasi ogni relazione adulterina. Per essere morali, gli adulteri ed i loro confessori devono solo esercitare una "estrema cautela".

 

            L'effetto dei principi morali proposti in "Human Sexuality" è quello di capovolgere la vera autorità del comportamento morale cristiano per sostituirla con l'opinione degli "esperti" secolari. Tali esperti si dimostrano del tutto incapaci di offrire una qualche utile guida morale. Consideriamo tre esempi di questo fallimento dallo stesso libro.

 

            Il primo esempio è la considerazione, da parte degli autori, della moralità di certe pratiche "terapeutiche" oggi comuni nelle "cliniche del sesso", organizzazioni che danno consulenze a persone con difficoltà sessuali. Le terapie delle cliniche del sesso che attirano l'attenzione degli autori sono la pratica della masturbazione e l'impiego di "partner sostituti" per rapporti "terapeutici". Ecco come analizzano l'etica di queste pratiche:

 

Applicando la norma etica adottata in questo studio, e cioè che l'espressione sessuale per essere morale deve essere "creativa e integrativa" per le parti coinvolte, ad una prima riflessione potrebbe sembrare che l'attività sessuale prescritta nella terapia responsabile non dovrebbe presentare difficoltà morali. L'auto-stimolazione orientata verso un sano rapporto sessuale rientra senza difficoltà nella norma. I partner sessuali davvero intenti ad essere il mezzo per rendere l'altro completo e capace di avere una relazione sessuale col proprio amato o amata pare si impegnino anche nell'uso morale del sesso genitale. In teoria, ciò sarebbe valido sia che si tratti di coppie sposate, di amanti non sposati, oppure di partner sostituti o volontari di pazienti non sposati. In realtà tuttavia, all'interno della comunità scientifica sperimentata esiste il grave dubbio se i "supplenti" sessuali aiutino davvero a superare, con una qualche efficacia, le difficoltà sessuali che affliggono una relazione esistente. Il loro impiego, infatti, rischia di indebolire ulteriormente una relazione dolorosa. Non essendo affatto chiaro che l'uso dei sostituti sia necessario neppure per raggiungere il limitato obiettivo dell'erezione erotica, e che anzi questi possono essere controproducenti per raggiungere gli obiettivi terapeutici a lungo termine di guarire una disfunzione sessuale nel contesto di una relazione umana specifica, l'uso dei supplenti non appare a questo punto moralmente giustificato.[4] 

 

            Gli autori considerano anche la moralità dei terapisti impegnati nell'attività sessuale "terapeutica" con i propri pazienti:

 

     Pare che la pratica non sia insolita e viene difesa da alcuni psichiatri e dai terapisti laici. Ufficialmente, le società professionali continuano a condannarla per motivi legali, di fiducia pubblica e di efficacia della terapia. (L'Associazione Psichiatrica Americana la proibisce chiaramente. Tuttavia, il codice etico dell'Associazione Psicologica Americana non la menziona e, in occasione della convenzione dell'associazione del 1975, la decisione di proibire l'attività sessuale con i clienti non fu approvata).

     Applicando le norme adottate in questo studio, dovremmo affermare che in un caso ipotetico in cui l'espressione erotica tra terapista e paziente risulti di fatto nel rendere integro il paziente, senza danneggiare l'altra relazione di terapista e paziente, tale coinvolgimento diretto del terapista potrebbe essere morale. La stragrande maggioranza dei professionisti in questo campo tuttavia nega la possibilità di un risultato simile. Il fardello, quindi, graverebbe sul terapista, che dovrebbe giustificare moralmente i rischi attinenti a tale pratica, considerando le dimensioni individuali e sociali in ciascun caso."[5]

 

            Gli autori discutono anche le forme specifiche di adulterio riguardanti le relazioni sessuali "a tre" e "lo scambio del compagno":

 

Oggi si scrive molto su questa dimensione dell'esperienza sessuale. Alcuni autori hanno sostenuto che questa forma di interrelazioni umane è una risposta realmente cristiana ai problemi e alle necessità di gruppi particolari della società, come gli anziani e chi è "infelicemente single" ... Come già detto, i dati empirici non garantiscono ancora nessuna conclusione reale sugli effetti di tale comportamento, in particolare se si considera la lunga scadenza. L'insegnamento cattolico tradizionale considera tutti quei casi ingiustificabili, contrari alla natura e allo scopo del matrimonio. Altri potrebbero riconoscere, almeno in teoria, la possibilità che una tale sistemazione potrebbe appoggiare i principi dello sviluppo umano autentico e della completa integrazione. In pratica tuttavia, tali relazioni pare siano in contraddizione con molte delle caratteristiche della sana relazione sessuale e, soprattutto, compromettono la "fedeltà di alleanza" presentata come ideale nella Scrittura. Così, mentre restiamo aperti ad ulteriori evidenze da parte delle scienze empiriche, sollecitiamo la più grande cautela in tutti questi argomenti, nel timore che compromettano lo sviluppo e l'integrazione, tanto necessari nell'attività umana.[6]

 

            Notate il metodo di analisi di tutti e tre questi casi. Gli autori riconoscono che la Scrittura e la tradizione li considererebbero casi di fornicazione o di adulterio - proibiti dalla Parola di Dio. Eppure, queste opinioni morali del cristiano tradizionale per i moralisti non sono che un elemento da considerare. Ne risulta quindi che si tratta di un elemento subordinato. Il criteri decisivi per giudicare la moralità del comportamento sessuale sono le opinioni dei "professionisti nel campo" e le "attestazioni" provenienti "dalle scienze empiriche".

 

            Uno dei molti problemi in questa scelta dei criteri è il fatto che rare volte gli scienziati considerano una questione definitivamente chiusa; e gli scienziati sociali non lo fanno quasi mai. La natura del metodo scientifico costringe gli scienziati a restare eternamente aperti a nuovi dati, ad ammettere sempre la possibilità di un'eccezione. Nel campo della moralità sessuale, un approccio simile finisce per sovvertire la Parola di Dio.

 

            Tuttavia, gli autori di Human Sexuality, dalla loro posizione di docenti presso i seminari cattolici e le facoltà di teologia, continuano a formare i sacerdoti e gli istruttori religiosi del futuro. Il loro libro continua ad essere distribuito dall'editore cattolico e un gran numero di cattolici, nell'affrontare il comportamento sessuale, sono stati influenzati sia dal libro, sia dal pensiero divulgato che esso rappresenta.

 

            É interessante notare che uno degli autori di Human Sexuality, poco prima della sua pubblicazione, pubblicò un articolo in cui attaccava Papa Paolo VI e il rinnovamento carismatico perché riaffermavano l'esistenza del diavolo e la presenza della sua opera sia nel mondo sia nella Chiesa.[7] É sorprendente notare quanto poco sia considerata la realtà di Satana e del suo modo di agire in quello che oggi può esser solo definito come falso insegnamento ed immoralità nella Chiesa. La Scrittura lo considera un campo di attività e di influenza diabolica "par excellence".

 

Lo Spirito chiaramente dice che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede e ascolteranno spiriti di inganno e cose insegnate da demoni per mezzo di impostori plausibili. (1 Tim. 4,1-2a)

 

            Le idee contenute in Human Sexuality e negli articoli e lezioni di quel genere stanno facendosi strada nella vita generale della Chiesa Cattolica.[8] Un articolo scritto da un "consulente cattolico per la soluzione di matrimoni e divorzi" ha segnalato che la proibizione da parte della Chiesa dell'attività sessuale alle persone divorziate non era "adatta" alla "esperienza" dei sei milioni di cattolici americani divorziati:

 

(Ai cattolici divorziati) non si può dire che il rapporto sessuale è un modo sbagliato di amare. Lo sanno meglio loro. Sanno che il rapporto, unito all'amore, può arricchire e rendere stabili - anche al di fuori del matrimonio ... I più maturi tra loro non rifiutano l'aiuto a prendere decisioni, ma non lasceranno tali decisioni ad un'altra persona o istituzione, in particolare se la posizione dichiarata da quell'istituzione si dimostra poco pertinente con la loro esperienza.[9]

 

L'autore attribuisce questa rivoluzione negli atteggiamenti dei cattolici al "Vaticano II - con la sua profonda enfasi sul ruolo della coscienza cristiana individuale e informata e, in senso negativo, alla Humanae Vitae." Il risultato?: "I fedeli cattolici, tranquillamente e senza troppi indugi, rifiutano il controllo del magistero non solo sulle loro relazioni sessuali, ma anche sul significato del matrimonio cristiano."[10]

 

            Questo articolo illustra la distorsione ormai nota dell'insegnamento del Vaticano II, e in questo caso l'insegnamento del Concilio sulla libertà religiosa e sul ruolo della "coscienza individuale". Il Concilio in realtà ha insegnato che i cattolici sono tenuti a formare la propria coscienza attraverso l'insegnamento della Chiesa e devono dare il loro "consenso religioso" a quegli insegnamenti, ossia accettarli incondizionatamente.[11]  Ed è proprio questo il significato dell'essere cattolici. Dobbiamo conformare la nostra mente a quella di Cristo, non a quella del mondo. Dobbiamo "imprigionare ogni pensiero per renderlo obbediente a Cristo" in accordo con la Chiesa, interprete autentica della Sua Parola (Rom. 12,2; 2 Cor. 10,5).

 

            L'articolo illustra anche la manipolazione dell'opinione pubblica, diventata comune nei mezzi di comunicazione cattolici. Nel vocabolario di quest'autore, l'atteggiamento ribelle verso l'autorità è considerato "maturità". L'insinuazione implica che quanti obbediscono all'insegnamento della Chiesa devono essere degli immaturi, degli stupidi o dei male informati.

 

            Persino peggiori sono gli effetti della totale, errata interpretazione da parte dei media dell'insegnamento della Chiesa e delle opinioni dei suoi funzionari. Quei cattolici che non hanno realmente studiato i documenti del Concilio e le Scritture, per le informazioni su queste cose dipendono per lo più dai media. Il fatto è che il Concilio non ha affatto insegnato ciò che molti nei media sostengono. Considerate ad esempio il modo in cui questo "Consulente cattolico per la soluzione di matrimoni e divorzi" ha descritto l'accoglienza da parte della Chiesa del libro Human Sexuality:

 

Forse, il punto in cui la chiesa docente si è maggiormente avvicinata, in pubblico, alla discussione aperta dell'attività sessuale al di fuori del matrimonio, si trova su: Human Sexuality (Paulist Press), lo studio commissionato, ma non approvato, dalla Società Teologica Americana. Le sue scoperte, ripudiate da alcuni della gerarchia, sono state accolte con gran sollievo da molti preti coinvolti nelle consulenze.[12]

 

Senza fare una dichiarazione esplicitamente falsa, questo autore trasmette la falsa impressione che i membri più responsabili della Chiesa Cattolica Americana in generale abbiano fatto buona accoglienza al libro Human Sexuality. Al contrario invece, molti sono rimasti scioccati dal quel libro. L'autore non menziona che il Comitato dei Vescovi Americani sulla Dottrina ha ripudiato il libro e ha compilato una dichiarazione dettagliata che ne sottolineava le numerose deficienze. Da parte sua, il Vaticano ha lodato i vescovi americani per aver chiarito la propria posizione sulle verità cristiane in discussione. In più, il Vaticano ha dato voce alla propria apprensione:

 

Allo stesso tempo, la Congregazione non può mancare di dar rilievo alla propria inquietudine per il fatto che un'insigne società di teologi cattolici abbia predisposto la pubblicazione di questa relazione in modo tale da permettere una vasta distribuzione degli errati principi e conclusioni di questo libro, e di fornire in tal modo una fonte di confusione tra il popolo di Dio.[13]

 

            È tato un modo educato di esprimere lo sconvolgimento di fronte a quanto stava accadendo tra certi teologi morali cattolici.

 
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:36

Davvero i teologi morali corrompono la gioventù?

 

                        A dire il vero il Dr. Ralph McInerny, filosofo cattolico di tutto rispetto presso l'Università di Notre Dame, scrisse un articolo intitolato: "Davvero i teologi morali corrompono la gioventù?" Descrisse in qual  modo la Dichiarazione del Vaticano del 1976 sulla moralità sessuale,[14] documento che riafferma l'insegnamento della Scrittura e della tradizione sull'argomento, fu accolta presso quella università che è forse la più prestigiosa università cattolica degli Stati Uniti:

 

Nonostante stessi discutendo un importante documento proveniente da Roma, si avvertiva la generale tendenza a pensare che, sia la chiesa, sia la scrittura o entrambe, non abbiano condannato il tipo di condotta menzionato oppure, se l'una o l'altra l'hanno fatto, è stato sulla base di un'interpretazione primitiva dell'esistenza umana, ormai superata da tempo da giganti intellettuali come noi.[15]

 

McInerny definisce Human Sexuality un documento "scandaloso", "confuso" e "bizzarro," ma rileva che viene preso sul serio. Fa notare che a Notre Dame il libro viene usato per razionalizzare il peccato:

 

Alcuni mesi fa un omosessuale che si professava tale, in una serie di articoli sul giornale degli studenti di Notre Dame evocò questo libro, ed era chiarissimo che ne traeva consolazione e approvazione, e che ne è rimasto corroborato. Se gli autori non riuscirono a prevedere che evidentemente stavano dando carta bianca non solo agli omosessuali come individui, ma all'ideologia omosessuale, allora non sono in grado di capire neppure le loro stesse parole. Ovviamente, non ho proposto che si tirassero indietro da una simile apparente approvazione ... Se nelle questioni morali la salda dottrina non costituisce garanzia di buona condotta, è certamente vero che quando le sorgenti della dottrina sono avvelenate, la cattiva condotta diventa inevitabile. Oggigiorno, quando la chiara dottrina della Chiesa viene infangata e confusa dai teologi che pretendono di parlare in suo nome, corriamo il rischio di adottare la moralità pagana del mondo come se fosse la realizzazione dell'ideale cristiano.

   Fa pensare alle macine.[16]

 

            McInerny fa un punto cruciale, un punto che deve restarci fisso davanti alla mente quando esaminiamo la crisi di verità nella Chiesa cattolica. Il punto è che le idee velenose contenute in libri come Human Sexuality, hanno le conseguenze pratiche più gravi possibili. Mettono a repentaglio la salvezza di milioni di cattolici. Qui non si tratta di idee interessanti, plausibili o non plausibili, forse vere o forse false, da analizzare con comodo in un seminario di laureati in teologia morale. Sono idee potenti che portano l'uomo a peccare. Vengono usate per giustificare la contraccezione, la masturbazione, la fornicazione, l'adulterio, il divorzio, l'omosessualità, l'aborto e altre distorsioni del piano di Dio per la sessualità secondo quanto rivelato nella Scrittura, testimoniato nella tradizione e riaffermato dal papa e dai vescovi che oggi insegnano in unione con lui.

 

            Il relativismo morale sempre più caldeggiato è spesso una forte componente dei programmi ufficiali di addestramento, dei lavori e seminari messi in piedi per "corredare gli educatori religiosi".  Caratteristico è il consiglio ricevuto da 1200 educatori religiosi da parte di un maturo oratore:

 

Nel nostro insegnamento morale dobbiamo dare spazio alla diversità... Onestà significa che la teologia è esercizio dell'intelletto, non della volontà. Non possiamo aspettarci che tutti siano uniformi in ciò che credono o dicono sulle questioni morali... [La Chiesa] dovrebbe entrare in una conversazione non per dire l'ultima parola, ma una delle parole che aiuteranno a scoprire la verità... La cosa importante riguardo alla moralità è essere con la gente quando prende decisioni e quando sbaglia.[17]

 

            Non vi è alcun dubbio che le idee morali velenose non sono limitate alle università e ai seminari per laureati: spesso oggi si possono ascoltare anche nella vita cattolica. Ad esempio, un numero della rivista Today's Parish, giornale popolare destinato ai laici impegnati, conteneva due articoli che tributavano lodi all'immoralità.[18] Un articolo, discusso nel secondo capitolo di questo libro, incoraggiava la bisessualità. Un altro promuoveva la legittimità morale dell'omosessualità attiva. Considerate il ragionamento usato in questo articolo per giustificare l'attività omosessuale:

 

Ma la Chiesa non insegna forse che le persone omosessuali attive commettono peccato? Si e no. La Chiesa insegna che il sesso serve ad avere figli. Questa parte del messaggio suona vera come non mai, e come sempre sarà. Ma la Chiesa insegna anche che il sesso è per amare. É per amare nel matrimonio, ed oggi la Chiesa non è poi più così sicura che tutto il sesso al di fuori del matrimonio sia peccato. Lo è di sicuro quando è probabile che sia generata una nuova vita. La gente che gioca col sesso e che poi si ritrova con una gravidanza indesiderata, spesso ricorre all'aborto. È questo il motivo per cui la Chiesa si oppone al sesso fuori del matrimonio - la stabilità familiare per la sicurezza dei figli. È un ottimo motivo, e voi ed io, che siamo la Chiesa, aggrappiamoci ad esso. Ma questo non è un problema quando il sesso avviene tra due persone dello stesso genere... Ma la Bibbia non condanna forse gli atti omosessuali? Sicuramente, e anche con severità. La Genesi condanna gli uomini di Sodoma e Gomorra per aver desiderato scambi sessuali con gli ospiti maschi di Lot - che poi violentarono. Ma non è l'omosessualità del rispetto e del sacrificio reciproco che qui la Scrittura condanna.

  Ma che dire del Levitico e dell'Epistola ai Romani? Non definiscono forse l'omosessualità "un abominio per il Signore"? È vero, ma quel clamore ha un pesante condizionamento culturale ... Bene, ci siamo moltiplicati e abbiamo riempito la terra, e Gesù, il Messia, è già qui. Non potrebbe darsi che il sesso senza figli non sia più un abominio?[19]

 

Questo tipo di congedo gratuito del chiaro insegnamento della Scrittura perché "culturalmente condizionato", e quindi non vincolante, questa "reinterpretazione" della Scrittura per giustificare la condotta immorale, è una parodia della vera dottrina. Qui l'autore distorce grossolanamente l'insegnamento della Chiesa cattolica in un campo dove esso è cristallino e totalmente solido. Oggi, come sempre del resto, l'insegnamento della Chiesa Cattolica dice che ogni attività sessuale, al di fuori del matrimonio che duri una vita, è violazione della Parola di Dio; ciò include in modo specifico la masturbazione, i rapporti prematrimoniali, quelli fuori del matrimonio e la pratica attiva dell'omosessualità. La Chiesa fa distinzione tra inclinazioni e tendenze omosessuali ed atti omosessuali; ovviamente, solo gli ultimi sono peccato. La Chiesa si aspetta che la persona con tendenze omosessuali, con l'aiuto di una vita cristiana attiva sia in grado di resistere alla tentazione e, se non è sposata, che viva da "single" una vita di devozione, proprio come si aspetta che anche la persona single con tentazioni eterosessuali sappia resistere alle stesse e viva piamente da single. Il tono compiaciuto di quest'articolo e la condiscendente raccolta e selezione dall'insegnamento della Chiesa e della Scrittura è caratteristico di quello che potremmo solo chiamare l'impegno attivo di propaganda oggi in atto per avviare sia i cattolici sia gli altri cristiani ad un modo falso di pensare e ad un comportamento immorale. Purtroppo, davanti ad una simile derisione della dottrina la comunità più erudita rimane spesso stranamente silenziosa.

 

            L'autore dell'articolo su Today's Parish è un rispettabile teologo morale Gesuita. Forse, avendo intuito che l'articolo sarebbe stato scioccante, gli editori pare si siano impegnati in modo tutto speciale nell'elencare dettagliatamente le sue " impeccabili credenziali ":

 

Padre Springer è professore di Etica Sessuale e di Bioetica presso il Seminario di Maryknoll, New York. È laureato in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove ha insegnato Teologia Morale prima del trasferimento all'Università di Fordham; ha una cattedra di Teologia Morale a tempo pieno a Woodstock, quindi il seminario maggiore dei Gesuiti a New York. Il Dr. Springer è autore di una dozzina di articoli su questioni etiche e morali nella Nuova Enciclopedia Cattolica, negli Studi Teologici e in altre riviste.[20]

 

            Nel tentativo di reinterpretare l'insegnamento della Scrittura sull'attività omosessuale, Padre Springer si trova in abbondante compagnia. Oggi assistiamo ad un diffuso impegno volto a conquistare l'accettazione della pratica attiva dell'omosessualità come stile praticabile di vita cristiana. Negli anni recenti sono stati pubblicati molti articoli e libri che invocano l'accettazione dell'attività omosessuale come permissibile per i cristiani in determinate circostanze. Proprio oggi pare che quest'impegno sia particolarmente forte nella Chiesa cattolica, ma progredisce anche nelle maggiori Chiese protestanti [21] e perfino nei circoli protestanti evangelici conservatori.[22]

 

            Il tipo di "reinterpretazione" della Scrittura offerto nell'articolo di Padre Springer ha fornito un pretesto logico per la fondazione di certi "ministeri" cattolici per gli omosessuali, che in pratica giustificano l'attività omosessuale.[23] Di recente è stata fondata una nuova denominazione protestante: le Chiese della Comunità Metropolitana, proprio sulla base dell'accettazione della pratica attiva dell'omosessualità. Riporto qui la citazione dalla relazione su un sermone dato presso una Chiesa locale della Comunità Metropolitana, che si riuniva nei locali forniti da una chiesa Presbiteriana ed Episcopale:

 

Fratelli e sorelle... nel campo dell'omosessualità, per anni la Scrittura è stata interpretata in un senso diverso, fraintesa... Il loro peccato [Sodoma e Gomorra] non era tanto che vi fosse l'omosessualità, ma che la gente non fosse ospitale, che non fosse aperta agli altri.

 

Il sermone proseguiva esaltando la virtù dell'apertura verso gli altri.[24]

 

            Proprio negli anni appena trascorsi, alcuni periodici cattolici popolari come U.S. Catholic, Commonweal, New Catholic World, Today's Parish, National Catholic Reporter, e il Notre Dame Magazine, tutti hanno pubblicato articoli solidali con la pratica attiva dell'omosessualità.[25] Gli argomenti usati sono spesso simili e li troviamo ben riassunti in un articolo di Commonweal, di Padre Edward Vacek, S.J., che al tempo in cui comparve l'articolo insegnava presso la Scuola di Teologia dei Gesuiti di Chicago. Ora è membro della facoltà dei Gesuiti presso il Seminario Teologico di Weston, Cambridge, nel Massachusetts.

 

Il mio tipo di approccio personale cerca di scoprire i valori biologici, psicologici, razionali e religiosi di rilievo. Quindi cerca di soppesare quei valori e di trarre un giudizio entro un'etica di proporzionalità. Nell'esaminare l'omosessualità, mi trovo davanti alla richiesta di Gesù (Lc. 12,57): "E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?" In breve, il mio giudizio è questo: gli atti omosessuali dal punto di vista biologico sono deficienti, ma possono essere psicologicamente salutari, il miglior esercizio disponibile della propria libertà interpersonale, e possono essere persino una forma di autentica spiritualità cristiana.[26]

 

Poco dopo l'apparizione di questo articolo, la facoltà di teologia presso l'Università Cattolica Americana votò per invitare Padre Vacek a fare domanda di un posto di insegnante nel loro istituto. Padre Vacek declinò l'invito, per poter così continuare ad insegnare in un'istituzione Gesuita.[27]

 

            Il modo di "ragionare" di Padre Vacek si accompagna spesso a richiami emotivi ad essere "compassionevoli". In questi casi la definizione "compassionevole" significa spesso: non turbare la pace di qualcuno facendo loro rilevare che stanno commettendo peccato.[28]

 

            Queste dispute riguardanti l'attività omosessuale ed altre azioni immorali non appaiono su pubblicazioni dirette in primo luogo a specialisti, ma sono pubblicate su riviste popolari e in libri di vasta circolazione. I fautori di simili opinioni vogliono raggiungere il maggior pubblico possibile. I teologi morali concedono interviste alla stampa, fanno conferenze, scrivono articoli, compaiono in televisione e fanno tutto il possibile per influenzare il pensiero e il comportamento della popolazione cattolica in direzioni che minano in profondità la Parola di Dio.

 

            In un discorso pubblico presso un centro francescano di rinnovamento, un influente teologo morale della facoltà di un'importante Università Cattolica, pare abbia detto che le relazioni sessuali extraconiugali in certi casi possono essere moralmente ammissibili agli occhi di Dio. Quando in seguito, in un'intervista successiva, gli furono rivolte domande a quel riguardo, ha ripetuto la stessa opinione.[29] Un altro prete viaggia per tutto il paese avversando l'insegnamento della Scrittura e della Chiesa sul divorzio e sulle nuove nozze, poiché egli "svolge il ministero" presso i divorziati. Ecco il suo messaggio:

 

Se il sacramento del matrimonio deve implicare una relazione d'amore; se non esiste più una relazione d'amore non esiste più il matrimonio, e la gente non è legata dallo stesso.[30]

 

            Quest'atmosfera di relativismo morale è talmente penetrante che un vescovo americano ha dichiarato: "Oggi nella Chiesa Cattolica Romana è difficilissimo trovare un professore di teologia morale che non sia influenzato dal consequenzialismo, dal situazionismo o da qualche altro 'ismo' di quella sorta."[31] Mentre oggi vi sono indubbiamente molti teologi fedeli che servono la Chiesa, molto spesso sembra che in tanti programmi ed istituzioni il tono dominante sia stabilito da quelli che emettono un "suono dubbio" o che direttamente insidiano la Parola di Dio.

 

            I cattolici ascoltano questo falso insegnamento e agiscono di conseguenza. Milioni di cattolici fanno l'esperienza di aborti, divorzi e nuove nozze, si impegnano nell'attività omosessuale, nell'adulterio e nella fornicazione, nella masturbazione e contraccezione artificiale, e tutto ciò in "buona" coscienza, o per lo meno senza gravi problemi di coscienza. Sarebbe folle pensare che non vi sia alcun collegamento tra il grande aumento, negli ultimi anni, dell'accettazione da parte dei cattolici di pratiche immorali, e la corruzione dell'insegnamento e dei consulenti nel campo della moralità sessuale.

 

 

La concentrazione sui sentimenti

 

            Oggi nella Chiesa sono frequenti le esortazioni ad "essere adulti", a "decidere da soli" e a "seguire la propria coscienza". Purtroppo, si tratta spesso di inviti a considerare i sentimenti e le ideologie secolari come le principali guide morali. I cattolici adulti sono incoraggiati ad impegnarsi in un "dialogo" tra l'insegnamento della Chiesa e quello della società contemporanea. Ma più spesso che no, i dadi sono truccati: la società secolare è quasi sempre la parte dominante nella discussione. L'esperienza del cattolico comune "istruito" è divenuta troppo debole e soggetta alla critica per reggere il confronto. La società contemporanea grida a gran voce e con chiarezza le proprie opinioni. Ed insiste in particolare sull'importanza di "fare quello che ci pare". Ciò in pratica si traduce spesso con: "seguite i vostri sentimenti". In molti circoli, l'abbandono della razionalità e il "lasciarsi andare" è considerato un avanzamento positivo nella maturità umana.

 

            Accade sempre più che tanta gente decida ciò che è giusto o sbagliato in base alla propria opinione soggettiva, pesantemente fondata su ciò che "ci fa sentire" bene, giusti o che è piacevole. Uno dei beni maggiori che molti suppongono possa essere compiuto da un essere umano è quello di far "sentire bene" un'altra persona; uno dei mali peggiori è quello di farla "sentire male, a disagio". Il punto centrale di gran parte della pratica pastorale è se uno si "sente" colpevole riguardo ad un'azione particolare. I pastori considerano meno spesso la moralità oggettiva del fatto o la possibilità che il Signore abbia rivelato chiaramente il Suo pensiero in proposito. Un centro pastorale nel Canada lavora con coppie non sposate conviventi. La sua spiegazione: "Lavoriamo con coppie che vivono insieme… è questa la loro decisione. Cerchiamo di aiutarle a risolvere i loro conflitti."[32]

 

            La "colpa" oggi è generalmente considerata uno stato nevrotico quasi sempre da eliminare mediante la "rassicurazione". Ovviamente, la colpa nevrotica che non si basi su errori veri e propri dovrebbe essere alleviata con metodi idonei ed efficaci. Ma di rado si chiede se vi sia una base concreta per la colpa, se la parte colpevole dovrebbe pentirsi, fare una restituzione e sottoporsi al cambiamento morale. Pare che oggi si presuma che i sentimenti di "colpa" siano deplorevoli e che gli sfortunati che si trovano in quello stato abbiano bisogno di aiuto per superarlo.

 

            Questa moderna concentrazione sui sentimenti diminuisce enormemente la portata della libertà e della dignità umana. Oggi la cura pastorale spesso si concentra esclusivamente su questioni delle azioni specifiche. Il fatto è che tutte le azioni hanno due dimensioni - una riguardante l'ordine soggettive di biasimo e sulle circostanze "mitiganti", anziché sulla giustizia o l'ingiustizia oggettive oggettivo della realtà e della Parola di Dio, e l'altra la responsabilità e la colpa soggettiva. Quando la cura pastorale diventa una forma di terapia che si occupa dei sentimenti e dello stato soggettivo anziché di ciò che è oggettivamente giusto o sbagliato, trascura una dimensione cruciale per la guida morale, la libertà e la dignità umana.

 

            Le Scritture e la tradizione della Chiesa insistono sull'importanza di questa dimensione morale oggettiva. Insegnano che, se i fattori soggettivi e attenuanti sono davvero importanti nell'accertare la responsabilità, rimane una vasta gamma di libertà in cui gli esseri umani sono ritenuti responsabili delle loro azioni.

 

            In realtà i peccatori istintivamente negano la responsabilità delle proprie azioni. Adamo ed Eva furono i primi a manifestare questa umanissima caratteristica: Adamo cercò di spostare la colpa su Dio e sulla donna: "La donna che Tu mi hai messo accanto - mi ha dato il frutto dell'albero, ed io allora l'ho mangiato" (Gen. 3,12). Eva dette la colpa al serpente: "Il serpente mi ha ingannata ed io l'ho mangiato" (Gen. 3,13). Ma Dio rifiutò queste scuse e li ritenne responsabili delle loro decisioni ed azioni.

 

            La Scrittura ci avverte inoltre che possiamo esser responsabili non solo delle azioni di cui conosciamo le conseguenze morali, ma anche di quelle che commettiamo ignorando la Parola di Dio. Gesù ha detto: "Lo schiavo che conosceva i desideri del padrone ma non si è predisposto a soddisfarli, sarà picchiato severamente, mentre quello che non li conosceva e che tuttavia merita di essere picchiato, se la caverà con meno colpi" (Lc. 12,47-48). Gesù ci indica che la punizione per chi sbaglia per ignoranza è minore, ma saranno tuttavia ritenuti responsabili. Gesù non ignorava le profondità psicologiche degli esseri umani (cf. Gv. 2,25); aveva partecipato alla loro creazione! La Scrittura e la Chiesa insegnano che la ricerca della volontà e della Parola di Dio in una situazione particolare rientra nella responsabilità della creatura. Non dobbiamo lasciarci trascinare passivamente nelle azioni, presumendo che Dio non abbia opinioni, o che la Sua opinione non ci sia accessibile.

 

            Persino le nostre leggi umane possono illustrare questo punto. Se in un paese straniero disobbedite alle leggi del traffico perché non le conoscete, agli occhi della legge siete tuttavia ritenuto responsabile. L'ignoranza non è una scusante. Ciascuno ha la responsabilità di imparare la legge del paese in cui vive.

 

            Lo stesso dicasi per l'insegnamento della Chiesa. Abbiamo la responsabilità di formare solidamente la nostra coscienza. Prima di agire, dobbiamo ricercare una fonte affidabile che ci aiuti a determinare l'insegnamento di Cristo e della Chiesa.[33] Da veri cristiani, nelle situazioni abbiamo l'impegno di agire come farebbe Cristo.

 

            Ma oggi questo tipo di approccio è fin troppo raro. I cristiani vengono incitati a seguire la propria coscienza, a formarla secondo la propaganda delle ideologie secolari e le oscillazioni dei loro sentimenti. Ad esempio, un'indagine di persone divorziate che frequentano la Chiesa in California ha scoperto che solo il nove percento degli uomini e il ventisette percento delle donne si asteneva dall'attività sessuale. Alcuni commenti di questi individui che giustificavano il proprio comportamento rivelano fino a che punto i sentimenti soggettivi sostituiscono la Parola di Dio nel campo della moralità sessuale:

 

            "Non mi sento condannato da Dio."

            "La mia fede personale approva le leggi di Dio per l'uomo integrale, non delle norme irreali e antiquate."

            "Cristo vuole che viviamo una vita abbondante; per me questo include il sesso."[34]

 

Oppure, considerate le osservazioni di un laico cattolico:

 

Mi sentii a disagio quando la mia figlia maggiore partì per la California per andare a vivere col suo amico. In seguito mi resi conto che il mio problema più importante era con la famiglia, gli amici e i vicini, che temevo potessero criticare la mia capacità di mantenere la stabilità in famiglia. Dopo un esame della situazione, mi resi conto che la relazione di mia figlia era monogama, e che in nessun senso ella viveva nel "peccato"... Tali "sistemazioni" possono essere la soluzione per persone divorziate o vedove che hanno bisogno di compagnia e di un'intimità che non sia costante e continua.[35]

 

            Oggi nella teologia morale e nella pratica pastorale gli elementi morali delle azioni umane vengono sempre più sminuiti. Stanno per essere ridotti a questioni che esigono o un adattamento terapeutico delle fissazioni o fobie, oppure una "guarigione interiore." Ovviamente, la terapia e la guarigione interiore possono essere aggiunte valide alla cura pastorale, ma non possono sostituire la necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Possiamo essere perdonati dei nostri peccati - ma solo se prima ci siamo pentiti e abbiamo confessato le malefatte. Oggi tuttavia, il perdono è considerato qualcosa di superfluo. Perché ricercarlo, se come agenti morali siamo a malapena liberi, oppure se Dio è talmente misericordioso da passar sopra a tutti i peccati? Queste idee vanificano il sacrificio offerto per noi sulla croce; sono affronti blasfemi, presuntuosi, alla misericordia di Dio. Secondo il commento di Ralph McInerny:

 

Non c'è niente di quanto possiamo fare che Dio non desideri perdonare... Vi è tuttavia un'interpretazione sentimentale della misericordia divina che pretenderebbe che, visto che Dio perdonerà ogni cosa, non c'è niente da perdonare. Si suppone che, per il fatto che Gesù non ha evitato la compagnia di ladri, adulteri, prostitute e gente simile, non ci sia niente di male nella condotta in seguito alla quale uno è poi chiamato ladro, adultero o prostituta. Ma ovviamente, Cristo non ama il peccatore in quanto peccatore. Vuole che ci pentiamo, che emendiamo la nostra vita e che non pecchiamo più.

  Quanto ha reso radicalmente triviale la moralità cristiana la supposizione che i peccati non sono peccati, che i mali morali in qualche modo vanno benissimo e che sono accettabili come tali! Se non c'è niente da perdonare, la misericordia perde il suo significato, ed è un profondo disservizio verso il peccatore persuaderlo che non ha niente di cui dispiacersi, che può persino sfoggiare il suo peccato e con ciò essere nobile e degno di ammirazione. L'unica cosa di cui alcuni teologi morali pare siano certi è che la condanna dell'immoralità sia in qualche modo immorale. Se il loro senso è che va condannato il peccato e non il peccatore, la lingua inglese fornisce molti modi per chiarire l'idea.[36]

 

            La concentrazione sui sentimenti nella cura pastorale non è solo un'enfasi che infetta gli individui. Essa cambia anche completamente il tono della vita della Chiesa. Oggi per alcuni la vita cristiana si centra sugli stati psicologici: la ricerca di "affermazione" e di "empatia"; l'enfasi sulla "vulnerabilità" con le sue conseguenze di poter sempre "ferire"; la richiesta e la dipendenza dalla "intimità" (spesso con la sua timida insinuazione sessuale appena sommersa); la celebrazione della "personalità autentica", accompagnata da orchestrazioni di affermazioni tranquillizzanti e di affettuosa adulazione.

 

            Questa "spiritualità" centrata sui sentimenti ha convinto molta gente di non poter procedere come normali esseri umani senza ricevere, nella loro "vulnerabilità" e "personalità unica", delle "conferme" continue. Per provvedere a queste nuove esigenze emotive si è sviluppata una scuola di professionisti cristiani. Molti di questi ricevono la formazione professionale in seminari cattolici dominati dalla psicologia centrata sui sentimenti. Un eminente psichiatra cattolico ha espresso la propria preoccupazione per l'impatto di questo tipo di preparazione sulle condizioni psicologiche dei seminaristi odierni e dei sacerdoti ordinati da poco:

 

     A mio avviso, le attuali ansietà riguardanti la formazione nei seminari in America sono indubbiamente ben fondate. Non solo la teologia è lentamente sostituita dalla psicologia, ma ciò che è ancor peggio, dalla psicologia della peggior specie. É del tipo che ha prodotto una vita - dentro e fuori dal seminario - caratterizzata dalle perverse direttive pastorali sostenute dai teologi autori di Human Sexuality.

     Avendo parlato negli ultimi 30 anni con moltissimi seminaristi e sacerdoti - e uomini e donne religiosi - nella riservatezza della stanza di consultazione ed in molti giri di conferenze per tutto il continente Nord Americano, io sarei l'ultimo a negare l'urgente necessità di cambiamenti riguardo alla formazione in seminario nel mondo Occidentale. Ma ciò evidentemente non significa che andrebbe bene qualsiasi tipo di cambiamento. In realtà, l'impatto dello psicologismo e delle sabbie mobili teologiche degli anni 70 sulla psiche dei laureati di quei seminari deterioranti, promette di essere assai peggiore di quello del clima repressivo dei nostri seminari pre-Vaticano II. Ci si può aspettare che questi futuri preti sviluppino un nuovo tipo di disordine psichico somigliante, ma in forma enormemente ingrandita ed intensificata, allo stato psichico del bambino viziato; del bambino che, per la prematura gratificazione di ogni suo desiderio e per l'espressione incontrollata delle proprie emozioni, ha perduto la capacità di godere di tutto ciò che è buono, bello e vero; del bambino che, a causa di educatori immaturi o sconsiderati, non ha nessuna esperienza di quell'integrazione armoniosa dei propri poteri psichici, e quindi dell'ordine interiore e dell'autocontrollo, necessari alla persona veramente matura.

     Quel prete "viziato" non riuscirà a portare gli altri alla Sorgente di ogni bene, perché egli stesso non è in grado di recarvisi. Non ispirerà ai giovani la vocazione sacerdotale. Inoltre, il suo disordinato stato psichico è più improbabile che risponda alla terapia, di quello dei preti e seminaristi di prima del Vaticano II, la cui scrupolosità e nevrosi ossessivo-costrittiva o la nevrosi da privazione, ora possono esser affrontate con successo e, ovviamente, prevenute.

 

  ... Non molti cattolici, neppure i membri di organizzazioni dedite alla promozione delle vocazioni sacerdotali, pare si rendano conto del progressivo deterioramento dei seminari americani, e tanto meno delle forze negative che lo dirigono.[37]
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:38
   Uno sviluppo particolarmente inquietante nella formazione dei futuri sacerdoti è la crescente popolarità dei "seminari sulla sessualità" designati a "desensibilizzare" i seminaristi da ogni tipo di comportamento sessuale disordinato, aiutandoli a mettersi in contatto con i propri "sentimenti" riguardo  alla sessualità e a diventare, nel ministero e nella vita personale "capaci di identificarsi e di non giudicare". In un collegio ecclesiastico, il seminario sulla sessualità faceva uso di filmati a colori che esplicitamente illustravano un comportamento sessuale perverso. Si esercitavano forti pressioni sui seminaristi affinché frequentassero quel seminario e assistessero e discutessero su quei film. Divenuto lo scandalo di dominio pubblico, si scoprì inoltre che i film erano stati prodotti e forniti da un centro per il sesso in San Francisco che aveva prodotto materiale esplicitamente designato a spezzare le inibizioni morali e a presentare l'immoralità sessuale come cosa attraente e desiderabile. Alcuni membri del consiglio del centro sono avversari famosi della moralità cattolica.[38]

 

I media e la ridefinizione di peccato

 

            Gli effetti distruttivi di quest'insidia alla moralità sono illustrati dal modo in cui i media mettono in discussione la Chiesa Cattolica. Esaminerò piuttosto dettagliatamente un articolo sulla Chiesa Cattolica australiana apparso su una rivista secolare in Australia. Scritto da un cattolico e fondato su interviste con "famosi oratori cattolici", l'articolo dimostra quanto il caos morale si sia profondamente radicato in un paese tanto lontano dai centri della teologia progressista degli Stati Uniti e dell'Europa. Alcuni dei "maggiori oratori" sembrano consumati dal desiderio di essere in linea con "l'ultimissimo pensiero" e con le "ultimissime scoperte", indipendentemente da quanto possano essere sospetti o corrotti. Per la verità, il desiderio dei cattolici di essere ritenuti "aggiornati" è una delle forze più potenti che oggi contribuisce a minare la moralità cristiana nella Chiesa, e non solo in Australia, ma in molti altri paesi.

 

            Per descrivere il cambiamento che vede nella Chiesa australiana l 'autore cattolico dell'articolo adopera un linguaggio emotivo, di circostanza:

 

La società più libera degli anni 70 ha scosso la Chiesa Irlandese/Australiana, una volta tanto rigida, producendo un'istituzione più liberale, più rilassata riguardo al sesso e più consapevole del fatto che la religione dovrebbe proporsi di aiutare la gente a vivere la propria vita, e non ad opprimerla stabilendo con inflessibilità la legge.[39]

 

            L'articolo fa rilevare che le statistiche dimostrano come, in due campi in cui l'insegnamento della Chiesa è stato tanto chiaro e regolare, i cattolici australiani abbiano la stessa proporzione di divorzi e di aborti del resto della popolazione australiana. Non vi è più una differenza degna di rilievo tra il comportamento morale dei cattolici e dei non cattolici. L'autore dichiara che la Chiesa australiana ha subito una "Riforma morale". Il cambiamento tuttavia, non è uniforme in tutta la Chiesa. Alcuni vescovi conservatori "problematici" vi si oppongono, in contrasto coi "buoni" vescovi liberali e con la diocesi che lo accoglie volentieri. Ma l'autore esprime la sua speranza per il futuro, poiché gran parte del cambiamento è incorporato in quella che ora è la teologia dominante della Chiesa. È anche incorporato, asserisce, "nella formazione dei sacerdoti e nell'insegnamento di religione nelle scuole."[40]

 

            Qui diversi punti sono particolarmente degni di nota. L'autore rileva accuratamente che la crescente discrepanza tra l'insegnamento cattolico ufficiale sulla moralità sessuale e la pratica concreta tra i cattolici esercita una pressione enorme sui vescovi e su altre guide della Chiesa. In alcune parti della Chiesa si è risposto al problema restringendo la divergenza tra insegnamento e pratica: è stato cambiato l'insegnamento. Ma in questo caso la "soluzione" non è affatto una soluzione. É infedeltà all'insegnamento di Cristo e distorsione della Sua Parola. La soluzione vera sta nella direzione opposta, cioè nell'aiutare la gente a vivere secondo l'insegnamento di Cristo.

 

            Un'altra straordinaria caratteristica di questo articolo è l'associazione di "conservatore" con cattivo, e di "liberale" con buono. I vescovi "conservatori" sono presentati come "repressivi" e "rigidi" mentre i "liberali" sono giudicati "comprensivi" e "compassionevoli". Questa tattica della stampa secolare e della stampa cattolica secolarizzata ha formato il pensiero dei cattolici postconciliari forse assai più profondamente di quanto non ci siamo mai resi conto. Ora i media influenzano il pensiero dei cattolici sulla politica della Chiesa con tanta più forza di quanto non faccia la Chiesa stessa.

 

            L'autore dell'articolo afferma inoltre che in molti seminari e scuole della Chiesa la nuova moralità circostanziale si è 'de facto' trincerata come insegnamento "ufficiale". Il fatto che tale moralità sia in opposizione con l'insegnamento autentico della Chiesa pare non faccia alcuna differenza. L'articolo prosegue per discutere le radici intellettuali della "riforma morale":

 

Un fattore importante di questa "riforma morale" è stata la capacità recentemente acquisita dalla Chiesa di liberarsi della sua paura irrazionale della psicologia, della psichiatria, della sociologia e di altre scienze sociali. La Chiesa, almeno nel passato decennio, ha attinto dalle intuizioni di queste discipline. Ciò, assieme all'influenza di una certa teologia americana, ha aiutato la Chiesa ad evolvere un nuovo concetto di peccato. La mutata idea di peccato sta alla base dello spostamento negli atteggiamenti relativi alla sessualità.[41]

 

            Questa "mutata idea di peccato" consiste principalmente nell'inventare eufemismi per l'immoralità. Con l'aiuto delle scienze sociali della psichiatria e di certi teologi americani, il linguaggio del peccato è cambiato. Ci dicono che di peccati non ne commettiamo più: stiamo piuttosto facendo "esperienze di apprendimento" oppure "inevitabili esperienze di transizione nella vita". Ad esonerarci sono il nostro innocente "comportamento immaturo" e le nostre "azioni sospettosamente libere".

 

            Approvando con entusiasmo questo spostamento nella Chiesa australiana, l'autore cattolico dell'articolo riflette sui cambiamenti nella distinzione tradizionale tra peccati mortali e veniali:

 

Fortunatamente, il pensiero della Chiesa è progredito. Secondo il teologo morale Dr. John Hill (che insegna teologia morale presso il seminario St. Patrick a Sidney) ora il concetto di peccato si centra sul fatto se la propria relazione con Dio è stata infranta - e non sul solo aver commesso azioni specifiche. ... Secondo il nuovo concetto, si ritiene che sia molto difficile commettere peccato mortale... Hill ha dichiarato che i teologi morali stavano allargando l'idea di peccato veniale e restringendo la nozione di peccato mortale... "Il peccato è una cosa personale," ha affermato. "La domanda è questa: Quanto deve essere grave un singolo atto umano per arrivare ad infrangere una relazione con Dio?"[42]

 

            La Chiesa ha già risposto a questa domanda: gli atti peccaminosi specifici, quando riguardano questioni gravi, sono gravemente sbagliati. Tuttavia, questo "restringimento del concetto di peccato mortale" ora intrapreso da alcuni teologi morali sta avendo i suoi effetti su milioni di cattolici. Oggi molti credono che forse solo i grandi peccatori come Hitler abbiano commesso qualcosa di abbastanza grave da provocare di fatto una "rottura" nella relazione con Dio, e forse perfino Hitler era troppo agitato e squilibrato per essere in grado di agire liberamente. Mentre i cristiani devono indubbiamente prestare un'immensa attenzione alla qualità della loro relazione di base con Dio, non dovrebbero commettere azioni gravemente sbagliate dietro la dubbia assicurazione di alcuni teologi morali che "è quasi impossibile commettere peccato mortale". La Scrittura e la Chiesa precisano chiaramente che quanti indulgono in certe azioni specificate sono esclusi dal regno di Dio. I cristiani lo ignorano, lo reinterpretano, oppure lo respingono, con loro grave pericolo eterno. Come disse Paolo ai Corinzi:

 

     Non vi rendete conto che gli empi non erediteranno il regno di Dio? Non vi ingannate: né fornicatori, idolatri o adulteri, né sodomiti, ladri o spilorci, ubriaconi o diffamatori, né briganti erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, consacrati, giustificati nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio.

     Non vedete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò le membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce a una prostituta diventa con essa un solo corpo? La Scrittura dice: 'I due saranno una carne sola.' Ma chi si unisce al Signore diventa un solo spirito con Lui. Evitate la condotta depravata! Ogni altro peccato che l'uomo commette è al di fuori del corpo, ma chi si dà alla fornicazione pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi - lo Spirito che avete ricevuto da Dio. Voi non appartenete a voi stessi. (1 Cor 6,9-11; 15,20)

 

            Malgrado questo oggi i cristiani, incoraggiati da alcuni teologi morali, distorcono gravemente l'intero concetto di peccato. Il trattamento occasionale di alcuni atti "specifici" assicura che un sempre maggior numero di persone li commetterà. Lo testimonia questa dichiarazione presa dal teologo morale citato sopra: "I rapporti prematrimoniali sono una cosa spesso del tutto scusabile. Dobbiamo essere comprensivi con i giovani."[43]

 

            Il gran numero di annullamenti di matrimoni concessi negli ultimi anni dai tribunali matrimoniali diocesani sono un esempio del cambiamento nella pratica pastorale della Chiesa. Il funzionario ecclesiastico citato nell'articolo australiano era incoraggiato dal fatto che la sua diocesi aveva processato un numero molto maggiore di richieste di annullamento e che, nel 1979, ne aveva concesse più del novanta percento. Il fattore citato di solito per spiegare il tasso di annullamenti in drammatica ascesa è una definizione nuova, presa in prestito dalle moderne scienze sociali, di cosa significhi maturità e libertà. Padre Hill ha commentato che "La legge canonica è condizionata dalle opzioni psicologiche e sociologiche dell'epoca."[44]

 

            Potremmo chiederci: questo è ancora progresso, o non si tratta piuttosto di qualcosa che si serve delle "tradizioni" contemporanee degli uomini per sovvertire la legge di Dio? In alcuni casi non stiamo forse servendoci del "pensiero moderno" per oscurare la vera natura di ciò che Dio ha unito e che giudicherà di conseguenza? Tutte quelle cifre in ascesa degli annullamenti concessi dal tribunale matrimoniale diocesano, davvero riflettono l'insegnamento della Chiesa espresso da Giovanni Paolo II?

 

Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo ha insistito sulla essenziale indissolubilità del matrimonio. La Sua Chiesa non deve permettere che su questo argomento venga oscurato il Suo insegnamento. Non sarebbe fedele al proprio Maestro se non insistesse, come ha fatto Lui, che chiunque divorzia dal proprio partner matrimoniale per sposarsi con un altro commette adulterio. (Mc 10,11-12). L'unione indissolubile tra marito e moglie è un grande mistero o segno sacramentale in relazione a Cristo e alla Chiesa. É preservando la chiarezza di questo segno che manifesteremo al meglio l'amore che esso significa: l'amore soprannaturale che unisce Cristo e la Chiesa, che lega insieme il Salvatore e coloro che Egli salva.[45]

 

Il papa ha espresso la sua preoccupazione per l'aumento degli annullamenti:

 

Se, tra i mali del divorzio, c'è anche quello di rendere la celebrazione del matrimonio meno seria e vincolante, al punto da aver perduto oggi la dovuta considerazione tra gran parte dei giovani, c'è da temere che anche le sentenze di dichiarazione di nullità del matrimonio, se moltiplicate quali pronunciamenti facili ed affrettati, porteranno alla stessa prospettiva esistenziale e psicologica.[46]

 

In un discorso agli studenti universitari, egli ha invocato coraggiosamente la chiarezza di pensiero e la sincerità in questo campo critico:

 

Imparate a pensare, a parlare e ad agire secondo i principi di semplicità e di chiarezza evangelica: "Sì, sì, no, no." Imparate a dire bianco al bianco e nero al nero - male al male e bene al bene. Imparate a chiamare peccato il peccato e a non chiamarlo liberazione e progresso, anche se l'intera moda e propaganda fossero contrari."[47]

 

            Forse alcuni segmenti significativi della teologia morale e della pratica pastorale nella Chiesa hanno oggi raggiunto il punto in cui si tornano a realizzare le parole dei profeti? Davvero alcuni sacerdoti non riescono più a distinguere tra ciò che è puro e ciò che è impuro, ciò che è santo e ciò che è empio? I falsi profeti stanno davvero rendendo più forte chi fa il male, dicendo "pace, pace" dove pace non è?

 

            Siamo stati ampiamente avvertiti su quanto sta accadendo. Il papa ed altri vescovi hanno deplorato l'attenuazione del senso del peccato, la minimizzazione della sua gravità e il discredito della grave importanza di atti peccaminosi specifici. Nelle parole di Giovanni Paolo II:

 

L'uomo moderno sperimenta la minaccia dell'indifferenza spirituale e persino della morte della coscienza; e questa morte è cosa più profonda del peccato; è l'uccisione del senso del peccato. Oggi tanti fattori contribuiscono all'uccisione della coscienza nell'uomo del nostro tempo, e ciò corrisponde a quella realtà che Cristo ha chiamato: "peccato contro lo Spirito Santo." Questo peccato inizia quando la parola della croce non parla più all'uomo come ultimo grido d'amore, che ha il potere di lacerare i cuori.[48]

 

            Il Card. William Baum, ex presidente del Comitato dei Vescovi per la Dottrina negli Stati Uniti, ed ora Prefetto della Congregazione per l'Istruzione Cattolica ed i Seminari, ha detto che:

 

la relazione sacramentale o simbolica tra l'uomo, Dio e il mondo, rende tragicamente possibile alla persona umana violare la propria vocazione e dignità attraverso atti singoli, e non solo mediante un "orientamento dell'intera vita " o la corruzione delle proprie "scelte di fondo".[49]

 

Il Card. Baum ha citato questa sezione della Persona Humane, la Dichiarazione sull'Etica Sessuale da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede:

 

     Secondo l'insegnamento della Chiesa, il peccato mortale, che è opposto a Dio, non consiste soltanto nella resistenza formale e diretta al comandamento della carità. Si trova allo stesso modo in questa opposizione all'amore autentico inclusa in ogni trasgressione deliberata, negli argomenti gravi, di ciascuna delle leggi morali...

     La persona, quindi, commette peccato mortale non solo quando la sua azione deriva dal diretto disprezzo dell'amore di Dio e del prossimo, ma anche quando, consapevolmente e liberamente, per qualunque motivo, sceglie qualcosa di gravemente disordinato. Perché in tale scelta, come detto sopra, è già incluso il disprezzo per il comandamento divino: la persona si allontana da Dio e perde la carità.[50]

 

            In altre parole, gli errori gravi non sono solo questione della "intenzione per tutta la vita" o del cambiamento nella propria "scelta di fondo". Le azioni specifiche, liberamente scelte e che coinvolgono materie gravi, sono peccati mortali. Quest'insegnamento della Chiesa riflette fedelmente quello del Nuovo Testamento, come pure l'enfasi del Vecchio Testamento sulla responsabilità individuale e sul significato delle azioni specifiche nel determinare il proprio destino:

 

   Quanto a te, figlio dell'uomo, dì ai tuoi compaesani: La virtù praticata dall'uomo non lo salverà il giorno in cui egli pecca; né le empietà commesse da un uomo provocheranno la sua caduta il giorno in cui si allontanerà dal male ...

   Eppure i figli del tuo popolo dicono: "La via del Signore non è leale!"; ma è la loro via a non essere leale! Quando un giusto si allontana dal bene per fare il male, per questo morirà. Ma quando un empio si allontana dalla malvagità per fare ciò che è giusto e buono, per questo egli vivrà. Voi andate ancora dicendo che: "La via del Signore non è giusta!'? Giudicherò ciascuno di voi secondo le sue vie, o casa di Israele. (Ez 33,12; 17-20)

 

            Pare che molti nella Chiesa si gettino a capofitto tra le braccia dello spirito del tempo. "Credo che l'atteggiamento della Chiesa rifletta l'orientamento della società in cui ci troviamo," afferma il prete non identificato di un sobborgo, citato nell'articolo sul cattolicesimo australiano. "Gli anni 50 sono stati molto diversi dagli anni 70, anche negli standard comuni del comportamento sessuale. La Chiesa è parte della società, ed anche il suo atteggiamento è cambiato."[51] Ciò tradisce una fin troppo comune mancanza di chiarezza riguardo al significato di essere "nel mondo, ma non del mondo."

 

 

Il futuro della moralità cattolica

 

            Potremmo chiederci: Con questa "evoluzione" del pensiero riguardo alla moralità, con questa "ridefinizione" del peccato, verso quale meta sono diretti molti nella Chiesa Cattolica? Uno sguardo eloquente nel futuro possiamo trovarlo nella disintegrazione della verità e della moralità cristiana in atto in quelle denominazioni cristiane che, prima della Chiesa Cattolica, hanno energicamente seguito questa direzione. Ci siamo incamminati su una strada che altri cristiani hanno intrapreso prima di noi e, se ci prendiamo la briga di guardare, i frutti della loro scelta sono già evidenti. Vogliamo provare ad ascoltare l'Arcivescovo di Canterbury, che si preoccupa dell'ondata di divorzi nell'Inghilterra apparentemente Anglicana?

 

Sarà necessario che molti di noi pensino con durezza e severità e prendano gravi provvedimenti, se davvero questa frana si deve arrestare... Un paese in cui, nello spazio di 30 anni, i divorzi si sono moltiplicati per quattro, è un paese in pericolo.[52]

 

            Per quanta rilevanza possano avere le parole dell'Arcivescovo, è un'ironia riscontrare che proprio alcuni segmenti della comunione Anglicana, sparsa in tutto il mondo, hanno per molti versi indicato il cammino del declino morale cui ora stiamo assistendo persino tra il popolo di Dio. La Chiesa Anglicana nel 1930 fu la prima Chiesa Cristiana a capovolgere ufficialmente il tradizionale insegnamento cristiano contro l'uso della contraccezione artificiale. Nel 1973 la Chiesa Episcopale negli Stati Uniti abbandonò l'insegnamento cristiano sull'indissolubilità del matrimonio, permettendo ai divorziati, il cui primo matrimonio risultava valido, di risposarsi. Nel 1976 la stessa Chiesa capovolse l'insegnamento cristiano contro l'aborto, immutato da tempo. Nel 1981 approvò l'ordinazione di Cristiani divorziati e risposati.

 

            Abbiamo considerato le implicazioni del "viaggio nella vita" di uno dei fondatori del Movimento Cristiano dell'Università Metodista Americana - una donna che continua ad impegnarsi per rivelare la "discriminazione eterosessuale come istituzione che limita politicamente le donne", e che ha abbandonato il marito per vivere in una comune con femministe lesbiche? Malgrado l'attività nelle istituzioni cristiane, la dedizione di questa donna si era ovviamente spostata verso certi movimenti e valori nati al di fuori del cristianesimo. Col progredire del suo "viaggio nella vita" arrivò a considerare la propria opera cristiana come strumento per promulgare teorie femministe secolari:

 

Ho anche cominciato ad usufruire delle conoscenze della mia chiesa per viaggiare in tutto il paese e parlare del femminismo; e attraverso il Comitato di Mobilitazione per la Fine della Guerra in Vietnam, sono stata inviata ad Hanoi a rappresentare il crescente movimento femminista - e ciò avvenne nel 1970... Nel 1971 cominciai a lavorare su un'edizione speciale di "Motive", rivista sul femminismo lesbico del movimento studentesco metodista.[53]

 

            Forse la storia di un altro "viaggio nella vita" - questa volta quello di un funzionario della chiesa metodista - ci permetterà una pausa. Una giornalista cattolica, cronista in una "Conferenza su Donne e Religione", rilasciò questa relazione sulla testimonianza della donna:

 

      Avevano stabilito di comune accordo che le immagini maschili di Dio e le norme maschili della religione dovevano essere sostituite. Ma da cosa?

      La funzionaria ed autrice...... della Chiesa Metodista Riunita fece un intervento per rispondere alla domanda invocando una nuova "etica femminista". Poi si imbarcò nel problema etico più frustrante e maggior causa di divisioni nel nostro tempo: l'aborto... Descrisse l'aborto in maniera personale, commovente... [e] procurò il momento più drammatico della conferenza descrivendo pubblicamente per la prima volta la propria esperienza di aborto - quando concepì un figlio da un uomo che non era suo marito. É sposata e ha due figli, che incrementavano la sua angoscia:

    "Da settimane prima dell'aborto mi aggiravo in una tortura di timore, di colpa, di rabbia e di insicurezza. Come potevo io, donna di mezza età, professionista e laureata, una donna che sa tutto sul controllo delle nascite e sull'aborto, una cristiana che quando si sposò promise di essere fedele al marito, una femminista che doveva aver superato il problema che le proprie emozioni avessero facilmente la meglio sul corpo - come avevo potuto mettermi in un simile pasticcio?"

    Lei e l'uomo - che si recò con lei all'ospedale - piansero insieme per "l'eliminazione delle possibilità di vita che in altri momenti e circostanze avrebbero potuto realizzarsi." Dopo l'aborto ........... disse di aver avvertito una guarigione incredibile: "Dopo la nascita dei miei figli ......... posso davvero dire che questa è l'esperienza più santa della mia vita! ....Credo che l'etica femminista, debba cominciare col racconto delle nostre storie. Quando l'esperienza di oltre la metà della popolazione mondiale è passata sotto silenzio, inespressa e non esaminata, com'è possibile che qualcuno presuma di erigere un sistema etico che pretenda di giudicare, secondo un qualche standard universale, la motivazione e il comportamento umano?"

 

La reporter cattolica finisce la storia con un'ottima domanda:

 

Qual è la nuova etica femminista? Onestamente, chi potrebbe dirlo? É stata solo posta la domanda... Mentre noi donne confrontiamo i nostri sistemi etici e religiosi, esigendo che siano prese in considerazione le nostre esperienze, che siano ascoltate le nostre storie, si spera, ma non è automaticamente garantito, che il risultato sia un mondo migliore - o persino più compassionevole. - A questo punto le donne sanno da dove stanno partendo. Ma non è ancora chiaro dove siamo dirette.[54]

 

            A dire il vero, da dove partano le donne influenzate dall'etica femminista e da altre etiche che hanno rifiutato la Parola di Dio è molto chiaro; stanno lasciandosi indietro il solo, vero Dio e la verità della Sua Parola. Abbiamo davanti a noi la terrificante esperienza di un numero sempre crescente di cristiani che sostituiscono le proprie esperienze personali, i sentimenti e le ideologie anticristiane alla Parola di Dio, e che arrivano a definire "santo" ciò che Dio chiama abominazione, mentre definiscono abominazione ciò che Dio chiama "santo".

 

            In alcuni circoli, la tragica violazione della Parola di Dio e della Sua volontà è persino nobilitata con cerimonie religiose. Considerate questo scorcio di una cerimonia religiosa usata per "solennizzare" il divorzio tra due cristiani:

 

Officiante: Diletti carissimi, ci siamo qui riuniti per solennizzare la fine di un periodo della vita di Matteo ed Anna, e l'inizio di un altro. Siamo fatti in maniera tale da non poter vivere isolati dai nostri simili, ma non possiamo neppure vivere troppo intimamente uniti a loro. Siamo creature socievoli, ma anche esseri individuali; ed è il ritmo dell'unione e della separazione che ci permette di vivere nella comunione che sostiene la nostra personalità e nella solitudine che nutre la nostra comunità ... Preghiamo. O Dio onnipotente ed amabile, che hai ordinato il cambiamento delle stagioni e che la vita umana progredisca attraverso il cambiamento, chiediamo la Tua benedizione sui Tuoi figli che ora, nel loro impegno verso di Te, hanno troncato il loro impegno reciproco. Falli avanzare nel vincolo della pace. Quando si incontrano, sostienili nella loro libertà. Fa che entrambi ricordino che il Tuo amore fluisce su entrambi e tramite loro. Santificali nella vita, nella morte e nella risurrezione, per mezzo della potenza del Tuo Spirito Santo, e per amore del Tuo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore... Andate in pace."[55]

 

Tornano alla mente le parole di Ezechiele:

 

I suoi sacerdoti violano la Mia legge e profanano ciò che per Me è santo; non fanno distinzione tra il santo e il profano, non insegnano la differenza tra l'impuro e il puro; non osservano i Miei sabati, ed Io sono stato profanato in mezzo a loro. (Ez. 22,26)

 

Poiché fanno fuorviare il Mio popolo dicendo: 'Pace!' dove non c'è pace, e perché, quando uno costruisce un muro, essi lo imbiancano di calce e poi dicono agli imbianchini: 'Farò scendere una pioggia torrenziale, una grandine grossa e si scatenerà un uragano. E quando il muro sarà caduto non ti chiederanno forse: 'Dov'è la calce con cui l'hai rivestito?'. (Ez 13,10-12)

 

            Credo che potremo evitare il giudizio di Dio sul falso insegnamento e sulla falsa moralità solo se, alla riaffermazione di Papa Giovanni Paolo II della verità cattolica, risponderemo con un pentimento ed un cambiamento estesi a tutta la Chiesa, la disciplina di tale saggezza per l'intera Chiesa, ed il coraggio che essa affronti con efficacia quella che può solo essere definita 'corruzione costituita'. Che il Signore ci aiuti e ci dia forza!

 



[1] Anthony Kosnik, William Carrol, Agnes Cunningham, Ronald Modras e James Schutte, Human Sexuality: New


MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 18:39

Directions in American Catholic Thought (New York: Paulist Press, 1977).

 

[2] Ibid., pp. 92-94.

[3] Ibid., pp. 151s.

[4] Ibid., pp. 231-32.

[5] Ibid., pp. 232.

[6] Ibid., pp. 148-49.

[7] Ronald Modras, "The Devil, Demons and Dogmatism," Commonweal (4 Febbraio, 1977), pp. 71-75.

[8] Ad esempio, P. Richard McBrien, presidente del dipartimento teologico a Notre Dame, ha pubblicato un'opera in due

volumi: Catholicism (Minneapolis, Minn.: Winston Press, 1980) preannunciata da alcuni come una nuova sintesi per i nostri tempi. In essa l'autore enuncia il magistero della Chiesa sulle questioni morali, ma dichiara anche le opinioni di diversi teologi, incluse quelle degli autori di Human Sexuality. Questo metodo dà l'impressione che dovremmo riflettere su tutte le opinioni e decidere noi stessi quella che ci sembra più valida. McBrien riconosce con condiscendenza alla Chiesa il "diritto" preferenziale di insegnare rispetto alle opinioni contraddittorie di certi teologi. Vedi, ad esempio, il suo trattato sull'omosessualità (pp. 27-32) e la contraccezione (pp. 1016-1027). Tali distorsioni subdole e "ripulite" del posto giusto del magistero della Chiesa nel campo della fede e della morale possono risultare perfino più dannose degli attacchi impudenti. I vescovi australiani hanno percepito i minacciosi effetti di Catholicism di P. McBrien, ed al riguardo hanno compilato una dichiarazione pubblica:

   Noi, vescovi cattolici australiani, ci vediamo costretti a redigere una dichiarazione su (Catholicism). Il libro da un lato è stato lodato come magistrale sommario dell'insegnamento cattolico. Dall'altro è stato criticato per deviare dall'insegnamento cattolico autentico.

In particolare, il libro è stato consigliato come strumento eccellente da usare nelle scuole cattoliche. Non siamo d'accordo... Catholicism ha alcune rilevanti caratteristiche, ma anche vere e proprie debolezze. Ad esempio, affianca due cose che non possono essere messe sullo stesso piano:

    Il magistero autentico della Chiesa.

    Le opinioni dei teologi, alcuni dei quali del tutto radicali.

    Ne può facilmente risultare un'autentica confusione riguardo al vero insegnamento della Chiesa. Il libro quindi va letto con discriminazione e con un vigile senso critico...

 Agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie non raccomandiamo Catholicism neppure come libro di riferimento o come risorsa... Non lo raccomandiamo ai laici comuni come libro di consultazione per alcuni punti dell'insegnamento cattolico. [The Leader (Australia) (7 Settembre, 1980).]

Vedi anche: "Controversy over Catholicism," di Andrew Zwernerman, Scholastic (pubblicazione degli studenti di Notre Dame) (Novembre 1980), pp. 11-13.

[9] Joan Turner Beifuss, "Sex and the Divorced Catholic," NCR (25 Maggio, 1979), p. 15.

[10] Beifuss, p. 14.

[11] Vedi la Costituzione Dogmatica sulla Chiesa, par. 25, Documenti del Vaticano II, ed. Walter M. Abbott, S.J. (New York:

America Press, 1966), pp. 47 segg.

[12] Beifuss, p. 15.

[13]"Lettera dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede all'Arcivescovo Quinn," LOR (17 Dicembre, 1979), p. 9.

[14] "Dichiarazione su Questioni Riguardanti l'Etica Sessuale," Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (29 Dicembre,

1975). 

[15] Ralph McInerny, "Do Moral Theologians Corrupt Youth," New Covenant (Novembre 1979), p. 4.

[16] McInerny, pp. 5,7.

[17] Rev. Joseph Creedon, citato da Richard C. Dujardin, The Providence Sunday Journal (22 Marzo, 1981), p. A-24.

[18] Today's Parish (Gennaio 1980).

[19] R.H. Springer, S.J., "Holy God, Gays Want In!" Today's Parish (Gennaio 1980), pp. 10-13.

[20] Springer, p. 13.

[21] Theodore Jennings, "Homosexuality and Christian Faith: A Theological Reflection," The Christian Century (16

febbraio, 1977), pp. 137-42.

[22] Vedi, ad esempio, Letha Scanzoni e Virginia Ramey Mollenkott, Is the Homosexual My Neighbor? (San Francisco:

Harper & Row Pub., 1978); The Record (Notiziario della Evangelicals Concerned Inc., New York) (Autunno 1980); J.

Harold Ellens, "Homosexuality: The Biblical Claim," The Bulletin, pubblicazione della Christian Association for

Psychological Studies, 4, n.2 (1978), p. 5; Lewis B. Smedes, 'Sex for Christians' (Grand Rapids, Mich.: Wm. B. Eerdmans

Pub. Co., 1976).

[23] Dignity and New Ways Ministry dovrebbe rientrare in questa categoria. Per comprendere la prospettiva di New Ways

Ministry vedi i seguenti articoli scritti dal condirettore Robert Nugent, S.D.S.: "Homosexuality and the Hurting Family," America (28 Febbraio, 1981), pp. 154-57; "Gay Ministry," Ministries (Dicembre 1980), pp. 26-28. Joan Beifuss, nel suo articolo: "Gays 1980: "Out of Both Closet and Confessional"" (NCR, 21 Novembre, 1980) eufemisticamente dichiara: "Molti gay cattolici, sostenuti da gruppi come Dignity e New Ways, e dal clima di apertura di una discussione, stanno prendendo le proprie decisioni di coscienza riguardo al peccato, alla sessualità e alla loro relazione con la Chiesa" (p. 10). Cita anche il capo di Dignity, Frank Schueren, che afferma: "Ritengo che Dio mi abbia dato la capacità della coscienza personale ... Io stesso sono passato attraverso analisi psichiatriche e ogni altro mezzo avuto a disposizione, inclusa la consulenza sacerdotale. Ho impiegato tutte queste cose per formare la mia coscienza. E nella mia coscienza, che la Chiesa afferma è la mia guida ultima, non ritengo di fare qualcosa di sbagliato finché è parte di una relazione importante." Quindi Beifuss dà la seguente descrizione della vita di Schueren: "Schueren, 38 anni, ha vissuto per 11 anni con un amico cui era morta la moglie. In quel periodo hanno allevato il figlio e la figlia dell'amico." "Entrambi sono eterosessuali,' nota freddamente. Sebbene Schueren l'amico abbiano smesso di vivere insieme, continuano a considerarsi "famiglia" (p. 2). Per capire la posizione di Dignity, vedi Homosexual Catholics: A New Primer for Discussion (Washington, D.C.: Dignity, 1980). preparato da Robert Nugent, S.D.S., Jeannine Gramick. S.S.N.D. e Thomas Oddo, C.S.C.

[24] Roger LeLievre, "Working to Regain Spiritual Ties," 'Ann Arbor News' (Ann Arbor, Mich.) (24 Giugno, 1979), Elf.

[25] Vedi, ad esempio, l'intervista con Brian McNaught (leader di Dignity): "Is Our Church Big Enough for Gay Catholics?"

U.S. Catholic (Giugno 1980), p. 10-11; Henry Fehren, "A Christian Response to Homosexuals," U.S. Catholic (Settembre 1972), p.10; Edward Vacek, S.J:, "A Christian Homosexuality?" Commonweal (5 Dicembre, 1980), p. 683; Gregory Baum,

"Catholic Homosexuals," Commonweal (15 Febbraio, 1974), pp. 479-82; Jeannine Gramick (leader di New Ways Ministries), "Set the Captives Free," New Catholic World (Novembre/Dicembre 1977), pp. 292-95; Robert H. Springer: "Holy God, Gays Want In!" Today's Parish (Gennaio 1980), p. 11; Robert Barr, "Urgent for the 80s," Today's Parish (Gennaio 1980), p. 6; Joan Turner Beifuss, "Gays 1980: "Out of Both Closet and Confessional,'" NCR (21 Novembre, 1980), pp. 7-8; Richard Wagner, "Being Gay and Celibate - Another View," NCR (21 Novembre, 1980), p. 16; Robert Griffin, C.S.C., "A True Confession," Notre Dame (Febbraio 1981), pp. 68s; Charles E. Curran, Catholic Moral Theology in Dialogue (Notre Dame, Ind.: Notre Dame University Press, 1976); Philip S. Keane, Sexual Morality: A Catholic Perspective (New York: Paulist Press, 1977); John J. McNeil, The Church and the Homosexual (Mission, Kans.: Sheed Andrews and McMeel, 1976); Richard Woods, Another Kind of Love: Homosexuality and Spirituality (Garden City, N.Y.: Image-Doubleday, 1978).

[26] Edward Vacek, S.J., "A Christian Homosexuality?" Commonweal  (5 Dicembre, 1980), p. 683.

[27] National Catholic Register (5 Aprile, 1981), p. 1.

[28] Un esempio è apparso sul Notre Dame, la rivista degli studenti dell'Università di Notre Dame, sulla quale uno dei cappellani narrò la storia di come egli non avesse il coraggio di dire ad un giovane con una relazione omosessuale stabile che quanto stava facendo era sbagliato. (Robert Griffin, C.S.C., "A True Confession," Notre Dame Magazine (Febbraio 1981), p. 68s.

[29] Rev. Richard A. McCormick, citato da Gene Luptak: "Catholic Theologian Proposes Exceptions to Moral Teachings," The Arizona Republic (20 Settembre, 1980), p. 1, Sezione Religiosa.

[30] P. James Young, trascritto da un nastro che registrava un suo discorso dato al "Programma Parrocchiale di Servizio,"

presso il Trinity College, Washington D.C., il 12 Dicembre, 1978.

[31] Vescovo John A. Marshall, citato in The Pilot (Boston, Mass.) (17 Ottobre, 1980), p. 13.

[32] Sr. Carol Ann Gotch, citata in NCR (20 Aprile, 1979), p. 19.

[33] Una simile fonte affidabile è The Teaching of Christ, ed. Ronald Lawler, O.F.M., Donald Wuerl, e Thomas Comerford

Lawler (Huntington, Ind.: Our Sunday Visitor, 1976).

[34] Harold Ivan Smith, "Sex and Singleness the Second Time Around," Christianity Today (25 Maggio, 1979), p. 18.

[35] NCR (14 Dicembre, 1979), p, 11.

[36] McInerny, p. 6.

[37]Lettera da Conrad W. Baars, M.D., National Catholic Register (31 Agosto, 1980), p. 4.

[38] Robert Eldridge, "Sex Seminar Questioned," National Catholic Register (30 Novembre, 1980), p. 1s. Vedi anche la

 relazione preparata dalla U.S. Coalition for Life. Per informazioni, scrivere a: U.S. Coalition for Life, Box 315, Export, PA 15632.

[39] David Armstrong, "Catholicism - The Quiet Revolution," The Bulletin (Australia) (18 Dicembre, 1979), p. 54.

[40] Ibid., pp. 55-56.

[41] Ibid., p.55

[42] Ibid., p.56

[43] Ibid., p.57

[44] Ibid., p.56

[45] LOR (30 Novembre, 1978), p. 5, discorso ai vescovi del Canada, 17 Novembre, 1978.

[46] LOR (2 Febbraio, 1981), p. 10, Discorso alla Sacra Romana Rota, 24 Gennaio, 1981.

[47] LOR (21 Aprile, 1981), p. 4, omelia durante una messa per studenti universitari, 26 Marzo, 1981.

[48] LOR (9 Aprile, 1979), p. 2, Messaggio all'Angelus del 1 Aprile, 1979.

[49] Cardinal William Baum, "The Distinctiveness of Christian Morality," discorso di apertura al Simposio sui Principi della

Vita Morale Cattolica (17 Giugno, 1979), p. 16s.

[50] "Dichiarazione su Certe Questioni Riguardanti l'Etica Sessuale," Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (29

Dicembre, 1975).

[51] Citato da Armstrong, p. 59.

[52] Donald Coggan, citato in 'Catholic Trends' (5 Gennaio, 1980), p. 3.

[53] Charlotte Bunch, intervistata da Gloria Steinem, "Two Feminists Tell How They Work", MS (Luglio, 1977), p. 92.

[54] Sheila Collins, citata da Mary Bader Papa, NCR (2 Novembre, 1979), p. 2.

[55] Mary McDermott Shideler, "An Amicable Divorce," Christian Century (5 Maggio, 1971), p. 555.

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